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Orgia

010 Valeria e i guardoni 11

By 20 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XII ‘
Orgasmo senza fine.

Isidoro stuzzicò il fuoco nel caminetto della cucina e guardò fuori dalla finestra ‘stanno arrivando’ disse al fratello Riccardo. Due vecchie Golf color caffellatte parcheggiarono nell’aia della vecchia casa colonica. Scesero Carlo, Santino, Francesco e il Vecchio. Salirono in casa e Carlo fece le presentazioni. Riccardo prese la parola ‘amici, siamo tutti uomini maturi dato che il più giovane di noi ha più di cinquanta anni’ tutti ascoltavano in silenzio ‘ma ci sentiamo ancora vogliosi ed avere conosciuto questa coppia ci ha regalato una ventata di gioventù. Anche mio fratello Isidoro ed io qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di guardare questa giovane così bella ed abbiamo compreso perché vi piace tanto. Ora abbiamo due problemi da risolvere: il primo &egrave che siamo in sei mentre dovremo essere al massimo in quattro, il secondo &egrave che a mio fratello e a me non ci basta guardare. Noi la bimba c’&egrave la vogliamo trombare. Voi che né pensate?’
Il primo a parlare fu Santino ‘la speranza di farci qualcosa c’&egrave l’abbiamo tutti, ma dipende solo da lei. Se ci sta a fare delle cose o no.’
‘non dipende solo da lei’ rispose Riccardo ‘ma anche dal suo ragazzo, da noi, dalle circostanza e dalle convenienze. Se saremo convincenti nel dare sicurezza, nell’evitare problemi e piccoli vantaggi sono convinto che la ragazzina ci darà grandi soddisfazioni’
‘se vengono ad esibirsi lui ci gode a mostrarla ad altri uomini e a lei piace avere tanti ammiratori’ commento il Vecchio.
‘Lo penso anche io’ assentì Riccardo ‘credo che siamo tutti d’accordo su questo, ma se qualcuno preferisce guardare e basta lo dica ora’ e rivolse uno sguardo interrogativo a Carlo.
Tutti rimasero zitti.
‘molto bene’ continuò Riccardo ‘ora il numero dei partecipanti. Siamo in sei, e la bimba né vuole quattro alla volta. Propongo di fare due squadre da tre’
Il Vecchio parlò ‘Io sono rimasto fuori per tre mesi, non mi piace la prospettiva di rimanere a secco per due settimane. Se si fa il gruppo da quattro c’&egrave la godiamo due volte su tre.’
‘per me va bene’ disse Isidoro e tutti assentirono ‘questi sono sei biglietti con i nostri nomi’ mostro un piatto di vetro con sei biglietti piegati in quattro.
‘pescane quattro’ e porse il piatto a Carlo.
Uscì per primo proprio il nome di Carlo, poi quello di Riccardo, il Vecchio e Francesco. Loro erano i quattro fortunati per quella sera.

