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OrgiaRacconti CuckoldTrio

Paola e Luca in Viaggio di Nozze

By 14 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Paola e Luca ‘ La luna di miele

Il giorno dopo la festa di matrimonio, Paola e Luca dovevano recarsi a Venezia per prendere un charter che li avrebbe portati a Djerba, in Tunisia, dove avevano prenotato in un bell’albergo.

Dopo le avventure della giornata precedente, Paola era ancora alquanto eccitata e pertanto si vestì in modo alquanto provocante. Innanzitutto, non indossò intimo, poi mise una maglietta leggera ed aderente, tenuta su da un paio di sottili spalline, così corta che le arrivava sopra l’ombelico. Sotto indossò una gonnellina pieghettata a vita bassa che le arrivava a non più di 10 cm sotto il culetto, cosicché ad ogni movimento, se non stava attenta, il culetto saltava fuori. Ai piedi, infine, mise dei sandaletti con un piccolo tacco.

Così vestita, si presentò in aeroporto con Luca, suo fresco marito. Il volo fu perfetto, arrivò a Djerba in orario, i bagagli arrivarono con loro e furono restituiti abbastanza in fretta cosicché Paola e Luca raggiunsero l’uscita abbastanza velocemente. Lì, però, furono fermati da un doganiere che volle a tutti i costi verificare i loro bagagli. Furono perciò portati con le valigie in una stanzetta, dove il doganiere, accompagnato da un collega, li obbligò ad aprirle. La valigia di Paola era su tavolino piuttosto basso per cui si dovette chinare per aprirla e, così facendo, la gonnellina le si alzò, facendo vedere che era senza mutandine. A quel punto, il doganiere che stava dietro a Paola, vedendo quel ben di dio esposto, le si avvicinò e le mise una mano sulla fica. Paola, che già era eccitata dal fatto di essere senza intimo, a quel tocco si eccitò ancora di più e spinse il culetto in fuori, praticamente facendo entrare il dito del doganiere dentro la sua umida passerina.

-‘Mmm, la puttana infedele vuole cazzo’ esclamò il tunisino, in un italiano approssimativo.

-‘Oh, sì, ti prego, lo voglio’ esclamò lei di rimando, mentre si agitava con il dito del tunisino dentro.

Il doganiere, senza attendere un secondo, si sbottonò i pantaloni, si abbassò le mutande e, senza attendere oltre, le puntò il suo membro all’entrata della fighetta e la penetrò da dietro con un colpo deciso, dopodiché iniziò a trapanarla con foga, tenendola ben piegata in avanti. L’altro doganiere, al vedere quello che stava succedendo, tirò fuori il suo arnese e, dopo essersi messo davanti a Paola, le ficcò il cazzo fino in gola.

-‘Succhia, puttana, succhia il mio cazzone’ esclamò, mentre iniziava a scoparle la bocca.

Paola, oramai, con la figa e la bocca piene, si stava dando da fare, mentre Luca cercava di rimettere le loro cose dentro le valigie che erano state aperte. I due doganieri, nel frattempo ci davano dentro con foga, mentre Paola godeva. Ad un certo punto, con un cenno d’intesa, i due si scambiarono le posizioni, riprendendo a penetrare Paola con foga.

-‘Amore, guarda che se non usciamo, l’autobus dell’albergo ci lascia a terra’ disse, ad un certo punto, Luca, che nel frattempo aveva finito di sistemare le valigie.

-‘No paura, autobus aspetta’ disse in risposta uno dei doganieri, ‘ma prima io vuole inculare puttana infedele’.

Ad un cenno, i sue si sfilarono dalla figa e dalla bocca di Paola. Quello che le stava pompando la figa fece sedere il compagno su una sedia e fece impalare Paola sul suo cazzo. Dopodiché lui si posizionò dietro a lei, le puntò il cazzo sul culo ed iniziò a spingere, entrando subito per bene.

-‘Puttana ha culo bene aperto’ fece il tunisino, iniziando a pompare con decisione.

-‘Ohhh, sìììììììììììììììììì, godoooooooooooooo, o dio, che bello’ iniziò a fare a ripetizione Paola, ripiena con due bei cazzi e poi, con un urlo finale, venne. Dopo pochi colpi, anche i due tunisini vennero, riempiendola della loro sborra in figa ed in culo.

-‘Ok, ora voi andate’ fece alla fine il primo doganiere, mentre si ripuliva alla bell’e meglio con un pezzo di carta.

Paola, piena di sborra che le colava dai suoi buchetti si ripulì con alcuni fazzolettini di carta, si sistemò un po’ il top e la gonna ed infine, presa la sua valigia e la sua borsetta e seguita da Luca con l’altra valigia, si avviò verso l’uscita. Come furono fuori, videro che c’era ancora un cartello con il nome dell’albergo dove avevano prenotato. Si diressero pertanto in quella direzione, dove li attendeva l’autista. Si scusarono con lui perché erano stati trattenuti dai doganieri e gli avevano fatto perdere tempo. Questi, con un sorriso come per dire che non importava, li accompagnò fino all’autobus. Dopo aver messo le loro valigie nel bagagliaio li accompagnò alla porta. Quando salirono, ovviamente, visti gli abiti succinti che Paola indossava, l’autista vide per bene tutto, compreso un filino di sborra che continuava ad uscire dal culo di Paola. Facendo finta di aiutarla, le mise la mano sul culo ed un dito dentro la fighetta. Paola, al sentirlo, si dimenò un po’ ma poi si voltò e gli sorrise.

-‘Se signora vuole, io accompagnare signora a fare un giro domani. Va bene ?’ fece l’autista, strizzando un occhio.

-‘Va benissimo,vero amore ?’ rispose lei prontamente.

-‘Certo, cara’ fece Luca, che da fuori dall’autobus aveva visto le manovre dei due.

Comunque, alla fine salirono sull’autobus, dove attendeva un’altra decina di turisti. L’autista spiegò che i due erano stati trattenuti dai doganieri e per quello avevano perso un po’ di tempo e poi partì alla volta dell’albergo.

Una volta giunti all’albergo, tutti provvidero a registrarsi. Per farlo, ovviamente, bisognava fornire i documenti d’identità. Paola aveva lasciato la borsa sul pavimento per cui dovette piegarsi per raccoglierla. Ovviamente, il concierge, da dietro al banco, non vide nulla, a parte i capezzoli di Paola che spingevano sul top, ma il fattorino che portava i bagagli si godette l’eccezionale spettacolo dei buchini di Paola, facendosi venire una signora erezione. Con una scusa si avvicinò a Paola e le appoggiò il pacco sul culetto. Lei, nel sentirlo, spalancò gli occhi per la sorpresa ma si riprese subito ed iniziò a spingere con il culetto sull’uccellone di Hassan, il fattorino. Finito che ebbero di registrarsi, si avviarono alla loro camera, guidati da Hassan.

In camera, che era un bella suite su due piani con salottino, bagno e terrazza, Hassan posò le valigie sui relativi sostegni e poi iniziò loro a descrivere le dotazioni della camera.

-‘Amore, mentre io mi faccio spiegare come funzionano le cose qui, per favore, apri le valigie e prepara la mancia per il fattorino’ fece Paola, prima di seguire Hassan dentro al bagno.

Lì, lui prima le indicò le varie cose e poi, di colpo, le infilò la mano sotto la gonnellina, sollevandola e mettendo la mano sulla patatina di Paola. Paola, già eccitata al contatto di prima, era tutta bagnata e lui le infilò un dito nella fighetta. Lei, come sentì il ditone dentro la sua allagatissima micetta, si sentì cedere le gambe e si aggrappò a Hassan. Lui la prese in braccio e la fece sedere sul mobile del lavandino, che era di pietra, le allargò le gambe e si posizionò in mezzo, calandosi nel frattempo i calzoni. Saltò fuori un uccello di proporzioni notevoli che lui posizionò all’ingresso della patatina di Paola. La guardò negli occhi e lei assentì, al che lui affondò la sua nerchia con decisione nel forno rovente che era diventata la fighetta di Paola ed iniziò a pomparla con decisione. Lei iniziò a mugolare ad ogni colpo che lui dava, alzando sempre di più la voce. Ad un certo punto Luca chiese :

-‘Che c’&egrave, amore, qualcosa che non va ?’

-‘Ah, no, mmm, amore, ohh, va, ohh, tutto, ahh, benissimo, sììììììììììììììììììììììììììììììììììììì’ rispose lei, che finì la frase singhiozzante con un urlo dovuto al suo primo orgasmo.

Nel frattempo, Hassan le aveva sfilato la maglietta. Ora, si sfilò da lei, le levò la gonnellina, la fece voltare e mettere a 90 e la penetrò da dietro, iniziando a trapanarla con rinnovata foga. Lei continuava ad emettere urletti ad ogni colpo. Ebbe un altro paio di orgasmi ed infine le venne dentro, scaricandole un bel po’ di sperma. Paola rimase lì, piegata, nuda, appoggiata al lavandino, mentre Hassan si ripuliva e si sistemava.

-‘Aspetta qui, bella signora, che ti mando Ibrahim, mio cugino, che sarà il vostro cameriere.’

-‘Oh, dove vuoi che vada ? Mi hai sfiancato’ ribatté Paola in un sospiro.

-‘Ma non sono stato il primo, oggi, vero?’

-‘No, c’erano due doganieri all’aeroporto che mi hanno stancato pure loro’.

-‘Ma se ti vesti così, cosa ti vuoi aspettare, bella signora ?’

-‘Chiamami pure Paola. Comunque, mi &egrave piaciuto, sei stato bravo’.

-‘Oh, vedrai quanto ti faremo godere tutti qui, se vuoi. Intanto, vado ad avvertire Ibrahim’.

Mentre Paola si stava sciacquando la faccia, sempre nuda, si presentò Ibrahim. Luca gli aprì la porta e lo fece entrare in camera.

-‘Buona sera, signori, sono Ibrahim, il vostro cameriere. Per qualunque cosa, suonate e verrò subito’ si presentò.

In quel momento, entrò nel salottino pure Paola, sempre nuda, un filino di sborra di Hassan che le colava lungo la gamba.

-‘Ma cara, sei svestita’ fece Luca, cercando di mandarla via.

-‘Oh, ma siamo venuti qui per stare in libertà, vero Ibrahim ?’ fece lei, con fare ammiccante.

-‘Ma certo, signora, potete stare come volete, basta che però non usciate dall’albergo così svestiti. In quel caso, vi consiglierei di indossare un djellaba. Ce ne sono di molto belli in vendita nella boutique dell’albergo e vi permettono di stare nudi sotto’ ribatt&egrave Ibrahim, facendosi avanti e dandole la mano.

-‘Amore, perch&egrave non vai a vedere al negozio dell’albergo se c’&egrave qualcosa che mi stia bene, mentre mi faccio spiegare da Ibrahim il regolamento dell’albergo e gli usi locali ?’ disse allora Paola.

-‘Certo, amore’ rispose Luca e si avviò, chiudendo la porta dietro di sé.

-‘Ora, per favore, chiamami Paola e vieni a fare il letto’ concluse Pola, avviandosi verso la camera da letto, seguita da Ibrahim.

Come giunsero di sopra, Ibrahim levò il copriletto e Paola si sdraiò, facendogli nel contempo segno di sdraiarsi vicino a lei. Allora lui si spogliò e si stese al suo fianco, iniziando a carezzarla su tutto il corpo. Iniziò poi a baciarla, succhiarle le tette, inserirle le dita nella patatina. Paola, nonostante le scopate precedenti, si eccitò subito ed iniziò a restituire le carezze, fino a prendere l’uccellone di Ibrahim, una bella verga di almeno 22 cm, tutto in bocca, fino alla gola. Nel frattempo, si erano messi a fare un bel 69, con lei che, mentre succhiava il cazzone di Ibrahim, si faceva lavorare la passerina ed il culetto dalla lingua e dalle dita di lui. Lui ci sapeva fare e lei ebbe un primo orgasmo, lasciandosi cadere su di lui. Al che lui la scostò, la mise supina, si mise sopra di lei ed iniziò a scoparla con foga. Lei venne ancora ed ancora. Lui si stese e la fece impalare su di se, prima di fronte e poi di schiena. Lei ebbe altri orgasmi ed infine lui la fece mettere alla pecorina, le punto il cazzone sul culetto e la inculò con fare deciso, iniziando a pomparle il culetto fino a riempirglielo della sua sborra. Si sfilò da lei e, mentre lei cadeva esausta sul letto, si stese al suo fianco.

-‘Ho soddisfatto la signora ?’ chiese, con aria sorniona.

-‘Oh, sì, molto bene. Anzi, credo però che le prossime volte dovrai chiamare anche tuo cugino, così in due mi soddisferete meglio’ rispose lei, con un filo di voce, ‘ ma per oggi ho fatto il pieno, non ce l faccio più’

-‘Ti preparo il bagno ?’

-‘Si, per favore’ rispose lei. Al che lui si alzò ed andò a fare quanto richiesto. Quando fu pronto, la chiamò e lei si avviò, stendendosi poi nella vasca.

-‘Ora lavami, per favore’ chiese lei. E lui si accinse a farlo, da bravo cameriere che deve soddisfare la cliente.

Erano in bagno, entrambi nudi, con Ibrahim che lavava Paola quando rientrò Luca. Rimase sulla porta del bagno, allibito, davanti alla moglie nuda che si faceva lavare da un arabo, nudo anche lui ma con una mazza che gli pendeva fra le gambe.

-‘Che hai da guardare ? Non hai nulla da fare ?’ fece Paola, stizzita.

-‘Scusami cara, ora vado a sistemare quello che ho comperato per te di sopra, sul letto’ disse Luca, e se ne andò.

Dopo un po’, Paola lo raggiunse e lo abbracciò da dietro.

-‘Su, dai, amore, non prendertela’ fece, dandogli un bacio.

-‘Ma ti sembra di esserti comportata bene?’ chiese lui, seccato.

-‘Ma caro, i doganieri, se non prendevano me poi ci facevano chi sa quali storie. E poi sia Hassan che Ibrahim sono stati così gentili che non potevo mandarli via così’ ribatté lei, con fare dolce, dandogli dei bacetti, ‘anzi, ora ti spoglio e ti faccio un bel pompino al tuo pisellino, dai’ concluse, facendolo cadere sul letto.

Dopodiché lo spogliò, s’inginocchiò davanti a lui e li fece un bocchino, ingoiando le due gocce di sperma che lui emise.

-‘Ecco, amore, vedi che penso a te e ti tratto bene’ disse alla fine.

Quando fu ora di cena, si vestirono, lei con un semplice caffetano di pizzo senza nulla sotto. Così andarono al ristorante dove cenarono. Ovviamente tutti gli occhi egli uomini erano per Paola. Non solo, anche i camerieri litigavano per servirli, in modo da poter vedere meglio quel corpo da favola seminudo.

Dopo cena andarono al bar che c’era a fianco della piscina. C’era un’aria piacevolmente fresca e a Paola si indurirono subito i capezzoli. Un po’ l’aria, un po’ i liquori, a Paola venne una specie di languore ed iniziò a ballare. Prima con Luca, poi, quando lui si stancò, anche con altri uomini. I quali la stringevano, la toccavano, qualcuno le toccò il culetto, qualcun altro le strizzo le tette, altri ancora le iniziarono a toccare la passerina. Paola continuava a ballare, gli occhi chiusi, facendosi toccare ed eccitandosi sempre di più. Ad un certo punto, qualcuno le sfilò il caffetano e lei continuò a ballare nuda, illuminata dai pochi lumini e dalla luna. Si sentì così trasportare per un po’, poi qualcuno iniziò a succhiarle le tette ed a infilarle un dito nella fichetta. Qualcun altro le inserì qualcosa nel culetto, forse un dito, forse qualcos’altro. Poi uno la prese in braccio e la adagiò su un letttino, poi iniziarono leccarle la passerina, che oramai era un lago. Alla fine, qualcuno la penetrò con un membro si una discreta dimensione. Lei iniziò a mugolare. Iniziò ad avere degli orgasmi, i membri che la penetravano cambiavano in continuazione. Poi la fecero voltare ed iniziò a sentire un membro che le entrava nel culetto. Attorno a lei c’erano delle voci che mormoravano, parlavano, ma lei, fra l’eccitazione e la leggera ubriachezza non capiva cosa dicevano. Nel frattempo i cazzi nel suo culetto continuavano a cambiare. Dopo un tempo lunghissimo in cui godette tantissimo, alla fine, si ritrovò sola, stesa prona su un lettino, tutti i suoi buchetti pieni di sperma ed il corpo pure coperto di sperma. Si riprese un po’ e, per rinfrescarsi, si tuffò in piscina. Stava lì, a rinfrescarsi beatamente, quando arrivò Luca con in mano il suo vestito.

