Eravamo in gita, quattro giorni in uno chalet di montagna, anche se non era un periodo freddo, ci hanno spedito lì per fare addirittura bird-watching. Per fortuna le nostre ragazze non erano venute, facendoci mirare alla nostra zoccoletta, ormai diventata una sorta di schiavetta. Arriviamo e ci sistemano nelle varie stanze, ognuna da quattro persone ; Con noi c’erano due ragazzi che noi non volevamo assolutamente, visto la loro reputazione dentro la classe , infatti, erano considerati degli sfigati e dei nerd patentati e per questo non parlavamo loro quasi mai. Dopo una mezzora dove decidemmo i letti e l’ordine del bagno la mattina, ci recammo al bar dell’hotel, prendemmo un bicchiere di vodka alla menta ciascuno e ci sedemmo sul divano a parlare di calcio. Ad un tratto presi il mio cellulare e dissi al mio compare
– Ora mando un messaggio alla nostra amica, questa vacanza se la ricorderà molto bene – dissi ridendo e cominciai a scrivere.
– Ricordati che sei la nostra schiavetta, dopo cena fatti trovare nel salone che devi coccolarci siccome le nostre ragazze non ci sono – ripetei io mentre scrivevo
– Ho un dubbio – affermò il mio amico – con i due nerd come facciamo? Quelli se vedono cosa facciamo lo diranno a tutti – continuò preoccupato.
– Stai tranquillo, sarà sufficiente minacciarli o mandarli fuori con le giuste maniere – risposi io in tono serio e inviai il messaggio.
Salimmo in camera per prepararci per andare a cena e mentre uno dei due sfigati si lavava io aprii la sua borsa e trovai alcuni preservativi e scoppiai a ridere e li mostrai al mio amico, che vedendoli si accasciò sul pavimento a ridere
– Davvero pensate di scoparvi qualcuna qui? O è solo un vostro modo per farvi le seghe? – disse il mio amico ridendo
– Perché non possiamo ? è vietato a noi usare preservativi? Se capita, scoperemo – rispose uno con tono seccato.
– Allora siete illusi perché nessuna verrà mai con voi e per la cena, a proposito, vestitevi bene, non vogliamo altre brutte figure – esclamai e mi andai a lavare.
A cena ci sedemmo tutti vicini e quattro con le ragazze che ci guardavano e sorridevano come a prenderci in giro, tutte, anche lei. La nostra schiava si stava prendendo gioco di noi e in un istante noi due ci guardammo e pensammo la stessa cosa, non so come , ma il nostro pensiero fu di farla pagare a quella zoccoletta.
Si fece trovare nel salone, ci mettemmo seduti sul divano , io alla sua destra e l’altro a sinistra.
– È stata buona la cena? Ti sei divertita con le altre ragazze? – domandai
– Si è stata buona la cena, spero di non ingrassare con tutto quello che ho mangiato – disse lei in tono ironico
-e non ti sei divertita nemmeno a guardarci per caso? Credi che non ti abbiamo visto ridere di gusto con le altre? – rispose il mio amico
– Non so di cosa state parlando, davvero, non capisco – disse lei cercando di fare la vaga.
– Si invece che lo sai, e non pensare di fare la furba con noi due, abbiamo sempre la tua foto- lei si fece triste, anche se, le piaceva essere scopata – abbiamo la foto che dimostra ciò che tu sei, una zoccola affamata di cazzo, una troia, la nostra, sei una schiava e anche troia e non credere di passarla liscia, te la faremo pagare- aggiunsi io e ce ne andammo fuori tutti e tre.