Erano seduti al bar lungo il Corso principale e Giovanni parlava di calcio con Terenzio, il ragazzo di Caterina. Alto e un po’ allampanato, la testa piena di riccioli neri, aveva la sua età e non seguiva molto lo sport. Terri era di famiglia benestante ma si vestiva sempre sdrucito, perché amava definirsi alternativo. Caterina era una biondina magrolina con gli occhi azzurri che parlava fitto e veloce. Due anni prima, quando Vale gliela presentò come ‘la mia più cara amica’, Giovanni l’aveva anatomizzata con uno sguardo: tette normali ma ben fatte, bel culetto, gambe discrete. Quando aveva commentato ‘mica male la tua amica’ per tutta risposta aveva ricevuto da Vale uno sguardo omicida. Da allora era sempre stato gentilmente indifferente con Caterina, ma dentro di se pensava ‘se capita me la scopo’.
Quel giorno Valeria e Caterina stavano animatamente parlando di borse, moda e costumi da bagno. Lui e Terenzio erano completamente tagliati fuori dal discorso. Del resto i due ragazzi non erano proprio amici, piuttosto erano i boy-friend di due ragazze amiche. Così &egrave la vita. Quando un uomo si mette insieme ad una donna lei conserva tutte le sue amicizie. Lui cerca di mantenere le sue; come e quando può.
In quel momento arrivo un’altra loro amica, Cleo. Bacio Vale e Caterina con enfasi e saluto distratta i ragazzi che invece la puntarono col solito interesse. Prese una sedia e si sedette al loro tavolo nel bar, ordinando un campari soda. In poco meno di trenta secondi, parlando una su l’altra, si scambiarono tutte le notizie del caso. Vale e Caterina erano entusiaste alla proposta.
‘il negozio &egrave pieno di belle cose’ diceva Cleo ‘la prossima settimana faranno un rinnovo dei locali ed una grande svendita di scarpe, borse, costumi per il mare, accessori, cinte, insomma, tutto. Una libidine’
‘&egrave veramente magnifico e noi possiamo andare prima?’ Chiese elettrizzata Valeria
‘si, la domenica quando il negozio &egrave chiuso, scegliamo tutto quello che vogliamo, il proprietario lo ripone a parte, poi il martedì si passa a pagare, sai per la data sullo scontrino’
‘splendido, mi compri una borsa di Braccialini?’ chiese Vale a Giovanni.
‘e chi &egrave? Non lo ho mai sentito.’
‘come al solito. I maschi se non si parla di calcio o di sesso sono completamente inutili’ stizzita riprese a parlare con le amiche.
‘ora vi dico il bello’ Cleo abbasso il tono di voce e Caterina e Vale si accostarono come cospiratrici ‘possiamo avere gratis delle cose, per esempio i costumi per il mare’
‘non mi dire e come?’
‘lo conosci il padrone?’
‘Certo, &egrave quel tipo piccolino sempre tirato e impomatato’
‘esatto, devi sapere che &egrave un lumacone bavoso ed io ho fatto con lui la carina’
‘Cleo sei incorreggibile! Carina quanto?’ disse Caterina scandalizzata
‘frena sciocca, solo a parole. &egrave uno che ti fa subito la corte, parte con le battutine, le frasi a doppio senso, ti sfiora. Io gli ho dato spago’
‘di questi tipi &egrave pieno il mondo, poi cosa &egrave successo’ chiese Valeria
‘non ora, sono in ritardo e devo andare’ taglio corto Cleo ‘vi spiego tutto questa sera dopo cena a casa mia’
‘accidenti’ disse Vale ‘questa sera non posso, abbiamo un impegno dopo cena’
‘non puoi rimandare’ la prego Caterina che non vedeva l’ora di sapere.
‘no, dobbiamo incontrare certi amici di Giovanni che voi non conoscete’ Vale fu evasiva e sperò di nascondere l’imbarazzo ‘ci vediano domani qua al bar, alla stessa ora’
‘bene! Domani stessa ora ciao a tutti’ Cleo si alzo e si allontanò con la sua famosa camminata.

Era passata una settimana dall’ultima volta che erano andati a esibirsi per i guardoni e il nuovo posto era piaciuto a Valeria. Le dava tranquillità l’idea di un luogo segreto e limitato a soli quattro habitu&egrave. Non c’era il pericolo che qualcuno la riconoscesse infamandola per tutta la città. Una prospettiva che era insopportabile. Così al ristorante fu allegra e rilassata. Mangiò poco ma bevve molto e Giovanni non si lasciò sfuggire l’occasione di riempirle spesso il bicchiere del vino e a fine pasto ordinò due Oban. Giovanni, con la scusa che guidava, verso gran parte del suo wiscky e Valeria non rifiutò di bere. Era ben disposta.
Lui sapeva che i guardoni quella sera sarebbero stati in quattro, anche se non sapeva chi dei sei. Vale era già brilla e sarebbe stata scatenata. Guardò l’orologio poi Valeria. Lei fece si con la testa, allora mando il solito msm col telefono. ‘saremo al podere tra trenta minuti’. Tutto era perfetto.

In automobile Valeria arrivo allegra, si vedeva la sua voglia di fare l’amore. Al podere arrivarono un po’ in ritardo rispetto al solito e trovarono un voyeur vicino ai due pilastri metallici dell’ingresso. Transitarono a passo d’uomo e quello chiuse la catena alle loro spalle.
Giovanni commentò ‘ora non ci può disturbare nessuno’
Valeria rise senza motivo e si voltò per guardare ‘voi maschietti cominciate a fare le cose col cervello’ disse con la voce un po’ impasta dall’alcol. Rise ancora e lo bacio sulla guancia.
Giovanni senti che emanava calore e desiderio di sesso. Parcheggiò la Volvo station wagon davanti al fienile. I sedili posteriori erano già pronti e tutti e due passarono dietro.
Cominciarono a spogliarsi, lui disordinatamente mentre Vale riponeva al solito tutto con ordine infilando una canottiera rosa e degli scaldamuscoli di lana leggera. I guardoni erano fermi sull’altro lato dell’aia, di fianco alla Golf. Uno fumava e tutti aspettavano il segnale per avvicinarsi. Giovanni era nudo, lungo disteso. Valeria si stese sopra di lui provocandogli piacere solo col peso del corpo.

