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Viaggio all’inferno – 03

By 4 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mark Ward stava ascoltando un brano dei Led Zeppeling, ammirava quanto fosse bello quel solo di chitarra. Aveva caldo, nonostante stesse indossando soltanto i boxer e una maglietta senza maniche. Era sdraiato sul letto in quella piccola camera dell’appartamento che aveva affittato in Messico insieme ai suoi compagni d’avventure Jesse Daniels, Alex Jin e Chris Donovan. Al liceo loro quattro l’avevano fatta da padroni, erano sempre stati ‘i più’: i più belli, i più fichi, i più ammirati, i più imitati. Ma la pacchia ora era finita, tra un paio di mesi si sarebbero separati, sarebbero andati in due College diversi anche se entrambi a Los Angeles. Lui ed Alex avevano dovuto ripiegare sul Community College, non erano esattamente dei geni nello studio, mentre Chris e Jesse erano stati accettati alla University of California. Li avevano sempre chiamati ‘bullies’, dei bulli, e in fondo avevano ragione. Che c’era di male a fare il bullo? La legge del più forte è quella che conta, nient’altro. Chissà come sarebbe andata al College? Era un po’ preoccupato. Avrebbero dovuto ricominciare da capo a farsi rispettare… temere persino e man mano avrebbero potuto tornare a mettere i piedi in testa agli altri, come amavano fare.
‘Beh, se sono tutti come questo!’ pensò divertito guardando un ragazzo di vent’anni che gli stava infilando la lingua tra le dita dei piedi per ingoiarsi lo sporco annidato. Erano quasi due ore che questo frocetto leccava i piedi a lui e ai suoi amici, ormai non c’era rimasto molto da fargli ingoiare. Le loro piante, annerite dallo sporco e umidicce di sudore fino a poco prima, adesso erano pulite, belle rosa come dopo una doccia. Certo, erano ancora umide, ma della sua saliva. Gli avevano promesso che sarebbe uscito con loro se avesse fatto il bravo e quello si sarebbe venduto l’anima purché accadesse. Non si era fermato un attimo, aveva continuato a passare la lingua dappertutto: sulla pianta, sul dorso, sul tallone, gli aveva succhiato ogni dito almeno dieci volte. Gli faceva schifo, gli si leggeva negli occhi e nelle espressioni di disgusto che aveva sulla faccia. Ma di farlo smettere non se ne parlava, era troppo fico. Eh, già: non c’era rimasto molto da fargli ingoiare… c’era solo il divertimento di continuare a vederlo soffrire.

Chris si voltò verso il comodino, sentiva il suo telefono vibrare. Lo prese e guardò chi era. Julie. Sorrise:
‘Pronto amore!’
‘Chris! Cavolo se non chiamo io non c’è verso di sentirti!!’ gli disse risentita la sua ragazza. Era una voce che conosceva bene. Sapeva perfettamente come gestirla, bastavano poche moine e avrebbe fatto le fusa come una gattina.
‘Amore scusa ma ieri è stata una giornata troppo stancante! Abbiamo dovuto accamparci, eravamo stanchi morti quando abbiamo finito. Montare le tende poi, è stato un’inferno! Abbiamo passato la serata a spingere pali dentro a dei buchi!’ Tante risate intorno a lui anche se volutamente attutite perché Julie, con buona probabilità, non poteva aver colto l’allusione sessuale. Francis lo guardava con la lingua mezza fuori dalla bocca proprio come una cagna. Aveva interrotto per un attimo la sua opera di pulizia. Chris gli sorrise e gli fece l’occhiolino, come a dire: ‘è il nostro piccolo segreto, ricordi?’ La checca gli fece un sorriso da un orecchio all’altro, annuì entusiasta e tornò a leccare contento i piedi di Mark. Che idiota!
‘Davvero amore, perdonami ma ero completamente sfatto…’ concluse con voce contrita il ragazzo.
‘Beh, ma almeno una telefonata alla tua ragazza che ti ama più di ogni cosa al mondo, potevi farla no?’ gli disse lei tutta dolce. Chris sorrise. Era così facile controllarla, in questo era identica al fratello. Ecco perché se la teneva come ragazza ufficiale: era carina, apriva le gambe a comando, si faceva spanare la gola a volontà e in qualunque momento lui volesse, ingoiava sempre e in cambio bastava solo qualche parolina dolce ogni tanto. Era come avere uno svuotapalle a disposizione 24 ore su 24.
