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Racconti Erotici Etero

Weeny

By 22 Luglio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Anche al College era Weeny.
Va bene che era attentissimo alle lezioni e studiava intensamente, ma poi, chiamarlo ‘secchione’! Tra l’altro, seguiva attivamente la cura del proprio corpo. Palestra, corsa, tennis, scherma, equitazione’.
Non si era lasciato attrarre dal Baseball, dove c’erano ragazzoni che divenivano veri idoli per le scalmanate e vocianti ragazze, né dal Football, l’American Football, perché quella strana bardatura gli sembrava proprio ridicola.
Comunque, Willy, pardon Weeny, aveva un personale armonico, ben disegnato. Non tra i più alti, perché era 172 centimetri, quasi 5 piedi e 8 pollici, ma lo sviluppo muscolare era ammirevolmente distribuito. Quindi ‘weeny’ non poteva essere inteso come ‘piccoletto’, e tanto meno sciocco, perché non lo era affatto, anzi.
Qualche ragazza, sogghignando, aveva malignato che quel nomignolo si potesse far dipendere scherzosamente al ‘pisellino’, ma nessuna poteva vantarne testimonianza diretta, né negativa né positiva.
Del resto, rifletterono, non c’era bisogno di cambiargli il nome, anche Willy, in fondo, aveva lo stesso significato di Weeny se lo si riferiva al suo organo riproduttivo.
Fu lui, William Barletta, di Hibbing, Minnesota, figlio di Italiani (il padre aveva una grande avviata Bakery in città), a svelare il mistero. Fin da ragazzo andava matto per i wurstel, che in lingua colloquiale si chiamano, appunto, weenies!
Rose Mitchell, quando lo seppe, concluse che, in ogni caso, o wurstel o altro, sempre a una ‘forma’ del genere si riferiva.
Ognuno, logicamente, aveva un suo soprannome, il suo nickname, di Rose, era ‘searchy’, sia perché tutti sapevano che voleva fare la ‘ricercatrice’ universitaria, sia perché era quasi sempre a caccia e ‘search’ vale sia ‘ricerca’ che ‘caccia’!
Caccia di uomini, logicamente, in un’area abbastanza vasta, dal ‘maturo’ all’imberbe, con preferenza, però, per gli ‘esperti’.
Quella volta il suo interesse era per Weeny. Interesse e curiosità.
Lei era una prospera e florida ragazzona, red-haired, una ‘rossa’, e ci teneva a dire ‘haired’, di ‘pelo’ rosso, per specificare che quel color fiamma non si limitava ai capelli, anche se assumeva toni ancora più accessi laddove il sole quotidiano non li attenuava!
C’era, poi, il suo spiccato senso di competizione, di gara, anche se, nel caso specifico, non riteneva possibile che la corpulenta Miss Daisy, detta Dairy (latteria) per l’imponente impianto mammario che la distingueva, potesse confrontarsi con lei.
Daisy, intorno ai trentacinque, era la tutoress di chimica organica e curava molto la spiccata predisposizione di Weeny per quella materia. Stavano spesso insieme nel R.L. (research lab.), il laboratorio ricerche, anche nelle ore più impensate, e a volte a porta chiusa. Certamente per non essere disturbati durante qualche esperimento, ma Rose aveva orecchiato e quello che aveva soprattutto sentito erano le esclamazioni di Daisy, i suoi gemiti inequivoci, che testimoniavano un godimento eccezionale: passionalità della tettona o maestria del wurstel?
Aveva perfino spiato, da un angolo della porta a vetri smerigliati dove c’era un punto trasparente.
Weeny era disteso sul pavimento, e lei, sopra, lo cavalcava impetuosamente, nuda, con un turbinoso movimento’.tettonico! Poi, soffocando il grido orgasmico, si riversava su di lui, quasi lo faceva sparire, ma si agitava ancora, col grosso ma piacevolissimo sederone, tondo e tosto, che sussultava di quando in quando.
Rose decise.
Glielo porto via.
Ma non &egrave che sarebbe stata delusa da William Barletta?
Lei pretendeva, nel campo del sesso, in tutti i sensi.
^^^
Secondo lei, Rose, il piano era perfetto.
All’uscita dalla lezioni gli si avvicinò, con fare subdolo, ancheggiando felinamente, con un gradevole e allettante movimento di chiappe e un altrettanto provocante ondeggiamento di tette.
‘Weeny, non ho capito nulla’ con tutte quelle formule’ quei passaggi. E tu?’
Lui era ancora seduto e le tette gli erano proprio sotto gli occhi.
La guardò incuriosito e sorpreso. Era la prima volta che Rose si mostrava così confidenziale.
‘Per me &egrave tutto abbastanza chiaro’ sai, in questa materia bisogna avere delle basi solide, altrimenti non riesci più a seguirla.’
‘Mi aiuteresti, Weeny?’
‘Se posso.’
‘Certo che puoi aiutarmi, si tratterebbe di una ‘ripassatina’.’
