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Racconti Erotici Etero

Week-End a Londra

By 30 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

‘ Questa è l’ultima volta, in questo posto di merda non ci torno più”. Eh si questa volta la mia dolce mogliettina era veramente incazzata nera. Finalmente dopo mesi di duro lavoro ci eravamo concessi una vacanza ed eravamo volati a Londra. Una sola nota dolente ‘ questa vacanza era proprio partita male. Appena arrivati ci hanno comunicato di aver perso la valigia contenente tutto quello che ci eravamo portati per questi 5 giorni di riposo ed al parcheggio abbiamo saputo che per un qualche incomprensibile errore la macchina che avevamo prenotato non era disponibile, uniche disponibilità, manco a dirlo, in classe superiore a costi stratosferici. Infine nel trasferimento dall’Aereoporto di Gatwick e poi in metropolitana le avevano per due volte toccato il sedere. Niente da dire salvo che, dal mio punto di vista, trovavo nella situazione un qualcosa di intrigante.
‘Calmati dai cara, vediamo di sfruttare la situazione per divertirci, in fondo è la nostra vacanza ‘ti fidi di me?’ Eh no che non si fidava di me ..in fondo quella situazione era colpa mia, lei avrebbe preferito 7 giorni in Egitto al sole ma d’altronde che altro le restava da fare, ‘ che hai in mente?’ mi chiese con tono falsamente preoccupato. ‘Fatti una doccia, rilassati che torno tra 5 minuti”.
Non mi sono ancora presentato, io sono Ernst libero professionista 45 enne molto più amante dei giorni di ferie che di quelli trascorsi al lavoro, statura media, corporatura media ma attributi degni di nota. Mia moglie Elisabetta che da anni condivide la mia vita è un’attraente morettina con un bel seno ed un bellissimo culo, una di quelle che quando vogliono te lo fanno diventar dritto con uno sguardo. Nella norma anche la nostra vita sessuale entrambi soddisfatti del proprio compagno ma con tante di quelle fantasie che si confidano solo in intimità e che poi, per un motivo o per l’altro non si mettono mai in pratica. Ma torniamo ad adesso, adesso è uno di quei momenti che a volte devi prendere al volo, in cui baratti la tua futura vita normale con un bel punto interrogativo.. ed io avevo abbastanza chiaro cosa si nascondeva dietro quel punto interrogativo’. O almeno lo pensavo.
‘ Ma sei impazzitoooo? Te lo puoi scordare brutto stronzo che non sei altro.. ma per chi mi hai preso per una puttana? ‘ Beh diciamo che la reazione che mi aspettavo non era proprio questa ma il tono non era quello giusto, il desiderio di fare doveva avere la benedizione di una qualche scusante. In effetti con la scusa di comprarle qualcosa per cambiarsi avevo approfittato ed avevo integrato il suo stile austero con un tocco di vedo ‘ non vedo che eccita sempre, le avevo preso una magliettina con abbondante scollo sia davanti che dietro, reggiseno push-up, minigonna abbastanza larga a metà strada tra inguine e ginocchia e scarpe con tacco alto ma comode per affrontare lunghe passeggiate, niente di realmente sconvolgente ma per lei una rivoluzione.
‘ Immagina quanti ne farai girare amore e quanti si prodigheranno per vedere qualcosa .. e poi non dirmi che se in metro a toccarti fosse stato un bel ragazzo ben messo la cosa non ti avrebbe eccitato..’ dicendo questo l’avevo raggiunta in bagno dove protesa verso lo specchio si stava truccando e da dietro le stavo facendo sentire che la cosa non mi lasciava del tutto indifferente. ‘mmmhh amore ma che bel gonfiore ‘ ma davvero vorresti che andassi in giro vestita così? ‘ ..era fatta pensai, il tono di voce diceva che si aspettava che la convincessi così da poter dire che è stata idea mia ed il rigo agli occhi più accentuato di sempre come per sottolineare che non desiderava altro. ‘ Mi piacerebbe vederti godere in metro, così in piedi nella ressa, guardarti negli occhi e sapere che da dietro qualcuno ti sta toccando ” da quel attimo al trovarsi fuori a passeggio sembrò non passare che un momento anche perché se fossimo finiti a letto forse non avrei più avuto il coraggio di farlo.
Avevamo posto comunque delle condizioni, io le chiesi di stare leggermente separata da me di modo da non far pensare di essere insieme, lei pretese che in caso non avesse voluto io non avrei dovuto far lo stronzo ma sarei intervenuto subito, cosa che potendo sciupare il ‘gioco’ le è costata il divieto di indossare le mutandine sotto la gonna.