‘Hai ragione, scusami… lo sai che ti amo, no?’ questa era la frase che apriva ogni porta, non c’era niente che non gli permettesse o che non gli perdonasse quando sentiva quelle due parole: ‘ti amo’. Era così che era riuscito a farla diventare la più lurida delle puttane quando erano a letto. Era bastato sussurrargliela all’orecchio e l’aveva sverginata, gli aveva preso il culo e poi quanti pompini! All’inizio se li segnava, anche per potersi vantare con gli amici, ma dopo qualche centinaio aveva smesso di contarli. Certo, aveva perso un po’ di tempo per insegnarle come fare, ma era diventata bravissima. Gli altri ragazzi continuavano a ridacchiare.
‘Ooooh amore, anch’io ti amo tanto!!’ si sciolse la ragazza. Era stata ammessa a Yale, da grande cervellona quale era e tra un mesetto o poco più sarebbe andata dall’altra parte del paese. Mentre ascoltava la sua voce al telefono Chris pensò che non sarebbe stato facile privarsi di uno sborratoio così efficiente sempre a portata di mano. Ma fu solo un attimo. Si rasserenò subito pensando: ‘beh, ne addestrerò qualche altra!’
Chiacchierarono per alcuni minuti poi la ragazza chiese di suo fratello.
‘E Francis? Si sta divertendo?’ Chris non poté fare a meno di sorridere di nuovo. Guardò la cagna devotamente incollata ai piedi del suo amico.
‘Secondo me è quello che si sta divertendo più di tutti!’ Schioccò le dita in direzione del fratello della sua ragazza. Questi girò la testa, era sempre più simile a una cagna vera, ogni minuto che passava! Con la stessa mano non fece altro che indicargli i suoi piedi e nel giro di 3 secondi avvertì la piacevole sensazione della sua lingua sulle piante. Era impossibile non ridacchiare, tanto che Julie se ne accorse e divertita disse:
‘Che hai da ridere Chris?’
‘Niente, amore, niente! Jesse ha fatto una battuta e ci ha fatto ridere!’ si riprese il ragazzo.
‘Capito. Senti me lo fai salutare? Non voglio farvi perdere troppo tempo, avete le vostre cose da uomini da fare!’ Chris abbassò lo sguardo e fissò il giovane negli occhi. Si alzò a sedere sul letto mentre diceva a Julie:
‘Si, te lo passo subito’ staccò il ricevitore dall’orecchio e mise una mano sullo speaker. Francis aveva smesso per un attimo e lo guardava con aria interrogativa.
‘Mi raccomando, non deve sapere niente, ricorda!’ la checca si sbrigò a rispondergli ‘tranquillo, non ti preoccupare, è il nostro segreto, giusto?’ Aveva recitato quella risposta come uno scolaretto alla prima interrogazione che vuole farsi dire quanto è stato bravo.
‘Esatto!’ gli rispose Chris sorridente. Stava per passargli il telefono, poi aggiunse perfido:
‘Non smettere MAI di leccare mentre parli!’ Francis ricominciò tra le loro risate mentre prendeva l’apparecchio dalle sue mani.
‘…pronto… lick… Julie… lick… ciao… lick…’ Chris buttò indietro la testa e rise mentre si godeva quello spettacolo. ‘…si, si… lick… mi diverto… lick… tanto… lick… lick… tantissimo… lick…. lick… loro sono… lick… i migliori… lick…’ al ragazzo venne in mente il padre di Julie e Francis, un borioso rompipalle che non faceva altro che parlare di quanto entrambi fossero esempi da seguire, virtuosi, intelligenti, autorevoli, di sani principi, incorruttibili. Poveretto, se solo avesse saputo che una gli succhiava l’uccello e l’altro gli leccava i piedi! Il frocetto annuiva e rispondeva alla sorella ma non usava mai più di due parole alla volta pur di obbedire al suo ordine. Era incredibile quanto fosse stupido e ingenuo! La ragazza doveva avergli chiesto che stesse facendo perché lo sentì rispondere:
‘…sto leccando… lick… un gelato… lick… lick…’ era troppo divertente ‘…no… lick… non posso… lick… smettere… lick… è… lick… buonissimo… lick… lick…’ Chris vide Jesse tenersi la pancia da quanto rideva.
‘…devo… lick… andare ora… lick… Julie… lick… lick… saluta… lick… mamma… lick… e papà… lick… lick… ciao… lick… lick…’ Chris allungò la mano e riprese il telefono.
‘Allora hai sentito come si diverte?’ riprese.
‘Si, grazie mille Chris! Davvero! Per averlo portato con voi e per farlo divertire così tanto!’ il ragazzo sorrise di nuovo.
‘Figurati amore, è un piacere!’
