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OrgiaRacconti CuckoldTrio

La festa: tutti su Simona…

By 4 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Lettere d’amore scritte a macchina

Siamo partiti per un week end in montagna, abbiamo caricato le bici sulla macchina e ci avviciniamo allo chalet.. il tuo uomo non c’è questa settimana e tu finalmente dopo quella lontana giornata in versilia dov’eri per lavoro e dove ti sei fatta conoscere mi dài la possibilità di vederti di nuovo e di passare qualche ora con te. Ti ho organizzato tutto io. Un posto caldo ed accogliente dove passare un sabato ed una domenica di carezze, coccole e.. scosse improvvise di orgasmi a lungo attesi..

Tu cose sempre sei bellissima. Hai i tuoi occhiali da sole grandi e sotto un paio di occhi dolci e piccanti.. una bocca grande.. magica.. ogni tanto mi volto a guardarti.. hai chiuso gli occhi adesso, riposi, ‘mio dio’ penso.. ‘che donna che ho avuto la fortuna di conoscere.. e questo fine settimana.. sei mia..’

Arriviamo. Facciamo al spesa in paese. Vogliamo essere sicuri.. di avere le forze.. per tutte quelle capriole che sappiamo..
Io ti conosco, sei dolce e selvaggia. Vuoi sentirti abbracciata forte da braccia maschie e di notte invece.. sculacciata un po’.. vuoi un uomo che ti faccia partire per l’orbita che ti faccia salire piano piano.. e poi portata su fino al punto dove non capisci più nulla dove neanche tu ti riconosci a volte dove ti piace essere sentirti.. troia si! troia.. e sentirtelo dire.. E dove.. può succedere veramente di tutto..
Ci siamo conosciuti. Io ti ho corteggiata.. Tu ti sei fatta corteggiare.. Ed ora siamo qui. Il fatto che io sia più giovane di te e tu più grande non è un problema. Anzi! ..ci eccita a tutti e due. Tu in passato hai avuto un ragazzo sui trenta e sai che abbiamo tanta energia.. ma anche esperienza.. io invece ho sempre sognato una donna più grande di me.. mi piace questa cosa.. mi sembra.. dolcemente torbida.. non so..
Siamo arrivati, io parcheggio la macchina di fianco alla casetta. Scendiamo e l’aria è piacevole e un po’ pungente, ma c’è anche un bel sole. Tu giro dietro la macchina dietro a prendere il tuo bagaglio.
ed io..
“Simona..” “Si?” “Ti ringrazio di avere accettato il mio invito. So che non lo fai di solito. So che non vai in giro i week end da sola.. Insomma.. Voglio farti passare un week da ricordare e poi baciarti e sparire quasi.. uscire dalla tua vita senza darti noia se lo vorrai ”
Tu mi sorridi.. ti avvicini e mi abbracci.. mi passi una mano nei capelli dietro. Hai questo sorriso grande.. “Non ti preoccupare Luca, godiamoci questo piccolo regalo che ci siamo fatti”. Ci baciamo e andiamo di sopra. Ci cambiamo velocemente ci mettiamo un poco più comodi e scendiamo di nuovo. Abbiamo voglia di fare un giro con le biciclette che abbiamo portato dietro con noi. Le tiro giù dalla macchina, tu mi guardi armeggiare con le bici, le tiro giù velocemente come uno che è abituato anche a far della fatica ed ha un corpo forte, senti che sono il tuo uomo per questo week end. Un uomo giovane e prestante. Ti senti felice e sicura. ..partiamo. Ci dirigiamo in paese che è a un paio di chilometri. Ci sentiamo liberi e felici. Tutte e due abbiamo trovato una scusa per non dovere telefonare a casa per dare spiegazioni in continuazione e ci sentiamo come due ragazzini che fanno una marachella con la tranquillità che si ha quando si sa che non si verrà scoperti.. E’ una bella giornata di sole di settembre. Fa più freddo di solo una settimana fa, ma il tempo non si è guastato ancora.
Arriviamo nel paesino vicino. Facciamo una passeggiata a piedi per il centro prendiamo un caffè seduti ad un tavolino e poi continuiamo la nostra scampagnata.
Usciamo dal paese ed entriamo nel bosco.
Io mi fermo un istante, ho bisogno di fare una piccola sosta. “Simo!” ti grido “ho bisogno di fermarmi un attimo” ed indico di sotto.. Tu capisci e mi sorridi..
Sono lì con il cazzo di fuori mentre sento dei passi avvicinarsi da dietro con la coda dell’occhio ti vedo avvicinarti furtiva.. Me lo sto rimettendo dentro quando me lo prendi in mano da dietro. Sei appoggiata a me. “E questo coso qui? Caspita è grosso anche!!.. meglio..” E’ la seconda volta che ci vediamo in tutta la nostra vita. Non abbiamo mai fatto nulla e quando sento la tua mano che mi avvolge il mio compagno di giochi sento un sussulto al cazzo.. Cominci a segarmi.. “Adesso ci penso io a lui..” e continui una lunga e lenta sega. Con la sinistra mi meni, la destra invece me la cacci in bocca. Io ti lecco, te la ingoio quasi, infoiato che sono, sei tutta insalivata adesso. La ritrai e me la passi sullo scroto, mi vuoi far andar giù di testa.. io ti appoggio la testa sulla tua spalla, poi mi abbassi i boxer.. i mi tintilli il mio buchetto.. una mano mi seghi l’altra mi fai capire quanto conosci gli uomini.. io arrivo al mio piacere.. faccio dei fiotti che sembrano degli zampilli di fontanelle.. tu da sopra guardi infoiata e divertita.. mi volto ti voglio saltare addosso! “no! no! no! caro.. questo è solo un piccolo assaggio.. dovrai aspettare tesoro.. per arrivare alla mia micina..” A fatica mi respingi, io speravo di sodomizzarti lì addosso ad un albero e provocare una valanga dalle urla di piacere che ti vorrei far fare.. dovrò aspettare.. per fortuna l’antipastino mi ha calmato un po’ e tutto sommato posso anche aspettare.. Ti bacio nuovamente. E mentre ti volti e raggiungi la tua bicicletta sul sentiero penso che sei quel genere di donna che vuol decidere lei quando ballare.. Beh.. “sarà una bella partita mia cara” penso.. Intanto di guardo da sotto e quando ti giri per darmi un’occhiata da sopra la spalla con tutti quei capelli che si muovono devo avere proprio una faccia da furbetto.. Che bella che sei Simona.. una bellezza che fa male..