-‘Ah, ecco dov’era finito’ fece lei vedendolo, ‘ora esco e me lo metto per andare in camera’.

-‘Ma dov’eri finita? Chiese Luca, con fare ansioso, ‘sono due ore che ti cerco’

-‘Ho ballato, mi hanno accarezzato, poi non so, ma mi &egrave piaciuto un sacco. Infine, per rinfrescarmi un po’ mi sono tuffata. E tu cosa hai fatto ?’

-‘Ti ho cercata’

-‘Bene, ora che mi hai trovata possiamo andare in camera. Sono stanca ed ho sonno’ fece lei, uscendo dalla piscina ed avviandosi, nuda e con il vestito in mano, verso la loro camera.

Al mattino seguente, Paola si svegliò tardissimo. Dopo aver fatto ordinare la colazione in camera da Luca, Paola si stese nuda nel terrazzino della loro suite. Dopo un po’ arrivò il loro cameriere, Ibrahim, con la colazione, che sistemò sopra un tavolino sul terrazzo. Paola, che stava stesa prona, quando sentì i rumori, si voltò e, visto chi era, aprì le gambe, mostrando ad Ibrahim la sua patatina spalancata. Lui, senza attendere un istante, si abbassò i pantaloni e si mise sopra di lei, penetrandole la passerina fradicia.

-‘Oh, sì, che bello’ fece lei, serrandogli le gambe attorno ai fianchi per farle entrare meglio dentro a sé, ‘dai, scopami, ti prego, più forte, ancora, sììììììììììììììì’.

Ibrahim ci dava dentro con foga e Paola, dopo poco, ebbe un primo orgasmo. Lui allora si sfilò, la prese e la fece appoggiare contro il muretto della terrazza, piegata in avanti, con mezzo busto che sporgeva, e la penetrò deciso da dietro, pompando ancora come un forsennato. Paola ebbe altri orgasmi, urlando tutto il suo piacere, tanto che alcune persone che passavano lì sotto si votarono per guardare, vedendo solo la faccia e le tette di Paola che sporgevano dal muretto. Mentre era scossa dalle convulsioni, Ibrahim la fece voltare, la alzò mettendole le mani sotto il suo bel culo mentre lei gli serrava i fianchi con le sue lunghe gambe e riprese a pomparla, sempre appoggiata al basso muretto del terrazzino. Alla fine, Anche lui venne, riempiendola del suo sperma. Poi, la adagiò delicatamente sul lettino, si fece ripulire il cazzo dalla boccuccia di Paola, si rivestì e se ne andò. Quando lui scese, salì Luca.

-‘Allora, cara, facciamo sta colazione ?’ chiese.

-‘Sì, certo, amore’ rispose lei, sedendosi sul lettino a gambe larghe, la sborra di Ibrahim che le colava lungo le gambe. Luca fece finta di non vedere, per non restare troppo umiliato.

Dopo colazione, scesero in piscina, lei con uno striminzito bikini bianco traforato, un cappello a tesa larga ed un pareo legato attorno ai fianchi. Dopo che si sistemarono sui loro lettini sotto un ombrellone, Paola si levò il reggiseno del bikini e si stese supina, il suo culetto bene in vista dato che la mutandina era soltanto un minuscolo tanga.

-‘Amore, mi metti la crema solare, per favore ?’ chiese a suo marito.

-‘Certo, cara’ rispose lui immediatamente, iniziando a spalmargliela sulla schiena e poi sulle gambe.

-‘Anche davanti, amore’ fece lei, voltandosi quando lui ebbe finito.

-‘Ma non sarebbe meglio ti mettessi il reggiseno ?’ chiese lui, mentre iniziava a spalmarle la crema anche sul davanti.

-‘Oh, caro, non essere bacchettone’ rispose, lei, stizzita.

-‘Ma ti guardano tutti’ cercò di obiettare lui.

-‘E lascia che guardino. O sono brutta ?’

-‘No, certo, amore, tu sei bellissima’

-‘Bene, sono contenta di sentirtelo dire, ora spalma bene sul seno’ concluse lei, chiudendo gli occhi.

Quando fu ora di pranzo, si diressero verso il ristorante sulla spiaggia, lei sempre a seno nudo e con il cappello in testa, mentre lui portava il borsone con il resto delle loro cose. Dopo mangiato, visto che il sole era molto forte, si ritirarono in camera. Lui tentò di fare l’amore con lei e lei lo lasciò fare, tanto, si disse, dopo pochi secondi avrebbe finito, come in fatti successe. Poi si addormentarono. Furono svegliati dal telefono in camera. Rispose lei. Era la reception che li avvertiva che il loro autista era arrivato. Lei li ringraziò e si alzò.

-‘Su, caro, alzati e vestiti, dai, veloce’ fece lei, ‘c’&egrave l’autista che ci aspetta’.

-‘Che autista ?’ fece lui di rimando.

-‘Non ricordi ? Eravamo rimasti con l’autista del bus che ci sarebbe venuto a prendere per portarci a fare una gita in città’ rispose lei, infilandosi una djellaba bianca molto leggera che aveva acquistato il giorno prima, senza mettere nulla sotto, tranne dei sandaletti con leggero tacco, i capezzoli che, già duri, spingevano sula leggera stoffa.

Quando furono pronti, si recarono alla reception, dove l’uomo li stava aspettando. Li fece salire sulla sua vecchia Mercedes che, fortunatamente, aveva l’aria condizionata che funzionava, Paola davanti e Luca dietro. La djellaba di Paola, ovviamente, non era tutta abbottonata ma soltanto fino a poco più di metà coscia per cui, nel sedersi si aprì e lasciò vedere ampie porzioni delle sue cosce. Faisal, così si chiamava l’autista, mentre illustrava a voce le caratteristiche dei posti che attraversavano, iniziò a metterle una mano sulla coscia ed a salire lentamente, sbottonando nel contempo pian piano la djellaba, che aveva una fila di bottoncini che andavo dal collo fino alle caviglie. Mentre lui la sbottonava fino all’inguine, mettendo poi una mano sopra la fighetta di Paola, lei, nel frattempo, con la scusa del caldo, aveva iniziato a sbottonare la parte superiore fino a scoprire una buona parte del seno. Nel frattempo Luca fotografava il paesaggio.

Quando arrivarono nella cittadina di Djerba, poi, Faisal guidò fino a vicino al suk, dove posteggiò. Li fece scendere e, mentre Luca continuava a fare fotografie, Paola, che ovviamente non aveva riabbottonato nemmeno un bottoncino, si appese al braccio di Faisal, che continuava a far loro da guida. Nel camminare, l’abito di Paola, così sbottonato, ovviamente mostrava le gambe fino all’inguine, così che presto un sacco di ragazzi iniziarono a seguirli. Li condusse fino ad un negozio che vendeva abbigliamento e tessuti.

-‘Ecco, questo &egrave il negozio di mio padre, il migliore dell’isola’ fece, mentre li faceva accomodare, ‘lui &egrave mio padre’ aggiunse presentando un uomo calvo con una grossa pancia, in abiti tradizionali tunisini. L’uomo si fece avanti e, con fare cerimonioso, le baciò la mano.

-‘E’ un piacere conoscere una bella e giovane signora come lei. Vedrà che qui da noi potrà soddisfare tutti i suoi desideri’ mormorò l’uomo, senza lasciarle la mano.

-‘Oh, ma non vorrai subito metterti a fare compere ?’ disse Luca, un po’ scocciato.

-‘Perché no ? Guarda che belle cose hanno’ rispose lei.

-‘Se vuole, può lasciare qui sua moglie a scegliere qualche vestito mentre lei fa un giro per la città’ intervenne il padre di Faisal, ‘anzi, sa che le dico, dirò ad uno dei miei figli minori di farle da guida’, aggiunse, chiamando con un cenno un ragazzino.

-‘Va bene, allora quando ho finito ti trovo qui ?’ fece Luca, rivolto a Paola.

-‘Sì, certo, caro’ rispose lei.

Quando Luca si fu allontanato con la guida e la sua macchina fotografica, Faisal e suo padre fecero accomodare Paola in una stanzetta sul retro, arredata con tappeti e cuscini all’uso arabo. La fecero accomodare e si sedettero a fianco a lei. Nel sedersi a gambe incrociate all’uso arabo ovviamente, il vestito le si apri fino all’inguine, mostrando tutte le sue grazie, in primo piano la sua passerina contornata dal suo pelo biondo. I due uomini ebbero delle belle erezioni che rimasero mascherate dagli ampi abiti. Il padre batte le mani una volta ed arrivò subito una ragazzina con un vassoio con il t&egrave, che iniziarono a bere. Finito di bere il t&egrave, famoso inizio del rituale delle contrattazioni arabe, mentre il padre le metteva una mano sulla coscia, risalendo fino alla sua fighetta ed iniziando a carezzargliela e penetrargliela con un dito, ordinò al figlio di andare a prendere alcuni vestiti tradizionali che volevano mostrarle. Nel frattempo, Paola, eccitata e con la fighetta allagata, iniziò a sospirare. Faisal rientrò con una bracciata di abiti che depose sui cuscini di fronte a Paola.

-‘Oh, mamma mia, ma sono stupendi’ fece lei, come li vide.

-‘La bella signora desidera provarli ?’ intervenne il padre.

-‘Oh, sì, posso ? E dove posso andare a cambiarmi ?’

-‘Ma lo può fare qui, non la vede nessuno tranne noi’ rispose il padre, alzandosi a dandole una mano per alzarsi.

Poi, la aiutò a sbottonare l’abito, che cadde a terra lasciandola nuda. Lei iniziò a provare un abito dopo l’altro, aiutata dai due uomini che, nel farlo, la palpeggiavano tutta. Paola aveva la passerina allagata, i capezzoli turgidi che quasi le dolevano, mentre quegli uomini continuavano a toccarla sfiorarla, mettere un dito nella passerina, uno nel culetto, le baciavano i capezzoli. Era una dolcissima tortura. Alla fine, quando ebbe finito di provare anche l’ultimo dei vestiti, se lo levò e rimase nuda in piedi ad ammirarli. L’uomo anziano la avvicinò da dietro, le prese una tetta con una mano, con l’altra le coprì il monte di venere e le fece sentire il suo pacco sul culetto. Lei allungò una mano verso dietro per prenderlo e scoprì al tatto che l’uomo si era denudato e, sotto la sua grande pancia, spuntava un arnese di tutto rispetto, tanto che con la sua manina faceva fatica a circondarlo tutto.

-‘Allora, bella signora, ti piacciono i miei prodotti ?’ chiese sottovoce, la bocca a fianco al suo orecchio mentre, delicatamente la faceva adagiare sui cuscini, stendendosi al suo fianco.

-‘Oh, sì, sono meravigliosi. Vorrei poterli prendere tutti, ma non poso permettermelo’ rispose, appoggiandosi all’uomo.

-‘Be, come sa, a noi arabi piace contrattare. Ora possiamo iniziare le nostre contrattazioni’ fece, infilandole un dito nella micetta allagata.

-‘Oh, ma io no so contrattare. E poi non so cosa offrire’ rispose con un mugolio di piacere.

-‘Tu hai tanto da offrire’ fece lui, facendola voltare sui cuscini, in modo da restare supina e con le gambe larghe, mentre iniziava a lavorale la patatina, fra leccate, strizzate al clitoride, penetrazioni con un dito.

-‘Mmmmmmm, sìììììììììììììì, ti offro la mia passerina, il mio culetto, ti prego, prendimi tutta con quel tuo bel cazzone’ mugolò lei.

Lui si alzò con un’agilità sorprendente per la sua mole, le si posizionò sopra e le puntò il cazzone all’ingresso della micetta. Lei lo attirò a sé e lui le entrò fono in fondo. Lei iniziò ad agitarsi, lo voleva tutto dentro, ma lui era un amante troppo esperto ed iniziò con lenti e lunghi movimenti in affondo. Paola si sentiva impazzire, ma lui continuò con il suo ritmo lento. Paola ebbe un primo orgasmo che la squassò tutta ma lui continuò con il suo ritmo. Paola iniziò ad avere orgasmi ripetuti ogni pochi affondi. Nel frattempo, Faisal era rientrato e si era spogliato pure lui, mettendole un cazzo simile a quello del padre in bocca. Lei iniziò a succhiare avidamente. Poi, Faisal e suo padre si scambiarono posizioni. Lui iniziò a martellarla con foga mentre lei veniva ancora ed ancora. Oramai era solo un pupazzo nelle mani dei due esperti uomini. La fecero voltare, la penetrarono da dietro, la incularono per bene ed infine, mentre il padre si stendeva con l’obelisco in verticale, la fecero impalarsi su di lui e Faisal le penetrò il culetto. Ora, con due cazzi che la riempivano, lei non capiva più nulla il suo era un mugolare ed urlare alternato, il piacere era tale che quasi svenne. Alla fine, entrambi gli uomini la riempirono della loro sborra. Quando alla fine i loro uccelloni si sgonfiarono, si sfilarono da lei, lasciandola esausta distesa sui cuscini.

Lei, con i buchi allagati, stesa, i sentì infilare in bocca prima un cazzo e poi l’altro, al che li ripulì per bene, ingoiando fino all’ultima goccia di sperma.

-‘Sei stata brava, hai pagato molto bene. I vestiti sono tuoi’ disse alla fine il padre di Faisal, ‘ora mio figlio andrà a recuperare tuo marito e poi vi accompagnerà in albergo. Spero che il pomeriggio sia stato di tuo gradimento’.

-‘Oh, sì, &egrave stato un pomeriggio splendido, siete stati molto generosi con me. Mi ricorderò sempre di voi, grazie’ rispose lei, con un filo di voce.

Paola fu fatta accomodare in un bagno, dove un paio di ragazzine la lavarono e la profumarono, poi indossò il vestito con cui era arrivata, lasciandolo ovviamente alquanto sbottonato. Prima di avviarsi verso la macchina con Faisal vero la macchina, il padre si avvicinò a lei e le prese l mano fra le sue.

-‘Ritorna quando vuoi, bella e giovane signora, siamo sempre a tua disposizione per soddisfare tutti i tuoi desideri’ disse, mentre le dava un bacio sulla mano.

-‘Oh, grazie, ma restiamo qui soltanto una settimana e non so se mai ritorneremo’ rispose Paola.

-‘Quando vuoi, chiama e mio figlio arriva per portarti da noi’ rispose lui, facendole sscivolare in mano un biglietino.

Quando arrivarono alla macchina, trovò Luca che l’attendeva e le borse con i vestiti. Faisal li riaccompagnò velocemente in albergo Quando furono in camera, lei estrasse i vestiti dalle borse e li sistemò sul letto.

-‘Allora, amore, ti sei divertita a fare acquisti’ esordì Luca.

-‘Oh, sì. Sono belli, vero ?’

-‘Sono splendidi, chissà quanto hai speso’

-‘Sono costati pochissimo ed &egrave stato un piacere fare la trattativa con quei signori, mi sono divertita da morire. E tu, ti sei divertito?’