‘No, dico sul serio, mi farò perdonare, giuro! Faro tutto quello che vorrai, te lo prometto!!’ Veramente già lo fai troietta, pensò con piacere Chris, ma le disse:
‘Ok, me le ricorderò queste parole!’ poi la ragazza aggiunse:
‘Senti ma che razza di gelato sta mangiando Francis che non può smettere neanche per parlare con me? E’ davvero così buono?’
‘Hahahahaha!!!’ il ragazzo scoppiò in una risata ‘beh, a lui piace da impazzire, se l’è mangiato tutto, non ce ne ha lasciato neanche un po’!! E’ diventata quasi una droga! Hahaha!!’ Risate. Jesse e gli altri avevano capito di cosa parlasse e così Francis che comunque non staccava la bocca dal suo posto.
‘Beh, se è così fenomenale voglio mangiarlo anch’io, pensi di potermene portare un po’ amore?’ Chris credeva di morire, tra una risata e l’altra riuscì a dirle:
‘Hahaha!! Se proprio lo vuoi appena torno te lo faccio assaggiare!’
‘Ma non si scioglierà con questo caldo?’ continuò l’ingenua ragazzina.
‘No, tranquilla! Questo è un gelato speciale! Più fa caldo e più diventa saporito! Vedrai! Hahahaha!!!’ Ormai il coro di risate era incontrollabile.
‘Senti devo andare ora, ci sentiamo, ok?’ tagliò corto il ragazzo prima che lei si accorgesse della presa in giro.
‘Ok amore, ti amo tanto….’ gli disse lei con voce sognante.
‘si, si, anch’io, CIAO!’ e riattaccò scoppiando di nuovo a ridere.

Francis era soddisfatto del lavoro che aveva fatto. In due ore aveva lavato i loro piedi così bene che anche il puzzo era quasi scomparso. Gli aveva impregnato la lingua e tutto il resto della bocca fino all’imboccatura della gola e il sapore che sentiva era indescrivibile. Ma ne valeva totalmente la pena. Sarebbe uscito con loro, l’avrebbero portato con loro, fuori, magari in un locale! Non stava quasi più nella pelle. Aveva appena dovuto mentire a Julie ma Chris gli aveva detto che era a fin di bene e quello che diceva Chris… Aveva un sacco di esperienza, quel ragazzo, sapeva come girava il mondo molto meglio di lui che non aveva fatto altro che studiare in tutti quegli anni! Quanto lo ammirava!
‘Se stasera mi porta con sé’ si ritrovò a pensare ‘glieli lecco anche tutti i giorni!’ poi aggiunse con un riso amaro ‘…ma chi prendo in giro? Come se avessi scelta! Glieli leccherò comunque se mi dirà di farlo…’. Aveva la lingua stanca e indolenzita ma non si fermava. Chris aveva appena riattaccato dalla telefonata con sua sorella e se la stava ridendo di gusto insieme agli altri. L’aveva un po’ presa in giro. Era un po’ diverso da come lui l’aveva idealizzato, ma con sorpresa si accorse che non gli dispiaceva affatto. Più stava con lui e più si accorgeva che lo amava in tutti i suoi aspetti, anche quando lo umiliava, con i suoi amici, anzi… forse anche di più in quei momenti.
‘Hey!!’ gli arrivò una pedata in testa e lui si voltò verso Jesse ‘vieni un po’ da me che i miei cominciano a sentirsi soli! Hahaha’ Obbedì, come al solito. I piedi di Jesse erano forse quelli che gli piacevano di meno. Aveva un sudore più acido degli altri e, per quanto li leccasse, faticava a portare via l’odore. Francis si rese conto di quanto tutto questo fosse assurdo. Dopo l’odore, aveva catalogato anche il sapore dei loro piedi. Avrebbe probabilmente potuto riconoscerli bendato e, visti i precedenti, non era escluso che glielo facessero fare. Rise tra sé e sé. Era abituato ad andare bene a scuola, era abituato a riuscire in esercizi difficili, non era una novità.
‘Sono proprio un secchione, non mi smentisco mai!’ pensò. Jesse continuava a fissarlo con quel ghigno malefico che era quasi spaventoso sulla faccetta da ragazzino che si ritrovava.
‘Sai una cosa? Mi hai fatto venire un’idea Chris!’ Lo vide girarsi verso il comodino e prendere il telefono, proprio come aveva fatto il suo amore poco fa, solo che glielo stava puntando sulla faccia:
‘Facciamo una bella video intervista, che ne dite ragazzi?’ Il boato di ‘SIII!!!’ fu quasi assordante. Francis non voleva:
‘No… il filmato non… …non voglio…’ si voltò verso Chris disperato ma ottenne solo un’occhiataccia dall’alto in basso. Abbassò lo sguardo. Perché era stato così stupido da ribattere? Ora ce l’aveva con lui.
