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Racconti Erotici Etero

Vacanza in montagna

By 23 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

I loro figli avevano più o meno la stessa età e, istintivamente, si erano messi a giocare insieme, nel grande giardino antistante all’albergo, sin dal primo momento, mentre i genitori sistemavano i bagagli nelle rispettive stanze.
Già il primo giorno, quando si erano appena conosciuti, sua moglie gli aveva detto che quella coppia aveva qualcosa di strano.
A lui non sembrava affatto ma, si sa, gli uomini in genere non possiedono il famoso intuito femminile.
Sì, aveva notato vagamente che era una coppia un po’scompagnata: parecchia differenza di età, in favore di lei, e poi sembravano un po’ come cane e gatto.
Aveva anche notato che Loredana era un pezzo di gnocca che levati, ma su questo aspetto aveva preferito sorvolare.
Sua moglie non era una donna irragionevolmente gelosa e lui non era tipo da fare il cretino con le altre, però era meglio essere discreti.
Il secondo giorno sua moglie tornò alla carica: ‘Quella lì ti gira troppo intorno.’
‘Ma dai, figurati. Magari mi trova simpatico.’
Messo sul chi vive dal sospetto di sua moglie, aveva iniziato a studiare la situazione.
Effettivamente, se c’era anche sua moglie, lei non si faceva vedere ma, come si affacciava da solo nella hall dell’albergo o faceva due passi nel giardino, immediatamente compariva Loredana, bionda, truccata, con l’immancabile minigonna ed un sorriso smagliante.
La sua camicetta, in queste situazioni, aveva sempre un bottone di troppo aperto, da cui poter osservare un bella porzione di reggiseno con il suo contenuto.
Nel frattempo, il marito masticava amaro, le lanciava occhiate furibonde e, a volte, guardava male anche lui.
Ma che cavolo ci posso fare io, se tua moglie fa ‘ste cose?
Io non l’ho certo incoraggiata. Hai voluto la moglie bona senza preoccuparti che potesse essere un po’ troia, ed ora che vai cercando?
Una volta, addirittura, si era accorto che lei, prima di uscire nel giardino, si era sistemata davanti ad uno specchio.
L’aveva osservata bene, senza che lei se ne accorgesse: prima aveva slacciato un po’ la camicia, accertandosi che si vedessero abbastanza le tette e poi, addirittura, si era sistemata la gonna, tirandola un po’ su. Come se non fosse già abbastanza corta.
Pochi secondi dopo era piombata in giardino, puntando dritta su di lui.
‘Fa così perché sta litigando con il marito e lo vuole fare ingelosire. Non pensare di piacergli, se non avesse incontrato te, l’avrebbe fatto con uno a caso.’
Forse sua moglie aveva ragione, lui era solo uno strumento della loro dinamica di coppia, però gli faceva piacere che una donna bella e parecchio più giovane di lui, lo gratificasse di certe attenzioni.
Un giorno fecero tutti e sei una gita in montagna e, a parte i bambini che, ignari ed estranei a quanto stava accadendo, giocarono tranquillamente tutto il giorno, l’atmosfera si mantenne parecchio tesa.
Durante il viaggio di ritorno, approfittando del fatto che i due bambini erano sull’altra auto, discussero a lungo.
Questa storia stava rovinando l’atmosfera della loro vacanza. Sua moglie gli aveva detto che si era accorta che la guardava troppo e che avrebbe dovuto essere più deciso nell’allontanarla, anche a costo di mostrarsi scortese.
La discussione era sfociata in una lite aperta e sua moglie aveva smesso di gridare solo quando lui, incazzato nero, aveva cominciato ad affrontare le curve ad una velocità decisamente sostenuta.
La sera, dopo cena, mentre sua moglie metteva a dormire il bambino, lui ne aveva approfittato per andare a fumare in giardino.
Era già parecchio tardi e probabilmente erano tutti andati a dormire.
No, qualcuno doveva essere ancora sveglio, perché il lontananza si sentivano due voci che litigavano.
Non riusciva a distinguere le parole e neanche a capire da dove venissero le voci, ma pensò che forse si trattava proprio di quei due.
Aveva appena acceso la sigaretta quando la vide affacciarsi alla grande porta a vetri che dava sul giardino.
Aveva addosso un giaccone rosso con la lampo e portava delle scarpe da ginnastica bianche, senza calzini.
Gli sembrò diversa dal solito, forse a causa dei capelli un po’ spettinati e del viso senza trucco.
‘Mi scusi, avrebbe da accendere?’
Non l’aveva riconosciuto, perché in fondo al giardino era parecchio buio, ma sicuramente si era diretta verso di lui, perché aveva visto la sagoma ed il puntino rosso della brace della sigaretta.
‘Loredana …’
Sembrava realmente sorpresa di averlo incontrato.
