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Interviste Erotiche

Intervista a Paty

By 26 Aprile 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

_ Leon: Ciao Paty! Prima di intervistarti ho dato un’occhiata alla tua pagina personale sul sito e, nella presentazione, ho letto che amavi scrivere sin da quando eri ragazzo. C’&egrave stato un momento preciso in cui hai deciso di calare il sesso nelle tue storie?

_ Paty: Molto presto.
Ero poco più che adolescente, mi trovavo in Etiopia, con la famiglia, avevo perduto la mamma da pochi giorni, in un tragico incidente.
La giovane figlia della nostra domestica di colore (aveva qualche anno meno di me, ma per la loro razza e i loro costumi era sessualmente matura) ritenne di consolarmi infilandosi nel mio letto. Fu il mio primo rapporto sessuale’

_ Leon: A tutt’oggi, se non mi sbaglio, tra racconti e poesie hai pubblicato su Milù quasi 150 opere, a cui si aggiunge anche un romanzo breve. Se pensiamo che il tuo esordio nel nostro sito &egrave avvenuto nel giugno del 2003, direi che tieni un ritmo impressionante! O forse si tratta anche di storie che avevi già scritto in passato?

_ Paty: Il romanzo breve, tutte le cosiddette poesie e alcuni racconti erano nel cassetto. Gli altri sono venuti dopo.

_ Leon: Hai mai scritto racconti non erotici?

_ Paty: Si. Sono un vecchio pubblicista. Ho collaborato con alcuni quotidiani a tiratura nazionale, sia nel campo della cronaca, che del costume, della sociologia e’ perfino in cronaca giudiziaria!
Principalmente ho trattato le genti, i loro usi, i loro costumi.

_ Leon: Da cosa nasce, di solito, un racconto di Paty?
_ Paty: Da quanto ho raccolto in innumerevoli colloqui, per motivi professionali e anche per semplice interesse (mai curiosità superficiale ), e da eventi del momento, anche da eventi di cronaca (ho trenta tra agende e notes di appunti!).
Sin da giovane, per la capacità di ascoltare e non dare pareri non richiesti, mi hanno chiamato ‘il confessore’!

_ Leon: Bello ‘il confessore!” Hai mai scritto un racconto di pura fantasia?

_ Paty: Si, certo, ma non sono molti. Di solito il nocciolo, il core, &egrave realtà. Luoghi, persone e modalità risentono molto della fantasia.

_ Leon: Pensi che il cosiddetto ‘senso del pudore’ sia qualcosa di innato oppure che si tratti di una questione di mera educazione?

_ Paty: Il fatto stesso che si parli di ‘comune senso del pudore’ e che i confini di esso varino a seconda dei tempi, dei luoghi, delle genti, mi induce a ritenere che quasi tutto dipenda da regola voluta e imposta dall’uomo.
Il ‘pudore naturale’, ritengo, &egrave il senso di imbarazzo, si potrebbe dire di vergogna, che proviamo nel palesare alcune nostre particolarità che riteniamo sconce.
Ho visto personalmente, in alcuni luoghi considerati poco civili, donne che si fermavano, si accoccolavano e mingevano. Tutto naturale. Come &egrave naturale mostrare il proprio corpo. Le stesse donne, però, cercavano di occultare i propri genitali allorché erano in mestruazione.

_ Leon: Molti dei tuoi racconti trattano il tema dell’incesto. &egrave anche un omaggio alla cultura classica, della quale trovo tu sia molto permeato? Inoltre, pensi davvero che i rapporti sessuali tra consanguinei siano così ‘naturali’ come li descrivi in certe storie?

_ Paty: Le religioni primordiali che l’uomo si &egrave costruito, hanno cominciato a condannare l’incesto solo quando hanno ritenuto fosse giunto il momento di regolare i rapporti nella famiglia.
Prendiamo alla Genesi: Adamo ed Eva e i loro figli’ &egrave intuibile come sia avvenuta la prosecuzione della specie. Le figlie di Lot? Ed i passi biblici in cui la stessa schiava era del padre e del figlio?
Edipo, Giocasta’.
Gli altri animali, del cui regno fa parte anche l’uomo, non consultano l’albero genealogico prima di accoppiarsi!
Sì, penso che tali rapporti siano ‘naturali’.
Non per questo, però, li esalto e li propagando. Mi limito a raccontarli.
_ Leon: I protagonisti dei tuoi racconti hanno, mediamente, un’età relativamente bassa. &egrave un espediente per riversare in parole alcuni aspetti della tua giovinezza?