Pedaliamo tranquilli, diciamo sciocchezze, ci raccontiamo di noi, dei nostri piccoli segreti, dei nostri desideri, diciamo battute, ricordiamo quanto tempo siamo stati in chat o di notte quando ci siamo chiamati per.. ehm.. giocare diciamo.. Flirtiamo insomma.. il più piacevole dei giochi.. quello della seduzione.. le nostra risa si devono sentire un po’ da lontano.. quando giriamo un angolo del sentiero e dietro un grosso tronco di albero a terra si scorrono in lontananza due corpi. Lei è a terra sembra tenersi una caviglia dolorante e lui invece in ginocchio che si sincera della situazione. Ci avviciniamo. “Ehi tutto a posto?” faccio io, “No purtroppo Elisa si deve essere presa una brutta distorsione alla caviglia.” risponde lui. Elisa è una bella ragazza sulla trentina, mora, alta, snella e vestita forse un po’ poco per la temperatura che c’è nel sottobosco. Lui si chiama Leonardo sulla cinquantina; devono essere una coppietta in fuga da qualcosa o da qualcuno o forse solo, come noi, due persone che hanno deciso liberamente di prendersi un piccolo intervallo di tempo sospeso da tutto. Senza rimorsi oggi.. per non avere rimpianti domani. Salta fuori che lavorano insieme, lui ha una agenzia assicurativa e lei è la sua impiegata. Erano vicino per un seminario ed hanno allungato il periodo di assenza dalla città. Sono un po’ una coppia un po’ no. La differenza di età non deve aiutarli ma non sono clandestini come noi. O meglio non lo sono come noi. Lui è un uomo piacente ancora in forma. Lei da sopra la stimo proprio come un bel bocconcino.. ti osservo con la coda dell’occhio e mi sembra che le stai fissando in mezzo alle gambe.. dove la pelle cede il posto ai pantaloncini che le fasciano il ventre.. In un attimo capisco.. So di te.. e il mi amico là sotto da di nuovo segnali di nervosismo..
Dopo qualche minuto di tentativi per cercare di fasciare al meglio la caviglia della ragazza decidiamo di fare l’unica cosa che si può fare in un bosco. Aiutarsi. Sarà il clima vacanziero. Sarà che tutti sembriamo abbastanza simpatici e giovanili. Sarà che siamo distanti dal posto abitato .. decidiamo di lasciare ai due sfortunati nostri nuovi amici una delle due biciclette. Io caricherò te sul cannone e come collegiali di porterò in giro facendo un po’ di esercizio di equilibrio. Leonardo farà lo stesso con Elisa. Alloggiano in paese, non troppo distante in bici. Ci salutiamo e gli spieghiamo dov’è la nostra alcova. ‘Ci porterete la bicicletta con calma.’ Concludiamo. Le donne si scambiano i cellulari. Tutto ok.. la gita può ripartire.
Io sono sempre più felice. Un piccolo imprevisto e tu sei ancora più vicina a me. Ti stringo, ti abbraccio.. sento il seno vicino alle mie braccia.. potrei prendertelo in un istante, potrei possederti in un amen, ma la mia partita prevede di fare le cose con eleganza e con forza insieme. Quando ti avrò sarò un toro.. Ma ora è presto.. sento il tuo profumo..sogno quando più tardi potrò avere tutto quel ben di dio..
Arriviamo a casa. E’ ora di mettere qualcosa sotto i denti. La vista dallo chalet è fantastica, dà sulla vallata. Dentro il posto è caldo ed accogliente. Mangiamo una cosa semplicissima e veloce, un po’ di pane e salumi affettai, un pezzo di formaggio con un mezza bottiglia di vino. ‘Siedi in poltrona caro, ti faccio un caffè..’ Mi vizi e io mi faccio coccolare volentieri. Allungo le gambe mentre mi guardo lo spettacolo delle dolomiti. Gli occhi si fanno pesanti, siamo partiti all’alba questa mattina. Ti sento armeggiare in cucina. Chiudo gli occhi un attimo e cado in un sonno profondo..
Non passa molto tempo, mi sento a posto lì così.. Ma il mio uccello è duro e lo sento umido.. apro un poco gli occhi ancora addormentato. E ti vedo. Non so come, probabilmente avvantaggiata dal mio sonno profondo sei riuscita a sfilarmi i jeans che ora sono ai miei piedi e tu sei lì in mezzo alle mie ginocchia aperte a te. Mi stai facendo il più dolce dei pompini.. io ti guardo, e poco a poco mi sveglio sempre di più. Poi decido. Tu mi hai già fatto venire ed io ho voglia di te adesso! Ti prendo i capelli con la mano. Tu tiri su dal mio coso.. c’è un filamento di saliva misto a liquido seminale che parte dalla mia cappella e arriva al tuo labbro inferiore e mi guardi con consapevolezza. Sei sexy e volgare.. Ti tiro su con decisione. Il divano è a pochi passi dietro te. Ti ci sistemo e ti spoglio di sotto mentre tu mi aiuti con la tua maglietta.. Io mi butto sulla tua patata. Ora le parti sono invertite, io sono in ginocchio da te e mi sono buttato sulla tua fica.. profumata e lucida di umori.. ti lecco la patatina, mi riempo dei tuoi umori, finalmente posso fare quello che ti ho promesso mille volte.. passo dal buchetto là sotto.. lo stuzzico.. lo offendo con la mia lingua che non sa però farsi strada. Le mie mani sono sul tuo seno, le mia dita ti martoriano i capezzoli. Poi salgo con la mia lingua nella porzione di pelle lì in mezzo.. che goduria.. poi la patata, lecco lecco.. poi torno giù.. sembro un forsennato, lo sono! Poi torno a far le cose con calma.. ti faccio impazzire.. Poi con sapiente maestria.. frutto di centinaia di fiche leccate.. ore ed ore passate il quel luogo misterioso e magico.. mi dedico al tuo segreto.. te lo prendo in bocca e lo ciuccio, ti faccio un bocchino quasi.. tu vai giù di testa, sembra quasi che perdi i sensi.. lì in mezzo sei mooolto sensibile.. io ti faccio dono del primo orgasmo.. Poi con la faccia sporca di te ti salgo sopra e ti bacio.. ci scambiamo la saliva e tu senti il profumo della tua micina. Poi facciamo l’amore. Lo facciamo come lo fanno due matti! Due matti che si pensavano oramai da più di una anno. Da quando una mail galeotta di lui l’aveva cercata. Fanno l’amore ed è una cosa dolce e forsennata.
Si addormentano così.. abbracciati su quel divano, nudi come la natura lì ha voluti, ai piedi delle dolomiti.