‘Perché no?’ gli disse il ragazzo di Julie con voce di ghiaccio tra i fischi e i ‘boooooh’ degli altri ‘Che problema c’è adesso?’ continuò esasperato, come non facesse altro che fare difficoltà ‘è solo per farsi due risate Francis, ci stiamo divertendo mi sembra no?’ Francis ingoiò.
‘Certo che si sta divertendo, l’ha detto anche sua sorella!’ aggiunse Jesse tra le risate degli altri. Alex commentò: ‘hahahaha!! Già tra una leccata e l’altra!!’ Francis crollò.
‘Si, certo… mi sto divertendo… molto…’ altre risate.
‘Bene! Allora lo farai, giusto?’ proseguì Chris sempre freddo.
‘Si, certo… certo che lo farò… scusa…. scusate….’ gli rispose Francis cercando di recuperare ‘… scusate ragazzi…. mi dispiace… sono molto felice di farlo…’ gli altri ragazzi risero sguaiatamente, Chris inarco leggermente le labbra e gli disse:
‘…per stavolta passi’ gli teneva il dito davanti alla faccia ‘però non puoi rovinarci il divertimento ogni volta! Adattati cazzo!’ Francis si sentì morire dentro. L’aveva fatto arrabbiare. Mosse il viso e cominciò a baciargli i piedi supplicandolo ‘mi dispiace, perdonami… non succederà MAI più, te lo prometto!’ Dopo qualche secondo di silenzio Chris scoppiò a ridere:
‘Hahahahaha!!!!!! E va bene sei perdonato leccapiedi!’ che gioia provava dentro ‘ora torna a lavoro!!’ gli dette l’ennesima pedata in faccia e lo mando a sbattere con violenza contro i piedi di Jesse. Tutti ridevano. Quant’era felice! Gli sembrava fosse il momento più bello della sua vita: Chris l’aveva perdonato.
‘Grazie! Grazie ragazzi! Grazie mille!!’ rideva euforico anche lui adesso mentre tornava a leccare.
Jesse gli rivolse lo smart phone sulla faccia:
‘Ok! Cominciamo! Dunque, per questa intervista ti facciamo l’enorme concessione di parlare… proprio come una persona, ok?’ il ragazzo annuì contento:
‘Grazie, grazie’ tutti quanti continuavano a ridere di gusto. Continuava a ringraziarli.
‘Hahahaha!!! Prego, figurati! Però conosci le regole, non devi smettere di leccare. MAI, per nessuna ragione, ok?’ annuì di nuovo mentre lavava con quanta più saliva quelle piante dall’odore ancora forte.
‘E mi raccomando devi farci divertire, è quello lo scopo!’ continuò ad annuire.
‘Bene! Come ti chiami?’
‘Francis… lick…. Connor… lick…’ rispose subito.
‘Professione?’ esitò un paio di secondi, doveva pensare a cosa rispondere. Doveva farli divertire, giusto?
‘…lick… cesso… lick… lick…’ fu la risposta. Scroscio di risate.

Per le 9 erano pronti per uscire di casa. Quando Francis salì in macchina con loro non gli sembrava neanche vero. Si era lavato e improfumato tutto. Si era lavato i denti due volte e aveva provato a spazzolarsi la lingua per qualche minuto, nel tentativo di mandar via quel sapore che non aveva neanche parole per definire. Però era stato bravo! Li aveva fatti ridere di gusto, con l’intervista, soprattutto quando Jesse gli aveva chiesto cosa gli piacesse del suo lavoro o che cosa si aspettasse dal futuro. E poi, in veste di padroni, gli avevano fatto giurare fedeltà eterna come cesso e leccapiedi. Certo, non era stato un pomeriggio propriamente piacevole, ma per questa ricompensa sarebbe stato pronto a fare ben di peggio. Guidarono verso la cittadina e dovettero parcheggiare abbastanza lontano dal centro per via della grande quantità di macchine.
Mangiarono in un locale abbastanza affollato. Era incredibile, erano tutti ragazzi e ragazze adolescenti o poco più che ventenni. Francis si guardava intorno cercando di assimilare il più possibile. Aveva un sorriso sul viso che non riusciva a cancellare. Gli altri quattro commentavano la marea di ragazze che avevano intorno e non gli badavano più di tanto, a parte qualche umiliazione gratuita giusto per ricordargli il suo posto. Ordinarono cinque pinte di birra, ma lui non ebbe modo di assaggiare la sua. Alex gliela tolse di mano non appena gli fu servita tra le risate degli altri.
