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OrgiaTrio

Il maschio da monta

By 13 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto iniziò come una sfida tra amiche. Per la precisione, tra amiche sbronze.
“… Forse alla fine ci ho guadagnato.” disse ciondolando la testa biondiccia Sara, appena tornata single “… Se la mia vita doveva essere come gli ultimi mesi con lui!”
I ricci scuri di Agata sobbalzarono scossi da una risatina chioccia “cio&egrave del fatto che non ti scopava neanche per sbaglio?” Agata si beccò una gomitata da Sara. “non mi scopava perché quella troia di Rossana, che QUALCUNA gli ha presentato, gli drenava le palle!”
Il dito accusatore della bionda mi puntava con la precisione di un laser ondeggiante, ma mi sentii tirata in causa, adagiata nel mio divanetto. “Te la prendi con me, bionda?” sbottai, smettendo di perdermi tra i giochi di luce del mio cocktail semivuoto. “non &egrave che una presenta una nuova assunta al suo collega e va a pensare che finiscono a scopare!”
Agata finì un altro sorso e sentenziò con voce roca dall’alcool che se io non li avessi fatti conoscere, non sarebbe successo.

“Neser me!” Imprecai nella mia madrelingua. “… Non sono la babysitter dei vostri fidanzatini!”
Sara fece un gesto con la mano a mezza via tra scacciare una mosca e chiamare il cameriere.
“… &egrave che lavorate in un posto pieno di gente, da me in contabilità passa solo il corriere…”
Agata scoppiò a ridere “… Signorina, ho un pacco per lei!” “…deve pagare la penale perché &egrave molto voluminoso!!” Feci eco io, mimando con l’avambraccio un fallo enorme. Il cameriere ci trovò a ridere come delle deficienti aspettando pazientemente che smettessimo.

“mi porti un altro di questi?” Chiese la bionda senza ricordare neanche il nome del drink. Il cameriere annuì guardando Agata che pensierosa rifletteva su cosa prendere.
“non mi ricordo mai come bisogna fare…” Disse guardandoci un po’ persa.
“a fare cosa?” Chiese il ragazzo. “con i drink, bisogna prenderli meno forti o…”

Scrollai la testa con un sorriso. “… O lo stesso cocktail, o con la stessa base. Se cambi lo fai a salire di gradazione alcolica di base.” Agata ordinò un’altra miscela ignorando il discorso.
“a lei cosa porto?” Riflettei. “a quanti sono di questi?” “tre.” “Rammollita.” Finii il bicchiere con un sorso. “Per me un altro Black russian” dissi, porgendo il calice vuoto.

“… Vedi? &egrave cosi che bisogna fare.” Sospirò Sara “decise, Vik prende quello che vuole!”
Risi. “come con i ragazzi! Prendi quello che ti interessa, e poi cambi. Stessa base o a salire!!”
Le mia amiche scoppiarono a ridere anche loro “a salire di cosa?” “indovina!!”

Il cameriere arrivò con i nuovi bicchieri e brindammo.
“a Sara, che adesso deve trovarsi un uomo che almeno le faccia recuperare questi mesi di pile AA consumate da sola a letto!” Sorrisi guardandola da sopra il bicchiere mentre arrossiva.
“… Scusa se non ho una vita come la tua, con dei manzi da scopare sempre nuovi sottomano” disse prima di bere piano.
Fissai il bicchiere nelle sue sfumature marroni cioccolato per un po’. “… &egrave solo cinismo. Approfittare delle situazioni che capitano e crearne altre.”
Agata sembrava disgustata dal suo cocktail, la indicai con un cenno della testa.
“guarda la riccia, lì. Prende cose a caso, non mi dà retta e adesso non sente neanche il gusto di quello che beve perché la vodka di prima le copre i sapori.”