A Weeny venne spontaneamente un sorrisetto sulle labbra. Certo che quel tocco di pussy lui se la sarebbe ripassata volentieri.
‘Hai pensato come e quando?’
‘Se non hai impegni, sabato Maureen aspetta i suoi e andrà con loro per tutto il week end, potremmo vederci da me..’
‘OK’
‘Diciamo alle dieci?’
‘OK’
‘Porta il necessario.’
‘Non ti preoccupare, non lo lascio mai!’
Rosy lo salutò con la mano e si allontanò offrendogli la visione del suo incantevole fondo schiena che sculettava maledettamente.

Alle dieci meno cinque, Weeny bussò alla porta di Rose. Aveva persino il libro e il blocco degli appunti.
Rosy socchiuse appena la porta; era avvolta in un asciugamano troppo piccolo, dal quale sfuggivano le belle poppe, e lasciava gran parte della tonda coscia in piena libertà. Weeny credette di vedere anche qualcosa che rosseggiava, dentro l’asciugamano. Cocky, ‘lui’, gli disse che aveva visto giusto.
‘Oh’ Weeny’ sei già qui’ ma che ore sono?’
Il ragazzo guardò l’orologio.
‘Ore nove e cinquantasette, anticipo di tre minuti”
‘Scusa’ ho fatto tardi’ ma entra’ entra’ faccio subito.’
Entrò, andò a sedere sul piccolo divano. Di fronte al tavolino ingombro di libri ed altro.
Dalla porta aperta si vedevano due lettini, erano in perfetto ordine. Ed anche Rosy era in ordine, salvo ad indossare ‘si fa per dire- il solo asciugamano. I capelli erano accuratamente pettinati, e si notava la cura di farli apparire del tutto naturali, quasi ‘naif’, dando la sensazione che lei amasse mostrarli senza particolare aggiustamento.
‘Se vuoi bere qualcosa guarda nel frigo. Infilo qualcosa e sono da te.’
Weeny rimase al suo posto. Chissà se Rose avrebbe chiuso la porta. Non la chiuse.
Il suo letto era quello vicino all’uscio.
La ragazza lasciò cadere l’asciugamano: uno schianto.
Vestita perdeva il cinquanta percento, almeno, della sua splendida attrattiva. Gli occhi di Weeny non finivano di guardarla in ogni particolare, anche perché lei era rimasta così, nuda, indugiando certamente nell’indecisione di scegliere cosa indossare. Lunga perplessità, per fortuna. Poi guardò sotto il letto: spettacolo conturbante, sconvolgente. Ancor più quando si voltò: colline rosa con scuri capezzoli, ventre piatto, triangolo di fuoco’ Cocky stava impazzendo, rischiava di far saltare la zip’
Rose sparì per un momento, quando riapparve aveva un paio di shorts, very short, ed una leggera blusa annodata in vita.
‘Eccomi’ scusami’ ma non hai preso nulla”
Intanto gli scrutava la patta ed era orgogliosa dell’evidente effetto che la sua ‘ indecisione’aveva provocato il lui.
Andò a sedersi accanto a lui.
‘Allora, Rosy, cosa non ti &egrave chiaro?’
‘Intanto non comprendo perché ci dobbiamo interessare degli odori in generale e dei’ come si chiamano? ‘ferormoni’? in particolare. A cosa ci serve?’
‘A parte che gli odori hanno un ruolo importante in merceologia, credo che la prof insista sui ferormoni, oltre che per una interessante informazione scientifica, per sottolineare, appunto, il rilievo dell’odore.’
‘OK, ma cosa sono ‘sti ferormoni?’
‘Prendiamo la definizione che fornisce Jhon B. Free: Un ferormone &egrave una sostanza chimica emessa da una ghiandola esocrina di un animale che provoca una risposta comportamentale (ferormone ‘release’) o fisiologica (ferormone “primer”) verso un altro animale della stessa specie. Agisce dunque come un messaggio chimico. E’ una secrezione liquida che &egrave trasmessa allo stato liquido o gassoso”.
‘Fammi capire, Weeny, tu dal mio odore capisci se sei attratto da me o no? E se adopero il deodorante?’
‘Vedi, Rose, l’odore dell’altro ci dice se siamo non solo attratti, ma’disposti’ pronti’ Il deodorante altera, svia, inganna’ Tu ne adoperi molto?’
‘Niente, ma spiegati meglio, cosa sono, chimicamente, visto che la prof e di questo che parla.’
Weeny aprì il blocco degli appunti.
‘Vedi, Rose, il feromone reale &egrave una miscela composta da acido 9-ossi-decenoico’, isomeri ottici’, composti aromatici come il p-idrobenzoato di metile e”
Lei chiuse il blocco, di colpo, e rimase con la sua mano su quella di lui.
‘Basta, per favore’ non ci capisco niente’ vuoi dire che il mio smelling contiene tutte queste cose?’
‘Fammi sentire.’
Si abbassò ponendo il naso sul petto di lei, tra le mammelle e aspirando.