‘Conosci le regole no?’ gli dissero mentre lo vide assaggiare il suo drink.
‘Aaaahhh, questa birra è una bomba!’ proseguì passando il boccale a Mark ‘Peccato che tu non la possa bere! Hahahahaha!! Non sai che ti perdi cesso!!’ risero.
‘Beh, ma se la birra è così buona lo sarà anche il piscio, non ti preoccupare!!’ aggiunse Mark prima di dissetarsi. Altre risate. Poi, come previsto, dopo la solita mezz’ora fisiologica si dettero il cambio in bagno. Di questo divertimento non potevano più privarsi. Il primo ad alzarsi fu proprio Alex. Gli fece l’occhiolino e gli disse: ‘vado a farti il pieno!!’ e si avviò verso la toilette portandosi dentro il boccale. L’ultimo fu Chris, che glielo riportò indietro pieno, come fosse andato in cucina a farselo riempire. Rideva mentre tornava:
‘Hey ragazzi! In bagno ho incontrato quel grassone laggiù…’ poggiò il bicchiere davanti a lui e tutti si voltarono a fissare un enorme messicano di una quarantina d’anni disgustosamente sudato che li guardava divertito con un sigaro in bocca ‘… e visto che c’era ancora posto, gli ho chiesto di dare il suo contributo, hahahahaha!!!!!!!’ risero i ragazzi ‘…non mi sembrava giusto non riempirtelo fino all’orlo, hai ordinato una pinta e una pinta DEVI bere!! Hahahaha!!!’ A Francis venne su un conato di vomito, ma non fece in tempo a farselo passare:
‘Dai! Lo sai che devi fare no?’ Jesse lo incitò guardando il boccale. Francis, ormai completamente succube, lo prese in mano e dette un ultima occhiata al messicano che rideva e che alzò il suo bicchiere come a dire ‘alla salute!’. Il ragazzo prese coraggio, rispose al saluto dell’uomo e, tra le risate di Chris e compagni, cominciò a bere. Stava succedendo di nuovo. Per l’ennesima volta dall’inizio della vacanza stava bevendo il loro piscio, solo che stavolta lo stava facendo davanti a mille altre persone. Nessuno si accorgeva di niente, naturalmente, ad un occhio esterno il loro tavolo poteva sembrare popolato da un gruppo di amici un po’ su di giri, quattro dei quali incitavano molto rumorosamente il quinto a trangugiare in un sorso un boccale intero di birra. Il colore, la schiuma, tutto portava a pensare quello. Già, come no… magari fosse stato vero. Eppure… come mai dentro di se quella situazione non gli dispiaceva? Era da pazzi! Questi ragazzi lo stavano umiliando senza il minimo ritegno! Certo era solo un gioco per farli divertire, Chris era stato chiaro in proposito. Ma Francis si rese conto, mentre continuava a buttare giù, che comunque stessero le cose per lui andava bene. Era lo scotto da pagare per avere quello che voleva. Era pazzo? Forse. Ma non gli importava più un granché, dopotutto qui non lo conosceva nessuno e lui poteva godere dei vantaggi della loro compagnia. Anche se in un modo estremamente perverso, si sentiva uno di loro. Parte del gruppo.
‘Bravo!’ gli disse Mark dandogli una pacca sulla spalla quando ebbe finito ‘…ormai sei un cesso professionista, amico! Hahahahaha!!!!’ riuscì a sorridergli mentre metteva giù il bicchiere.
‘Già! Solo che ti è rimasta un po’ di schiuma qua!’ gli disse Chris divertito toccandosi il labbro superiore. Francis agì senza nemmeno pensare. Tirò fuori la sua ormai ben allenata lingua e si ripulì, come un bambino farebbe con la bocca sporca di gelato. Inutile dire che le risate arrivarono a scroscio come sempre. Come poteva non essere così, in fondo anche lui veniva quasi da ridere. Quella situazione era davvero ridicola.
Dopo un po’ una cameriera corpulenta sulla cinquantina portò il conto. Chris doveva averglielo chiesto quando era andato in bagno. Evidentemente avevano fretta di andare altrove.
‘Senti amico!’ gli disse Jesse tenendo il biglietto tra due dita ‘direi che noi oggi con te siamo stati MOLTO generosi, non trovi?’ risatine tutto intorno ‘hai odorato, hai leccato, hai bevuto, tutto grazie a noi, giusto?’ non si curava neanche di tenere la voce bassa c’era talmente tanto casino intorno che non importava. Francis annuì.
