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Anna guardava fuori dalla finestra con uno sguardo perso, i capelli rosso tenue che le ricadevano dolcemente sui seni, la mano appoggiata sulle cosce, candide e toniche.
Aspettava il suo amante come ogni venerdì. La mattina andava a lavorare come ogni giorno, pranzava velocemente e si dirigeva verso un centro commerciale sulla sua strada. Si cambiava nei bagni per non essere riconoscibile, non voleva capitare sotto gli occhi di un qualche conoscente e quindi dover fornire spiegazioni sul suo comportamento sospetto.
Si toglieva i vestiti da lavoro, formali e poco sensuali, e si metteva ogni venerdì un vestitino estivo diverso.
Oggi aveva scelto un bel vestito verde acqua, che le cadeva morbido sul corpo e lasciava intravedere solo quel poco che serviva per eccitare un uomo.
Era bella e sensuale ed il suo sorriso rifiniva quel bel quadro con una dolcezza unica.
Era proprio quel sorriso che aveva attirato il suo attuale amante.
Ogni venerdì pomeriggio si trovava con Davide, nel suo piccolo appartamento dall’altra parte della città. Arrivava sempre prima di lui e lo aspettava con impazienza ed eccitazione alla finestra.
Sent’ la chiave girarsi nella serratura, era arrivato. In questi momenti Anna era sempre eccitata come una bambina che sta per ricevere il suo regalo di Natale, cercava di contenersi ma lui notava il luccichio nei suoi occhi quando, bellissima, si avvicinava verso di lui e stampava un bacio sulla bocca.
“Oggi hai fatto presto” gli disse facendogli l’occhiolino.
“Come ogni venerdì”
Davide era un uomo piacente, con fisico allenato e viso dai lineamenti morbidi.
Anna adorava vederlo nel suo completo da lavoro, impeccabile come sempre.
Si erano conosciuti al bar dove lavorava lei anni fa e da allora il venerdì era sempre stato il loro giorno di ritrovo.
“Su, vieni, sono troppo impaziente” disse lei prendendolo per mano
“Haha aspetta almeno che mi tolga le scarpe”
Anna prese l’uomo per la cravatta, lo fissava col suo sguardo a metà tra il birichino e l’eccitato. Lo avvicinò piano piano a sé e avvolse le sue labbra con bacio morbido e travolgente. La sua lingua si muoveva velocemente nella bocca di lui, disegnava cerchi sempre più grandi mentre la bocca si muoveva voracemente mordendogli il labbro.
Era una cosa che lo faceva impazzire e lei lo sapeva.
Davide adorava il corpo piccolo di Anna e con quel vestitino addosso gli sembrava ancora più sinuoso ed erotico.
Si avviarono verso il letto mentre le loro lingue stavano ancora danzando finché lui non la prese in braccio e la adagio sul letto in preda all’eccitazione.
“Mi hai sporcato i pantaloni, vedo che sei già bagnata”
“Non puoi nemmeno immaginare quanto”
Le infilo due dita nella sua intimità e guardandola fisso negli occhi le disse di rimando “non voglio immaginarlo, voglio assaggiarlo”.
Si tolse camicia e pantaloni e appoggio la testa fra le gambe di lei alzandole il vestito. Lei non portava l’intimo e questo lo eccito ancora di più.
“Facciamo un gioco, se riesci a resistere a lungo stasera ti porto fuori a cena” disse lui
“E nel caso perdessi invece?”
“Mi accompagni a Londra settimana prossima”
“Un altro viaggio di lavoro?” disse lei triste. Ogni volta che lui aveva un viaggio di lavoro il loro appuntamento saltava e sentiva che la settimana fosse incompleta.
“E va bene” disse alla fine “certo che vuoi proprio vincere facile” rise.
Davide inizio a leccare piano piano le labbra all’entrata. Anna era un lago, adorava come bastasse poco per eccitarla. Iniziò a muoversi sempre più velocemente e a penetrarla, sentiva la ragazza che iniziava ad ansimare e che spingeva il suo bacino verso la sua faccia. Non le dava tregua, leccava e penetrava, usando ora anche le dita. Voleva vincere a tutti i costi quella scommessa. D’altra parte Anna era molto competitiva e non avrebbe ceduto facilmente nonostante avesse voglia di venire fin dalla mattina.
