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Orgia

Il viaggio di nozze

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ una cosa incredibile, mai e poi mai, avrei potuto immaginare una cosa del genere ‘., &egrave meglio, però, che incominci dall’inizio, altrimenti possono nascere delle incomprensioni.

Con la donna, con la quale mi sono, oggi dico finalmente, sposato, siamo stati fidanzati per quasi sei anni. Quando ci siamo conosciuti io avevo 21 anni e lei 17. I suoi genitori non vedevano di buon occhio la nostra relazione e facevano di tutto per osteggiarla; figuratevi che quando anche uscivamo assieme ci toccava portare il suo fratellino con la scusa di fargli prendere un po’ d’aria e per farlo giocare. Anche dopo, quando abbiamo annunciato la nostra intenzione di sposarci, le cose non erano cambiate.

Andare in ferie assieme? Andare in discoteca? Uscire con gli amici? Vestirsi in maniera più moderna, sportiva, jeans, calzoncini, magliette? Tutta roba da fantascienza! Se volevamo era così, altrimenti ciccia.

Al mare ci potevamo andare, si, ma solo con i suoi genitori; non vi dico che palle ‘, e figuratevi che poteva solo indossare costumi interi, stile olimpionici, nulla di più! Quindi intimità uguale a zero, sesso solo fantasie e via dicendo, e di questo ne soffrivamo entrambi in quanto anche a lei mancava un minimo d’intimità solo per noi. Queste poche righe per farvi capire la situazione in cui eravamo. Solo due settimane prima del matrimonio, siamo riusciti ad avere un minimo di tranquillità anche in considerazione del fatto che dovevamo ultimare tutti i preparativi del matrimonio.

Ed &egrave stato in questi giorni che abbiamo avuto modo di parlare tranquillamente e liberamente esternandole tutte le mie fantasie represse, e così pure lei fece con me. La cosa su cui misi categoricamente i puntini sulle ‘i’, come si usa dire, era che non volevo più vederla con costumi da bagno interi e che non si vestisse più come una suora.

Lei fu più che felice di questo, perché anche lei odiava tali restrizioni e che ha sempre guardato con invidia e rabbia, le altre ragazze al mare che indossavo dei bikini, più o meno audaci, vestite in modo sexi o con abiti da sera sensuali quando uscivano per andare in discoteca o fuori a cena.

Mi aveva confidato che in segreto si era comprata qualcosina, anche se non mi confidò cosa, lasciandomi a crogiolare nella sorpresa.

Per il viaggio di nozze avevamo prenotato la bellezza di tre settimane in un posto paradisiaco dei tropici pregustandoci già la partenza, fantasticando, finalmente, sul fatto di poter stare soli noi due nella stessa camera, nello stesso letto, di fare l’amore, di andare in discoteca, di vederla in bikini, o vestita in abiti da sera che solo lei mi aveva descritto, e così via, e durante tutte queste fantasticherie, la nostra eccitazione era visibile e tangibile.

La partenza era organizzata per la sera stessa del matrimonio alle 22:20 dall’aeroporto; tutto organizzato: cerimonia, foto, pranzo con i parenti ed amici, a casa giusto il tempo necessario per cambiarci, e poi via verso i nuovi orizzonti che si delineavano sempre di più con il viaggio di nozze.

All’aeroporto ci accompagnarono i nostri genitori, e dopo i saluti, baci e abbracci, raccomandazioni eccetera, passammo la dogana, ci voltammo per un ultimo saluto, e via verso la sala d’imbarco, appena posata la sacca ci abbracciamo e ci demmo un bacio che solo quello mi procurò un erezione tale del mio pene a cui lei non negò minimamente di compiacersi considerato che premette il bacino, contro il mio per meglio sentirne la consistenza.

‘Non vedo l’ora di farti mio e di essere tua! Preparati, perché abbiamo quasi sei anni di intimità da recuperare, lo sai?’

Lo sapevo eccome ‘

‘Non sai quante volte mi sono masturbato pensando a te!’ Lei mi sorrise dolcemente, mi prese il viso tra le mani e mi appoggiò la sua bocca dischiusa sulla mia e mi leccò le labbra.

‘Grazie amore mio, per non essere stato con altre donne, ma adesso ci sarò io ad appagare le tue più represse fantasie.’

E ricambiando il bacio ‘Non vedo l’ora; ma tutte le mie fantasie?’ le chiesi. ‘Si!’ fu la sua risposta breve, concisa, ma, soprattutto, decisa, e questo mi mandò ancora di più in estasi ed anche quando salimmo sull’aereo ed eravamo in volo, non riuscii a smettere di fantasticare le cose più erotiche nei suoi confronti. Ci vollero quasi sedici ore di volo e due di motoscafo, ma ne era valsa la pena; il posto era stupendo, era un’isola in mezzo al mare cristallino. Insieme a noi c’erano altre tre coppie, due in viaggio di nozze come noi e la terza di fidanzati, con le quali stringemmo amicizia durante il viaggio. Arrivati ci accompagnarono ai nostri alloggi, se così si potevano descrivere, in quanto erano un gruppo di sei bungalow separati dal corpo centrale dove c’erano ristoranti, bar, negozi, discoteca, ect.

