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Orgia

La nostra prima serata dopo l’esperienza al Cinema

By 23 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ammetto che non ero presente a questa telefonata per tanto la ricostruisco per come me l’ha raccontata Barbara. Sono certa che mi perdonerete se questa parte dovesse essere un po’ meno fedele alla realtà rispetto a quello che segue.

“Buonasera Francesco, o forse preferisci che ti chiami Inge come fanno i tuoi amici? Sono Barbara, sono certa che ti ricordi di me visto che ci siamo conosciuti al cinema poco tempo fa, se così si può dire … ”
“Buonasera Barbara. Che sorpresa! Sono passate ormai due settimane e proprio ieri sera parlando con i miei amici che erano qui a cena da me, commentavamo quanto fossimo dispiaciuti del fatto che – certamente – non vi avremmo più sentite. Oggi deve essere proprio il mio giorno fortunato, visto che mi sbagliavo!”
“Non mi hai risposto… Francesco o Inge?”
“Inge. I miei amici mi chiamano così da talmente tanto tempo che quando mi chiamano Francesco quasi faccio fatica a capire che ce l’hanno con me. Tu come stai Barbara? Hai rivisto la tua amica? Anna si chiamava, vero?”
La voce dell’uomo era rilassata e simpatica. Non trapelava nemmeno un accenno di imbarazzo né una punta di difficoltà in quella che era diventata subito una conversazione naturalissima tra due persone che parevano conoscersi da tempo.
“Sto bene grazie e anche Anna sta bene. Anche noi ci siamo viste qualche giorno fa e – non poteva essere diversamente – abbiamo parlato di voi. Sei curioso?”
“Certamente, curioso come non mai: fammi indovinare? Anna si sentiva ancora morire di imbarazzo e non sapeva come dirti che avevate commesso una follia pura!”
Barbara scoppia in una fragorosa risata e risponde “Ma cosa fate? Ci spiate? Confessa: siete agenti segreti e origliate i nostri discorsi!”
Inge si lascia andare a sua volta ad una risatina. “Sai tesoro, avere qualche anno in più ha molti svantaggi ed alcuni privilegi assoluti; per esempio impari a capire le persone molto più rapidamente di quanto lo può fare una persona di 20 o 30 anni più giovane. Che te ne pare?”
“Beh, si, effettivamente come spiegazione ci sta…” risponde Barbara assumendo anche lei un tono a metà tra il serio e lo scherzoso così come aveva fatto Inge. “E quindi che idea vi siete fatti di noi? Due ninfomani assatanate che seducono quattro longevi giovanotti in un cinema d’Essay???”
Altra risata di Inge, questa volta decisamente più fragorosa della precedente “Ma quali ninfomani assatanate?!?! Noi quattro longevi giovanotti – come ci hai chiamato in modo molto carino – abbiamo avuto il privilegio assoluto di essere i coprotagonisti di un irresistibile momento di lucida follia di due meravigliose e raffinate signore di gran classe. Non so cosa abbia fatto scattare in voi la perdita dei freni inibitori, ma sono certo – anzi, siamo tutti e quattro certissimi – che per voi &egrave stata una prima assoluta legata a un momento della vostra vita che ci &egrave sconosciuto. Eravamo solo nel posto giusto al momento giusto. Del resto Barbara… non credere che io tocchi le gambe a tutte le donne che mi si siedono a fianco al cinema! Non so cosa mi sia preso: era come se fosse scritto che dovesse andare così. Ho letto una volta in un articolo su una rivista scientifica, che alcune parti del nostro corpo sono ancora dominate dalle pulsioni della parte animalesca del nostro cervello. Sono reazioni a stimoli olfattivi, oppure quello che chiamiamo il sesto senso, l’irrazionale puro. Noi stessi ci siamo posti un milione di domande su perché ci siamo fatti tutti trasportare quella sera e su come tutto – nella sua stranezza – fosse naturale. Ieri sera Enrico e Marco, che hanno goduto della bellezza della tua amica Anna, non facevano altro che parlare di lei”
“Grazie Inge, grazie di avermi risposto: per noi era importante sapere che non ci considerate delle troje da marciapiede o delle squallide ninfomani. Ma non poteva essere diversamente: non ci sbagliavamo pensando che siete dei gentlemen squisitamente educati. Grazie ancora”
“Grazie a te Barbara. Devo intendere che la nostra conversazione finisce qui?”