‘questa sera sei calda come un vulcano’ le sussurrò Giovanni baciandole il collo ‘indovina cosa ho voglia di farti fare ?’
‘No ti prego. Ti faccio tutto quello che vuoi, ma stasera non aprire il finestrino’

Giovanni rimase sorpreso, non aveva pensato di aprire il finestrino. Dopo la paura alla pineta aveva quasi del tutto scartato quella eventualità. Rimugino su cosa Valeria volesse. Aveva veramente paura di aprire il finestrino o, piuttosto, era la sua maniera per domandarlo? Ricordo il vecchio motto: le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite. L’idea era terribilmente eccitante e decise che doveva provare.

‘invece lo apro il finestrino’ disse ‘nessuno qua ci disturberà. Ci sei solo tu, io e quattro vecchi amici.’
‘ti prometto che la prossima volta ti dico di si, questa sera facciamo un’altra cosa’
‘adesso o tra dieci giorni cosa cambia?’
‘cambia invece, questa sera mi hai fatto bere troppo vino’ Valeria si coprì il viso e disse ‘quei quattro mi hanno già messo le mani a dosso e non so se mi piace’
‘in pineta, quando ti hanno toccato, ti &egrave piaciuto’
‘si ma questa sera non voglio fare niente’ borbottò Valeria.
‘certo, bella come sei basta che stai ferma. Lascia fare ai guardoni, &egrave semplice’
‘Si &egrave semplice, ma che vergogna’ assentì Vale ‘in ogni caso non mi metto come l’altra volta a penzolare con le tette di fuori.’
Giovanni sempre più eccitato le chiese ‘come vuoi metterti?’
‘Voglio stare di spalle. Non voglio guardare cosa fanno quei maiali’
‘benissimo, mi fa impazzire quando ti metti alla pecorina.’
‘Che volgarità! Quando parli di me non puoi usare termini meno sgradevoli?’
Giovanni tra se pensò ‘come si dice pecorina in italiano?’ Ma non trovò la risposta. Allora disse ‘posso dire mettiti in posizione, ti va bene?’
Ma non attese la risposta e le chiuse la bocca con un bacio. Accese la torcia elettrica illuminando l’abitacolo, i quattro voyeur si avvicinarono di corsa ai finestrini.

Vale era brilla ed eccitata, ricambio il bacio infilandogli la lingua in bocca. Si portò sul fianco destro e piego una gamba sfregando l’interno del ginocchio e della coscia sul pene eretto mentre la sua mano si infilava sotto per accarezzarsi il sesso. Lasciò la gamba piegata e impugno l’uccello usandolo per massaggiarsi il clitoride. Era depilata, calda e molto bagnata dentro. Giovanni provo un ondata di piacere quando il pene struscio tra le grandi labbra. Vale si bilancio a cavallo del suo corpo, le braccia tese poggiate sui sedili anteriori e la schiena inarcata per sistemare le grandi tette sul petto di Giovanni che le afferrò le natiche. Le strinse forte spingendole in basso mentre il pene penetrava nelle vagina. I quattro guardoni si erano posti sia intorno ai finestrini laterali, sia a quello posteriore. Avevano acceso le torce elettriche e illuminavano i loro corpi nudi. Vale, distesa su Giovanni, ora scopava con i soli movimenti del bacino e le contrazioni dei muscoli della vagina. Era in preda ad una sfrenata carica erotica che riusciva a trasmetteva a gli uomini che la guardavano.
Poi ruoto di lato e si mise sul fianco. Giovanni da dietro si accostò al suo corpo ed infilò il pene tra le cosce. Godeva ad infilare il sesso eretto tra quelle gambe tornite, calde. La pelle era bianca, morbida e liscia come la seta. L’incarnato risaltava su gli scaldamuscoli rossi che dal ginocchio scendevano alle caviglie sottili. Mentre il pene si muoveva mimando il coito Giovanni pensò che sarebbe stato bello venire in quel modo tra le sue cosce. Poi Vale scosto le gambe e lui con la sinistra afferro la caviglia di Valeria aprendole le cosce. I guardoni fuori si spostarono tutti al finestrino laterale, di fronte a lei, illuminando tutto il corpo. Lei reclinò la testa sulla spalla, con la destra si pizzicò i capezzoli e con la sinistra cominciò a titillare il clitoride ansimando. Giovanni struscio il pene gonfio e duro nello spacco caldo e bagnato, premette sull’ingresso della vagina e lo forzo spingendo forte. Vale grido, poi piegò la schiena per aderire al corpo di Giovanni che comincio l’amplesso dandole colpi decisi che le facevano ondeggiare le natiche e le tette. Dopo qualche tempo le spinte del pene divennero più fitte e potenti. Valeria alzo gli occhi e vide quattro visi, coperti dai neri passamontagna. Gli occhi fissavano la sua vagina mentre era penetrata. Pensò che si stavano masturbando e un onda improvvisa di libidine le scaldò il corpo.
‘ora rimani dentro, non ti muovere’ sussurrò accelerando il movimento della mano sul clitoride.
Giovanni digrigno i denti ‘sono piantato dentro’ ringhiò mentre con i reni spingeva tenendo il pene tutto all’interno della pancia.
Valeria si masturbò frenetica poi sospirò un lamento.
‘S i v e n g o ! V e n g o !’ disse.