Mi sveglio piano, il mio cervello si riprende poco alla volta. Capisco che sono passate un paio d’ore buone. Fuori è scuro oramai. La sala da pranzo è buia e la luce ed i rumori arrivano attutiti dalla cucina. Tu stai armeggiando con le stoviglie. Mi alzo scostando la coperta che amorevolmente mi avevi messo addosso. Mi affaccio in cucina ‘Ciao Simo..’ stirandomi, ti volti e mi guardi sorridendo . Ti vengo dietro e ti abbraccio. ‘Hai riposato bene caro?’ ‘non potevo dormire meglio..’ ‘Hanno chiamato Elisa e Leonardo’ portano la bicicletta indietro e.. li ho invitate a cena’ ‘Hai fatto bene. Sembrano due tipi a posto’ ‘fatti una doccia dai’. Me la faccio, bollente. E mi faccio massaggiare dal getto forte. Poi mi metto qualcosa addosso e torno da te..
Dopo un’ora suonano Elisa e Leonardo. Vado giù ad aiutare Leonardo con la bicicletta mentre Elisa fa per raggiungerti di sopra. ‘La tua caviglia Elisa?’ ‘Ottimamente grazie, un po’ di ghiaccio ed è passato quasi tutto. Grazie Luca’ e si infila su per le scale. Sembrano usciti proprio come si va a cena in un ristorante. Lei ha un bell’abito lungo, lui più sportivo ma griffato proprio come ti aspetti un uomo della sua età che ha avuto successo nella vita ed è in vacanza. Arriviamo anche noi poco dopo e vi raggiungiamo di sopra. Voi sembrate che vi siate prese bene da subito. ‘Ottimo’ penso. Due uomini possono anche amabilmente detestarsi per una sera intera, due donne invece.. Leonardo è simpatico. Facciamo due chiacchiere ed apriamo la bottiglia di vino che hanno portato. Facciamo un brindisi con i flute che troviamo in dispensa e ci accomodiamo a tavola.
La serata scivola via tranquilla, la compagnia è ottima, io in società mi trasformo, sembro un viveur, racconto aneddoti, faccio battute sempre in punta di fioretto, poi improvvisamente posso cambiare registro, mi faccio serio e drammatico vi rapisco con una storia qualunque ma con il tono giusto.. Sembro un Gassman.. ma più giovane e bohémien. Insomma, vi conquisto! Conosco le regole: sono il padrone di casa e mi calo nella parte fino in fondo. Tu in fin dei conti non mi conosci punto, anche se hai nostri ospiti abbiamo raccontato che siamo una giovane coppia. E’ la prima volta che mi vedi davvero e ti colpisco, sembri affascinata da questo giovane conquistatore che ha fatto i salti mortali per portarti via, lontano da tutto e con se. Sento che nasce qualcosa quella sera, quell’alchimia di due amanti che capiscono, che sentono una chimica anche fuori dal letto. Tutti e due abbiamo le nostre storie a casa. Siamo mezzi contenti e mezzi scontenti, come tutti. Questa rimarrà una dolce parentesi. Ma quella sera capiamo tutti e due che ci piacciamo.
E la serata è proprio ok, ci alziamo da tavola e ci sediamo sul divano. Tu vai a preparare il caffè io ho acceso il fuoco nel camino e ne approfittiamo per conoscerci meglio. Sarà il vino, sarà il liquore che ci concediamo dopo il caffè.. ma voi due ‘ sconosciuti amici – vi lasciate andare e così salta fuori, tra una battuta ed una mezza confessione che avete una doppia vita.. Frequentate i club, fate annunci ogni tanto.. lo raccontate con naturalezza senza far sembrare la cosa sporca.. Io e Simona ne siamo rapiti.. Ci facciamo raccontare, e voi lo fate volentieri. Scambi, cose in tre, in quattro, dark room.. Poi in un momento di silenzio sullo spegnersi di una risata collettiva si percepisce che l’atmosfera si è fatta frizzante e carica di tensione erotica. Il mio pisello là sotto si è fatto vivo da un pezzo.. Tu Simona sarai un lago là in mezzo.. Le vostre confidenze non sono cadute a caso.. volete lanciare un amo, volete scaldarci il sangue.. E’ Elisa la prima a prender coraggio. E’ seduta sul divano e Simona è di fianco a lei sul bracciolo. Elisa si alza elegante e lenta si sistema l’abito con enfasi e poi con copre i pochi passi che vi separano. ‘Dai Simona ti faccio vedere..’ Io lo so che le donne sono sempre state il tuo pallino.. non ne hai mai avuto veramente la possibilità, a volte ti è mancato il coraggio altre volte l’occasione. Ora la situazione è.. perfetta. Il coraggio non lo devi trovare perché lo mette tutto la tua giovane amica. Devi solo lasciarti andare.. L’occasione è servita su un piatto d’argento.. ‘Dai Simona ti faccio vedere come facciamo..’ tu ti alzi invitata dalle mani di lei. ‘Vedi gli uomini restano li seduti, invece noi donne che siamo un pochino tutte puttanelle’ e le scappa una risatina.. ‘ci cominciamo a baciare così’ e ti stampa un bacio sul collo, ridi anche tu un po’ nervosamente ma ti fa effetto.. poi ti bacia di nuovo.. ‘Ecco vedi? ..è.. facile..’ ora sta ansimando.. e ti mette le mani prima in vita e poi dolcemente sul fondoschiena tirandoti a se.. In un amen le vostre lingue si uniscono, lei è più esperta ma tu ne hai voglia, si capisce che cerchi un poco di frenare, di non lasciarti andare così, immediatamente, ma il tuo corpo comincia a reagire agli stimoli, risponde all’istinto.. vi baciate.. tu ti volti un attimo verso di me come a chiedere un qualcosa, un cenno forse.. quando vedi il mio sguardo tranquillo capisci che la cosa è ok, proprio per tutti.. io mi accascio un poco sulla poltrona.. Leonardo abituato allarga un poco il sorriso, sa che il gioco è partito e nulla più potrà fermarlo. Io rivolgo nuovamente lo sguardo su di voi, dò un’altra boccata alla mia sigaretta e decido di mettermi veramente comodo e godermi lo spettacolo.. Elisa in poco ti spoglia, anche lei fa altrettanto e dopo poco si vedono i vostri corpi illuminati dal bagliore irregolare del fuoco del camino, la luce li culla, siete nude e avvinghiate, con sullo sfondo la vetrata e più fuori le montagne. E’ una nottata magica. Siete bellissime.. e i vostri due corpi intrecciati sembrano quelli di due sorelle incestuose. Tu la più grande, ammaliata da lei, la più giovane ed intraprendente, le vostre lingue si rincorrono in un balletto frenetico, le vostre mani si cercano i reciproci sessi.. in breve vi fate un 69 che vi regala il primo di alcuni dolcissimi e potentissimi orgasmi..
Io decido che è il momento. Mi alzo piano mi libero dei vestiti e mi avvicino, lento nei passi, come lo sono spesso quando sono in totale controllo.. vi avvicino il mio cazzo, Elisa lo fa suo.. Anche Leonardo si avvicina e ripete i miei movimenti.. tu gli pigli in bocca il cazzo.. siete due discrete troie.. tutto qui.. eccitate e inarrestabili io mi scopo la ragazzina.. la sua fica è ancora incredibilmente stretta per tutti i cazzi che racconta di avere preso. E’ calda ed accogliente. Vedo che anche Leonardo si stacca dalle tue labbra e ti gira.. ti fa sua.. vedo il pene entrare nella tua passera.. sento un piccolo dolore.. un poco di rabbia.. tu sei sotto i suoi colpi hai gli occhi chiusi e godi.. io allora mi faccio più frenetico la sbatto forte ora e Elisa ansima da troia e mi incita a scoparla più in fretta a spingere più a fondo.. io non le faccio mancare niente.. Ogni tanto ti guardi e vedo il tuo corpo che accoglie un altro, dovrebbe essere normale, hai il tuo uomo, io sono nessuno ma la cosa mi punzecchia e mi eccita allo stesso tempo.. Io decido che è ora di passare alle maniere forti. Mi fermo e giro la ragazza che mi guarda con uno sguardo da baldracca che ricorderò per un pezzo, la metto a pancia in giù poi invece capisco che è la pecora la posizione che ci vuole adesso.. mi allontano solo un istante, il tempo di tornare con una pezzo di burro, lei guarda il suo uomo che ti scopa e gli dice che io sono un gran stallone che la sto scopando da dio e che il suo uccello non vale un cazzo in confronto.. lui si eccita di brutto ad essere trattano da cornuto e comincia a spingerti di brutto, sempre più forte sempre più dentro.. tu godi come una matta di quel cazzo appena conosciuto.. Io le passo un po’ di burro sul culo, poi ci metto l’indice dentro, la resistenza che mi oppone il suo buco del culo al contrario della fica è irrisoria, si capisce che deve essere passata mezza città qui dentro, poi ci metto il pollice, allargo bene, poi il mio uccello.. spingo e spingo.. lei troia guarda il suo uomo e gli fa ‘Avanti Leo, lo sai cosa mi piace fare no? Avanti vieni a fare il tuo dovere, staccati da quella troia..’ Leonardo esegue, tu apri gli occhi e ti passi la lingua sulle labbra ci guardi come se non stessi capendo che piega prende la cosa..Leonardo si avvicina ed io capisco che la troia ha voglia di farsi penetrare da due cazzi adesso. Lui si distende, io mi fermo dal pomparla nel culo e lei lenta si stacca da me, ‘pardòn’ mi fa e sale sul suo uomo e si piazza il cazzo in figa.. e poi mi guarda dietro e dice ‘..e tu che fai lì da solo? Mi vuoi fare il culo o no?’ ‘Troia..’ mi esce dalla bocca. Le metto il mio tubo nel retto, fa fatica ad entrare adesso, c’è dello spazio già pieno dal cazzo del suo uomo ma io spingo, mi faccio strada, voglio il mio posto, ho il sangue al cervello è tanto che non faccio una DP e mi eccita farlo, in breve siamo lì in tre e siamo perfetti una macchina da guerra e da sesso. Tu ti siedi sulla poltrona a guardarci e ti spari il più bello dei ditalini, il tuo dito sfrega veloce sul clito siamo un bello spettacolo si vede.. poi capisci che ti manca qualcosa allora senza fiatare ti alzi e vai in cucina. Ne torni con un grosso ortaggio che fai sparire nella figa e continui a lavorare il tuo clito.
Noi spingiamo in quella troia senza fondo spingiamo e lei ci incita a farlo di più, uno spinge e l’altro affonda, uno la deflora e l’altro la incula.. lei fa dei versi che sembra una indemoniata si sente che le fa male, ma la goduria è maggiore.. le veniamo dentro così.. come siamo. Ci accovacciamo su di lei, che ci lascia lì dentro con gli aggeggi sazi.. i piselli piano si afflosciano, i ritmi dei cuori possono tornare rallentare, dopo una cavalcata da paura..
‘Grazie ragazzi è stato.. un vero piacere’, ci lasciamo così, sulla porta dello chalet e dalla vetrata vediamo la macchina lasciare il nostro cortile e riprendere la via. Io ti abbraccio con il mio braccio sinistro volti verso le montagne assorti.. rimaniamo in silenzio per un po’.. ognuno nei propri pensieri. Poi ci guardiamo.. non sappiamo se scoppiare in una risata o cosa.. ci baciamo appassionatamente. ‘Che fine settimana ragazzi..’ fai e aggiungi dopo un attimo ‘matto sei..’ ‘si matto.. matto di te..’
Ho lasciamo il bagno, tu sei già nel letto, prima di entrare nella stanza l’occhio mi cade su un particolare. Il mio cellulare è in un posto diverso da quello che l’avevo lasciato. Mi avvicino. Il display è aperto sulla rubrica. C’è un nuovo numero salvato. E una sola lettera a indicarmi il suo legittimo proprietario. ‘E’.

