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Orgia

Hostess

By 7 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Valeria da Roma

New York, 1972

Da quando mi ero messa con Arnaldo avevo scoperto il sesso,ci facevamo delle abboffate indimenticabili ogni volta che ci vedevamo, a casa, in auto al parco, nei bagni dei
ristoranti,ovunque insomma. Facevo la hostess per i voli nazionali e il tempo non mi mancava.
Il problema fu quando venni promossa ai voli internazionali,l’idea di stare fuori da casa per giorni e per di più con la sorca a digiuno non la digerivo tanto facilmente, ma dovetti accettarlo.
D’altra parte quasi tutte le mie colleghe mi rassicuravano dicendomi che all’estero ci si diverte e le scappatelle tra un volo e l’altro erano una consuetudine. Così la prima destinazione fu il volo per New York.
La sera in hotel, dopo aver cenato, mi sedetti nella hall con le mie colleghe Armida e Lina per passare un po’ di tempo e fare due chiacchiere. Si sedettero con noi due ragazzi di colore ospiti dell’hotel che ci offrirono da bere e un po’ di compagnia.
Dissero di essere due agenti di commercio di Boston che erano a New York per lavoro.
Parlando del più e del meno ci dissero anche che per loro le donne italiane erano le più belle del mondo, ovviamente quel complimento ci lusingò moltissimo e tra un drink e l’altro diventammo sempre più intimi.
Ma da come ci spogliavano con gli occhi capivo che dovevano essere due begli allupati e per come l’esperta Armida vi stava civettando cominciai a fiutare odore di sesso nell’aria.
Ad essere sinceri l’idea di cornificare arnaldo la stavo iniziando ad accarezzare da un pò di tempo, lo trovavo molto eccitante avere un amante a sua insaputa.
Lina invece era sposata mentre Armida era prossima alle nozze ma tutte e due in Compagnia avevano fama di essere discrete mangiatrici di uomini. Nell’intimità dei racconti tra donne, più volte si erano lasciate andare a confessioni erotiche di storie avute durante il lavoro con steward, piloti e passeggeri perfino nella toilette degli aerei, racconti che su di me avevano l’effetto di un immediato bagno di mutandine.
Paul, il più anziano dei due, stava manifestando un inequivocabile interesse per Armida la quale sembrava piuttosto gradire rispondendo con sguardi ammiccanti e pose sfacciate.
Jim invece sembrava concentrato alla pari tra me e Lina e, un drink tira l’altro, le sue lusinghe e certe allusioni si stavano trasformando in vere e proprie avances.
Daltronde ogni femmina che si rispetti custodisce nel suo intimo il desiderio di provare ad avere un nero tra le cosce e a me questa voglia mi stava divorando.
Intanto Jim e Armida avevano rotto gli indugi e preso a limonare di brutto con Jim che le era già arrivato con le mani sotto il vestito. A quella vista mi prese un gran prurito di fica, Non avevo mai fatto l’amore di gruppo, ma l’idea di un tre contro due con quei due stalloni neri mi solleticava il clitoride da matti.
Paul aveva preso ad accarezzarci le cosce percorrendole in tutta la loro lunghezza fino ad avvicinarsi sempre di più alle passere. L’atmosfera si stava arroventando e io iniziavo a bagnarmi di brutto, così d’istinto infilai la lingua in bocca a Paul mentre Lina gli teneva una mano sul pacco.
La lingua in bocca di quel maschio nero mi procurava una sensazione di torbido piacere che partiva dalla mia sorca ormai allagata e si diramava fino ad esplodermi sui capezzoli che sentivo duri come granito. Sentivo lungo la schiena la voglia animalesca di accoppiarmi con quello stallone fino allo sfinimento. Prima di dare spettacolo però in quella hall, prendem-
mo la saggia decisione di salire tutti in camera.
Arrivati in camera ci tuffammo sul lettone senza neanche denudarci completamente e mentre Armida e Jim erano partiti per la tangente, Lina e io ci pomiciavamo a turno Paul che aveva già sfoderato una mazza di dimensioni equine. Di fronte a quel randello gigante vidi che la faccia di Lina si imputtaniva in una smorfia volgare e prima che se ne appropriasse la bruciai sul tempo e me lo feci sparire in bocca prendendo a pomparlo con vorace passione. Lina anzichè infregnarsi non si perse d’animo e si catapultò su Armida che era impalata su Jim, slappandogli il buco del culo senza trascurare lo scroto di Jim che stantuffava con ritmi forsennati la sorca di Armida.
Dopo quell’appassionata suzione al palo nero di Paul, mi sentivo mignotta fino al midollo, mi calai a cosce larghe su di lui e mi cacciai in fregna fino all’utero quel cazzaccio duro che prese a sbudellarmi senza pietà mentre mi agitavo su di lui come fossi posseduta dal demonio. Intanto Armida e Lina avevano invertito i ruoli: Armida le aspirava la fregna e Lina pompava Jim come un ossessa.
Il letto divenne un groviglio di corpi in calore sudati e ansimanti dove si consumavano a casaccio rapporti etero, lesbo e perfino gay visto che i due porconi colsero al volo la curiosità di saggiarsi i bastoni in un inaspettato 69 tra maschi.
L’atmosfera era torbida e pregna di libidine porca a tal punto che Lina dovette rifilarmi due ceffoni per farmi calmare tanto mi agitavo dalla voglia di cazzo.
Mentre Lina si gustava il boccone di sborra che Jim le aveva generosamente scaricato in bocca, Paul fotteva Armida alla pecorina. Gli scivolai sotto le gambe e presi a somministrargli un prodigioso sciacquapalle di lingua con frequenti incursioni al buco del culo che sul montone nero ebbe l’effetto corroborante di martellare con maggior foga quella troia di Armida che nel frattempo a furia di fottere si era mestruata in anticipo. Ma il lavoro andava finito! Paul sfilò fuori dalla sorca di Armida la mazza lorda e la presentò a me e a Lina che, infoiate come mandrille, prendemmo a lappare come due assatanate finchè un’interminabile mitragliata di schizzi bollenti ci imbrattò completamente i visi ormai sfatti dalla lussuria.
Continuammo a fottere fino alle sei del mattino nelle più svariate combinazioni sempre più affamate e sboccate come puttane da marciapiede finchè crollammo tutti e cinque esausti.
Il problema fu nove mesi dopo! Non ci fu proprio modo di convincere il marito di Lina che il figlio era suo…

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