“Abbiamo altro da dirci?”
“Secondo me si. Il fatto che tu mi abbia richiamato significa, secondo me, che in fondo in fondo tu e Anna avete deciso potremmo esservi ancora utili per soddisfare qualche bisogno di questa fase della vostra vita. O forse lo hai deciso solo tu visto che mi chiami da sola. Anna lo sa della tua telefonata? Posso certamente sbagliarmi, ma credo che dobbiamo essere sinceri al 100% tra di noi oppure dobbiamo mettere giù il telefono e ringraziarci per aver vissuto insieme un momento indimenticabile. Ho ragione o torto?”
“Diciamo che ancora una volta hai fatto centro. Si dobbiamo essere sinceri al 100% ma per farlo dobbiamo fidarci gli uni degli altri e in questo momento noi non possiamo fidarci di voi. Siamo sposate e non vogliamo casini. Lo capisci questo?”
“Eccome! Non credere di essere l’unica a non voler problemi!!!”
“Inizio con dirti la verità: ti sto chiamando da un numero di telefono che ho comprato questo pomeriggio perché fosse irrintracciabile. Se la chiamata fosse stata sgradevole l’avrei buttato via e non mi avresti più trovata.”
Inge scoppia in una sonora risata “Wow… una Spy Girl!!! E pensare che io ti ho dato il mio telefono d’impulso: devo ammettere che sono stato molto imprudente ma mi sembrava la cosa giusta da fare!”
Anche Barbara non riesce a trattenersi dal sorridere sentendosi un po’ sciocca. “Scusa, in questo momento mi sento una stupida ma ieri mi &egrave sembrata un’ottima idea. E per inciso, no, Anna non sa che ti sto telefonando, anche se posso garantirti che la serata al cinema le ha letteralmente rivoluzionato gli orizzonti!”
“Non ho dubbi cara. Bene, senti cosa ti propongo: beviamo un drink in un luogo pubblico e affollato. Sicuramente non rischi nulla e se qualcuno ci vede puoi sempre dire che hai incontrato un professore universitario per un motivo a tua scelta. Normalmente i figli sono un’ottima scusa!”
“Cosa ti fa pensare che verrò?”
“Nulla. Ma se verrai saremo sinceri al 100%”
“Ok ma non ti prometto nulla”
“Fatto. Può andare bene domani pomeriggio verso le 18.00? C’&egrave un ottimo caffé in centro che &egrave sufficientemente riservato. Ti mando un sms su questo numero segretissimo. Se non vieni ricordati di distruggere il telefono e mangiare la SIM!!!”
Altra risata di Barbara “Sei una simpatica canaglia Inge. Ok, manda l’sms. Ma se non dovessi venire, mi prometti che sono scusata sin da ora?”
“Certo cara. Anche se qualcosa mi dice che verrrai. Ovviamente se vuole venire anche Anna…”
“Beh… questo mi sento di escluderlo davvero… Ok, a domani FORSE!!!”
“A domani !”

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Squilla il mio telefono. E’ Barbara. Dopo l’aperitivo ci siamo sentite quasi tutti i giorni anche se abbiamo di nuovo fatto finta di rimuovere tutto, anche il sesso in auto.
“Ciao Barbara”
“L’ho chiamato”
“Hai chiamato chi?” le dico pur avendo capito immediatamente a cosa si riferisse. Il cuore era come se si fosse fermato: il sangue mi si era gelato e se non fossi stata già seduta avrei rischiato di cadere come un sacco di patate.
“Francesco, cio&egrave Inge. Insomma… non fare la scema che hai capito benissimo!”
“Non ci posso credere!!!”
“U&egrave, ma ci sei o ci fai??? Guarda che l’altra sera in auto a momenti svengo dal godimento. Toc toc… vuoi sapere una cosa??? Era con te che ho fatto sesso in auto!!!”
“Ssssshhhhttt ma vuoi che lo sappia tutta la città???”
“Guarda che sono sola in casa e oggi non c’&egrave nemmeno la donna di servizio perché &egrave andata a fare non so cosa nella sua comunità peruviana. Quindi posso dire tutte le porcate che voglio tanto non mi sente nessuno!!!”
“E io invece no!”