Parte 2
Il giorno dopo ci alziamo con calma. Tu un poco prima di me. Metti su un piccolo recipiente di acqua e scaldi dell’acqua per un tè. Poi prepari la macchinetta del caffè. La moca dopo 4 minuti esatti comincia a borbottare, con gesti lenti, nel silenzio dalla villetta e delle montagne attorno spegni il fuoco, versi il caffè e mi porti la tazzina in camera. Non mi svegli, la lasci sul comodino, poi mi dài un piccolo bacio e te ne vai a farti una doccia. Il profumo mi entra piano piano dentro , il mio cervello comincia a svegliarsi, a riattivarsi. Apro un occhio, l’altro, vedo la tua parte del letto vuota e stropicciata.. mi tiro su, guardo fuori e allungo la mano verso il comodino.
Un’ora dopo siamo fuori, passeggiamo come due fidanzatini nel paese, chi ci vede pensa ad una coppietta. Lo siamo? Non lo siamo? Ieri sera.. potevamo essere veramente di tutto. Ma se eravamo una coppia lo eravamo una versione mooolto disinibita.
Facciamo il corso principale. Compriamo le sigarette per me, un paio di giornali e ci andiamo a sedere nel caffè della piccola piazzetta. Passa il tempo, un panino per me, una birra piccola per te, poi un tramezzino. Io ad un certo un punto, di punto in bianco chiudo il giornale, chiedo il conto e con una decisione ti dico, ‘Bene cara, ora dobbiamo tornare casa.’ Tu mi guardi interrogativa per capire cosa volessi dire, cosa avessi in mente, ma non osi chiedere o forse speri.. in una sorpresa. Rifacciamo il corso e riprendiamo la macchina.

