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Orgia

Natalia

By 10 Aprile 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Natalia ho 18 anni e frequento la 5 classe dell’istituto di ragioneria. Come tutte le mattine mi trovo sul pulman che mi porta a scuola, indosso una maglia smanicata che poco lascia all’immaginazione e una gonna sopra il ginocchio che vista la calura e la calca regala un poco di sollievo alle mie gambe. Non ho avuto maniera di trovare appiglio e mi ritrovo sballonzolata di qua’ di la’ a ogni frenata, ed e’ in una di queste che mi ritrovo a posare il mio fondoschiena su un ragazzo che si trova dietro di me. Mi volto per scusarmi, e nel farlo devo alzar non poco la mia testa verso l’alto ritrovando il volto di un bel ragazzo capelli corti neri e due occhi azzurri senza fondo. Sicuramente lui nota la mia sfrontatagine nel aver indugiato scrutandolo e mi sorride. Voltandomi nuovamente mi ritrovo pressata su di lui che a quanto pare gradisce quel contatto visto che sento crescere lentamente sulla mia schiena qualcosa. Resto immobile cercando di capire da dove parta e dove termini quella sua asta che sento sotto i calzoni, quando d’improvviso un’ennesima frenata mi costringe a posare la mia mano sulla sua gamba muscolosa, mentre la sua mano si aggrappa a un mio seno traendolo prepotentemente verso l’alto. Pochi attimi ci legano in quella presa da dove senza dubbio lui ha notato che sotto la maglia non porto il reggiseno a sostenere le mie tette. Un calore avvolge il mio viso e lui lo nota quando mi volto a domandargli ancora una volta scusa e restando incantata ancora da quegli occhi. Sfuggo via nella calca guadagnando l’uscita, visto l’approssimarsi della mia fermata, trovo mani che mi sfiorano e corpi che si strusciano sul mio corpo minuto. Arrivo dinanzi alle porte e sento una mano che si posa sul mio sedere prepotentemente, la scosto seccata senza voltarmi. Pochi secondi e le mani son due che si insinuano rapide sotto la gonna pressandomi alla sbarra di sostegno. Mi volto nervosa staccandomi ancora una volta da quella presa, mentre i due sorridono alla cosa posandosi su di me. Si aprono le porte e mi divincolo nella folla pensando che la cosa sarebbe terminata li’. Prendo una scorciatoia commettendo il mio secondo errore e in un attimo mi sento presa da dietro e tirata all’interno di un portone da quei due ragazzi. Un terzo si affretto a serrare dietro il portone mentre fui trascinata nel sottoscala adiacente all’ascensore. “Tranquilla non ti succedera’ nulla” mi disse uno. Chissa’ perche’ ero poco convinta pero’ della cosa. “Vogliamo solo conoscerti un poco di piu’ aggiunse l’altro mentre mi sollevo’ la gonna da dietro acchiappandomi con un’unica mano il mio piccolo fondoschiena. In un attimo mi ritrovai circondata da tre membri eretti probabilmente ancora dalle palpate di prima . Il primo tiro’ il mio capo verso di lui e nonostante la mia esperienza nel campo trovai parecchie difficolta’ ad accogliere nella bocca quel membro non lungo ma esageratamente grosso. Presi a collaborare affinche’ la cosa terminasse nel minor tempo possibile. Afferrai entrambi i cazzi degli altri due iniziando a menarli velocemente. Sentii un rumore di chiavi e alzando gli occhi quel poco che potevo mi accorsi della presenza di un uomo che controllava nella cassetta delle lettere. Si volto’ anch’egli verso di noi attirato probabilmente dai mugolii dei tre ragazzi arrapati, io lo fissai con occhi imploranti d’aiuto, non capi’ o non volle capire. Si volto’ scuotendo il capo e sogghignando allontanandosi. Mi sentii tirare il capo verso un lato e mi ritrovai lesta a dover armeggiare con un secondo pene che voleva gradire anch’egli delle mie labbra calde. Non mi feci sfuggire il cazzo del ragazzo che tenevo prima per evitare che avesse altre idee nei miei confronti. Li tenni cosi’ occupati masturbandoli per un tempo che non saprei definire se non per il fatto che la mia mascella iniziava lentamente a duolere nel sentirsi dilatata perennemente dai loro cazzi eretti. Per fortuna iniziarono a venire uno dopo l’altro tenendomi la testa con le mani affinche’ non mollassi la presa nel momento dell’eiaculazione. Sputai il piu’ ma in parte sentii il loro seme scivolare nel mio stomaco. I tre lestamente si ricomposero e andarono via chi donandomi una sonora pacca nel sedere chi ringraziandomi con un bacio per la mia performance. Anch’io mi rialzai e dirigendomi per strada mi ricomposi alla meglio. Sull’uscio del portone incrociai nuovamente l’uomo di prima che mi sorrise beffardamente guardandomi. Io con fare da ragazzina contraccambiai il sorriso salutandolo e affrettando il passo verso la scuola.

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