“Bene, vorrà dire che starai a sentire e che io parlerò…” mi dice Barbara con la voce buffa di una ragazzina dispettosa. Non posso trattenermi dal ridere. Quando fa così &egrave veramente una potenza della natura. Me la vedo: sdraiata sul divano di casa, abbigliata in modo fintamente casual e tutta presa a giocare, mentre parla, con le ciocche rosse che le cadono sulle spalle.
“Ho sentito Inge (non vuole essere chiamato Francesco anche se secondo me &egrave un nome molto più bello di Inge) che mi ha letto nel pensiero come se fossi un libro aperto. Più parlavamo e più ero a mio agio. Un vero gentiluomo. Gli ho chiesto se lui e i suoi amici ci consideravano delle puttane ninfomani”
“COSA GLI HAI CHIESTO???”
“Beh cara, come le chiami tu due che si fanno scopare e inculare in un cinema da quattro attempati sconosciuti?”
“Ti prego non parlare così che mi dai fastidio”
“Cosa ti da fastidio? Puttana? Oppure scopare oppure inculare???”
“Smettila”
“Va bene… la smetto… non dirò più che ti sei presa un grosso cazzo nel culo!!!”
Mannaggia… non riesco a non sorridere e Barbara lo capisce immediatamente.
“Domani vado a prendere un drink con lui e abbiamo promesso di essere sinceri al 100%. Vuoi venire?”
“COSA FAI ?!?!?!?!?”. Oddio… mi rendo conto di aver quasi gridato e in casa ci sono due delle mie tre figlie. “Cosa cazzo fai tu domani???” Dal gridare la voce &egrave passata a un sussurro, cosa che completa il campionario dell’idiozia se mai qualcuno fosse stato nei paraggi ad ascoltare.
“Hai capito benissimo. Vado a bere un drink in un locale pubblico con Inge. Non penserai mica che mi faccia scopare sul tavolino di un Bar, no? Così avremo modo di chiacchierare un po’ e vediamo se ci troviamo interessanti. Vuoi venire?”
“Ma sei deficiente??? Ovviamente NO, NON VOGLIO VENIRE. E lasciatelo dire che mi sembra proprio una bella idea del cavolo”
“Si, come farsi un ditalino insieme in un parcheggio all’aperto”
“SMETTILA CAZZO!!!”
“Ti ho detto che io sono sola e posso dire tutto quello che voglio tanto non mi sente nessuno. Hai propio una bella figa sai?”
Non voglio ammetterlo ma sono allagata. Sto per metterle giù il telefono sul muso, quando realizzo che ho portato istintivamente la mano al clitoride. Diamine… sono eccitatissima. Lo so che metterò giù il telefono e andrò in bagno a masturbarmi pensando a quei due cazzi nelle mie mani al cinema mentre gli facevo una lenta sega.
“Scusa Barbara devo andare. Non fare la cogliona”
“OK, non la farò. Nel dubbio ti mando un sms con il bar dove ci incontreremo domani alle 18.00. Se non hai niente da fare… Ah una cosa…. hai dei piedi meravigliosi…”
Ecco, adesso vengo qui alla scrivania dello studio… Nel frattempo quella scimmia dispettosa di Barbara ha messo giù il telefono e io guardo il cellulare. Passano due o tre secondi in cui sono inebetita. Poi vado in bagno, chiudo a chiave, mi calo i pantaloni e il collant. Sono letteralmente fradicia. Metto due dita nella figa, chiudo gli occhi penso ai due cazzoni e dopo pochi secondi vengo con un orgasmo che mi fa sobbalzare dal piacere. Cazzo… in che casino che mi sono ficcata… ma vaffanculo… ho una voglia di godere che non si può immaginare.
Una vibrazione al telefono. SMS da un numero sconosciuto. Il testo “Sono Barbara. ore 18.00 caffé XYZ. Ci vediamo là: io, tu e Inge. Ti lecco le dita dei piedi…”
Bastarda puttana… Riprendo a massaggiarmi il clitoride… ripenso al nostro momento saffico e feticista… questa volta ci avrò messo 3 minuti a godere di nuovo… Ma vaffanculo… che voglia!!!

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Dall’arrivo dell’sms fino al giorno dopo &egrave stato un vero e proprio tormento: vado? no, non vado! e perché no? ma dài… ovvio che no!