‘Ti abbiamo anche fatto uscire con noi!’ aggiunse Alex.
‘E’ vero… grazie…’ disse sommessamente il ragazzo.
‘Bene! Allora direi che a questo ci pensa lui, che ne dite?’ Jesse gli porse il biglietto mentre gli altri ne convenivano entusiasti.
‘Beh, mi pare il minimo’ Chris gli stava rivolgendo una delle sue occhiate come a dire ‘sai attento a come ti comporti’ e lui prese il conto dalle dita di Jesse. Mentre metteva mano al portafogli disse loro:
‘Certo, ci mancherebbe… siete stati così buoni’ era come se la bocca parlasse da sola, sapeva cosa dire al momento giusto, molto meglio del suo cervello. Era meglio così, anche perché l’unica volta che aveva provato a dissentire aveva fatto arrabbiare Chris. Non doveva ripetersi. Mai più!

Jesse Daniels pensò che non aveva mai conosciuto un idiota simile in tutta la sua vita. Eppure di troiette senza cervello se n’era fatte a decine. L’intera squadra delle cheerleader per esempio. Ma persino loro sembravano avere più attività cerebrale di questo genio della fisica! Meglio per noi! Commentò tra se il ragazzo. Usciti dal ristorante girarono un po’ per il centro e lui gli veniva dietro come una cagnetta fedele, poi si infilarono in un locale affollatissimo con la musica alta e un odore di alcol che arrivava alla gola. Perfetto, proprio quello che cercavano! Si fecero strada tra tutti quei corpi ammassati guardandosi in giro per trovare qualche ‘buco dove piantare il palo’ rise il ragazzo ripensando alla battuta del suo amico Chris. Era la cosa più facile del mondo in quel posto, tutto quello che dovevano fare era scegliere. Ad un tratto si sentì tirare per una manica e si voltò alla sua destra.
‘Jesse sei tu!’ una biondina molto carina con l’accento newyorchese lo guardava sorridente. Lui se la ricordava vagamente dalla sera prima. Non era facile, dopotutto il viso gliel’aveva guardato solo mentre, muovendo il bacino come un forsennato con le mani saldamente ancorate ai lati della sua testa, le aveva forzato l’uccello giù per la gola tra i suoi conati e lamenti del cazzo. Sorrise:
‘Ciao…’ vuoto totale ‘…com’è che ti chiami?’ la ragazza sembrò leggermente contrariata ma gli rispose sempre sorridente.
‘Janis! Ti ricordi?’
‘Si, certo!’ mentì il ragazzo ‘Sei qui con le tue amiche?’
‘Si, sono là’ rispose lei indicando dietro la sua schiena ‘senti, non è che vi andrebbe di bissare stasera?’ gli disse mettendogli le braccia attorno al collo e cominciando a baciargli il collo.
‘Hehehehe!! Vi è piaciuto ieri sera, huh?!’ si voltò indietro per vedere dov’erano i suoi amici. Li vide al bar. La ragazza gli stava leccando il collo adesso e gli rispose:
‘Da morire!’ sorrise mentre gli stava palpeggiando le tette.
‘Brava! Sei senza reggiseno…’ i capezzoli, già induriti, volevano bucare il top rosso attillatissimo. Jesse ne strinse uno. Forte. La ragazza gemette di piacere. Intorno a loro c’era un caos tale che avrebbe potuto mettersi a gridare e la gente non ci avrebbe fatto caso. Fece scendere le mani lentamente su quel corpo che era già stato suo in ogni modo. Sulla pancia piatta, poi sulla schiena, sul sedere e sotto la minigonna.
‘Hahahah!! Bene, bene! Non hai neanche le mutande….’ di colpo le ficcò tre dita nella figa. Non aveva bisogno di chiederle il permesso. La ragazza emise un gridolino strozzato e si aggrappò a lui per non cadere. ‘…hahahahah!!!! Brava, così risparmiamo tempo!’ Come se niente fosse Jesse cominciò a muovere la mano destra dentro e fuori sempre più velocemente, sempre più velocemente mentre con l’altra le afferrò il culo. Era come se maneggiasse roba di sua proprietà. In meno di venti secondi aveva la mano fradicia.
‘Hahahaha!!!! Sei proprio in calore cazzo!! Ti piacerebbe che io e miei amici ti scopassimo di nuovo, vero?’