“Ti voglio dentro” riuscì a dire in mezzo ai sussulti
“Eh no, non così in fretta cara! Voglio vincere la scommessa ma voglio anche goderti”
Si spostò e prese a baciarle i capezzoli, sapeva che lei impazziva quando lo faceva. Andò piano, disegno dei cerchi con le dita attorno al capezzolo, riusciva a vedere l’impazienza sul viso della donna. Si avvicinò piano piano e inizia a leccarli con la lingua, piccole leccate che però a lei non bastavano, lo stava spingendo con le mani, la sua richiesta era facile da capire, voleva essere presa con brutalità, voleva godere, voleva essere scopata fino allo sfinimento.
“Adoro questa donna” pensò Davide prima di cedere alle insistenze di lei ed iniziare ad essere più deciso con i suoi colpi. Iniziò a moderli, sentiva i suoi mugolii, vedeva il viso contorcersi in un’espressione di piacere. La voleva e la voleva adesso. Si alzò, il suo pene dritto e duro la attirò subito, vedeva la voglia nei suoi occhi..
Lei lo prese in bocca e inizia ad andare su e giù mentre leccava la cappella, guardando il suo uomo dritto negli occhi. Lo vedeva mentre godeva, era una delle cose che le piaceva fare di più. Lo sentiva sempre più duro, il respiro di lui era sempre più irregolare. guidava i movimenti tenendola per i capelli
“Adoro quest’uomo” penso Anna prima di staccarsi da lui e farlo sedere. Si posizionò sopra Davide e si impalò con un colpo secco.
Il mugolio che uscì dalla sua bocca fu così erotico che Davide si infiammò ancora di più e mentre lei guidava i movimenti, lui le torturava ancora i capezzoli sapendo che lei avrebbe ceduto di lì a poco.
Anna iniziò ad aumentare il ritmo, era sempre più veloce, ormai urlava dal piacere. Il suo seno si muoveva con lei e lei inarcava la schiena in modo da mostrare tutto il suo splendore al suo uomo.
“Dio mio, Davide, non ce la faccio più” disse mentre il suo piacere sfociava in un orgasmo che durò qualche secondo.
Ormai era al limite anche lui, aumentò sempre più il ritmo, uscì in tempo per venirle sui morbidi seni. Lei si spalmò lo sperma con devozione e poi lo guardò facendogli l’occhiolino. “Penso di avere perso, non é cosi?”
Lui la guardò con tenerezza “dai ti offro comunque una cena”
Scoppiarono a ridere entrambi e si stesero sul letto, stanchi e appagati. Il vento soffiava forte quel venerdì mattina mentre Anna aspettava il suo uomo vicino alla stazione dei treni.
I suoi capelli danzavano nell’aria, bloccati soltanto da un colbacco azzurro che Anna teneva fermo con una mano.
Era immersa nei suoi pensieri, li vicino c’era il bar dove aveva incontrato per la prima volta il suo amante e la mente si era riempita di ricordi dolci ed erotici.

Lavorava in quel bar da pochi mesi cercando di mantenersi da sola per non dover dipendere dai suoi genitori e riuscire a pagarsi gli studi all’università autonomamente e quel lavoro era stato la sua salvezza, il modo migliore per uscire dalla sua casa paterna e scoprire il mondo da sola.
Di solito aveva il turno la mattina, cosi da poter avere il resto della giornata libero, ma quel venerdì il capo l’aveva richiamata anche la sera in quanto la sua collega si era infortunata e non c’era nessun altro a poterla sostituire.
Anna odiava lavorare la sera, era pieno di uomini che la guardavano con occhi pieni di desiderio e che non avevano nessun ritegno nel fare commenti ad alta voce sulla sua bella figura. La sua espressione ingenua e fanciullesca poi, alimentava le loro fantasie e la rendevano irresistibile agli occhi di quelle menti perverse.
