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Zio Antonio

By 21 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Zio Antonio

Mi chiamo Clara, ho 30 anni, sposata ma senza figli. Abito con mio marito in una grande città, dove lavoriamo entrambi. Sono abbastanza alta, due seni della terza misura che stanno su anche senza l’aiuto del reggiseno ed un culo bello pieno e sodo, che tengo in forma andando spesso in palestra.

La scorsa primavera fummo invitati da mio zio Antonio a passare alcuni giorni nella fattoria che era stata dei miei nonni. Ora la gestisce lo zio, da quando &egrave andato in pensione. Erano molti anni che non ci andavo ed ero curiosa di vedere com’era.

La ricordavo da quando c’erano i nonni come una grande casa con un mucchio di stanze, stalle, ed un fienile. Ma siccome i nonni erano vecchi, era alquanto malandata.

Il ponte del 25 aprile andammo io e mio marito, mia madre, sorella di zio Antonio e mio padre. Quando arrivammo grande fu la mia sorpresa nel vederla. Lo zio l’aveva ristrutturata per bene, la casa era grandissima come la ricordavo, ma stalle e fienile sembravano nuovi, l’aia era pulita, nei recinti si vedevano alcuni animali, capre, mucche galline. Poi c’era un nuovo capannone con macchine agricole, insomma sembrava molto florida.

Ci accolsero lo zio e sua moglie. Zio Antonio aveva 70 anni, era un uomo non molto alto, piuttosto robusto, braccia e gambe forti causa il lavoro nei campi, con pochi capelli bianchi, un sorriso franco e due scintillanti occhi neri. Sua moglie, la zia Carmela, era la classica matrona settantenne, gran petto, grossi fianchi.

Ci fecero accomodare, ci mostrarono le nostre stanze, ognuna con un bagno privato, ma da cui si accedeva anche dal corridoio, situate al primo piano.

Una volta che ci fummo accomodati, ci cambiammo, levandoci gli abiti da città e mettendoci abiti adeguati. Io misi una canotta con due sottili spalline ed un paio di calzoncini corti, senza reggiseno ne mutandine. La cucitura dei calzoncini mi segnava la passerina e mi stimolava il clitoride quando camminavo, cosa che mi piaceva un sacco.

Lo zio ci fece accomodare su delle poltroncine sotto una grande pergola e ci servì degli aperitivi, mentre la zia preparava il pranzo e la tavola poco più in là.

Vidi che lo zio non mi levava gli occhi di dosso e questo mi eccitava alquanto, dato che vado pazza per gli uomini di una certa età, tanto che i capezzoli mi stavano diventando turgidi e sentivo un certo calore nel basso ventre.

Sul più bello, quando stavo per andare in bagno per potermi fare un ditalino, la zia uscì dalla cucina e ci fece accomodare a tavola, sempre sotto la pergola.

Il pranzo fu ottimo, la zia aveva cucinato delle pietanze squisite, il vino, proveniente dalla cantina della fattoria, era ancora migliore e ce ne servimmo tutti abbondantemente. Alla fine del pranzo, mentre la zia e lo zio sparecchiavano, i miei genitori e mio marito si ritirarono a fare la siesta.

Io ero troppo eccitata da tutto l’insieme ed annunciai che invece sarei andata a fare un giro per la fattoria, per rivedere i luoghi che avevo conosciuto da bambina.

Mi allontanai ed inizia a girare fra i filari di vite, il fienile, i posti dove giocavo da piccola. Poi mi diressi verso i recinti degli animali, c’erano delle mucche, più in là c’era un recinto con delle capre.

Ad un certo punto, notai del movimento e vidi il caprone che abbrancava una delle caprette e le infilava il suo membro nella vagina. La cosa mi eccitò da morire e rimasi lì, imbambolata, a guardare.

Iniziai a sentire un rimescolamento nel basso ventre, un calore tale che mi costrinse ad prendere qualche provvedimento. Quasi sconvolta, mi infilai la mano dentro i pantaloncini ed iniziai a sgrillettarmi furiosamente, appoggiata alla staccionata.

-‘Vedi, &egrave la primavera, la stagione dell’amore, gli animali la sentono’ sentii la voce di mio zio dietro di me.

Mi mise una mano sulla spalla. Mi vennero i brividi dall’eccitazione.

-‘Guarda là’, disse, ‘vedi, anche l’asinello sente la voglia di sesso’, indicandomi alla mia sinistra, dove in un altro recinto stava un asinello che il suo pene rosso di fuori.

Mi prese la mano non impegnata nella mia passerina e se la portò all’inguine, appoggiandola sopra i pantaloni. Sentii un bozzo di dimensioni incredibili. Mentre lo massaggiavo lentamente, dietro di me, lui si aprì la lampo dei pantaloni, si abbassò i boxer e me lo mise in mano. La circonferenza era tale che non riuscivo a chiudere la mano completamente.

La mano che stava sulla mia spalla iniziò a scendere lungo la mia schiena e, mentre con una mano lo segavo lentamente, con l’altra mi sgrillettavo furiosamente, come ipnotizzata. Poi, la sua mano giunse all’altezza del mio culetto e, con mossa leggera, mi sfilò i calzoncini e li lasciò cadere a terra. Poi, con un dito, da dietro, mi entrò nella patatina allagata.

Si mise dietro a me, mi fece piegare leggermente in avanti e mi aggrappai con le mani alla staccionata mentre lui appoggiava il glande all’ingresso delle mia fighetta. Poi mi afferrò con entrambe le mani sui fianchi e, con un colpo deciso, entrò tutto in me, fino alle palle.

La sua nerchia era enorme, ne ho prese tante in vita mia, anche dopo sposata, ma come quella nessuna. Mi fece un po’ di male all’inizio, ma scivolò dentro senza troppa fatica tanto ero bagnata.
Mi sentivo piena come mai prima di allora.

Iniziò a pompare lentamente, con degli affondi lunghi, prima quasi fuori, poi fino a schiacciarmi l’utero. Mi sembrava mi arrivasse in gola, da tanto era lungo. Ebbi un primo orgasmo quasi subito.

Stavo per urlare dal godimento, quando lui fece :

-‘Fai silenzio, altrimenti richiamerai tutti’.

-‘Oh, zio, mamma mia, quanto sto godendo, ti prego non fermarti, ancora, sììììììììììì’.

-‘Che porcellina che sei. Ti piace il cazzone dello zio, vero ?’

-‘Sììììììììììììììììì, zione, sìììììììììììììììì, mi piace da morire’

-‘Sei una troietta, ti piace scopare, vero ?’

-‘Sìììììììììììììììììììììì, zio, sono la tua troietta, ho sempre sognato un cazzone bello grande come il tuo’.

-‘Ora ti sfondo per bene’

-‘Sì, zio sfondami, ancora ti prego’

A tutto questo, lo zio Antonio continuava a pompare come un dannato ed io avevo oramai degli orgasmi a ripetizione. Ma lui non era stanco, anzi, sembrava avere un’energia inesauribile.

Si sfilò da me, lasciandomi una sensazione di vuoto, mi fece girare e mi appoggiò alla parete del fienile, che ci nascondeva dalla casa, mi alzò una gamba portandosela fin sulla spalla e mi inzilò nuovamente il suo uccellone nella mia patatina bollente. Mi sbatteva letteralmente contro la parete ed io continuavo a venire in continuazione.

