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Interviste Erotiche

Intervista a me

By 30 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

—Nome?
> Nereis
— Si, ma nome vero?
>Nereis andrà benissimo
—Età?
> Vabbè, un po’ d’immaginazione, nereis82!! Ho 28 anni
—Era per rompere il ghiaccio, se vuoi puoi marzullamente farti delle domande e darci le risposte
>Nono, continua tu, ti prego
—Bene. Lasciamo perdere le generalità allora. Perché hai voluto un’intervista?
> Perché volevo trovare il modo di rispondere indirettamente a chi si è gentilmente preoccupato di scrivermi già dopo il mio primo racconto
— Perché indirettamente?
>Bè mi sono appena cimentata in questa cosa, ho ancora quegli imbarazzi iniziali di chi sperimenta qualcosa di nuovo.
— Ma hai già scritto un secondo racconto per ringraziarli
> Quello me lo hanno ispirato loro, ma non è una risposta e non dico nulla di me.
—Nemmeno prima hai voluto dire nulla di te.
>Nulla di anagrafico, qualcosa di più interessante se vuoi te la dirò
—Allora passiamo subito al piccante, i tuoi racconti sono veri o solo fantasie? alcuni sostengono che siano troppo, come dire, specifici, che danno l’idea di realtà.
>Per ora fantasie chiaramente ma lo specificherò di volta in volta, il fatto è che scrivo perché sono eccitata o per eccitarmi mentre mi masturbo, quindi metto su carta immagini molto vivide nella mia mente
— ci hai messo molto per pubblicare il secondo racconto
>ecco, *imbarazzata* come scrivo per masturbarmi così mi masturbo mentre scrivo, e sono un po’ lenta a scrivere, non posso essere sull’orlo dell’orgasmo per due ore al giorno, oltre a essere sfibrante mi manca il tempo materiale. E poi non riuscirei a studiare.
—quindi studi, cosa?
> niente anagrafica
— d’accordo. Come ti masturbi allora.
>non ho ancora un vibratore quindi cerco in casa qualcosa di utile come la bottiglietta del deodorante, non mi và di provare con i vegetali anche se mi sono stati consigliati. Ma quello è solo per tenermi eccitata, per godere mi struscio sul cuscino cercando una stimolazione del clitoride non troppo diretta e più ruvida, anche perché mi bagno parecchio.
— perché non hai un vibratore?
>fino a poco fa non ne avevo bisogno, ora sono single, e visto che intendo rimanerci per un po’ penso di prenderne uno.
— bè ma può essere anche una piacevole distrazione con il tuo ragazzo
> credimi, avevamo dei giochini ma in generale non ci serviva nulla, anche se avevamo in progetto di comprarlo al primo periodo di ‘stanca’ per ravvivare alcuni momenti. in tanti anni l’unica cosa che è sempre andata bene è stata il sesso
— tanti quanti?
> ‘mmm ‘
— ok, ok. Allora com’era il sesso? Suppongo che ti piaccia essere sottomessa.
> non sono una schiava. mi piace essere dominata, è leggermente diverso, e poi mi piace che i nostri ruoli si possano scambiare a seconda dell’estro del momento. Mi piacciono le parolacce e l’amore romantico. Non apprezzo le sedute di ginnastica piuttosto che di sesso, in cui cambi 2000 posizioni in 12 minuti, ma odio anche annoiarmi alla missionaria. Tutto ciò che non ha un buon odore è fuori dalla mia portata ma se è pulito ti assicuro che poche donne sanno succhiarlo come me. Il dolore, se in quantità modeste, può farmi impazzire. Tieni conto che nei racconti vado ben oltre i miei normali limiti (e non solo riguardo il dolore) ma quando leggi spesso sei solo quindi servono stimoli più forti per ottenere i risultati che cerchi. Anche se rimango dell’idea che molte cose bisogna provarle prima di decidere che non ci piacciono
—mi hai detto tutto ma non mi hai detto niente
> hehe, è vero, scusa. Allora ti faccio un esempio e per cambiare un po’ ti racconto di una volta in cui io ho dominato.
—sono tutt’orecchie
> era stata una pessima giornata e io avevo litigato con un sacco di gente. Non sono una che litiga quindi non sono brava a sfogare tutta la rabbia finita la discussione, anche perché se mi incazzo davvero il povero malcapitato se lo ricorderà a lungo. Spesso la rabbia mi si trasforma in voglia di cazzo e viceversa, se non ho un cazzo a disposizione, ma non era quello il caso. Tornai a casa sbattendo la porta e mi diressi verso il salotto, lui era avanti alla tv ancora con la cravatta, doveva essere tornato da pochissimo, mi lasciai cadere al suo fianco e gli fregai la birra. Mi guardò e mi chiese
– tutto ok?
-ovviamente no! Mi girano le palle, quei maledetti pezzi di merda!
Mi alzai di scatto e presi una sigaretta. L’accesi ma nemmeno la fumavo.
-vuoi sfogarti?
– perché vuoi fare da capro espiatorio? Non te lo consiglio
In realtà stava solo aspettando la mia trasformazione da troia incazzata a porca assatanata e di capire se avrei voluto essere dominata o scoparmelo senza ritegno. Si alzò e mi venne incontro
-su piccola, lo sai che sono solo cazzate, domani avrai dimenticato tutto
-CAZZATE? CAZZATE? Non parlare di quel che non sia, sono furiosa.
Lo spinsi sul divano e ci cadde sopra. Gli montai su come per cavalcarlo e lo afferrai per il bavero
-sei solo un piccolo presuntuoso menefreghista. Mica mi hai chiesto qual’era il problema
-amore ci ho provato ma ‘
-ma un cazzo! Volevi farmi sfogare? Bene!
Lo strattonai a terra e mi sedetti al suo posto a gambe larghe piazzandoci la sua faccia al centro.
-vediamo che sai fare, senza mani e senza spogliarmi.
Comunque avevo la gonna e non sopporto i collant quindi autoreggenti. C’era solo il velo del perizoma tra la mia figa e la sua faccia. Annusò a fondo e cominciò a strusciarci il naso per far aprire un po’ le labbra. Io continuavo a bere la birra e iniziai a fare zapping per non far vedere quanto apprezzavo il trattamento, anche se gli umori che mi colavano rimanevano un segno inequivocabile. Aveva preso a mangiarmela, grandi morsi piacevoli con la bocca spalancata finché le mie grandi labbra non si spalancarono, quindi iniziò a leccarmela lentamente attraverso il perizoma, per poi cercare di spostarlo nel tentativo di penetrarmi la figa con la lingua. Fantastico, anche troppo. Appena allontanò la bocca per riprendersi ne approfittai
-chi cazzo ti ha detto di fermarti! Qui comando solo io!
Gli feci appoggiare la testa sul divano con il viso verso l’alto e mi ci sedetti sopra aggrappandomi alla spalliera,
-vediamo se così capisci che solo io decido quando puoi staccare la faccia dalla mia figa
Facendo attenzione che non gli mancasse mai l’aria gli strusciai la figa sul viso come quando mi masturbo sul mio cuscino.
– lecca o non sarai più utile del mio cuscino. Tu ora sei solo il mio giocattolino, devi fare tutto e solo ciò che ti ordino è chiaro?
-mmmsimmfpadrommmnamf
Ero già sull’orlo dell’orgasmo ma avevo deciso che ne avrei avuto solo uno e che sarebbe dovuto essere sfibrante. Gli afferrai i capezzoli e strinsi finché non gemette nella mia figa. Ero costretta a fermarmi.
– a terra ora, e baciami i piedi, attento a non farmi il solletico o te ne pentirai.
Non amo i giochi con i piedi per via del solletico ma dovevo prendere tempo e magari avrei potuto punirlo e invece lui fu perfetto. Mi arrabbiai di nuovo.
-che cos’è quel sorrisetto soddisfatto? Sei fiero di te, vero? Esattamente come quegli imbecilli di oggi, stai facendo solo il tuo lavoro!
Avevo trovato il modo comunque. Andai a prendere un nastrino elastico e glielo legai avvolgendo per bene l’asta del suo magnifico cazzo
-così se ti dovesse piacere quello che sta succedendo il cazzo ti farà male e la voglia ti passerà!
In realtà era un po’ più stretto solo alla base per funzionare da cockring e fargli avere un’erezione anche migliore. Mi piace che il mio ragazzo goda ma non potevo perdere il mio potere. E poi morivo dalla voglia di impalarmici sopra, lo volevo durissimo pronto a sfondarmi. Lo portai in camera da letto sempre tenendolo per la cravatta, tutto vestito con il cazzo da fuori avvolto nel suo bozzolo. Cominciai un sensuale spogliarello tenendolo in ginocchio accanto al letto, rimasi solo con le autoreggenti e le scarpe, poi mi misi un corpetto di pizzo e cambiai le decolté con un paio di stivali aggressivi, infine la bella maschera che comprai a venezia anni fa e il rossetto rosso mat. Presi il frustino per completare la scenografia. Lo spinsi a terra con un calcetto e appoggiai lo stivale sul suo cazzo premendo un po’.
-sai di essere la mia troia? Il tuo cazzo e tu, siete miei, i miei giocattolini, potrei schiacciartelo e tu non potresti fiatare.
– sono il tuo schiavo, completamente tuo.
– bene, fuori la lingua allora.
Ci appoggiai su il frustino
-succhia.
Era bellissimo, a terra ancora vestito che leccava il frustino mentre gli schiacciavo il cazzo e le palle.
-Alzati troia e spogliati, poi mettiti a pecora sul letto.
Nel frattempo presi un piccolo intruder dal comò, di quelli che lasciano fuori un diamantino e quando fu sul letto glielo diedi da leccare. Quando decisi che volevo su di me le sue labbra lo feci girare e lo inculai. Lì pensai che avremmo dovuto acquistare presto uno strap on che mi permettesse contemporaneamente di incularlo e avere un vibratore nella mia figa. Lo feci sedere sul letto con il plug piantato nel culo e gli diedi le mie tette da leccare. pian piano gli salii in braccio e cominciai a strusciare la figa sul suo cazzo. Come immaginavo quell’elastico l’aveva reso ancora più duro. Mi ci impalai senza nemmeno toglierglielo, gli dava più spessore e faceva un attrito pazzesco, nonostante io fossi fradicia. Il suo cazzo è perfetto per me ma in quel momento desideravo anche quel piccolo dolore.
-così sei veramente solo un oggetto, potrebbe anche non esserci il tuo cazzo lì dentro, fammi almeno vedere che lo sai muovere troia. Ora sì che è della misura giusta per la mia figa.
I suoi colpi si unirono alla mia foga portandomi ad un orgasmo devastante. Mi accasciai su di lui e me lo sfilai. Mi alzai e mi sedetti sulla sua pancia dandogli le spalle. Gli slegai il cazzo mentre strusciavo la figa su di lui per tenermi ancora attiva. Mi alzai dal letto e lo feci stendere sul bordo. Mi infilai la sua mano destra nella figa egli ordinai di farsi una sega con l’altra, mentre gli facevo succhiare il filo zuppo e gli solleticavo le palle e il perineo muovendo di tanto in tanto il plug nel suo culo.
-fammi vedere che sei la mia troia, su.
Godemmo quasi insieme, tolsi la sua mano dalla mia figa e la passai sulla sua sborra
-succhia
Lo fece guardandomi negli occhi e io unii la mia lingua alla sua, poi mi accasciai al suo fianco distrutta.
-grazie amore, ne avevo davvero bisogno
-lo so, penso che dovrei pagare quegli idioti per farti incazzare regolarmente.
>Fine
— non vuoi dirci nemmeno perché vi siete lasciati? Con tutta quest’intesa ‘
>il sesso non è tutto, basti questo.
—già. Allora cos’altro vuoi dirci di te?
>vorrei chiedere scusa a chi sarà così gentile da scrivermi dei commenti nonostante io non abbia risposto. Per ora ancora mi vergogno, ma penso di avervi fatto capire che apprezzo moltissimo. Ad ogni modo non sarò la schiava di nessuno, non è nella mia indole.
—questo terzo racconto è stato pubblicato lo stesso giorno del secondo, ne avevi già pronti due?
>no, oggi ho finito il secondo e scritto il terzo. Sono in vacanza e tra pochi giorni andrò per un mesetto all’estero, senza il mio pc potrò controllare al massimo la posta ma non potrò scrivere, quindi ho fatto un piccolo sforzo per dire subito quello che volevo.
—quindi ‘
> esatto, al momento sono sfinita da tre orgasmi e ore di masturbazione, il mio cuscino è fradicio e penso di essere stata geniale a sigillare il deodorante prima di usarlo o adesso sarei in fiamme.
—fortunata che sono un professionista
>hehe, semmai ti inviterò a bere qualcosa dopo il lavoro
—vedremo. Altre dichiarazioni?
>si, vorrei far sapere agli autori che mi hanno scritto che già conosco i loro racconti e sono ovviamente tra i miei preferiti visto che nelle mia fantasie la dominazione è l’argomento sovrano, se posso aggiungerei che ho solo una critica generica, alle volte si fanno prendere dalla fretta e scarseggiano di dettagli o sono troppo brevi quando c’è una buona idea che meriterebbe di essere approfondita, ma ripeto che è un’osservazione generica dei racconti che leggo sul sito. Un apprezzamento particolare a chi ha cominciato a scrivere dopo di me e mi aveva chiesto un parere via mail: per me sei davvero bravo.
Credo di aver detto tutto. Grazie per l’attenzione e buone vacanze.
—bene allora abbiamo finito. Buone vacanze anche a te.



>allora ti va di andare fuori a bere qualcosa?
—veramente preferirei ‘offirti’ io qualcosa da bere, se ti và, possiamo anche rimanere qui ‘
>si può fare ‘ hai spento il registratore?
—si,si, tranquilla

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