-‘Certo, ho fatto un sacco di belle foto. La cittadina &egrave molto carina, almeno la parte vecchia. Poi, il ragazzo che mi faceva da guida &egrave stato bravissimo. Ho anche acquistato alcune cose fra cui qualche gioiello per te. Quando mi chiedevano un prezzo, lui sussurrava qualcosa al venditore e subito s’inchinavano, mi invitavano a bere il t&egrave e poi finiva che pagavo il 10% di quanto mi chiedevano inizialmente’.

‘E bravi il mio Faisal e suo padre’ pensò fra sé Paola, mentre si spogliava, memore di quanto aveva goduto. Poi si stese sul letto e chiamò suo marito.

-‘Dai, amore, porta qui il tuo pisellino che ho voglia di assaggiarlo’ gli fece con delle moine.

Lui si spoglio lestamente e si stese a fianco a lei, ora nuda sul letto. Lei gli prese il pisellino in bocca ed iniziò a fargli un pompino poi, appena lui raggiunse la sua massima dimensione, lei gli montò addosso, per cavalcarlo con foga. Dopo aver preso quei bestioni dai due tunisini, lo sentiva appena ma, non appena lui venne, lei simulò un orgasmo e si stese a fianco a lui, ansimando. Lui, a sua volta, era tutto contento in quanto credeva di aver fatto godere la sua mogliettina un po’ porcellina. Dopo aver riposato un po’ si rivestirono, lei con uno dei suoi nuovi acquisti, una djellaba corta al ginocchio, riccamente ricamata e di colori sgargianti, ovviamente semi sbottonata sia sopra fino al mostrare parte del seno che sotto fino a quasi l’inguine, cosicché ad ogni passo le si apriva mostrando le sue belle gambe.

Quella sera andarono al ristorante etnico, dove li fecero accomodare su dei cuscini così, quando Paola si sedette con le gambe incrociate, visto che al solito non indossava intimo, la sua bella patatina bionda fu ben visibile a quanti le stavano vicino. Luca le fece cenno di ricomporsi ma lei lo ignorò, beandosi degli sguardi degli altri uomini presenti in sala. I camerieri, ovviamente, facevano a gara per servirli e per poter ammirare le grazie di Paola. Qualcuno, servendola, azzardò anche qualche toccatina, sia al seno, generosamente scoperto, che alla bionda patatina.

Finito che ebbero di cenare, si recarono, come la sera precedente, al bordo della piscina, dove si svolgeva uno spettacolo. Le musiche erano inebrianti, quella sera c’era uno spettacolo di musica etnica nel quale si esibivano dei danzatori neri, che facevano delle danze tradizionali. Paola, rapita dalla musica e di movimenti dei ballerini seminudi, si agitava a ritmo. Ad un certo punto, lo speaker annunciò qualcosa che Paola non capì ma poi vide i ballerini andare verso le donne sedute ai tavolini ed invitarle a ballare assieme a loro. Uno di essi, un negro alto quasi due metri, con un corpo statuario che brillava per il sudore, le si avvicinò e la prese per mano, trascinandola verso il centro della pista. Iniziarono a ballare a ritmo. L’uomo iniziò a strisciarsi addosso a lei in modo molto sensuale e Paola sentì immediatamente che la fighetta le si stava allagando, contemporaneamente sentiva un languore provocato dalla musica e lei pure iniziò a strusciarsi su di lui, sentendo immediatamente che a lui veniva un’erezione da urlo. Lì sotto doveva esservi una bestia di almeno 30 cm, pensò Paola, chiudendo gli occhi e facendosi trascinare dal ritmo e dai movimenti dell’uomo. Gli altri si fecero pian piano da parte lasciandola sola con quella statua di ebano. Oramai la danza era diventata un invito al sesso. Gli uomini che li guardavano avevano iniziato ad agitarsi, tutti con delle erezioni che faticavano a controllare. Le donne anche avevano iniziato a toccarsi.

Ad un certo punto di quel sensualissimo balletto, i danzatori le si fecero tutti attorno, nascondendola alla vista del pubblico. Poi si vide l’abito di Paola volare via ed infine, quando si separarono, Si videro Paola ed il suo partner avvinghiati, le gambe di lei attorno ai fianchi di lui, le sue mani attorno al collo, mentre lui la sosteneva con le mani sotto il culo, il suo gigantesco pene nero infilato nella sua bionda fighetta. Tutti esplosero in un ‘Ohhhh’ di ammirazione, rapiti dai sensi, mentre i due sparivano dietro il palco. Poi si spensero le luci e fu annunciata la fine dello spettacolo.

Nel frattempo Paola veniva trapanata con foga dall’uomo, al quale si unirono, a spettacolo finito, i suoi cinque compagni. E tutti, uno alla volta, iniziarono a toccarla, a succhiarle le tette, mettere un dito nel culo. Il primo uomo venne dentro di lei con un grugnito mentre Paola, oramai in un estasi continua, veniva presa dagli altri, che in figa, chi nel culetto, chi in bocca. Andarono avanti così per ore, ognuno di loro volle venirle in figa ed in culo, così, mentre alcuni si riposavano, lei veniva presa dagli altri, anche da tre contemporaneamente. Così, turnandosi, la scoparono fino all’alba. Poi, di colpo, sparirono. E lei rimase nuda, piena della loro sborra in tutti i buchi e sopra tutto il corpo, distesa su un lettino, a fianco della piscina. Fu lì che Ibrahim la trovò quando prese servizio. Al che la sollevò fra le sue braccia e la portò in camera, adagiandola sul letto, mentre il marito dormiva profondamente. Capitolo 2 –

Al suo risveglio, il marito la trovò che dormiva esausta al suo fianco. Lui si alzò in silenzio ed andò a fare colazione al ristorante all’aperto. Quando ritornò, la svegliò dolcemente. Lei, assonnata, aprì gli occhi.

.’Mmmm, amore lasciamo dormire, sono esausta’.

-‘Ma cara, oggi abbiamo l’escursione alle oasi che parte fra pochi minuti’.

-‘Non ce la faccio, amore, ti prego, non riesco ad alzarmi’ bofonchiò lei, ‘vai pure tu da solo’.

-‘Ma a che ora sei tornata ?’

-‘Non lo so, so solo che c’era già luce. Abbiamo ballato tutta la notte’

-‘Solo ballato ?’

-‘Amore, non essere indiscreto’ rispose lei con un sorriso, ‘comunque, vai pure, io starò bene, farò qualche bagno e dormirò. Anzi, già che ci sei, appendi un cartello fuori dalla porta che mi portino la colazione vero le 11’

-‘Va bene, cara. Ora vado. Dormi pure’ fece lui, andandosene.

Lei si riaddormentò di colpo. Sognò tanti cazzi, cazzi volanti che le giravano attorno, che la penetravano ed ebbe un orgasmo nel sonno. Ad un certo punto, sentì qualcosa di caldo che le penetrava la passerina. Senza aprire gli occhi, iniziò muoversi lentamente, iniziando a godere ed ebbe un orgasmo bellissimo. Aprì gli occhi e vide Ibrahim sorridente che la stava scopando delicatamente. Lei gli sorrise e lo abbracciò, serrandolo con le sue gambe dentro di sé. Andarono avanti per un bel pezzo, ambiarono alcune volte posizione. Alla fine, lei volle impalarsi su di lui ed iniziò a cavalcarlo con foga, fino a che lei ebbe il suo ennesimo orgasmo e lui le venne dentro con dei possenti fiotti che le colpirono l’utero. Poi, giacquero entrambi esausti. Quando l’uccellone di Ibrahim si sgonfiò, lei scese e si distese al suo fianco.

-‘Per favore, preparami il bagno’ chiese lei dopo che si furono ripresi.

-‘Ai suoi ordini signora’ rispose lui, andando nudo a fare quanto richiesto.

Poi, quando il bagno fu pronto, lei entrò e gli chiese di lavarla, cosa che lui fece con solerzia. Alla fine la lasciò sola. Lei fece colazione, che oramai si era del tutto raffreddata. Poi mise un bikini e si avviò verso la spiaggia privata dell’albergo. Voleva stare da sola per un po’. Per cui si stese su un lettino sotto un ombrellone piuttosto appartato, fuori dalla vista degli altri ma non del bagnino. Una volta stesa sul lettino, si levò il reggiseno del bikini poi, con un cenno, chiamò il bagnino.

-‘Per favore, mi metteresti la crema solare ?’ gli chiese, non appena arrivò, passandogli il tubetto.

-‘Certo, bella signora, io mette crema a te’ rispose, in un italiano incerto.

Bisogna dire che, benché la Tunisia fosse di area francese e quindi tutti parlavano quella lingua oltre all’idioma nazionale, vista l’abbondanza di turisti italiani, quasi tutti i dipendenti degli alberghi e molte altre persone parlavano, chi più chi meno, pure l’italiano.

Il bagnino iniziò a spalmare la crema sulla schiena di Paola, poi la mise sulle chiappe sode della ragazza. Poi, con fare audace, le slacciò i laccetti della mutandina e la scostò, mettendo la crema pure nelle parti che prima erano coperte. Continuò a mettere la crema pure sulle gambe, risalendo delicatamente dal piede verso il culetto. Quando iniziò a mettere la crema pure all’interno delle cosce, Paola allargò le gambe per facilitare il suo compito. Ad un certo punto, il ragazzo, con le mani ancora unte, come preso da u raptus e dopo essersi accertato che no li vedeva nessuno, le infilò un dito nel culetto. Paola emise un ‘Ohh’ dalla sorpresa, ma poi allargò ancora un po’ le gambe e lo lasciò fare, mugolando e sospirando. Lui allora le infilò un secondo e poi un terzo dito nel culetto, mentre le infilava pure il pollice nella patatina.

-‘Oh, sì, continua, per favore’ fece Paola, oramai eccitatissima.

Ma il ragazzo non si contentava, per cui la fece voltare e, quando fu supina, dopo essersi tolto il costume, rivelando un bel pisello in tiro anche se non di dimensioni esagerate, si tese sopra di lei, le poggiò la cappella all’entrata della fighetta e la penetrò deciso. Poi, iniziò a scoparla con foga. Non era molto esperto ma suppliva abbondantemente con l’energia data dalla giovane età. Paola ebbe un primo orgasmo, ma lui continuò a darci dentro con foga. Paola venne ancora un paio di volte ed infine venne pure il ragazzo, riempiendola del suo sperma. Ma si sa, i giovani hanno energie inesauribili, per cui il cazzo del ragazzo rimaneva duro. Comunque, lo sfilò e la fece voltare, mettendola alla pecorina. Poi, le allargò le natiche, poggiò la cappella sul buchetto di Paola e spinse decisamente. Il suo pisellone entrò facilmente, visto che il culo di Paola era ben allenato dai cazzi presi nei giorno precedenti. La trapanò con foga e le ebbe ancora altri orgasmi. Questa volta, essendo la seconda, il ragazzo durava piuttosto a lungo e Paola continuava a venire fino a che lui, con un grugnito, si scaricò nel culetto. Rimase per un po’ appoggiato a lei, mentre lei era appoggiata sul lettino. Erano entrambi esausti. Alla fine, lui si rimise il costume e se ne andò. Paola, rimasta sola, andò a tuffarsi in mare, nuda com’era. L’acqua era bella pulita, la temperatura era fresca e lei rimase lì a lungo, un po’ nuotando, un po’ galleggiando.

Alla fine, quando si fu ripresa, ritornò al suo ombrellone, prese il pareo e lo cinse alla cintura, si mise cappello, sandali ed occhiali ed andò al ristorante sulla spiaggia, rimanendo a seno nudo. Dopo aver mangiato alcune dei piatti tipici di verdure locali, prese e si avviò verso la sua stanza. Ivi giunta, si accorse di aver lasciato tutto in spiaggia, per cui cercò Ibrahim.

-‘Ibrahim, caro, per favore, mi apri la stanza ?’ gli chiese, quando lo trovò nel suo sgabuzzino, ‘ho dimenticato tutto in spiagga. Manderesti Hassan a cercare la mia roba ed a riportarmela’.

-‘Certo bella signora, ai tuoi ordini’ rispose, alzandosi e dirigendosi verso la stanza di Paola e Luca. Nel frattempo, tirò fuori un telefonino e disse qualche parola in arabo.

Quando arrivarono alla stanza, Ibrahim le aprì e l’accompagnò dentro. Appena entrata, Paola si levò cappello, occhiali e pareo, rimanendo nuda. Poi si diresse verso la camera da letto. Ibrahim la seguì. Lei si stese sul letto e gli sorrise, al che lui si spogliò ma, mentre stava per stendersi accanto a lei, bussarono alla porta. Ibrahim andò ad aprire e ritornò con Hassan, il quale, vedendo lo lo spettacolo, si denudò pure lui. Così Paola si ritrovò con quei due giovani uomini nudi stesi al suo fianco, uno per parte. Lei, come prima cosa, afferrò entrambe i cazzi ed iniziò a segarli lentamente mentre solo si davano da fare con le sue tette, la sua fighetta, già abbondantemente allagata. Pian piano le cose iniziarono ad evolvere. Prima Ibrahim si staccò da lei e si posizionò fra le sue gambe, iniziando a lapparla la passerina. Poi Hassan iniziò a succhiarle e torturarle i capezzoli. Lei iniziò a godere, mugolando, fino a che ebbe un primo orgasmo. A quel punto, Ibrahim la fece mettere in ginocchio sul letto e, mentre lei iniziava a succhiare l’uccello di Hassan, le penetrò nella passerina da dietro. Ad ogni colpo che le dava, lei sentiva il cazzo di Hassan colpirle la gola. Andarono avanti così per un bel pezzo. Paola godeva in continuazione ma, sul più bello. Ibrahim si sfilò e la fece voltare. A quel punto, lei si trovò con il cazzo di Ibrahim in bocca e quello di Hassan in fica. Lei non poteva far altro che mugolare, piena com’era di cazzi. Lei continuò ad avere un godimento quasi continuo. Ad un certo punto, hassan, che era dietro a lei, estrasse il cazzo dalla fighetta e lo inserì quasi di prepotenza nel culetto di Paola, procurandole un soprassalto. Ibrahim, che continuava a godersi il pompino, lo rimproverò, dicendo di essere più dolce. Alla fine, si fermarono entrambi, la fecero impalare su Ibrahim, che era steso sul letto e Hassan, questa volta più delicatamente, la inculò.

Paola, a questo punto, con la bocca finalmente libera, iniziò ad urlare tutto il suo godimento. I due, nel frattempo, si muovevano in modo sincrono dentro di lei, facendola godere sempre di più. Alla fine, vennero pure loro, riempiendola per bene in entrambe i buchetti. Poi giacquero tutti e tre esausti sul letto. Ad un certo punto, mentre si stavano riprendendo, si sentì un rumore. Era il walkie talkie di Hassan, che veniva chiamato in direzione, per cui, si ripulì velocemente, si rivestì e se ne andò. Ibrahim, allora, andò a preparare il bagno poi, appena fu pronto, portò Paola nella vasca e la lavò. Poi, mentre lei si asciugava, rifece il letto, si rivestì e se ne andò pure lui, mentre Paola rimaneva nuda stesa sul divano.

Fu così che Luca, al rientro dalla sua gita, la trovò.

-‘Ciao amore, come sei stata, qui da sola?’ la salutò entrando.

-‘Ciao caro’ fece lei, alzandosi ed andando a baciarlo, ‘mi sono riposata, ho fatto il bagno, ho preso sole, insomma, le solite cose. E a te come &egrave andata ?’

-‘La gita alle oasi del deserto &egrave stata molto bella ma alquanto stancate. Ora non voglio altro che farmi una doccia e riposare’

-‘Va bene caro, io ora mi metto un costume e vado in piscina. Quando vuoi, raggiungimi lì’ concluse lei. E così fecero.

Quella sera era prevista una festa sulla spiaggia. Si sarebbe mangiato al ristorante sulla spiaggia e poi ci sarebbe stata una festa, con danze, fuochi, ecc.. Paola, per l’occasione mise un vestito da danzatrice araba, formato da un corpetto che era poco più di un reggiseno e dei pantaloni larghi con degli spacchi, chiusi alle caviglie. Il vestito era di un tessuto molto trasparente, tanto che le si vedeva praticamente tutto, visto che era senza intimo, come al solito. Vennero accompagnati ad un tavolo dove c’erano un altro paio di coppie, ma anziane. Lei fu sistemata fra gli altri uomini, mentre Luca, di fronte a lei, stava fra le due anziane signore. Gli uomini si complimentarono subito con lei per il bellissimo e sexy abito che indossava quella sera. Ovviamente, le relative mogli iniziarono a lanciarle sguardi di fuoco. Comunque, parlando del più e del meno, le donne si calmarono, mentre gli uomini iniziarono a sfiorarla, ad inserire le mani dentro gli spacchi dei pantaloni. Uno arrivò a toccarle la fighetta quasi subito. Lei, fra i complimenti e le toccatine, iniziò ad eccitarsi, bagnandosi fino a far diventare la micetta un lago. I capezzoli, ben visibili sotto la leggera stoffa del corpetto, nel frattempo, erano diventati duri come pietre e sporgevano, spingendo da sotto il tessuto. Ad un certo punto, le toccatine iniziarono ad essere più audaci, fino a che uno degli uomini le mise un dito nella fichetta. Come quello lo tolse, subito lo inserì l’altro, sembrava lavorassero in coppia. Il cameriere, nel frattempo, nel servirla le sfiorò il seno con il braccio e lei fu percossa da un brivido. Oramai era eccitatissima così, quando poco dopo uno degli uomini la invitò a ballare lei lo seguì, appiccicandosi subito a lui in un lento molto sensuale, strusciandosi su di lui e facendogli venire il cazzo ancora più duro di quello che lo aveva. Altre coppie erano scese sulla pista così si trovarono stretti fra altre persone. Ad un certo punto sentì pure che le toccavano il culetto. Iniziò a strusciarsi sugli uomini che le stavano attorno, fino a che ebbe un orgasmo violentissimo, che la lasciò tremante. Il suo cavaliere, allora, le passò un braccio attorno alla cintura e la ricondusse al tavolo.

-‘Tutto bene, amore? ‘ chiese Luca, nel vederla così arrossata.

-‘Oh, sì, benissimo, caro’ rispose e poi, verso il suo cavaliere, ‘grazie del bel ballo’

-‘E’ stato un piacere, signora’ rispose lui.

-‘Oh, mi chiami pure Paola’ rispose lei. Ed andarono avanti a conversare.

Subito dopo, sentì due mani che le entravano dagli spacchi dei calzoni e le raggiungevano la fichetta. Si trovò così con due dita, di uomini diversi dentro la passerina. Al principio ebbe un leggero sussulto ma poi, iniziò a godere del trattamento con gli occhi chiusi. Le due anziane signore guardavano i mariti con aria feroce ma loro, indifferenti e facendo finta di niente, mentre continuavano la conversazione le lavoravano la fichetta, fino a che Paola ebbe un altro orgasmo, che cercò di mascherare. Ma il suo respiro era diventato affannoso ed oramai si capiva che stava succedendo qualcosa. Di colpo, Paola si alzò e, scusandosi, corse al più vicino gabinetto, dove si rinchiuse e sfogarsi. Oramai non ne poteva più, aveva bisogno di un bel uccellone dentro la sua passerina fremente. Dopo qualche minuto, la raggiunse in bagno uno degli uomini che aveva a fianco, che si era alzato dal tavolo con una scusa. Paola, stravolta, si era dimenticata di chiudere la porta e l’uomo, trovandola lì, seduta, le gambe spalancate, tutta rossa, chiuse delicatamente la porta a chiave dietro di sé e, mentre si avvicinava a Paola, si aprì i pantaloni ed estrasse un cazzo di notevoli dimensioni. Lei, appena lo vide, iniziò a leccarsi le labbra dal desiderio. Aveva assoluto bosogno di prenderlo di sentirlo dentro di sé e, fulminea, si abbassò i pantaloni e si mise alla pecorina, offrendo i suoi buchi a quell’arnese.

L’uomo non si fece pregare e, dopo averla afferrata per i fianchi, la penetrò deciso, iniziando a trapanarle la fighetta con foga.

-‘Sì, bella troietta, prendi il mio cazzo’ iniziò a dire il tizio.

-‘Sì, sono una troietta, mi piace il cazzo, &egrave tutta la sera che sogno di prenderne uno’

-‘Ma tuo marito non ti scopa ?’ fece lui, dandoci dentro con foga.

-‘Oh, lui ha un affarino da nulla, non lo sento nemmeno’ rispose lei, ‘dai, scopami, riempimi tutta’.

-‘Ah, erano anni che non mi scopavo una fighetta giovane come te. Tò, prendi, ora ti riempio della mia sborra’ fece lui e si scaricandole tutto il suo sperma dentro, mentre anche lei aveva un orgasmo.

-‘Dai, troia, ora puliscimi il cazzo, che devo tornare di là’ fece. E lei, ubbidiente, glielo leccò per bene.

Quando lui uscì, davanti alla porta video l’altro uomo. I due si diedero il cambio e Paola venne scopata con foga anche dall’altro anziano uomo. Alla fine, dopo che lui si ebbe scaricato le palle nella sua fighetta, lei ripulì pure lui, che se ne andò. ‘Alla faccia dei vecchietti, scopano proprio bene’ pensò Paola mentre, dopo essersi ripulita per bene, ritornava al tavolo. Appena si sedette, il giochino sulla sua passerina rincominciò. Lei ebbe pure altri due orgasmi silenziosi ma quando, alla fine della cena, si alzò, i pantaloni erano zuppi. Fortuna che, oramai, le luci erano state spente ed a illuminare il tutto c’erano soltanto un paio di falò, alimentati dai camerieri dell’albergo. Poi, ripresero le danze. Ad un certo punto lo speaker, rivolgendosi a Paola iniziò a dire :

-‘Lei, bella signora che indossa l’abito della danzatrici arabe, venga, si avvicini, danzi per noi’.

Paola si alzò e si diresse davanti al primo dei falò ed iniziò a danzare, gli occhi chiusi, al suono di pifferi e tamburelli, una tipica danza araba, dimenandosi. Il fuoco dietro a lei la illuminava e le trasparenze dei suoi vestiti la facevano sembrare nuda. Ad un certo punto, si alzò qualcuno e si avvicinò a lei, iniziando a danzare con lei, strusciandosi addosso. Dopo il primo venne un secondo, poi un terzo. Paola si beava della musica, degli strusciamenti e riprese ad eccitarsi più di prima. La musica, ad un certo punto, iniziò ad accelerare e lei la seguì. Gli uomini attorno a lei oramai erano almeno una mezza dozzina e tutti la toccavano, la palpavano, le strizzavano le tette. Ad un certo punto, mentre lei si agitava con le braccia alzate, qualcuno le levò il corpetto, lasciandola a seno nudo. Non che facesse molta differenza, comunque. Poi, qualcun altro le abbassò i calzoni, qualcuno la alzò e glieli tolse del tutto. Alla fine, Paola si ritrovò a danzare nuda, attorniata da una decina di uomini che la toccavano dappertutto. Nel frattempo, il tempo passava ed i falò iniziarono a spegnersi. Ma lei rimase lì, poi, prima uno, poi un’altro, iniziarono a denudarsi anche gli uomini ed inziarono a sbetterle contro i loro cazzo, alla fine qualcuno le infilò uno nella fighetta da dietro. Da quel momento in poi, Paola perse la cognizione di quello che le stava succedendo attorno, iniziò a sentirsi penetrare davanti, dietro, in bocca, sperma che le veniva lasciato dentro, sperma che la ricopriva. Dopo alcune ore, infine, si ritrovò da sola, distesa sulla sabbia in spiaggia.

Quado si riprese, fece un bagno in mare, nuotò un poco e poi, grondante, si diresse verso la sua stanza. Per strada ritrovò i pezzi del suo costume ma non li indossò. Alla fine, si coricò, nuda, stanchissima ma pienamente soddisfatta. ‘E pensare che siamo soltanto al terzo giorno’ pensò prima di cadere profondamente addormentata.
Capitolo 3 ‘ Mercoledì e giovedì

Paola quella notte sognò cazzi volanti che la inseguivano. Alla mattina, al risveglio, si accorse di aver pure goduto in sogno. Oramai viveva un periodo quasi di estasi sessuale. Era sola a letto, visto che Luca se n’era andato prima che lei si svegliasse, quando sentì la porta della suite aprirsi e poi dei passi leggeri che salivano le scale. Lei rimase immobile, quasi trattenendo il respiro, nuda, supina, le gambe leggermente aperte. Sentì dei rumori poi un leggero movimento sul letto ed infine una lingua che iniziava a lapparle la sua fighetta. Già eccitata dai sogni, Paola sentì un rimescolio al basso ventre mentre delle mani le abbrancavano le tette ed iniziavano a torturarle i capezzoli. La lingua si muoveva con grande abilità, penetrandola poi torturandole il clitoride. A quel punto, eccitazione sommata ad eccitazione, Paola venne con un grido. L’uomo sopra di lei si sollevò, si mise sopra di lei e, mentre lei gli guidava il membro, la penetrò deciso, fino a sfondarle l’utero. Poi, iniziò a pompare con decisione. Paola venne ancora ed ancora. L’uomo, ad un certo punto, si sfilò da lei nonostante le sue proteste, la fece voltare e la penetrò nella passerina da dietro. Quella posizione le doleva un po’, viste anche le dimensioni del membro, ma la fece godere ancora di più. Dopo il suo ennesimo orgasmo, l’uomo le scaricò nella patatina una serie di getti di sperma, dopodiché si sfilò e si stese a fianco a lei.

-‘Signora, la sua colazione &egrave pronta’ disse. Era la voce di Ibrahim.

-‘Oh, caro Ibrahim, sei così bravo, le tue colazioni sono meravigliose’ rispose lei.

-‘Sempre a sua disposizione, bella signora’.

-‘Dai, ti prego, chiamami Paola’.

-‘D’accordo, Paola, per oggi pomeriggio ti ho organizzato una piccola sorpresa’.

-‘Oh, che bello ! E di cosa si tratta ?’

-‘Se te lo dicessi, non sarebbe più una sorpresa. Comunque, alle quattro di questo pomeriggio, vai con tuo marito all’uscita sulla spiaggia, dove organizzano le gite in cammello. E tutto pronto, vedrai. Secondo me ti divertirai un sacco’ disse nel suo ottimo italiano.

Detto questo, Ibrahim si alzò, si rivestì dopo che Paola gli ebbe ripulito l’uccellone, e se ne andò. Lei fece colazione, poi, mentre si preparava ad uscire, entrò Luca.

-‘Ah, sei già alzata’ osservò.

-‘Già, ho pure fatto colazione. Che ne dici, andiamo in spiaggia ?’ fece lei.

-‘D’accordo, andiamo. Ma non ti metti qualcosa?’ fece, vedendo che Paola indossava soltanto il pareo, gli occhiali, il cappello ed i sandali, ‘Almeno uno di quei tuoi bikini !’

-‘No, oggi ho voglia di fare nudismo integrale’ rispose lei, avviandosi. Lui prese la borsa e la seguì.

Giunti in spiaggia, si sistemarono in un luogo appartato, un po’ nascosti dagli altri da una serie di cespugli, ma visibili comunque ai bagnini o a chi passava sulla spiaggia, cosa che comunque il caldo non consigliava di fare. Dopo essersi fatta spalmare la crema solare da Luca, Paola si stese sul lettino, supina, i cappello in testa ma completamente nuda per il resto. Luca se ne andò a cercare un posto dove scendere in mare comodo e lei rimase sola. Stava lì, distesa, semi addormentata, quando sentì qualcosa sfiorarle il culetto. Si voltò lentamente e vide il ragazzo che le aveva spalmato la crema il giorno precedente.

Paola non aspettava altro. Si voltò e si mise a gambe larghe sul lettino. Il ragazzo, veloce come un fulmine, si calò il costume, si mise sopra di lei e la penetrò, quasi violentandola. Poi, iniziò a pompare con foga. Paola, ad ogni colpo sussultava ma, come poté, alla fine riuscì a circondargli i fianchi con le sue gambe ed a bloccarlo dentro di sé. Mentre stavano così incastrati, arrivò un altro ragazzo, un altro bagnino, giovane come l’altro, che cercava il suo collega ma, come li vide, si spogliò velocemente pure lui e le infilò di prepotenza il cazzo in bocca. A quel punto, così ripiena, Paola si lasciò andare. Il primo riprese a pomparla con foga mentre lei succhiava il pisellone del secondo, comunque un bel attrezzo. Il primo le venne dentro e si sfilò da lei, lasciando il posto al collega mentre si faceva ripulire il membro da lei. Il secondo, nel frattempo, aveva iniziato a pompare con foga dentro la bollente fighetta di Paola, vendendole dentro. Paola stava godendo un sacco con quei due giovani cazzoni ed era venuta già varie volte quando pure il secondo ragazzo le venne dentro. Mentre il secondo si sfilava, il primo la fece mettere alla pecorina, appoggiata sul lettino e le si mise dietro, penetrandola nuovamente nella fighetta. Al che il secondo le si posizionò davanti e si fece ripulire il cazzo, sempre in tiro, come avviene ai giovani ragazzi sempre arrapati. Alla fine, mentre il secondo dei ragazzi si stendeva e la faceva impalare su di sé, il primo si mise dietro a lei e la inculò con forza. A quel punto Paola iniziò a gemere un po’ dal dolore un po’ da un piacere estremo che derivava dalla doppia penetrazione.

-‘Ma cosa stai facendo ?’ si sentì di colpo la voce di Luca che urlava.

-‘Oh, ahi, mamma mia, godo’ disse, in modo un po’ scomposto e sconclusionato Paola, ‘mi stanno violentando ma sto godendo’.

-‘Ma io questi li ammazzo’ sbraitò lui, ‘Non basta il cameriere, anche i bagnini’

-‘Oooooooooooooooo, sìììììììììììììììììììììììììììììì, godoooooooooooooooo, vengooooooooooo’ urlò a quel punto Paola, all’apice del suo ennesimo orgasmo, mentre i due ragazzi la inondavano della loro sborra.

-‘Tu stare buono, altrimenti noi picchiare te’ disse ad un certo punto uno dei due, mentre si facevano avanti minacciosi dopo essere usciti dai buchini di Paola, che colavano della loro sborra. Erano ben messi fisicamente e Luca dovette retrocedere, per paura di penderle.

-‘Puttana bianca noi chiamato e lei piace chiavare’ aggiunse l’altro, con un italiano incerto quanto il primo, ‘se tu non buono, noi ti inculare dopo picchiato’ aggiunse, mentre prendeva il costume e se ne andava assieme al compare.

-‘Ma perché lo fai ?’ disse Luca, a quel punto, con fare piagnucoloso, ‘prima i doganieri, poi il fattorino, il cameriere, i negri’

-‘Amore, io ti amo, ma tu hai un cazzettino che neppure sento quando mi penetri, io ho bisogno di altro’ rispose, ‘io voglio godere, voglio sentirmi penetrata, domata. Cose che tu, amore non riesci a fare. Dai, ora andiamo a fare un tuffo e poi andiamo al ristorante’ e si avviò lungo la spiaggia verso la riva.

Paola e Luca nuotarono per un po’. Poi, rinfrescati, ritornarono al loro ombrellone. Lei si annodò il pareo attorno ai fianchi, si mise cappello occhiali e sandali e si avviarono verso il ristorante della spiaggia, che era self service. Dopo essersi serviti si sedettero ad un tavolo ed iniziarono a parlare.

-‘Sai, amore, oggi pomeriggio vorrei fare un’esperienza nuova’ esordì Paola.

-‘Ah, sì, e cosa vorresti fare ?’ chiese Luca.

-‘Sai, mi hanno detto che c’&egrave un tizio che noleggia dei cammelli e vorrei provare a fare un giro. Vieni anche tu ?’

-‘Sì, potrebbe essere divertente’

-‘Oh, si mi hanno detto che ci si diverte un sacco’ finì Paola.

Poi, finito di pranzare, si diressero alla loro camera, dove, dopo una veloce doccia, si stesero a riposare. Quando vennero le quattro, si rivestirono ed uscirono, dirigendosi verso i cammellieri. Quando arrivarono, uno di loro di fece avanti e li guidò verso un gruppo di cammelli che sembravano in condizioni migliori degli altri. Paola era vestita alla maniera tradizionale araba, con dei larghi pantaloni a sbuffo, una camicetta trasparente e, sopra il tutto, un mantello con il cappuccio. Il conduttore li fece montare sui cammelli, spiegò loro come sedersi e disse di non preoccuparsi altro che di rimanere in sella, mentre lui avrebbe condotto i cammelli. Poi montò sul suo, prese tutte le briglie e si avviò verso l’interno dell’isola. Stavano trotterellando da un po’ quando, di colpo, da dietro un piccolo boschetto, spuntò un gruppo di una decina di cavalieri con delle scimitarre e dei fucili in mano. Li circondarono velocemente, minacciandoli con le armi, presero in mano le redini dei cammelli e li trascinarono via. Luca, dallo spavento era diventato bianco. Paola, invece, supponendo che quella fosse la sorpresa di Ibrahim, iniziò a sentire un calore al basso ventre e la sua passerina che si bagnava.

Dopo meno di cinque minuti, arrivarono ad un accampamento dove si fermarono, smontarono di sella, fecero abbassare i cammelli e, prendendoli bruscamente per le braccia, li portarono dentro la tenda più grande. Il posto era riccamente arredato con arazzi cuscini, tappeti. In un istante, ebbero 10 uomini armati che li strattonavano. A quel punto, entrò un omone con una grossa pancia che urlò qualcosa, al che, con abili colpi di coltello, furono denudati e legati. Paola fu scaraventata, legata mani e piedi, nuda, davanti al pancione, mentre Luca, nudo pure lui, fu legato ad uno dei pali della tenda. In un attimo, gli uomini furono tutti nudi, ostentando dei bei cazzoni in piena erezione. Il più grosso di tutti era dell’omone ultimo entrato. Stavano per lanciarsi tutti addosso a Paola che, a quel punto, ebbe un po’ di paura quando l’omone li fermò con un urlo. Poi prese un coltello e si avvicinò a Paola. Lei iniziò a tremare dalla paura e dall’eccitazione, ma lui le tagliò semplicemente i legacci. Lei rimase libera ma distesa e nuda. Aveva un po’ di timore a muoversi quando l’omone le si avvicinò, le diede la mano e l’aiutò ad alzarsi, salvo poi, sbatterla su un paio di cuscini riccamente ricamati e stendendosi al suo fianco.

Con le sue manone iniziò a carezzarla ed esplorarla tutta. Lei era tutto un brivido, i capezzoli turgidi, la passerina allagata. L’uomo continuava a carezzarla, leccarla, succhiarle i capezzoli, poi si dedicò alla patatina, iniziando a leccarla, a penetrala con la lingua, poi con un dito mentre le infilava un altro pure nel culetto. Paola a quel punto godeva ed ebbe un primo orgasmo, ma l’uomo continuò con la dolce tortura, mentre a Luca si era rizzato il cazzetto nel vedere sua moglie godere fra le braccia di un altro. Quando videro l’affarino di Luca, gli altri uomini presenti sotto la tenda scoppiarono tutti in una fragorosa risata, iniziando a parlare e darsi colpi di gomito, indicandolo.

Nel frattempo, l’omone aveva infilato i suoi 25 cm dentro la micetta di Paola, la quale stava godendo come una matta mentre l’uomo la pompava. Paola iniziò ad avere orgasmi a ripetizione ma l’uomo non dava segni di cedimento, la fece cambiare posizione più e più volte, mentre lei urlava tutto il suo piacere. Dopo un tempo infinito, finalmente le scaricò nella passerina un fiume di sborra poi, con l’uccello ancora sporco, si diresse verso Luca, lo fece inginocchiare e gli mise il suo cazzone in bocca per farselo ripulire. Lui cercò di resistere ma, alla vista di un coltello esibito da uno degli altri, si mise diligentemente all’opera, procurando l’ilarità di tutta la compagnia.

Nel frattempo, dopo che il capo ebbe lasciato il campo libero, altri iniziarono a leccare, succhiare, penetrare Paola. In un attimo si trovò inginocchiata ed a quattro zampe con un cazzo in mano da segare, uno in bocca da succhiare ed uno in culo che la pompava con decisione. Paola ebbe ancora altri orgasmi, oramai gli uomini si davano il cambio con regolarità in tutti i suoi orifizi. Ognuno di loro voleva il servizio completo, bocca, figa, culo. Ed ogni volta, come finivano, mentre la abbandonavano sui cuscini poi andavano da Luca a farsi ripulire. Dopo più di tre ore e dopo che tutti la ebbero scopata per bene e Luca ebbe ripulito per bene tutti i cazzi, il capo si stese sui cuscini con Paola al suo fianco, un braccio attorno alle sue spalle e diede un ordine.

Di lì a poco entrarono alcune ragazze giovani, vestire con abiti trasparenti da danzatrice ed iniziarono a servire a tutti t&egrave e dolci tipici. Il capo, nel frattempo accarezzava delicatamente Paola.

-‘E questo &egrave appena l’inizio, bella signora’ disse, in un buon italiano, ‘ti piace ?’

-‘Oh, sì , mi piace tantissimo’.

-‘Bene, perché ora godrai ancora di più’ concluse.

Poi l’uomo si stese e la fece prendere il suo bastone in bocca. Man mano che Paola iniziava a succhiare, la bestia si risvegliava. Quando fu in piena erezione, l’uomo ordinò a Paola di impalarsi in uno smorzacandela. Paola diligentemente eseguì ed iniziò ad andare su e giù, facendo quasi uscire quel palo e poi calandosi fino a farlo affondare del tutto. Andò avanti per un bel po’, oramai tutti si erano riposati e si stavano riprendendo. Mentre lei andava su e giù, l’omone iniziò a torturarle il clitoride ed i capezzoli. Paola stava riprendendo a godere. Poi una mano la spinse in avanti e sentì qualcosa che spingeva sul suo buchetto. Prima che potesse aprir bocca, un altro cazzone le entrò nel culetto. Ora aveva due cazzi enormi che la sbattevano con foga. Lei venne ancora ed ancora, il suo oramai era un godimento continuo. I due che stavano dentro di lei vennero e si sfilarono. Lei non fece in tempo a sentire il vuoto che immediatamente altri due uccelloni la riempirono. A turno, oramai, tutti la scopavano in figa ed in culo, aveva sempre due cazzoni enormi piantati dentro di sé. Qualcuno, contemporaneamente si faceva pure fare la spagnola, sborrandole poi in bocca o sulle tette. Nel frattempo era scesa l’oscurità. Lei perse il conto di quanti l’avevo penetrata e pure perse la nozione del tempo.

D’un tratto, si ritrovò distesa, senza nessuno dentro di lei, piena di sperma in figa, in culo, sopra il corpo. Si guardò attorno e vide che gli uomini stavano oramai quasi tutti distesi, stanchi, sudati. Solo due si stavano dando da fare. Ma lo facevano con Luca. Lui era a quattro zampe e, mentre uno gli teneva il cazzo in bocca, l’altro lo inculava con foga e tutti gli altri ridevano osservando la scena. A quel punto, vedendo il marito in quella situazione, vedendo la faccia che faceva, pure Paola si mise ridere.

Quando tutti ebbero finito, il capo batté le mani ed entrarono due ragazze che condussero Paola in un altra parte della tenda, dove iniziarono a ripulirla, poi, la unsero con olii profumati, le fecero dei massaggi rilassanti e finalmente la riportarono nella parte principale della tenda, sempre completamente nuda.

Appena lei rientrò, arrivò una ricca cena tipicamente araba, cous cous, verdure, arrosto di montone, montone in umido, formaggi, dolci ed ogni altro ben di dio, il tutto servito da una gruppo di ragazze vestite in abiti succinti e leggerissimi, come tante danzatrici da danza del ventre. Paola e gli uomini, invece, erano nudi e stesi sui cuscini, lei praticamente addosso al capo con un altro di quei bei maschioni che la riempiva di attenzioni dall’altra parte. Finito che ebbero di cenare, la ricoprirono con un bellissimo mantello ricamato con un cappuccio in sostituzione degli abiti che avano distrutto durante la rappresentazione del rapimento, diedero dei vestiti pure a Luca e li accompagnarono in macchina fino in albergo. Oramai era notte inoltrata quando si coricarono senza scambiarsi una parola. Paola aveva goduto in modo incredibile, mentre Luca era stato umiliato oltre ogni livello.

Al mattino seguente, quando si svegliò, Paola vide che Luca non c’era. Mentre stava pensando se alzarsi o meno, sentì qualcuno entrare e poi salire le scale. Lei, al solito, era distesa nuda sul letto e non fece nulla per coprirsi. In effetti, era Ibrahim che portava la colazione. Oramai, non aveva neppure bisogno di ordinarla. Il cameriere sapeva perfettamente come comportarsi. Infatti, depose il vassoio su un tavolino in terrazza, poi rientrò e si denudò, mettendo in mostra la sua mazza già ben eretta. Poi si sedette su una poltroncina e fece cenno a Paola di impalarsi su di lui, cosa che lei fece con estremo piacere e con un mugolio di godimento.

-‘Allora, piaciuta la sorpresa di ieri ?’ le chiese, mentre la faceva muovere lentamente su e giù.

-‘Oh, s’, &egrave stata una cosa splendida. Mi hanno fatto godere come non avevo mai goduto prima’ rispose lei, fra un mugolio di piacere ed un sospiro, ‘forse a mio marito sarà piaciuto un po’ di meno’.

-‘Non credere’ rispose, ‘in questo momento &egrave in spiaggia che si sta facendo inculare da uno dei bagnini’.

A Paola venne da ridere e le contrazioni dovute alla risata attorno al quel bel cazzone che la riempiva per bene iniziarono a farla godere ancora di più.

-‘Ma come hai fatto ad organizzare una cosa come quella ?’ chiese lei, continuando ad andare su e giù lentamente.

-‘Nulla di più semplice, il capo &egrave mio padre’ rispose lui, sorridendo.

-‘Porco’ fece lei, con un sorriso e dado un pugnetto sul petto di Ibrahim, ‘lo sai che all’inizio mi sono spaventata per davvero. Poi ho capito che quella era la sorpresa che mi avevi preparato. E capisco pure da dove hai preso quel bel cazzone che hai’

-‘Ho capito subito che te piace scopare e ti piacono i cazzi grandi, quindi ho dovuto selezionare per bene i ragazzi che hanno partecipato. Mica tutti hanno arnesi come il mio o quello di mio padre’.

-‘Ma dimmi, io non capivo nulla, quindi non ho visto tranne l’inizio e la fine, ma quanti cazzi ha preso mio marito in culo?’.

-‘Da quello che mi hanno detto, almeno tre o quattro. Ma ha pure ripulito tutti i cazzi per bene con la bocca. E più di una volta’ fece ridendo.

In quel momento, rientrò Luca con una faccia sorridente, ma si rabbuiò subito, vedendo che Paola stava cavalcando il cameriere.

-‘Cosa stai facendo ?’ chiese, brusco.

-‘Mi sto facendo una scopata divina. Ibrahim ha un cazzo bellissimo e lo sa usare proprio bene. Lo rimpiangerò proprio, quando saremo ritornati a casa’ rispose lei, continuando ad andare su e giù sull’uccellone di Ibrahim.

-‘Ma dimmi, ti sei divertito ieri sera ?’ chiese ancora lei, con fare divertito,

-‘Per nulla, mi hanno fatto leccare cazzi, mi hanno inculato senza alcuna preparazione, mi hanno umiliato oltre ogni dire’ rispose lui, imbronciato.

-‘Davvero ? Ma se ti avessero messo della vasellina, le inculate ti sarebbero piaciute ?’ chiese lei, con un sorrisetto malizioso. Lui divenne rosso come un peperone e chinò la testa.

_’Allora la risposta &egrave sì, vero ?’ aggiunse lei, con fare malizioso, ‘lo so, sai, che stamattina sei andato a farti inculare in spiaggia’.

Luca, a quel punto si mise a piangere disperatamente.

-‘Non so più cosa sono, non so più cosa fare. Io ti ho sposato perché pensavo tu mi amassi. Io ti amo ma so di non poterti soddisfare. Ma poi questa cosa di ieri ‘.’

-‘Ma io ti amo, caro. Io non faccio nulla di nascosto, vedi’ fece lei, mentre continuava, imperterrita, a farsi scopare dal tunisino.

Paola ed Ibrahim continuavano la loro scopata mentre Luca, oramai rassegnato, tirava fuori il suo cazzetto, diventato quasi duro, ed iniziava a segarsi guardandoli. Vedendolo, Paola si eccitò ancora di più ed accelerò il ritmo, avendo subito un orgasmo, poi un altro ed un altro ancora. Alla fine Ibrahim la fece alzare, la portò in terrazzino ed iniziò a scoparla sopra il muretto. Lei venne ancora alcune volte ed infine venne pure Ibrahim. Venne pure con uno schizzetto pure Luca. Ibrahim, con la sua mazza ancora bella in tiro si avvicinò a Luca, gliela mise in bocca e se la fece ripulire per bene con la lingua. Poi si rivestì e se ne andò. Paola, appena furono soli, andò ad abbracciare Luca per consolarlo e poi fece colazione. Alla fine andò a lavarsi.

-‘Andiamo in spiaggia oppure in piscina ?’ chiese lei, ritornando dal bagno, nuda e gocciolante.

-‘Io preferirei la piscina. Mi vergogno di andare in spiaggia’ rispose lui, rosso in viso.

-‘Perché, amore ? Perché ti sei fatto inculare dai bagnini?’

-‘Sì, cara’ rispose lui sempre più rosso in viso ed abbacchiato.

-‘Bene, andiamo in piscina, allora’ fece lei, annodandosi il pare attorno ai fianchi ed uscendo con il seno nudo.

‘Ma cara …’ tentò di obiettare lui.

-‘Su, su, tanto gli uomini mi hanno vista tutti nuda e qualcuno mi ha pure scopato, cosa vuoi che sia’ rispose lei , avviandosi.

Lui la seguì, un po’ abbacchiato. Come si sistemarono sotto un ombrellone vicino alla piscina, lei si tolse il pareo e si tuffò nuda nella piscina. Nuotò un po’, poi si mise a galleggia con gambe e braccia aperte. Gli uomini la guardavano vogliosi, mentre le rispettive mogli tenevano il broncio. Ma nessuno di quelli sposati ebbe l’ardire di avvicinarsi, pur ostentando alcuni delle discrete erezioni. Infine, un tizio che stava da solo sotto un ombrellone si alzò e, quasi in modo casuale si avvicinò al bordo della piscina e si tuffò. Emerse in mezzo alle gambe di Paola. Lei si riprese, si mise in verticale e lo guardò divertita, ma poi, con un guizzo, si voltò e nuotò verso il bordo, issandosi e dirigendosi al proprio ombrellone. Il tizio rimase lì con un palmo di naso ed a qualcuno venne da ridere. Si udirono degli sghignazzamenti quando lui ritornò al suo posto.

-‘Hai visto caro ? Non mi faccio scopare da tutti, solo da chi voglio io’ disse bassa voce a suo marito, mentre si asciugava rimando in piedi senza coprire alcunché. Infine si distese sul suo lettino, con il culetto al vento, invitando il marito a spalmarle la crema solare.

Rimasero lì in piscina per un paio d’ore, andando ogni tanto a tuffarsi, lei sempre nuda. Poi, alla fine, si annodò il pareo, prese cappello ed occhiali e, a seno nudo, andò con il marito al ristorante sulla spiaggia. Quando si accomodarono, dopo essersi serviti al self service, il tizio della piscina si avvicinò con fare minaccioso.

-‘Senti, brutta troia, mi hai fatto fare una figura di merda’ esordì, piantandosi a gambe larghe davanti a loro.

.’Lo so, &egrave quello che ti meriti’ rispose Paola, guardandolo dal basso in alto, abbassandosi gli occhiali.

-‘Senti, troia, io ti ho già scopato, alla faccia del cornuto che sta con te’ fece lui, cercando di darsi un contegno.

-‘E allora ? Quella volta mi andava di scopare, ora no. Dai, smamma’ fece lei, accompagnando le parole con un eloquente gesto della mano.

Il tizio, incazzato nero, cercò di metterle le mani addosso ma si fecero immediatamente avanti due camerieri che lo presero per le braccia e lo trascinarono via. Uno di quelli era Hassan, che le strizzò un occhio. Finito di pranzare, si ritirarono in camera a riposare. Ad un certo punto, Paola si tirò su e guardando Luca gli disse :

-‘Amore, ho voglia di scopare. Credo che chiamerò Faisal, chiedendogli di portarmi da suo padre’.

-‘Allora, i vestiti sono il pagamento per le scopate ?’ fece lui di rimando.

-‘Su, dai , caro, non prendertela. Sono stati grandiosi, mi hanno scopata solo in due ma mi hanno fatto godere tantissimo. Se vuoi dico che vieni anche tu, così gli pulisci gli uccelli e poi magari qualcuno ti incula pure’.

-‘No, grazie, per oggi basta così. Se vuoi, vai pure, io resto in albergo’ fece lui.

Paola tirò fuori il bigliettino che il padre di Faisal le aveva dato e chiamò quel numero. Quando parlò in italiano, la riconobbero subito. Al che si misero d’accordo che Faisal sarebbe passato di lì a un’ora. Paola, eccitatissima, si lavò, si profumò e, come unico vestito, indossò il mantello che le avevano dato la notte precedente, chiudendolo per bene. Quando Faisal arrivò, montò in macchina con lui e lasciò che il mantello si aprisse completamente, mostrandogli che era completamente nuda. Lui, dalla sorpresa, per poco non uscì di strada. Posteggiarono sul retro del negozio del padre e lei, dopo aver richiuso il mantello gettando un lembo sopra la spalla, lo seguì. Entrarono dal retro e Faisal la fece accomodare nella stessa stanza della volta precedente. La lasciò sola per un attimo. Quando rientrò, accompagnato dal padre, lei lasciò cadere il lembo del mantello e lo sbottonò sul collo, lasciandolo cadere a terra e rimanendo completamente nuda davanti ai due uomini.

Faisal l’aveva già vista così non rimase sorpreso, cosa che invece accadde al padre. Comunque, entrambi avevano delle signore erezioni e Paola, senza dire una parola, s’inginocchiò davanti a loro, estraendo i loro cazzi ed iniziando a succhiarli avidamente. Dopo un primo istante di sorpresa, comunque si ripresero immediatamente e si denudarono pure loro mentre Paola continuava a succhiare e segare i loro membri. Poi, uno per parte, la presero e la fecero adagiare sui cuscini, iniziando a lavorarla di lingua. Mentre il padre le leccava la micetta, già decisamente allagata, penetrandola con la sua lingua, Faisal si dedicava ai suoi capezzoli, leccandoli, mordicchiandoli. Paola, con quel trattamento, dopo pochi istanti venne ma gli uomini continuarono imperterriti.

-‘Oh, diooo, sììììììììììì, prendetemi, scopatemi, vi prego!’ iniziò a dire, ma niente, loro continuarono con carezze e leccate. Pola ebbe altri orgasmi, prima che gli uomini decidessero di smettere quella dolce tortura.

Poi, finalmente, si staccarono da lei e la fecero mettere inginocchiata a succhiare il cazzone del padre mentre Faisal le si metteva dietro ed iniziava a trapanarle la fighetta con decisione. Paola obbe altri orgasmi ma non poteva emettere che mugolii, visto che la sua dolce boccuccia era impegnata dall’obelisco dell’uomo. Dopo un po’, gli uomini cambiarono posizione. Paola , sempre con due cazzi, uno nella passerina ed uno in bocca, godeva da morire. Gli uomini andavano avanti, trapanandola con decisione, poi, prima di venire, si fermavano, poi riprendevano, poi si fermavano, cambiavano posizione mentre Paola oramai era una bambola di pezza nelle loro mani o devo dire, fra i loro cazzoni. Ad un certo punto, il padre, che al momento era dietro a lei, uscì dalla sua patatina le affondò il suo enorme palo di carne nel culetto con decisione. Paola ebbe un sussulto ma, con la bocca piena del cazzo di Faisal non pot&egrave dir nulla. L’uomo iniziò a trapanarla con decisione. Ad ogni colpo, poi, il cazzo di Faisal le affondava in gola, Infine, il padre le venne nel culetto e si sfilò. Immediatamente, Faisal la fece voltare e la penetrò deciso in figa e, dopo pochi colpi la riempì pure lì.

Giacquero tutti e tre stanchi sui cuscini, Paola con la sborra degli uomini che le usciva dai buchetti sfondati.

-‘Oh, vi amo tutti e due, &egrave stato bellissimo’ fece lei, quando riprese fiato.

-‘Ma non abbiamo mica finito’ le rispose il padre, prima di battere le mani.

-‘Ma quanta energia avete, mi avete sfinito’ rispose lei.

-‘Ora ci riposiamo un po’, mangiamo qualcosina e poi riprendiamo’ fece l’uomo.

Nel frattempo entrò una ragazzina alla quale lui disse qualcosa. Dopo alcuni minuti, la ragazzina rientrò portando un vassoio con te, dolci e pasticcini vari, dei quali i tre iniziarono a servirsi.

-‘Che carina, chi &egrave ?’ chiese Paola curiosa, fra un boccone e l’altro.

-‘E’ una delle mie figlie, con la terza moglie’ rispose l’uomo.

-‘Ma quante mogli hai ? E quanti figli?’

-‘Ho quattro mogli, come prescrive il Corano, la prima ha la mia età e la più giovane ha 19 anni, e poi alcune amanti. In tutto ho una ventina di figli, di cui Faisal &egrave il maggiore. Il più piccolo, della mia ultima moglie, ha tre anni. L’ho sposata che ne aveva 15’

-‘E vedono spesso spettacoli come questo ?’

-‘Non spesso come piacerebbe a me, ma sì, almeno due o tre volte a settimana’ rispose l’uomo con un sorriso.

-‘E le tue mogli non dicono nulla ?’

-‘Certo che no, anzi, sono contente, se no dovrebbero sopportare questo ogni giorno anche più volte al giorno. E tuo marito che dice?’

-‘B&egrave, sai, lui ha un cazzetto da nulla, circa 10 cm e grosso 2 e quando me lo infila dentro io non sento nulla, così ho iniziato a cercare in giro’.

-‘Bene, ora ne hai due belli a tua disposizione. Anzi, aspetta che chiamo uno dei miei ragazzi, che devo svezzare’

-‘Oh, sì sarebbe bellissimo. Speriamo che abbia un cazzone come il tuo’ fece Paola, con gli occhi che le brillavano.

Faisal si alzò e ritornò di lì a poco con un bel ragazzo muscoloso di 17 o 18 anni. Appena questi si spogliò, Paola poté ammirare un cazzone di almeno 22 o 23 cm, e di almeno 8 cm di diametro.

-‘Ma siete tutti superdotati in famiglia’ fece lei, gattonando sui cuscini fino al ragazzo e prendendoglielo in bocca.

Iniziò a spompinarlo, golosa, mentre Faisal le si metteva dietro e le penetrava la fica in modo deciso. I due iniziarono a scoparla, uno in bocca, l’altro in figa. Il giovane si dava da fare con energia quando il padre lo fermò e gli disse qualche parolina in arabo. Il ragazzo annuì e lasciò il posto al padre.

-‘Gli ho detto di rallentare, altrimenti viene subito e non soddisfa la donna’ chiarì l’uomo, mentre lei iniziava a succhiargli il cazzo per bene.

A quel punto, Faisal si sfilò e lasciò il posto al fratello, che iniziò a martellarle la patatina con foga rinnovata, mentre Faisal lo controllava e gli dettava il ritmo. A quel punto il ragazzo rallentò il suo ritmo. Ma Paola iniziò a godere, già sensibilizzata dalle scopate precedenti, e non aveva più il controllo del suo corpo. Infine, i tre uomini iniziarono a ruotare. Paola aveva sempre tre cazzi dentro, uno in bocca, uno nella fighetta ed il terzo nel culetto. Andarono avanti per un bel po. Il primo a venire fu il ragazzo giovane ma il suo cazzo non dette segni di cedimento, e non appena lei glielo ripulì per bene, riprese immediatamente la consistenza di prima. Paola era in estasi, aveva perso il conto degli orgasmi, ma continuava a sentirsi presa da tutte le parti. Stava con gli occhi chiusi, l’aria sognante, tre bei cazzoni che la tenevano sempre piena. La doppia penetrazione oramai continuava da un tempo interminabile, anche se gli attori cambiavano in continuazione, ricorrendo a tutte le tecniche per non venire subito. Alla fine, comunque, vennero tutti e le riempirono nuovamente tutti i buchi. Poi, un po’ alla volta, uscirono da lei, al che lei giacque, sfinita, sui cuscini.

-‘Soddisfatta, bella signora ?’ chiese il padre.

-‘Oh, sì, mi avete distrutto ma ho goduto tantissimo, ancora di più della volta scorsa’ rispose lei, con un filo di voce, mentre giaceva supina, le gambe ben aperte.

-‘Vuoi ancora ? Ho ancora alcuni figli che potrebbero soddisfarti’ fece l’uomo.

-‘No, per favore, non e la faccio più, sono stanca morta e poi dovei ritornare in albergo’ rispose lei.

-‘E’ un peccato che tu non voglia provare anche gli altri miei figli’.

-‘Magari un’altra volta. Chissà, se qualcuno viene in Italia, lo potrei ospitare a casa mia’ fece Paola.

-‘Forse mando qualcuno a studiare in Italia’ rispose allora l’uomo.

Quando furono riposati, vennero chiamate alcune ragazzine che presero Paola per mano e la portarono in un’altra stanza dove la lavarono, la unsero, la massaggiarono, la profumarono, Fu un trattamento che le fece sparire tutte le fatiche. Le rimaneva soltanto la memoria del piacere assoluto che aveva avuto. Poi la riportarono dal padre. Nella stanza qualcuno aveva disposto altri vestiti per lei.

-‘Prendi quello che vuoi’ fece.

-‘No, guarda, ho tutto quello che voglio. Non sono venuta qui per i vestiti ma per i vostri bei uccelloni’ rispose Paola.

-‘Lo so, ma prendi questo vestito’ le disse, mostrandole un abito splendido, riccamente ricamato, ‘ questo’ e le allacciò al collo una splendida collana di argento e corallo, ‘così ti ricorderai di noi’.

-‘Non era necessario, mi ricorderò sempre di voi, ma grazie comunque, fece lei. Poi indossò soltanto il mantello con cui era arrivata, tenendo la collana al collo e prendendo l’abito che le avevano regalato. Prima di andare, però, gli diede il su numero di telefono.

Faisal l’accompagnò in albergo, dove giunse che erano oramai le dieci di sera. Aveva passato quasi sei ore con quegli uomini, godendo come una matta. All’arrivo, Luca l’attendeva in camera.

-‘Ciao, amore’ fece lei entrando e dandogli un bacio, ‘come hai passato il pomeriggio’.

-‘Ciao, io sono stato bene e mi sono riposato. E tu come te la sei passata ?’

-‘Oh, in modo meraviglioso’ rispose lei, togliendosi il mantello e rimanendo nuda con la collana.

-‘Hai fatto altri acquisti ?’

-‘No, amore, ti ho solo messo altre corna con tre uomini che mi hanno scopato fino a farmi quasi svenire. Poi mi hanno regalato questa collana e questo vestito’

-‘Indubbiamente, ti hanno pagato per bene’.

-‘No, caro il mio cornuto, sono dei regali. Che ne dici se andiamo al ristorante così ?’

-‘Come, nuda ?’

-‘Certo !’

-‘No, ti prego’

-‘E va bene, oggi mi vesto, anche perché sono proprio sfinita. Oggi, dopo cena, torniamo in camera, non ce la farei a fare un’altra serata come le precedenti’.
Capitolo 4 ‘ Venerdì e sabato

La sera precedente avevano lasciato il biglietto fuori dalla porta ordinando la colazione in camera. Così, al mattino, come al solito, Ibrahim entrò con il suo passepartout, predispose la colazione sul terrazzino e poi rientrò, si spogliò ed iniziò a dedicarsi a Paola, iniziando a leccarle la patatina ed a stuzzicarle i capezzoli. Le stava succhiando il clitoride quando Paola si svegliò, tutta bagnata, dopo aver avuto un orgasmo in sogno, in cui sognava di essere penetrata da dei cazzoni giganteschi. Aprì gli occhi e vide Ibrahim che si sollevava e la penetrava con fare deciso. Iniziò a scoparla con foga, mentre lei mugolava dal piacere. Il fatto che il letto si muovesse tutto più i rumori, svegliarono Luca di soprassalto.

-‘Oddio, che succede ?’ esclamò, balzando a sedere sul letto.

-‘oh, mm, nulla, ahhh, amore, ooooh, nulla, mmmm, vai pure, ahhh, a fare, mmmm, colazione, ohhhh’ rispose lei, sobbalzando ad ogni colpo di Ibrahim.

Luca si alzò ed andò in terrazza, sedendosi all’ombra ed iniziando a fare colazione, mentre Paola continuava a godere del cazzone di Ibrahim, che la faceva godere un sacco. Cambiarono più volte posizione, lui sopra, poi lei sopra. Infine, lui, tenendola infilzata con il suo cazzone, la alzò, lei con le gambe attorno ai suoi fianchi, e la portò in terrazza, dove si sedette, con lei sempre infilzata che saltellava, godendo. Alla fine, venne pure lui ma rimase dentro di lei per un bel pezzo, con l’uccellone che non voleva saperne di uscire da quel caldo ed accogliente antro. Alla fine, lei si alzò ed andò a sdraiarsi sul lettino, la sborra che le colava giù dalla fighetta, Ibrahim si alzò pure lui e si piantò davanti a Luca che iniziò a pulirgli il cazzo per bene, leccandoglielo a lungo e lasciandolo lucido della sua saliva. Poi Ibrahim se ne andò ed i due continuarono a fare colazione.

-‘Amore, oggi vorrei andare in spiaggia. E non dirmi di no’ esordì.

-‘Ma che figura ci faccio ?’.

-‘La solita, cornuto sei e cornuto resti. Poi ti piace pure prendere cazzi in bocca ed in gola, per cui, non discutere’

-‘Va bene, amore’ fece, rassegnato.

Lei, con il solito pareo annodato in vita e basta si avviò, mentre lui prese la borsa con asciugamani, creme ed altri ammennicoli, e la seguì. Giunti in spiaggia, si sistemarono, come gli altri giorni, in un angolo defilato, lontano dagli altri. Per prima cosa si misero le creme solari e poi si stesero a prendere il sole, lei, ovviamente, nuda. Dopo un po’ si avvicinò il tizio del giorno precedente. Si mise davanti a Paola.

-‘Scusa per il mio comportamento di ieri, mi sono comportato da stronzo. Posso stare qui con te ?’ fece.

-‘Ora che ti sei scusato, certo. Amore, vai a fare un giro che devo parlare con il signore’ concluse rivolta a Luca che, obbediente, si alzò e se ne andò.

-‘Così lo tratti ?’ fece il tizio sorridente, ‘comunque io mi chiamo Aldo e sono italiano come voi’.

-‘Io sono Paola’ fece lei, sempre stesa supina, senza voltarsi.

-‘Oh, lo so, sei la donna più famosa dell’albergo, la più amata dagli uomini e la più odiata dalle donne’. Fece lui. Paola fece una risatina.

-‘Immagino’ disse Paola, ‘comunque, cosa ti porta da me ?’

-‘Se devo essere sincero fino in fondo, la voglia di scoparti’

-‘E sei attrezzato per farlo ?’ chiese lei, sorniona. Lui, senza dire una parola, si abbassò il costume e tirò fuori una bella mazza di oltre 20 cm e pure bella grossa.

-‘E’ abbastanza per attirare la tua attenzione ? Non &egrave come quella del negrone di qualche giorno fa, ma penso che possa fare il suo dovere’ disse, dopo essere rimasto nudo davanti a lei.

-‘Mmmm, non male, davvero’ disse Paola, alzandosi a sedere sul lettino e prendendola in mano, ‘Ed ha pure una bella consistenza’ aggiunse, prendendola in bocca.

-‘Piano, piano, bisogna prima passare per i preliminari’ rispose lui, sfilando il cazzone dalla bocca di Paola e facendola stendere. Poi si mise vicino a lei ed iniziò a leccarla sulla nuca, dietro le orecchie, gli occhi, le labbra, mentre con la mano le carezzava la schiena.

-‘Io non voglio scoparti, voglio farti godere, sentire sensazioni mai sentite prima’ le sussurrò all’orecchio, mentre continuava con le carezze e le toccatine leggere nei punti erogeni.

-‘Oooooooooooooohhhhhhhhhhh, sìììììììììììììììììììììì’ sussurrò lei con un sospiro.

Lui continuò delicatamente per lungo tempo, con i bacini e le carezze. Paola era tutta un brivido. Le toccava l’interno delle ginocchia, le carezzava l’interno delle cosce, poi la fece voltare ed iniziò a carezzarle il seno a darle piccoli colpi di lingua sui capezzoli, a leccarle l’ombelico. Non era ancora arrivato alla passerina che lei aveva già avuto un primo orgasmo. Ma lui continuò imperterrito a leccarle l’inguine, la passerina, succhiarle il clitoride mentre introduceva un dito nella patatina ed iniziava a massaggiarle la zona attorno al punto G. Paola venne ancora con un urlo. Era scossa da brividi ed il suo piacere stava toccando vette ancora inesplorate, pur senza aver ancora preso cazzo. Ma Aldo, a quel punto, ritenendola, a ragione, cotta a puntino, si posizionò sopra di lei, prendendole le gambe sopra le spalle e la penetrò con decisione, fermandosi per assaporare tutto il piacere di una calda vagina pulsante. Poi, iniziò ad andare su e giù con dei movimenti circolari, facendola sentire ancora di più il suo membro dentro. Paola a quel punto, oramai non capiva più nulla e godeva in continuazione. Il suo era un mugolare indistinto e continuo, che saliva sempre più di tono. Ma Aldo la fece ambiare posizione più volte. Ed ogni volta toccava dei punti nuovi. Ed il piacere di Paola aumentava sempre di più, fino a che, finalmente le venne dentro. Rimasero incastrati sul lettino ancora per un po’. Poi lui si sfilò. Quando avvertì la sensazione di vuoto, lei aprì gli occhi e vide Luca che li guardava, seduto sull’altro lettino, il cazzetto in mano, che se lo stava menando.

-‘Caro, ora pulisci per bene il pisellone di Aldo’ ordinò, con un filo di voce.

Luca, ubbidiente, s’inginocchiò davanti ad Aldo e gli pulì il cazzo con la lingua, poi si mise davanti a Paola e ripulì pure la sua fighetta del seme di Aldo, ingoiando poi il tutto.

Aldo si stese sull’altro lettino, esausto, mentre Luca, rimasto lì, si sedette sulla sabbia.

-‘Lo hai istruito per bene’ fece, ad un certo punto, Aldo.

-‘Oh, no, in realtà lo hanno fatto alcuni arabi, minacciandolo con un coltello’ rispose ridendo Paola, ‘ed ora sembra gli piaccia’.

-‘E bravo il cornuto’ esclamò Aldo, guardando Luca ed il suo pisellino.

-‘Ma tu come mai sei da solo?’ chiese Paola, dopo un po’ che stavano stesi.

-‘Sai, ero venuto con una mia amica, sposata, per spassarmela con lei,ma la tizia, dopo un paio di giorni ed una telefonata del marito, ha preso le sue cose ed &egrave tornata a casa. Allora ho deciso di rimanere e riposare per un po’. Ma poi ti ho vista. In una di quelle feste ero uno degli uomini che ti stava attorno, ti ho scopato sia in figa che in culo ed ho visto che ti piaceva prenderlo ma non eri particolarmente esperta’.

-‘Eh, no, sai, all’inizio Luca mi andava bene ma poi, durante la festa di matrimonio mi sono ritrovata scopata da alcuni suoi amici’ disse, accennando con la testa a Luca, ‘e la faccenda mi &egrave piaciuta un sacco, ho iniziato ad apprezzare anche le dimensioni. Poi qui, &egrave stato un crescendo, dai doganieri che mi hanno scopata all’aeroporto in poi &egrave stato un crescendo.’

-‘Ah, era per quello che abbiamo dovuto aspettarvi’ osservò Aldo, con una risata, ‘ma lui che dice ?’.

-‘Oh, lui non dice nulla. All’inizio h provato a protestare ma poi si &egrave adeguato. Per un po’ ha fatto finta di non vedere ma ora ha preso gusto pure a pulire i cazzi dei miei amanti e qualche volta lo prende pure in culo’ concluse Paola con una risata. Luca era rosso dalla vergogna e guardava il pavimento.

-‘Senti, ora vado. Ho prenotato una gita in jeep nel deserto e ritorno domani sera. Ma dimmi un po’. Di dove siete ?’ concluse Aldo alzandosi ed iniziando ad infilarsi il costume.

-‘Noi abitiamo in provincia di Venezia’ fece lei.

-‘Guarda che caso, io sono di Mestre’ rispose lui, ‘allora ci potremo vedere’

-‘Con piacere, così m’istruirai meglio a come godere e far godere un uomo’.

-‘Senz’altro. Ma ne riparliamo, tanto faremo il viaggio assieme’ concluse Aldo, andandosene.

Luca si alzò dal pavimento e si rimise il costume, con fare imbronciato. Fecero un bagno in mare, senza parlare poi, sopo essersi asciugati, si diressero al ristorante della spiaggia per pranzare. Paola era sempre con il solo pareo annodato sui fianchi e con il seno nudo. Le sue tette, come camminava, danzavano nude che era un piacere vedere. Dopo pranzato, ritornarono in camera. La scopata con Aldo le aveva lasciato addosso un’eccitazione tale che voleva scopare ancora per cui, mentre passavano davanti allo sgabuzzino di Ibrahim lei gli fece un cenno e sollevò due dita. Ibrahim annuì. Arrivati in camera, Paola e Luca si spogliarono e si stesero. Dopo un po’ si stentì la porta della suite aprirsi e poi dei passi.

-‘Cos’&egrave ?’ fece Luca, allarmato.

-‘Nulla, amore. E? Che la scopata con Aldo mi ha lasciato un’eccitazione tale che ho chiesto ad Ibrahim di venire con suo cugino’ rispose lei.

-‘Ancora !’ esclamò lui, mentre Ibrahim entrava seguito non da Hassan ma da un ragazzo che lei non aveva visto prima.

-‘Scusa, Paola, ma Hassan non poteva venire ed allora ho chiamato il mio fratello minore’ disse Ibrahim, poi, rivolto a lui, fece, ‘Mohamed, saluta Paola’.

-‘Buon pomeriggio signora’ fece Mohamed, con un inchino.

-‘Su, dai, venite qui. Amore, lascia lo spazio ai ragazzi. Siediti sulla poltrona’.

Luca si alzò dal letto e si diresse, con fare sottomesso, verso la poltrona e si sedette. Nel frattempo gli altri due si erano spogliati e si erano stesi ai lati di Paola. Anche il ragazzino era dotato di una mazza notevole, simile a quella del fratello. Paola li guardò entrambi per bene e poi prese entrambe le mazze in mano ed iniziò a segarle lentamente. Poi, senza un preavviso, i due si scatenarono. La presero e la sbatterono giù, Ibrahim le sfondò la fighetta, Mohamed le cacciò il suo obelisco nella bocca ed iniziarono a scoparla con foga. Paola, all’inizio sorpresa visto che Ibrahim era sempre stato molto gentile con lei, poi iniziò a godersi la violenza con cui la penetravano. Era una cosa diversa, ma forse, addirittura, sentirsi così usata, la fece eccitare di più. Ormai la martellavano senza tregua, scambiando tutti i buchetti, fighetta, culetto, bocca, senza sosta. Sembravano come indemoniati. Erano tutti e tre sudati, Paola godeva in modo esagerato ed aveva orgasmi quasi continui. Poi, ad un certo punto, Lei vide che Luca si era spogliato e si stava mendando il pisellino. Allora fermò i due, si mise in ginocchio sul letto e fece a Luca cenno di avvicinarsi. Lui lo fece e lei, mentre Mohamed le infilava il suo bastone nel culetto, già ben aperto, iniziò a succhiare il cazzetto di Luca. Ibrahim si mise dietro a lui e, con un colpo secco, lo inculò. Luca spalancò gli occhi e fece per urlare, quando Ibrahim gli mise una mano sulla bocca. Andarono così per un po’. Infine, uno alla volta, vennero tutti e tre, prima Luca in bocca a Paola, poi Mohamed nel suo culetto ed infine Ibrahim nel culo di Luca che, a quel punto si mise a piangere.

Paola ed i due tunisini si stesero sul letto a riposare, mentre Luca andò a sedersi in terrazza, sempre in lacrime. Paola fece per andare a consolarlo ma i due la bloccarono. Paola, comunque, teneva le mani sui due cazzoni, carezzandoli. Ad un certo punto, Mohamed, in forza della sua gioventù, aveva 18 anni, iniziò ad averlo si nuovo in erezione. Allora Paola si mosse e lo prese in bocca. Da canto suo, Ibrahim, sull’altro lato della ragazza, iniziò a torturarle i buchetti mentre il suo membro iniziava pure lui a dare segni di risveglio. In breve, i due uomini furono pronti e ripresero a penetrare Paola in tutti i buchi. Iniziarono mettendola di fianco e mentre lei succhiava uno, l’altro la penetrava nella fighetta da dietro, poi la misero a pecorina, cambiando pure i cazzi fra bocca e patatina, La scoparono in tutte le posizioni possibili ancora a lungo, infine Ibrahim si stese con il suo palo che svettava e la fece impalare, attirandola poi verso di sé, così che Mohamed potesse incularla. In quella posizione la muovevano come se fosse stata una bambolina. Lei godeva, godeva, veniva in continuazione, il suo oramai era un urlo costante, fino a che i due uomini si svuotarono in lei. Si sfilarono e chiamarono Luca, che, ubbidiente, pulì per bene i loro cazzi. Poi gli ordinarono di leccare per bene la patatina ed il culetto di Paola. Lui iniziò a farlo con la faccia di uno che stia per andare al patibolo. Infatti, non appena iniziò a leccare la passerina di Paola, Mohamed si mise dietro a lui e lo inculò, iniziando a trapanarlo con foga, fino a venire una terza volta. E poi dovette pure ripulire nuovamente il cazzone di Mohamed. Oramai si era fatto alquanto tardi e gli uomini se ne andarono di corsa a riprendere il lavoro.

Paola e Luca rimasero così soli in camera. Paola pienamente soddisfatta, mentre Luca singhiozzava in silenzio.

-‘Dai, amore, su, non fare così’ disse Paola, stanca di sentirlo piangere.

-‘Fai facile, tu. A te piace prendere quei cazzoni da tutte le parti. Per me, invece &egrave un’umiliazione’ disse lui, tirando su col naso come i bimbi.

-‘Ma non ti dispiace, vero ?’

-‘All’inizio mi dava molto fastidio che tu ti concedessi ad altri uomini, ora ci sto facendo l’abitudine. Passi pure ripulirti la passerina oppure il culetto, anche se lo sperma non &egrave mio, ma incularmi, no, quello non mi piace proprio’

-‘Ma se quando lo fanno ti viene duro il tuo pisellino, amore’

-‘Non &egrave l’inculata in sé, in fin dei conti non mi dispiace e mi eccita, me &egrave l’umiliazione’.

-‘Su, su, non fare il bambinone, nessuno vuole umiliarti, io ti amo’ fece lei infine, abbracciandolo.

Poi, dopo aver riposato, si fecero il bagno, si vestirono ed andarono al ristorante. Dopo cena, si ritirarono a dormire, visto che la giornata era stata piuttosto piena. Non come le giornate precedenti, ma sicuramente non roba da relax, anche se Paola aveva preso soltanto tre cazzi.

Al mattino seguente, Luca andò a fare colazione al ristorante mentre Paola rimase ad aspettare la colazione in camera che, come al solito, le fu portata da Ibrahim. Lei quel giorno lo aspettava sul lettino della terrazza, le gambe spalancate e l’eccitazione che montava man mano che il tempo passava. Verso le dieci, finalmente, entrò Ibrahim con la colazione, che depose sul tavolino, poi si spogliò e si avvicinò a Paola, il suo bel cazzone che puntava verso il cielo. Paola, oramai con la micetta ridotta ad un lago, fremeva dalla voglia di sentirsi penetrare da quel affare splendido. Lui rimase lì per un po’ e poi, fatta alzare, le alzò una gamba e, sbattendola contro il muretto della terrazza, la penetrò con fare deciso. Allagata com’era, entrò in lei come una lama calda nel burro. Iniziò a sbatterla con fare deciso. Paola iniziò a godere e lui la fece cambiare posizione, mettendola a pecorina, il busto che sporgeva in fuori, sopra il muretto ed riprese a martellarle la figa. La trattava in modo rude e Paola si eccitava sempre di più. Cambiarono più volte posizione, in piedi, distesi sul lettino, lei sopra poi lui sopra, davanti e dietro. Il godimento di Paola era continuo oramai. Infine dopo un tempo che parve infinito ma sempre troppo presto, Ibrahim venne, inondandole la passerina della sua sborra. Paola chiamò Luca che, nel frattempo era rientrato. Lui, diligentemente, prima pulì il cazzo del tunisino e poi leccò tutto quello che usciva dalla patatina di Paola. Quando lui finì, Paola andò a farsi una doccia, poi rientrando in camera annunciò che sarebbe andata in spiaggia, si annodò il pareo trasparente sul corpo nudo, prese cappello ed occhiali e si avviò. Luca la seguì, rassegnato.

In spiaggia, si sistemarono al solito posto e, come al solito, appena li videro, i due bagnini si avvicinarono a loro. Luca diventò rosso come un pomodoro ma non disse nulla. Paola, nel frattempo, si era levata il pareo ed ora stava nuda davanti ai due.. Senza dire una parola, i due si levarono i costumi, mostrando i loro cazzi bene in tiro. Poi fecero cenno a Paola di inginocchiarsi. A quel punto lei, si inginocchiò ed iniziò a segare uno dei due mentre faceva un pompino all’altro. Questi la prese per i capelli ed iniziò a scoparle la bocca con foga. Dopo un po’ si dettero il cambio. Infine la fecero mettere a pecorina e, mentre uno le trapanava la fighetta, l’altro la scopava in bocca, Erano un po’ grezzi, rudi, ma avevano una foga ed un’energia data dalla giovane età. Vennero entrambi, prima uno e poi l’altro, nella passerina di Paola, ma i loro cazzi non davano segni di cedimento e continuarono imperterriti Paola godeva moltissimo a sentirsi trattata come una puttana da quei due ragazzini come dal loro martellamento incessante. Vennero ancora una volta ma i loro cazzi restavano sempre duri e loro erano eccitatissimi. Poi, finalmente, uno si stese sul lettino con il membro ben eretto e fece impalare Paola su di sé mentre l’altro le si posizionava dietro e la inculava con un colpo deciso. Piena con due cazzi, Paola raggiunse delle vette di godimento altissimo ed ebbe ancora altri orgasmi. Alla fine i due vennero e le riempirono i due buchetti. Poi, uno alla volta, si fecero pulire i cazzi da Luca, che aveva guardato per tutto il tempo. Infine lui le ripulì per bene i buchetti con la lingua.

Quando Paola si riprese, andarono in acqua, nuotarono per un po’, poi si rimisero sotto l’ombrellone. Più tardi raccolsero le loro cose, Paola si annodò il pareo ai fianchi e si diressero verso il ristorante. Dopo aver pranzato si alzarono e, passando lungo la piscina, ad un certo punto, passarono al loro fianco due ragazzini correndo, Avranno avuto 10 o 12 anni. Uno di loro le levò il capello con un colpo e questo volò verso l0acqua. Sorpresa, Paola si fermò e l’altro ragazzino approfittò per strapparle via il pareo, lasciandola nuda. Poi, con i loro trofei corsero via. Luca fece per rincorrerli ma lei lo fermò e, nuda com’era, andò verso la palazzina dov’era la loro suite, facendo finta di nulla. Mentre Luca stava per aprire la porta, nel cortile entrò un uomo con il pareo di Paola in mano.

-‘Excusez moi, mon fils il &egravete un peu malicieuz’ esordì l’uomo in francese, porgendole il suo pareo, ma guardandola per bene, con un bel pisellone che spingeva in un’erezione dentro al costume.

-‘Scusi, ma non capisco’ rispose Paola, prendendo il suo pare, che però l’uomo non lasciava andare.

-‘Mai oui, scusate moi’ iniziò a dire il tizio, ‘je ne parle bene l’italien, era per scusarmi di mon fils, mio figlio’.

-‘Scuse accettate, prego, si accomodi’ fece Paola, invitandolo ad entrare.

Lo fece accomodare sul divano e lei si sedette al suo fianco. L’uomo si sporse verso di lei e, dopo averla baciata dietro l’orecchio, facendole venire un brivido di piacere, mormorò :

-‘Tu es tr&egraves belle’, posandole pure una mano sulla coscia. Paola aprì leggermente le gambe e la mano dell’uomo scivolò delicatamente fino a sfiorarle la passerina, mentre con la bocca iniziava a succhiarle un capezzolo.

Paola, scossa dai brividi del piacere, gli posò la sua manina sul pacco, ancora nascosto dentro il costume ed iniziò a segarlo lentamente attraverso la stoffa. L’uomo continuava a sussurrare paroline dolci fra una succhiata ed una leccata. Mentre l’eccitazione di Paola saliva con il tocco delle abili mani dell’uomo, lui s’inginocchiò fra le gambe, ora ben aperte, di Paola ed iniziò a percorrerle l’interno coscia con la lingua mentre con le mani le lavorava i piedi e l’incavo delle ginocchia. Quando arrivò, dopo un periodo che a Paola sembrò una lunga tortura, alla sua passerina, Paola ebbe un primo orgasmo. Lui iniziò a succhiarle il clitoride, ad inserirle la lingua fra le labbra della patatina, leccando i dolci succhi di Paola mentre con le mani le accarezzava il seno il pancino, le inseriva un dito ed iniziava a stuzzicarle la passerina. Paola ebbe altro orgasmi, il piacere era continuo, la micetta fremeva tutta allagata. A quel punto, con Paola cotta a puntino, l’uomo estrasse il suo membro dal costume e lo mise all’ingresso della fighetta ed iniziò a muoverlo su e giù ma senza infilarlo dentro. Paola era in estasi, voleva essere penetrata e lo chiedeva a gran voce. Alla fine, l’uomo iniziò a spingere fino ad arrivarle all’utero. La vagina le si contraeva spasmodicamente attorno a quella splendida intrusione. A quel punto il suo godimento diventò un orgasmo unico. L’uomo si muove dentro a lei facendo dei movimenti anche rotatori oltre che dentro e fuori, toccandole punti che non aveva mai sentito toccare prima. Infine, dopo un tempo lunghissimo, il francese venne, dopodiché se ne andò.

Paola non si era ancora ripresa dai violenti orgasmi appena avuti che sentirono bussare nuovamente. Era un altro tizio, con il cappello di Paola, recuperato dalla piscina. Prima che potesse dire una parola, Paola, con un sussurro, disse a Luca di Farlo entrare. Il tizio, senza dire una parola, le si sedette al fianco ed iniziò a carezzarla palpeggiarla leccarla. Lei, già in estasi dalla precedente scopata, si lasciò andare del tutto. Il tizio ripeté le manovre dell’altro, portandola di nuovo in estasi. La leccò, la carezzò, le inserì le dita nei buchetti, facendola venire più volte. Poi la fece stendere sul divano e, nudo, le si mise sopra, iniziando ad entrare e poi uscire, lentamente. Aveva pure lui un bel membro, non grandissimo, ma lo muoveva con maestria, con movimenti in su ed in giù con il bacino, dentro e fuori, movimenti leggermente rotatori. Era, come il precedente, un amante molto esperto. Il tutto a Paola sembrava una tortura, quando sembrava che finalmente si decideva a penetrarla, usciva, per poi rientrare, molto lentamente, subito dopo. Ma lei lo voleva, tutto dentro ed urlava chiedendo all’uomo di sbatterla, di scoparla. Oramai lei aveva completamente perso il controllo del suo corpo, una marionetta nelle esperte mani dell’uomo. Lui, sempre lentamente, la fece cambiare posizione più volte. Infine, si stese sul pavimento e la fece salire su di sé. Lei, a quel punto s’impalò decisa ed iniziò a muoversi su giù e contemporaneamente muoveva il bacino avanti ed indietro. Venne ancora ed ancora fino a far venire pure l’uomo. Poi, esausta, si lasciò cadere sopra di lui. Quando finalmente al tizio si sgonfiò il membro, la abbracciò, agganciò le sue gambe a quelle di Paola e la rovesciò, senza uscire da lei. Poi si alzò, salutò cerimoniosamente Paola, ancora stesa sul pavimento, e Luca, seduto, allibito, in poltrona, e se ne andò.

Quando si riprese, e le ci volle del tempo, Paola si alzò e si sedette sul divano.

-‘WOW, che scopate incredibili, quei due ci sanno proprio fare !’ disse, ‘amore, mi puliresti la patatina ?’ rivolta a suo marito.

-‘Secondo me, quei due hanno organizzato tutto con i rispettivi figli’ sbottò Luca, dopo aver finito di ripulire per bene Paola.

-‘Oh, sicuramente, ma sono stati magnifici. Non hanno dei cazzi grandissimi ma, cavolo, li sanno proprio usare per bene’ rispose lei.

-‘Bene, ora che facciamo ?’ chiese lui.

-‘Io direi di andare in piscina a rinfrescarci. Poi dobbiamo preparare le valigie. Ricorda che partiamo domattina presto’.

Paola si fece una doccia e poi, con gli abiti, si fa per dire, recuperati, si diressero verso la piscina. Visto dov’erano i due che l’avevano appena scopata, lei si diresse decisa verso di loro e, con un sorriso, si sistemarono sotto l’ombrellone vicino a loro. Si scambiarono dei saluti come se nulla fosse successo. Poi Paola si tolse il pareo e si distese, nuda, su un lettino, chiedendo a Luca di spalmarle la crema solare, mentre si voltava verso i due e le loro famiglie, con un sorriso smagliante. Stesa sul lettino, li ringraziò per averle riportato le sue cose ed iniziò a conversare amabilmente con loro e le loro mogli. Pian piano si sciolsero tutti, anche le donne e la conversazione diventò piacevole. Le donne le chiesero, metà in francese e metà in italiano, come mai stesse sempre nuda o quasi e lei replicò che la faceva stare bene, anzi, invitandole a fare altrettanto. Una di loro si levò il reggiseno e convinse pure l’altra a fare altrettanto. Ad un certo punto Paola si alzò ed invitò le altre a tuffarsi con lei in piscina, cosa che fecero.

Una volta in acqua, ripresero la loro conversazione. Ad un certo punto si udì uno scoppio di risa ed una elle francesi fece volare la sua mutandina verso il marito, rimanendo nuda in acqua. Dopo un po’, pure la seconda fece altrettanto. Poi uscirono, tutte e tre nude, e si diressero verso il bar ridendo. Lo spettacolo dato da tre belle donne che si aggiravano nude al bordo piscina era notevole e più di un uomo si ritrovò con una bella erezione. Le tre, intanto si stavano divertendo e ridevano come matte.

Poi, dopo aver bevuto i loro drink, ritornarono ai rispettivi ombrelloni e si stese, continuando a conversare. I mariti, dopo il primo shock, lasciarono correre e si unirono alla conversazione. Persino Luca, anche se un po’ imbarazzato, visto che tutto era partito ad sua moglie, si unì al gruppo. Il pomeriggio passò in allegria, le ragazze sempre nude. Poi, verso sera, ognuno ritornò nella sua stanza, le ragazze senza rivestirsi. Paola e Luca erano appena rientrati quando entrò Ibrahim, che aveva aperto con le sue chiavi.

-‘Stasera, dopo cena, ci sarà uno spettacolo. Ma vi prego di non andare. Quando la palazzina sarà completamente vuota, io ho organizzato una festa speciale per voi, per ringraziarvi di tutto’.

-‘Oh, che bello. Ed in cosa consiste la festa ?’ chiese Paola, tutta eccitata.

-‘Beh, prepareremo da magiare per voi ed alcuni amici e poi ci divertiremo fino all’alba’.

-‘Ma &egrave bellissimo’ esclamò Paola.

-‘io ‘ iniziò a dire Luca.

-‘Non ti preoccupare, questa volta nessuno ti obbligherà a fare nulla, se non lo vorrai’ intervenne Ibrahim senza lasciarlo finire.

-‘Bene, allora va bene’ rispose Luca, rassicurato.

-‘Bene, fra un po’ arriveranno un paio di cameriere per aiutarvi a prepararvi’ concluse Ibrahim, prima di andarsene.

Dopo un po’, sentirono bussare e Luca andò ad aprire. Ritornò accompagnato da due giovani ragazze con la divisa di cameriere dell’albergo.

-‘Prego, signora, venire con me’ fece una di loro, prendendo per mano Paola e portandola in bagno.

Lì la lavò, le depilò completamente la passerina e le ascelle, le fece una bella acconciatura, le unse tutto il corpo con olii profumati e poi la fece vestire, per così dire. Ovvero, alla fine, Paola indossava soltanto un velo trasparente che le scendeva dai capelli fino sulle spalle ed una mascherina, sempre trasparente, che le copriva il naso e la bocca. E null’altro. Nel frattempo, l’altra ragazza si era dedicata a Luca. Lo aveva denudato, carezzato, gli aveva fatto un pompino e poi lo aveva fatto vestire con abiti tradizionali arabi : calzoni a sbuffo e camicia ampia.

Quando uscirono dalla stanza, vennero accolti con un ‘Oooooo’ di ammirazione. A loro volta pure loro rimasero stupiti. Nel cortile era apparecchiato un banchetto ed era pieno di uomini, almeno una ventina, tutti nudi, i corpi unti che brillavano sotto la luce di alcune torce. Paola iniziò ad andare da un uomo all’altro, carezzandoli, toccandoli, massaggiando i loro membri. C’erano Ibrahim, Hassan, i due bagnini, i camerieri del bar, altri inservienti ed in fine, in fondo, pure il padre di Ibrahim. Gli uomini, a loro volta, accarezzavano il corpo giovane e sodo di Paola, il suoi seni, il suo culetto, il monte di venere depilato e morbido come quello di una ragazzina. Poi la fecero sedere su una specie di trono ed iniziarono a portarle dei bocconcini, a bere, la servirono come una regina. Ed ogni volta le davano un bacio, una toccatina, una succhiata a qualcuna delle sue parti esposte. Paola era eccitatissima. Quando ebbero finito di mangiare, al invitarono a danzare per loro, al suono di pifferi e tamburelli. E lei, presa dall’eccitazione iniziò. Il suo ballo era di un erotismo altissimo, gli uomini e le ragazze iniziarono ad avvicinarsi a lei ed iniziarono a toccala, carezzala. Poi, ad un cenno del padre di Ibrahim, che poi lei scoprì essere il capocuoco dell’albergo, la presero in braccio e la portarono sul terrazzo della sua camera, dove nel frattempo avevano predisposto tutta una serie di cuscini, come in un’alcova araba. La scena era illuminata soltanto da qualche candela e da qualche fiaccola.

La adagiarono sul letto e, da quel momento in poi, iniziarono a stendersi assieme a lei a gruppetti di due o tre uomini, che iniziarono a toccarla, penetrarla con le dita, succhiarla, leccarla e poi penetrarla in tutti i suoi buchetti. Tutti vollero prima farsi succhiare poi la scoparono tutti, venendole sia dentro alla fighetta che in bocca o nel culetto, oramai bello aperto. Ogni tanto si fermavano, la ripulivano e poi il turbine attorno a lei riprendeva. Lei godeva, dimentica di tutto, il suo era un orgasmo continuo, senza interruzione. Nel frattempo, Luca veniva coccolato dalle due cameriere che si erano denudate per lui. Ad un certo punto, Luca si addormentò e le due andarono nel piano di sopra. Paola, vedendole, durante uno degli attimi di pausa le chiamò vicino a sé. ‘Poverine, dopo il nulla di Luca, saranno piene di voglia’ pensò. Al che, iniziò ad accarezzarle. Loro reagirono immediatamente ed iniziarono a restituire le carezze di Paola. La faccenda era di un gran erotismo e gli uomini presenti si tuffarono sul letto, iniziando a scoparle tutte tre. Oramai, era tutto un turbinio di copri attorno, sopra, dentro le tre ragazze. Finì che tutte si beccarono almeno 20 cazzi, Paola per almeno tre volte l’uno. Poi, ad un certo punto, pian piano gli uomini iniziarono ad andarsene così come le ragazze. Rimasero solo Ibrahim e suo padre. Ed a quel punto la presero in due, scopandola con foga rinnovata, fino a riempirla del loro sperma. Quando ebbero finito, se ne andarono, lasciandola da sola stesa sui cuscini, piena di sperma di almeno 20 uomini. Paola si addormentò subito, esausta.

Le sembrava di aver dormito cinque minuti quando entrò una ragazza che l’aiutò a ripulirsi e rivestirsi. Poi, una volta pronta, l’aiutò a far le valigie. Paola si vestì come all’arrivo, una corta gonnellina pieghettata ed un top con spalline, senza intimo, ed andò a fare colazione assieme a Luca, mentre Hassan portava le valigie nella reception. L’autobus di Faisal li portò in aeroporto, da dove rientrarono in Italia.

Durante il volo, lei sedette vicino al finestrino ma, con sua sorpresa, al suo fianco si sedette Aldo, lasciando Luca dalla parte del corridoio.

-‘Allora, piccola, divertita ?’ le chiese, mentre iniziava a toccarla sotto la gonnellina.

-‘Oh, sì, &egrave stata un’esperienza bellissima’ rispose lei.

-‘Ne ho sentite tante sul tuo conto’.

-‘Ed erano cose belle ?’ chiese lei, con fare intrigante, mentre lui continuava a torturarle i capezzoli e la patatina, mentre lei stava con le gambe aperte a facilitargli il compito.

-‘Oh, sì, proprio belle. Ma secondo me, si potrebbe continuare anche a casa, non trovi ?’

-‘Certo, dopo ti farò dare tutto d Luca, così che tu possa venire a visitarci’ ripose lei, mentre godeva, tanto da dover mettere una mano in bocca per non urlare.

Andarono avanti così per tutto il viaggio. Aldo le fece avere almeno 3 o 4 orgasmi durante il volo. All’arrivo, poi, dopo essersi scambiati telefoni ed indirizzi, ognuno andò a casa propria, loro in un paesino della costa veneta.

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