Infine mi fece mettere le braccia attorno al suo collo, mi fece serrare le gambe attorno ai suoi fianchi e, sostenendomi con le mani sotto il culo, mi portò dentro al fienile, dove si sdraiò con me sopra. Mi strappo il top e, mentre io lo cavalcavo selvaggiamente, mi massaggiava le tette, mi pizzicava i capezzoli, fino a che venne mentre io avevo l’ennesimo orgasmo.

Mi lasciai cadere sul suo petto, esausta. Lui pure era stanco, sudato da morire, c’era odore di sesso e di sudore che pervadeva l’ambiente.

Pian piano il suo enorme pisellone si sgonfiò al che me lo sfilai e mi sdraiai al suo fianco.

-‘Ah, che bella scopata, erano mesi che non facevo una scopata così’ disse, finalmente.

-‘Zio, mi hai distrutta’ dissi a mia volta, mentre gli accarezzavo l’uccello, che a riposo aveva dlle dimensioni considerevoli.

-‘Non mi sembra ti sia spiaciuto, vero?’.

-‘Oh, no, &egrave stato grande. Non avevo mai goduto tanto. Non avevo mai preso un cazzone grosso come il tuo, zio’.

-‘Bé, quando vuoi, si può ripetere’ disse, sogghignando.

-‘Ora sarà difficile, ho la figa in fiamme’. Guardai l’orologio. ‘Oddio, sono passate quasi due ore, staranno per alzarsi tutti’.

Mi alzai e corsi dentro a casa, nuda com’ero, infilandomi da una porta secondaria senza far rumore, salii silenziosamente le scale ed entrai nel bagno senza far rumore e mi misi sotto la doccia. In quello entrò mio marito, che si era appena svegliato dalla siesta.

-‘Che ci fai qui ?’ chiese.

-‘Be, sai, fuori faceva caldo, ho sudato tanto ed allora ho pensato di farmi una doccia’, risposi.

Lui si abbassò i boxer e tirò fuori il suo pisello per fare la pipì. Mi venne da confrontarlo con quello dello zio. Il membro di mio marito non &egrave piccolo, ma in confronto con quello di zio Antonio sembrava uno stuzzicadenti.

Quando se ne andò, finii di lavarmi, mi asciugai ed andai in camera per vestirmi. Mio marito, a quel punto, era già sceso. Mentre stavo pensando a cosa mettere, la porta si aprì ed entrò mio zio con i miei calzoncini ed il top che indossavo prima.

-‘Pensavo sarebbe stato imprudente per te lasciarli in giro, non trovi ?’ disse, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, ‘certo che ti sei fatta proprio una bella gnocca’.

-‘Zio, mi hai distrutto, la figa mi brucia da morire’ replicai, ancora nuda dopo la doccia, ‘non so quando potremo rifarlo, ma stai sicuro che lo rifaremo. Ora vai, prima che qualcuno ci becchi così’.

Lui se ne andò, mi rivestii, mettendo un altra maglietta ed una minigonna. Rimasi senza reggiseno, ma misi un perizoma, vista tutta la gente che c’era per casa.

La sera mio marito volle fare l’amore ma dovetti rifiutare con una scusa, avevo mal di testa perch&egrave avevo bevuto troppo, dissi.

Nei giorni seguenti, mi riposai. In fin dei conti, la campagna era proprio riposante, se non si hanno lavori urgenti da fare.

Il giorno prima di ritornare in città, lo zio disse che doveva andare a fare delle commissioni al paese vicino. Io mi offrii di accompagnarlo. Mi misi un corto vestitino, di quelli senza spalline, con la zona del seno elastica, che mi copriva appena il sedere, con dei sandali bassi. Sotto avevo messo un perizomino di pizzo bianco.

Non appena partimmo da casa, me lo levai, rimanendo con la fighetta nuda. Lo zio mi mise subito la mano sull’inguine ed iniziò a massaggiarmi il clitoride. Io, a mia volta, iniziai a massaggiargli quell’enorme membro. Io mi bagnai immediatamente, mentre a lui venne subito duro, tanto che dovetti aprirgli i pantaloni, mentre lui mi infilava il suo dito fino in fondo nella patatina.

Quando fummo abbastanza lontani da casa, lo zio s’infilò in una stradina laterale, scese prendendo una coperta e mi fece andare con lui, dietro un cespuglio che ci nascondeva dalla strada.

Mi levò il vestito, si calò i pantaloni, mi fece stendere e si posizionò sopra di me, puntellato sulle braccia. Io gli presi l’uccellone, lo puntai sull’entrata della mia patatina e lui, con un colpo deciso, affondò tutto in me, riempiendomi tutta.

Mi scopò in tutte le posizioni e, alla fine, mi riempì la passerina di sborra calda. Io godetti da morire, ebbi almeno una decina di orgasmi. Lo zio era insaziabile, una durata incredibile. Alla fine ero distrutta.

Mi rimisi il vestito, tendomi le mutandine per evitare che la sborra dello zio allagasse la macchina, gli ripulii ben bene l’uccello con la bocca e ripartimmo per le commissioni. Io ero talmente stanca che lo aspettai in macchina.

Quando ritornammo, mi rifugiai in camera con una scusa e scesi solo per cena. Al mattino seguente ripartimmo, con quella che ci saremmo rivisti tutti.

Penso proprio che ritornerò spesso a far visita a zio Antonio.
Capitolo 2 ‘ Una settimana dallo zio Antonio

-‘Caro, sono terribilmente stanca, &egrave un periodo che ci fanno lavorare 12 ore al giorno’ feci una sera a mio marito, rientrando a casa esausta dal lavoro, ‘vorrei che potessimo andare il prossimo ponte da qualche parte’.

-‘Cara, mi dispiace terribilmente, il mio socio &egrave via per un corso ed io non mi posso muovere. Ma tu vai, se vuoi’ rispose mio marito.

-‘Che ne dici se vado alla fattoria degli zii ?’ dissi, allora.

-‘E’ un’ottima idea. Tua zia cucina bene da morire, la casa &egrave grande e tranquilla. Ti potrai riposare per bene’.

-‘Allora, d’accordo. Che ne dici di accompagnarmi domenica prossima ?’ feci, mentre pensavo che non mi sarei riposata per niente. Anzi, mi ero già bagnata soltanto pensando al cazzone dello zio Antonio.

-‘Forse &egrave meglio se vai con la tua macchina, così non sarai legata a loro per gli spostamenti in zona’ concluse mio marito. Meno male, pensai.

Così, alla domenica seguente, di buon mattino, dopo aver parlato con la zia, partii alla volta della fattoria con la mia macchina. Avevo indossato un corto vestitino estivo leggero e trasparente con sotto della biancheria, per non insospettire mio marito ma, appena fuori città, mi levai reggiseno e mutandina. Avevo la micina allagata e miagolante al solo pensiero delle scopate che mi sarei fatta con lo zio.

Arrivai alla fattoria verso metà mattina. La zia mi accolse in modo espansivo e mi accompagnò alla mia stanza, che poi era la stessa che avevo occupato con mio marito nella precedente vacanza presso di loro. Finito di sistemare le mie cose, scesi in cucina, dalla zia Carmela.

-‘Allora, zia, grazie per avermi accolto. Spero di non essere un peso per voi’ esordii.