Si blocco esausta per qualche secondo. Chiuse le gambe ma rimase col fondoschiena accostato all’inguine di Giovanni. Lui lasciò il pene dentro di lei e guardò fuori. I quattro uomini con il passamontagna fissavano la scena. Allora lui gli fece cenno di spegnere tutte le torce elettriche.

‘ora mettiti in posizione che apro il finestrino’ sussurrò Giovanni all’orecchio di Valeria.
Valeria sbuffo ‘allora hai deciso però voglio anche che tu mi stia sopra. Voglio sentirmi coperta’
Così dicendo Valeria si mise chinata sulle ginocchia, poi curvò la schiena. Lasciò il sedere in alto, verso il finestrino laterale dalla parte dei guardoni e poggiò il viso sulle braccia incrociate. Messa così lo spettacolo del suo fondoschiena era mozzafiato.
I quattro guardoni si spostarono subito dietro di lei illuminandola a giorno con le torce elettriche. I loro sguardi brillavano di lussuria mentre divoravano quel bel culetto con gli occhi.
Giovanni si sporse verso il volante, girò la chiave ed azionò l’alza cristalli elettrico. Sembrò che il vetro dell’automobile scendesse al rallentatore, come in un sogno. Ma era tutto vero. Il magnifico corpo di Vale non aveva più protezione. Un mormorio di esultanza si sollevò dal gruppo per quella offerta oscena. Quel giovane corpo femminile, così ammirato e desiderato, era lì. Bastava solo allungare una mano per poterlo toccare.
Giovanni si porto sopra di lei, a cavalcioni e con le gambe piegate. La voleva prendere dall’alto, per lasciare libera la vista ai guardoni. Teneva il sesso duro in mano, lo punto giù sulla vagina e spinse con tutto il peso del corpo penetrando di colpo. Valeria gemette, sentiva i colpi del pene duro come il legno contro la testa dell’utero ed ondate di calore le salivano dal grembo per il resto del corpo. L’aria fresca della sera fu la prima ad accarezzare le sue cosce provocandole una leggera pelle d’oca. L’idea di essere all’aperto, tra i guardoni, la eccitò talmente che senti arrivare prepotente un nuovo orgasmo. Si poggiò sul gomito sinistro e allungo la mano destra per accarezzarsi il clitoride. Le dita di una mano sconosciuta arrivarono prima di lei. Dita larghe, un po’ ruvide ma gentili ed esperte. Sfiorarono il clitoride provocandole un immenso godimento. Giovanni la scopava con vigore crescente e con le mani teneva bloccate in basso le sue spalle. Valeria in quella posizione non poteva vedere quale dei quattro guardoni le stava accarezzando il sesso. Quel pensiero le scateno un afflusso improvviso di voluttà. Porto la sua mano sopra quella del guardone guidando il ritmo della masturbazione. Poco dopo un’altra mano si insinuò ad accarezzarla e la prima si ritirò lasciandogli il posto. Aveva dita meno grandi e polpastrelli morbidi. Lei lasciò fare scostando di poco la sua mano. Giovanni la possedeva con forza e quelle carezze intime la stavano portando all’orgasmo. Poggio di nuovo la sua mano per accelerare il tempo della masturbazione al nuovo venuto. Poggio il peso del corpo sulla testa, con una mano blocco le dita del guardone premendole forte sul clitoride e con l’altra fermo il movimento di Giovanni tenendolo dentro di se.
Un attimo dopo il secondo fortissimo orgasmo le scosse la pancia e bisbigliò ‘vengo!’

Giovanni eccitato dalle contrazioni dei muscoli vaginali stava per venire a sua volta, si sfilò da lei e poggiando una mano sul bracciolo dello sportello avanti a se si portò in avanti. Le sue gambe ed il corpo bloccavano Valeria in quella posizione e tutto il suo fondoschiena era offerto ai guardoni che non si fecero pregare. La mano che la stava masturbando riprese ad accarezzarla, indifferente ai suoi gemiti e alle contrazioni che l’onda lunga dell’orgasmo le provocava. Altre mani cominciarono a carezzarle dolcemente le cosce. Una si portò alla vagina aprendo le grandi labbra con il pollice e l’indice per facilitare all’altra mano la masturbazione del clitoride. L’orgasmo non finiva e lei era incastrata sotto il peso di Giovanni. Provo a fermare quelle dita sul clitoride ma aveva mani da per tutto non poteva passare. Aspettò ma quelli continuavano mentre le gambe e la pancia erano scossi dall’orgasmo che non finiva. Allora vinse la vergogna e parlò ‘basta, basta vengo di continuo, fermi’. Per pochi istanti le mani si fermarono e senti una voce senile che diceva ‘illumina bene qui, guarda come gode la bambina.’
Due mani le aprirono le grandi labbra e sentì i suoi umori caldi gocciare.

Giovanni a fatica si girò, c’era poco spazio e si mise in ginocchio a fianco di Valeria ma col viso rivolto ai guardoni. Uno di loro le teneva aperte le grandi labbra con entrambe le mani per facilitare altri due che infilavano a turno tutto il dito medio nella vagina. Ad ogni penetrazione Valeria sussultava e sospirava. Quello chiamato il Vecchio si era alzato il passamontagna sulle testa. Si masturbava senza ritegno e portava il dito al naso estasiato. Poi si rivolse agli altri ‘ragazzi sentite che buon profumo di fica, io non mi lavo le mani per una settimana’.
Un’altra voce maschile parlo ‘spostatevi, ora tocca a me’.
I tre si scostarono di lato e un uomo massiccio si fece avanti. Giovanni non lo riconobbe ma pensò che doveva essere un cugino di Carlo perché dalla stazza gli somigliava.
Valeria alzo le spalle e provò a protestare ‘Ora basta, io mi sento sfinita’
Due enormi mani aperte si posarono sulla sua vita fasciandola del tutto e bloccandola. Erano mani fredde rispetto alle altre e Valeria rabbrividì di piacere. Con i pollici le fece una specie di massaggio alla base della spina dorsale, mente la sinistra la teneva ferma in quella posizione stringendole saldamente il fianco, la mano destra salì lungo la sua schiena carezzandola. Era una sensazione piacevole ed eccitante.
La mano arrivo al collo afferrandolo, poi l’uomo parlò.
‘rimettiti giù, siamo in tanti e ci devi soddisfare tutti’
mentre lo diceva le spinse in basso la testa con una certa decisione.
Valeria docile si mise di nuovo prona e rimase ferma.
Le grosse mani tornarono sulle natiche. Le dita vicino alle grandi labbra della vagina tirarono ad aprire verso l’esterno. L’ano e la vagina si schiusero come fiori. Era Riccardo l’ultimo e guardò con libidine la vulva aperta con i muscoli che si contraevano ancora per l’orgasmo appena avuto. Era di un rosa acceso e luccicava grondante di umori mentre altri due guardoni la illuminavano con le torce elettriche. Anche Giovanni guardava estasiato. Era appoggiato contro il fianco di Vale con la testa vicina a quella incappucciata del voyeur. I loro sguardi si incontrarono e Riccardo col suo modo autoritario disse ‘tienila aperta così’
Giovanni mise le sue mani al posto del guardone e schiuse la passera come aveva visto fare.
L’uomo abbassò la mano del Vecchio alla sua sinistra orientando il fascio di luce della torcia elettrica. Valeria sobbalzo e gemette di piacere mentre con le dita di una mano Riccardo picchietto sul clitoride. I suoi gesti mostravano esperienza. Aspetto che il clitoride fosse gonfio poi iniziò a masturbarlo vibrando il polpastrello del medio. Valeria comincio a lamentarsi di piacere stringendo con le mani il plaid sotto di lei.
Soddisfatto Riccardo unì l’anulare ed il medio e li infilò in bocca bagnandoli di saliva. Giovanni notò ancora una volta quanto fossero grandi. Le dita di Riccardo unite erano un pene e lui le infilò del tutto nel sesso di Vale che respirava affannosa e lanciò un piccolo urlo. Le muoveva mimando il coito con un movimento rotatorio che gli permetteva di carezzare con i polpastrelli la testa del utero. Rivolto a tutti i maschi presenti commentò.
‘&egrave una passera fantastica, calda, bagnata e liscia come la seta’
Poi comincio a muovere le due dita lentamente dentro la vagina. Le ruotava rovesciando il palmo della mano mentre penetrava lentamente su &egrave giù. Era attento e concentrato come se cercasse qualcosa. Valeria si agitava e aveva il respiro affannoso, da quando aveva cominciato era in perenne stato di orgasmo latente. All’improvviso, come se un punto in particolare le provocasse piacere, si contorse e lasciò sfuggire un lamento più forte degli altri.
Riccardo fermo per un attimo l’esplorazione, poi ripassò su quella zona interna.
Vale reagì irrigidendo i muscoli delle gambe mentre le dita di Riccardo sentirono le contrazioni della vagina. Non c’erano dubbi quello era un punto particolarmente sensibile e lei cerco di divincolarsi.
Lui la blocco inchiodandola in quella posizione e le disse ‘devi rimani ferma bambina ora lo zio ti fa ancora godere’ poi si rivolse a Giovanni ‘tu mettiti come prima e quando te lo dico la scopi fino a che non le vieni dentro, capito?’
Giovanni fece si con la testa e si mise di nuovo sopra Vale come un cavaliere che sale sul cavallo. In quella posizione con le gambe la bloccava del tutto e vedeva le sue spalle agitarsi mentre le mani stringevano forte il plaid di lana.
Riccardo comincio a muovere su e giù le due grosse dita unite come un pene, carezzava la testa dell’utero e quel punto così sensibile. Poi con l’altra mano riprese a carezzare il clitoride. Gli altri si masturbavano e il Vecchio allungò una mano strusciandola sulla morbida pelle delle cosce.
Valeria eccitata sentì l’onda dell’orgasmo salire di nuovo prepotente ‘basta vi prego, vengo ancora, oh no’
‘ho si invece’ disse Riccardo girando le due dita contro quelle parti interne che sembravano più sensibili e accelerando il movimento sul clitoride.
Valeria perse ogni pudore e urlò di piacere.
‘si ancora, non ti fermare an .co .raa , ve.. vengo o o , ba . . asta, basta’
Riccardo soddisfatto si rivolse a Giovanni ‘adesso scopala’
Giovanni eccitato in un attimo le fu addosso. Il pene entrò senza sforzo nella vagina fradicia di umori e fu accolto da un divino calore.
Valeria urlava senza ritegno ‘basta, pietà fatemi riposare, vengo di continuo’
Giovanni era troppo eccitato, più lei supplicava più lui la penetrava con colpi rapidi e decisi godendo degli spasmi muscolari d Vale.
Tenendola ferma per le spalle continuò a prenderla ancora e ancora, fino ad esplodere in un orgasmo che lo fece urlare di piacere seguito dai lamenti dei guardoni che vennero al culmine della masturbazione.
Giovanni crollò di lato ed anche Valeria si lascio andare su un fianco. Si rannicchio stringendo col le braccia le gambe piegate mentre i muscoli delle pancia continuavano a contrarsi.
Le torce elettriche vennero spente ad un ad una e il finestrino chiuso.
Giovanni tornò in se ‘amore come stai?’
‘bene, ma questo orgasmo mi ha sconquassato’
‘ma quante ne hai fatte?’
‘non lo so ho perso il conto’.

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