“A me non capitano le occasioni.” Sospirò Sara. “… Non puoi bere i cocktail a caso, così come non puoi farli da sola, serve un barista che ne sa!”
Agata rise “Viktorie ne sa! Perché non le ordini un bel cock-tail??” Scoppiai a ridere anche io, prima di sorseggiare il mio drink.
Sara ristette un attimo in silenzio, mentre bevevamo tutte e tre guardandoci attorno.
Ad un tavolo non troppo lontano un gruppo di ragazzi con cui s’era scambiata qualche occhiata continuava tenerci d’occhio. Fissai per un istante un moretto dal viso carino, ma più come si guarda per strada un bel modello di abito. Non lo compreresti, non ti serve, però, carino.
“Quelli ce li troviamo al tavolo tra un po’!” Commentai senza troppo entusiasmo.

“… Vik…”disse sottovoce la bionda.
“Sì?” Diedi un altro sorso.
“… Mi troveresti un bel divertimento? Ne ho bisogno.” Tossì quasi nel bicchiere l’amica, mandandomi il sorso di traverso.

Mentre Agata rideva tornavo a respirare e fissare Sara.
“Come??”
“Guarda come ti muovi! Ogni giorno ti trovi uno da portarti a letto, sei qui e hai sondato la sala, e se facessi un cenno di sicuro qualcuno di quelli verrebbe qui.”
Non potei trattenermi dal guardarla con ironia. “Sara, questo &egrave perché ho una vagina.” risposi, indicandomi la gonna corta. “… Se ben ricordo, ne hai una anche tu.”

“Viktorie non vuole condividere con le amiche i suoi stalloni!!” Rise sguaiatamente Agata, che non sentiva il sapore del suo drink ma sicuramente la sua portata alcolica.
Le soffiai contro come i gatti arrabbiati.
“… O forse non &egrave capace di trovarti un divertimento, e cerca delle scuse!” Incalzò Agata.
Mi adombrai. “Come? Stai dicendo che non sono in grado di trovare un passatempo sessuale per Sara?”
La riccia annuì.
“… Sono perfettamente in grado di trovare un bel pezzo di carne per lei, anzi! Sono sicura di poter trovare un maschio da monta da primo premio entro fine mese!!”
Portai avanti il bicchiere nella mia mano in un ciondolare di braccialetti.
“&egrave una scommessa?”
“&egrave una scommessa. Se perdo, esco con il fattorino.”
Sara assunse un’espressione preoccupata. “non ti conviene…”
“No no, lasciala fare!!” Cinguettò Agata. “E se vinci?”
“Se vinco, ci uscite voi.” Mentre la riccia soppesava il rischio, Sara si fece audace.
“come facciamo a verificare che sia cosi bravo?”
“mi pare ovvio. Dovrà scoparci tutte e tre. Hai paura, biondina?”
“Neanche per idea.”

I bicchieri si scontrarono, suggellando la scommessa assieme a un sorriso complice. E così, mi trovai a dover cercare un essere umano di sesso maschile che potesse essere ritenuto valido da Sara e Agata. Il che non era così facile, visto che eravamo tre teste diversamente pensanti.
Potevo ricorrere a un qualche ex partner, a qualche scopata occasionale trovata nella mia vita sessuale, ma alla fine mi sembrava di barare. L’avrei tenuta come ultima opzione, quella di rispolverare dall’armadio qualche cazzo già conosciuto. Sarebbe anche stato un po’ imbarazzante, tornare a farsi sentire da qualcuno dopo mesi o anni e dire: “ehi ciao, vuoi scopare me e due amiche?”.

La Domenica sera successiva alla scommessa, mi resi conto del tempo a mia disposizione. Non era una tragedia in sé uscire con il fattorino dell’azienda di Sara, era una questione di orgoglio. Se solo ci fosse stato un catalogo, un elenco di persone, come nelle agenzie di moda sfogli foto di modelle e modelli alla ricerca di quelli ideali per qualche servizio o casting…
Un momento. Il catalogo c’era! Internet!
Cercavo una persona sconosciuta da tirare tra le lenzuola di una novella single con enormi arretrati, me, e Agata, non certo un raffinato conversatore.
Sapevo che a trovare i siti giusti avrei avuto solo l’imbarazzo della scelta. Il problema principale era appurare che poi la persona in questione non fosse un pazzo.
Potevo anche chiedere a delle amiche, per trovarne altri, ma che fare?
“Proseguiamo scientificamente”, mi dissi.