_ Paty: E’ indubbio che ci sia spesso una proiezione di me, della mia giovinezza, del vissuto, del desiderato, del fantasticato, ma scelgo prevalentemente protagonisti giovani perché ritengo che nei giovani sia maggiore la istintività che non nei maturi.

_ Leon: Il tuo più grande pregio? Ed il tuo più grande difetto?

_ Paty: Pregio? Forse la sincerità, la lealtà, l’insofferenza per l’ipocrisia, l’ingiustizia.
Difetto? La presunzione di credermi capace di comprendere anche i recessi dell’animo, spirito, umano, e di saper rappresentare avvenimenti e sentimenti.

_ Leon: Pensi che, nel tempo, lo stile dell’autore di racconti erotici Paty abbia subito variazioni significative? E, in caso affermativo, cos’&egrave cambiato?

_ Paty: Lo stile, ritengo, &egrave la creta con cui si realizza uno scritto. E’ logico che risenta del momento creativo, della finalità, delle nuove conoscenze acquisite, delle nuove esperienze.
Credo che, anche se lieve, addirittura impercettibile, ci sia sempre un cambiamento, o meglio un adeguamento alla finalità.

_ Leon: Parenti e amici sono a conoscenza della tua opera erotica?

_ Paty: No!

_ Leon: Alcuni racconti denotano un forte attaccamento dei loro autori alla propria terra. Tu mi sembri invece più legato ‘al mondo che hai visto’. &egrave così?

_ Paty: Per come ho vissuto la mia lunga vita, non mi &egrave agevole stabilire quale sia la ‘mia terra’. L’ideale sarebbe una ‘terra mosaico’ fatta di tanti pezzettini ognuno tratto dal mondo conosciuto.
Condivido i versi di Rupert Brooke, la mia terra sarà quella dove sarò sepolto: if I should die’ there’s some corner’ for ever England!

_ Leon: Dovessi cambiare città, dove ti piacerebbe vivere?
_ Paty: Nel luogo che non c’&egrave: dove buongiorno significa solamente buongiorno (Zavattini).

_ Leon: C’&egrave un evento della tua lunga vita che reputi particolarmente bello e vorresti salvare dall’oblìo?

_ Paty: La nascita dei miei figli’

_ Leon: Se c’&egrave, qual &egrave il più grande rimpianto di Paty?

_ Paty: Non riesco ad avere rimpianti, forse qualche rimorso.

_ Leon: Il più bel libro che hai letto?

_ Paty: So di essere banale: La Divina Comedia!

_ Leon: Se non sbaglio, tu sei veneziano. Hai mai pensato di scrivere un racconto che avesse come sfondo il celebre ‘Carnevale’? O forse lo hai già scritto e a me &egrave sfuggito?

_ Paty: No, non ho mai scritto qualcosa che si riferisse al ‘Carnevale’, se non in alcuni articoli di cronaca e colore.

_ Leon: C’&egrave qualcuno dei tuoi racconti a cui ti senti particolarmente legato? Perché?

_ Paty: In moltissimi c’&egrave qualcosa di me, della mia vita, delle mie illusioni, delle mie delusioni.

_ Leon: Che valore ha, nella tua vita, la memoria?

_ Paty: E’ il più grosso, inviolabile tesoro della mia vita. E’ mia!

_ Leon: Hai mai pensato di scrivere un racconto sul tema dell’omosessualità?

_ Paty: No. E’ un comportamento che non giudico, ma che non mi interessa.

_ Leon: Credi nell’amore eterno?

_ Paty: No.
_ Leon: Un sogno nel cassetto?

_ Paty: Seguitare a mantenere una certa lucidità mentale, senza la quale &egrave inutile seguitare a vegetare.

_ Leon: Permettimi ancora una domanda. Al nostro sito si collegano quotidianamente giovani, persone di mezza età e anche anziani. Da uomo che ha visto tanto nella vita, che consiglio ti sentiresti di dare a ciascuna delle tre categorie di lettori?

_ Paty: La tua domanda riguarda un tema che richiederebbe trattati filosofici, etici, sociologici, che comunque non potrebbero mai esaurire l’argomento!
Perciò, solo una indicazione telegrafica, anche se scontata.
Giovani, operate perché il vostro domani sia il più sereno possibile.
Maturi, vivete l’oggi così come vi detta la parte migliore di voi.
Anziani, non rimpiangete il passato, non &egrave stato così bello come vi ostinate a voler ricordare. E poi, a che pro’ piangere sul latte versato? C’&egrave già tanta acqua dentro!

_ Leon: Ti ringrazio!

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