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OrgiaRacconti Cuckold

Il signor Arturo non mi scopa da solo… e mio marito non dice niente

By 19 Febbraio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella volta Mario non ci fece molto caso: mio marito purtroppo &egrave così, si fa sfuggire dettagli importanti come se nulla fosse. Quella volta, mentre io finivo di sistemare il giardino, il nostro vicino ‘ un certo signore Arturo ‘ si avvicinò più del dovuto a me e senza troppi complimenti mi disse ‘&egrave un piacere averla come vicina a una con il culo come il suo’. Io non dissi niente, continuai a rimanere in ginocchio, rimaneggiando cumuli di erbacce e terriccio.
Arturo era un uomo sui 65 anni, i capelli bianchi ma un fisico che rivelava la prestanza di un tempo. Sua moglie Anna, una donna mite, sembrava molto imbarazzata dai modi di fare del marito, e spesso o cambiava argomento o se ne andava. Dopo pochi giorni che io e Gianpaolo ci eravamo trasferiti lì, in quella villetta accanto alla loro, non era stato così difficile cogliere il signor Arturo mentre si menava il cazzo sul balcone, alla vista di chi capitava. Oppure mentre sorseggiavamo il caff&egrave, ad un tratto gli veniva un’erezione che era impossibile non notare, anche perché lui se lo massaggiava con naturalezza.
Mario non aveva intercettato tutti questi segnali, e io stavo pensando cosa farmene’ Anna una mattina mi chiamò, per fare colazione da lei. Io neanche volevo, ero ancora col pigiama coi pantaloncini cortissimi e la canotta bianca sotto cui svettavano i miei capezzoli. ‘Ma va là, che tu sei come una figlia per noi, vieni che il cappuccino &egrave quasi pronto’ mi disse, e non potei sottrarmi.
Arturo da sotto il tavolo non faceva che sistemarsi il cazzo quando mi vide in pantaloncini ‘Buongiorno signora, che piacere averla tra noi” lo ringraziai e indugiai a mostrargli il culo mentre facevo finta che le chiavi mi scivolassero tra i piedi. Anna era ai fornelli, e non assistette alla scena. Arturo prese un cucchiaino di marmellata, se lo cosparse su due dita e me le infilò dentro la figa, senza nessun preavviso. Non ebbi il tempo di capire cosa stava succedendo, che sopraggiunse Anna ‘Con il cacao o senza, cara?’ mi disse, mentre io ero già svenuta sulla sedia, fingendo normalità, mentre le labbra della figa mi si incollavano alla marmellata. ‘Senza, non vorrei esagerare!’ le risposi.
La colazione procedette tutto sommato tranquillo, parlammo del più e del meno guardando le notizie del giorno al tg, sennonché ad un certo punto Anna ricevette una telefonata dalla sorella e dovette abbandonarci subito per un’emergenza. ‘Signor Arturo &egrave stato gentilissimo, io vado adesso” ma lui, non appena sentì la porta richiudersi alle spalle della moglie, mi fece cenno di accomodarmi sul tavolo del soggiorno.
‘Cara Eleonora, lei fa finta di niente ma io lo so benissimo che non vede l’ora di saltarmi sul cazzo. Non lo sa ancora ma la sua natura di troia parla per lei” e così dicendo prese una banana dal centrotavola e cominciò a strofinarmela sulle mutande zuppe di marmellata. Mi costringeva a guardare, nonostante mi tremassero le gambe per l’eccitazione. Quando me la infilò dentro con tutta la buccia mi disse ‘Vede come &egrave bagnata? Vede come ha perfettamente imbiancato la buccia?’ me la tolse e me la avvicinò al viso. ‘Lecchi lei stessa quanto &egrave troia” e non potei sottrarmi neanche questa volta.
Avevo la figa spalancata sul tavolo del soggiorno della signora Anna, e mi stavo facendo scopare da sua marito con una banana. La cosa più assurda era che la maestria di quel vecchio mi faceva sentire davvero troia. Tuttavia quella volta servì solo per infoiarmi di più’
Ad un tratto sopraggiunse un collega del signor Arturo che neanche si scandalizzò a trovarci così: io sul tavolo con lui che mi masturbava con precisione. ‘Bella troia!’ disse tutto allegro. E scambiando uno sguardo di complicità con Arturo, l’uno si sostituì all’altro. Ma il signor Renato ci andò su pesante, perché mi infilò dentro tutta la sua mano, con grande approvazione dell’amico.
Non mi scoparono quella volta, i loro cazzi li vidi solo eiacularmi in bocca e mi restò addosso la frenesia di una giovane mogliettina troia in preda a due over 60 con due cazzi enormi.
La sera non riuscii a prendere sonno, ma mio Marito non se ne accorse. Pensavo a quei due cazzi, e dovevo studiare un modo per ritrovarmeli dentro. Ma forse non c’era neanche bisogno che studiassi qualcosa’
In realtà non sapevo cosa avesse in mente il signor Arturo. Per quanto mi eccitasse da morire la sua disinvoltura, a tratti mi inquietava. Era una sensazione nuova, strana’ Era molto formale con me, come se questo gli conferisse ancora più autorità.