Le passò la sigaretta e lei accese la sua usando la brace.
Si mise a fumare vicina a lui. Troppo vicina.
Se ne stava lì, con le labbra appena dischiuse, in una posa sensuale, con il fumo che le usciva lentamente dalla bocca, e lo guardava dritto negli occhi.
Ad un certo punto portò una mano sul gancio della lampo del giaccone e ne aprì un pezzo.
Lui ebbe l’impressione che sotto non portasse nulla. Probabilmente era già a letto e, dopo la litigata, si era messa addosso la prima cosa che le era capitata e poi era scesa giù, pensando che una sigaretta la potesse calmare.
Era combattuto: da un lato quella donna lo attraeva molto, ma era anche arrabbiato con lei, che stata mandando in vacca la vacanza sua e di sua moglie.
Delle volte, d’impulso si fanno dei gesti che, ragionando, non si avrebbe mai il coraggio di fare.
Era successo in un attimo. Lui aveva allungato una mano verso la lampo del giaccone ed aveva tirato giù la chiusura, fino in fondo, facendola sganciare.
Aveva ragione, sotto era completamente nuda.
Era rimasta immobile, sorpresa della sua iniziativa.
Aveva le tette piccole, con i capezzoli scuri e sporgenti. Lo sguardo si posò più in basso, sotto un ciuffetto di peli rasato corto, c’era una fica grande, violacea, spalancata e bagnata.
Ti sei appena fatta una scopata con tuo marito ed ora vuoi vedere se io me la cavo meglio?
‘No! Fermo. Ma che fai?’
Brutta troia, è una settimana che mi provochi, ora ti faccio vedere io che ti faccio.
Non le disse niente ma le rifilò all’improvviso uno schiaffo, che fece cessare subito le sue proteste.
Era incazzato nero con lei ma anche eccitato, non poteva certo nasconderlo
La afferrò bruscamente e la trascinò, tirandola per un braccio in un punto del giardino lontano dalla strada.
C’era un grande albero, con il tronco nodoso, proprio nel punto più buio. La condusse fino lì e le fece passare le braccia oltre il fusto della pianta.
Mentre lei se ne stava buona buona, piegata in avanti e con la fronte poggiata contro il tronco, le sfilò la cintura dal giaccone e con quella le legò insieme i polsi.
‘Cosa stai facendo?’
‘Ti lego all’albero, così, se ci dovessi ripensare, non te ne potrai andare prima che io abbia finito.’
‘No, aspetta. Scusa, non volevo arrivare a questo punto, era solo un gioco per far arrabbiare mio marito …’
‘Vedrai che ‘sta volta riesci a farlo incazzare per bene.’
‘Guarda che mi metto a gridare …’
Le aveva infilato, da dietro, una mano in mezzo alle cosce ed aveva cominciato a massaggiarle la fica. Ora era sicuro che non avrebbe gridato.
Bastò soltanto qualche toccatina da fuori perché Loredana allargasse le gambe, manifestando tutta la sua disponibilità.
Tolse la mano completamente bagnata dagli umori di lei e probabilmente dallo sperma del marito.
Fece solo un sospiro profondo quando, dopo averle alzato il giaccone fin sopra le spalle, glie lo infilò dentro.
Era entrato con grande facilità, nel suo sesso aperto, zuppo ed eccitato.
Lei venne quasi subito e, a questo punto, lui lo tirò fuori.
‘No, fermo! Lì no! ‘ per favore.’
Brutta troia, adesso ti sfondo il culo, così ti ricorderai bene questa vacanza.
Loredana si stava agitando, cercando di rendergli la cosa più difficile.
Un paio di potenti sculacciate la fecero fermare e lui cominciò a spingerlo dentro.
Stava facendo resistenza, ma quando le afferrò le tette, iniziando a strizzarle i capezzoli, lei cedette di schianto.
La sua rabbia stava lentamente sfumando, mano mano che il suo cazzo forzava, sempre più profondamente, l’ano di Loredana.
La sua ira si placò del tutto solo quando le venne dentro.
Appena le ebbe liberato i polsi, Loredana gli si buttò addosso.
Si era inginocchiata davanti a lui e glie lo aveva preso in bocca.
Sentiva i suoi lunghi capelli biondi che gli facevano il solletico, mentre le sue labbra scorrevano lungo il suo cazzo, che cominciava a riprendere vita.
Si ritrasse solo all’ultimo e lui vide, al chiarore della luna, lo sperma che le colava giù dal collo e dai seni.
A quel punto la raddrizzò e le richiuse il giaccone, tirando su la lampo fino in cima.
‘Buonanotte.’
Mentre rientrava, scorse sul balcone, intento a fumare, il marito di Loredana.
La mattina dopo si accorse che sul loro tavolo non c’erano le tazze pulite, quindi dovevano aver fatto colazione molto presto.
Intravide solo per un attimo il marito che portava fuori le valige.
Non avrebbe potuto spiegare a suo figlio perché l’amichetta tanto carina, con cui aveva giocato quei giorni, era partita senza neanche salutarlo.

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