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OrgiaRacconti 69Racconti Cuckold

Agriturismo

By 5 Agosto 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Mi chiamo Marco e sono proprietario di un agriturismo sulle colline di Riccione a pochissimi chilometri dal mare. Anni fa ero amministratore delegato in una grande azienda del bolognese.
Poi, dopo un burrascoso divorzio ho mollato tutto e sono tornato a Riccione, mia città di origine e ho ritrovato amici e luoghi.
Non &egrave stato semplice acquistare e sistemare l’agriturismo ma, grazie anche all’aiuto del mio amico e socio Antonio, ora sono veramente soddisfatto.
Ho 55 anni, abito in un posto stupendo, ho pochissimi pensieri grazie ai soldini guadagnati in passato e, quasi per divertimento, affitto le sei suite che ho ricavato in questa bella casa colonica.
Sono stanze ampie, arredate in stile rustico, con anticamera, bagno privato, cucina, terrazzo….
Al centro del grande giardino ci sono un’ampia piscina e una bella vasca idromassaggio che rendono il posto un vero paradiso.

In questa impresa, oltre all’amico Antonio, 65enne, pensionato, ex dirigente di Stato, che si occupa, quasi a tempo perso, di giardino e manutenzioni varie c’&egrave la mia compagna. Francesca ha trentacinque anni, piccolina, lunghissimi capelli mori, occhi nocciola, culo da sballo, una stupenda quarta di seno, labbra carnose, sorriso luminoso, viso da vera porcellina. Lavora part time in una azienda privata e pomeriggio e sera &egrave sempre con me. L’ho conosciuta poco tempo dopo il mio divorzio e, dopo avere condiviso le più straordinarie trasgressioni (magari un giorno le scriverò) ci siamo innamorati e mai più lasciati. Sono veramente pazzo di lei. E’ ironica, divertente, intelligente, sensuale e molto molto intrigante. Secondo me la mia vera metà.
Insieme ad Antonio abbiamo organizzato l’agriturismo come più ci piaceva ed &egrave diventato un posto veramente unico : nella nostra casa accogliamo solo adulti, accettiamo con piacere amanti del naturismo e cerchiamo di tutto per farli stare a proprio agio. Si sarà sparsa la voce ma arrivano spesso persone abbastanza trasgressive e stuzzicanti. Marina ed Aldo
Ora vorrei raccontarvi della bella coppia di Torino capitata da me nel mese di giugno.
Lei, Marina, circa trentanni, abbronzatissima, lunghi capelli biondi, occhi verdi, alta circa 165 cm, fisico asciutto ma con un culetto tondo e tette da favola (una bella terza), sguardo da vera maialina. All’arrivo indossava un miniabito bianco leggerissimo e sandali altissimi. Ben visibili sotto il vestito un minuscolo perizoma bianco e le sue belle tettone. Lui, Aldo, 40 anni circa, un bell’uomo, moro, circa 180 cm., fisico tonico.
Sono arrivati da me nella tarda mattinata di un venerdì e dopo mezz’ora erano già in piscina. Lei era a seno nudo ed indossava solo un microscopico tanga rosso, lui un costumino da nuoto. Sulla pelle abbronzata di lei risaltavano due piccoli tatuaggi, una bella rosa sul culetto ed una farfallina colorata sulla spalla. Completava il tutto un bel piercing all’ombelico.
Beh ‘. Marina era in tutto e per tutto la vera femmina troia.
Dalla finestra della cucina li osservavo prendere confidenza con il posto. Era uno spettacolo vederla fare il bagnetto ed altrettanto eccitante vedere lui spalmarle tutto il corpo di crema abbronzante. Aldo partì con bel massaggio alle tettone che sembravano belle sode e gonfie per giungere ben presto alla fica. Poi, fatta girare si era soffermato non poco sul culetto, insinuando costantemente le dita sul buchetto e nuovamente sulla fichetta che immaginavo fosse già un lago di umori. Dopo qualche minuto di trattamento era evidente che le stava venendo una gran voglia di cazzo e, da quello che sembrava anche lui era molto molto preso. Dall’altra parte del giardino vedevo che anche l’amico Antonio li aveva notati e, ben nascosto dietro un cespuglio di rovi, si stava allegramente segando.
Mentre preparavo loro qualcosa da bere ecco arrivare dal lavoro la mia Francesca, tanto sarcastica e birichina, che mi disse subito : ‘divertimento in arrivo, vero vecchio porco? ‘ Preparato il tutto li raggiungemmo con cibi e bevande e li trovammo praticamente avvinghiati mentre si masturbavano reciprocamente. Immaginando che non vedessero l’ora di una bella chiavata, approfittai della situazione per dire che la nostra struttura era a favore del naturismo e, essendo anche i soli ospiti presenti, potevano spogliarsi tranquillamente. Non feci in tempo a dirlo che lui le abbassò il tanga alle caviglie scoprendole una fighetta stupenda, completamente depilata ed umida. Con un sorriso lei gli fece lo stesso rivelando un grosso e lungo cazzo già in completa erezione. Un po’ imbarazzato mi girai verso Francesca facendo cenno di andare ma lui ci fermò dicendo : se volete restare con noi a prendere un po’ di sole ….. dovete però osservare le regole della casa. Il tempo di girarmi e Francesca si era già levata mini e maglietta e si stava sfilando il perizoma liberando la sua magnifica patatina. A quel punto anche io mi levai i pantaloncini ed offrii alla vista i miei 23 cm. di cazzo. Non feci in tempo a girarmi che vidi quella zoccola di Marina già in ginocchio intenta a succhiare l’arnese di Aldo : ‘Mmmmm, che voglia di cazzone, amore mio’, disse la ragazza. ‘Ho proprio voglia di ingoiarlo tutto’, aggiunse mentre lo avvolgeva completamente in quella bocca da porca.
Inutile dire che Francesca non si fece pregare per regalarmi un sontuoso pompino che iniziò passandomi la lingua sulla cappella e continuò leccandomi tutta l’asta fino ai coglioni: ‘Che troia sei, tesoro. Che voglia di sborrarti tutta’, le dissi mentre le tenevo con entrambe le mani la testa. A quel punto ci avvicinammo alla coppia ed andammo avanti qualche minuto con carezze, palpate, leccate. Le due fremevano ed non si tenevano veramente più : ‘Datemi il cazzo ! Sfodatemi !’ urlava Marina mentre Franci, alla quale Aldo stava allargando il buchetto con tre dita, era sempre più bagnata e pronta. Dopo poco mi ritrovai così ad allargare le gambe e chiavare la bella Marina mentre la mia porcella faceva un bel servizietto di bocca al buon Aldo. Le ragazze gradivano e mugolavano di piacere mentre noi faticavamo non poco a trattenerci dal riempirle di sperma. ‘Vi prego, inculatemi’ ripeteva Franci. ‘ Ho voglia di essere aperta ! ‘Aldo si spostò così dietro a Francesca e, in un sol colpo, le aprì il culetto. Quando il suo cazzo le penetrò le viscere lei urlò di dolore ma non ci volle molto e Franci iniziò a gradire il trattamento: ‘Oh, si si, sfondami il culo ! Dai, Fino in fondo ! Fammi il pieno di crema calda !’. Profondamente eccitata iniziò anche a leccare la bella fighetta di Marina, che da vera porca le aveva messo davanti al viso. ‘Ohhh bella porcellina…. mi fai venireee’, urlava Marina. Il gioco, in verità, non durò molto: mentre Aldo si svuotava nell’intestino di Francesca io riversavo litri di sborra nella profonda gola di Marina che ingoiò tutto con grande diligenza. Bellissimo poi vedere le due lei continuare a giocare fra loro raccogliendo con le dita la sborra che le colava fra le gambe di Francesca e leccarsele con ingordigia. Mentre noi maschietti eravamo esausti ecco arrivare il mio amico Antonio che, stanco di segarsi voleva la sua dose di fica. Francesca abituata al suo cazzo (la chiaviamo spesso insieme e/o con amici) iniziò subito a segarlo fino a farlo diventare grosso e duro. Marina che già lo aspettava a pecorina fu ben lieta di accoglierlo: ‘Che bel cazzone che mi prendo! Dai nonnetto. Aprimi la figa. Inondami di sborra !’. Inutile dire che dopo poco anche lui fu pienamente soddisfatto completando il godimento con una copiosa sborrata sul viso delle due belle troie.

Dopo poco ce ne andammo lasciandoli tranquilli in piscina. Verso le 20 venne da me Aldo : ‘Siamo stati bene, vero? Per stasera… conosci un ristorantino di pesce, intimo e carino dove possiamo passare una bella serata? Ovviamente ‘ voi, Francesca e Marco… verrete con noi !’. Senza perdere troppo tempo chiamai un caro amico che ha un ristorantino proprio in riva al mare. E’ nella terrazza di un bar di spiaggia e ha una vista meravigliosa. Il mio amico Alberto &egrave anche uno dei miei complici e non disdegna giocare, quando possibile, con me e Francesca.
Arrivammo al ristorante alle 22.30 circa e, in verità, avevo già il cazzo in tiro. Francesca aveva messo una mini di pelle cortissima e un top nero di pizzo trasparente che non lasciava nulla all’immaginazione. Marina aveva indossato un abitino nero estremamente succinto che le lasciava le gambe completamente nude e l’ampia scollatura davanti le scopriva i seni ad ogni piccolo movimento. Dietro, la profonda apertura sulla schiena le lasciava scoperto quasi completamente il culetto rivelando un bellissimo perizoma di brillantini. Entrambe calzavano sandali neri altissimi e sculettavano come vere puttanelle.
Il locale era semivuoto ma furono ben chiare le reazioni dei pochi presenti mentre Francesca e Marina entravano. Emanavano troiaggine da ogni poro. Alberto, ben felice di accoglierci, ci fece gentilmente accomodare in un angolino riservato. La cena fu ottima ed il vino venne servito in abbondanza. Bello guardare Francesca e Marina, già su di giri, mentre ci provocavano stuzzicandosi, carezzandosi, baciandosi e esponendo tette e culetti in modo quasi esagerato. Io Aldo e Alberto, intanto, eccitati come non mai, le palpavamo e carezzavamo da sotto al tavolo fino a rendere le loro fighette bagnate e pronte.
Piano piano i clienti se ne andarono tutti fatta eccezione per un tavolo formato da quattro russi che parevano uomini d’affari e sembrava stessero facendo una riunione di lavoro. Inutile dire che le evoluzioni di Franci e Marina ed i fiumi di vino e vodka che avevano bevuto li stavano facendo diventare un po’ inquieti e smaniosi.
Ad un certo punto chiamarono Alberto chiedendo dello champagne. Dovevano credo festeggiare un affare ben riuscito e sussurrarono qualcosa nell’orecchio del mio amico. Alberto venne da noi sorridendo e disse : ‘Sono miei ottimi clienti, hanno ordinato champagne, e hanno chiesto se le meravigliose signore del tavolo possono brindare almeno una volta con loro’.
Ci guardammo un secondo e ‘ neanche il tempo di rispondere…. Franci e Marina erano già in piedi. Erano un po’ brille e gli occhi di entrambe rivelavano eccitazione e voglia di stupire.
Alberto, le portò lestamente in cucina e mise in mano a Franci un vassoio con dolcetti mentre diede a Marina due bottiglie di champagne. Per completare la scena sfilò la mini a Francesca e provvide ad alzare ancora un po’ il vestito a Marina lasciando così, ad entrambe, il culetto completamente scoperto.
Fu bellissimo vedere le nostre troie andare verso il tavolo dei russi un po’ barcollando e con il passo eccitato ed invitante. Questi, ben lieti del grande regalo, si gettarono sulle ragazze iniziando a palparle e toccarle ovunque, insinuando dita e mani nello loro fichette fradicie.
Io ed Aldo, al tavolo, seguimmo la scena un po’ preoccupati per le ragazze che sembravano però non avere alcun problema.
Non ne ebbero neanche quando, spostato il tavolo, le fecero appoggiare alla ringhiera della terrazza e, messe così a pecorina, cominciarono a tirare fuori i cazzi.
A quel punto Aldo, eccitatissimo, si avvicinò alle ragazze e presa per i fianchi Marina, iniziò a chiavarla. Io feci lo stesso ed infilai la mia Francesca. Intanto i russi e l’amico Alberto iniziarono ad usare le loro bocche affamate. Poco dopo il più alto ed il più grosso dei russi prese il posto di Aldo e, senza alcun complimento, posizionò la cappella sul buchetto di Marina e, con una grande spinta, iniziò a sfondarle il culo senza pietà. Vicino a lei Francesca veniva chiavata da un altro russo mentre gli altri due le usavano la bocca in modo abbastanza deciso. Dopo poco quasi tutti avevano approfittato delle troie sborrandole in bocca, fica o culo.
Lei ragazze intanto urlavano, sussultavano godevano con i visi ridotti a stupende maschere di sperma.
Alla fine erano stremate ma noi maschietti non eravamo da meno. I soli poco soddisfatti erano rimasti il cameriere e cuoco che, assistita tutta la scena, erano un po’ in disparte a segarsi. Alberto, preso da una certa compassione ci fece un cenno a me ed Aldo che acconsentimmo. Fu così che Francesca e Marina ricevettero in bocca e fica altre due belle e copiose sborrate.
La serata, a questo punto, era veramente finita e, tutti soddisfatti, ce ne tornammo in agriturismo.
Il giorno dopo, verso metà mattina, con non poco dispiacere, Marina ed Aldo ripartirono. Restò solo il tempo per un bella chiavata di saluto che lasciò tutti soddisfatti ed appagati. Laura e Gianni
Era una bel pomeriggio di giugno quando giunsero Laura e Gianni, bella coppia toscana. Lei, sui quarantanni, moretta, molto molto peperina. Indossava un mini di pizzo e ed una magliettina che facevano risaltare il culetto ed un piccolo ma tonico seno. Ricordo che pensai : che bella puttanella !Lui, quasi mio coetaneo, sembrava subire un po’ troppo l’esuberanza della moglie. Si sistemarono velocemente e poco dopo giunse Gianni con il quale scambiai due chiacchiere. Da quello che compresi Gianni traeva godimento nel vedere la moglie scopata da altri e, conscio di non essere alla sua altezza, mi disse chiaramente che era disposto a tutto per renderla felice.
