Skip to main content
OrgiaRacconti CuckoldTrio

Orgia a pagamento per la mia troia e ilsuo pappone

By 22 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il pappone di mia moglie la faceva battere in ogni modo e oltre che a casa mia e a domicilio dei clienti la portava in autostrada e su richiesta anche a orge private alle quali di solito non ero invitato e dovevo accontentarmi del racconto che la depravata mi faceva al rientro.

Quella volta invece il porco dopo aver montato la troia in ogni buco le annunciò che doveva prepararsi perché la portava a una monta privata e poi rivolto a me mi disse che dovevo accompagnarli e prepararmi ad essere inchiappettato da quel
recchione succube che ero perché quei porci volevano anche godere ad umiliarmi. Dovetti subire da schiavo sottomesso anche quella vergognosa prestazione e andammo insieme ad una villa a cui accedemmo dopo che il pappone ci ebbe bendati. Una volta entrati e tolta la benda ci trovammo in una grande stanza illuminata di candele davanti a 3 maschi e due femmine che avevano la maschera ma erano nudi dalla vita in giù cosa che trovai abbastanza ridicola

Il padrone di casa era un vecchio ancora in gamba e con una lunga fava mentre gli altri due erano più giovani uno nero con una manico enorme come molti della sua razza e uno bianco anche lui con un grosso cazzo ricurvo. Le femmine erano una rossa e una mora e tutte e due avevano belle cosce carnose e pocce abbondanti e il vecchio ce li presentò dicendo che la mora era la sua seconda moglie mentre la rossa era sua figlia sposata al maschio bianco mentre il negro era il loro servitore tutto fare addetto anche a trombare le due puttane quando ne avevano
voglia dato che in quel gruppo di pervertiti tutti fottevano con tutti senza distinzione.

Noi guardavamo senza sapere cosa fare aspettando ordini e il vecchio che guidava la monta ci ordinò subito di spogliarci e armare bene i loro cazzi arrapando le femmine con leccate di figa e noi tre eseguimmo l’ordine tra i commenti meravigliati e arrapati delle due troie che con gridolini arrapati trattennero a stento il loro entusiasmo quando videro sfoderare al pappone la sua nerchia mostruosa.

Dopo esserci spogliati su ordine del vecchio la mia puttana andò a sugargli la mazza mentre il pappone steso sul grande letto si faceva spompinare e segare dalle due femmine arrapate che teneva impugnate per la figa e sditalinava rumorosamente mentre io dovetti subire la vergogna di un pompino doppio ai due maschi che per fortuna armarono quasi subito sotto le mie leccate di cazzo e palle davanti allo spettacolo osceno della puttana che sdraiata colla testa di sponda era chiavata in bocca dal vecchio che lentamente armava la sua lunga ceppa nodosa.

Quando fu abbastanza tosto cedette il posto ai due maschi che presero mia moglie in sandvich e le imbottirono fregna e chiappe coi loro manici in tiro senza riguardi cominciando a trapanarle i buchi come mandrilli in calore. I due bastardi si alternavano pompandola in culo e in figa tra rumori di monta osceni e pernacchie che sfuggivano dai condotti della maiala pistonata con forza che facevano ridere le due puttane e arrapare i maschi come mandrilli. Il vecchio si godeva la scena dopo avermi messo in mano il suo salame insalivato che dovevo segargli per tenerlo in tiro e sugarglielo in punta quando gocciolava sborra.

Intanto le due troie arrapate s’erano messe d’accordo per beccarsi il cannone del pappone e toccò alla mora assaggiare per prima quella stanga asinina aiutata dall’amica che la sosteneva mentre la vacca si sedeva scosciandosi sul palo dritto che le affondò in figa lentamente. La zozza smaniava stralunata strinzzandosi le pocce e gemendo cercava di ruotare per far entrare quell’attrezzo gigantesco nella sua patacca scolata.

Lentamente la cappella le aprì abbastanza la sorca da scomparirle tra le cosce e a quel punto l’amica sadicamente la spinse giù di colpo a impalarsi sulla colonna di carne che le scomparve in panza per una buona metà accompagnata dal suo urlo rauco a quella sventrata estrema. Nonostante i suoi tentativi per rialzarsi il porco tenendola per i fianchi se la calcò bene sulla ceppa tosta fino ad affondargliela in panza fino alla radice pelosa incurante dei suoi singhiozzi e strilli.

Allora la mora sfondata si rovesciò a cosce larghe sul maschio gemendo sfondata e l’amica si buttò sulla sua figa slappando
rumorosamente lo spacco dilatato e la radice della ceppa che l’amica le offriva. A quel punto il vecchio mi obbligò a sugargli la sborrata che scolava dal suo cazzo duro e dovetti subire l’ingoio schifoso senza protestare.