Girammo a lungo a piedi per musei e monumenti tenendo d’occhio le reazioni di chi incontravamo per capire se effettivamente avevo esagerato, ma alla lunga notammo moltissime occhiate ammirate e qualche fischio audace ma nessun atteggiamento molesto e questo fino a quando, con occhio lucido si girò e mi disse ‘ Sono pronta, andiamo?’ Il mio cazzo ebbe subito un sussulto e ci avviammo verso la prima entrata della metro. Prendemmo la Circle-line intenzionati a non uscire troppo dal centro ma senza una destinazione precisa. La prima metro che arrivò era abbastanza vuota per cui la lasciammo passare, la seconda invece era gremita da una scolaresca per cui risultava abbastanza piena, Elisabetta salì un paio di persone avanti a me ed io riuscii a posizionarmi a sedere di tre quarti dietro a lei. Con un paio di aggiustamenti ebbi una posizione buona, potevo vederla in volto ed, essendo seduto, vedere anche parte della mini. Avevo il cuore in gola ed il cazzo già in tiro, non credevo lo stessimo facendo veramente ed ero talmente eccitato da aver paura di venirmene nei pantaloni come un ragazzetto. Dopo 10 minuti il vagone era ancora più stipato ma nessun messaggio ne segnale da elisa. Ad una fermata tre ragazze che erano in piedi dietro Elisabetta scesero costringendola a farsi da parte, il loro posto fu preso da 2 anziane signore con borsa e spesa. Elisa rimase di lato mentre continuavo a controllare in giro, poi quasi per chiederle di rimettersi come prima la osservo ed il cuore mi balza in gola. Ha il volto rosso e gli occhi sgranati che mi cercano, sperando di non farmi notare mi sporgo per osservare e vedo che dietro a lei in piedi ci sono un tipo strano che sembra un prete, un altro signore distinto in doppio petto ed un anziano con giornale. Non riesco a capire chi è che ha allungato la mano ma poi il prete si volta e l’anziano controlla qualcosa nel suo portafoglio ‘è il cinquantenne in doppio petto, alto e ben piazzato apparentemente intento a guardare fuori del finestrino. Approfitto che è di spalle e faccio segno ad Elisa la quale impercettibilmente mi fa segno di avere una mano sul culo. Ancora una fermata, intravedo che il tipo si è girato ma tra me ed Elisabetta c’è un ragazzo con una borsa sulla spalla che mi impedisce di vederle il volto. Mi abbasso leggermente facendo finta di studiare una guida e controllo la situazione. Vedo Elisa che ha le gambe serrate e la gonnellina leggermente rialzata da una parte’passa una signora con un bimbo, vedo le gambe ancora serrate ma la gonnellina adesso è in altra posizione , il tipo deve essersi fatto coraggio ed averle messo la mano sotto..ancora due studenti ‘. Cazzo! Adesso ha le gambe leggermente aperte e visto che non ha intimo probabilmente la starà masturbando. Nel momento in cui decido che è abbastanza il ragazzo con la borsa si sposta e la vedo in volto, rossa, con gli occhi velati dal piacere, la testa leggermente reclinata per non far vedere a nessuno le proprie sensazioni’il tipo dietro ostenta un indifferenza abbastanza fasulla ..ma forse solo ai miei occhi perché so cosa sta succedendo, in quanto nessuno si dimostra incuriosito. Ad un tratto Elisabetta alza lo sguardo e sgrana gli occhi come per chiamarmi, poi come cerco di alzarmi mi fa cenno di no. Adesso che ho maggior visuale controllo attentamente’. Elisabetta guarda in basso, ha gli occhi semi chiusi e si morde un labbro ma qualcosa non và ..ci metto un poco per capire ‘ ma poi noto che il suo movimento è strano non segue la vettura ed in quel momento realizzo .. il tizio ha finito di armeggiare ed adesso se la sta scopando lì davanti a me ..tra la gente e lei sta godendo ‘ non capisco il sentimento che mi assale , un calore immenso mi prende alla testa, mi accorgo di star venendo nel momento in cui Elisa si irrigidisce. Poi si volta verso di me e senza parlare mi sillaba ‘ Ti Amo. ‘ in quel momento vedo che un filo di sborra le cola lungo la gamba da sotto la gonnellina spostata.