-‘Ma figurati, &egrave un piacere averti qui, anche se non so cosa troverai con un paio di vecchi come noi’ rispose.

-‘Oh, guarda sono qui per riposare e basta. Ho avuto un periodo lavorativo talmente pesante ultimamente che non vedo l’ora di stare per un po’ senza far nulla’.

-‘Bene, ma perch&egrave non vai a salutare lo zio Antonio ? Dovrebbe essere nell’officina a riparare qualche attrezzo’ disse infine la zia. Al che presi e mi diressi verso il capannone che faceva da officina.

Quando arrivai, aprii la porta e rimasi lì, con la luce alle spalle e con il vestitino trasparente e senza intimo dovevo sembrare nuda.

-‘Ciao zio’ feci. Lui si voltò e mi guardò a lungo. Mi sentivo nuda, la passera che mi si stava allagando. Lui, senza dire una parola, mi venne incontro e mi prese le mani, attirandomi verso di lui. Quando fui contro il suo corpo, sentii sul mio addome l’erezione che gli era venuta e mi sentii avvampare.

Sempre senza dire nulla, mi tirò dentro, chiuse la porta dietro di me e mi sfilò il vestito. Ovviamente, io alzai le braccia per agevolarlo e rimasi nuda. Lui lentamente iniziò ad accarezzarmi tutta, facendomi venire i brividi dall’eccitazione, A mia volta, io gli sbottonai i pantaloni e gli abbassai i boxer, liberando il cazzone che sognavo da quando ero andata via, mesi prima. Mi lasciai cadere in ginocchio e glielo presi in bocca, iniziando a leccarlo, succhiarlo. Oramai avevo la passera in fiamme, i capezzoli duri come sassi, l’eccitazione era al massimo.

Dopo un po’, lo zio mi prese, mi alzò, mi appoggiò contro il bancone e, sempre senza dire nulla, mi infilò l’oggetto dei miei sogni nella mia patatina allagata. Io emisi un sospirone.

-‘Oh, sì, finalmente, non vedevo l’ora di sentirti dentro di me zione’ dissi, in un sussurro.

-‘La mia bella nipotina !’ esclamò, ‘anch’io pensavo alla tua stretta passerina’.

-‘Oh, sììì, zione bello, ora abbiamo tutta la settimana per noi’ risposi, ‘ma ora scopami, zio, senza pensare ad altro’.

Lo zio Antonio incominciò a martellarmi la figa con foga fino a che ebbi in primo orgasmo. Venni con un urlo.

-‘Sì, piccola mia, urla tutto il tuo piacere, tanto nessuno ti sentirà oltre a me’ disse, mentre riprendeva a trapanarmi la figa con colpi possenti del quel suo meraviglioso uccellone.

Io ero al settimo cielo, mugolavo, urlavo tutto il mio piacere. Dopo alcuni affondi, lo zio si sfilò e mi fece voltare, mettendomi a pecorina, e riprese con quei sui lunghi e possenti affondi nella mia figa. Io ebbi altri orgasmi.

Cambiammo più volte posizione, io persi il conto degli orgasmi ed infine lui venne, inondandomi con il suo sperma. Alla fine, un po’ alla volta, la sua nerchia iniziò a sgonfiarsi ed infine uscì dalla mia passerina. La quale ora mi doleva un po’ viste le dimensioni del pisellone dello zio, ma io ero appagata come mai prima.

A quel punto mi sedetti su un divano sfondato che c’era nell’officina, esausta, la passera dolorante, ma soddisfatta, con la sborra dello zio che iniziava a colare sulle mie gambe. Lo zio si sedette a fianco a me.

-‘Allora come, va ?’ chiese.

-‘Oh, zio, &egrave stato splendido. Ma come faremo con la zia ? Non sospetterà di qualcosa, visto che siamo da due ore qui ?’ chiesi a mia volta.

-‘Non preoccuparti per la zia, le sa che ogni tanto vado a farmi qualche scopata visto che lei, oramai, non ne vuole più sapere. In fin dei conti, &egrave stata lei a mandarti qui da me, vero ?’

-‘Tu pensi che lo abbia fatto apposta ?’

-‘Certo ! Dopo che ve ne siete andati l’altra volta venne da me e mi chiese : ‘te la sei scopata, vero, porcone ?’ ed io dovetti ammettere. E’ tremenda quando si mette a fare l’inquisitrice’.

-‘Allora pensi che potremmo scopare quando vorremo ?’ feci, speranzosa.

-‘Secondo me sì, a meno che poi non vada a dirlo a tuo marito per vendetta’ rispose.

Comunque, dopo che mi riposai per un po’, mi asciugai la sborra che mi colava sulla gambe, mi rimisi il vestito e rientrai in casa. La zia Carmela mi accolse sorridente.

-‘Allora, lo zio ti ha dato il benvenuto ?’ chiese.

-‘Oh, sì, &egrave stato molto affettuoso’ risposi, senza sapere cosa dire, un po’ imbarazzata.

-‘Non preoccuparti, lo so già che tipo &egrave. E oramai, alla mia età, lo lascio fare. Ma dimmi, sei venuta per quello, vero ?’ mi fece, guardandomi dritta in viso.

-‘Ma no, zia, avevo bisogno di riposo, ho lavorato tanto negli ultimi mesi’ cercai di scusarmi, arrossendo. La zia mi alzò il viso e mi guardò dritta negli occhi. Io dovetti abbassare lo sguardo.

-‘Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno, fai come vuoi’ concluse infine, lasciandomi andare, ‘anzi, se vuoi, gli dirò di passare le notti da te, così non dovrete nascondervi’.

-‘Oh, zia, grazie’ dissi, oramai rossa come un peperone.

-‘Dai, dai, non occorre vergognarsi, ha un affare bellissimo vero ? E ti fa godere da matti, vero ? Io oramai sono vecchia e la cosa non mi interessa più ma suo tempo ho goduto tantissimo con lui. Ora vai a rinfrescarti e poi torna, che il pranzo &egrave quasi pronto’ finì, sorridendomi.

Sollevata, andai in camera e mi feci una lunga doccia. Poi mi misi un paio di calzoncini corti aderenti che si infilavano nella passera ed un top corto e scollato, tanto che non mi nascondeva nemmeno tutte le tette. Ovviamente il tutto senza intimo. Infine scesi in cucina, dove la zia aveva apparecchiato per il pranzo. Di lì a poco giunse anche lo zio, che mi guardò molto interessato.

-‘Accomodatevi, &egrave pronto’ disse la zia, ‘certo che la tua nipotina &egrave proprio bella, vero Antonio?’.

-‘Certo, proprio bella’ disse lui con un certo imbarazzo.

-‘Guarda che ci siamo già parlate’ fece lui, mentre iniziava a servire nei piatti, ‘lo so perché &egrave venuta ed ho capito subito il benvenuto che le hai dato’.

-‘Ma, io …’ cercò di dire lui.

-‘Su, su caro Antonio, credi che non ti conosca ? Ma non preoccuparti’ fece di rimando lei, interrompendolo, mentre si sedeva, ‘fate pure. Anzi, perché queste notti non ti trasferisci nella sua stanza. In fin dei conti, mentre voi ve la spasserete, io finalmente potrò dormire, evitando così il tuo russare’ fece la zia, ridendo.