Andò quindi di malavoglia, vestendosi nel modo più sciatto possibile e sperò che quelle ore passassero presto.
Gran parte della serata filò in modo liscio, non c’era quasi nessuno quel giorno e Anna si sentiva a suo agio dal momento che tutti gli occhi erano puntati verso la seconda cameriera, vestita in modo succinto e con un fare provocante che le veniva naturale.
D’un tratto però entrò un gruppo di uomini nel bar, visibilmente già ubriachi, che rovinò l’atmosfera di calma che si era creata nel piccolo locale.
Furono catturati anche loro dalla sensualità della seconda cameriera ma uno di loro vide in Anna una preda più facile e così si avviò verso di lei pregustando già il corpo della ragazza.
Anna intuì il pericolo e fece per andarsene ma l’uomo fu più lesto e iniziò cosi ad importunare la povera ragazza.
“Ehy, quando stacchi bellezza?”
“Non sono affari suoi, mi dispiace”
“Ma come osi rivolgerti così a me, lo sai che sono un cliente?”
Così dicendo le prese la mano e cercò di avvicinare le sue labbra a quelle di lei che opponeva quanta più resistenza poteva ma poco prima di arrivarci qualcosa lo trascinò indietro e si ritrovò a terra in meno di qualche secondo.
Anna inquadrò l’uomo che l’aveva protetta: doveva avere solo qualche anno in più di lei, aveva degli occhi verdi che emanavano calma, un sorriso storto disegnato sulle labbra, i capelli pettinati perfettamente ed un portamento da uomo sicuro di sé.
“Scusalo, di solito non é così, ma sai, oggi ha ricevuto una promozione ed é completamente brillo” disse l’uomo guardando Anna con il suo sorriso particolare.
“No..si figuri..” balbettò lei ancora provata dalla situazione vissuta.
“Comunque piacere, Davide!”
“Piacere mio! Io mi chiamo Anna!” Disse lei senza riuscire a staccare gli occhi da quell’uomo.
Quella sera l’aveva accompagnata a casa, lei era troppo attratta da lui e così finirono a letto e fecero l’amore per tutta la notte.
“Quanti uomini hai avuto prima di me?”
“Mm tre al liceo e uno all’università”
Lui prese ad accarezzarla sulla pancia, la sua pelle era la più morbida che lui avesse mai toccato.. salì con un dito fino ai seni che poco prima aveva divorato passionalmente e la sentì sussultare quando sfiorò il capezzolo ancora eretto.
“Non ne hai ancora abbastanza?” Rise lui.
“No, penso proprio di no” disse lei guardandolo con la faccia più innocente che aveva.
“Allora penso proprio che venerdì prossimo avrò bisogno di un posto dove dormire e questo é abbastanza comodo” scherzò lui con fare complice.
“Perfetto, sono venti euro l’ora però” disse lei seriamente.
Si guardarono per qualche secondo e scoppiarono a ridere.

Era iniziata così la loro relazione e da allora erano passati circa sei anni.
Entrambi lavoravano, nessuno dei due si era sposato e mandavano avanti quella strana relazione dove erano ufficialmente solo amanti ma la loro complicità era invidiabile e il loro rapporto quasi perfetto.

Anna sussultò quando venne riportata alla realtà da un tenero abbraccio alle spalle.
Girò la testa per vedere chi fosse e trovò due familiari occhi verdi che la fissavano.
Davide rise di gusto vedendo la sua amica arrossire.
“Abbiano scopato in ogni luogo e in ogni maniera e ancora arrossisci, sei adorabile”
“E tu sei in ritardo di almeno 20 minuti!”
“Scusa, c’era traffico! é meglio se ci sbrighiamo, la strada per arrivare all’aeroporto é abbastanza lunga”

Davide aveva avuto ragione, tra strada e check-in furono fortunati a salire sull’aereo appena in tempo.