Era scritto nelle stelle che sarei andata. Lo sapevo e lo sapeva quella puttana di Barbara. Ero troppo curiosa e l’eccitazione mi prendeva come non mi era mai successo nella mia vita.
Sono le 4 del pomeriggio. Ovviamente ho deciso di andare dopo non aver chiuso occhio tutta la notte e non aver mangiato a pranzo dalla tensione emotiva. “Vado, ma se non mi piace la situazione mi alzo e me ne torno via veloce come una saetta” &egrave stato il pensiero con cui la mia parte educata-razionale si &egrave auto-ingannata.
Mi vesto con la solita cura. Pantalone grigio con microriga panna, twin set panna a collo alto, bijoux scelti con cura, scarpa con tacco per essere a mio agio come sempre. Prendo l’auto. Guido come se stessi andando in palestra, pensando alle mille cose che devo ancora fare nella giornata. Mi ritrovo davanti al bar in quello che mi &egrave sembrato essere un attimo. 17.55: ancora una volta la mia cazzo di precisione. E come accade sempre quando non ti serve trovo anche il parcheggio in un secondo proprio dall’altro angolo del bar. A ben pensare da lì si vede benissimo l’interno. Resto seduta e aspetto che arrivi Barbara intanto in queste cose &egrave talmente svampita che non mi vedrà di certo. Alle 18.15 arriva Barbara. Entra e si guarda intorno. Dopo un attimo di esitazione si dirige con decisione verso un tavolo. Seduto c’&egrave Inge. Come ho fatto a non vederlo. E’ proprio un bell’uomo. Sarà circa 1,80 di statura ma ha uno sguardo realmente magnetico. Barbara si siede quasi di fronte a lui e si salutano stingendosi la mano. Pazzesco: se ripenso a quello che ha combinato in quel cinema e adesso…
Guardo Barbara: nemmeno lei ha lasciato nulla al caso: gonna al ginocchio cammello, camicia di seta, scarpa marrone con un moderno tacco quadrato. Le labbra risaltano straordinariamente sulla sua carnagione pallida: rosse come il fuoco, in tinta con il rame dei suoi capelli. Non c’&egrave che dire… avrà anche passato i 50 anni ma &egrave proprio una gran figa.
Basta: vado. Scendo dall’auto e entro.
“Anna… ma che sorpresa!” dice Barbara con un sorrisetto che diceva “Ci avrei scommesso che eri puttana come me…”
“Non potevo certo lasciarti sola… non oso immaginare cosa mi toccherebbe sentire dalle tue labbra. Piacere Ingegnere. Io sono Anna.” Mi sorprendo da sola per il mio piglio deciso. Anche Barbara mi guarda stupefatta.
L’unico apparentemente a suo agio &egrave Inge “Bene, benvenute a entrambe. Confesso che in piena luce siete semplicemente da togliere il fiato. Vediamo se riesco a dire qualcosa di non troppo stupido. Ecco… ho trovato! Cosa vi posso offrire?”
Siamo scoppiati tutti e tre a ridere e la semplice battuta di Inge ha risolto una situazione che poteva essere oggettivamente molto imbarazzante per tutti.
Inge aveva scelto un tavolo molto appartato ma in ogni caso lo spazio tra una seduta e l’altra era molto abbondante, segno evidente che il locale era pensato per garantire una certa privacy. Ordiniamo e ci mettiamo a conversare ed &egrave subito evidente che siamo tre persone che cercano rapidamente di studiarsi. Dopo circa venti minuti Inge fa la domanda da un milione di dollari: “Bene, abbiamo detto sincerità al 100% oppure ci si saluta ed &egrave stato bellissimo così. Inizio io: &egrave evidente che avete un bisogno di libertà sessuale da soddisfare. La mia domanda &egrave semplice: perché? Se mi rispondete io sarò lieto di dirvi tutto di noi quattro amici e capiremo se possiamo esserci reciprocamente utili. Ovviamente tutto quello che ci diciamo &egrave e resterà un segreto”.
Barbara lo guarda dritto negli occhi. In silenzio. Dopo di che gira lo sguardo verso di me. Ha gli occhi lucidi ma solo io posso accorgermene perché &egrave un particolare quasi impercettibile. “Mio marito &egrave diventato impotente per una malattia. Ma io lo amo. Davvero. E’ l’uomo più importante della mia vita. Quando la sua impotenza &egrave diventata irreversibile ha avuto un esaurimento e ha pensato di uccidersi. Gli ho detto che per me la sua impotenza non era un problema. Che gli sarei stata al fianco fino al nostro ultimo respiro. E sai una cosa? E’ vero. Gli sarò al fianco fino a quando vivrò. Ma ho 50 anni. Non voglio un amante. Non voglio umiliarlo. Non voglio che si sappia nulla. Non voglio altro che sesso puro. Non sono ninfomane. Non mi serve tutti i giorni. Ma non resisto mesi e mesi a masturbarmi. Ecco: ti ho detto tutto.”
“Per me &egrave una storia più semplice. Una storia di corna. Tante e di tutti i tipi. Pensavo di averlo perdonato ma la verità &egrave che mi porto dentro un bisogno di provare tutto quello che mi sono negata per anni e che lui si &egrave concesso senza di me. Mentre io ho dato tutto ciò che avevo per lui. E voglio farlo per tornare a sentirmi bene quando stiamo insieme. Per assurdo aver provato quella notte al cinema mi ha permesso di fare sesso con mio marito senza provare ribrezzo per lui. Adesso siamo molto più uguali. ”
Inge ci guarda dritto negli occhi. Non ha dubbi sul fatto che siamo state sincere.
“Noi quattro siamo amici da venti o trent’anni. Io ho divorziato da mia moglie quando avevo 50 anni. Ero convinto di essermi innamorato di un’altra donna e invece… mi ero sbagliato. Ma non ho mai pensato di tornare da lei, nonostante avessimo 2 figli. Vivo da solo, insegno all’università, esercito la libera professione e ho alcuni hobbies che mi piace coltivare. Enrico &egrave un architetto: sono certo che se vi dico il cognome lo avrete sentito. Lavora moltissimo all’estero, soprattutto in Inghilterra. E’ un uomo colto e raffinato. E’ rimasto vedovo, non aveva figli e non si &egrave più sposato. Claudio &egrave infelicemente sposato: sua moglie pensa solo a spendere soldi e a occuparsi di due orrendi cani. Lui &egrave un medico chirurgo che avrebbe voluto fare il pianista jazz. Marco &egrave il più particolare di tutti noi: &egrave un manager che ha fatto molti soldi e si &egrave ritirato. Oggi fa il consulente e si diverte a lanciare aziende di giovani di talento. Non lo fa per denaro. Di quello ne ha quanto vuole. Lo fa perché lo fa sentire migliore. Marco &egrave sposato con una donna bellissima di cui &egrave innamorato, ma che ha perso ogni pulsione sessuale. Lui non la cambierebbe mai ma… Siamo diventati amici perché ci piace terribilmente giocare alle carte. In realtà le carte sono sempre state una scusa: ci trovavamo tra di noi, senza mogli a parlare di tutto, finanza, politica, gossip e soprattutto ridere e scherzare. Alcuni anni fa Marco ha tirato fuori il fatto che, per un motivo o per l’altro, eravamo degli accaniti segaioli e abbiamo creato il club della sega. Ebbene si: una volta alla settimana ci incontriamo per assistere a uno spettacolo pornografico e masturbarci collettivamente. Nulla di omosessuale: solo che vedere gli altri cazzi in funzione &egrave eccitantissimo. Peraltro madre natura ha voluto che tutti fossimo ben dotati. Ergo, ho una proposta da farvi: siamo in sei. Ognuno ha le sue fantasie. Vi propongo sei serate di sesso in cui a turno realizziamo la fantasia di uno dei partecipanti. Se poi ci va continuiamo. Se non va ci fermiamo prima. Chiariamo prima quelli che sono i tabù assoluti e per il resto vale tutto. Non pretendo una risposta adesso. Se vi va si organizza in assoluto segreto. Tutti noi abbiamo molto da perdere se diventa pubblico”
“A me va bene”
Cazzo, ho parlato io. Mi &egrave uscito così. E’ stato più forte di me. Non ho nemmeno provato a fermarlo. Si… ne ho una voglia terribile.
“Anche a me va bene” si accoda Barbara dopo un istante.
“Signore, mai l’avrei detto. Affare fatto. Se mi mandate un sms con una data che per voi può andare bene sarò lieto di organizzare a casa mia. In qualità di padrone di casa, mi riservo il diritto/dovere del tema della prima serata. Lo saprete quando verrete da me.”