Questa era l’area riservata agli sposini, un’area appartata, tranquilla, nascosta dalla foresta adiacente ma vicinissima alla spiaggia ed al mare, e solo un sentiero, di circa 200 metri in mezzo agli alberi, ci collegava verso il centro del villaggio. Eravamo tutti stanchi morti, mangiammo della frutta e del pesce di mare che ci avevano preparato su dei vassoi all’interno del giardino comune e poi, dopo esserci salutati, entrammo ogni coppia nel proprio bungalow assegnato. Non c’erano porte o finestre, ma solo delle tende di vimini; solo queste c’erano a separare l’intimità di ogni abitazione, ma non creò nessun problema. Giusto il tempo di appoggiare il borsone e ci buttammo sul letto e, ancora semi vestiti, crollammo, sia lei che io, dal sonno; era inevitabile dopo circa 30 ore dal mattino che ci svegliammo per sposarci a che giungemmo qua, a parte qualche pisolo sull’aereo. Dormimmo tutta la notte senza interruzione, e quando ci svegliammo il sole era già alto. Ci abbracciammo, ci baciammo, avevamo una voglia matta di fare l’amore e lei non poteva non accorgersene, in quanto il mio pene, gonfio e duro, premeva sul suo ventre.

Lei si staccò da me, anche se a malincuore, ‘

‘Fammi fare una doccia, e poi ‘., e poi daremo sfogo alla nostra passione’ ‘Che ne dici di farla insieme la doccia, così ti aiuto ad insaponarti la schiena?’ ‘Speravo me lo chiedessi!’

Ci alzammo, io la spogliai e così lei con me, le nostre mani tramavano con gli occhi ci scrutavamo a vicenda per godere della visione del corpo dell’altro. Io ero rimasto con i boxer sotto i quali era evidente la mia erezione, e lei in slip e reggiseno.

Con le mani ci accarezzavamo ed indugiavamo sulle nostre intimità, poi le slacciai il reggiseno; le si coprì un attimo con le mani, ma durò poco e le lascio scivolare sui miei fianchi scoprendo così le sue tette.

Mio Dio, erano sublimi, sapevo che portava una seconda, ma non avrei immaginato nulla di quanto stavo vedendo.

Erano a forma di pera, come vengono descritte da noi maschiacci, con il capezzolo rivolto verso l’alto, e che capezzolo, l’aureola larga, almeno tre o quattro centimetri, che si ergeva un po’ a cono, e nel centro, il capezzolo vero e proprio, turgido e gonfio alto almeno un centimetro.

Glieli accarezzai con la punta delle dita e lei non trattenne dei gemiti di piacere, erano duri e morbidi allo stesso tempo.

Con la punta delle dita mi misi a giocare con i capezzo li, chiuse gli occhi ed iniziò a mugolare ‘Stupendo’, stava ansimando, lentamente scesi lungo il ventre ed i fianchi fino a raggiungere gli slip, ‘Vado avanti ?’, ‘Si, ti prego non ti fermare. Voglio essere tua, non sto aspettando altro. Continua e fammi di tutto e di più, sto morendo, ti prego! Non ci sono più vincoli adesso!’ e con le dita le scostai i bordi degli slip e glieli sfilai. Le sue gambe tremavano e quando vidi il monte di venere ricoperto da quel folto pelo castano chiaro come i suoi capelli, partii per la tangente e non capii più niente. Affondai il viso nel pube e glielo baciai, la peluria era umida dagli umori che colavano copiosi già da ieri in aeroporto. La esplorai dappertutto con le dita fino a raggiungere anche le parti più intime e lei, intanto, gemeva senza nessuna remora alle mie più intime carezze. Mi alzai e con le labbra avvolsi un capezzolo, lo leccai e lo succhiai con tutta la lussuria di cui ero capace in quel momento.

‘Adesso tocca a te!’, dissi e le sue mani scivolarono sul mio corpo e raggiunsero i boxer. Si inginocchiò, me li sfilò e rimase a guardare il mio cazzo completamento duro, che si ergeva prepotente.

‘Non lo immaginavo così: &egrave bellissimo!’

La sua mano me lo avvolse come un caldo abbraccio e me lo palpeggiò delicatamente, le sue dita corsero fin sotto i testicoli stringendoli delicatamente. ‘Dai andiamo in doccia, che giochiamo.’

‘Si non aspetto altro.’

Ci prendemmo per mano ed andammo in bagno, aprimmo l’acqua, era tiepida, e ci immergemmo. Ci insaponammo dappertutto, le mani scivolavano in ogni parte dei nostri corpi tremanti e vogliosi di sesso; dedicammo particolare attenzione alle nostre intimità, non tanto per lavarci, ma quanto per toccarci ed esplorarci. Eravamo eccitati fino allo spasimo, non resistetti più ed iniziai a penetrarla con il dito medio.