Intanto i due mandrilli che trombavano la mia troia in doppio l’avevano sborrata riempiendo la panza a mia moglie di schizzi
abbondanti e dopo averle ficcato in fregna e in culo le loro scariche l’avevano sturata lasciandola sudata a riprendersi mentre loro guardavano lo spettacolo della chiavata bestiale della mora impalata sul pappone cazzuto.

Il vecchio ordinò alla rossa di riarmare i due maschi perché era venuto il momento di inchiappettarmi e quella si mise all’opera usando bocca e pocce sui loro manici smollati riarmandoli in poco tempo e quando furono tosti a forza di pompini e leccate di palle e di buco di culo mi si avvicinarono e nonostante le mie proteste mi misero a pecora appoggiato al letto su cui la mia troia scosciata guardava con sadismo la mia umiliazione e uno mi appizzò la mazza tra le natiche dopo averci sputato in mezzo e con una botta secca mi inchiappettò ridendosela del mio strillo di dolore. Per fortuna era il bianco e la sua ceppa anche se bella grossa entrò abbastanza facilmente aiutata dalla insalivata che la ricopriva scivolandomi nel retto fino alla radice. Io soffrivo stringendo i denti per la vergogna e il dolore mentre il porco su comando del vecchio porco mi pistonava nelle natiche a tutta forza come aveva fatto nel culo rotto di mia moglie e pensavo che si sarebbe scaricato presto a quel ritmo ma non era finita perché invece al comando del vecchio che guidava l’orgia mi sculò di colpo con uno schiocco di tappo e uno strappo che mi fece strillare ancora dal dolore.

Mentre ancora sentivo bruciare lo sfintere per quella sfondata anale mi salì in culo il negro che dopo avermi sputato anche lui nel buco largo guidandosi la gran mazza a mano mi infilò la gran cappella nella rondella slargata approfittando del buco che non s’era ancora richiuso e mi affondò lentamente il suo enorme cazzo su per le chiappe facendomi un male cane. Io strillavo
bestemmiando sotto quell’affondo sadico che mi spaccava le natiche già doloranti ma l’altro mi teneva fermo mentre il negro infieriva affondando la sua mazza tosta fino a sbattermi i coglioni tra le chiappe. Il dolore mi faceva vedere le stelle mentre quel porco cazzuto mi sturava il buco del culo con forza stantuffandomi come una mignotta e non contenti i porci mi sbatterono la faccia nella patacca larga della mia troia che si godeva la scena obbligandomi a slappare il fiume di robaccia schiumosa che le scolava fuori dai buchi spalancati dalla doppia trombata appena ricevuta.

Mentre il negro mi martellava nelle chiappe la mora s’era sfilata dal palo del pappone lasciando il posto alla rossa che s’era impalata anche lei con smorfie di dolore e strilli acuti quando il tronco nodoso con un risucchio le era sgusciato nella fregna che teneva spalancata colle mani e anche la puttana si beccava la sua razione di bigolo tosto sfondandosi la sorca ondeggiando sulla colonna che le spaccava la figa. Il vecchio porco ormai tosto salì in ginocchio sul letto e ribaltandosi le gambe di mia moglie sulle spalle mi ordinò di guidargli la lunga stanga tra le sue chiappe dritta al buco del culo e io dovetti impugnare il suo manico e indirizzarlo sullo sfintere della troia scosciata.

Quando il vecchio la sentì in posizione con una botta secca glielo infilò nel culo e aiutato dalla sborra che le colmava il retto e dalla larghezza esagerata del suo buco posteriore glielo ficcò tutto nelle budella a spinte dure facendo scorreggiare la troia che sfiatava dalla rondella larga e sbrillentata.

Mentre il vecchio cominciava la sua inculata il negro mi ordinò di leccare il buco del culo del padrone per tenerlo tosto e dovetti subire anche quella schifosa umiliazione di affondare la faccia tra le natiche pelose del vecchio leccandogli la rondella puzzolente mentre lui infornava la mazza in culo a mia moglie ritmicamente. Arrapato dalle dimensioni dello sfintere della troia il vecchio la
infilava ad ogni colpo fino alle palle e poi la sculava fino a sturarle il buco ammirando l’allargamento incredibile che aveva la zozza e quindi le chiese se era stato il suo pappone a romperle e dilatarle la rondella a quell’estrema apertura e quando lei glielo confermò il porco ordinò alle due femmine di provare anche loro a pigliarsi in culo quella sberla di cazzo.