Abbiamo cambiato argomento e siamo stati a chiacchierare ancora un’ora. Erano quasi le 8 quando entravo in casa.
“Mamma!!! Sei sparita!!! Abbiamo fame e Elena cucina solo schifezze” a parlare era Matilde, la più piccola delle mie tre figlie.

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Mio marito parte per un viaggio in Cina. Starà via 4 giorni. E’ normale che quando lui &egrave via io vada a cena con le mie amiche. Mando un sms a Barbara “Mercoledì sera?”. Ormai sono decisissima. “OK. scrivo all’Inge. Cosa mettiamo come NO assoluti?” “Per me escludi ogni forma di violenza e di dolore, oppure le cose schifose come la pipì” “OK. D’accordo”

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Mercoledì sera &egrave arrivato. E’ un’ora che sono davanti al guardaroba. Ho deciso per un abitino sopra al ginocchio sulla fantasia del blu per abbinargli uno stivale blu alto al ginocchio con un tacco da vertigini. Sotto intimo con reggicalze e un perizoma di pizzo. E’ fatta. Vado.
Inge ci ha mandato un indirizzo in una delle zone residenziali fuori dal centro storico. Passo a prendere Barbara: meglio arrivare insieme. Siamo davanti alla palazzina: molto bella ed elegante, tre piani più l’attico. Cerchiamo il campanello e scopriamo che dobbiamo andare proprio all’attico.
L’ingresso della casa di Inge &egrave da lasciare senza fiato. Di fronte una vetrata da parete a parete offre una visuale incredibile della città. Il salone &egrave enorme ed &egrave arredato con stile minimalistico che mostra la mano di un architetto strepitoso. Ma certo… che stupida! Enrico &egrave architetto e Inge ci aveva detto che era bravissimo.
I quattro amici ci ricevono. Un coppa di champagne, una breve visita dell’appartamento che riserva meraviglie a ripetizione. La cucina &egrave ultramoderna con giochi di luci favolosi.
Dopo un po’ Inge ci chiede “Allora, non siete curiose di sapere il tema della serata?”
Io e Barbara ci facciamo un sorriso malizioso. “Certo, quale sarebbe?”
“Masturbazione”
“Scusa????? Tutto sto casino e ci masturbiamo???” A Barbara il commento &egrave uscito di getto ma confesso che anch’io ero stupita.
“Aspetta mia cara. Innanzitutto vieni a vedere”
Inge ci accompagna in salone dove nella zona dei sofà si trovano un grande divano e, di fronte, due poltroncine in pelle con braccioli.
“Voi vi accomodate lì e noi sul divano. Prego care… spogliatevi”
Io e Barbara iniziamo a spogliarci e restiamo in lingerie, scarpe e stivali.
“Adesso accomodatevi sulle poltroncine. Sono molto comode specialmente se vi lasciate scivolare un po’ verso il basso così ci mostrate bene le vostre bellissime fighe e i vostri culetti. Se volete potete stare più comode appogiando le gambe sui braccioli della poltrona”
Era un po’ come stare su una sedia del ginecologo ma… tant’&egrave
In quel momento si avvicina Inge con un vassoio coperto da una tovaglietta, sollevata la quale si scopre una vera collezione di falli e di vibratori di ogni forma e dimensione “Questi sono per voi: noi ci mettiamo di fronte e ci facciamo una bella sega”. Detto fatto si mettono sul divano e tirano fuori i quattro uccelli che visti fuori dal cinema fanno una gran bella figura. Enrico in particolare ha un vero e proprio bastone.
Al vederli iniziare a menarsi l’uccello confesso che mi sono immediatamente calata nella parte iniziando ad accarezzare il clitoride ora lentamente ora velocemente. Guardavo Barbara. Si era sdraiata aprendo le gambe e assumendo la posizione della rana, mostrando figa e culo che iniziavano a inumidirsi.
“Prendete un cazzo di gomma e infilatevelo nella figa, per favore”
Era Inge a decidere il tono della serata. Marco ci avvicinò il vassoio e sia io che Barbara prendiamo un cazzo di media dimensione e nel giro di poco ce lo infiliamo nella figa. Marco era rimasto vicino a Barbara per guardarla meglio e si masturbava il cazzo a pochi centrimetri dal mio viso.