Dopo quella colazione, non fece di tutto per riavermi a sua disposizione, eppure avrebbe potuto. Aspettò invece pazientemente quasi due mesi, finché una sera mentre rientravo a casa insieme a mio marito Mario, fu proprio lui a combinare il pasticcio. ‘Signor Arturo, ma perché non viene a bere qualcosa da noi visto che sua moglie non c’&egrave? Almeno passa un po’ di tempo” in quel momento lo detestai. Invitava l’uomo che desideravo mi scopasse selvaggiamente, ma non avrei potuto farci niente con lui tra i piedi. Il mio Mario &egrave sempre stato troppo ingenuo’
‘Non vorrei disturbare’ vedo che state rincasando adesso’ disse senza scomporsi il signor Arturo. ‘Macché disturbare!’ Mario lo fece accomodare nel nostro salotto, sul nostro divano. Io immaginai subito come sarebbe stato scoparlo proprio lì sopra. Il signor Arturo mi lesse nel pensiero.
Quando Mario tornò nel salotto, dopo essersi messo comodo, fu già troppo tardi. Lo trovò il signor Arturo che mi aveva tirato le tette fuori e me le palpava con decisione. Mio marito rimase paralizzato per qualche istante, ma poi il signor Arturo ruppe il ghiaccio ‘Vedi che mogliettina troia che hai, caro Mario’ Ci ho messo tre secondi a tirargliele fuori, senti come mugola”. Mario impallidì, e rimase a guardare, come bloccato.
‘Siediti Mario. Ora ti faccio vedere il resto” il signor Arturo mi abbassò le mutandine da sotto la gonna, e poi me la sollevò. Mi spalancò la figa mostrandola a mio marito ‘Guarda quanto &egrave bagnata già! E ancora non le ho fatto niente!’ e cominciò a prendermi il clitoride tra due dita, massaggiandomelo con sapienza.
‘Signor Arturo, ma mia moglie” Mario non riuscì a completare la frase. ‘Signora Eleonora, suo marito vuole sapere se gradisce il mio trattamento” e così dicendo il signor Arturo mi spinse due dita dentro facendole girare più in profondità possibile.
Io non ci vidi più, mugolai come un’ossessa ma poi guardai Mario e non potevo rispondere. ‘Facciamo così’ visto che la signora Eleonora ha difficoltà verbali, la faremo rispondere direttamente col suo corpo.’ E si sedette sul divano, facendo svettare il suo enorme cazzo dai pantaloni, senza neanche sfilarseli. ‘Ecco, signor Eleonora: il mio cazzo &egrave qui, decida cosa farne”
Al che cominciai ad impazzire ‘Scusami amore’ dissi a Mario mentre col culo cominciavo a sfiorare le palle del signor Arturo ‘io ti amo davvero, ma” presi il cazzo del signor Arturo e cominciai a strofinarmelo tra le labbra della figa mentre guardavo dritto negli occhi mio marito ‘io non lo so tu cosa starai pensando adesso ma” e la punta cominciò a penetrarmi. ‘Mario’ ha una cappella immensa, guarda come me la sta allargando” e cominciai a sedermi sempre di più su quel cazzo voluminoso.
‘Mario tua moglie ha una fica da paura, pare che me lo stia risucchiando il cazzo, guarda” gli disse il signor Arturo. Mio marito era mortificato, rosso in volto, e quando si sentì dire quelle cose, anziché urlare, si avvicinò alla mia figa osservando attentamente come il cazzo del signor Arturo entrava, usciva e rientrava’
‘Amore, leccamela nel mentre” gli dissi ormai priva di inibizioni. Mario me la leccò, mentre il signor Arturo continuava a sbattermi davanti alla faccia di mio marito. Ciaf, ciaf’ il rumore della mia figa bagnata su quel cazzo arrivava dritto in faccia a Mario.
‘Adesso spostati un minuto” lo invitò il signor Arturo, mio marito obbedì. Il signor Arturo mi sborrò dentro la figa, poi mi fece adagiare a gambe larghe sul divano e spalancando le labbra della mia figa con entrambe le sue mani si rivolse di nuovo a mio marito ‘Coraggio Mario, pulisci questa troia dalla mia sborra’. Mio marito leccò sino all’ultima goccia, mentre il signor Arturo mi faceva notare ‘Eleonora gliel’ho l’ho fatta diventare viola dai colpi che le ho dato, ma ora il suo bravo maritino cornuto lenirà i rossori del suo sticchio, così domani potrò pomparla di nuovo, tanto quanto ha bisogno. Arrivederci signori’. E così il signor Arturo ci congedò, lasciando me e mio marito privi di parole ma esausti di piacere.
Mio marito e io avevamo fatto quella scoperta così, inaspettatamente. Il signor Arturo era stato bravo a metterci davanti al fatto compiuto. E sia io che mio marito eravamo rimasti coinvolti a un livello profondo, e nonostante ciò non parlammo mai di quell’episodio. Non ci fu il tempo perché ne susseguirono altri.