Finite le chiacchiere mi chiese se potevo organizzare qualcosa di particolare per la sera stessa. A quel punto mi ricordai di un localino di lap dance, abbastanza malfamato ed equivoco, gestito però da un mio vecchio compagno di scuola e per questo, sicuro e non troppo pericoloso.
Chiamai l’amico Stefano e mi accordai per la sera.
Arrivammo abbastanza presto e le nostre ragazze erano stupende. Entrambe in nero, abitini praticamente inesistenti, tette in vista, culetti esposti. Ci venne ad aprire proprio Stefano che ci fece accomodare in un tavolino sotto al palco e ci servì da bere. Dopo pochi minuti il locale iniziò a riempirsi ma, come immaginavo, le sole donne presenti erano Francesca e Laura. Da quello che si sentiva i clienti erano quasi tutti stranieri e non tardarono ad accorgersi delle nostre magnifiche puttanelle. Più volte si avvicinarono uomini per conoscerle e provarci in modo più che sfacciato. Inutile dire che le due si presero palpate, carezze ed anche qualche complimento non proprio elegante. Per fortuna, dopo poco lo spettacolo iniziò. Due ragazze molto carine si esibirono sul palo ballando in modo molto provocante. Poi, dopo essersi spogliate a vicenda iniziarono un magnifico 69. Fu eccitante vedere lingue e dita sparire nelle loro vogliose fiche. Le due completarono lo show fra le urla del pubblico, penetrandosi a vicenda con grossi cazzi di gomma. Il pubblico era già caldissimo quando, al posto delle due ragazze arrivò una coppia. Lei, bionda e pallida, sembrava la classica ragazza dell’Est, lui un palestrato sudamericano. Dopo qualche giochino si ritrovarono, entrambi nudi, a chiavare sul palco. Il ragazzo aveva un cazzo molto grosso e nodoso e la biondina se lo godeva di gusto. Inutile dire che l’atmosfera era bollente e le nostre ragazze eccitate. Da lì partì il piano per coinvolgere Laura. La ragazza infatti le si avvicinò e le tese le mani aiutandola a salire sul palco. Laura fu subito affiancata dal moretto che le sfilò, fra il boato dei clienti, il ridottissimo vestito. Dopo di ciò la mise a pecora e, posizionata la grossa cappella nella fica, iniziò a scoparla. Gianni, alla vista della moglie impalata da tanta verga rimase per un attimo sorpreso ma non tardò a tirare fuori il pisellino e a segarsi con piacere. Intanto, mentre Laura aveva iniziato a spompinare il ragazzo, la biondina stava reclutando clienti dal pubblico che, tirati fuori i cazzi, si prepararono a montarla.
Inutile dire che la brava Laura fu in breve sfondata da decine di uomini che volevano svuotarsi i coglioni dentro i suoi buchetti. Ricordo bene un cliente, forse rumeno, che senza troppi riguardi la prese per la testa ed iniziò scoparle la bocca in modo molto violento. Quando fu bello eccitato le insalivò il buco del culo e iniziò a sfondarla. Aveva un cazzo non lunghissimo ma incredibilmente largo e la poverina, gridando di dolore, fu letteralmente spaccata. Non si contarono le sborrate che ricevette e dopo un paio d’ore di trattamento era sfinita sul palco in un lago di sborra. Francesca ed io intanto, per evitare coinvolgimenti non graditi, ci eravamo messi al riparo nel privé di Stefano ed avevamo iniziato a scopare. Superfluo dire che il buon Stefano si unì a noi ed anche Francesca ebbe, a suo modo, una bella razione di cazzi. Fu stupendo chiavare la mia porca mentre lei, con fare da vera troia, leccava e succhiava con gusto il lungo cazzo di Stefano fino a farsi sborrare il bellissimo viso. Ancora più bello fu chiavarla in due penetrandola e sborrandola contemporaneamente in fichetta e culo. Alla fine della serata aiutammo Gianni a raccogliere la bella Laura che era veramente stremata. La sborra le si era seccata sul corpo e aveva fica e culetto insanguinati e doloranti. Arrivammo all’agriturismo a notte fonda e salutammo, con qualche preoccupazione, i due amici. La mattina dopo vedemmo Gianni abbastanza tranquillo: Laura si era ripresa, era serena e felice come non mai della bella serata. Gianni, tutto eccitato ci fece promettere di ripeterla presto. Patrizia e Giorgio
Bella coppia di quarantenni di Milano. Lei rossa, leggermente sovrappeso ma con un culo e delle tette da paura. Lui moro, ben piazzato. Arrivarono una bella mattina di luglio e, dopo essersi sistemati, mi chiesero subito se potevo organizzare un bel giro in barca per il primo pomeriggio e per la sera.
Abituato a questo genere di richieste chiamai il mio amico Armando, 60enne in ottima forma, perfetto marinaio, con stupendo fisherman nella darsena di Rimini. Mi rispose subito affermativamente ma mi disse che, causa impegni precedenti non sarebbe stato solo.
Gli risposi che non sarebbe stato un problema, anzi !
Alle 14, dopo avere aspettato l’arrivo della mia bella Francesca, arrivammo alla darsena e incontrammo Armando ed i suoi due amici appassionati pescatori (nonché complici) : Edoardo e Dino, maturi e pimpanti.
Appena in barca le due ragazze lasciarono tutti a bocca aperta. Franci aveva indossato un abitino bianco cortissimo che a malapena le copriva il culetto mentre Patrizia, si presentò con un semplicissimo prendisole arancione, completamente trasparente ed un micro tanga in tinta. Inutile dire che il divertimento iniziò immediatamente. Mentre a poppa Armando e gli amici provavano a pescare noi quattro ci mettemmo a prendere il sole. Per prima cosa ci levammo i costumi ed iniziammo a spalmare le ragazze di crema abbronzante soffermandoci con attenzione su culetti e fiche. Il nostro trattamento risvegliò presto le nostre affamate femmine che si diedero immediatamente da fare iniziando a baciarsi, carezzarsi e penetrandosi con le dita. Dopo poco offrii il mio cazzo a Patti che iniziò a succhiare con grande maestria. Giorgio intanto aveva allargato le gambe a Franci e la stava leccando con ingordigia. Da li a poco Armando, Edoardo e Dino abbandonarono canne e lenze si unirono a noi ed iniziammo a chiavarle ed incularle ripetutamente. Inutile dire che i loro buchetti furono violati più volte e ci volle un lungo bagnetto per ripulire i loro corpi dalla sborra di tutti. Finito l’assalto il pomeriggio continuò pigramente. La cosa simpatica fu che, con il passare del tempo, noi maschietti ci riavvicinammo a turno alle assonnate ragazze. Chi per mettere loro il cazzo in bocca, chi per chiavarle un po’, chi per farsi segare… Loro prendevano, succhiavano, godevano e tornavano ad appisolarsi.
Fu veramente una bella giornata. Arrivata sera Armando iniziò a preparare la cena e fu molto divertente mangiare tutti assieme del buon pesce bevendo un ottimo vinello fresco. Finimmo la serata scopandole ancora tutti insieme e all’una circa rientrammo in darsena e poi all’agriturismo. La mattina seguente anche Patrizia e Giorgio ci salutarono per ripartire.
Luana e Federico
Entrambi sui 35 anni. Lei lunghi capelli mori, bel fisico. Lui moro e palestrato. Ci fecero tranquillamente capire che erano coppia dedita allo scambio ed alla trasgressione. D’altra parte era abbastanza evidente : la bella Luana aveva i modi ed viso da perfetta pompinara ! Giunsero in agriturismo verso sera dopo un lunghissimo viaggio. Erano stanchissimi e mi chiesero come passare momenti tranquilli e rilassati. Fu a quel punto che proposi una serata in un centro benessere. La cosa piacque subito anche a Francesca e partimmo verso Riccione dove la mia amica Tania ci fece la cortesia di aprirci in esclusiva il suo bellissimo centro. Tania &egrave una stupenda signora bionda di origine ucraina, circa 35 anni, 170 circa, fisico da urlo grazie ad anni di fitness. Grande amante del sesso a 360′ e di ogni tipo di trasgressione. Per questa uscita le ragazze si erano vestite super sexy. Franci aveva una gonnellina nera leggera e cortissima ed un top che le lasciava libere le stupende tettone. Luana un attillatissimo abitino nero con perizomino a vista. Tacchi da paura.
Dopo palpatine e bacetti Laura accompagnò Franci e Marina nella stanza dei massaggi dove noi infoiatissimi maschietti aiutammo le tre a levarsi i pochi abiti. Le nostre donne erano stupende ed anche Tania rivelò un fisico da sballo, una fighetta depilata e un paio di tette di marmo.
A questo punto le tre iniziarono a cospargersi di oli profumati e a carezzarsi, baciarsi, leccarsi fino ad eccitarsi all’inverosimile mentre noi maschietti non potemmo fare altro che guardare e segarci.
Poco dopo le nostre puttanelle erano caldissime e pronte ad accogliere i nostri desiderosi cazzi ma Tania ci fermò dicendoci che non era ancora il momento.
Dopo il bellissimo massaggio ci infilammo così nella grande vasca idromassaggio dove Laura, fra candele profumate e musiche, aveva preparato vino fresco e tartine di vario tipo.
Iniziammo quindi a mangiare e a chiacchierare anche se noi maschietti eravamo sul punto di scoppiare. Dopo poco sentimmo suonare alla porta del centro e capimmo cosa intendeva quella porcellina di Tania. Entrarono infatti tre ragazzotti, all’apparenza poco più che ventenni. Ragazzi normalissimi ma che, levati i pantaloncini, mostrarono alle ragazze tre verghe impressionanti. Tania sorrise nel vedere l’espressione stupita ed eccitata nei volti di Franci e Luana. Rise un po’ meno quando il più grosso di loro scese in vasca e senza tanti preamboli iniziò a sfondarle la fica. Quando anche gli altri due scesero in piscina iniziò una vera e propria battaglia. Ci fu un tale groviglio di cazzi, tette e fiche che non ci capivamo più nulla. Particolare fu il momento in cui Franci e Tania tenevano ferma Luana mentre noi maschietti a turno le riempimmo il culo. Fu stupendo farcirla di sborra in mezzo a mille bollicine d’acqua. Alla fine avemmo tutti orgasmi pazzeschi ma le più contente furono certamente le ragazze. Se dopo due sborrate a testa io e Federico non riuscimmo ad andare oltre, i tre ragazzi continuarono a chiavarle fino a notte fonda sborrando le troie più e più volte. Ricordo che fu bellissimo guardare negli occhi la mia puttanella mentre prendeva cazzi su cazzi. La serata si chiuse allegramente e alle due del mattino tornammo in agriturismo.

La mattina dopo i nostri ospiti si svegliarono sul tardi. La bella Luana sembrava perfettamente in forma anche se confessò serenamente che il culetto le bruciava da impazzire. Si sistemarono in piscina, completamente nudi e si misero a prendere pigramente il sole. Lo fecero almeno fino a dopo pranzo quando arrivò il mio amico Antonio che, intrigato dalla situazione, andò a stuzzicarli.
Io li vedevo dalla finestra e non capivo che stesse combinando ma al suo ritorno mi disse : abbiamo organizzato la serata! Chiesi di cosa di trattava mi disse solo di avvisare Franci di vestirsi da zoccola. Era una sorpresa!
Alle 19 eravamo tutti in auto con Antonio… direzione ‘ campagna. Dopo quasi un’oretta arrivammo in un paesino abbastanza sperduto e appena fuori di questo giungemmo in bar dimesso e scalcinato. Fuori dal bar c’era qualche anziano che giocava a carte mentre altri chiacchieravano bevendo vinello. Quando scendemmo dall’auto tutti restarono in silenzio. Forse erano poco abituati a forestieri o forse erano poco avvezzi a vedere zoccole come Francesca e Luana. La mia compagna aveva una maglietta nera traforata e minigonna in tinta mentre Luana indossava un abito di pizzo nero praticamente trasparente. Per uscire dall’auto dovettero entrambe fare un movimento tale che tutti i presenti poterono appurare, con sorpresa e piacere, che nessuna delle due indossava intimo ed avevano stupende fichette depilate. Quando entrammo nel bar il proprietario, il sig. Amedeo, salutò calorosamente Antonio. Erano grandi amici e coetanei. Poi ci fece accomodare e portò la bottiglia del suo miglior vino fresco.
Iniziammo così a bere, chiacchierando allegramente ma senza avere idea di cosa era stato organizzato. In fondo al locale notammo, in un’altra sala, diversi ragazzotti intenti a giocare a biliardo e, dopo poco, ci avvicinammo a loro. Anche questi restarono sorpresi nel vedere le due zoccole ma non tanto da impedire dal proporre : ‘Belle signore, volete imparare a giocare?’ Le nostre porcelle non si fecero pregare e fu divertente vederle abbracciate ai ragazzotti che, con la scusa del gioco, le palpavano ovunque, le alzavano i vestitini e le facevano sentire la consistenza dei loro giovani cazzi. Ancor più eccitante fu vedere le due, ormai seminude, inginocchiate e intente a segare i ragazzi che, compresa la situazione si erano prontamente spogliati. Da lì a poco questi ci guardarono e, al nostro consenso le portarono nel bagno degli uomini. In poco più di mezz’ora le nostre troie si fecero sborrare da almeno una decina di ragazzotti che, eccitati e stravolti, vennero più e più volte. Quando tutti furono soddisfatti e le due troie ricomposte alla meglio, sentimmo Amedeo urlare che era ora di chiudere e tutti se ne dovevano andare a casa. Restammo ovviamente noi cinque, Amedeo, qualche anziano e un paio di ragazzotti, credo amici o parenti di Amedeo.
