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Racconti Erotici Etero

Vacanze in 4

By 26 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ponte di Pasqua molti e molti anni fa

Ponte di Pasqua molti e molti anni fa .

Due coppie, quattro amici in vacanza. Spensierati e felici , giovani e belli: Paolo e Simona Alberto e Sara.

Di prenotare per la notte nei dintorni di Firenze non ci era neppure passato per la mente.

Ed ora alle otto di sera eravamo affamati e non avevamo trovato ne una locanda, ne un albergo, ne una pensione che potesse ospitarci per quella notte.

Io e Sara proponemmo , da brave ragazze ottimiste, di andare a cena, ubriacarci per bene di buon chianti e tentare di dormire in auto in quattro.

Alberto e Paolo non ascoltavano ragioni ed erano piuttosto preoccupati di passare la notte in bianco e al freddo.

Comunque qualcosa si doveva pur mettere sotto i denti.

Cosi’ scovammo una trattoria e ci accomodammo a tavola.

Il cameriere che ci serviva non pote’ fare a meno di ascoltare i nostri discorsi e indovinare le nostre preoccupazioni

Con educazione chiese scusa e si intromise nel discorso affermando che , se ci si accontentava , aveva una mansarda libera , solitamente affittata a turistidove pero’ c’era solo un grande letto matrimoniale.

Figuriamoci se non avremmo accettato!

Fra i sedili dell’auto e un morbido letto , se pur diviso in quattro , optammo per la mansarda.

Ora la cena era piu’ gustosa, il cibo era ottimo e il vino squisito e fin troppo abbondante.

Ma certo. Dovevamo bere per aiutare Morfeo a farci dormire in una situazione d’emergenza.

Salimmo in mansarda , proprio sopra la trattoria.

Con un po’ di imbarazzo ci mettemmo i nostri pigiamini da notte e le camiciole e poi , ridendo e scherzammo ci infilammo nel lettone.

Io mi ritrovai con Paolo, il mio uomo, da una parte e Alberto , il mio amico , dall’altra.

Sara e Paolo erano alle estremita’ del lettone.

Decidemmo di spegnere la luce e tentare di dormire.

Non fu affatto facile , infatti io , qualche ora dopo,ero ancora sveglia. Ero scomoda, non potevo muovermi per non disturbare nessuno ed ero incazzatissima.

Soprattutto mi annoiavo e mi domandavo come avrei fatto a tirare mattina in quelle condizioni.

Mi girai su un fianco rivolta verso il mio uomo e probabilmente sbuffai

Alberto , alle mie spalle bisbiglio’ qualcosa : -Non dormi ?-

– Non ce la faccio proprio beato Paolo che ronfa come un ghiro

– Anche Sara dorme sai.?

Lo disse in modo strano , invitante

Di colpo sentii le sue mani sui miei fianchi ed il suo fiato caldo sul collo

Un altro sussurro:

– Ora io ti scopo..

– Sei pazzo.? Ma tu non sei a posto

– Ho detto che ti scopo

La voce era bassissima ma determinata

Le mani mi accarezzavano dolcemente i fianchi e la schiena

Avevano gia’ sollevato la mia camicia leggera e ora stavano abbassando l’elastico degli slip.

Feci qualche movimento di finta ribellione, in verita’ non feci che agevolare i suoi movimenti.

Le sue mani ora erano sui miei seni e stuzzicavano i capezzoli fra pollice e indice.

Dovevo trattenermi per godermi in assoluto silenzio quella situazione cosi’ intrigante.

Intanto avevo sentito Alberto sempre piu’ addosso .e qualcosa di molto duro che spingeva dietro di me.

Le sue mani ora erano scese ad aprirmi le natiche e un dito sapiente stava carezzando la mia fica gia’ umida e il mio buchetto sensibilissimo

La situazione era pericolosissima ma , proprio per questo , eccitante e trasgressiva da morire.

Continuo’ a stimolarmi con tutta calma e senza nessuna frettatanto avevamo una notte intera da trascorrere senza poter dormire, tanto valeva passarla il meglio possibile.

Io trattenevo i gemiti, lasciavo sfuggire solo qualche sospiro molto esplicito, soprattutto sentendo la lingua di Alberto sul collo, sulla nuca, dentro le orecchie.

Non potevamo fare granche’ ne; era possibile muoversi ma forse proprio per questo eravamo eccitati in modo incredibile.

Il suo cazzo girovagava dietro di me, spingeva, si faceva sentire.

– Ti scopo .apriti adesso perche’ ti scopo

Poggiata sul fianco mi chinai il piu’ possibile in avanti , senza urtare o toccare il mio Paolo e con le mani scivolai sui glutei per aprirli il piu’ possibile.

Alberto senti’ che ero prontaaperta e bagnata in modo incredibile

Punto’ il suo cazzo sulla mia micetta, io lo guidai con la mano sinistra e me lo infilai dentro.

Alberto comincio’ a muoversi cosi’ piano che sarei impazzita.

Non poteva certo sbattermi come avrebbe voluto o potuto fare.

Era delicato e quasi impercettibile, ma spingeva e si ritraeva ritmicamente.

Era bravissimo ed aveva un cazzo notevolmente piu’ grosso di quello di Paolo.

Con le mani era libero di stringere fra le dita il mio clitoride e stuzzicarmi i capezzoli

Con la bocca leccava il mio collo , le spalle e la schiena

E inesorabilmente scopavascopava.scopava.dolcemente .ma senza smettere.

Speravo che quel gioco durasse per sempre.

Poi sentii che diventata meno prudente, il suo cazzo ora era piu’ gonfiostava per esplodere.

Mi bisbiglio’:

– Ora ti riempio di sborra, ti riempio tuttavero che posso? Dimmi che la vuoi tutta la mia sborra.Vengo.oh dio..ti chiavo e ti vengo tutto dentro.

Mi esplose dentro un fiotto di sperma bollente e lui si accascio’ dietro di me.

Col suo cazzone bagnato dentro di me non cambiai posizione, rimasi immobile a godermi le coccole e le sensazioni di appagamentoe finalmente mi addormentai.

La mattina dopo, ci alzammo tutti insieme e ripartimmo per una nuova tappa del nostro viaggio.

Di quella notte non rimasero tracce.a parte grossi aloni sulle lenzuola.

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