FASE UNO: Osservazione.
Fu velocissimo trovare siti di appuntamenti “interessanti” su Internet. Esclusi molto velocemente quelli che sembravano più delle personali perversioni di singoli soggetti, e mi concentrai su quelli che risultavano più commentati positivamente su vari forum che mai avrei pensato esistessero. In poco più di un’ora avevo già qualche account su siti diversi, e spulciavo curiosa aneddoti e fotografie, variamente censurate, di coppie e soggetti disposti a incontri.
La mia mente proseguiva analiticamente, ma il mio corpo, no. Mentirei se dicessi che non provai qualche brivido interessante alla vista di qualche fotografia decisamente degna di attenzione, nell’ottica di prendere per buono quel che veniva proposto.
“C’&egrave da fare selezione dura, qui” pensai, notando come alcuni account sembrassero palesemente una perdita di tempo di alcuni utenti alla ricerca di foto in cui sfogare la loro sessualità.
Ma chi non risica non rosica, e pensai che sarei stata abbastanza furba da accorgermi se qualche candidato passasse il tempo, più che a volermi incontrare, a chiedere foto di me.

FASE DUE: Esperimento.
Decisi di scrivere per bene l’idea di base, così che un uso di una prosa decente scoraggiasse eventuali solitari intenti solo a commentare l’invito con insulti di varia natura, e magari attirasse soggetti anche mentalmente più performanti. Certo, non avevo intenzione di trovare un conferenziere, ma anche qualcuno che fosse in grado di utilizzare più di un sinonimo per “vagina” o “scopare” poteva essere meglio.
Mi alzai per prendere una birra dalla dispensa, notando un certo fastidio nelle mie mutandine.
“Cazzo Vik, neanche i cani di Pavlov”, dissi alla mia amichetta, sistemandomi il perizoma umidiccio sopra una zona inguinale sveglissima. La verità &egrave che qualcuna di quelle immagini di coppie intente a copulare non mi era parsa indifferente, così come alcune foto di certi utenti, che avrei per altro contattato personalmente. Stappai la birra sorridendo a me stessa.
Stavo praticamente comprando un’automobile. Specifiche, km percorsi, garanzie, affidabilità, tenuta, potenza motore…
Come nei siti di auto usate però mi dovevo approcciare con la cautela di chi sa che il venditore sarà capacissimo di mentire sulla bontà della cosa.
“Nel caso, farò una prova su strada…” pensai, risiedendomi alla scrivania con la bottiglia in mano. Se avessi trovato un soggetto valido, in fondo, perché no? La mia amichetta sobbalzò, approvando l’idea mentre mi accingevo a scrivere l’annuncio. Non fu affatto facile, e dopo qualche prova l’esperimento fu così composto:

——————
Per festeggiare il ritorno alla libertà da una lunga e noiosa relazione con uomo egocentrico e poco generoso a letto
SI CERCA MASCHIO DA MONTA

Uomo maggiorenne di bell’aspetto e indubitabile vitalità tra le lenzuola disponibile e capace a intrattenere non solo la novella single, ma anche due amiche molto esigenti.
Il candidato “maschio da monta” (così verrà indicato in seguito e alla stipulazione di accordo verbale) dovrà dimostrare in primo contatto la propria serietà e prestanza.
In seguito ad una prima selezione, si riterrà opportuno uno o più incontri di persona per appurare la bontà della Vostra offerta.

Le interessate si riservano il diritto di non fornire dettagli sulla propria vita privata, o il proprio nome reale, diritti di cui si possono avvalere anche i candidati.
Astenersi cacciatori di foto e inconcludenti.
Zona *****

————

Inviai sulle bacheche dei siti a cui mi ero iscritta questo annuncio che ritenni il più valido. Non ero ovviamente orientata a trovare persone della medesima città, ma volevo comunque restringere il campo, per una mera questione di fattibilità.
Nello stesso momento, scrissi crudamente ad alcune conoscenti molto disinibite se per caso conoscessero qualche ragazzo single bravo a letto. Non si era nuove a queste conversazioni, per cui nessuna di loro si stupì troppo che “Vik cercasse cazzo fresco”.