Quando chiedemmo ad Amedeo cosa avesse organizzato ci disse che, per quella sera, Antonio aveva proposto una sfida a poker fra Francesca e Luana e i migliori campioni del bar. Sfida che era stata raccolta ed era venuta l’ora di giocare. Quando le ragazze dissero di non conoscere il poker Amedeo si mise a ridere : via aiuteremo noi, disse. La cosa non le convinse tanto ma …. oltre alle due zoccolette si sedettero al tavolo Donato e Ivan, due maturi avventori, corpulenti e massicci. Ovviamente si decise di non giocare a soldi ma a penitenze e, neanche a dirlo, i due omoni non persero una mano mentre le due si ritrovarono ben presto completamente nude e pronte per le prime penitenze. La prima fu pagata da Luana che, persa la mano, dovette inginocchiarsi su Francesca iniziando a leccarle la bagnatissima e già abusata fichetta. In seguito toccò a Francesca che dovette slacciare i pantaloni all’eccitatissimo Donato ed iniziare una lentissima sega che terminò con una bella sborrata sul suo visetto da zoccola. Poi toccò ancora a Luana che dovette sdraiarsi su Ivan e sfregare la bollente fica sul suo durissimo cazzo. Poi, come ennesima penitenza Franci dovette dare un bacino sulla cappella di tutti i presenti. Inutile dire che quando toccò ai due ragazzi questi non resistettero e le riempirono nuovamente tette e viso di sperma. La situazione, come immaginavamo, degenerò immediatamente e le due si ritrovarono alla pecorina a prendere cazzi ed a ricevere dentro le loro fiche e culetti litri e litri di sborra caldissima. Fu incredibile vedere questi uomini anche molto maturi sfondare le nostre belle troiette senza riguardo alcuno e fu emozionante vedere come queste si fecero fare veramente di tutto. Ricordo che pensai che mi sarebbe piaciuto organizzare una situazione che vedeva Franci schiavetta e sottomessa. Lasciammo il bar tardissimo e, abbastanza stremati, ce ne tornammo in agriturismo. La mattina dopo, fra mille ringraziamenti, Federico e Luana ripartirono. Antonella e Pino
Coppietta giovane e spumeggiante. Lei, biondina, occhi azzurri, faccina un po’ perversa. Aveva un cortissimo abitino di jeans e sandaletti. Lui moro, ben piazzato. Giunsero una domenica di maggio ed il tempo, non bellissimo, non invitava a scendere in piscina. A quel punto mi venne un’idea carina e la proposi ad Pino che acconsenti con un sorriso. Alle 14 eravamo tutti e quattro in strada verso un posto bellissimo immerso nel verde della campagna. Era l’allevamento e maneggio di cavalli di un caro amico. Luigi, grande appassionato, aveva realizzato un allevamento di cavalli Appaloosa, famosi cavalli degli indiani d’America da montare rigorosamente al naturale. Come far perdere una esperienza così alle nostre troiette?
L’arrivo delle ragazze al maneggio fu accolto dai fischi e brusii dei lavoranti. Quella puttanella di Franci aveva indossato una micro gonna di jeans, un bustino di pizzo bianco che le lasciava quasi completamente scoperte le tettone ed un paio di camperos. Completava il tutto un cappello da cow boy che avevo in agriturismo. Antonella, per non essere da meno aveva un vestitino colorato leggerissimo ed aderente. Il mio amico Luigi fu molto felice di accoglierle ed anche di aiutarle a montare a cavallo. Per poterlo fare entrambe dovettero infatti tirare la gonna fino all’inguine mostrando per bene i culetti e le fighette depilate. Facemmo così un bel giro fra campi, vigne, uliveti ‘ In verità eravamo tutti distratti dalle forme delle nostre porche che godevano nel provocarci. Dopo la passeggiata Luigi si offrì di farci visitare la struttura. Dopo un giro veloce delle altre costruzioni arrivammo alle stalle dove stavano tutti assistendo alla monta della giumenta. Era infatti il periodo di riproduzione e lo stallone, già in tiro, era pronto per la monta. Franci e Antonella si avvicinarono quasi in trance. Il cavallo, con un cazzo che sembrava un braccio, iniziò a penetrare con vigore la cavalla. Questa lo accoglieva con un misto fra soggezione e timore. Era veramente uno spettacolo incredibile. Non so cosa stessero pensando le nostre troiette ma mentre il cavallo continuava, le due quasi rapite, si appoggiarono ad una ringhiera. Avevano un culetto fin troppo invitante ed io ed Aldo le mettemmo a pecorina e, appoggiato il cazzo nelle fiche delle due affamate cavalline, iniziammo a scoparle.
Fu così che Aldo cominciò a chiavare la mia Francesca con vigore mentre io e Luigi infilammo subito i cazzi in bocca e fica ad Antonella. Aldo non durò moltissimo e dopo poco riempì per bene la fica fradicia di Franci mentre io, dopo avere per bene insalivato il culetto di Antonella glielo sfondai allegramente. Era stupendo incularla e riversare la mia calda sborra nelle sue viscere. Appena finito ci accorgemmo però che dietro a noi si era formata una vera e propria fila. Tanti gli uomini, di diverse etnie, che si stavano segando in attesa del proprio turno. E così, dopo noi e Luigi ecco che, uno stalliere dopo l’altro, tutti approfittarono della fica e del culetto di Francesca e Antonella che sembrano gradire e non poco. Le nostre troiette, con noncuranza stavano prendendo almeno una dozzina di uccelli a testa! Il solo problema lo ebbe Antonella quando uno stalliere di chiara provenienza nordafricana appoggiò il cazzo al suo buchetto già abbastanza abusato. Aveva un arnese enorme che nulla aveva da invidiare allo stallone. Largo e grosso si fece strada senza tanti complimenti nel culo di Antonella ed iniziò a pompare vigorosamente. Mentre la sventrava, gli altri, di nuovo eccitati presero a usarle la bocca che fu presto piena di sborra. Francesca intanto era alle prese con due neri che si stavano adoperando in una stupenda doppia penetrazione. Dopo che tutti si furono soddisfatti io, Pino e Luigi portammo di peso le due ragazze in un angolo ed iniziammo a lavarle e strigliarle : proprio come due cavalline dopo la monta. Dopo questa bella giornata di trasgressioni ce ne tornammo in agriturismo. Giorgia e Manuel
Quando li vidi la prima volta pensai : veramente una bella coppia ma qualcosa non va ! Erano entrambi ventenni, carini, in perfetta forma però… Giorgia era sensuale, sorridente, disinvolta. Lui distratto e nervoso. Quel giorno li accolse Antonio che, iniziò a chiacchierare gentilmente con loro.
Dopo un poco entrò in casa e ci riferì. Manuel era un calciatore semiprofessionista, presissimo dal gioco e dagli allenamenti. Essendo sempre occupato tra partite e impegni vari, aveva promesso una mini vacanza alla sua Giorgia ma non era propriamente entusiasta. Lei voleva a tutti i costi vedere posti, distrarsi e divertirsi, lui invece aveva già la nostalgia del pallone. E fu così che il buon Antonio ebbe il solito colpo di genio. Incontrò il suo amico Simone, presidente della squadra di calcio locale e chiese un piccolo favore. Quando tornò in agriturismo parlò con Manuel e gli propose due giorni di stage presso la squadra con torneo finale con giocatori di serie A e B. Il povero ragazzo non poteva credere alla grande fortuna che gli era capitata ma non sapeva come dirlo alla amata Giorgina. Ricordo che la mattina dopo sentimmo le urla di lei dalle finestre chiuse della stanza ma Manuel fu irremovibile. E così… mentre Antonio accompagnava Manuel da Simone, a me e Francesca toccò consolare la bella Giorgia. Ricordo che Francesca la raggiunse nella stanza ed iniziò a carezzarla e cullarla fra le sue braccia. Dopo poco le carezze si fecero sempre più intime e profonde tanto che la ragazza iniziò ad imbarazzarsi ma anche ad eccitarsi tantissimo. Quando arrivai io Francesca le stava leccando allegramente la fichetta e fu facile per me affondare il cazzo dentro la sua magnifica bocca. Mentre la stavamo ‘consolando’ ecco tornare Antonio che non fece altro che allargare le gambe a Giorgia affondando la sua verga nella sua profonda vagina. Continuammo così per ore, scopando ed inculando le due ragazze senza tregua. La più contenta era sicuramente Giorgia che aveva trovato un modo bellissimo per vendicarsi di quello stronzo di Manuel. Fu così che, dopo averla sborrata per bene decidemmo, per completare la
vendetta, di portarla all’allenamento del fidanzato e farla divertire ancora un po’. Quando arrivammo, Manuel, presissimo dalla partita, quasi non si accorse di noi e fece soltanto un distratto
saluto alla sempre più incazzata fidanzatina. Bene, pensò lei, ora vedrai di cosa sono capace !!! Fu così che la facemmo entrare Giorgia negli spogliatoi ed le presentammo l’amico Simone. Questi, nostro ottimo complice, non perse tempo e fatta girare la ragazza ed alzata la gonnellina, spostò il perizoma ed iniziò a chiavarla rudemente mentre Antonio cominciò ad usarle la bocca. Fu così che Giorgia fra un cazzo e l’altro pot&egrave gridare : Questa &egrave per teeeeee … cornutoooooo !!! ‘ Quando i due maschietti finirono di scaricale sborra nella fica ed in bocca si era ormai sparsa la voce che c’era una puttana da sbattere negli spogliatoi ed, uno ad uno, i giocatori del torneo entrarono e la sfondarono. Giorgia prese così decine di cazzi nella bocca, in fica e nel culo e si ritrovò presto in un lago di sperma. Alla fine della partita, per renderla appena presentabile le facemmo fare una lunga doccia che non servì, ovviamente, a togliere le grandi macchie di sborra sui suoi vestiti. Quando Manuel arrivò non si accorse però di nulla e le diede un abbraccio ed un bacetto pacificatori.
Ricordo che Giorgia sorrise e disse : ‘lo sai amore che questa tua passione per lo sport comincia a piacermi?’. Manuel la guardò sorpreso mentre noi tutti noi scoppiamo a ridere fragorosamente. Ilary e Paolo
Bellissima coppia da Roma sui 35 anni. Lei bionda, occhi castani, aria da porcellina. Lui alto, biondo, ben messo. Arrivarono nel pomeriggio e mi fecero capire che erano alla ricerca di qualche emozione un po’ diversa. Io e Francesca per la sera avevamo in programma di andare in una balera non lontano e chiedemmo se volevano unirsi a noi. Ne furono molto contenti e in pochi minuti arrivammo in questo posto abbastanza particolare. E’ un locale da ballo molto noto, frequentato soprattutto da persone di mezza età (uomini e donne) a caccia di avventure ed incontri. L’atmosfera &egrave quindi intima, riservata, confidenziale. Francesca e Ilary avevano indossato due abitini simili, neri, corti e trasparenti, che lasciavano pochissimo all’immaginazione, microscopici perizomini ed
autoreggenti a rete. Mentre stavamo entrando proponemmo : ‘Ragazze, perché non entrate da sole?
Noi vi raggiungiamo fra qualche minuto ma, faremo, almeno per un po’, finta di non conoscervi’.
La cosa piacque subito alle due puttanelle che entrarono sculettando e si diressero subito verso il bar. Noi maschietti aspettammo una decina di minuti e quando entrammo le vedemmo già circondate da maturi eccitati. Erano stupende con i vestitini che , risaliti fino all’inguine, lasciavano le gambe completamente scoperte, autoreggenti e fighette a vista. Paolo ed io ci fermammo ad una decina di metri e notammo quattro maschietti, probabilmente amici, che offrivano loro ripetutamente da
bere e le carezzavano e palpavano un po’ ovunque. Dopo qualche minuto le vedemmo alzarsi, un po’ barcollanti, ed entrare, con i quattro, in una saletta molto nascosta e buia dove, scoprimmo dopo, erano strategicamente posizionati comodi divani. Io e Paolo attendemmo qualche minuto ed entrammo. Trovammo le due ragazze sui divani ormai nude. Francesca era a gambe aperte. Uno di questi le stava leccando la fighetta e con due dita la penetrava profondamente. Lei intanto godeva ed ansimava come una porca. Un altro intanto le stava infilando in bocca il grosso cazzo. Ilary era invece a pecorina e gli altri due avevano già iniziato a chiavarla. Facevano un po’ per uno. Facendola impazzire di piacere. Per me e Paolo che guardavamo da lontano era uno spettacolo incredibile: le nostre donne si stavano facendo chiavare nel bel mezzo di un locale pubblico, incuranti del possibile arrivo di altre persone. Fu così
che le raggiungemmo e, con grande sorpresa dei quattro iniziammo ad urlare cosa stessero facendo alle nostre amate mogliettine. Mentre questi si aspettavano uno scontro noi li sorprendemmo tirandoci fuori i cazzi e, fattoci spazio, iniziammo ad incularle violentemente. Le troie per prima cosa si inculano, dicemmo. A quel punto successe di tutto e le scopammo tutti più volte in ogni posizione. Alla fine fino ci accordammo con gli altri e messe al centro le ragazze iniziammo tutti e sei a segarci riempiendo di sborra tette, visi e corpi. Quando i quattro amici ci salutarono le nostre compagne erano sfinite e completamente schizzate ma non era finita. Di sorpresa entrarono il proprietario ed buttafuori del locale che, con occhio compiacente, avevano permesso la nostra festicciola erano venuti a reclamare il loro compenso. E’ stato un piacere assistere alla vostra festa grazie alle telecamere del locale, disse il tipo. Ora però é ora di provare dal vivo le vostre porcelle. Ed ecco che altri uomini si avvicinarono a Franci e Ilary ed iniziarono a sfondarle. Nel giro di un’ora altri grossi cazzi scaricarono quintali di sperma dentro le le nostre troie mai sazie. Quando tornammo a casa era l’alba. Andrea e Mauro
Non sono solito nell’accettare prenotazioni di uomini soli. Ho sempre paura che mi possano procurare qualche piccolo problema ma Andrea e Mauro non erano i soliti ragazzotti che vengono a Riccione per le discoteche in zona. Erano invece due maturi professori universitari che dovevano
tenere una lezione il giorno successivo ed avevano visto le ottime recensioni dell’agriturismo in un noto sito su internet. Quando arrivarono li accolsi mostrando loro le camere ma distrattamente non mi accorsi che la mia bella compagna si era addormentata ai bordi della piscina ed era, come al solito, completamente nuda, fatta eccezione di un minuscolo perizoma intimo, bianco e trasparente.