In teoria doveva essere vergine, ma francamente non mi interessava più di tanto, ormai era mia e potevo goderla come volevo.

‘SIIII, dai ” mugolò senza preoccuparsi se poteva essere sentita, e spinsi la mano fino in fondo; sentivo il calore della sua passerina, completamente eccitata, e lei, con la mano, mi strinse l’uccello ‘No aspetta, ti diverti dopo.’. Lei si fermò e mi lasciò fare, con una mano le alzai una gamba permettendomi, così, di affondare meglio il dito dentro di lei.

La mia mano si muoveva veloce, stava già per venire ‘Godoooooooo, daiiiiiiiiiii, non fermarti, continua, ancora di piùùùù, suuuuuu, ohhhhhhhhhhhhhhhhh si, SSSSSSSSIIIIIIIIIIII, adesso ”’ Il suo orgasmo fu totale, era talmente assatanata da non rendersi conto che stava quasi urlando.

La mia bocca avvolse la sua in bacio carico di libidine e passione ‘Voglio far godere te adesso’ e la sua mano mi prese l’uccello ed inizio a farmi una sega. ‘Aspetta, ” dissi, ‘vieni andiamo sul letto.’

Chiusi la doccia e tornammo in camera, la fece sedere sul bordo del letto ed io mi misi di fronte a lei.

Il mio uccello poco sotto il livello della sua bocca ‘OK, fammi una sega adesso e quando godrò anch’io, voglio sborrati sulle tette. Ti va?’ ‘Certo che si, vo glio guardarti godere su di me.’

Con una mano iniziò a masturbarmi mentre con l’altra mi palpava le palle. La sua mano scivolava decisa, ma non veloce, su e giù facendomi provare un piacere immenso.

‘Sei stupenda, mi piace da morire’

‘Oh dai che manca poco e dopo avrai tanta di quella crema abbronzante da spalmarti’.’

‘Dai amore mio godi ti prego, non sto aspettando altro’ ‘Ecco dai che ci sei’ Sentii l’orgasmo arrivare potente, ‘Adesso, si ” e la sborra schizzò fuori copiosa, e lei si diresse l’uccello ve rso le tette, così il liquido poté inondarla ‘Ancora dai dammene ancora, ne voglio tanta di sborra, tutta per me’ mi disse continuando a masturbarmi. Continuò lentamente ‘Prendilo in bocca adesso e leccamelo come fosse un cono gelato’, e lei sorridente come se non aspettasse altro, obbedì e le sue labbra calde mi avvolsero la cappella e la lingua ci scivolava sopra veloce.

‘Sei bravissima, sei fantastica, sublime, mi piace da morire’

‘Anche a me piace, &egrave buono, caldo, dolce ed aspro allo stesso tempo, mmmm quanto mi piace, &egrave buonissimo’ E continuò fino a che il mio uccello non perse totalmente il suo turgore. ‘Mi piace da morire” mi disse; mi inginocchiai di fronte a lei e le spalmai la sborra sulle tette, e quando finii le feci leccare le dita, dopo le succhiai i capezzoli, gonfi e duri fino allo spasimo, dopo di che le slinguai la bocca facendole assaporare il sapore del mio succo nella sua bocca.

E mentre ci baciavamo, le palpavo ancora, lussuriosamente, ancora le tette e poi scesi giù fra le sue cosce e le infilai le dita dentro la sua patatina bollente e vogliosa e la sditalinai fino a che non venne di nuovo.

Lei mi fece sdraiare sul letto, si mise a fianco a me, e la sua bocca mi riprese l’uccello e continuò a spompinare, fino a che non mi ridiventò duro. Non ci volle molto, e quando fu pronto ‘Adesso ti voglio dentro di me e voglio che tu mi faccia godere ancora di più e voglio sentirti godere dentro di me ‘ mi disse. Ci si sedette sopra e se lo fece sprofondare dentro tutto, il più possibile, fino in fondo, si puntò con le mani sul mio petto ed iniziò una danza, piccoli movimenti circolari del bacino e sollevandolo su e giù, mi cavalcò, affamata di sesso com’era. Non si fermò un instante, continuò fino a che i nostri orgasmi non ci squassarono. Lei spins e più che poté il bacino contro il mio facendomi sprofondare tutto dentro di lei, le sue secrezioni vaginali colavano copiose sulla mia verga bagnandomi completamente, le sue tette balzavano aritmicamente con i suoi movimenti mentre i le palpavo furiosamente e le stuzzicavo i capezzoli.

Sborrai copioso dentro di lei mescolando il mio seme con la sua sbroda, ma a lei non bastava continuava a muoversi infoiata, godendo e strozzandosi in gola le urla per il piacere che provava.