Janis intanto aveva la bocca aperta e gli occhi rivoltati all’indietro mentre faceva di tutto per rimanere in piedi. Stava godendo come una porca ma riuscì a dirgli:
‘Oh siiiii’
‘Certo, perché sei una puttana, vero?’ continuò lui a stantuffarla, giocando col suo corpo.
‘Siiii, è verooooo’ cercava di non essere troppo ovvia, si conteneva, anche se le restava difficile.
‘Vorresti che al posto delle dita ora ci ficcassi il cazzo?’
‘Siii, ti prego, fallo, fallo!!’ ora si mordeva il labbro inferiore. Lui le sfilò le dita dalle figa e gliele mise sulla faccia.
‘Guarda qui! Sei tutta bagnata, cazzo! Puliscimi!’ la ragazza in preda al piacere fece come le era stato ordinato, apri la bocca e gli succhiò le dita. Non aspettava altro che lui la portasse in un separé e se la sbattesse. Jesse sorrise:
‘Hehehe!! Eh, no cara la mia puttanella, stasera ho voglia di una fighetta nuova, bella stretta, la tua ormai è slabbrata…’ la ragazza sembrava fosse stata colpita da un fulmine ‘…magari vengo a cercarti più tardi per farmelo succhiare, se ho ancora voglia, tu fatti trovare disponibile, ok?’ le sfilò le dita di bocca, le fece l’occhiolino e si voltò per avviarsi al bar. Lei lo trattenne:
‘Ma Jesse…’ povera piccola l’aveva ferita.
‘E dai non rompermi le palle Jenna!’ sbagliò il nome apposta ‘T’ho già usata ieri sera, no? Accontentati, cazzo! Hahahaha!!!’. La lasciò lì e raggiunse i suoi amici senza mai voltarsi indietro.

Non avevano perso tempo. Avevano ordinato della tequila e la stavano facendo bere a tre ragazze che avevano abbordato.
‘Oy! Dove sei stato?’ gli chiese Chris staccandosi leggermente dal gruppo quando lo vide arrivare.
‘Una delle troiette di ieri sera mi ha visto e si è bagnata tutta! Voleva scopare a tutti i costi’ rispose al suo amico di sempre.
‘Certo, come no! Due sere di fila la stessa figa? Non ce le siamo mica sposate!!’ si capivano al volo, che bello.
‘E’ quello che ho detto anch’io!! Però per non farla stare troppo male le ho detto di farsi trovare a bocca aperta, casomai ci venisse voglia dopo che ci siamo ripassati queste.’ Erano proprio carine, tutte e tre biondissime.
‘Sono solo in tre e sono russe, hanno un accento del cazzo!’ lo informò Chris.
‘E qual’è il problema? Le facciamo lavorare un po’ di più, hanno tre buchi ciascuna, giusto? E poi la bocca vediamo di riempirgliela, non DEVONO parlare!!! Hahaha!!’ si dettero il cinque, poi Chris gli disse:
‘Senti, che ne facciamo di quello?’ indicò il cesso alle sue spalle. Jesse lo guardò. Era dietro a Mark, che nel frattempo aveva già cominciato a limonare con una delle tre. Aveva lo sguardo confuso, come se non capisse bene cosa stava succedendo.
‘Secondo me è il momento di fargli un bel discorsetto’ i due amici si guardarono con intensità, poi sorrisero entrambi.

Francis era in imbarazzo. Mark e Alex stavano palpando tre ragazze appena conosciute, proprio davanti ai suoi occhi. Jesse e Chris parlarono per qualche minuto da una parte, non poteva sentire cosa si dicessero, la musica era talmente alta che faticava anche a sentire i propri pensieri. Però ogni tanto si voltavano a guardarlo e sorridevano. Poi si avvicinarono al gruppo e Chris presentò le ragazze a Jesse.
‘Signore! E’ un piacere fare la vostra conoscenza!’ sfoderò un sorriso che avrebbe sciolto un iceberg e le ragazze sembrarono apprezzare moltissimo. Una di loro disse:
‘Noi abbiamo appartamento dietro locale’ commetteva gli errori tipici che gli slavi fanno quando parlano inglese. Sorrideva e sembrava in preda ad un’eccitazione che lui capiva bene. Benissimo!
‘Bene! Mark, Alex, perché non ci aspettate fuori dal locale con le signore, noi arriviamo tra un attimo!’ disse Chris indicandolo a loro con un cenno della testa. I due ragazzi, sorrisero, annuirono e le portarono fuori.
‘Loro no vengono?’ chiese una di loro mentre si allontanavano.