Lungo il tragitto mi tocchi l’interno della mia coscia sembri nuovamente eccitata.. Facciamo la strada, imbocchiamo la nostra ed arriviamo. Nel cortile c’è un’altra macchina. Una berlina scura con targa svizzera. Ti volti di scatto. ‘Calma tesoro.. è la mia sorpresa per te..’ Scendiamo dalla macchina, io mi avvicino e lascio partire un lungo bacio.. intanto ti sciolgo il foulard che porti al collo e mi stacco. ‘Devi sottostare al mio volere ora’ Ti bendo gli occhi, ti stringo i lacci dietro ma non forte, senza farti male alcuno. Poi ti giro e con calma facciamo i gradini che ci portano alla casa. Il battito sale. La tensione pure. Apro la porta e loro sono lì.. che ci aspettano. ‘Buon compleanno tesoro..’ e tu ‘ma non è il mio compleanno.. ‘ beh adesso lo devi spiegare tu a loro, e devi essere convincente cara, perché questi vogliono farti la festa..’. Ti spingo avanti dolcemente ma con una decisione che non ammette repliche, tu fai qualche passo verso l’interno con le mani in avanti e finisci sul un seno bellissimo e grande, lo senti sotto le tue dita e la prima cosa istintiva che ti viene da fare e chiudere le mani. Afferrarlo.. E’ grande e sodo, di una forma perfetta ‘Ben venuta Simona..’ ma la voce che esce dalla bocca davanti e un poco sopra alla tua non va d’accordo con quel paio di tette. Ti vede sorpresa, capisce che non riesci a dare un senso alla cosa ad interpretare quella discordanza. Allora ti prende una mano e se la porta in mezzo alle gambe.. E lì senti un poderoso cazzo già mezzo duro. Ti senti quasi svenire e allarghi le braccia e capisci. Ci sono altre due persone accanto a te, con le mani cerchi di capire e l’unica cosa che senti sono i pettorali scolpiti di due ragazzi alti. Allora Loren ‘ il trans di fronte a te ‘ ti slaccia la benda e a quel punto tu vedi.. tutto! C’è di fronte a te una bellissima donna fasciata in un vestito di seta elegantissimo e colorato in azzurro bianco e blu, è una donna perfetta se non per quel piccolo.. ehm.. particolare in mezzo alle gambe e ai tuoi lati due ragazzoni di colore, con le loro pelli lucenti e tirate sopra i muscoli definiti. ‘Benvenuta alla tua festa Simona..’ chiosa Loren. Io sono ancora sulla soglia. ‘Trattatemela bene, ok ragazzi?’ e chiudo la porta dietro di me.

