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Racconti Erotici Etero

Una vergine disposta a tutto

By 31 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Era tutta l’estate che Giovanna mi girava attorno, era una bella ragazzina ma era minorenne e io non volevo casini.
Pur vedendo la freschezza e la voglia di stare con me, avevo deciso che avrei aspettato la sua maggiore età che coincideva con la fine dell’estate.
Il due di settembre sarebbe diventata maggiorenne e io scherzando le avevo detto;
‘fatti vedere il due notte e vediamo cosa posso fare per te’
&egrave quella sera esatta lei si era presentata davanti a me, vestita con una mini e una camicetta senza niente sotto; dire che era provocante era dire poco, sicuramente era molto sexy cosi svestita e con quella faccia da bambina dispettosa.
Io sono Mirko, 38 anni, bagnino di professione, divorziato, bello abbronzato e onestamente visto il mio lavoro, le donne non sono mai mancate.
Ma Giovanna aveva quel non so che.
Guardandola lì sulla mia porta provai subito una erezione spontanea, quella sua bocca così stretta e quel suo faccino mi fecero maliziare, sapevo cosa cercava e così la feci entrare.
Le porsi una bibita e la invitai a sedersi, lei fece per appoggiarsi sul divano e io fermandola le dissi che doveva mettersi a sedere sul mio cazzo.
La vidi arrossire poi indecisa la vidi venire sulle mie gambe e appoggiare il suo sedere sulla mia erezione, in quel modo lei percepì chiaramente quanto fossi eccitato e io senza baciarla le slacciai la camicetta mettendo a nudo le sue tettine che a occhio e croce erano una seconda.
Presi tra le dita i capezzoli e la feci gemere quando li strinsi, mi piaceva sentirla in mio potere, questa sensazione mi fece sentire onnipotente e così continuai a torturarla con il mio desiderio e le mie richieste.
Le feci alzare la mini e le dissi di slacciarmi i calzoni e poi le dissi di rimettersi a sedere sul mio cazzo ancora intrappolato dai miei slip.
Il nostro primo contatto carnale si svolse tra le nostre gambe, lei cercava di posizionarsi in modo che io potessi sentire il suo caldo desiderio e infatti io percepii i suoi piccoli slip bagnati.
‘Togliti gli slip e fatti vedere’
Lei mi guardò e con il viso sempre più rosso si alzò, sfilò lo slip e si mise a 30 centimetri da me.
La guardavo con quel suo pelo fitto che nascondeva le sue voglie e le dissi;
‘levami gli slip ‘
Lei tornò da me e piano fece scivolare gli slip, vidi la sua faccia mentre guardava il cazzo e vidi un velo di paura passarle negli occhi; capii che non era abituata a vedere dei cazzi così duri e ben tornitii, forse non ne aveva neanche mai visti; pensai che le sue esperienze dopo quella sera sarebbero state molto superiori del pomeriggio::mi concentrai su di lei e le dissi;
‘Adesso mettiti in ginocchio e fammi un bocchino con l’ingoio’
‘Non lo ho mai fatto’
‘ Ce sempre una prima volta’
A questa risposta lei si mise in ginocchio davanti a me e piano si avvicinò al cazzo, esitava sul da farsi e allora io le misi una mano sulla testa e la spinsi deciso verso la mia cappella; la sua resistenza si placò al contatto del mio uccello, come se il fatto che avessi deciso io la facesse stare meglio, aprì le labbra e cominciò a succhiare la cappella cercando di aiutarsi con le mani per provocarmi un orgasmo, sentivo la sua inesperienza e cercavo di dirle come prenderlo, come accarezzarlo’lei mi ascoltò e piano migliorò la sua tecnica, io la guardavo e ammiravo ancora una volta il suo corpo vergineo e scultoreo; le accarezzai i seni, prima piano, poi con l’aumento del piacere anche le mie mani diventarono più decise, scesi a accarezzare la sua fighetta e entrando con un dito le strappai un piccolo gemito.