‘Vengono, vengono, tranquilla devono solo sbrigare una seccatura’ risero. Chris e Jesse gli si avvicinarono e gli misero una mano su ciascuna spalla.
‘Ascolta cesso, dobbiamo parlare.’ avevano un’aria piuttosto seria.
‘Ok.’ mormorò lui troppo piano perché loro lo sentissero, ma continuarono.
‘E’ arrivato il momento di spiegarti come funzionano i rapporti tra uomini e donne.’ continuò Jesse.
‘Già, tutta quella roba sul fatto che uomini e donne sono uguali sono delle cazzate! Gli uomini non solo uguali alle donne, sono più grandi e più forti, giusto?’ Francis annuì.
‘E quindi sono superiori alle donne, questo è un fatto!’
‘Già, ma il fatto è che non lo sono solo fisicamente, anche qua dentro…’ Jesse gli toccò la fronte con la punta dell’indice ‘…sono fatte per essere dominate dentro e fuori!’
‘Stanno male se non le domini, vogliono essere punite e sottomesse da questo! Vero?’ Chris si toccò il pacco, e Francis venne percorso da un brivido lungo la schiena. Aveva rivolto la domanda alla sua fedele spalla.
‘…verissimo! E’ il loro unico momento di gioia, sono contente solo quando soddisfano i nostri desideri, sentono che la loro vita prende significato. Per il resto devono solo obbedire.’ era la teoria più assurda che avesse mai sentito ma se era Chris ad esporla non faceva una piega.
‘Vedi quelle tre?’ un altro cenno della testa per indicare le russe ‘In questo momento soffrono da matte perché hanno bisogno di essere scopate. LORO vogliono essere dominate a NOI piace essere serviti. Credimi, anche con tua sorella funziona così.’ continuò il ragazzo ‘Lei è li per soddisfarmi e questo la fa stare bene.’ Francis lo guardava cercando di non perdersi una sillaba di quella lezione così importante. E poi quelle labbra divine. ‘Ma tu lo sai bene di che parlo, vero?’ continuò. Gli occhi marrone chiaro di cui era innamorato lo fissavano, era come se gli rovistassero nell’anima, nei suoi pensieri. Aveva capito tutto. Il giovane universitario deglutì, non sapeva cosa dire.
‘Senti, diciamo le cose come stanno! Tu sei frocio, giusto?’ gli disse Jesse. Lui non poté far altro che annuire distogliendo lo sguardo da quello di Chris.
‘Hai il corpo di un uomo ma non puoi usarlo, perché hai il cervello di una donna, dovresti sottomettere e invece vuoi essere sottomesso…’ glielo stavano spiegando per gradi, come si fa con qualcuno non proprio brillante ‘…in tutta la tua vita non avrai mai neanche la gioia di soddisfarci sessualmente, quindi l’unico motivo per cui esisti a questo punto è obbedire, è nella tua natura, non è vero?’ di nuovo annuì. Quello che dicevano, per quanto assurdamente ridicolo, aveva senso per lui. Possibile? Si distrasse guardando i loro sorrisi ora quasi crudeli.
‘Ora, se vuoi restare a far parte del gruppo è questo che devi continuare a fare: obbedire e basta, solo quello ti è concesso, capito?’ Chris gli era così vicino che il ragazzo sentiva il profumo della sua pelle e le ginocchia cominciarono a tremargli.
‘Si… si, ho capito…’ gli rispose.
‘Sarai il nostro…. schiavo, ti chiameremo così da adesso’ quanto si divertiva Jesse.
‘Ok’ annuì di nuovo con lo sguardo basso mentre il respiro si faceva affannoso.
‘E se tu sei lo schiavo noi siamo?’ continuò pressante Chris. Francis deglutì di nuovo, era giunto il momento di scoprire le carte, di essere sinceri fino in fondo.
‘…i miei padroni…’ i due risero.
‘Hahahaha! Bravo, sei più intelligente di quanto sembri, lo sai?’ Francis era tutto sudato e gli girava la testa, non si rendeva bene conto di cosa fosse appena successo.
‘Bene schiavo!’ continuò Jesse prendendo qualcosa dalla tasca ‘tornatene in macchina e aspetta che ti chiamiamo per venirci a prendere.’ Gli mise le chiavi della macchina in mano e gli dette due schiaffetti di scherno sul viso un po’ troppo forti per essere amichevoli. Ridacchiarono e si allontanarono, poi Chris si girò per dirgli ad alta voce:
‘Ah! Paga il conto del bar!’ gli diedero le spalle e se ne andarono a godersi la bellezza di essere giovani ed attraenti padroni.

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