La rossa rialzandosi dolorante si rifiutò decisamente scappando via impaurita mentre la mora anche se spaventata da quel calibro da cavallo volle fare un tentativo e provò a sedersi sull’enorme cappella accomodandosela sul buco del culo ma nonostante dovesse essere ben abituata alle rotture di chiappe i suoi tentativi non le riuscirono e ad ogni botta dura del pappone nel suo buco dilatato dalla punta equina la zoccola urlava da matti tanto che alla fine dovette rinunciare tra gli insulti incazzati del vecchio che avrebbe voluto vedere la moglie squartata a fondo anche nel culo dal cazzo asinino del pappone.

A quel punto il vecchio porco decise di sfogarsi su di me e ordinò al negro che intanto m’aveva limato in culo tutto il tempo massacrandomi le natiche di scularmi e fargli posto e il porco con una botta tremenda me lo ficcò a fondo fino alle palle e mi sborrò nelle budella una scarica enorme che mi bruciò le viscere. Poi senza pietà per le mie povere natiche mi sturò il buco del culo stappandomelo di forza facendomi urlare dal dolore peggio di quando m’aveva sodomizzato con la sua grossa mazza e lasciò il posto al padrone che sculando mia moglie mi salì sulle chiappe e mi piantò nel buco slargato la sua mazza dura fino alle palle senza pietà per i miei strilli a quell’affondo sadico che mi trafisse fino allo stomaco facendomi vedere rosso.

La mia troia applaudì entusiasta vedendomi umiliato in quel modo dal vecchio porco ma toccò anche a lei la sua parte perché i due maschi eseguendo gli ordini del padrone la misero a pecora davanti a lui che mi martellava nel sedere con affondi potenti e lui senza neanche lubrificarsi le infilò le mani in panza prima una in culo facendola urlare e dimenare per la brutalità di quel fisting estremo e poi l’altra in fregna e gliele affondò spingendo come un bruto quasi fino al gomito. Io soffrivo ma anche godevo per quella piccola vendetta vedendo la gran troia sculettare strillando trattenuta dai due maschi che l’obbligavano ad offrire bene i buchi alle martellate dei pugni del vecchio che per mia fortuna
impegnato in quella porcata estrema non poteva sbudellarmi a fondo e anche se continuava a inchiappettarmi non lo faceva con tutta la forza.

Qual lavoro osceno durò a lungo fino a quando il vecchio ruttando sudato mi sborrò nel sedere la sua scarica svuotandosi le palle e sculandomi mi lasciò finalmente libero mentre continuava a sbudellare mia moglie che strillava scalciando per le sconvolgenti botte che le infliggeva in panza il sadico vecchio arrapato. Anche le due femmine dovettero subire lo stesso trattamento a turno facendosi inculare dal negro e fistare il buco del culo mentre il pappone le chiavava in fregna e i loro strilli acuti si mescolavano a quelli della mia puttana svangata dal
vecchio a tutta forza.

Io per mia fortuna fui dimenticato e assistevo all’orgia di quei porci segandomi in disparte. Quando il vecchio che m’aveva scaricate le palle nel culo e non aveva più energia per fottere volle finire l’orgia ordinò al pappone di inculare la mia troia per dimostragli che era possibile per una femmina beccarsi nel culo rotto quella proboscide senza creparne e il porco glielo dimostrò sfondando e svangando le chiappe di mia moglie che urlava disperatamente dopo le stirate di buchi ricevute ma dovette subire il nerchione tosto del pappone fino alla sborrata che su ordine del vecchio lui le sparò nel buco dilatato come un cratere osceno dopo averla sculata schizzandole una scarica di spruzzi bianchi dritta nel retto e nelle budella sformate tra gli strilli ammirati delle due puttane incredule e l’invidia palese dei maschi davanti a quelle capacità da mandrillo del pappone.

A quel punto il vecchio si ricordò di me che aspettavo in disparte e mi ordinò di pulire tutto colla lingua e dovetti slappare come un cane nello spaventoso cratere che mia moglie aveva tra le chiappe tutta la sborra merdosa che ricagava fuori e poi anche slinguare i cazzi dei maschi e i buchi della femmine fino a ripulirli con schifo di tutta la robaccia che ne scolava sfottuto e insultato da tutti fino a quando il vecchio soddisfatto ci lasciò andare.

Il pappone andando via ci informò che quello era buon cliente e che ci avrebbe presto organizzato un altra orgia dato che rendeva parecchio ma io speravo di non fare parte della prossima monta ancora umiliato e dolorante per le sevizie subite e gli sconci servizi fatti.

Leave a Reply