Dalla finestra la vidi stesa bocconi con il suo bel culetto seminudo che svettava indecentemente.
Quando i due, carichi di libri e documenti, scesero in piscina per lavorare un po’, fecero un sobbalzo e non senza qualche indecisione si sedettero ad un tavolino non lontano. Io dalla camera li vedevo provare a concentrarsi mentre la mia Francesca, dal sonno agitato, si muoveva mostrando ora il culetto, ora la fighetta, ora le tettone gonfie e piene. Non so dire se era sveglia od addormentata ma lo spettacolo fu eccitante al massimo. Dopo qualche minuto Francesca si svegliò e, non troppo sorpresa dalla presenza dei due, lì salutò cortesemente con un grande sorriso. Quando la vidi levarsi il perizomino prima di tuffarsi in acqua pensai : che zoccoletta la mia Franci. I due, completamente persi, non poterono fare a meno di guardarla mentre mostrava sfacciatamente il culetto sodo e le belle tettone. La porcellina poi, per migliorare lo spettacolino, si mise anche nell’angolo più lontano della piscina ed iniziò lentamente a masturbarsi sott’acqua facendo scorrere le dita fra le gambe e sui seni. Quando risalì fu proprio lei, completamente nuda, ad attaccare discorso chiedendo cosa facessero di bello e come mai se ne stessero tutti vestiti sotto il sole a lavorare. I due provarono a rispondere qualcosa ma la sorpresa (ed una evidente erezione che cercavano di nascondere) li bloccò completamente. A loro soccorso, a questo punto, arrivò il bravo Antonio, il mio socio, che, con molta naturalezza chiese a Franci se necessitava di essere asciugata e di un po’ di crema solare. Alla risposta affermativa di Franci, Antonio iniziò a passarle sul corpo il telo indugiando sui seni e fra le gambe. Poi Antonio si spogliò completamente davanti a loro rivelando il cazzo già in completa erezione. Così combinato iniziò un bellissimo massaggio alla mia ingorda porcella. Quando i due videro le dita di Antonio sparire prima nella fica e poi nel culetto di Franci non resistettero più ed iniziarono a spogliarsi. Quando arrivai io le erano tutti e tre sopra. Antonio le leccava la fighetta, Andrea le belle tette e Mauro si segava su di lei. Insomma, si stavano preparando per montarla. Inutile dire che il primo a chiavarla, come sempre, fui io che, senza troppi pensieri mi feci largo, le aprii le gambe e le infilai la fica. Intanto i tre posizionarono i cazzi davanti alla sua bella boccuccia e lei iniziò a succhiare con grande diligenza. Da lì a poco ci scambiammo il posto più e più volte chiavandola ed inculandola tutto il pomeriggio e sera. Quando rientrammo in casa la mia bella troietta era felice e completamente farcita di sperma. Fu così che ci lavammo e ci mettemmo a dormire abbracciati.

Il mattino dopo i professori uscirono presto e rientrarono nel primo pomeriggio con un collega, un certo Massimo che, da quello che capii era anche il loro capo.
Mi dissero che dovevano preparare una lezione ed avevano da fare fino a sera. Alle 20 circa mi chiesero se potevo portare loro qualcosa da bere.
Noi ci stavamo preparando per una uscita intrigante e fu divertente chiedere a Franci di portare quanto richiesto. Lei mi sorrise in modo birichino. Aveva un tubino nero molto corto che le lasciava le spalle scoperte. Sotto un perizomino nero inesistente, calze e reggicalze. Completava il tutto una scarpina nera con tacco a spillo. Quando arrivò alla camera i due professori restarono senza fiato mentre il nuovo arrivato non sembrò così rapito. Anzi. Era un uomo maturo, alto quasi due metri e molto robusto. I capelli cortissimi ed il piglio lo facevano assomigliare più ad un militare che ad un professore. Appena la vide disse subito : “Tu saresti la troia che si &egrave fatta chiavare dai miei colleghi ? ” Franci lo fulminò con lo sguardo e disse : ” &egrave tu nonnetto, chi cazzo saresti ?” Il professore ribadì scocciato : ” Oltre che troia anche maleducata. Benissimo! Sei proprio pronta per una lezione.” Fu così che la prese. Se la mise sulle ginocchia a carponi, le alzò il vestitino, abbassò il perizoma alle caviglie ed iniziò a sculacciarla violentemente. Franci, sorpresa dal movimento, cerco di divincolarsi ma, vista la forza del tipo, non poté fare altro che subire. Una, due, tre… dieci … venti colpi che la fecero piangere dal dolore ma anche, suo malgrado, eccitare tantissimo. Lui, senza smettere le chiese : ” Allora ragazza, non &egrave forse vero che sei una troia vogliosa di cazzi ?” . Lei, da quanto si stava eccitando, avrebbe voluto dire di si ma non voleva dare al tipo questa soddisfazione. Fu così che ad un certo punto lui disse : “Bene, passiamo ad altro! ” La fece mettere in piedi le legò le mani con una corda e la bendò con un fazzoletto e disse ai due di tenerla con le mani in alto. Fu così che le sfilò completamente il vestitino lasciandola solo con reggicalze, calze e tacchi a spillo. Lo spettacolo era stupendo. Franci con il culetto tutto rosso per le sculacciate ed il seno in fuori era oscenamente esposta. Il professore le si mise davanti e le prese in mano i seni iniziando a massaggiarli violentemente e a strizzarle i capezzoli con le dita. Lei cominciò ad urlare di dolore e nuovamente a piangere mentre sentiva la sua fighetta bagnarsi sempre più. Non era abituata a trattamenti del genere ma mai avrebbe immaginato di godere in questo modo. Dopo averle torturato i capezzoli la fece mettere sul letto e senza dire parola iniziò a strofinarle un qualcosa di duro sulla fighetta bagnatissima e pronta. Dopo un paio di minuti le chiese ancora : Allora ? Hai voglia di cazzi ? ” . Non aspettò neanche la risposta. Dalla fighetta quel qualcosa passò al buchetto di Franci e … con un colpo secco le infilò nel culetto un vibratore enorme e nodoso che accese subito alla massima potenza. Franci ebbe un sussulto e urlò come mai aveva fatto prima. Io la trovai proprio così quando i professori, miei complici, mi fecero entrare. Era seminuda a pecorina, legata, bendata e con l’enorme vibratore che la sfondava. Dopo poco smise di lamentarsi ed io immaginai che si stava ormai godendo quel gigantesco giocattolo. Ne ebbi conferma quando il professore le disse : ” Dimmi troia, sei pronta per essere chiavata? ” Lei rispose : ” Si, fatemi tutto quello che volete! Ho voglia di tanti cazzi ! Sono una vera troia !!!! Sfondatemiiiii ” Fu così che la face girare e chiese ai due di tenerle le gambe aperte. Franci aveva la fighetta bagnatissima e non vedeva l’ora di farsi scopare. Ed ecco che toccò a me avvicinarmi ed iniziare a chiavarla. Lei che non aspettava altro iniziò a godere e disse, quasi sottovoce : ” Marco, che porco che sei ed io, quanto sono zoccola! ” La porcellina mi aveva riconosciuto e si godeva finalmente la sua dose di cazzo. Andammo avanti per una decina di minuti. Poi, il professore decise che la zoccola aveva meritato altri cazzi ed il suo prese il posto del vibratore. Franci era completamente partita. Due cazzi insieme la stavano aprendo mentre gli altri due, stanchi di guardare, stavano offrendo i loro alla sua affamata bocca. Fu così che le sborrammo dentro insieme riempiendola completamente di sperma. Continuammo poi a chiavarla tutta la sera facendola sentire femmina e troia come mai prima. Era ormai notte fonda quando salutai i miei complici di quella avventura e portai Franci a casa. Era completamente sfatta ma molto molto contenta. Mi disse : ” Bella sorpresa amore! Lo sai che mi piace proprio fare la femmina docile e sottomessa ? Proviamo ancora ???” Io sorrisi perché già pensavo al prossimo gioco. Irina e Claudio
Arrivarono in agriturismo a metà pomeriggio. Lei, russa, sui trent’anni, bionda e fin troppo appariscente per i miei gusti. Molto bella in verità ma abbastanza volgare ed assolutamente fuori contesto con quello striminzito vestitino a fiori con perizomino d’ordinanza, grande cappello e tacchi altissimi. Lui maturo imprenditore di Napoli con orologione e catena d’oro al seguito. Mentre parlava continuava a tastarle il culetto. Come per dire : ” Questa &egrave la mia troia”. La classica coppia che sta insieme per amore, pensai sorridendo.
Dopo aver lasciato i bagagli Claudio venne a cercarmi chiedendomi, con fare disinvolto, se c’erano in zona posti dove divertirsi un po’ e luoghi di incontro piccanti. Io, pur avendo compreso benissimo la domanda chiesi spiegazioni. Claudio mi confessò che il suo più grande godimento era vedere Irina sbattuta da decine di cazzi di ogni razza, dimensione e colore. Io gli parlai di diversi luoghi dove le coppie potevano trovare singoli ma lo avvertii che qualcuno poteva essere abbastanza pericoloso. Lui mi disse di non preoccuparmi: “La mia troia &egrave abituata”. E così verso le 23 tutti e quattro uscimmo per un giretto in auto. Irina indossava soltanto un abitino nero trasparente senza nulla sotto mentre Franci si era messa un vestitino bianco cortissimo con perizomino in tinta. Mentre Claudio guidava, Franci ed io, seduti dietro, iniziammo a farci qualche coccola. Io non perché ma non riesco mai resistere dallo stuzzicarla un po’ in certe situazioni. E così, incuranti della presenza degli altri due avevo iniziato a palparle e baciarle le tettone per poi, dopo averle alzato il vestitino, passare alla sua magnifica fighetta. Franci aveva reclinato il capo e si godeva serenamente il trattamento quando con un balzo ci raggiunse quella zoccola di Irina. Questa si sedette di fianco a Franci e, fatta sdraiare, iniziò a leccarla e penetrarla con le dita. Franci iniziò ad ansimare e godere come non mai. A me non restò altro che offrirle in bocca il mio grosso cazzo. Andammo avanti un po’ mentre Claudio distrattamente guidava. Dopo poco ci girammo e fu molto bello sentire due bocche affamate che si contendevano il mio cazzo. Poi, mi piacque moltissimo quando, spronato da Franci sfondai il bel culetto di Irina riempiendolo di sborra. Quando arrivammo nel grande parcheggio per autocarri fuori dal casello autostradale le due avevano già avuto una buona dose di cazzo ma erano ancora molto eccitate ed intrigate. Lì trovammo parcheggiati tantissimi Tir di ogni nazionalità e non ci volle molto che gli occupanti si accorgessero di due ragazze seminude nel piazzale. Da lì a poco una decina camionisti le circondarono ed iniziarono ad insultarle e a palparle ovunque. Ricordo che feci appena in tempo a ‘salvare’ Francesca chiudendoci in auto. Poco dopo, infatti, con il consenso di Claudio, Irina fu fatta salire su un enorme Tir e sparì dentro la cabina. Noi, da fuori assistemmo alla salita e discesa di decine di camionisti di ogni razza e colore che andavano serenamente a svuotarsi i coglioni dentro fica, culo e bocca di ‘quella troia russa’. Claudio, quasi in estasi si segò per tutta la sera fuori dalla macchina pensando a quanto era troia la sua compagna. Intanto, la mia bella Francesca, non so fino a quanto felice di avere scampato il pericolo, si accontentò di essere sfondata nuovamente dal mio pimpante cazzo. Quando l’ultimo dei camionisti fu soddisfatto la bella Irina venne letteralmente calata giù dall’autocarro. Non riusciva a camminare ne a tenersi in piedi. Dai suoi buchetti colava copiosamente la sborra di tutti e aveva il viso quasi
irriconoscibile. Claudio, forse come premio, le si avvicinò e le scaricò in bocca il prodotto della sua ennesima sborrata serale. Quando tornammo all’agriturismo era quasi mattina.

Il giorno dopo eravamo preoccupati perché non vedevamo arrivare i nostri ospiti. A mezzogiorno spuntò Claudio che ci disse che andava tutto bene, anzi, la zoccola non era ancora soddisfatta. Ci chiese se potevamo andare un po’ al mare e se conoscevamo qualche spiaggia intrigante. Rispondemmo che poco distante c’erano diverse spiagge naturiste ma si doveva fare molta attenzione. Neanche il tempo di rispondere ed eravamo già in auto con destinazione lidi ravennati. Il posto &egrave veramente bello. Una spiaggia selvaggia, mare pulito, una stupenda pineta. Una zona naturista controllata e … poco più avanti una zona dove tutto &egrave possibile o quasi. Noi, ovviamente, ci sdraiammo proprio lì, riparati alla vista da dune e cespugli. Come si può immaginare le ragazze non fecero in tempo a spogliarsi che eravamo già circondati da una decina di uomini con il cazzo in mano. Quando le due troiette iniziarono a palparsi e baciarsi i maschietti erano già diventati una trentina. C’erano veramente maschi di ogni tipo. Tutti a proporsi e pronti per chiavarle. Come era già successo la sera prima fu Claudio a trattare e dopo poco si diresse verso l’interno della pineta con Irina. Franci ed io restammo un po’ in disparte. Conoscevamo il posto e sapevamo che poteva essere molto pericoloso. Arrivati in una piccola radura Claudio lasciò la mano di Irina che venne subito circondata. Per prima cosa fu fatta mettere in ginocchio ed iniziò a succhiare qualche decina di cazzi. Inutile dire che dopo pochissimo il suo viso era trasformato in una maschera di sborra. Claudio intanto fotografava e si segava allegramente. Poi misero Irina a pecorina ed iniziò ad essere sfondata in modo abbastanza violento fra insulti e strattonate. Non riuscimmo sinceramente a contare quanti cazzi prese in fica e culo. Io so solo che urlava di piacere e dolore mentre senza alcun riguardo la aprivano. Dopo un paio d’ore di questo trattamento Claudio, sinceramente preoccupato, cercò di riprendersi la donna ma fu allontanato con minacce, calci e schiaffoni. Alla fine la situazione era degenerata e Franci ed io fummo costretti a scappare verso l’auto. Solo più tardi Claudio ci disse che Irina fu salvata da una pattuglia di carabinieri che, ormai abituati alla zona, arrivarono a disperdere la folla. Rivedemmo infatti Claudio ed Irina sono molte ore dopo. Erano stati portati all’ospedale ed anche in caserma per accertamenti. Quando arrivarono all’agriturismo erano doloranti e sfatti ma felici e beati. Prima di crollare Irina riuscì anche a dire a Francesca : ” Sai cara, in caserma c’erano dei militari molto carini! Mi sono anche fatta dare i numeri di cellulare! La prossima volta … Ancora Massimo
Qualche settimana dopo la serata con Massimo ed i colleghi (vedi capitolo 9), una mattina, aprendo la mail trovai la sua richiesta di prenotazione. Sarebbe venuto un sabato e ci chiedeva se eravamo liberi per uscire insieme. Quando avvertii Francesca questa mi rispose con un semplice sorriso. Aveva ben chiaro il ricordo della serata con lui, Mauro ed Andrea. Franci, quella volta, prima di essere scopata in ogni posizione era stata legata, bendata e sottomessa e la cosa le era piaciuta tantissimo. Fu così che rispondemmo che eravamo liberi ed aspettammo il suo arrivo. Massimo arrivò una mattina e lo accolsi con cortesia. Lo ricordavo bene : sui 60/65 anni, alto quasi due metri, capelli rasati, piglio deciso ed autoritario. Ci salutammo cordialmente e mi disse che per quella sera aveva deciso di portarci ad una festa di amici. Ricordo che mi soffermai un attimo su quel “aveva deciso” ma non mi preoccupai più di tanto. Le persone autoritarie, a differenza di Francesca, non avevano alcun effetto su di me. Mi disse anche che aveva in programma qualche sorpresina per Francesca e, come fatto anche la volta passata, mi tranquillizzò dicendo che tutto sarebbe stato concordato con me. Fu così che verso le 20 iniziammo il nostro viaggetto verso le colline di Pesaro. Franci aveva indossato un abitino nero molto aderente che le arrivava quasi ai piedi. Praticamente una seconda pelle. Talmente trasparente da mostrare perfettamente il suo perizomino nero con brillantini e rivelare la assoluta mancanza del reggiseno. L’abito e i tacchi 15 le davano una andatura molto sensuale. Era talmente sexy che non resistetti a lungo e durante il tragitto ne approfittai per stuzzicarla e scoparla un po’. Massimo, mentre guidava, mi disse di non sciuparla. La attendeva una serata impegnativa. Io, per non sbagliare la misi a pecorina e dopo poco le sborrai in fica. Mentre eravamo per strada Massimo ci disse che era un po’ presto e ci saremmo fermati in un sexy shop per prendere qualcosa. Conoscevamo bene quel negozio. Ci eravamo fermati spesso da soli o con amici ed il gestore ci salutò con un grande sorriso. Dopo un veloce giretto Massimo aveva già scelto qualcosa per Franci e ci accomodammo nella saletta video per fargliela provare. Per prima cosa le allargò le gambe e, dopo un breve massaggio con le dita, le infilò nel culetto due piccole palline vibranti. Abbiamo qualcosa di simile anche noi. Un piccolo ovetto che usiamo quando andiamo al ristorante o locali pubblici. Troppo carino metterglielo nella fighetta ed accendere il telecomando proprio quando il cameriere viene al tavolo. Lei inizia a muoversi e sussultare eccitandosi sempre più. Diventa poi impossibile trattenerla e ne combiniamo di tutti i colori. Comunque… Massimo le infilò le palline nel culetto e le accese. Poi… le abbassò il vestitino e le mise due pinzette ai capezzoli. Franci fece un piccolo grido ma le piacque la situazione : si sentiva tremendamente troia così combinata. Poi… un collare in cuoio con anello, un guinzaglio, manette, benda agli occhi ed un bel frustino. Quando ebbe finito di prepararla Franci tremava di frenesia e piacere. Fu così che attraversammo il locale con Franci al guinzaglio, bendata e ammanettata. Passando fra clienti stupiti ed eccitati. Massimo, forse anche egli molto preso, lasciò che le si avvicinassero. Tutti iniziarono a palparla mentre lei, totalmente in balia degli uomini, era completamente partita. Fu così che Massimo, dopo avermi guardato per chiedere l’assenso, la fece mettere in ginocchio nel mezzo del negozio. Dopo poco si ritrovò circondata da una decina di cazzi che iniziarono a penetrarle la bocca. Il giochino durò una bella mezz’ora e dopo che l’ultimo dei clienti le ebbe riempito la bocca ed il viso di sperma la facemmo pulire al meglio e ci rimettemmo in auto. Franci era completamente persa. Le palline nel culetto la stavano straziando e stuzzicando e tutta la situazione l’aveva portata quasi all’orgasmo. Mentre era seduta in auto continuava a chiedere con impazienza di essere chiavata: ‘ Non resisto più, vi prego, datemi del cazzo. Voglio godere !!’. Noi ovviamente la lasciammo così e ci divertimmo anzi a intrigarla dicendole che tutti dalla strada potevano vederla e chissà, magari la facevamo chiavare da qualcuno ! Quando arrivammo a destinazione trovammo una piccola villetta immersa nel verde. Suonammo e ci fu aperto da uno dei complici di Massimo che apprezzò e non poco, la mia stupenda zoccola. La casa pareva essere ancora in costruzione, con pareti grezze, travi, pavimenti di cemento, una nuda lampadina al soffitto. Un vero e proprio cantiere. Appena Franci entrò ci fu un silenzio totale. Niente saluti o parole. Si sentiva solo il vibrare delle sue palline. Uno di questi uomini, tutti maturi, le prese le mani e le agganciò ad una specie di anello al soffitto. Franci era veramente magnifica : i capezzoli ed il culetto erano perfettamente visibili attraverso quel vestitino aderentissimo e trasparente Le bende, il collare, le manette la costringevano ad una postura molto sensuale e la facevano sentire esposta e alla mercé di tutti. Fu così che lei sentì delle mani alzarle il vestitino fin sopra la vita e assaggiò, suo malgrado, la prima frustata. Non fu molto forte. Non volevo le fosse fatto del male. Fu però, per lei, una vera e propria scarica che la fece bagnare ed eccitare ancora di più. Alla decima frustata non si reggeva più in piedi e, toccandole la passerina mi accorsi che era un lago di umori. Aveva voglia di essere chiavata e cominciò ad urlarlo. Massimo,per stuzzicarla ancora di più prese un altro vibratore e cominciò a passarglielo sul viso, fra le labbra, sui capezzoli scendendo piano piano ‘ fino ad arrivare alle gambe e al clitoride già gonfio ed eccitato. Fu molto attento, però : appena sentiva che Franci stava per raggiungere l’orgasmo lo toglieva lasciandola insoddisfatta e scontenta. Dopo qualche minuto di questa tortura la sganciammo e la mettemmo a carponi su un vecchio materasso. Massimo le tolse le palline e ‘ mi chiese ancora una volta il permesso. Fu così che le si mise dietro e cominciò ad incularla. Ricordo che mi disse che fu meraviglioso penetrare quel culetto caldo,largo e pronto. E mentre Massimo la impalava con vigore io la sentivo fremere e tremare. Dopo poco Massimo le sborrò dentro e dopo di lui toccò agli altri che, uno dopo l’altro, le farcirono l’intestino di sborra calda. Quando tutti ebbero finito Massimo riprese il vibratore e lo rimise nel buchetto lasciando Franci sul materasso, sconvolta ed eccitatissima. E così mentre noi fingevamo di fare altro, Franci continuava a implorare di essere scopata :’ Vi prego, fatemi godere, ho voglia di cazzi, sono disposta a tutto. Vi pregoooo !!’. A quel punto Massimo le disse : ‘Attenta ragazza, potremmo prenderti in parola!’. Dopo qualche minuto Franci fu finalmente accontentata. Fu presa di peso e messa supina. Mentre due uomini le allargavano le gambe toccò a me, finalmente, darle una bella chiavata. Aveva la passerina bagnatissima e calda e iniziai a fotterla con passione e forza. Lei si avvinghiò con le gambe a me e dopo pochissimo, con un urlo liberatorio, ebbe un orgasmo pazzesco. Dopo di questo un altro ed un altro ancora mentre io, incapace di trattenermi oltre, la riempivo di sperma. Inutile dire che dopo di me gli altri uomini presero a fotterla sborrandole in fica, sul corpo ed in viso. Lei era al settimo cielo. Ancora legata e bendata subiva e godeva. Era, nel suo immaginario, la troia che svuota i coglioni dei maschi, la schiavetta che viene usata e riempita, la femmina ubbidiente e remissiva. Alla fine la facemmo alzare ed io e Massimo iniziammo a lavarla fuori dalla casa con una canna da giardino. Era ormai notte fonda quando tornammo in agriturismo. Franci era completamente sfatta e faticava a camminare ma era ancora inebriata da una esperienza particolare e unica. Al mattino dopo Massimo ci salutò non mancando di dire a Franci :’ Ciao ragazza, ti ricordo che hai fatto una promessa ieri sera! Tornerò presto a farti pagare pegno’. Vidi Franci avvampare. Inutile dire come passammo il resto della giornata. Ogni anno a circa metà settembre, Franci ed io lasciamo l’agriturismo nelle mani del nostro amico e socio Antonio e partiamo per le vacanze. Non sono viaggi pazzeschi ma ci aiutano a staccare un po’ : Sicilia, Puglia, Grecia, Costa Azzurra, Mar Rosso….
Uno di questi viaggetti lo ricordiamo con particolare piacere. Era in Sicilia e precisamente nella zona di Trapani. In quella occasione fummo accolti ed accompagnati proprio da un cliente dell’agriturismo. Era un signore di circa 60/65 anni, molto distinto, manager di una azienda alimentare siciliana, che era venuto a Rimini per una fiera ed era stato nostro ospite solo una notte. Niente sesso ne trasgressione con lui quella sera. Non c’era tempo ne voglia. Fu però carino passare qualche ora a parlare di viaggi, cucina, tradizioni, storia ed anche di momenti intriganti visto che scoprimmo che anche il buon Salvatore era fortemente attratto dal sesso un po’ particolare. Insomma proprio una bella serata dove nacque stranamente un feeling molto profondo. La mattina dopo ci salutammo con grande calore e con la piccola promessa che se fossimo andati dalle sue parti saremmo stati suoi ospiti. E così, fu simpatico, quella mattina di settembre trovarlo all’aeroporto di Trapani ad attenderci. Era emozionato e raggiante per avere trovato due nuovi amici e complici. Ci accompagnò nel centro di Trapani dove ci aveva messo a disposizione un suo appartamento molto carino e ben arredato. Ci disse : “Qui nessuno vi disturberà ! Se poi vorrete essere accompagnati da qualche parte sarà per me un onore farvi da guida e mostrarvi la Sicilia più bella e nascosta”. E così ci accordammo per rivederci un paio di giorni dopo per andare a visitare la magnifica Erice. Fu bellissimo osservare il superbo panorama dal punto più alto ed anche passeggiare per vicoli e stradine tenendo per mano la mia stupenda Francesca che per l’occasione altro non aveva che un vestitino bianco in cotone leggerissimo ed un perizomino in tinta che le evidenziava il magnifico culetto tondo. Completavano il tutto un bel cappello in paglia e tacchi fin troppo alti per l’occasione. Fu veramente una bella gita grazie anche alle spiegazioni e ai racconti del gentilissimo Totò che fra una provocazione e l’altra di Francesca riusciva ogni tanto a prendere fiato. La mia porcellina infatti non perdeva occasione per stuzzicare noi maschietti esibendosi in ogni modo e maniera. Ricordo, per esempio, che, a causa dei tacchi alti prese una piccola storta al piede e a chi, se non a Totò tocco il compito di massaggiarle la caviglia trovandosi a pochi centimetri dalla stupenda e depilatissima fighetta, per nulla celata dal microscopico e trasparentissimo perizoma? Ho ancora oggi in mente la scena di Totò che, preso dalla foga, arrivò a massaggiarle le cosce e la fighetta e si fermò solo quando si accorse di dare spettacolo in mezzo alla piazza del paese. Oppure chi dovette assistere agli strip tease di Franci nei vari negozietti di abiti e intimo della bella cittadina? Anche lì, solo l’intervento un po’ brusco di una commessa un po’ bacchettona ci impedì di fare la festa nel camerino ad una ben disposta Francesca. Insomma io e Totò passavamo da un’erezione all’altra e la voglia aumentava sempre più. La giornata andò avanti comunque serenamente e, fra un gioco e l’altro, avemmo anche modo di assaggiare i buonissimi dolcetti di una notissima pasticceria e bere dell’ottimo passito. Inutile dire che quando, ormai a notte fatta, ce ne tornammo verso casa un po’ brilli e accaldati eravamo soprattutto eccitatissimi. Fu così che fermammo l’auto in una bella terrazza panoramica e ci mettemmo a guardare le mille luci della città e le stelle. Non appena mi accorsi che eravamo da soli non feci altro che alzare il vestitino di Franci ed infilare il mio bel cazzo nella sua fighetta rovente. I giochetti vari avevano eccitato anche lei e non vedeva l’ora di essere chiavata. Dopo qualche minuto un mio cenno ed il sorriso di Francesca convinsero l’educato Totò, che era rimasto un po’ in disparte, ad unirsi a noi. E così, si aprì i pantaloni ed offrì alle labbra di Franci un discreto cazzo. Lei non si fece pregare dal farlo sparire interamente in bocca. Dopo poco io le inondai la fica mentre lui le riempì la bocca di caldissima sborra che Franci bevve con tanta diligenza.
Non vedemmo Totò per altri due giorni. Noi ne approfittammo per fare qualche giretto ed il giorno successivo andammo a visitare una spiaggia naturista che si trovava verso Scopello. Ricordo che Franci ed io raggiungemmo una bella insenatura un po’ nascosta e ci mettemmo a prendere il sole. Franci era più che contenta di stare senza costumino e, al vederla nuda ed eccitata, dopo poco anche la mia voglia si risvegliò. Fu così che cominciai a scoparla a pecorina sulla riva sperando di non essere disturbati. Dopo poco sentimmo invece una voce arrivare dal mare :’ Hei ragazzi, siete matti? Se continuate così vi arrestano! Salite da me che vi porto al largo!’. Era un vecchio pescatore che, avendoci notati, aveva condotto la sua piccola barchetta fino agli scogli. Franci ed io, eccitatissimi, non facemmo altro che raccogliere le nostre cose e saltare sulla barchetta. Passammo così un’ora buona a scopare in ogni posizione mentre il pescatore si segava allegramente. Ogni tanto, in verità, chiedeva se poteva chiavarla pure lui ma noi facevamo finta di nulla. Solo dopo un po’ Franci, presa da compassione, decise di prendergli il cazzo fra le manine e mentre io le riempivo il culetto di sborra questi le inondò capelli, viso e tette. Passammo il resto della giornata prendendo il sole e facendo bagni con il buon pescatore che non perdeva occasione per carezzarla e toccarla ovunque. Tornammo a riva solo verso il tramonto e fu bello scopare nuovamente Francesca in quel momento così particolare. In verità fu contento anche il pescatore che, come premio della giornata meritò un meraviglioso pompino con ingoio da parte della mia bellissima zoccoletta. Tornammo a casa in tempo per gustarci un ottimo cus cus con pesce in un ristorantino del centro. Tra le mani un fogliettino con il numero di cellulare del pescatore : ‘Se volete facciamo una uscita notturna!!’, ci disse speranzoso.
Il giorno dopo Totò ci propose una gita a San Vito Lo Capo, paesino molto conosciuto per una spiaggia bianchissima e dal mare stupendo. Partimmo di prima mattina con la sua auto, un vecchio Audi Cabrio e già il viaggio fu un programma. Franci infatti, si sedette dietro e decise di approfittare del bel sole. E così, nel giro di pochi minuti dalla partenza era già in topless e tanga ad abbronzarsi. Inutile dire gli sguardi perplessi e sorpresi di quanti la notavano ed anche ricordare i tanti scooter di ragazzini che ci seguirono per chilometri. ‘Stai facendo un’opera buona’, le dissi ridendo. Lei intanto, profondamente esibizionista, provocava, si gustava le scene e si eccitava sempre più. Eravamo solo a metà strada quando, levato il tanga, iniziò a toccarsi la fighetta con le dita cominciando a masturbarsi sempre più intensamente. Noi due maschietti faticammo non poco a trattenerci dal fermare l’auto in mezzo alla carreggiata. Riuscimmo invece a resistere fino ad un lungo viottolo di campagna che, dopo un po’ ci portò in un boschetto di lecci proprio al limitare di una riserva naturale. Fu lì che fermata finalmente l’auto ci mettemmo dietro con lei. Ricordo che per prima cosa mi sedetti mettendomela sopra e iniziai a scoparla mentre Totò le baciava e leccava le tettone. Poi, finalmente, toccò a Totò assaggiare la sua fichetta penetrandola a pecorina mentre lei mi succhiava il cazzo. Fu proprio mentre le stavamo sborrando dentro che ci accorgemmo di essere osservati da due ragazzi abbastanza giovani, diciotto/venti anni, che probabilmente ci avevano seguiti fino a li in silenzio. I due ragazzi si segavano furiosamente a circa una decina di metri di distanza. Guardai Franci che si era accorta della scena e li chiamai. I due fecero fatica a crederci : una figa stupenda che accettava di farsi fottere da loro. Totò ed io infatti, dopo averla sborrata per bene, ci allontanammo un po’ e li lasciammo fare. Franci fu presa in mezzo e per più di un’ora scopata ed inculata in ogni posizione. La cosa che la eccitava era che i due non smettevano mai di sborrare e di tornare dritti. Alla fine la porcellina fu letteralmente riempita di sperma. Solo dopo un paio d’ore ed un bel bagnetto riprendemmo la strada. Il resto della giornata, a parte i continui sguardi dei bagnanti su quella zoccola in topless e perizoma, passò tranquillamente nella bella spiaggia di San Vito Lo Capo. Solo all’ora di cena i nostri sensi si risvegliarono nel guardare la bella Francesca prepararsi per la sera. Abitino nero trasparente, sandalo tacco 15, perizomino nero… era una vera ed arrapantissima troietta. Quella sera, nonostante tutto, non successe nulla di particolare. Facemmo una ottima cenetta di pesce in un bel ristorante e finimmo la serata in una specie di disco bar all’aperto. In verità un posto abbastanza divertente. Tanti giovani, musica alta e ben ritmata, tanta allegria, cocktail di tutti i tipi… Dopo qualche giro di bevute erano tutti sui tavoli a ballare ed io e Totò convincemmo una imbarazzata Franci a fare lo stesso. ‘Dai, sono una vecchierella’, diceva. Fu stupendo invece vederla ballare mentre diversi ragazzotti arrapati la ammiravano da sotto. Tanti quella sera cercarono di conoscerla e convincerla ad appartarsi da qualche parte ma in noi c’era solo voglia di divertirci un po’. Ricordo però che fu eccitante vederla mentre cercava di sottrarsi alle tante mani che cercavano di palparle tette, culetto e fighetta e ricordo anche che ci mise un bel po’ a tornare dalla toilette assalita da ragazzi parecchio focosi. In ogni modo, quando arrivammo all’auto qualche dubbio che qualcosa combinò ci venne. Mi accorsi infatti che Franci aveva la fighetta tutta bagnata ed era senza perizoma e le chiesi :’ Amore…. ma le mutandine?’ E la puttanella sorridendo : ‘Chissà? Magari nella confusione qualcuno me le ha portate via !’. Inutile dire che nel viaggio di ritorno dovetti ‘punirla’ come meritava. Arrivammo a casa a notte fonda.
Il giorno dopo dormimmo fino a tardi e poco prima di pranzo prendemmo l’aliscafo per andare a visitare Favignana. Fu una gita molto tranquilla. Eravamo infatti a piedi e non ci spostammo molto dal centro del paese a parte un giretto turistico dell’isola a bordo di un buffo trenino. Ne approfittammo per giocare fra noi e per inventare una situazione in un negozio di scarpe. Bellissimo per Franci provare scarpe in mini e senza intimo. Credo che il proprietario del negozio, una ragazzo sui 30/35 anni, se la ricordi ancora a distanza di mesi sia perché gli costò un paio di costosissimi sandali tacco 15 sia perché Franci seppe, in qualche modo, ricompensarlo. Ho ancora in mente la scena di lui che, preso da una eccitazione pazzesca, mi guarda e decide di chiudere anzitempo il negozio e, una volta portata Franci nel retro, inizia leccarle la bagnatissima fighetta. Dopo qualche minuto di quel trattamento Franci iniziò a godere come una porca e nel giro di poco cominciammo a chiavarla insieme. Ricordo benissimo che entrambi le riempimmo il culetto di sborra e fu divertente passeggiare con lei per l’isola mentre la sborra le colava copiosa lungo le abbronzatissime gambe. Quando tornammo a Trapani passammo la serata in un bel ristorantino sul mare.
Il giorno dopo rivedemmo Totò ma eravamo tutti un po’ giù di corda. La vacanza era infatti ormai finita. Restava solo una sera e non sapevamo come festeggiarla al meglio. Totò provò a proporre ristoranti, locali, discoteche… anche un club priv&egrave (che odiamo) ma nulla ci convinceva. Decidemmo così di organizzare una piccola festa a casa sua. Nulla di speciale ma aveva invitato un po’ di amici ed aveva organizzato un bel buffet con cibi, dolcetti e specialità siciliane che anche lui produceva e vendeva.
La casa di Totò era un magnifico e caratteristico baglio di campagna a pochi chilometri dal centro di Trapani. Circondato da dracene, piante secolari e palme rare. Una bellissima piscina in un contesto molto suggestivo. Per l’occasione Franci mise una camicetta nera trasparente senza ovviamente reggiseno, un gonnellina nera con spacchi laterali, autoreggenti a rete, tacchi altissimi (quelli avuti nel negozio di Favignana). Era veramente stupenda e molto molto eccitante. Quando la festa iniziò c’erano circa una quarantina di persone. Diverse coppie, uomini, qualche bella ragazza… Totò ci fece assaggiare tante specialità locali, bere buon vino ed anche ascoltare bellissima musica. In tanti iniziarono a ballare e qualcuno ne approfittò per spogliarsi e fare un bagno in piscina. Franci intanto era corteggiatissima. In tanti le chiesero di ballare e qualcuno ne approfittò per palparla in modo fin troppo appassionato. Ricordo che, anche per sfuggire ai tanti spasimanti, si divertì molto ad inscenare uno spettacolino abbastanza trasgressivo con una biondina molto provocante e poco vestita. Durante uno dei tanti balli lenti le due iniziarono infatti a ballare avvinghiate. Tante le carezze, le palpate, i bacetti sulla bocca…. in mezzo ad un pubblico sorpreso ed eccitato. Insomma una serata divertente ma, complici stanchezza e vino, verso le 2 del mattino gli ospiti erano quasi andati tutti via. Anche noi in effetti eravamo un po’ stanchi e brilli tanto che Totò ci disse :’ Dai, restate a dormire qui ! Il lettone &egrave grande e ci si stringiamo, aggiunse ridendo’. A quel punto avvertii Franci e ci spostammo in camera da letto. Io, a parte la stanchezza, ero eccitatissimo. Franci mi aveva stuzzicato tutta la sera e non vedevo l’ora da darle una bella ripassata. Appena fummo sul lettone le levai la gonnellina, le allargai le gambe e dopo averle scostato il perizoma iniziai a chiavarla. Mentre eravamo lì ecco arrivare Totò e, piccola sorpresa, dietro a lui un’altra decina di amici. In verità erano tutti uomini a parte la biondina di prima che, da quanto avevo capito, era una abituale complice del buon Totò. Fu così che mentre scopavo a pecorina Francesca la bella Marina le si mise sotto e prese a leccarla. Franci fece lo stesso ed iniziò così un magnifico sessantanove. La scena fu così eccitante che presto Totò si mise davanti a Marina e iniziò a chiavarla a sua volta. Fu veramente molto eccitante fotterle mentre si leccavano le fighette e si masturbavano a vicenda. Talmente coinvolgente che dopo poco riversammo calda sborra nelle loro affamate vagine. Ovviamente, appena Totò ed io ci alzammo le due troiette si ritrovarono circondate da una decina di uomini che iniziarono a sfondarle e a riversare litri di sborra dentro i loro stupendi corpi. La festa andò praticamente avanti tutta la notte. Le ragazze non facevano in tempo ad addormentarsi che qualcuno le prendeva e le scopava o inculava. Fu tanta anche la sborra che le due porcelle bevvero con grande soddisfazione. Al mattino eravamo tutti distrutti. Ricordo che verso mezzogiorno ci buttammo tutti in piscina per lavarci un po’ e Franci e Marina erano completamente sfatte. Fu così che salutammo e ringraziammo Totò e con molta fatica tornammo in appartamento a fare i bagagli. E così, dopo un lungo viaggio (condito da un magnifico pompino in aereo con tanto di vicino di posto che assisteva segandosi) a sera eravamo finalmente nel nostro amato agriturismo. Anna e Maurizio
Se c’&egrave una coppia che ci ha lasciato un ricordo piacevole ed insolito &egrave sicuramente quella formata da Anna, 40 enne, bionda, estroversa e sensuale e Maurizio, 45 enne, brizzolato, molto introverso e di poche parole.
Pur abitando non distante da Riccione vennero in agriturismo perché volevano passare una bel week end in riviera. Al loro arrivo Franci ed io eravamo in piscina a prendere il sole e chiacchierare con l’amico Antonio. Franci, ovviamente, indossava solo con un minuscolo perizomino e si godeva serenamente sole e compagnia. Appena ci videro, scesero dalla loro grossa moto e ci vennero incontro. Il tempo di arrivare che Anna si era già spogliata completamente e si era gettata in piscina con un urlo di gioia. Maurizio sorrideva e ci guardava come dire : ‘Lei &egrave così e non so proprio come tenerla buona’. Dopo il bagnetto Anna si mise a prendere il sole di fianco a Franci mentre io e Maurizio ci occupammo di bagagli e documenti. Al nostro ritorno ritrovammo Anna con la testa fra le gambe di una eccitatissima Franci mentre Antonio si segava impaziente di partecipare. Ricordo che Franci mi guardò un po’ intimorita come per dire : ‘ Marco, mi &egrave saltata addosso !’. Fu così che, dopo aver goduto per un po’ dello spettacolo, noi tre maschietti ci unimmo felicemente a loro ed iniziammo a chiavarle. Io, per prima cosa, mi misi dietro a Franci e, scostato il perizomino, appoggiai la cappella al suo bagnatissimo buchetto e, dopo qualche colpetto, iniziai a incularla. Antonio, che non riusciva più a trattenersi, andò invece ad occuparsi della fighetta bollente di Anna e dopo pochissimi minuti le sborrò dentro con grande soddisfazione. Maurizio, all’inizio un po’ in disparte, si avvicinò a Francesca e mentre le riempivo il culetto di calda sborra ne approfittò per infilarle il suo bel cazzo in bocca. Inutile dire che andammo avanti più di un’ora così e quando tutti fummo soddisfatti ed appagati iniziammo a presentarci normalmente. Ci dissero di essere molto innamorati ed uniti ma di ritenersi una coppia un po’ particolare. Non vivevano insieme ed entrambi godevano di una certa libertà e spazio.
Fu così che Anna chiese a Francesca se poteva accompagnarla in qualche bella spiaggia e Maurizio si informò su dove poter fare un bel giro con la moto. Da lì a poco ecco le due puttanelle partire con la Vespa di Francesca verso destinazione sconosciuta e Maurizio prendere la direzione di un passo appenninico non distante. Ovviamente la mia attenzione era rivolta alle due ragazze : Franci aveva un top scollatissimo che le lasciava quasi completamente scoperte le tettone ed una mini di jeans cortissima che, causa la posizione di guida, era risalita talmente da mostrare completamente cosce e fighetta. Anna solo un abitino colorato completamente trasparente che indossava con un evidentissimo micro perizoma.
Quando le vidi partire, abbastanza dispiaciuto per non essere con loro, pensai : ‘Speriamo bene!’. La sola cosa che mi rincuorò fu vedere il buon Antonio prendere in garage il suo vecchio Guzzi V7 degli anni 70 e seguirle a distanza. Sinceramente le cose non andarono esattamente come speravo.
Dopo una mezz’ora infatti mi giunse in primo messaggino di Antonio con una bella foto. Le due erano completamente nude in un angolo seminascosto della spiaggia mentre due ragazzotti spalmavano loro crema abbronzante. Sembravano molto giovani e pensai : ‘Guarda queste due troiette’. Dopo altri venti minuti il secondo messaggio. Le foto erano più sfocate e ritraevano le due ragazze intente a farsi chiavare in un boschetto. Ricordo che si vedeva chiaramente Franci a pecorina appoggiata ad un albero mentre il ragazzo la scopava da dietro e poco distante Anna a cavalcioni dell’altro. Per circa un’ora non arrivò nulla ed io ero già parecchio nervoso: era la prima volta che Franci faceva sesso senza di me e la gelosia montava inevitabilmente. Poi un altro messaggio : le due erano nuovamente in spiaggia e stavano parlando con un vu cumprà di colore. Pensai subito : ‘Se si fanno chiavare anche da questo sono proprio due zoccole’. La foto successiva lasciava poco spazio all’immaginazione. Ritraeva Anna ad occhi chiusi che imboccava a fatica un enorme cazzone nero mentre il tipo le teneva la testa per darle il giusto ritmo. Poi…. più nulla. Quando verso sera Antonio tornò e mi vide iniziò a sogghignare. Dopo pochissimo ecco le due puttanelle in Vespa. La prima cosa che notai fu la mancanza di mutandine di Franci e pensai che probabilmente, così guidando, aveva fatto rizzare i cazzi di mezza Riccione. L’altra cosa che mi fece pensare fu la faccia stravolta di entrambe. Appena solo con Franci chiesi come era andata e lei sorridendo :’ Lo sai, che sorpresa, abbiamo incontrato in spiaggia i nostri amici Mauro e Luca. Li ricordi? Sono stati carini con noi e ‘ li abbiamo ricompensati’. ‘Non ti dispiace, vero? Amore mio!! ‘ aggiunse un po’ preoccupata. Mauro e Luca sono effettivamente due ragazzi molto giovani e timidi che in passato sono stati coinvolti nei nostri giochi e so bene che Franci trova irresistibile provocare e stuzzicare ragazzi un po’ imbranati. Certo che dalle foto’ tanto imbranati…… non mi erano sembrati. Poi, sempre più agitato, chiesi che altro avevano fatto ma questa volta sorrise in modo birichino e non mi disse nulla. Al ritorno di Maurizio ci rivedemmo tutti in giardino ma le ragazze, pur incalzate da domande restavano molto reticenti. Intervenne così Antonio che disse : ‘Dai, vi invito a cena e ne parliamo con calma’. Fu così che raggiungemmo un ristorantino carino ed intimo sulle colline, di proprietà di un amico di Antonio, il gentilissimo Amedeo, che ci aveva riservato una saletta tutta per noi. Dopo un’ottima cena Antonio si alzò e sorprendendo tutti disse : ‘Beh, se le ragazze non hanno niente in contrario… io mostrerei qualche filmino della loro bella giornata !!’. Entrambe si guardarono e, dopo un attimo di indecisione, scoppiarono a ridere. Fu così che si abbassò un mega schermo e Antonio collegò la sua nuovissima videocamera Full HD.
Il primo filmato era con i ragazzi. Si vide bene il loro arrivo, i bacetti di saluto, le prime chiacchiere, le risate. Ad un tratto si vide Anna levarsi il perizoma e sfilare con malizia quello di Franci. A quel punto chiese ai due ragazzi se potevano spalmarle di crema. Questi sembrarono un po’ sorpresi ed imbarazzati ma vedendo le reazioni delle due puttanelle non persero tempo. Nel film ben si vedevano le mani correre sui culetti, sulle tettone e fra le gambe delle due accaldatissime troiette che evidentemente non vedevano l’ora di farsi scopare.
Dopo qualche minuto si vide infatti Anna prendere per mano Francesca e portarla in un boschetto dietro la spiaggia. Lì la fece inginocchiare ed i ragazzi, tirati fuori due discreti cazzi, iniziarono ad usarle a turno la bocca. Intanto Anna le teneva la testa aiutandola ad accoglierli come si doveva. Sempre Anna, dopo poco, prese in mano in cazzo di Mauro e lo avvicinò alla rovente fighetta di Franci che, messa a pecorina, lo accolse con grande soddisfazione. Intanto Luca, poco distante, cominciò ad inculare la bella Anna. Si scambiarono le parti diverse volte e i due ragazzi completarono la festa sborrando contemporaneamente i visi delle due zoccolette. Il filmato finì con la scena delle due che si ripulivano a vicenda dalla calda sborra dei giovani amici. Alla fine del primo film noi maschietti eravamo eccitatissimi anche se non nascondo che ero scosso da una forte gelosia. Sicuramente Franci aveva colto questo disagio e, per tranquillizzarmi, aveva già da un po’ liberato il mio cazzo segandomi con delicatezza. Anche Maurizio era eccitato e ne aveva ben donde. Quella porcella di Anna, da qualche minuto, aveva iniziato un magnifico pompino.
Il secondo film fu quello del vu cumprà. Si vide l’uomo, alto e grosso, avvicinarsi alle ragazze con un campionario di orecchini e collanine che le due, dopo qualche insistenza, iniziarono a provare. Dopo qualche minuto ecco un altro uomo in scena. Un collega del primo venditore, altrettanto alto e piazzato, che aveva con se abiti da pochi euro. In quel caso le ragazze non si fecero pregare ed iniziarono a provare abitini e prendisole. I due neri non potevano credere alla loro fortuna : due puttanelle bianche che si esibivano seminude solo per loro. Da lì iniziarono complimenti, carezze e vere e propri palpeggiamenti anche abbastanza pesanti. A quel punto il passo fu breve ed Anna, seguita da una poco convinta Francesca, se li portò nel boschetto. La scena successiva fu molto forte. Mentre Anna cercava, con fatica, di prendere interamente in bocca un arnese enorme (largo almeno una lattina di Coca e lungo quasi 30 cm.) l’altro si faceva spazio fra le sue gambe e, con una proboscide ancora più grossa dell’amico, stava cercando di penetrarla. Franci, seduta in un angolo si stava intanto masturbando lentamente. Dopo qualche tentativo si videro i due cazzi sparire nella bocca e nella fighetta di Anna che godeva come una vera porca. Nella scena successiva uno dei due aveva preso su di se Anna iniziando a chiavarla mentre l’altro, posizionatosi dietro, stava cercando contemporaneamente di incularla. Ben si vedeva lei urlare e dibattersi ma più che dal dolore era scossa da un orgasmo dopo l’altro. Il gioco andò avanti un bel po’, e fra un pompino ed una inculata, si svuotarono i coglioni dentro una Anna completamente sfondata e fradicia di sborra. Poi passarono a Francesca che attendeva la sua sorte in un angolino del boschetto. Mentre l’avevano già afferrata e stavano iniziando a fotterla ecco un’altra persona nell’inquadratura. Era il buon Antonio che, da quello che si capiva, stava facendo la parte del marito cornuto ed incazzato. Lo si vedeva agitarsi e gesticolare. Per evitare problemi e già sazi di figa i due neri si dileguarono velocemente. A quel punto Antonio, amante del gioco e grandissimo figlio di zoccola, lasciò la videocamera ad Anna e si fece riprendere mentre sfondava una gioiosa ed affamata Francesca. Il porco alla fine, mentre si svuotava nel suo culetto, mi fece anche un salutino perfettamente immortalato da una sorridente Anna. Quando lo schermo si spense la saletta del ristorante era in completa agitazione. Io nel buio avevo iniziato a scopare quella puttanella di Franci mentre Anna si stava facendo chiavare da Antonio e Maurizio che alternavano colpi di cazzo nella sua figa fradicia. Amedeo intanto tirato fuori il pisello le stava sborrando in bocca. Eravamo tutti arrapatissimi e le immagini dei neri ci avevano tolto ogni freno. Dopo poco anche a Franci toccò una bella doppia fra Maurizio ed Amedeo mentre io e Antonio ci scopavamo con enorme piacere quella troia di Anna che, grazie ai due neri, aveva fighetta e culetto completamente dilatati ed accoglienti. Alla fine eravamo tutti stremati e le ragazze stravolte. Era notte fonda quando lasciammo il ristorante ma… arrivati nel parcheggio sentimmo una voce cupa dietro di noi: ‘ Volete comprare qualcosa ?’. Era un vu cumprà nero di almeno due metri che offriva bigiotteria di vario genere. Il povero Maurizio alla vista del tipo disse sconsolato : ‘Oddio, si ricomincia da capo !!!’. Scoppiammo tutti in una enorme risata che finì proprio quando Anna, senza troppi problemi, prese sottobraccio il nero e se lo portò dietro ad un muretto.
Quando tornammo a casa Franci mi promise :’Marco, d’ora in poi farò la porcellina solo con te presente’. ‘Mi piace molto di più ‘ aggiunse ridendo. Io la guardai e l’abbracciai : sono pazzo di lei.

Armando Era un pomeriggio autunnale quando arrivò Armando con il suo furgone. Armando era un uomo sui sessanta anni, alto, grosso, capelli brizzolati. Non era un brutto uomo ma sembrava impacciato e molto timido. Veniva a Riccione per lavoro e doveva restare poco più di una settimana. Franci ed io lo vedevamo, in verità, molto poco. Usciva la mattina molto presto e rientrava dopo cena per passare poi la serata in camera. Un uomo quindi molto schivo e solitario : proprio il genere che scatena la mia stuzzicante compagna. Soprattutto se questi non si accorge o finge di non accorgersi di lei. Fu così che ogni mattina Francesca si preoccupò di servire la colazione e di scambiare due chiacchiere con il nostro taciturno ospite. Inutile dire che ogni volta Franci, in accordo con me, appariva più provocante ed audace. Passava da gonnelline cortissime a vestitini trasparenti e non mancava di esibirsi in ogni modo. Il tipo, in verità, guardava ma non pareva particolarmente colpito. Questo presunto disinteresse rendeva Francesca sempre più provocante e sfrontata. Cominciò così a stuzzicarlo anche a parole facendo domande impertinenti o raccontando sue avventure un po’ spinte e particolari. Fu così che piano piano Armando iniziò a sciogliersi e ad accogliere con maggiore interesse la presenza della stupenda Francesca. Io intanto me la godevo : era un spettacolo vedere la mia troietta piegarsi mostrando autoreggenti e mutandine, salire su scalette, girare mezza nuda solo per provocare turbamento ed eccitazione. Ricordo bene quando ci mettemmo a scopare nella stanza attigua alla sua solo per far sentire al povero Armando le urla di piacere di Franci e le sue eccitate richieste di essere sfondata ed inculata come una porca. Ricordo anche quando una sera, in mia assenza, con la scusa di aver sentito rumori, la porcellina si precipitò seminuda nella sua stanza chiedendo protezione e rassicurazione. Franci mi disse di essersi presentata a lui con indosso il solo perizoma e di avere passato almeno un’ora nel suo letto “tremando” di paura. Fu così che l’ultimo giorno di permanenza di Armando lei gli disse che lo avremmo salutato andando a bere qualcosa insieme in un bel pub. Armando parve un po’ agitato ma il sorriso di Franci sciolse ogni resistenza. Andammo così con il furgone di Armando in un locale un po’ particolare conosciuto in zona per essere frequentato anche da coppiette irregolari e qualche single in caccia di compagnia. Franci per l’occasione aveva indossato un bustino nero che le evidenziava le tettone, una gonnellina corta, autoreggenti e una scarpina tacco 14. Quando entrammo nel locale ci accomodammo in un angolino un po’ buio. Tutto il locale in verità era poco illuminato e si respirava l’atmosfera di vecchio piano bar. Franci si sedette fra noi ed ordinammo vino bianco e qualche stuzzichino. Inutile dire che dopo poco l’atmosfera si scaldò parecchio. Franci infatti, resa un po’ brilla dal vino, iniziò a ridere e provocare proponendo giochetti e piccole penitenze che imbarazzarono non poco il nostro ospite. Il culmine ci fu quando ci accorgemmo di essere spiati con insistenza da un paio di signori maturi seduti proprio vicino a noi. Franci ci disse : “I vecchietti sono arrapati. Li facciamo morire?” . Al mio cenno di assenso iniziò a guardarli negli occhi carezzandosi con malizia gambe e tettone. I vecchietti si agitarono poi non poco quando con il ditino si alzò la gonnellina, si spostò il perizoma ed iniziò lentamente a masturbarsi. Armando intanto era rosso come un peperone e non sapeva se guardarsi intorno con indifferenza o godersi lo spettacolo. Intanto Franci si stava eccitando e diventava sempre più stuzzicante e sfacciata. E così, mentre si masturbava mise la mano sul mio cazzo iniziando a toccarmi da sopra i pantaloni. Quando spostai la mia mano sulla fighetta mi accorsi che era già bagnatissima e rovente. Intanto Francesca, sempre a beneficio dei vecchietti, iniziò a godersi il mio ditalino e, avendo libere le mani, oltre che sul mio, posò la mani anche sul cazzo di Armando. Il poveretto al contatto della mano di Franci fece un salto ma dalla reazione di lei capii che lo trovò più che eccitato. Il gioco continuò così per qualche minuto mentre anche i vecchietti cominciavano a dare segni di grande eccitazione iniziando a toccarsi con insistenza davanti a noi. Franci era stupenda. Lo sguardo da troia, le tettone in fuori, la fighetta bagnatissima…. Se non eravamo in un locale pubblico le sarei saltato addosso senza troppi pensieri. E così… quando proprio non riuscii più resistere dissi : “Che dite, si va a fare un giro?”. Franci mi guardò in modo malizioso e rispose :”Si amore ma prima vado a fare la pipì”. E così si avviò verso la toilette seguita di soppiatto dai due vecchietti. Si attardò un po’ e al ritorno le chiesi cosa fosse accaduto. Lei con una risata birichina mi rispose :”Me li sono ritrovati addosso con il pisellino di fuori. Hanno iniziato a toccarmi ovunque e volevano farmi la festa ma ho risposto che per stasera avevo già due bei maschioni con me. Domani… chissà?”. Io scoppiai a ridere mentre Armando avvampò nuovamente. Quando salimmo sul furgone (lasciando Franci in mezzo) eravamo tutti eccitatissimi. E così, mentre Armando iniziò a guidare, Franci mi sbottonò i jeans ed me lo prese in mano iniziando a segarmi. Io cominciai subito a palparla e spogliarla ma dopo pochissimo, non resistendo più, presi la testa di Franci e le misi in bocca il mio bel cazzo. Ovviamente per poterlo prendere Franci offrì ad Armando la vista di culetto e fighetta e, finalmente, sentì la sua manona palparla con insistenza. Dopo poco decisi che era giunta ora di chiavarla e la misi a pecorina sul sedile. Le scostai il perizoma e infilai il cazzo nella sua figa rovente. In quella posizione però il viso di Franci finì proprio fra le gambe di Armando e la porcellina fu ben lieta di iniziare a succhiargli il cazzo, mentre questi ancora guidava. Per fortuna lui accostò subito il furgone e dopo pochissimo, mentre le scaricavo la mia sborra in figa lui le inondò la bocca con un lago di sperma che lei diligentemente ingoiò senza alcun problema. Quando arrivammo nella camera di Armando stendemmo Franci nel lettone e riprendemmo a chiavarla. Il momento più forte fu quando la scopavo sopra di me lui si mise dietro e, con qualche difficoltà visto le grandi dimensioni del suo cazzo, cominciò contemporaneamente ad incularla. Ricordo che Franci spalanco la bocca con una smorfia di dolore e piacere quando l’arnese, largo quasi una lattina di Coca, cominciò ad aprirla. Poi, piano piano iniziò a godersi i nostri cazzi fino ad urlare come una ossessa. Venimmo tutti e tre insieme. Franci con un urlo e noi due riempiendole fica e culo di sperma. Quando andammo a dormire Franci era distrutta. Il culetto le faceva male e il buchetto, violato più e più volte, era completamente sfondato. Il mattino dopo a colazione ritrovammo il solito Armando timidissimo e imbranato. Forse a disagio per avere osato tanto. Visto che doveva ripartire lo salutammo con un abbraccio e lo invitammo a tornare. Quando fummo soli Franci mi disse : “Sono proprio una porcellina, amore mio! Mi piace troppo essere la tua troia” E poi : “A proposito, stasera ci divertiamo di nuovo. Ho proprio qui il numero dei vecchietti e da quanto ho visto nel bagno mi apriranno proprio per bene !!!

Giorgia
Giorgia era stata nostra ospite con il fidanzato Manuel qualche mese prima (vedi Capitolo 7) e quando ci chiamò per sapere se potevamo accoglierla ci fece molto piacere. Arrivò una mattina da sola con una piccola Smart. Indossava un abitino nero, aderente e molto sensuale che metteva in evidenza un culetto da favola e due tettine stupende.
Aveva da poco compiuto ventuno anni ed era in perfetta forma anche se ci sembrava un po’ scontenta e demoralizzata. Ci sedemmo in piscina con Franci e ci raccontò che al ritorno dalla vacanza da noi aveva lasciato l’insignificante e molle Manuel ed aveva iniziato una nuova vita da sola.
In verità, ci disse, la sua nuova vita era diventata assai movimentata perché, dopo l’esperienza eccitante e coinvolgente a Riccione, aveva iniziato a frequentare uomini e fare sesso in modo molto disinvolto e trasgressivo. La cosa le aveva creato purtroppo diversi problemi ed era tornata da noi per rilassarsi un po’ e confidarsi.
Ci raccontò così della brusca fine della storia con Manuel che la sorprese, una mattina, mentre veniva montata dallo zio Gerardo e da un amico nella loro camera da letto.
Ci disse che da tempo si era accorta che questo zio acquisito le girava intorno e le faceva complimenti particolarmente stuzzicanti. All’inizio non ci diede peso ma poi si sentì sempre più intrigata ed eccitata. Fu così che iniziò a ‘vestirsi’ per lui e a mostrarsi sempre più spigliata e disponibile. Lo zio non tardò ad accorgersi del cambio di atteggiamento ed iniziò una corte serrata che si completò una sera che Giorgia era andata a trovare gli zii per fare un saluto. Lei si era vestita con accuratezza senza strafare. Un vestitino non troppo corto, una scollatura non troppo provocante… sotto però aveva messo un bel reggicalze, calze e un perizoma ridottissimo. Perfetti per intrigare lo zio senza insospettire la moglie. Come al solito gli zii accolsero con piacere la bella nipotina ma la zia, impegnata in mille faccende non tardò a lasciarli soli per andare alla abituale partita di burraco. Un’occasione unica per lo zio per fare finalmente la festa alla giovane nipote. Non appena la zia fu uscita Giorgia si ritrovò a pecorina con il cazzone delle zio che le sfondava il culo : ‘Finalmente ti chiavo, vero troietta? Mi hai fatto morire in queste settimane. Provocandomi in ogni modo. Ed ora…. ti spacco in due!’ Giorgia, abituata al cazzettino di Manuel era al settimo cielo. Lo zio aveva davvero un bel cazzone, grosso e lungo e lei se lo godeva con piacere. Anche il maturo Gerardo, ancora sorpreso di chiavarsi una tale troia, cercava di divertirsi il più possibile prolungando l’inculata. Solo dopo mezz’ora infatti decise che era giunta l’ora di sborrare la nipotina e si svuotò con grande soddisfazione i pesanti coglioni. Dopo di ciò la prese per i capelli e si fece ripulire per bene il cazzo da quella lingua da puttanella. Prima del ritorno dell’ignara zia non mancò anche di scoparsela per bene riempiendole con dovizia anche l’insaziabile fighetta. Da lì iniziò una storia parecchio complicata e contorta. Lo zio trovava ogni occasione per incontrarsi con lei e per sfondarle allegramente culo e figa. Piano piano si era infatti accorto dell’indole remissiva della nipotina ed aveva iniziato letteralmente ad usarla. Si vedevano così per pochi minuti in auto o in qualche posto un po’ nascosto, le alzava la gonnellina, le sborrava dentro e se ne andava lasciandola vogliosa, insoddisfatta e piena di sperma.
Dopo diversi incontri così le cose si complicarono perché il bravo Gerardo iniziò a coinvolgere amici e conoscenti. La prima volta Giorgia si spaventò anche un po’ vedendo arrivare con lo zio un omone alto e grosso. Ovviamente la paura lasciò spazio ad una arrendevole eccitazione quando i due iniziarono prima a palparla e poi a chiavarla ed incularla insieme. Dopo l’omone arrivarono uomini di ogni tipo con i quali lo zio si divertiva a scopare ed umiliare la bella nipote. Fu così che Giorgia cominciò a prendere tre, quattro, cinque.. cazzi ad incontro e fu costretta a prestazioni sempre più trasgressive e mortificanti. Questo accadde soprattutto quando cominciò a coinvolgere persone conosciute : il postino, il barista, il vicino di casa… Tutti la chiavavano, la sborravano…. qualcuno la fotografava anche o faceva bei video da riguardarsi con calma o condividere con altri. Iniziò così a spargersi la voce che la piccola Giorgia era diventata una gran zoccola e con poco la si poteva chiavare. Voce che arrivò anche colleghi di lavoro di Giorgia che iniziarono a fare battutine e cominciarono ad approfittare di lei in ogni situazione possibile. Giorgia ci raccontò, a proposito, di una sera in cui si era attardata in ufficio per finire un lavoro. Mentre usciva venne notata da tre magazzinieri extracomunitari che, venuti a conoscenza delle sue imprese, la buttarono su un vecchio materasso e se la chiavarono ed incularono senza alcuna cautela non mancando di riempirla di insulti. Quando arrivò a casa dal povero Manuel aveva gli abiti strappati ed era un lago di sborra. L’apice ci fu un giorno quando chiamata dal capoufficio fu sottoposta ad un vero e proprio interrogatorio che culminò con un vile ricatto : ‘Da oggi sarai la mia troia sottomessa o ti ritroverai senza lavoro, bella zoccoletta’. Iniziarono così giornate di fuoco. : sul lavoro era costretta ad indossare abiti scollatissimi ed eccitanti e non mancava occasione che il capo non le presentasse qualche fornitore o cliente importante al quale doveva fare un pompino sul posto o con il quale doveva uscire per farsi montare bruscamente e poche attenzioni. I colleghi poi si abituarono a cercarla per tentare, spesso riuscendo, di chiavarla o farsi fare un succulento bocchino. La vita di Giorgia era così cambiata tantissimo da quando stava con il molle Manuel. Durante il giorno era diventata la troia dell’ufficio, obbligata a farsi scopare dal capo, clienti e colleghi di ogni colore e razza, mentre la sera svuotava i coglioni ad innumerevoli maschi della zona che lo zio invitava. Il fatto di essere stata sorpresa da Manuel quella mattina con lo zio fu alla fine una bella liberazione. Quando il poveretto entrò in casa e senti delle voci in camera da letto si immaginava di tutto tranne di vedere l’amata Giorgina inginocchiata davanti allo zio con il suo cazzone in bocca mentre l’amico le sfondava la fighetta. Fu un colpo vedere Gerardo tenerle la testa per darle il ritmo mentre l’altro le prometteva, con un ghigno sadico, che le avrebbe presto sfondato il culo. Fu così che il ragazzo fece un tale casino con zia, mamma e parenti tutti che Giorgia si ritrovò di colpo fuori di casa e completamente libera. Dopo pochissimo, ovviamente, quando nel paese si seppe l’accaduto e cominciarono a girare le foto, la poveretta perse anche il lavoro. Non fu facile, ci disse, per il capoufficio ed i colleghi spiegare alle mogli perché si attardavano ogni giorno sul lavoro con Giorgia la troietta. Da qui la sua fuga e la visita al nostro agriturismo che le serviva come sfogo e, chissà, anche per rifarsi una vita. Ora io l’ho fatta breve ma Giorgia ci raccontò tutto questo fra lacrime e commozione miste ad una certa eccitazione. Anche Franci ed io, in verità, ci eravamo parecchio eccitati nel sentire i suoi racconti di sesso e dominazione. Franci, poi, nel saperla in balia di uomini che si approfittavano di lei si era immedesimata talmente tanto che aveva iniziato a masturbarsi ed a toccare con desiderio il mio durissimo e voglioso cazzo. E così quel pomeriggio finì così come era iniziata qualche mese prima. Dopo poco infatti io iniziai a chiavare Franci mentre lei leccava la bagnatissima fighetta della ragazza. Proprio quando stavo iniziando ad inculare la bella Giorgia sopraggiunse poi il nostro amico e socio Antonio che fu ben lieto di festeggiare, a modo suo, il ritorno della ragazza infilandole il grosso cazzo fino in fondo alla gola. Chiavammo ed inculammo così le ragazze per ore non mancando di riempirle letteralmente di calda sborra. Ricordo con estremo piacere quando il mio cazzo si fece spazio nel largo ed abusato culetto di Giorgia. Ripensai a tutti i cazzi che aveva preso e presto la riempii. Quando la festa finì invitammo Giorgia a restare qualche giorno da noi. Avrebbe avuto modo di rilassarsi e svagarsi un po’. Nella migliore maniera del mondo.

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