FASE TRE: Correlazione tra misure.
I primi risultati cominciarono ad arrivare già nella nottata, come mi aspettavo, dalle bacheche dei siti su cui avevo scritto.
Mi aspettavo un discreto numero di perditempo e insulti gratuiti, ed ovviamente questi arrivarono. Li accolsi con un sorriso, e cestinai. Risposi cordialmente solo agli scettici più gentili, perché sì, era vero:
tre amiche volevano scoparsi un ragazzo tutte assieme.
Difficile da digerire per le fantasie di qualcuno? A quanto pareva sì.
Ma arrivarono anche proposte interessanti nelle prime fasi, persone membri (mai termine fu più azzeccato) di quei siti da tempo e quindi anche conosciuti nelle piccole community, persone che consigliavano come comportarsi…
“Cazzo, sembrano più cordiali che certe riunioni di lavoro!” sbottai da sola, rendendomi conto dell’assurdità della situazione. Stava andando bene.

E poi tutto cambiò di colpo.
“Quando ci possiamo vedere?”
fu la sola frase che comparve da un utente nella mini-chat di uno dei siti.
Sorrisi.
“Prima devi rispettare il protocollo: invia la tua candidatura con un… CV.”
L’utente ci mise un po’ a scrivere, e quasi me ne dimenticai, ignorando per una decina di minuti la finta lucetta lampeggiante sullo schermo che mi avvertiva di un nuovo messaggio privato.
“Stai escludendo volontariamente l’unico di questo sito che si presenterebbe subito ad un incontro di persona? E’ ridicolo.”
Come si permetteva?
“Non &egrave ridicolo, &egrave solo non volersi trovare ad un bar con qualcuno che ti sbatte l’uccello di fuori per farti vedere quanto sia grosso. E’ precauzione.”
“Capisco. Quindi mi metterò in coda.”
“Sarà meglio”.

E così cominciò un periodo piuttosto buffo della mia vita. La sera, prima di andare a dormire, dovevo fare un check molto impegnativo delle proposte. Non solo quelle che arrivavano sui siti, ma anche quelle che arrivavano dalle mie amiche, stando ben attenta a non confondere i due “mondi”. Questo, ovviamente, non aiutava la mia solitudine sessuale.
Ero sovra-stimolata, a volte sentendomi come una bambina in un negozio di dolci. E qualcuno di quei dolci scalava le classifiche dei candidati senza troppe difficoltà.
Dopo qualche giorno, finii a consolarmi da sola vedendo un filmato inviato da uno dei candidati. Era decisamente interessante, e decisamente vero. Il tipo mostrava una ripresa del mio annuncio, e placidamente si lasciava deliziare una grossa, interessante asta, da una biondina molto felice. Avrei saputo fare di meglio, pensai tra me e me.
“bacialo un po’, cretina, sei monotona” pensai, sfiorandomi sotto le mutandine, a gambe incrociate sulla sedia del mio piccolo studio in casa.
Lui mugolava, felice, mentre lei lo guardava negli occhi. Era buffo, vedere una soggettiva maschile ed eccitarsi. Di solito, se vedevo qualche ragazza fare una fellatio a qualcuno, ne ero parte attiva. Era una prospettiva diversa. Era al massimo da sopra la spalla del partner, a porgere l’attrezzo a qualcuna, ma non ero mai, ovviamente, così “nello sguardo” di chi ne godeva.
La biondina ingoiò un corposo getto di orgasmo, e una inquadratura tremante chiuse il piccolo filmato. Chiusi gli occhi e continuai a pensare al sapore che poteva avere, al brivido di svelare quell’arnese alle mie amiche, al puro, istintivo e crudo sesso. Rantolai un po’ il mio orgasmo solitario, promuovendo il ragazzone alla fase successiva.

“E’ una coda lunga.” comparve il messaggio lasciato da un utente nella casella di posta.
“Non ho tutto il giorno” risposi decisa, con ancora le dita odoranti del mio piacere. Era di nuovo quel seccatore. Almeno mostrasse qualcosa.
“Aspetterò il mio turno.”
“Devi mandare qualcosa, così &egrave la coda.”
“A meno che tu non sia il vincitore. Puoi stare seduto a guardare i candidati, ridendo e bevendoti una birra.”