Mi mossi dolcemente in lei mentre stavo per godere’nel momento dell’orgasmo spinsi il dito tutto dentro e mentre sentivo un suo gemito, la riempìi del mio sperma: lei cercò di tenermi e poi con un senso di tosse, uscì e si mette a piangere.
La feci calmare, lei mi chiese scusa per non essere riuscita a ingoiarlo e io sorridendo le dissi di sdraiarsi sul letto, lei eseguì e teneramente tenne ancora chiuse le gambe, le dissi di rilassarsi e di aprire le cosce, lei eseguì e io per la prima volta in quella sera, potei ammirare il suo monte di venere; sembrava una pesca talmente era liscia e ben fatta; se non fosse per quel piccolo taglio si poteva mangiare, ma intanto si poteva succhiare per prepararla alla sua deflorazione e allora mi chinai tra le sue gambe e le dissi;
‘Adesso rilassati,chiudi gli occhi, vedrai che sarà molto bello’
Così dicendo incrociai le mie mani con le sue e poi mi immersi dentro quel bocciolo .
Mi accorsi subito che era ben curata e anche il suo odore era gradevole, con la lingua accarezzai prima le sue labbra vaginali facendola gemere poi mi insinuai sul suo clitoride e cominciai a martorizzarlo con la mia lingua rasposa; crescevano i suoi sospiri e i suoi gemiti erano sempre più forti, istintivamente incominciò a spingere il suo bacino verso la mia lingua in modo da accogliermi tutto e poi poco dopo il suo primo orgasmo orale esplose sulla mia bocca, la lasciai finire e poi senza darle il tempo di capire,uscìi e al posto della lingua feci entrare il cazzo.
L’urlo che emise nel momento della rottura dell’imene fu più di sorpresa che di dolore, la sua fighetta ben oliata dalla mia lingua, mi accettò con facilità e infatti dopo un attimo di smarrimento, lei mi abbracciò e cominciò a muoversi per seguire le mie entrate e uscite; allargò al massimo le cosce e il suo respiro si fece sempre più roco e affannoso e di lì a poco, la mia piccola Giovanna ebbe il suo primo orgasmo da cazzo.
La guardai negli occhi mentre godeva, li teneva chiusi come fanno molte donne, ma i suoi lineamenti erano rilassati e i suoi gemiti di piacere adesso erano uniti anche da frasi sconnesse che mi lasciarono capire quanto lei stesse apprezzando il tutto.
Avevo esperienza, ero sicuro di farla diventare donna senza farla soffrire e questo era molto appagante per me, continuai a scoparla e a farla godere ancora un paio di volte, ero uno che aveva una buona resistenza e quando avevo una partner giusta mi dedicavo tutto a lei; ora Giovanna non aveva esperienza, ma era di una sensualità incredibile, suppliva con il suo corpo e la sua dedizione alle sue mancanze e il resto lo misi io..
Provai sensazioni indicibili, quella piccola figa mi stringeva le vene del cazzo e questo mi eccitava un casino; cercai di resistere, lei continua a mugulare, adesso aveva gli occhi aperti e mi guardava con aria sognante, mi disse che non prendeva niente, evidentemente aveva capito dalle espressioni del mio viso che ero vicino al mio orgasmo, io spinsi con un paio di colpi più decisi che la fecero sobbalzare e gemere un poco di più, poi mi tolsi veloce e sparsi il mio sperma sul suo corpo: i seni vennero imbiancati come il suo stomaco, e lei con un dito ne prese un poco e se lo mise in bocca succhiandolo e mi disse;
‘Vedrai che mi abituerò anche a berlo’
Quelle parole dette da lei mi fecero un immenso senso di tenerezza, la guardai con occhi nuovi, non era più solo un oggetto sessuale, cominciai a pensare a lei anche per il domani e le mie voglie incestuose si calmarono, i miei pensieri sul suo culetto venero rimandate,al futuro.
Le dissi quanto mi era piaciuto fare l’amore con lei e le prospettai altri incontri dandole uno schiaffo sul sedere e sorrisi di gusto quando lei mi fece la linguaccia e mi disse;
‘ il sedere non si tocca’

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