-‘Ma io ‘ ‘ cercò ancora di dire lo zio.

-‘Antonio, mio, io ti amo e ti conosco, ce la siamo spassata negli anni scorsi ma io oramai sono vecchia. Su, su, so che qualche volta via a farti qualche scopata in giro. Ora che hai una bella ragazza sotto il tuo tetto scopala tranquillamente, non farti problemi. Anzi, &egrave meglio se lo fai con lei che con qualcuna che ti potrebbe pure infettare. Sarà poi lei a doversela vedere eventualmente con suo marito. Ma tanto, nei hai fatti tanti di cornuti in questi anni in paese’ concluse la zia, con un sorriso.

A quel punto scoppiammo tutti in una risata liberatoria. Lo zio si alzò e si avvicinò a sua moglie, dandole un gran bacio.

-‘Carmela, Carmela, ti amo tanto’ disse, infine, risedendosi.

Pranzammo così in allegria, conversando del più e del meno. Quando finimmo di mangiare, mentre la zia Carmela ci serviva il caff&egrave, esordì :

-‘Sapete, ha telefonato Alberto. Arriva mercoledì dalla Germania’.

Mio cugino Alberto era il loro figlio. Mi ricordavo vagamente di lui perch&egrave era emigrato più di vent’anni prima, quando io ero ancora una bimba. Ora doveva avere circa 45 anni. Lo avevo incontrato qualche volta all’epoca ma poi non avevo saputo più nulla di lui.

-‘Ah, e viene con la famiglia ?’ chiese lo zio.

-‘No, viene da solo e starà tre o quattro giorni, non di più, perché i bambini sono malati e quindi non si possono muovere da Francoforte’ spiegò la zia.

Alla fine, mi ritirai nella mia stanza per riposare delle fatiche della mattina. Fra il viaggio e la scopata selvaggia con lo zio, ero proprio esausta. Come al solito, a letto stavo nuda e siccome faceva caldo, non mi ero coperta neppure con un lenzuolo. Ad un certo punto, non so che ora fosse, sentii aprire la porta. Rimasi com’ero, facendo finta di dormire. Sentii dei leggeri rumori poi qualcuno si stese sul letto a fianco a me. Mi sentii sfiorare con un tocco leggero. La mano, doveva essere quella dello zio, iniziò a carezzarmi delicatamente. A quel punto mi voltai, aprendo gli occhi.

Lo zio stava lì, a fianco a me, nudo pure lui, il suo meraviglioso bastone ben eretto, che mi guardava e mi accarezzava delicatamente. Io sentii l’eccitazione salire in me, la passera bagnarsi, i capezzoli inturgidirsi. Presi il suo meraviglioso arnese in mano ed iniziai a segarlo lentamente, guardandolo negli occhi mentre lui aveva iniziato a torturarmi i capezzoli oramai duri come sassi.

A quel punto, lui iniziò a succhiarmeli, a mordicchiarli. Io non capii più nulla. Mentre con una mano continuavo a menargli il cazzo, con l’altra gli presi una sua mano e la portai sulla mia passerina bollente. Al che lui iniziò infilandomi uno dei suoi ditoni nella patata e cominciò a farmi un ditalino. Era una cosa sublime, tanto che comincia ad ansimare, fino a che lui riuscì a farmi avere un orgasmo.

-‘Ora te la voglio magiare’ disse ad un certo punto.

-‘Sìììì, ti prego, leccamela, mangiamela fai quello che vuoi, ma fammi godere ancora’

Si tuffò fra le mie gambe ed iniziò ad andare su e giù con la lingua, a scoparmi con la sua linguona ruvida, a torturami il clitoride con i denti fino a farmi avere un altro orgasmo. A quel punto si sollevò, mi venne sopra e mi infilò il suo meraviglioso cazzone dentro alla figa, fino a riempirmi tutta.

Mi scopava con foga, andando dentro e fuori. Io ero tutta un fremito. Iniziai ad avere orgasmi quasi continui. Cambiammo più volte posizione, lui sopra poi io in uno smorzacandela che mi fece sentire il suo cazzone quasi fino in gola, poi da dietro, a pecorina, insomma, in tutte le posizioni possibili. Infine, gli dissi che volevo vederlo mentre mi riempiva ed allora si stese e mi fece salire sopra di lui, la minchia infilata fino in fondo. Io mi muovevo lentamente avanti ed indietro, tenendolo tutto dentro fino a che lo sentii esplodere con abbondanti getti che mi riempirono tutta.

Mi lasciai cadere sul suo petto, sudata ed esausta. Rimasi lì per un bel po’, il suo pisellone non voleva saperne di sgonfiarsi. Poi, pian piano, riacquistò le sue dimensioni normali ed allora mi sfilai da lui e mi misi a leccarglielo per bene, per pulirlo tutto, affinché non andasse persa neppure una goccia di sborra, mentre stavo con le gambe strette affinché non colasse dalla mia passerina. Quando finii, mi stesi al suo fianco.

-‘Zio, sei incredibile, due scopate simili alla tua età’ dissi.

-‘Non preoccuparti, stanotte facciamo pure la terza’ rispose, ‘dai, ora laviamoci e scendiamo. La zia avrà preparato qualche dolce ricostituente’.

Ci lavammo, ci rivestimmo sommariamente e scendemmo. La zia ci attendeva con una meravigliosa crostata appena sfornata.

-‘Riposato bene ?’ chiese, sorridendo ironica.

-‘Veramente sì’ risposi, ‘il lavoro mi aveva sfiancato mentalmente, Ora, invece, queste attività stanno rigenerando la mia mente’.

-‘Te la stai godendo, vero?’ fece lei di rimando, ‘beata te, sei proprio nell’età giusta godertela così. Antonio ci sa proprio fare’.

-‘Sì, e con l’età ci ho guadagnato pure in esperienza, mia cara’ fece lui di rimando, ‘ora so molto meglio come far godere le donne. Da giovane, le sfiancavo con la mia potenza, ora c’&egrave pure l’esperienza’

-‘Oh, ma la potenza non ti manca proprio, caro zio. Mi stai sfiancando per bene’ feci a mia volta.

-‘Guarda che prima che te ne vada voglio farmi anche il tuo bel culetto’ disse lo zio.

-‘Sei matto, con quel tuo affare mi spaccherai in due’ risposi.

-‘Non dirmi che non lo hai mai preso lì?’ chiese lui.

-‘Oh, sì, certo, non sono mica vergine neppure lì, ma una cosa &egrave un cazzo normale ed un’altra una bestia come il tuo’ risposi.

-‘Bé, allora dovrai iniziare ad allenarlo con qualche altra cosa’ si inserì la zia, ‘magari con qualche cetriolo bello grosso. Vedrai, ti procurerò qualcosa’.

Finito di fare merenda, gli zii ritornarono alle loro attività ed io mi stesi su un telo nel prato a prendere quel poco di sole rimasto, vista l’ora. Ovviamente nuda. Verso sera, quando la temperatura scese, mi rivestii ed andai in sala a leggere un po’. Fra l’altro, telefonai a mio marito per dirgli che ero arrivata senza problemi e che stavo riposando. Mi augurò di passarmela bene, al che non potei non pensare fra me che me la sarei spassata proprio bene in quei giorni, ma non come credeva lui.