La moglie del signor Arturo nel frattempo era rientrata, ma questo non fu di impaccio ai piani del marito che senza farsi troppi problemi ci invitò un sabato pomeriggio in una tenuta a pochi km da dove abitavamo. ‘Ci divertiremo’ ci disse, stringendo la mano a mio marito e facendomi l’occhiolino.
Ero molto nervosa, ma andai aspettandomi qualcosa di preciso che si tradusse nel mio intimo. Nel senso che non ne misi, a parte le autoreggenti. Quando con Mario arrivammo alla tenuta, notammo subito che il signor Arturo era circondato da altri amici che ci stavano aspettando.
‘Carissimi” esordì e ci venne incontro premuroso. Ci presentò i suoi amici che sembrarono subito molto simpatici. Tutti e cinque sui cinquanta sessanta anni, e molto allupati.
Entrammo in una delle stalle, e il signor Arturo non perse tempo. Rivolgendosi a mio marito, mi fece appoggiare a un cumulo di paglia e lentamente davanti a tutti mi alzò la gonna da dietro. La mia figa esordì davanti agli occhi degli uomini con un certo clamore.
Accarezzandomela, il Signor Arturo disse: ‘Come vi ho già raccontato, Mario &egrave un caro ragazzo che ha avuto la sfortuna di prendere in moglie questa zoccola, a cui il cazzo piace parecchio. Guardategliela’ Solo a parlarne &egrave già bagnata’ e così dicendo mi infilò improvvisamente due dita dentro che non fecero nessuna fatica a introdursi. Gemetti di sorpresa, ma ero anche davvero molto eccitata.
Mario, mio marito, assisteva impietrito, e impietrito era pure il suo cazzo. ‘Oggi faremo una cosa veloce, così poi ci godiamo un po’ il paesaggio” disse il Signor Arturo. Al che i suoi amici, che erano in cinque, si misero in fila e a uno a uno cominciarono a tirarsi il cazzo fuori. ‘Mario, mettiti al mio posto e tieni tu le cosce di tua moglie allargate mentre ce la fottiamo a turno’ gli ordinò il signor Arturo. Mio marito arrossì, ma si avvicinò e mi spalancò le cosce per bene. Ero messa a pecora, con la gonna alzata. Le mani di mio marito mi allargavano culo e figa, rendendoli ancora più appetibili e accoglienti.
Non iniziò il signor Arturo come immaginavo, ma suo cognato. Era bassino, con la pancia pronunciata, ma un cazzo abbastanza notevole. Me lo strofinò sulle labbra un pochino, dopodiché cominciò a darmi colpi violentissimi. ‘Ancora, sì, che cazzo meraviglioso!’ gridavo senza ritegno a pochi centimetri da mio marito.
Poi fu la volta dell’ingegnere Paolo, un uomo elegante con i capelli bianchissimi, e un cazzo così lungo che sembrava perforarmi. ‘Lo senti, troiona?’ mi sussurrava mentre stantuffava il suo cazzo nella mia figa ormai fradicia. ‘Altroché se lo sento, arriva molto in fondo devo dire’ Mario, tu riesci a vederlo?’ e mio marito sorpreso dalla mia domanda rispose allargandomi ancora di più le cosce ‘Ora sì, vedo che il cazzo dell’ingegnere ti scivola in quella figa pregna di umori biancastri.’
Dopo la sborrata dell’ingegnere seguirono a penetrarmi, in ordine, il proprietario della tenuta un certo signor Alfredo, anni 61, cazzo con circonferenza larghissima; il giardiniere, anni 58, cazzo nodoso e sfizioso; e il genero del giardiniere, anni 38, cazzo grosso, lungo e molto agile.
Quando tutti, a turno, finirono di sborrarmi nella figa, ormai le mani di mio marito erano imbrattatissime e scivolavano sulle mie cosce, faticava a tenermele ancora aperte. E il signor Arturo che lo sapeva e che aveva aspettato pazientemente il suo turno, disse a mio marito: ‘Mario, adesso lecca la figa di questa zoccola che io me la inculo’ e così fu. In un attimo mi ritrovai il cazzo del signor Arturo riempirmi il culo con una foga che mi sconquassò di piacere. ‘Ancora sììì, sì, mi sfondi’ Lo sento tutto, la prego ancora!’ lo imploravo mentre lui mi teneva per i capelli, e mio marito continuava a leccarmi la figa sgocciolante. Il Signor Arturo non mi sborrò nel culo, poco prima dell’orgasmo mi fece inginocchiare e mentre mio marito mi teneva le sue mani sulle guance, mi schizzò tutta la sborra in faccia, sugli occhi e in bocca. ‘E brava la nostra troiazza!’ annuirono tutti. ‘Se continui così, prima o poi potremo farti scopare da un cavallo!’ disse con enfasi il giardiniere. Mio marito non disse nulla invece. Si era sborrato nelle mutande e non poteva dire molto.

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