Scoppiai a ridere ferocemente. Che piccolo egocentrico del cazzo, veniva voglia di sculacciarlo tanto era infantile nella sua sicurezza.
“Ti prego, non ti sento dall’alto del tuo piedistallo” risposi con un ghigno.
“Forse perché sarai già in ginocchio la prima volta che mi vedrai.” rispose deciso. Rimasi interdetta. Buona capacità di rivoltare la frittata, e un piccolo sussulto nel mio animo mi colse impreparata. Di sicuro, la fiducia in sé non gli mancava.
“Non sono qui per glorificare l’ego di nessuno” risposi, alterata.
“Certo, sei qui per glorificare il tuo. Cosa ne guadagni nel trovare un maschio da monta per te e le tue amiche, se non dimostrare loro che sei la più brava?”

Sorrisi. Centrata. Ma non me ne vergognavo di certo.
“Hai assolutamente ragione. Nessuno di noi due nasconde la voglia di appagare il proprio ego. Io per farmi elogiare da due amiche quando calerò i boxer del miglior scopatore della zona, e tu di sentirti definire tale.”
Seguì un lungo silenzio, che approvai data la stanchezza. Mi feci una doccia, mentre la mia testa continuava a rimuginare sull’utente meno propenso a mostrarsi, e paradossalmente più convinto di essere il migliore.
La sua sicurezza mi intrigava, ma allo stesso tempo mi infastidiva, era irritante e allettante nello stesso momento…
“Che odioso egocentrico” pensai, lavandomi l’inguine “Verrebbe da… Da…” sospirai. I miei pensieri avevano risvegliato ancora il mio desiderio.

Scivolai seduta nel piatto della doccia. Avevo tanto bisogno di una notte di sesso, di sesso vero… Agata e Sara la facevano facile, ma la verità &egrave che di tante scopate, poche erano memorabili. Quantità e non qualità, purtroppo era così in quel periodo, e un bel “Maschio da monta” l’avrei voluto pure io. Oh come avrei voluto qualcosa di più duro e caldo delle mie dita, in quel momento… Qualcosa di più… Più…
Aprii gli occhi, adocchiando una bottiglietta di spuma per i capelli nello scaffaletto della doccia. Era perfetta. La afferrai istintivamente, valutandola per la sua forma a dir poco affusolata.
“Non sono l’unica che ha avuto questa idea, vero?” pensai rivolta a chi l’avesse progettata, così… Fallica. Scivolai sul mio sesso diverse volte, umettandone la superficie con i miei piaceri, fino a cominciare a lasciarla scivolare dentro.
Oh, era decisamente… Interessante… E… Santo cielo, mi stavo masturbando con una confezione di spuma per capelli, a che punto ero arrivata della mia… Solitudine!
Scivolai dentro e fuori da me numerose volte, prendendomela comoda, carezzandomi la clitoride con delicatezza sempre meno intensa. Volevo… Volevo… Volevo scopare, non volevo fare l’amore!
Mi penetrai sempre più vivacemente il sesso, godendo della forma del contenitore, titillandomi con diminuente cortesia.
Scopare, cazzo, serviva davvero un bel maschio anche a me, ma anche una femmina, oh santo cielo, quando avrei trovato quello giusto l’avrei sfinito e mentre si riprendeva mi sarei fatta sia Sara che Agata.
Volevo sfinirmi, sfinirle, sfinirlo, sarei stata appagata solo quando sarei crollata in un letto pieno di corpi distrutti dal piacere…
“Oh! Poř’dne mě vymrdej!!” urlai, reclinando la testa, inondata dalle gocce bollenti della doccia in viso, venendo intensamente con sussulti e piagnucolii, finendo con il rimirare stordita la confezione di schiuma per capelli che non avrei mai pensato divenisse una compagna di giochi solitari, lucida del mio piacere.

Mi ricomposi a fatica, lavandomi, e tornando nello studio per spegnere il computer. Non avevo intenzione di leggere i nuovi messaggi arrivati, ma cliccai distrattamente su quello dell’utente che tanto mi irritava.
“Hai un cervello niente male in quella testa. Penso mi metterò in coda da bravo bambino.”
Le cose cominciavano a diventare decisamente interessanti…

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