“Non sono mai stata in prima classe su un aereo!” Anna era entusiasta come una bambina, avevano un ampio spazio tutto per loro, gli altri passeggeri erano molto distanti e non c’erano le tipiche urla alle quali era abituata nella classe economica.
“Anche il cibo é buonissimo!” Continuò lei mettendosi in bocca un pezzo di carne pieno di sugo.
Davide la guardava con occhi ardenti, quando lei si comportava in modo fanciullesco era ancora più sensuale, non si era accorta della goccia di sugo che le era caduta tra i seni e del fatto che la gonna del suo vestito si fosse alzata facendo intravedere tutta la coscia.
Voleva poterla possedere in quel momento ma l’hostess avrebbe potuto vederli e quello era un viaggio di lavoro, per cui non poteva permettersi errori.
Eppure quell’idea di pericolo lo eccitava ancora di più e il bozzo sui suoi pantaloni era ormai difficile da non vedere.
Notando il silenzio del suo amante Anna si girò per controllare cosa avesse e i suoi occhi caddero subito in quel punto.
In un attimo il suo sguardo di sorpresa si trasformò in un sorriso beffardo, i suoi occhi avevano assunto quell’espressione perversa e birichina che lo faceva impazzire ancora di più.
Io sguardo di lui si infilò tra i seni di lei e poi tornò ai suoi occhi e la ragazza notando la goccia di sugo, la pulì col dito per poi metterlo in bocca e leccarlo in modo sensuale sempre senza staccare gli occhi dal suo uomo che sembrava quasi ipnotizzato dal movimento della sua lingua.
Anna smise con quel gioco di colpo riportandolo alla realtà.
“Siamo in un aereo caro, non dovresti pensare a certe cose” lo prese in giro facendogli l’occhiolino.
“Sei proprio stronza, me la pagherai” ribatté lui.
Poco dopo lei si addormentò appoggiando la testa alla spalla di lui.
Da quella prospettiva poteva vedere tutto ciò che il vestito celava e l’erezione tornò prepotentemente.
“Pensa al lavoro, pensa al lavoro” continuava a ripetersi ma era ormai al limite e la sua mano scivolò lentamente nella scollatura di lei.
In un momento di lucidità prese la coperta datagli precedentemente dalla hostess e copr’ Anna in modo che potesse toccarla senza essere visto.
La sua mano intanto aveva preso i capezzoli tra le dita e questi si fecero sempre più eretti e duri.
Scivolò ancora più giù e arrivò vicino alle cosce, la sua eccitazione saliva sempre di più e la sua mano era sempre più veloce e decisa quando violò gli slip della ragazza e iniziò a disegnare cerchi sul clitoride.
Davide non aveva ancora capito se Anna dormisse ancora o facesse solo finta ma talvolta la sentiva sussultare e piano piano sentì il respirò accelerare sempre di più.
Aumentò il ritmo e infilò in lei due dita, facendo un dentro e fuori frenetico.
Ormai era sveglia, non c’era alcun dubbio, una mano gli stringeva la camicia e l’altra si tappava la bocca per non farsi sentire dalla hostess.
Questa però si alzò poco dopo e si avvicinò ai due amanti per chiedere se volessero qualcosa da bere.
Anna fece finta di essere ancora addormentata e Davide diminuì il ritmo, continuando però a masturbarla.
“Due caff&egrave, grazie” esord’ lui.
Quando l’hostess appoggiò le due tazze e andò a servire gli altri passeggeri, Anna guardò Davide con uno sguardo supplichevole sperando che riprendesse con il suo giocò
ma lui le rispose con uno sguardo beffardo e staccandosi disse “siamo su un aereo cara, non si fanno certe cose”.
Rise di gusto e avvicinandosi alla sua fronte le stampò un tenero bacio.
“E con questo siamo pari!” Disse tutto contento.
“Sappi che appena arriveremo in hotel non avrai scampo, subirai la mia di vendetta”
“Non vedo l’ora” disse lui fissandola a lungo.
Presero le tazze e iniziarono a bere il caff&egrave, come se non fosse successo nulla, aspettando impazientemente l’ora dell’arrivo.

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