‘Questo non &egrave odore, smell, ma profumo, scent. Delizioso.’
‘Ti dice qualcosa?’
‘Si.’
‘Cosa?’
‘Dovrei procedere ad ulteriori’ accertamenti”
‘Sempre olfattivi?’
‘Per il momento”
‘Go on! Continua!’
‘Ti ho detto che contiene messaggi sessuali, quindi”
‘OK, sniff!’
Weeny abbassò la zip che le chiudeva il fianco dei pantaloncini, abbassò il lembo.
Rose indossava solo quello.
Si chinò fino a mettere il suo naso in quel folto e fiammeggiante cespuglio’ le dischiuse delicatamente le gambe, aspirò, lentamente, a lungo’
‘Good, sa di buono!’
‘E che ti dice?’
Si alzò, la strinse a sé, la baciò delicatamente ma decisamente, mentre la mano, infilata nei pantaloncini, la frugava deliziosamente.
Dopo qualche secondo allontanò le sue labbra da quelle della ragazza.
‘Mi dice OK Wee; now is up to her’ora tocca a lei”
Non appena le dita affusolate di Rosy abbassarono la zip e scostarono un po’ I boxer, balzò fuori, in tutta la sua evidenza quanto era rimasto mortificato nella patta.
Lo guardò e non riuscì a reprimere un’espressione di compiacimento. Pensò che era ‘elegante’. Non tozzo e grosso, ma aggraziato, ben proporzionato. Insomma poteva essere preso a modello per uno studio di disegno avente per tema qual ‘coso’. Lo carezzò, senza distogliere lo sguardo da quell’arnese, abbassò lentamente la pelle del glande, si chinò ad annusare. L’esame dovette risultare di suo gradimento, perché oltre l’odore volle anche accertarsi del gusto. Lo lambì con la lingua, senza fretta, esplorò il solco balanico. Volle far condividere anche al resto della bocca quell’assaporamento. Alzò la testa annuendo.
‘Ho capito i messaggi dei feromoni. Altro che lezioni di chimica.’
Erano rimasti così, lei con la mano stringeva il fallo di Weeny e lui che aveva ripreso a carezzarla tra le gambe. Ora sentiva chiaramente una palpitante wet pussy, una gnocca bagnata.
Rosy si alzò, senza affrettarsi, si inginocchiò, fece alzare Weeny e gli tirò giù pantaloni e boxer, poi lo spinse gentilmente, per farlo risedere. Il fallo era fieramente ma non presuntuosamente eretto. Lei si rialzò, in un attimo si liberò della blusa e degli hot pants, sedette a cavalcioni di lui, non troppo vicina. Lo guardò negli occhi, con lampi di voluttà.
Weeny le carezzò il seno, le spalle, scese lungo il corpo, la schiena, le natiche. Si accostò con le labbra ai piccoli capezzoli turgidi e ciucciò lentamente, ora l’uno, ora l’altro. Intanto, le mani carezzavano il fondo schiena, le dita s’intrufolavano nel solco, incontrarono il buchetto che si contrasse appena, proseguì verso le grandi labbra, le palpeggiò, avvolse i riccioli umidi intorno a un dito, prima di fargli iniziare una lenta esplorazione dell’orificio che si schiudeva tra le vibranti piccole labbra. Prese Rosy per i fianchi, la fece alzare e nel contempo nascose il suo volto nel grembo di lei. Ora era la lingua che aveva preso il posto delle dita. Il ventre della ragazza sussultava, lei gli afferrò la testa tra le mani, lo strinse a se. L’allontanò, torno a sedersi, come prima, a cavallo, ma più vicina a lui. Afferrò il fallo e lo condusse alla vagina, si spinse in avanti, si fece penetrare con voluttuosa lentezza, e cominciò una meravigliosa cavalcata.
Pronunciava frasi sconnesse, intervallate da mugolii rochi, gemiti, sussurri..
Weeny era tutto intento a darle il massimo del piacere per sentirsene reso altrettanto.
‘Questo &egrave il più bel hot dog che possa realizzarsi al modo, Weeny, the right wurstel in te right sandwich, il giusto salsicciotto nella pagnottella giusta! Go on’ dai’ manca solo la mostarda’ eccola’. Eccola’ eeeeccoooolaaaaa!’
E si avvinghiò a lui, travolta da un irrefrenabile orgasmo, assaporando, golosa, la calda senape che l’invadeva.
Restò così per qualche minuto.
Si allontanò un po’ lo bacio sulle labbra. Si alzò, lo prese per mano.
‘Come on, sweetie, si ti chiamerò sweetie, dolcezza, let’s go, andiamo..’
Si avviò verso la sua camera, verso il letto sul quale volle sentire sempre più chiaramente l’argomento di lui, fin quando umori, sapori, odori, furono confusi inseparabilmente, e la loro sia pure esuberante natura non chiese un ‘break’.
Incredibile. Fu lei a chiamare il time-out!
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