Cosa succede non te lo racconto neanche. Sono un 69 tra te e la bellissima solo che al posto di una figa da leccare ti trovi un arnese lungo una ventina di centimetri e grosso grosso da cacciare in gola mentre i due senegalesi.. attendono il loro turno. Poi stanchi ed eccitati partono all’attacco. Ed è tutto un volerti riempire ogni buco, non gliene frega un cazzo di farti godere che sia chiaro, vogliono solo svuotarsi le balle con la troia di turno. E la troia di turno oggi sei tu.. Puttana.. Vogliono scaricarsi le palle su di te, con te, dentro di te, ti sbattono il cazzo in figa, ti rompono in maniera irreparabile il tuo retto. Ti aprono la bocca a forza e te lo ficcano dentro che quasi non respiri. Ti fanno tutte e tre e con la violenza di un treno. Che groviglio di colori e di forme che sono quei quattro corpi.. che si fanno solo e per forza contro natura. Ti vengono in bocca, ti vengono in figa, ti vengono soprattutto nel buco del culo. Uno dopo l’altro di sborrano proprio lì.. dove caghi.. Fanno la fila per riempirti il deretano del loro seme. La fila la fanno proprio.. materialmente.. uno dopo l’altro mettono il loro cazzo nel tuo buco dove quello prima ha già sfogato le sue voglie e depositato il proprio seme e quando entrano fanno rumore da quanto già ce n’è e ed escono un po’ più sporchi di come sono entrati.. Un scena volgare e oscena. Ma tremendamente eccitante. Poi sfiniti si accasciano. Uno alza la testa ‘dov’è il cesso?’ e senza aspettare risposta con la delicatezza che lo contraddistingue ti prende per i capelli e ti tira verso il bagno, tira la porta della doccia ti fa accomodare dentro poi a terra sul piatto e decide di pisciarti addosso.. Non ti sei mai sentita così. Umiliata, sottomessa, usata..