Dopo cena ritornammo in sala a guardare un po’ la tv. La zia si sedette in una poltrona e si mise a fare dei lavori di cucito mentre io mi sistemai sul divano. Lo zio si sedette vicino a me. Dopo un po’, mi sentii carezzare le gambe. Lo zio stava andando su e giù su una mia gamba con la sua manona. Io aprii leggermente le gambe e lui iniziò a risalire nell’interno coscia fino a raggiungere la mia fighetta. Con quel suo tocco mi stavo eccitando tutte a la mia micina era già allagata.

Mi misi allora a massaggiargli la patta, sentendo la sua erezione montare. A quel punto gli sbottonai i pantaloni e, infilando la mano nei suoi boxer, estrassi il suo arnese in tiro. Mi abbassai a prenderlo in bocca mentre lui, scansandomi i pantaloncini, mi aveva infilato un ditone nella passerina allagata. Mi era completamente passato di testa che la zia Carmela fosse lì e ci guardava.

Quando il bastone dello zio fu completamente eretto, lo lascia, mi alzai in piedi, mi levai i pantalocini e, senza pensarci due volte, gli salii in grembo di schiena e mi infilai il suo meraviglioso arnese tutto nella mia passerina allagata, il tutto con un gran sospiro. Mi accorsi appena allora che la zia ci stava guardando e diventai tutta rossa, ma non smisi di muovermi su e giù. La zia Carmela, invece, stava sorridendomi.

A quel punto, e con l’approvazione della zia, iniziai a cavalcare lo zio come una furia ma lui mi afferrò per i fianchi ed iniziò a darmi un altro ritmo, più lento e più ampio. Io mugolavo dal piacere.

-‘Sìììììììì, oh ,che bellooooooooooo, ancoraaaaaaaaaaaaa’

Infine venni con un urlo. Ovviamente, il cazzone dello zio era ancora dritto e duro, tale da riempirmi tutta. Ma mi fece alzare, nuda com’ero, visto che mi aveva levato pure il top, poi mi prese per una mano e mi portò in camera, dove, stesi sul letto, riprendemmo da dove ci eravamo fermati. Mi scopò in tutte le posizioni conosciute e non. Io ebbi un numero incredibile di orgasmi. Infine venne pure lui, riempiendomi della sua calda sborra.

Mi sfilai e, tenendo le gambe strette affinché la sua sborra non colasse ed imbrattasse tutto, gli ripulii ben bene il suo uccellone con la mia lingua. Poi ci lavammo ed infine ci addormentammo.

Al mattino seguente, quando mi svegliai, lui se n’era già andato. Mi lavai ed indossai una corta canotta. Infine scesi in cucina per far colazione. C’era la zia Carmela che mi attendeva, sorridente.

-‘Allora, soddisfatta della tua prima giornata in fattoria?’ chiese.

-‘Oh, si zia, grazie. E’ stata una giornata splendida ‘ risposi.

-‘Senti, c’&egrave mercato nel paese vicino. Io dovrei andarci a fare acquisti. Che ne dici di accompagnarmi ?’ chiese.

-‘Sarebbe bello, vado a cambiarmi e poi andiamo’ dissi, appena concluso di far colazione.

Indossai un vestitino corto e leggero ma, stavolta misi le mutandine, per non scandalizzare l’intero paese. Andammo con la mia macchina. La gita fu piacevole e la conversazione con la zia pure. Al ritorno, era ora di pranzo, mentre la zia preparava, io andai a cambiarmi, indossando i soliti calzoncini e top ed andai a chiamare lo zio. Dopo pranzato, lo zio ed io ci ritirammo in camera a scopare. Al solito, fu una cosa meravigliosa. Io godetti da matti ed infine, mi addormentai.

Quando mi svegliai, scesi nuda ed andai a prendere il sole in giardino, dove rimasi così, sotto il sole, a leggere per un po’. Ad un certo punto venni raggiunta dalla zia.

-‘Tieni’ mi disse, porgendomi un grosso cetriolo, più grande di un cazzo normale, ‘infilatelo nel culetto, così ti inizi ad abituare se no Antonio poi ti spacca. Qui c’&egrave pure un po’ d’olio, così entra meglio’.

Io la ringraziai ed iniziai a cercare di infilare quel grosso coso nel mio culetto. Ero stata inculata più di una volta, e sicuramente con dei cazzo di proporzioni generose, per cui il cetriolo entrò senza grosse difficoltà.

Più tardi, indossai calzoncini e top ed andai ad aiutare la zia con la cena. Poi. Dopo cena, con lo zio ci ritirammo subito in camera mia e scopammo in modo divino, come al solito. Io, come al solito, persi il conto degli orgasmi. Alla fine mi addormentai soddisfatta e dormii fino a tardi.

Al mattino seguente, dopo colazione, andai alla ricerca dello zio e lo trovai che stava mungendo le mucche nella stalla. Per un po’ lo aiutai. Poi, quando ebbe finito, mi fece cenno di seguirlo in fienile e lì mi spogliò, io spogliai lui ed assieme ci buttammo sul fieno, dove mi scopò con quella sua foga facendomi godere come al solito.

Le giornate andarono avanti come al solito. Scopavamo 2 o tre volte al giorno, io prendevo il sole nuda e mi mettevo il cetriolo nel buchetto per allenarlo. Andammo avanti così fino al giovedì.

Poi, arrivò mio cugino e lì la storia cambiò.

Capitolo 3 ‘ Arriva pure mio cugino Alberto

Era il giorno in cui doveva arrivare mio cugino. Visto che arrivava da solo, andammo a prenderlo tutti con la mia macchina. Per l’occasione, visto pure il caldo, avevo indossato una specie di prendisole senza spalline ed alquanto corto. Al solito, non indossavo né mutandine né reggiseno. All’aeroporto posteggiammo e ci dirigemmo verso la zona arrivi. La zia camminava davanti a noi, emozionata dal fatto di rivedere suo figlio dopo quasi un anno. Seguivamo lo zio ed io. Lui mi teneva a braccetto.

-‘Vedrai che bell’arnese ha mio figlio’ mi sussurrò ad un tratto all’orecchio, ‘&egrave quasi come il mio. Che ne dici se d’ora in poi facciamo delle cosine a tre ?’

-‘Zio, smettila di dire sconcezze. Mi stai facendo bagnare tutta’ risposi, mentre, appunto, la mia micina si allagava al solo pensiero di prendere due cazzi come quello dello zio.

-‘E’ appunto quello che voglio, che tu sia ben bagnata’ insisté lui, ‘anzi, che ne dici se ci infrattiamo da qualche parte a farci una sveltina prima del suo arrivo ?’

-‘Dai, per favore, non continuare, altrimenti i spoglio qui’.

-‘Su, andiamo veloci lì’ fece lui, trascinandomi in uno sgabuzzino.

Come entrammo, mi sollevò il vestito, si mise dietro a me, si abbassò i pantaloni e mi penetrò da dietro con un colpo deciso. Allagata com’ero, il suo meraviglioso cazzone mi scivolò dentro senza alcuna fatica. Iniziò a martellarmi con una foga incredibile. Io iniziai a mugolare dal piacere ma, prima che iniziassi ad urlare, mi mise una mano sulla bocca, mentre continuava a scoparmi con tutte le sue forze. Sarà stato per la situazione, per il fatto di non aver troppo tempo, ma, dopo che io ebbi un paio di orgasmi, mi venne dentro, allagandomi la passerina. Io gli pulii per bene il suo pisellone prima di metterglielo dentro i calzoni. Poi cercai qualcosa con cui pulirmi sommariamente. Appena usciti, mi recai nel bagno più vicino per lavarmi e sistemarmi un po’.