Camminammo in un bosco molto folto, lei era impaurita e voleva, si leggeva nei suoi occhi il bisogno di essere protetta anche solo dandole la mano. Non ricevette niente. A un certo punto ci fermammo
– Spogliati, tutta,- comandò l’altro – e poi mettiti a cagnolino davanti a noi e comincia a masturbarti,a sditalinarti per bene- aggiunsi
Lo fece, si spogliò e cominciò a masturbarsi, dopo essersi calata lentamente la sua gonnellina elegante e tolta la sua maglietta e il suo reggiseno, penetrando la sua fighetta con due dita, mentre con l’altra mano si premeva il clitoride.
-perché mi fate questo – esclamò quasi piangendo – perché ti avevamo detto che te la facevamo pagare e ora toccati troia!!! – urlò il ragazzo
Mentre mi godevo lo spettacolo, andai a prendere i suoi vestiti e li lanciai sulla terra sporcandoli e glieli misi davanti alla faccia e m’inginocchiai cacciandomi il cazzo già bello duro.
– Forza, succhiamelo tutto e se stacchi le mani dalla tua figa, ti schiaffeggio – esclamai io e glielo infilai nella gola con un colpo secco e cominciai a scoparle la bocca mentre il mio amico si prestava a inculare la piccola cagnetta senza pietà. Infilò la punta del cazzo e tirò la sua testa all’indietro afferrandola per i capelli e il suo cazzo entrò con potenza facendo staccare le mani dalla sua bagnatissima vagina. Io le diedi uno schiaffo, non molto forte , e le presi la bocca e con molto furore le tappai il naso con una mano mentre con l’altra tenevo la sua fronte per darmi lo slancio e con colpi decisi e potenti fino a farla soffocare continuai fin quando non dovette spingermi via e tossendo sempre più forte che sembrava soffocare si accasciò con la testa sui vestiti ormai di colore diverso da prima e molta saliva le colava e il suo volto era sconvolto e stremato.
– Che c’è ? era troppo per te? Oi togliti da lì e farmela scopare che la voglio sentirla godere – dissi al mio amico e si mise davanti a lei facendosi leccare le palle mentre si segava ; io dopo aver leccato per qualche minuto la sua fighetta decisi di penetrarla e mettendola di lato le alzai una gamba e cominciai a battere reggendomi alla sua gamba mentre lei pompava il mio amico estasiato dalla lingua della ragazza che giocava con la cappella bella rossa. Ansimava e cercava di leccare, senza riuscirci, ad ogni mio colpo a fondo ed io godevo per via del suo buco stretto e meraviglioso da scopare, era meraviglioso e desideravo tanto venire dentro di lei ma non potevo e dopo averla montata per bene tolsi il cazzo e facendomi fare una sega venni sulla sua faccia
– Brava la puttanella, devo dire che diventi sempre più porca ad ogni scopata, ora finisci l’opera e spompina per bene il suo cazzo – affermai mentre mi rivestivo. Lei era concentrata a succhiarlo di gusto e massaggiando le sue palle, mandando il mio amico in grazia divina finché non le mandò cosi tanto sperma nella bocca che scese e andò sulla sua gonna.
La facemmo rivestire e tornammo nelle nostre stanze, questa volta le diedi la mano e me la portai sul mio petto per rassicurarla, ora doveva ricevere l’umiliazione di tornare in quelle condizioni, sporca come una barbona che si sveglia dopo una sbornia. Entrammo e stranamente non c’era quasi nessuno , solo due nostre professoresse che ci chiesero dove eravamo stati
– Non se la prenda con loro, ero andata a fare una passeggiata e sono scivolata sul fango e poi ho incontrato loro due e mi hanno riportata qui – disse lei con un tono timido e impaurito, il suo solito tono. Ci aveva salvato, ci aveva protetto, evidentemente non voleva far sapere delle nostre scopate, fatto sta che riportata in camera, tornammo nella nostra stanza, dove c’erano i due nerd, pensando al bosco e al gesto che aveva fatto, guardandoci in faccia con un volto serio, di stima e fierezza, pensando la stessa cosa, il peggio per lei, doveva ancora arrivare….
–
Ci sono altre storie se siete interessati
Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono