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Orgia

Cristina e Andrea, dieci anni dopo.

By 30 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Cristina e Andrea ebbero presto dei figli, e a trentacinque anni cambiarono completamente stile di vita. Ovviamente non fu una scelta personale, ma una conseguenza, perchè con dei figli a carico non è piossibile permettersi prge e sesso sfrenatro anche con sconosciuti. Ben presto dovettero controllare i propri impulsi e abbandonarono tutte le amicizie. Iniziarono una nuova vita, proprio come una famiglia comune e sana. In estate portarono i bambini al mare, in un campeggio tranquillo come tanti. Dormivano in un bungalow di legno, e la mattina portavano i ragazzini a mare. Ma era chiaro che a Cristina e ad Andrea mancava il sesso sfrenato di un tempo, quei giochi a tre persone e tutto quello sperma. Quindi una sera, mentre i figli erano in compagnia dell’animazione del villaggio, Cristina fece la scemotta con il capo animatore, e non ci volle molto a convincerlo ad andare a letto con con lei e il marito. Si infilarono sotto le coperte del letto matrimoniale del bungalow, e Cristina si lasciò scopare da entrambi, Andrea sotto che la scopava nel culo e il capo animatore sopra che le scopava la passera. Ma era una scopata fredda, silenziosa, Cristina non riusciva a provare piacere, nonostante fossero due uomini a penetrarla. Forse non era quello che voleva, non una scopata fugace prima che gli animatori riportano i figli ai loro bungalow.
– Sto venendo! – sussurrò il capo animatore. – Come vorrei che questo preservativo non ci fosse, ti vorrei inondare di sborra.
– Amore, sai che non è possibile. Piuttosto dimmi che sono una maiala
– Sei una maialona. Ti scoperei altre mille volte. Oh! – ansimò. – Ecco, sto venendo.
Ben presto i suoi due uomini sborrarono, sentì dentro di sè i loro preservativi che si gonfiavano, raccogliendo tutto lo sperma. Le restarono dentro per quaqlche altro attimo, per qualche altro colpetto leggero. Cristina non era venuta, ma almeno era felice di aver fatto godere il marito e un perfetto sconosciuto. Lei l’orgasmo non lo avrebbe avuto, perchè non era quello che voleva. I due uomini si distesero ai lati del letto, e lei al centro. Buttarono a terra il lenzuolo. Cristina li fece rilassare prendendo i loro arnesi con le mani e massaggiandoli. E diventarono di nuovo duri, così Cristina li masturbò, per almeno un quarto d’ora. Il capo animatore sborrò ancora, i fiotti finirono sulla mano di Cristina.
– Che belle mani che hai – le disse il capo animatore. – Ancora più belle quando sono coperte dalla mia sborra.
– Grazie tesoro, sei dolcissimo.
La notte passò in fretta, il capo animatore ritornò a lavoro, alla discoteca a mettere la musica per i balli di gruppo. I figli di Cristina ritornarono e si misero a letto, ma lei non riuscì a dormire. Andrea già era crollato da un paio di ore. Il giorno dopo accompagnarono i figli in spiaggia. Cristina non pensava ad altro che al giorno prima, e al fatto che non era riuscita ad avere un orgasmo. Erano sempre stati una coppia molto aperta, orge, sesso a tre e cose del genere erano cose normali nella loro relazione, e lei era sempre venuta. Poi tutto si era dissolto. Le mancava moltissimo quella vita di sesso di gruppo.
Raggiunsero la spiaggia, con i loro due bambini. L’acqua era calmissima. Cristina aveva costume nero, due pezzi,
Andrea aveva un pantaloncino. Gli altri uomini non facevano altro che guardarle il suo splendido culo, ma ad Andrea non dispiaceva.
Cristina pensava alla notte precedente distesa sul lettino mentre i figli giocavano costruendo castelli sabbia. Andrea suo marito, invece disteso accanto a lei era impegnato a leggere i commenti sportivi della settimana. Pensare alla serata trascorsa da un lato le faceva rabbia perchè non aveva goduto come avrebbe voluto… dall’altro iniziava a sentire quella voglia che conosceva da tempo… quel calore che sentiva dentro e la voglia di sentire un cazzo nella sua fichetta.
Si guardò intorno… e decise di raffreddare i suoi bollori pensando a farsi una nuotatina per raggiungere la scogliera di fronte dove avrebbe potuto distendersi, sola e rilassata in completo silenzio.
Disse ad Andrea che aveva vogli di farsi un bagno e di volersi distendere sulla scogliera. Ora aveva lui il controllo dei figli e in cambio lui la sorrise. Iniziò a nuotare e raggiunse la scogliera. Si arrampicò e raggiunse uno scoglio basso rivolto verso il mare a forma di pedana. Nessuno poteva vederla dalla spiaggia e in mare non c’erano barche.
“Perchè non prendere il sole nuda” pensò tra sè, così faccio un regalo ad Andrea.
Si sfilò il reggiseno e lo ripose su uno scoglio e lo stesso fece con la mutandina. A questo punto l’unica cosa che importava era distendersi x non pensare a nulla. Dopo una decina di minuti di completo rilassamento, sentì delle voci provenienti dal mare. Aprì per un attimo gli occhi e ad una decina di metri c’era un pedalò fermo. Tre ragazzi la guardavano ridendo tra loro e i loro sguardi facevano anche capire i commenti piccanti che si scambiavano.
Cristina fece finta di nulla e anche se si senti imbarazzata per essere stata scoperta nel suo intimo, decise di distendere bene la gamba rivolta verso il mare e di alzare l’altra… La sua fica si presentava al suo massimo splendore. Intorno le labbra i peletti erano stati rasati la sera prima e le labbra erano come sempre carnose e ben aperte. La striscetta di peli completava quel quadretto tanto desiderato da tutti gli uomini. Si senti chiamare, una voce di uno dei ragazzi la senti come se fosse accanto a lei.
– Ciao, che splendida sirena! – dissè lui
– Hai voglia di fare un giro con noi, puoi prendere bene il sole distesa e sicuramente più comoda.
Cristina alzò lo sguardo e sorrise.
Erano 3 ragazzi, potevano avere al massimo 25 anni, abbronzati e 2 di loro fisicamente ben messi, pettorali e addominali in evidenza. Il terzo, normale ma anche un bel ragazzo.
Cristina non rispose, ma si alzò in piedi. Le venne naturale, anche se un certo imbarazzo la portava a coprirsi. Cosa che non fece comunque….
Fece un tuffò e sempre senza parlare si avvicino nuotando verso il retro del pedalò. I due ragazzi più carini erano seduti e pedalavano lentamente guidando il pedalò, il terzo invece era seduto in poppa, a bordo pedana e con le gambe in acqua. Sentiva solo i due ragazzi ridere tra loro, mentre il terzo la guardava soltanto.
Cristina raggiunse il pedalò e si trovo ad un metro dalle gambe del ragazzo che le muoveva in acqua. Indossava un costume largo e aveva delle belle gambe muscolose.
– Vuoi salire realmente? disse lui
e Cristina questa volta parlò,
– Si, c’è la scaletta?
– Dovrai usare le mie gambe se per te non è un problema, aggrappati alle gambe e sali, o pensi di non riuscirci?
Cristina di nuovo senza parlare, poggio le mani alle caviglie del ragazzo e si spinse verso l’alto. I capezzoli duri strusciarono sulle cosce del ragazzo,sentì un brivido dentro. Il ragazzo l’afferrò sotto le braccia e Cristina si trovò in una posizione che non avrebbe mai immaginato 10 minuti prima.
Il suo viso era a pochi cm dal suo cazzo, le mani sulle gambe di lui il seno poggiato sulle sue cosce.
Ci fu un commento dei due ragazzi che Cristina non avertì. In quel momento il solo pensiero che le passava tra la mente era poggiare le labbra sulla stoffa del costume del ragazzo. E così fece, ma per un attimo solo.
– Sto salendo – disse, – ma non riesco ad aggrapparmi bene.
E facendo questo affondò la testa nel costume. Senti il l’asta del ragazzo. Il suo cazzo era ancora a riposo, ma lo sentì comunque abbastanza grande.
– Puoi sempre afferarti a qualcosa se ne hai bisogno.. – disse lui
Nel frattempo il ragazzo era indietreggiato e Cristina era ormai distesa con solo le cosce in acqua, il culetto all’aria, le mani sulle cosce di lui e la bocca che puntava al suo costume. Sempre senza dire nulla Cristina con una mano afferrò il costume e lo abbassò, portò alle cosce di lui. Si presentò davanti ai suoi occhi qualcosa che non immaginava affatto. Un cazzo semirigido, largo con una cappella gonfia. Non era tutto eretto ed era uno spettacolo. Un bel pezzo di cazzo davanti ai suoi occhi. Rimase sorpresa e il ragazzo la guardò sorridendola.
– Ti fa paura?? sicuramente puoi aggrapparti bene e se ci riesci.
Cristina aprì la bocca e punto la lingua sulla cappella. Inizio a leccarla, sentendo il cazzo diventare grande. Le mani sulle cosce la facevano mantenere in equilibrio, mentre l’asta cresceva e aveva davanti ormai un cazzo di 20 cm e ben largo. Apri bene la bocca e catturò la cappella… la insalivò e cerco di ingoiare il più possibile…. anche se era un’esperta pompinara sapeva che tutto in bocca non sarebbe mai riucito a prenderlo. Sentiva il cazzo vibrare in bocca, mentre le goccioline di sperma che ogni tanto uscivano le davano quel sapore sempre tanto desiderato di cazzo!!!!
Il ragazzo afferrò la testa con le mani e inizio a spingerla facendola affondare fino giu. sentiva quella cappella enorme alla gola e si sentiva sempre più porca. Aveva il culo all’aria con le gambe che pensolavano in acqua e lei distesa che affondava sul cazzo del ragazzo. I pensieri della sera precedente ormai erano svaniti, voleva godere adesso, anche se Andrea non era con lei.
Mentre si dava da fare ad ingoiare il più possibile quel bel cazzone duro leccandolo e succhiandolo, senti un tuffo in acqua. Dopo qualche secondo si sentì afferrare le caviglie. Una lingua iniziò a leccare le sue natiche.
Uno dei due ragazzi aveva ben pensato di provare il suo didietro. Era sicuramente uno spettacolo a 90′ con il culetto all’aria mentre spompinava un cazzo di 20 cm.
Sentì due mani afferrare il suo culetto e il corpo del ragazzo tra le sue gambe. La lingua del ragazzo inizio a leccare il centro delle natiche…. saliva e scendeva lentamente bagnando la pelle di saliva. La lingua adesso era sul buchetto del culo e mentre due dita lo allargavano lui, la spingeva roteandola mentre leccava le pareti. Entrando ed uscendo……
A questo punto Cristina sentito il brivido dal culetto iniziò a velocizzare il pompino. Succhiava con voracità il cazzone e lo riepiva di saliva per poi ingoiarla e sentire il gusto dello sperma che ogni tanto fuoriusciva con qualche gocciolina. Era come fare un succhiotto e lei adorava succhiare un cazzo.
Nel frattempo dal didietro… il ragazzo aveva ben allargato le natiche e dopo aver ben bagnato il buco del culo aveva ben pensato di spingere un dito dentro… mentre la lingua si dedicava a leccare la fichetta… Anche se era bagnata e salata i suoi umori iniziavano a fuoriuscire e la lingua oltre a spingersi nella fica raccoglieva il sughetto che colava.
– Come ti chiami? – chiese Cristina al ragazzo che stava spompinando.
– Danilo, e tu amore?
– Cristina. E voi altri, miei piccoli porcelli?
– Marco – rispose uno dei tre, che era rimasto sul pedalò a menarsi il cazzo.
– Nicola – rispose il ragazzo che le stava leccando il buchetto del culo.
– Quanti anni avete? – chiese Cristina continuando la lenta masturbazione dell’uccello di Danilo.
– Tutti venti.
– Venti?! – Cristina spalancò gli occhi. – Io ne ho trentacinque. Potrei essere vostra madre.
– Una madre molto maiala. Ti andrebbe di venire con noi?
– Dove? – chiese Cristina masturbando l’arnese enorme di Danilo.
– In un posto dove potremmo essere più a nostro agio.
– Basta che mi scopate, sono troppo arrapata – rispose, salendo definitivamente sul pedalò.
Danilo e Marco iniziarono a pedalare, Cristina non riusciva a capire dove la stessero portando, però sentiva di aver trovato la sua dimensione di troia. Si mise a sedere e allargò le cosce, aveva la passera tutta bagnata. Ci pensò Nicola a leccarla per bene.
– Dimmi qualcosa di porco – gli chiese.
– La tua passera mi fa impazzire.
– Amore, questa passera è felice quando viene scopata anche da altri uomini.

Note: con l’indispensabile aiuto di Marco Ikono, che ha scritto la parte centrale.
In Foto: dolcissima mano che stringe un dolcissimo pisello.

Finalmente arrivarono a destinazione. Era un posto molto nascosto, con tanti altri uomini, tutti rigorosamente nudi. Era un solarium. Era un club per nudisti. Cristina sorrise, finalmente aveva trovato quello che cercava. I suoi tre giovani maiali si sfilarono i costumi. Si avvicinarono alla banchina del solarium, e scesero tutti insieme. Danilo prese Cristina in braccio, e la portò a terra.
Entrarono. C’erano sono uomini. C’era una piscina e un bar, di quelli all’aperto, da dove proveniva una musica caraibica rilassante. C’erano dei lettini a sdraio per prendere il sole. Delle palme verdi, rigogliose. Quattro camerieri che portavano ai lettini le bibite, anche loro erano nudi, e con degli arnesi da spavento, in particolare due, che erano scuri di pelle.
– Benvenuta nel solarium dei desideri – disse Nicola a Cristina.
– Ma ci sono sempre tutti questi uomini? Non avete delle donne?
– In genere no. Però ogni tanto abbordiamo una bella passera come te, e ce la scopiamo un pò a turno.
– In realtà sono arrapata, potete farmi ciò che volete. Voglio un uccello, adesso. Quello dei camerieri andrà benissimo. Vorrei fare un bagno in piscina – disse Cristina stiracchiandosi.
– Okkey, ti aspettiamo qui. Prenderemo il sole alle sdraio.
Cristina si avviò verso la piscina, e si tuffò. I suoi tre uomini invece si sdraiarono sui lettino, con gli arnesi eretti. Si avvicinò a loro il proprietario del club, vestito solo di un cappello di paglia e gli occhiali da sole. Fumava il sigaro. Si mise a sedere sul lettino a fianco a quello di Danilo.
– Sua moglie è proprio una donna eccitante.
– Non è mia moglie – rispose Danilo. – è una puttanella, che abbiamo abbordato dietro agli scogli. Se ce la giochiamo bene riusciamo a scoparcela tutti.
– C’è una sopresa per lei. Come per tutte le donne che per la prima volta entrano in questo club. Anzi, adesso la vado a preparare.
Il proprietario si alzò dal lettino, e in quel preciso momento Cristina uscì dall’acqua, con la pelle tutta bagnata, i capelli neri tirati indietro, era una bellezza da infarto, da erezione lampo. Tutti non potettero fare a meno di guardarla, perchè sembrava una divinità da film porno.
– Me lo lasci dire – disse il proprietario, – che puledra!
Danilo rise. Cristina ritornò verso i lettini, e quindi verso i suoi tre uomini, mentre il proprietario era andato a preparare la “sorpresa”. Cristina si mise a novanta gradi per aggiustare il suo lettino, che non era ben disteso. Il suo bel buchetto del culo era alla portata di tutti, e infatti sentì subito il glande del cazzo di qualcuno che le sfiorò il buco anale. Si alzò di scatto e partì con uno schiaffo leggero, sul viso dell’uomo che la stava per inculare. Era uno dei camerieri, che era arrivato con un vassoio.
– Mi scusi signora, omaggio del club – il cameriere aveva una faccia da ergastolano, però in compenso un arnese che faceva impressione.
Cristina guardò sul vassoio. C’erano due aperitivi e una coroncina da principessa, che il cameriere prese e infilò tra i capelli di Cristina.
– Offriamo questa corona a tutte le principesse che per la prima volta entrano nel club.
– Non so come ringraziarla. E mi scusi per lo schiaffo – Cristina era mortificata, e quella corona tra i capelli la faceva sentire una vera regina, una regina del sesso. Il Cameriere ritornò al bar, dopo un inchino doveroso.
– Tesoro, hai visto? – chiese a Danilo. – Mi hanno eletta principessa del giorno.
– La principessa delle orge – rispose Danilo, che stava disteso sul lettino. Prese una mano di Cristina e se la portò all’uccello. – Vieni amore, fammi un pompino. Non c’è nulla di più rilassante che prendere il sole e sentire le tue labbra attaccate al mio cazzo.
Cristina si mise a sedere a terra, ma non le andava di fare un semplice pompino. Lo maneggiò e lo masturbò un pò delicatamente, ma poi disse chiaramente quali erano le sue intenzioni.
– Senti amore, non mi va di farti una pompa. Vorrei andare al bar.
– Certo, veniamo anche noi – disse Danilo.
– Sì, beviamo qualcosa insieme – continuò Nicola.
– Sì, dai.
Si avviarono al bar, Cristina si mise a sedere su uno sgabello. Di fianco a lei c’era il cameriere di prima, che aspettava le ordinazioni per poi portare gli aperitivi ai lettini. Cristinaavrebbe cercato spudoratamente di rimorchiare il cameriere. Il sesso di gruppo la eccitava. Poteva scoparseli tutti e quattro. Lo guardava con ardore, ma lui sembrava impassibile. Anche lui era seduto, e aveva un manganello duro al posto dell’uccello.
– Ehi, devi essere molto eccitato, vero?
– Diventa sempre duro quando vede belle porcelle come te.
– Posso fare qualcosa per accontentarlo?
– Non è facile accontentare questa bestia – rispose.
Cristina lo prese in mano e iniziò una lenta masturbazione. Era duro da spavento. Sembrava che dentro fosse d’acciaio. La mano di Cristina lo smanettava piano, il glande sembrava una pallina da golf. Pensò al marito e ai figli, che stavano in spiaggia. Forse si sarebbero preoccupati se non avesse fatto rientro. Ma chi se ne frega, pensò. Voglio scopare, farmi sbattere da questi quattro uomini.
– Puoi lasciare il tuo lavoro per qualche attimo? Così vedrò di accontentare il tuo bestione.
– Certo.
– Ragazzi – si rivolse ai tre abbordatori. – Che fate, venite a darmi una bella scopata in piscina, oppure volete rimanere lì a bere alcolici?
– Non vedi come sono duri i nostri uccelli? – chiese Danilo. – Certo che veniamo a trombarti.
Cristina prese per mano il cameriere e Danilo, e si avviarono verso la piscina. Si tuffò prima lei. Poi la seguirono gli altri. L’acqua non era molto alta. Arrivava fino al collo. La abbracciarono, due alla volta, uno avanti e uno dietro, e la baciarono a turno. Cristina prese l’arnese di Danilo in mano e lo masturbò, ma questa volta con più decisione, ansimando. Già godeva, questa volta l’orgasmo l’avrebbe avuto, questo era certo. Poi passò a smanettare il cameriere ergastolano, che si appoggiò al bordo della piscina e rimanse lì a fissarla negli occhi, mentre Cristina lo smanettava con una mano, e con l’altra gli accarezzava i testicoli. Prima Nicola e poi Marco si divertirono a mettersi alle sue spalle, facendo strusciare i loro cazzi contro il suo culetto. Poi ad un certo punto, i quattro uomini le si misero intorno. Danilo con una mano tra i capelli le fece capire che doveva entrare con la testa sott’acqua e fargli un pompino. Così Cristina fece scendere la testa sott’acqua.
– Vai, vai, è lì che ti aspettano gli uccelloni.
Adesso Cristina era sott’acqua, con quattro cazzi puntati davanti al viso. E li spompinava, uno alla volta. Prese tra le labbra prima quello di Danilo, che con le mani l’aiutava con i movimenti della testa. Sentì la meraviglia del calore della sua bocca e le sue labbra che si muovevano dolcemente avanti e indietro. Emergeva solo qualche bolla d’aria ogni tanto. Poi Cristina ritornò su, per riprendere fiato.
– Vieni troia, adesso tocca a me – disse Nicola, che con una mano la spinse di nuovo sotto. Cristina questa volta prese il suo di uccello.
Quando finì il giro di cazzi, la fecero ritornare su. I capelli bagnati di Cristina erano così sensuali, per non parlare di quella corona, che le donava molto. Il cameriere dall’aspetto rude la prese in braccio e la mise seduta sul bordo della vasca, e con il viso si avvicinò tra le sue gambe lisce e umide.
– Sì, dai leccami la passera.
Aprì completamente le gambe di fronte al suo viso. Dopo un paio di slinguazzate, Danilo la fece ritornare in acqua. La prese per i fianchi e la fece girare con la faccia verso il bordo e le spalle verso di lui. I suoi seni contro il bordo della vasca. Con la punta del suo arnese cercava i suoi buchi.
– …dove me lo vuoi mettere? – chiese quasi spaventata.
Le prese un mano e la tirò dietro, verso di se, per fargli sentire com’era duro il suo cazzo. Durissimo.
– Tu dove lo vuoi, nel culetto e nella passera?
– Nel culetto – rispose con un fil di voce.
– E questo me lo chiami culetto? – chiese premendogli una natica con una mano. – Questo è un culone.
Cristina sentiva la punta del suo cazzo che le sfiorava il buchetto del culo.
Intanto i tre uomini si erano messi a sedere sui bordi della piscina, con le gambe aperte. E Cristina ne prendeva in bocca uno alla volta, memntre il corpo di Danilo si faceva sempre piu stretto verso di lei. Cristina spinse il culo all’indietro verso di lui, non riusciva più a resistere, voleva essere scopata.
– Sbattimelo dentro, sbattimelo dentro, non posso più aspettare.
Con un colpo secco si infilò dentro il suo corpo, in un attimo di passione e follia. Cristina urlò di dolore. La spinse tutta contro il bordo in modo da non permetterle nessun movimento.
– Voglio la vostra sborra, porcelli – disse tra un mugolio e un altro.
– Dove la vuoi? – chiese Nicola.
– Dove volete voi.
L’aiutarono ad uscire dalla piscina, e la fecero inginocchiare, mettendosi tutti intorno a lei. Danilo prese Cristina per i capelli e indirizzò il suo cazzo verso il suo viso, e si masturbò. Poi con un urlo di piacere sborrò, i suoi fiotti finirono sul naso e sulle labbra di Cristina, che restò a guardarlo mentre si smanettava davanti al suo viso con molta foga. Quando ebbe finito toccò agli altri, che gli coprirono tette e viso del loro sperma caldo. Cristina riprese in bocca i loro arnesi, ripulendo il glande dalle ultime gocce di sperma.
– Adesso devo andare, i miei figli aspettano – disse lei.
Si mise in piedi, Nicola e Marco le schiaffeggiarono il culetto. Poi il cameriere con due dita le sfiorò la passera.
– La prossima volta che vieni a trovarci, ti rompiamo questo tuo bel culone.
– La prossima volta voglio che mi riempiate ogni buco – Cristina baciò tutti con la lingua.
Andò via, si fece accompagnare nel punto esatto in cui l’avevano abbordata. Cristina ritrovò il suo costume, lo indossò e si sciacquò il viso con l’acqua del mare, per togliere via i fiotti di sborra che portava sul viso e sulle tette. Finalmente aveva ritrovato quello che aveva perso dopo cinque anni, il sesso selvaggio. Ritornò a nuoto da suo marito.

nynfetta@tiscali.it

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