Poi, spossata, si accasciò su di me, i nostri corpi erano madidi di sudore, non avevamo più respiro.

Lei rimase li così sopra di me, finche il mio uccello non si ammosciò completamente e lei se ne dispiaque :

‘Che peccato che non continui a rimanere duro, mi piace sentirlo che mi riempie la patatina fino in fondo’ ‘Cosa vuoi, purtroppo &egrave fatto così, però, ormai, hai capito come farlo rinascere, e potrai soddisfare ogni tua voglia, come e quando vorrai’ ‘Oh certo non mancherò, stanne certo amore mio e non solo ” la interruppi, ” vedrai faremo di tutto, ci divertiremo.’ Dissi ‘Non aspetto altro, voglio che tu faccia tutto ciò che hai sempre fantasticato mentre ti facevi le seghe, sarò la tua alunna, insegnami tutto ciò che vuoi, come vuoi, non voglio essere solo tua moglie, voglio essere la tua amante o qualsiasi altra tu desideri come tu mi brami che io sia. Voglio farti godere di tutto ciò che non ti ho potuto dare fino a ieri, non esitare. OK?’

Io non aspettavo altro.

‘Certo amore mio, questa regola vale anche per te, siamo una coppia e come tale dobbiamo comportarci l’una verso l’altro.’

‘Oh si ..’

Le nostre bocche si unirono in un bacio lungo, dolce, ma carico di libido e passione come scoprirete in seguito.

Ed andammo a mangiare, ne avevamo bisogno.

Appagati i nostri corpi, indossammo il costume per andare in spiaggia, e finalmente potei ammirarla in uno stupendo bikini, neanche se non eccessivamente ridotto, di cotono azzurro, molto sgambato ma niente di eccezionale, mentre il reggiseno era un po’ più osé, due triangoli che coprivano le sue tettine ma che non riuscivano a nascondere il turgore dei capezzoli e questo m’inebriava. La spiaggia dov’eravamo era grande e c’erano pochissime persone molto sparpagliate oltretutto.

Stendemmo i nostri asciugamani e ci sdraiammo per prendere il sole. Ad un tratto sentimmo qualcuno che salutava, io mi alzai e riconobbi le altre due coppie di sposini che erano con noi, li salutammo anche noi e loro si misero ad una ventina di metri più in là insieme.

Le due donne non erano poi mica male, pensai, entrambe indossavano il bikini ma ad una delle due sarebbe servito qualcosa di più per sostenere tutto quel ben di Dio che aveva, portava sicuramente una 4^ misura ed il reggiseno doveva sudare le fatidiche sette camice per reggere tale opulenza, mentre l’altra era un po’ più abbondante di mia moglie, forse una 3^ scarsa.

Nell’insieme non erano mica male e cercai di immaginare come potevano aver scopato fino a prima di scendere in spiaggia.

Tutto questo mio elucubrare, mi procurò una evidente erezione e la mia mogliettina non poté fare a meno di accorgersene.

‘Ehi tesoro, ti sei eccitato solo a guardarle, o che?’

‘Si vede eh?

‘Si!’

‘Ho cercato di immaginare come hanno scopato prima di scendere in spiaggia. Anzi ne ho una voglia matta, di scopare, amore.’

Lei mi sorrise compiaciuta e mi infilò una mano tra le gambe per palparne la consistenza.

‘Dai, andiamo a fare il bagno, così lo facciamo in acqua!’ Per tutta risposta lei si alzò e, tendendomi la mano, si diresse verso l’acqua, mi tirai su e corremmo in mare.

Non appena fummo dentro e l’acqua ci arrivò al petto, ci sfilammo gli slip, ed in attimo, fui dentro di lei.

Tenendola per le natiche, aveva un sedere da favola, a mandolino e duro come il mio cazzo in tiro, la muovevo su e giù su di me tappandole la bocca con la mia perché non la sentissero urlare per quanto godeva.

Continuammo così guidati dalle piccole onde, finché l’orgasmo non ci travolse come un’onda travolge ogni cosa.

Le sue gambe erano avvinghiate dietro la mia schiena e mi tenne stretto dentro di lei finché anche l’ultimo momento di piacere non si spense ad entrambi. ‘Mi piace sentirti quando mi riempi, sento il tuo sperma caldo invadere ogni angolo del mio ventre, mi piace sentire il tuo uccello mentre pulsa quando godi ” ‘Mi piace godere nel tuo ventre, quando mi stringi l’uccello con i muscoli per non farlo uscire e tenertelo dentro tutto fino in fondo, mi piace sentire come ti dilati per ricevermi quando sborro ‘, &egrave paradisiaco’ ‘Si, come questo posto. Sono felice come non puoi immaginare!’ Tirai fuori l’uccello dalla sua fighetta calda, ci ricomponemmo ed uscimmo. Mi sedetti sull’asciugamano e ripresi a guardare i quattro ragazzi che giocavano a pallavolo, crogiolandomi al sole e rimirando le tette delle due ragazze che ballavano ogni volta che saltavano.