Quando vedo che i due ragazzi scendono sono passate meno di due ore. Io li saluto con un cenno, ‘Che ne sanno quei due animali da soma del sottile piacere delle perversioni?.. ‘ Arriva un taxi fin lì su che sarà stato chiamato da Loren.. salgono sghignazzando.. ‘Un po’ di gloria anche per loro.. e quando mai gli ricapita una cosa così a quei due,, penso. Spengo la cicca e capisco che è ora che rientri. Salgo le scale. Loren sta uscendo dal bagno si è risistemata, è veramente bella, la non donna più bella che abbia mai visto, sembra perfetta, ed è questa perfezione che la rende non del tutto credibile. ‘Allora?’ ‘Sta dormendo adesso, l’abbiamo veramente usata, mi sa che i ragazzi erano un po’ carichi spero che la tua amica non se la sia presa. D’altronde tu me lo hai chiesto no?’. Io sorrido e mi accomodo in poltrona Loren si sistema ancora e guarda dentro la borsetta. ‘Quanto ti devo?’ faccio .’No nulla’. ‘Come nulla?!’ ‘Nulla di dico. E’ stato un piacere sbattere quella troia e poi finalmente ti rivedo.. E poi così mi devi un favore tu.. Quand’è che ti decidi a..’ ‘Loren lo sai che non vado con trans.. sei stupenda davvero, ma non mi piace l’uccello..’ Loren mi sorride. ‘E va bene lo terrò dentro e non ti chiederò nulla.. però una parte del credito me lo gioco adesso..’ Si avvicina a me, è in piedi davanti a me si inginocchia.. mi apre la patta io voglio vedere fin dove ha il coraggio di andare avanti.. ma a quel punto qualcosa è scattato in me. Desiderio si chiama, dell’ignoto, decido di salire a bordo in quel momento e mi lascio fare. Loren mi prende in bocca il cazzo, si apre il vestito leggero davanti e mi accompagna le mani al suo seno perfetto.. e poi mi fa un, mio dio, bocchino divino. Gli vengo in gola. Lui non si fa cadere manco una goccia. Tiene tutto dentro mentre sborro e ingoia il tutto. Poi come si è denudata, così si riveste mi sorride compiaciuta, sente di aver vinto una battaglia. Dalla borsetta estrae un fazzoletto di seta e si pulisce gli angoli della bocca così come un gentildonna si rassetta dopo un bocconcino. ‘Grazie Luca.. ottima annata..’.