I giorni trascorrevano stanchi, che qualcosa nel rapporto si fosse incrinato o anche solamente cambiato era evidente. Il week-end a Londra aveva iniziato una veloce ed irreversibile trasformazione in noi. Il gioco che gioco poi non è stato, il sentirsi in fondo tradito dal suo concedersi così mi aveva portato ad alzare un muro ed Elisabetta questo lo avvertiva e ne era allo stesso tempo dispiaciuta e terrorizzata. Sentiva che sarebbe stato difficile rimediare e cercava in tutti i modi di compiacermi ed accontentarmi ma niente produceva in me effetto positivo. Ciò che ci separava era la diversa interpretazione dell’accaduto. Lei credeva che ciò che mi faceva star male fosse il tradimento, il sentirmi e sapermi cornuto. Tutt’altro, ciò che realmente mi aveva ferito era il tradimento morale, il non aver mai condiviso con me i suoi reali desideri, l’avermi tenuto nascosto quello che voleva ed avermi ingannato con falsi moralismi creando un’immagine diversa dei suoi pensieri, da quello che in fondo realmente erano. Circa dieci giorni dopo Elisabetta mi disse di aver prenotato un bel ristorantino fuori porta dove poter fare una cenetta romantica e recuperare un poco dell’intimità perduta ma il mio umore era tutt’altro che adatto e le chiesi di rimandare. La cosa la ferì ulteriormente anche perché aveva invitato anche Sonia, la sua migliore amica e suo marito Fabio. Pentito accettai comunque di vedersi tutti assieme a casa nostra in settimana. Tutto venne fissato per il mercoledì successivo, l’idea era una semplice spaghettata per parlare del nostro fine settimana a Londra e vedere le foto ‘ e personalmente quello era un argomento che avrei decisamente voluto evitare. Purtroppo un imprevisto il pomeriggio di mercoledì bloccò Fabio a Milano dove un suo cliente aveva avuto problemi con un macchinario fornito e necessitava di un intervento urgente, Elisabetta insisteva comunque nel vedersi con Sonia visto che ormai aveva preparato tutto e le dispiaceva non vedere almeno l’amica. Tornai a casa verso le 20.00 e trovai le due intente a cucinare. Elisabetta si era messa comoda, tuta, ciabattine e capelli raccolti a coda, Sonia invece sfoggiava un Tajeur che metteva in risalto le sue lunghe gambe inguainate in calze semicoprenti ed il suo seno prominente sempre sull’orlo di sfuggire da camicette sbottonate al limite del possibile. Delle sue amiche Sonia era forse quella con cui legavo di più nonostante suo marito fosse un perfetto imbecille che riusciva a rendere le uscite in coppia una vera e propria tortura. Sonia non è una bellissima ragazza ma dimostrava una cura ed un comportamento che la rendevano estremamente attraente, maliziosa e simpatica al punto giusto. Mentre mi facevo una doccia veloce mi chiedevo se Elisabetta avesse o no raccontato qualcosa all’amica e se questo durante la cena sarebbe stata un ombra portatrice di imbarazzi e false verità. La cordialità che trovai a tavola invece mi fugò ogni dubbio, si rideva e scherzava come se nessun problema esistesse e solo a tarda ora finimmo sul divano a guardare le foto del viaggio. Di altri discorsi nessuna parola o accenno od occhiatine di complicità tra le due. A fine serata Elisabetta mi porge una scatolina con una lettera dentro ‘.. Sorpresa per il mio tesoruccio triste sussurra mia moglie ‘leggo il biglietto e vi trovo confermate tutte le mie teorie sui suoi sensi di colpa ‘ ‘ bla..bla..bla., spero con questo regalo di riuscire a pareggiare il torto che ti ho fatto. Auguri. P.S. :Voltati’ ..ingenuamente giro la lettera alla ricerca di qualcosa poi alzo la testa e la guardo negli occhi con fare interrogativo. Lei mi sorride e accenna alle mie spalle ‘. Mi volto e rimango senza parole. Dietro a me Sonia aveva fatto scivolare a terra giacca e gonna del tajeur ed era rimasta in camicetta ed autoreggenti. Guardo mia moglie . ‘ Stasera io mi siederò sul divano e guarderò soltanto ‘ voglio che il gioco continui’ Sonia mi si avvicina si siede sulle mie ginocchia guardandomi in un modo che non può lasciare indifferenti. Difatti un mmmmh di approvazione accompagna la sua prima carezza sul mio uccello già dritto e duro. ‘ Complimenti Elisabetta. Avesse questo biglietto da visita anche Fabio forse mi dispiacerebbe anche il suo continuo cornificarmi.’ Intanto la mia e la sua camicia sono cadute un seno sodo e prominente a malapena trattenuto da un ridotto e sexy reggiseno mi appare agli occhi un attimo prima di sentire il suo calore su di me e la sua lingua che inizia a percorrermi tutto il collo mentre a cavalcioni muove il suo caldo monte sul mio uccello duro. Mi appoggio allo schienale del divano chiudo gli occhi e la lascio fare ‘ lentamente mi sfila pantaloni e boxer, poi toglie il reggiseno e slip. Apro gli occhi quando sento che in ginocchio tra le mie gambe inizia a succhiarmi il cazzo. La trovo occhi negli occhi con Elisabetta che dall’altra parte del divano ha una mano sprofondata nei pantaloni intenta in un lento ditalino. Poi Sonia si alza e mi torna sopra, si indirizza il cazzo sulla sua fica già umida e si impala con un lungo e piacevole ‘ siiiiiiii ‘ . La cavalcata è costante e decisa Sonia gode ed urla, mi bacia e strilla ‘ Dai Si dai. Ce lo avesse un cazzo così mio marito. Quel cornuto. Lo sento che mi arriva fino in fondo. Come è duro,come è, bello, come è ” ‘ Cosa altro fosse non penso lo saprò mai, con un grido Sonia ebbe un violento orgasmo e con colpi violenti presto mi portò al massimo piacere. ‘ Ahhh siiiii. Lo sento che mi schizza dentro, ahhh siiii mi riempie, ‘ ‘ Per tutto il tempo i miei occhi e quelli di Elisabetta non si sono mai persi. Io l’ho vista godere e lei ha visto godere me. Alla fine si è alzata, si è avvicinata e mi ha baciato. Con le lacrime agli occhi mi ha sussurrato.. ‘Io non voglio giocare più’.

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