“Fammelo leccare”
“No, non adesso”
Il rifiuto dettato da Inge mi ha fatto eccitare ancora di più e accelero vistosamente il ritmo della scopata con il cazzo di gomma. Barbara ha chiuso gli occhi e si fa scivolare il cazzo ora lentamente ora rapidamente.
Enrico si alza dal divano e prende un piccolo vibratore. Lo insaliva e senza dire una parola lo mette nel culo di Barbara il cui ano era particolarmente invitante
“Ahhhhhhh” mugola Barbara con un misto di piacere e sorpresa. “Sei un bastardo… non si fa così a tradimento… bastardo… mi piace…”
Enrico continuava a tenere il vibratore in mano e lo faceva scorrere avanti e indietro nel culo di Barbara che, a sua volta, si preoccupava della propria figa.
Lo spettacolo mi stava eccitando da morire: due uomini si masturbavano sul divano. La mia amica dopo neanche 5 minuti era già riempita in figa e culo e io avevo un cazzone da paura a pochi centimetri dalla mia faccia e mi era proibito toccarlo. Mi stavo letteralmente allagando.
“Anna ti piace masturbarti” mi chiede Inge
“Siiiiiii” rispondo con un filo di voce
Prendi un vibratore, accendilo e appoggialo sul clitoride.
Eseguo meccanicamente. Diiio…. pazzescamente bello.
“Insaliva abbondantemente il clitoride”
Eseguo. La figa mi diventa ancora più sensibile.
“Non godere!” Evidentemente Inge si &egrave accorto che stavo per venire e il suo richiamo mi suona come una pugnalata. Smetto di toccarmi il clitoride e apro gli occhi.
Barbara al mio fianco &egrave letteralmente aperta. Enrico le ha sfilato i cazzi dalla figa e dal culo e le sta chiedendo di infilarsi le dita nei suoi buchi. Barbara &egrave in trance. Anche lei esegue meccanicamente.
“Anna mettiti nella stessa posizione di Barbara”
Mi lascio scivolare in avanti. Alzo le gambe. In quel modo i tacchi dei mie stivali svettano nell’aria. A guardarli mi eccito pazzescamente e anche se non mi sto toccando rischio di godere.
“Marco passale un cazzo più grande”
Marco mi mette in mano un cazzo di gomma di notevoli dimensioni. Diciamo che saranno ben più di 20 cm. Lo appoggio sulle labbra della mia figa che &egrave così bagnata che non offre nessuna resistenza. Scivola dentro in un secondo e inizio a farlo scorrere lentamente. Cazzo che bello…
“Barbara mettiti tre dita nel culo”
Apro un occhio e vedo Barbara ubbidire immediatamente “Uhhhhhh” mentre con l’altra mano si sfrega il clitoride “Che bello..”
“Enrico, offri anche a Barbara un cazzo più grande”
Enrico si china e prende un cazzo di gomma ben più grande del mio. Non so se invidiarla o se temere quell’oggetto. Barbara non apre nemmeno gli occhi. Lo prende in mano e se lo introduce di getto nella figa iniziando a scoparsi furiosamente “Oooohhhh daiiiii”
“Barbara non venire”
“Noooooo daiiii…. poi vengo di nuovo…”
“Per favore, non venire” dice Inge con tono suadente, gentile ma fermo.
Non capisco nulla. Ad un certo punto sento il cazzo di Marco vicino alle mie labbra. Apro la bocca e lui mi appoggia la cappella sulla lingua. Cazzo che voglia ne ho… Continuo a menarmi il cazzo di gomma nella figa mentre Inge e Claudio procedono con la lenta sega sul divano.
Barbara si sta godendo il cazzone nella figa ed Enrico ne approfitta per metterle varie dita nel culo “Siiiiii… daiiii….. lasciami venire…..”
“Ancora non e il momento Barbara. Per te c’&egrave qualcosa di speciale…” le dice Inge.
Confesso che non mi sono preoccupata granché di capire cosa volesse dire, continuando a leccarmi il grosso uccello di Marco e a scoparmi il cazzo finto.

“Anna vieni sul divano. Prendi i nostri cazzi in mano e continua a farci la sega”.
Fantastico! Non potevo pretendere di meglio: la cosa mi eccita da morire.
