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Lirica erotica

Buon appetito

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Lei: Buon appetito, cowboy!

Lui: Non sono un morto di fame, mia bella porcona.

Lei: Ma sé &egrave dritto e lungo come un salame di Felino!

Lui: Proprio come le tue tette e i tuoi capezzoli puntuti, dolcissima femmina.

Lei: Cosa vuoi da me?

Lui: E tu? Cosa vuoi da me, tu? Pensi che per me non esista che il tuo buco, in cui scaricarmi per poi tornarmene a fare i cazzi miei?

Lei: Che cosa vuoi dire?

Lui: Rispondimi: sei felice di essere femmina?

Lei: ‘..?

Lui: Direi di sì, da come apri le cosce, da come ti brillano gli occhi, da come mi offri i seni. E allora: io sono felice di essere uomo. Di avere questo cazzo pieno e caldo, di farti vedere la sua forza, la sua bellezza, la sua fragilità di cosa viva. Questo non &egrave un paletto da piantare per delimitare il territorio, ma &egrave la porta della mia anima: qui si concentrano passione e desiderio, che prima ho nutrito con la fantasia aspettandoti. Il mio cazzo, sì. Chiede di essere preso, proprio come la tua figa, che aspetta di essere piena di uomo e non di un pezzo di carne. E allora prendilo tra le mani, e parlagli del tuo desiderio. Fammi passare i tuoi pensieri attraverso la sua pelle bollente, mentre io guardo i tuoi seni, aspiro il profumo della tua pelle eccitata, sfioro le pieghe della tua femminilità, e la seta della tua vanità. Non bruciarne la forza ma aspirala attraverso le dita, sentila nella mente prima che tra le cosce. Palpami lentamente guardandomi negli occhi e dicendomi in silenzio che cosa troverò, cercandoti. Scappellami il glande come si sbuccia un frutto, e prendilo tra i tuoi grandi seni come un gatto, accarezzandolo con la loro pelle e baciandolo col tuo sorriso.

Lei: Volevo farti felice’

Lui: E ci sei riuscita’ perché ne dubiti?

Lei: Vuoi giocare o scopare?

Lui: Ti voglio tutta. Voglio i tuoi capelli mossi dalla frenesia del piacere, i tuoi occhi che mi accarezzano l’uccello, i tuoi capezzoli sui miei, le tue mani sui miei coglioni, le tue cosce attorno alla mia testa mentre assaggio i succhi del tuo desiderio. Voglio arrivare al fondo del tuo essere, attraverso i territori più vicini e noti per scoprire l’ingresso nascosto che conduce al cuore della tua femminilità. Attraverso la pelle, attraverso la voragine bagnata che hai aperto alla mia forza, voglio scendere nel mistero delle tue sensazioni, scoprire il segreto che ti renda incondizionatamente mia. Quel segreto che, conosciuto, mi renda padrone della tua tenerezza e superflua ogni attesa e ogni desiderio. Voglio che attraverso il mio pene entri in te la mia virilità, e diventata una cosa sola con la tua femminilità, ogni tuo desiderio mi contenga, ogni tua intima sensazione abbia la forma delle mie mani, ogni fremito che ti coglie improvviso ti ricordi il mio cazzo dentro di te, o le mie labbra sui tuoi capezzoli.

Lei: Questo &egrave troppo’

Lui: Questo &egrave ciò che l’assoluta sensualità del tuo corpo in calore mi ha acceso nell’anima. La tua rosa di carne non &egrave solo un fiore da bagnare di rugiada, ma &egrave la droga della mia carnalità, il completamento della mia felicità. Da oggi io esisto, questo pene eretto esiste, solo per tenere sempre vivo, palpitante, acceso, esorbitante, fremente, esplosivo, schiavo, rotondo ed eccitante il tuo corpo. Per fare di questo tuo gesto l’essenza del nostro desiderio.

Lei: Tu vuoi la felicità prima di averla presa’

Lui: Non voglio una risposta meccanica a uno stimolo inguinale, ma la TUA felicità, il tracimare maestoso della tua gioia di essere donna.

Lei: Cosa sai dell”essere donna’, che mi giudichi con tanta facilità?

Lui: So del mio essere tutto nel mio pene ‘ quando ti vedo ‘ che non posso credere non ci sia l’uguale nel tuo corpo; dove sei tu, in questo momento?

Lei: La mia vita corre’ sì’ la sento correre sul filo della schiena, e unire le mie bocche in un circolo infinito di desiderio e di trasporto. Quello che l’una dà, l’altra chiede, e non so più quale delle due chiede e quale vuole dare. Lo vedo il tuo cazzo’ sì’ ma tu mi hai fatto perdere il capo e la coda del mio sentire, e non so quale delle mie bocche lo chiede, lo desidera, lo vuole, e quale invece &egrave votata al suo piacere, all’eruzione schiumante del fuoco che lo infiamma. Tutte e due gocciolano di desiderio come frutti che hanno atteso troppo di essere colti, e si sono spaccati per l’eccessiva dolcezza della loro polpa. Mangiami’ mangiami’ &egrave tenera la mia pelle di fuori, immagina quella dentro’ dentro le mie bocche calde e bagnate’ Fammi sparire tra le tue mani, confondimi coi tuoi desideri, trattami come tratti i fantasmi carnosi che abitano i tuoi sogni.

Lui: Le tue parole sono come le tue mani: mi porgono te, la tua anima. Non c’&egrave millimetro del tuo corpo che non desideri toccare, assaggiare, annusare, scrutare e bruciare in un delirio erotico. Non negarmi nulla, apriti tutta, fai di ogni poro della tua pelle una bocca pronta a ricevere e a baciare.

Lei: Ti voglio baciare tutto, con tutte le mie bocche. Voglio posarti la figa sui capelli, sul collo, sulle cosce, avvolgerti i piedi e la faccia tra le mie grandi labbra’

Lui: Sto entrando dentro di te’

Lei: Ti sento come non ho mai sentito altri in vita mia’ sta entrando qualcosa di più grande del tuo cazzo’ mi stai riempiendo con la tua vita, col tuo mondo, coi tuoi sogni’

Lui: Quello che senti non &egrave il mio cazzo, ma &egrave la mia storia: c’&egrave tutta la mia attesa che lo gonfia e lo fa palpitare come se quello che lo avvolge non fosse la tua femminilità bagnata, ma la bocca della due dell’amore.

Lei: Noi non stiamo scopando’

Lui: No. Stiamo diventando un corpo solo, un terzo corpo che non sarà più tuo che mio, l’unione inestricabile delle nostre sensualità.

Questa fantasia lirica &egrave dedicata all’inafferrabile e dolcissima Mrs. Robinson.

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