‘Ma non hai guardato abbastanza?’ mi disse prendendomi in giro.

‘Cosa ci vuoi fare, sono troppo belle da guardare!’

‘Dai spalmami un po’ di crema abbronzante così guardi anche me ogni tanto.’ E si distese a pancia su ed io la imbrattai con la crema e gliela spalmai dappertutto intorno al costume mentre lei mugolava di piacere rieccitandosi. ‘Ti piace?’

‘Da morire, sto immaginando che sia il tuo succo che stai spalmando; &egrave per questo che mi sento divampare dentro la passerina.’

Più tardi le proposi di prendere a noleggio un pedalò per andare a fare un giro in mezzo al mare e lei accettò volentieri.

Saliti sul pedalò, mi diressi al largo mentre lei si era sdraiata a prendere il sole.

Ormai non avevamo più nessuno intorno, mi fermai e mi girai verso di lei e le dissi:

‘Perché non ti togli il costume e prendi il sole nuda? Così non ti rimangono i segni del costume e diventi bella nera uniformemente.’

Lei si alzò, venne verso di me e mi baciò, un bacio con la sua lingua sembrava volesse come risucchiarmi, e poi, in piedi, si slacciò il reggiseno e si sfilò gli slip rimanendo completamente nuda; uno spettacolo, una bellezza tale che mi si rizzò l’uccello all’istante.

Mi si avvicinò, mi sfilo i boxer ed iniziò a farmi un pompino da capogiro, le sue labbra mi risucchiavano dolcemente, la sua lingua mi girava intorno alla cappella, il tutto mentre la sua testolina si muoveva su e giù lentamente. Poi si sedette sopra di me e guidò l’arnese fra le cosce, sulla cappella sentii il calore della sua figa già calda ed aperta pronta per ricevermi. Lentamente calò su di me ed io sprofondai dentro di lei in un limbo di piacere esaltante, sentivo le calde pareti aprirsi mentre entravo, lei scendeva lentamente sempre di più, fino a che non arrivai in fondo, l’uccello era completamente scomparso dentro di lei e la cappella premeva dolcemente in fondo al suo ventre e lei, con gli occhi chiusi, ansimava, mugolava e dalla sua dolce bocca usciva delle grida di piacere. Senza pudore alcuno, mi gridava di spingerlo ancora più in fondo, che le piaceva da impazzire, e col bacino iniziò dei movimenti tali, da procurale ancora più piacere, la sentivo muovere, imperniata sull’uccello, completamente partita, carica di lussuria, di voglia di cazzo e tanta voglia di godere.

Ogni eventuale tabù potesse avere, ormai era completamente sparito, le piaceva da morire scopare così liberamente senza ritegno alcuno. Col bacino continuò a muoversi su e giù, golosa come un bambino goloso di dolci, finché non raggiungemmo l’orgasmo liberatorio, lei premette il bacino contro di me tanto che il pelo della sua figa ed il mio sembravano un tutt’uno. ‘Dai riempimi, ti prego voglio che m’inondi la figa con il tuo sperma’ ‘Si eccolo, adesso ti riempio tutta’ L’uccello mi si contrasse, e l’eiaculazione ebbe luogo, le allagai la figa mentre lei si era avvinghiata a me, urlava per l’orgasmo, tanta era la nostra libidine che tutto il resto non contava.

Ci volle diverso tempo prima di riprenderci.

Dopo si sollevò, anche se non ne aveva voglia, e tornò a sdraiarsi per prendere il sole perché lei voleva prendere ancora uccello invece di sole. ‘La prossima volta voglio inondarti proprio fuori la fighetta, così tu puoi spalmarti il mio succo come vuoi. ‘

‘mmmmm che bella idea ”

E si passò la mano fra le cosce aperte e raccolse con le dita il liquido che iniziava a colarle fuori, e se le mise in sulla lingua e poi in bocca. ‘Che buono, mi piace proprio assaporare i nostri succhi mischiati insieme’ E rifece l’operazione tre o quattro volte.

‘Sei incredibile, non avrei mai immaginato che tu potessi essere così predisposta al sesso!’

‘Neanche io lo pensavo, ma non puoi immaginare quante volte ho desiderato fare l’amore con te in tutto questo tempo, immaginavo di farlo in mezzo ai campi, sulle scale, in ascensore, non potevamo mai, per un motivo e per l’altro. E allora anch’io fantasticavo, come te, di poter fare tutte quelle cose che sentivo dalle amiche, e mi dicevo, anch’io un giorno le farò e vorrò fare di più perché non le ho potute fare quando volevo, capisci amore? Non voglio negarmi niente, non voglio negarti niente, voglio scoprire tutto, voglio che il sesso diventi parte di noi, che ci unisca, che ci permetta di consolidare ancora di più il nostro amore!’

‘Cos’&egrave che assolutamente potresti rifiutare, solo per sapere prima che, per sbaglio, faccio qualcosa che non devo?’