“Adesso vedrai la tua amica godere sul serio. Vieni qui”
Barbara continua a tenere gli occhi chiusi ed Enrico prende un dildo che &egrave veramente un mostro. Sarà lungo quasi un metro con una circonferenza ben superiore a quello che può stringere una mano. Spalanco gli occhi. Sono morbosamente, animalescamente eccitata. Voglio vedere cosa farà Barbara con quel cazzo gigantesco: voglio vedere quanto se ne metterà nella figa.
Stringo i due cazzi in mano ancora più forte e li meno ancora più in fretta. Marco si &egrave venuto a posizionare dietro di me e mi ha rimesso il suo cazzo vicino alle labbra. Ho le mani impegnate e quindi lo lecco usando solo la bocca mentre lui se lo mena a pochi centimetri dal mio viso.
Barbara ha visto il gigantesco Dildo.
“Dio che meraviglia… ne ho visto uno in un video porno una sera mentre mi masturbavo… mi chiedevo come sarebbe stato…”
Sono senza parole. Sono eccitata come una cagna. Ho tre cazzi per me e nessuno di loro mi scopa. Maledizione &egrave una tortura.
Enrico porge il cazzone a Barbara che lo appoggia alla figa. Spinge lentamente e il bestione iniza a entrare “Uuuuaaaaauuuu”
Barbara tiene il dildo con entrambe le mani e lo muove lentamente. Guardo la sua faccia. E’ fuori di s&egrave
“Lo vuoi anche tu?” mi chiede Inge.
“Si, ti prego ma lasciami tenere i vostri cazzi in mano”
“Ci penserà Marco a scoparti con il dildo gigante”
Marco prende un secondo enorme oggetto e lo appoggia alla mia figa. Io ho spalancato le gambe. Spinge con decisione. Entra. Cazzo mi apre in due.
“Aaaahhhhh”
E’ pazzesco. Meno i due cazzi che ho in mano in modo forsennato. Inge si alza e mi mette l’uccello in bocca. Non capisco più nulla.
Non so quanto sono andati avanti ma dopo un po’ anche loro erano veramente al limite.
Vieni qui che ti scopo adesso.
“Finalmente… dai… vieni… scopami. Anzi no: scopatemi tutti e due”
La doppia penetrazione mi aveva fatto impazzire e mi metto prontamente sul cazzo di Inge mentre sento una cappella sfiorarmi il culo. Spingo indietro il bacino e rilasso l’ano. Entra anche il secondo.
“Oddio oddio vengo subito”
Non ho il tempo di finire di parlare e arriva un orgasmo pazzesco mentre guardo Barbara che continua a menarsi quel cazzo gigantesco mentre spompina Enrico fino in fondo.
“Non fermatevi dai continuate a scoparmi”
Nel frattempo Marco ha fatto girare Barbara, le ha tolto il cazzo di gomma dalla figa e le ha impalato tutto il suo uccello nel culo mentre continuava a succhiare Enrico.
Ad un certo punto mi viene un desiderio fortissimo e non riesco a trattenermi.
“Vi prego venitemi in faccia”
Sembra il segnale d’arrivo. Inge e Claudio di tolgono rapidamente dai miei buchi. mi fanno inginocchiare e mi vengono a getto sul viso. Apro la bocca ma sento lo sperma su tutta la faccia.
Mentre inizio a leccare Inge arriva anche Marco che si era tolto dal culo di Barbara e letteralmente mi inonda di sperma sul naso e sulle labbra. Non avevo mai visto una tale quantità di seme maschile in una sola volta.
Barbara si sta facendo scopare da Inge mentre si &egrave infilata un vibratore nel culo.
Li sento venire all’unisono e i loro gemiti riempiono la stanza.

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E’ stata un’esperienza pazzesca.
Mi sto riprendendo. Guardo l’orologio. Mezzanotte.
I quattro ci hanno scopate con cazzi veri e finti per oltre due ore. Non mi sento più le gambe.
Inge ed Enrico ci porgono due grandi accappatoi di spugna morbida.
“Immagino che vogliate farvi una doccia”
Ancora una volta mi hanno letto nel pensiero. Li guardo. Certo non sono giovani e muscolosi ma sono in grandissima forma e stupendamente educati.
Facciamo la doccia calda.
Usciamo e Inge ha preparato dei vassoi di frutta esotica. Non so dove l’abbia presa: io non la trovo mai…

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