Siamo solo oramai. Ti guardo dalla soglia della camera da letto. Tu sei nuda nata, un corpo favoloso disteso nel mio letto, stanca di una stanchezza mai provata. La sera arriva e con essa il giusto riposo.

The end

Ultimo giorno. La macchina va veloce sull’autostrada, il nostro week end sta per finire. Stiamo tornando dai nostri affetti ma non dimenticheremo mai questo fine settimana. Con le sua pazzie, con le sue iniziazioni, con le sue certezze, con le sue dirompenti nuove verità. Tu non lasci la mia mano. Ti senti donna, come forse non ti sei mai sentita, senza più taboo, senza più incertezze. Senti che molto lo devi a me, che ti ho condotto lungo una via della perdizione che per ora chiuderai dietro a te, ma che prima o poi sai che tornerà a bussare. Arriviamo al casello dell’autostrada dove tu hai lasciato la tua autovettura. Io mi affianco. Abbiamo entrambi gli occhiali da sole e non vogliamo toglierceli. Gli occhi sono specchi, se ti ci guardi, ti vedi dentro. Non vogliamo dover ammettere quello che entrambi sentiamo. E’ un momento bello e dolce e triste allo stesso tempo. Ma.. nessun rimorso ieri per non aver rimpianti oggi. ‘Un attimo ancora Luca..’ tu con circoscrizione ti guardi attorno poi ti giri giù le mutandine da sotto la gonna e tiri fuori le palline dell’amore che stamattina avevi nascosto nella tua micina. ‘Queste voglio che le tieni.. c’è il mio profumo..’ Io le prendo in mano e me le porto al naso per sentirne l’odore poi alla bocca e le faccio mie. Le degusto come si farebbe con un buon vino per sentire ancora il tuo profumo. Alla fine me le tiro fuori come si fa come con filo di perle.. poi l’ultimo lungo e appassionato bacio.
Ci si può amare per il tempo di un fine settimana?

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