‘Non voglio la violenza; ad alcune amiche, ho sentito, piace essere picchiate e o cose del genere. A me no la violenza non piace, ne ho già subita e non la voglio più provare.’ ‘Anche a me non piace la violenza, per cui non c’&egrave problema.’ Rimanemmo li, in balia delle piccole onde, sotto il sole fin quasi al tramonto e purtroppo dovevamo tornare indietro.

Ci vestimmo in qualche modo per andare a mangiare al ristorante, ma quando arrivammo apriva solo alle 21:30.

Così facemmo un giro per i negozi.

Quanta bella roba anche se costosa veramente bella e altamente sexi. Entrammo in tre negozi; nel primo comprò un abito (se così si poteva dire) da sera in rete traforato a maglia media grande bianco, in un altro comprò un bikini che era un offesa a chiamarlo tale, due triangolini per coprire giusto i capezzoli e lo slip era un pezzetto di stoffa lungo si e no dieci centimetri e largo uno, la parte più stretta, e nel terzo negozio comprò dei sandali a tacco alto per ‘l’abito da sera’. Poi ci dirigemmo verso il ristorante mentre lei, tutta eccitata per gli acquisti, mi si abbracciava come una piovra.

Quando ci accompagnarono al nostro tavolo, scoprimmo che era insieme alla coppia di fidanzati che avevamo conosciuto mentre gli altri sposini erano poco più in là. La coppia di fidanzati era proprio simpatica, e facemmo subito amicizia, così, dopo mangiato, rimanemmo d’accordo d’incontrarci in discoteca. Ritornammo al nostro bungalow, facemmo una doccia, durante la quale la scopai da dietro mentre l’acqua schizzava su di noi, e durante l’orgasmo lei urlò senza ritegno. Non m’interessava se ci sentivano, e se non interessava a lei per me era ok. Mentre la scopavo come un carcerato a digiuno da anni, le vedevo l’altro buchetto rosato che sembrava gridasse di aprirla anche di la ed io mi ripromisi, uno di questi giorni, di aprile anche questa via.

Felicemente appagati uscimmo dalla doccia ed indossò un completino, carino certo, ma che con quel ‘vestito’ era come un pugno in un occhio.

‘Guarda che non stai bene vestita così’ le dissi

‘Come non sto bene, mi hai detto che il vestito &egrave bello!!’ sembrava quasi incazzata.

‘Il vestito &egrave bellissimo, ma &egrave la biancheria intima che stona!’

‘E cosa posso fare allora?’

Rimuginai un pochino

‘Prova a toglierti la biancheria ed indossare solo il vestito’ Lei obbedì e, solerte, si tolse reggiseno e slip.

‘Allora? Adesso come va?’

‘Sei uno schianto, se non fossi già tuo marito, ti farei subito una corte pressante.’ Lei si guardò allo specchio, i capezzoli uscivano dalle maglie risaltati dal bianco della rete, ed in mezzo alle cosce era evidente il folto triangolo della sua patata lussuriosa. ‘Non &egrave un po’ troppo, come dire, osé?’

‘No, a me piaci, così ti posso guardare, vederti quanto sei figa e mi solletica l’idea che gli altri possano solo guardare ed il loro cazzo diventa duro mentre immaginano ti palparti dappertutto. No direi che sei proprio una gran bella figa, come si dice!’

Anche lei si eccitò all’idea:

‘E tu? Non diventerà duro anche a te così?’

‘E’ già duro adesso, ma ci sarai tu che saprai prenderti cura del mio uccello.’ L’abbracciai e la baciai infilandole la mano fra le cosce e mi resi conto che anche lei, tutto questo, la eccitava da morire.

‘Si, mi sono eccitata anch’io all’idea; così sapendo che anche gli altri mi guarderanno con sguardi lascivi, mi si bagnerà così tanto la patatina a cui solo tu potrai porre rimedio.’

‘Si porremo rimedio insieme alla nostra lussuria’

Eccome se porremo rimedio, per Dio.

Ci dirigemmo alla discoteca e trovammo i nostri amici fuori ad aspettarci.

‘Ciao, tutto bene?’ ci chiesero, ‘Si tutto ok; &egrave molto che aspettate?’

‘No, siamo appena arrivati.’

Lui si era vestito più o meno come me, un paio di bermuda ed una camicia tenuta slacciata, ma lei, porca miseria, lei era da capogiro.

Indossava un paio di shorts attillati bassissimi sul davanti poco sopra la topa e sui fianchi due cerniere per slacciarli ed un corpetto allacciato sulla schiena che copriva i fianchi dei seni e poco sopra i capezzoli lasciando in bella mostra, stile prima visione, tutto il petto senza nascondere affatto la forme di due tette abbronzate, sode come meloni che veniva voglia di tuffarcisi dentro e slinguarle subito. entrambi, dal canto loro, non persero tempo a rimirare le beltà di mia moglie così volutamente poco celate, traendone, da parte mia, notevole soddisfazione. Entrammo e ci accompagnarono ad un tavolo.

La musica era soffusa così si poteva parlare tranquillamente senza bisogno di urlare e sgolarsi, mentre l’illuminazione era a base di lampade ad ultraviolette che permetteva di risaltare tutto ciò che era bianco, compreso il vestito a rete che indossava la mia compagna.

Ordinammo da bere e dopo andammo a ballare.

Mi eccitai da morire a guardare le tette delle due donne che si muove vano quasi a ritmo della musica, e comunque, tra di noi, c’era uno scambio di occhiate cariche di libido reciproche.

In pista non c’era molta gente, come anche nel locale, per cui si poteva ballare tranquillamente; poi suonarono dei lenti.

Mia moglie si avvinghiò a me facendo aderire il corpo contro il mio, per cui poté sentire la mia indiscutibile erezione della quale se ne compiacque. ‘Sono eccitata anch’io, lo sai? Ed ho voglia di fare sesso, tanto!’ Lentamente infilai una mano fra le sue cosce e potei sentire la peluria bagnata e le grandi labbra aperte, pronta per essere presa e goduta. Risalii lungo i fianchi arrivando su una tetta ed inizia a stuzzicarle un capezzolo facendoglielo indurire ancora di più e facendola gemere di piacere. ‘Sei un vigliacco, lo sai che così mi fai perdere la testa!’

‘E’ per quello che lo faccio.’

D’un tratto venne il nostro amico e ‘Cambio?’ disse.

E mi ritrovai fra le braccia l’altra che mi si stringeva contro, cosi che anche lei prese conoscenza del mio uccello duro.

‘Wow, niente male. Ho per caso interrotto qualcosa?’ chiese maliziosa. ‘No, niente di particolare’ e mi sorrise amabilmente senza preoccuparsi che, col suo continuare, non faceva altro che continuare ad eccitarmi. E mentre ballavamo e parlavamo, io le guardavo impunemente le tette rimirandone le forme.

‘Ti piacciono proprio le mie tette! E si che anche quelle di tua moglie non sono per niente male!’

‘Scusami, ma &egrave inevitabile così a pochi centimetri di distanza come non potrei. Grazie da parte sua per il complimento.’

‘Hai ragione, ma guarda pure: il bello va ammirato e, se si può, anche gustato.’ Mi disse ammiccando senza pudore.

Ballammo per un bel po’, finché verso le due di mattina uscimmo per tornare ai nostri alloggi e d’accordo, per il giorno successivo, di vederci per andare in spiaggia assieme. Entrati, lei si tolse il vestito, si girò verso di me, velocemente mi tolse i bermuda e la camicia e, prendendomi per l’uccello, mi portò sul letto, mi ci fece sdraiare e mi si sedette sopra.

Il mio cazzo sprofondò dentro la sua figa, peraltro completamente bagnata, in un attimo ed iniziò a cavalcarmi.

‘Non ce la faccio più, ho una voglia tremenda di sentirlo dentro, di godere, di sentirlo mentre godi e mi riempi di del tuo liquido ‘.’

La sua voce era trasformata sembrava un’altra; la fermai e la feci mettere in ginocchio sul letto ed io in piedi dietro di lei, glielo spinsi dentro sbattendoglielo fino in fondo. Inizia a pomparla senza ritegno, lei godeva, ansimava, dalla bocca uscivano versi di tutti i generi, m’inc itava di spingere ancora più forte, di non fermarmi; l’orgasmo la travolse, a fatica si strozzò un urla in gola per il piacere che provare, lussuriosa più che mai mi incito di non fermarmi, di non smettere di scoparla ma di continuare finché ci riuscivo. ‘SIIIII, DAI CONTINUA NON FERMARTI MI PIACE DA MORIRE, DAI PIU’ FORTE TI PREGO, OHH SI COME MI PIACE, NE VOGLIO DI PIU’ TI PREGO, SIII GODO ANCORA DAIIIII MMMMMMMMMMM’ No mi fermai, anzi, con le mani la aprii il più possibile per affondare ancora meglio e fancendola urlare.

Quanto lussuria era repressa in lei, e ce la metteva tutta per recuperare.

Ebbe altri orgasmi, tre o quattro, due sicuri, successivi prima di me. Sentii il mio orgasmo sopragiungere ‘Adesso ti sborro sulla tua figa tenendotela completamente aperta e poi tu ti spalmi il liquido dove e come vuoi’ ‘Si dai fallo’ Quando fu il momento, tirai fuori l’uccello, lo puntai sulla figa aperta e la sborra schizzò copiosa proprio in mezzo; lei era già pronta con la mano.

‘OK spalmatela’

Le sue dita, golose quanto lei, spalmarono il mio succo su tutta la fighetta bagnata, s’infilò le dita dentro per una migliore applicazione, e mentre lei era li così io glielo infilai ancora dentro tanto era ancora gonfio e duro.

‘OOOOOHHHHHH Si, che bello, dai continua’

Glielo spinsi dentro scivolando tra le sue dita e altro liquido uscì, lei tirò via la mano e se la leccò per gustare quella miscela di sborra e sbroda, poi tirai fuori l’uccello e l’invitai a prendermelo in bocca e mentre me lo succhiava di infilarsi le dita ancora dentro.

Lei non se lo fece ripetere due volte che eseguì tutto nel maniera più appassionata possibile e di cui era capace e continuò a succhiarmelo fino a che non le si ammosciò in bocca.

‘Che peccato, va bene adesso ti lascio riposare un pochino, ma poi ti voglio ancora dentro di me bello gonfio e duro, capito?’

E mi avvolse la cappella fra le labbra e slinguandomelo ancora un po’. ‘Mi sono eccitata da matti stasera in discoteca. Loro non facevano che continuare a guardarmi dappertutto. Poi lui, quando ballavamo i lenti, mi faceva sentire il suo arnese contro il ventre, invece tu ti eri perso fra le sue tette ” Lo disse non come un rimprovero, ma come tanto per parlare. ‘Bhe le tette non potevo fare a meno di guardarle, le avevo proprio sotto gli occhi, e poi tu, mi sembrava, non ti desse fastidio che facesse sentire il suo pisello contro di te. Ah, piuttosto, come ti sembrava?’

‘Infatti non mi dispiaceva, eheh. Direi che così solo al tatto mi sembrava abbastanza grosso, più o meno come il tuo, però non saprei, mica glielo visto!’

‘eh dai era solo per parlare, non ti arrabbiare’

‘Non mi arrabbio mica, ma non era facile connettere tra la voglia che avevo di fare sesso e lui che mi si premeva contro, bagnata com’ero, poi!’ ‘Però non devo essere solo io a dire ciò che mi piace, vorrei che anche tu fossi parte attiva nel nostro gioco erotico’ ‘Certo, lo farò anche se per il momento stai dandomi soddisfazione in tutte le mie fantasie impellenti’ ‘Eri gelosa che le guardavo le tette mentre ballavo con lei?’ ‘E tu? Eri geloso di lui mi premeva il suo arnese sulla pancia mentre ballavamo?’

‘NO, anzi mi eccitavo ancora di più!’

‘Neanche io lo ero, e mi veniva ancora di più voglia di fare sesso!’

Ci abbracciammo felici, ci baciammo e scopammo di nuovo. L’indomani fui io per primo a svegliarmi con l’uccello così duro da far paura, avevo voglia di scopare che la metà bastava.

Lei eri lì distesa di spalle a fianco a me, mi posizionai bene dietro e puntai l’uccello sulla sua fighetta, calda ed invitante, e comincia a spingere dolcemente. Lentamente lei si apri ed io cominciare ad affondare dentro di lei che dormiva fino in fondo e presi a trombarla delicatamente, la sua figa era morbida, umida, e lentamente, svegliandosi, si inumidì ancora di più.

‘Oh si, che bel risveglio, dai scopami, cosa vuoi che faccia che ti possa eccitare ancora di più?’

‘Alza la gamba, sgrillettati e palpati le tette. Ed io cosa vorresti che facessi?’

Eseguì quanto le dissi, ed in più mi palpo anche le palle. ‘Mi piacerebbe tanto averne un altro insieme al tuo da succhiare, ma ti prego spingi forte, lo sai che mi piace da morire quando mi sfondi fino in fondo’ ‘Ma allora sei una golosa, non lo sapevo’ ‘Non lo sapevo neanche io, ma &egrave troppo bello. Sentirti dentro godo da morire, quando te lo prendo in bocca, mi sento bruciare la figa dal desiderio, se ne avessi due volerei al settimo cielo ‘ Mi misi di traverso fra le sue gambe e la pompai come una furia facendola saltare sul letto e lei urlo come un’ossessa, godeva, e lo urlava felice, incitandomi di scoparla ancora più forte.

Godemmo insieme, il suo corpo tremò come una corda di violino, sussultò, ed io dentro di lei, riempii ogni minimo anfratto di sborra.

Lo tirai fuori ancora duro e glielo feci prendere in bocca e lei felice me lo avvolse fra le labbra e me lo sbocchinò fino a che non perse completamente il turgore. ‘Mi piacerebbe proprio guardarti mentre un altro cazzo come il mio o più grosso ti apre la figa e ti pompa fino all’inverosimile’ ‘E a me piacerebbe avere il tuo cazzo in bocca da succhiare e farti sentire come e quanto mi eccita avere due maschi che mi fanno godere e poi tutti e due mi riempite le tette di sborra che mi spalmerò sopra.’

‘E magari un’altra donna che te le succhia con la lingua per poi baciarti in bocca con

sua piena del nostro caldo liquido ”

‘Sarebbe proprio bello!’

Fine prima parte

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