-‘Allora, porcelli, proprio qui dovevate farlo?’ disse sottovoce la zia non appena la raggiungemmo, ‘non vedete che l’aereo di Alberto sta per atterrare!’

-‘Sai com’&egrave, mi &egrave presa un’urgenza’ fece lo zio.

-‘Sei il solito porco. Non &egrave che starai pensando di fare scopare la povera Clara pure da Alberto ?’ rispose lei, sempre sottovoce.

-‘E perch&egrave no ? Se a lei piace ‘. ‘.Io li sentii e la possibilità di fare una cosa a tre, mi fece bagnare come una porca.

Comunque, in quel momento annunciarono l’arrivo dell’aereo di mio cugino e quindi smisero e ci dirigemmo verso il gate d’uscita. Al solito, fra l’atterraggio vero e l’uscita dei passeggeri passarono quei venti minuti. Mio cugino fu fra i primi ad uscire, visto che aveva soltanto il bagaglio a mano necessario per i quattro o cinque giorni che si sarebbe fermato.

Quando uscì lo riconobbi subito, tanto rassomigliava a suo padre. Anzi, sembrava lo zio Antonio con 30 anni di meno. E, da come lo descriveva suo padre, con un cazzone simile. Infatti, la prima cosa che guardai fu verso il suo inguine. Ma aveva i pantaloni larghi e non si capiva bene.

-‘Ciao, amore’ fece la zia Carmela, gettandogli le braccia al collo, ‘ben arrivato. Hai visto chi c’&egrave ? La tua cuginetta Clara !’

Esauriti i convenevoli, ci dirigemmo verso la macchina. Iniziai ad immaginare come sarebbe stato prendere i cazzoni dello zio e del cugino ed al solo pensiero, mi bagnai tutta. Mi misi al volante ed a fianco a me si mie lo zio, mentre Alberto e la zia si sedevano dietro. Lo zio, come prima cosa, mi mise la mano sulla coscia, mi alzò il vestito ed iniziò a ravanarmi la passerina. Alberto osservava suo padre mentre parlava con la madre.

Ad un certo punto, presa dall’eccitazione, quasi combinai un incidente, al che la zia sbottò :

-‘Antonio, lascia stare Clara, lasciala guidare’ e lo zio smise. Alberto mi diede un’occhiata dallo specchietto che mi fece eccitare ancora di più.

Bene o male, arrivammo alla fattoria. La zia fece sistemare Alberto nella stanza di fronte alla mia e poi scese a preparare la cena. Nel salire le scale, lui si mise dietro a me e mi guardò per bene. Ovviamente, fra il vestito corto ed il fatto che ero più in basso di lui, pot&egrave ammirare molto bene le mie grazie. Appena in camera mia, mi levai il vestito e mi stesi sul letto a farmi una ditalino immaginando i due che mi pompavano. I ero appena estesa che sentii bussare e, prima di poter rispondere, la porta si aprì. Era Alberto. Non appena mi vide così intenta, si infilò in camera, chiudendo la porta dietro di sé.

-‘E così la mia cuginetta &egrave diventata una vera porcellina’ esclamò, avvicinandosi al letto e sedendosi al mio fianco. La sua mano subentrò alla mia. ‘Sei proprio allagata’ aggiunse, mentre mi penetrava con un dito, dandomi delle sensazioni bellissime.

Io gli artigliai l’uccello attraverso i pantaloni, sentendolo ben duro. Gli aprii i pantaloni e lo estrassi. Era una bestia come quello dello zio. Nel vederlo mi leccai le labbra. Sarebbero stati giorni meravigliosi quelli che mancavano per il mio rientro a casa.

-‘Lo vuoi assaggiare ?’ chiese lui.

Senza nemmeno rispondere mi fiondai su di lui e lo presi in bocca, iniziando a leccarlo con voluttà mentre lui continuava a ravanarmi la fighetta. Ad un certo punto non ce la feci più e lo pregai di prendermi. Senza farsi pregare ulteriormente, ma salì sopra, mise il suo splendido uccellone all’entrata della mia fighetta e mi penetrò con un colpo deciso. Io lo abbrancai con la gambe attorno ai suoi fianchi, per tenerlo bloccato dentro di me e godermi quella trave che mi riempiva tutta. Sentivo le contrazioni della mia patatina attorno a quel palo di carne. Poi, dopo un po’, lo lascia andare ed iniziò a trapanarmi con foga.

-‘Sì, bella la mia cuginetta affamata di cazzo, fatti trombare, troietta, che ti faccio godere’

-‘Sìììììì, mi piace il cazzo, ho fame di cazzo, sììì, sono la vostra troia, sìì, riempimi tutta, sfondami, scopami’ iniziai a dire, con frasi sconclusionate, far un sospiro ed un mugolio.

Lui mi stava cavalcando con foga, il suo enorme cazzone mi sfondava l’utero. Io godevo come una porca, ebbi alcuni orgasmi. Ma lui doveva avere un arretrato, perch&egrave venne abbastanza presto, inondandomi completamente la passerina. Quando tirò fuori la sua mazza, uscì quasi un getto.

-‘Wow, da quanto non scopavi ?’ chiesi, ‘mi hai inondata’.

-‘Da almeno una settimana’ rispose, ‘mia moglie non &egrave più come una volta, che voleva lo stallone italiano. Ora, dopo 2 figli, lo facciamo raramente’.

-‘Allora ti farò sfogare per bene’ risposi, ‘ora dai, andiamo, tua madre avrà la cena pronta’ aggiunsi, alzandomi e dirigendomi in bagno, mentre lui ritornava nella sua stanza.

Io mi lavai e poi mi rivestii con lo stesso abitino che avevo prima, ovviamente senza nulla sotto, tanto, oramai, tutti mi conoscevano per bene e conoscevano perfettamente i miei buchini. Ci ritrovammo di sotto. La zia Carmela ci guardò e fece un sorriso beato.

-‘Allora, avete ripreso la confidenza fra di voi ?’

-‘Oh, sì, zia, l’abbiamo approfondita per bene’ risposi io.

-‘Ma certo, mamma, abbiamo parlato dei vecchi tempi’

-‘Solo parlato ?’

-‘Ma che credi, mamma ?’

-‘Oh, vi conosco bene voi due, tu e tuo padre e poi pure la tua cuginetta promette bene’ fece lei, iniziando a servire nei piatti.

Dirante la cena conversammo, lui raccontò come andavano le cose in Germania, ci disse che i bambini avevano preso una brutta influenza fuori stagione. Ma a me sembrò piuttosto che sua moglie volesse far riposare la sua passera dagli assalti furiosi del membro di suo marito. Dopo cena, ci sedemmo in cortile lo zio, mio cugino ed io, mentre la zia riordinava.

-‘Sai, tua cugina ha voluto approfondire la conoscenza pure con me’ esordì lo zio Antonio, ‘ ma &egrave diventata proprio una bella puledra, vero ?’

-‘Oh, sì, proprio una puledra da cavalcare’ rispose Alberto.

-‘Guardate che sono presente’ esclamai.

-‘E vuoi farti una bella cavalcata ?’ mi chiese, ammiccante, Alberto.

-‘Certo, ma dopo. Anzi, dopo credo che mi farò cavalcare da tutti e due’ risposi, alzando per bene il mio vestito, aprendo per bene le gambe e mostrando i miei buchetti ai due arrapati.

-‘Perch&egrave non ti vieni a sedere qui, su di me ?’ chiese Alberto.

-‘Preferisco lo zio’ risposi, alzandomi ed andando ancheggiando, sempre con il vestito alzato a sedermi in grembo allo zio Antonio, che mi abbracciò ed iniziò a lavorarmi la fichetta con uno dei suoi ditoni.

-‘Ma, papà, che fai ? Se poi arriva mamma e ti vede così, s’incazza’.

-‘Non preoccuparti, vedrai’ rispose lo zio, continuando a ravanarmi la fichetta con una mano mentre con l’altra mi aveva abbassato il vestito e mi lavorava le tette. Io ero un lago e stavo godendo. Mi piaceva quello che mi faceva. Ad un certo punto, non resistetti più dopo il mio secondo o terzo orgasmo, mi alzai in piedi, gli tirai fuori il cazzone e mi impalai con un mugolio di soddisfazione.

-‘Ah, sììì, finalmente’ esclamai ed iniziai a muovermi lentamente su e giù sopra lo zio.

-‘Ci dai dentro, eh, Antonio’ fece il quel momento la zia Carmen, uscendo dalla casa, ‘perché con andate in camera, che state più comodi? E poi tu, Alberto, puoi unirti a loro’

-‘Mmmm, mi piace più qui, all’aperto’ rispose lo zio. E poi, verso il figlio ‘ non vuoi unirti a noi ?’

Alberto era allibito da tutto ma non si fece pregare e si avvicinò a noi, aprendosi i calzoni e tirando fuori quello splendido arnese che avevo assaggiato prima. Mi si mise davanti e, mentre saltellavo sul cazzone dello zio, iniziai a succhiare quello di mio cugino. Ad un certo punto, io avevo avuto un’altra serie di orgasmi, lo zio si alzò dalla sedia, sempre tenendomi infilzata, e si stese sull’erba, invitando il figlio a seguirci. Quando ci stendemmo, mi fece sdraiare su di lui ed Alberto mi appoggiò la cappella sul buchetto posteriore. Fortuna che lo avevo esercitato per tutta la settimana, così, dopo averci sputato su, iniziò a spingere. Io mi ritrovai così con due affari enormi, uno in figa e lì’altro in culo, che mi pompavano con energia. Persi il conto degli orgasmi che ebbi. Infine, entrambi si scaricarono dentro di me. Alla fine, giacemmo tutti e tre esausti sull’erba.

-‘Mamma mia, che godimento incredibile’ dissi in un soffio, appena mi ripresi un po’.

-‘Che troia che sei, cuginetta mia. Ed il cornuto che dice ?’ intervenne Alberto.

-‘Oh, lui lascialo stare. Lui non sa nulla di questo. Comunque, me lo curo per benino. A lui non la faccio mancare di certo’ risposi.

-‘Ma non ce l’ha come noi, vero’ chiese sempre Alberto.

-‘Certo che no. Lui ha una cosa normale e si da da fare per farmi godere, ma con lui, ovviamente non arrivo a questi livelli’ risposi, ‘e poi lui guadagna bene e mi mantiene nel lusso. Non penserai mica che perda quello per qualche scopata, vero?’

-‘Haha, hai sentito la troietta’ disse Alberto, ‘dai che appena ci riprendiamo un po’, ti scopiamo ancora’.

-‘Va bene, ma ora state zitti, che lo chiamo’ dissi, alzandomi ed andando a prendere il cellulare che avevo lasciato sul tavolo.

Chiamai mio marito e mi misi a parla con lui seduta su una poltroncina. Avevo appena iniziato la telefonata che Alberto s’inginocchiò davanti a me ed iniziò a leccarmi la patatina. Io cercavo di resistere mentre parlavo con mio marito ma lui stava iniziando a farmi godere nuovamente.

-‘Smettila’ sbottai,ad un certo punto, saltando in piedi.

-‘Con chi ce l’hai ?’ chiese mio marito.

-‘Con mio cugino Alberto. E’ arrivato oggi dalla Germania. Ha 40 anni ma si sta comportando come un bambino di 6′ risposi io alquanto seccata. Ma Alberto non smetteva, mi toccava, mi leccava, mi metteva le dita nella passerina e nel culetto.

-‘Dai, Alberto, smettila di fare il bambinone’ intervenne sua madre. Al che finalmente smise ed io riuscii a finire la conversazione con mio marito. Ma, on appena appoggiai il cellulare sul tavolo, lui mi prese per la vita, mi alzò come un fuscello e mi portò in camera, seguito dal padre.

Giunti in camera, i sue ripresero a darsi da fare su di me. Mentre io succhiavo i loro cazzoni a turno, loto mi leccavano, mi succhiavano le tette, mi infilavano le dita in tutti i buchi possibili. Era una tortura dolcissima. Io iniziai a godere. Nel frattempo, i loro membri stavano iniziando a risvegliarsi. Quando furono belli duri, iniziarono a scoparmi con figa, chi nella fighetta, chi nel culo. Mentre ne prendevo uno da una parte, mi ritrovavo con l’altro da succhiare. Andarono avanti così per un tempo infinito. Per entrambi era oramai la terza volta della giornata e stavano durando un sacco. Io oramai ero in un estasi continua, un orgasmo continuo, non capivo più nulla. Alla fine, mi presero nuovamente in due contemporaneamente. Ad un certo punto, emisi un urlo incredibile, mentre i due si scaricavano nuovamente dentro ai miei buchetti. Oramai colavo sborra da tutte le parti. Ero esausta, non riuscivo nemmeno a muovermi dalla stanchezza. Pure loro erano in condizioni simili alle mie, per cui ci addormentammo così, tutti e tre sul mio letto.

Al mattino seguente, quando mi svegliai, mi ritrovai sola nel letto sfatto, tutta appiccicosa della sborra secca dei due e del sudore. Mi feci una lunga doccia, misi una maglietta, tanto per la forma, e scesi in cucina.

-‘Ciao, zia’ feci, quando entrai in cucina.

-‘Ciao, dormito bene ?’

-‘Oh, guarda, non so neppure che ora &egrave o come mi chiamo. Sono ancora a pezzi’

-‘Ti hanno ripassato per benino quei due assatanati, vero?’ disse la zia, mentre mi serviva un’abbondante colazione.

-‘Oh, sì, &egrave stata una cosa incredibile. Non avevo mai preso contemporaneamente due arnesi simili e poi quanto durano !’ risposi, iniziando a mangiare la mia colazione.

-‘Oh, io ho preso quello di Antonio per oltre 50 anni. E ti assicuro che me ne bastava ed avanzava uno solo. E poi, Alberto, con quella sua moglie. Quando venivano qui, tremava la casa. Come hai fatto a prenderli tutti e due assieme ?’

-‘Non lo so neppure io. E’ stato un godimento incredibile’.

-‘Su piccola, mangia, che ti devi riprendere, perché mi sa che oggi ti aspetta un altro rodeo simile’.

-‘Oh, zia, volevo dirti che il letto &egrave sporco di quantità incredibili di succhi. Ieri sera non siamo riusciti ad andare a ripulirci prima di addormentarci’.

-‘Mah, speriamo che non abbiate macchiato pure il materasso’ osservò la zia.

Finito di far colazione, presi un telo e mi stesi a prendere il sole nuda sul prato a fianco della casa. Stavo lì da un po’ quando sentii un rumore e vidi mio cugino che si avvicinava. Si sedette a fianco a me ed iniziammo a parlare.

-‘Allora, come va ? Sopravvissuta ?’ chiese.

-‘Sì, ma a fatica. Mi avete massacrato ieri fra te e tuo padre’ risposi.

-‘Ma oggi possiamo riprendere’ fece, mettendomi una mano sul culetto.

-‘Certo, ma dopo aver pranzato. Ora prendo un po’ di sole e mi riprendo dai vostri assalti di stanotte’.

-‘Va là, che ti &egrave piaciuto un sacco’

-‘Certo, ma sono ancora stanca dalle cavalcate. Pensa che tuo padre mi ha addirittura scopata in aeroporto mentre ti aspettavamo’.

-‘He he, il vecchio porco, sempre in cerca di un buco dove metterlo’

-‘Guarda che se sono qui a darti i miei buchi pure a te &egrave solo merito suo’

-‘Ma tuo marito non ti scopa ?’

-‘Sì, lo fa pure abbastanza spesso, ma non ha delle bestie come voi due’

Continuammo così a parlare, mentre lui mi accarezzava tutta, schiena, culo, gambe. Poi mi volta ed si lavorò pure il resto per bene, facendomi pure avere un orgasmo bellissimo. Infine, davanti alle sue rimostranze, gli dovetti fare un bel pompino, che ingoiai tutto. Stavamo ancora riposando, nudi, stesi in giardino, che uscì la zia per avvertirci che il pranzo era pronto. Ci alzammo e la seguimmo, io sempre nuda mentre lui si infilò i calzoncini che portava prima di mettersi a giocherellare con me.

-‘Allora, avete fatto i porcelli?’ chiese la zia, con un sorriso, durante il pranzo.

-‘No, ci siamo comportati bene, abbiamo solo conversato e giochicchiato un pò’ risposi.

-‘In realtà, abbiamo riposato’ confermò lui, ‘solo qualche piccola toccatina, così, per passare il tempo’.

Finito di pranzare, presi mio cugino per mano e mi diressi nella mia stanza, facendo pure segno allo zio di raggiungerci. Ero già bagnata sapendo quello che avremmo fatto. Ci stendemmo sul letto in tre ed in iniziammo a giocare. I duo uomini presero a toccarmi, carezzarmi baciarmi succhiarmi tutto il possibile. Io ebbi un primo orgasmo favoloso. Poi, uno alla volta, iniziarono a scoparmi, prima nella fighetta, poi nel culetto, succhiai i loro meravigliosi cazzoni e venni, venni un sacco di volta. Ed ogni volta era meglio della precedente. Stavolta furono più delicati della sera precedente ed il godimento fu maggiore. Poi, alla fine, quando stavano per esplodere (ma erano passate più di due ore), insistettero per scoparmi in due. Lo zio si stese ed io mi impalai su di lui, poi mi piegai per bene in avanti ed Alberto me lo mise nel culetto. A sto punto, strapiena con quelle due travi, non riuscivo neppure a muovermi per cui iniziarono a muoversi loro lentamente. Io venni ancora ed infine i due si svuotarono quasi contemporaneamente in me. Poi, uno alla volta, si sfilarono dai miei buchetti slabbrati e ci stendemmo a riposare ma cercando, questa volta, di non sporcare tutto. Alla fine ci lavammo e scendemmo.

-‘Dai, che dobbiamo andare a fare delle spese’ mi disse la zia quando arrivai in cucina, ‘vatti a mettere qualcosa e portami al supermercato’.

Al che, ritornai in camera mia, mi misi un top ed un paio di calzoncini, senza intimo, presi le chiavi della macchina, i documenti e raggiunsi la zia. Andammo alla città più vicina, dove c’era un grosso centro commerciale e facemmo delle spese. Ritornammo per ora di cena. Quando arrivammo, vedemmo che lo zio ed Alberto avevano preparato una grigliata. Cenammo e poi, come al solito, ci sedemmo per bere qualcosa. Di solito mi sedevo sulle ginocchia dello zio. Stavolta, invece, optai per il cugino. Mi denudai, gli abbassai i calzoncini e mi misi a cavalcioni su di lui, prendendomi tutto quel suo bell’arnese nella passerina con un bel sospiro. Restammo così per un bel po’, conversando tutti e 4, bevendo dei digestivi. Poi. Il cugino mi mise le mani sotto il culetto, io mi aggrappai al suo collo. Lui si alzò e mi portò in camera, tenendomi ben infilzata sul suo obelisco.

Quando arrivammo in camera, suonò il mio cellulare. Era mio marito. Nel frattempo, Alberto mi aveva stesa ed aveva iniziato a trapanarmi la fighetta con energia. Non vi dico la fatica di riuscire a sostenere una conversazione decente con mio marito, ma bene o male, riuscii a finirla.

-‘Sei un porco, almeno potevi farmi finire la telefonata’ dissi, mentre riprendevo ad agitarmi sotto di lui.

-‘Che vuoi, sentirti telefonare al tuo cornuto mi eccita ancora di più’ fece, trapanandomi con rinnovata foga.

Andammo avanti per un bel po’, cambiammo posizione più di una volta, lui sopra, io sopra, per davanti, per dietro, in piedi, contro il muro, a pecorina. Insomma le provammo tutte. Alla fine, Alberto venne e mi riempì la figa della sua sborra. Io, nel frattempo ero venuta un sacco di volte. Alla fine, ci lavammo e ci stendemmo a dormire, soddisfatti. L’unica cosa, mi ero sorpresa di non vedere lo zio Antonio.

La mattina seguente, mi svegliai sentendo qualcosa di caldo dentro la mia passerina. Era Alberto che, appena sveglio, aveva pensato bene di scoparmi nuovamente, rinvigorito dalla bella dormita. Scopammo in modo selvaggio per un’ora buona. Io ebbi, al solito, almeno una dozzina di orgasmi, mentre Alberto si tratteneva per durare di più. Alla fine mi inondò la fighetta. Quando finimmo, ci facemmo una doccia e scendemmo per colazione. Dopo aver fatto colazione, io mi stesi sul prato, come gli altri giorni ed Alberto andò ad aiutare suo padre nei lavori della fattoria.

Siccome il giorno seguente sarei tornata a casa mia, quel pomeriggio e quella notte i due mi scoparono fino all’inverosimile, lasciandomi distrutta.

Al mattino seguente mi alzai molto tardi, era quasi mezzogiorno, tanto che non feci neppure colazione, passai direttamente al pranzo. Infine preparai i miei bagagli, misi qualcosa di appena decente e, con la mia macchina, ritornai a casa. Era stata una settimana veramente eccitante, avevo fatto scorta di cazzi per un bel po’, pensai mentre guidavo. Poi dovetti pensare a cosa avrei raccontato a mio marito.

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