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Orgia

SCAMBISMO E CLUB PRIVE’

By 22 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Lui, Andrea é un uomo di 56 anni dichiarati ma la sua frequentazione di palestre fa si che dimostri qualcosa meno di 50 anni, capelli corti brizzolati alle tempie, alto direi 1,75 bel fisico compatto, laureato alla migliore università di Milano, fa parte della dirigenza di una nota banca che a suo dire ha patito ben poco della crisi in atto.
Per completare il ritratto di quest’uomo singolare, aggiungo che appena ha appreso dell’attentato alle Torri Gemelle e sapendo che un ex compagno di studi suo amico, lavorava nel secondo grattacielo, ha mollato tutto per volare a NY a cercarlo. Non l’ha trovato ma si é adoperato per dare aiuto ritornando in Italia solo dopo una decina di giorni.

Lei, Tania é ucraina, laureata in lingue, segretaria di un dirigente della stessa banca, conosciuto Andrea, si sono innamorati e dopo meno di un anno erano marito e moglie. Bionda, alta all’incirca’ 1,70, fisico slanciato, bel seno, direi una terza, gambe bellissime, é piaciuta subito sia a me che a Gianni, da parte mia ho capito subito di piacere sia ad Andrea che a lei.
Al nostro arrivo a Torino abbiamo avuto difficoltà a trovare parcheggio, finalmente siamo saliti con un non leggero ritardo a casa loro, un grande appartamento del centro.
Hanno mostrato di non fare caso alla nostra scarsa puntualità scusandosi anzi per l’assenza della cameriera che staccava alle 17 per tornarsene a casa sua. Ci hanno messi subito a nostro agio e mentre i due uomini nella zona Bar preparavano gli aperitivi, Tania e io sedute sul divano che occupava l’intera parete del salone ci guardavamo apertamente scambiandoci i soliti convenevoli. Sono trasalita quando lei posando una mano sul mio braccio la fece scivolare fino a prendere la mia e sporgendosi, dire al mio orecchio che era contenta di avermi conosciuta e che le piacevo, poi prima che potessi dire o fare cosa alcuna mi ha baciata sulla guancia talmente vicino alle labbra che mi sono sentita arrossire mio malgrado.

Un discreto tossire l’ha fatta staccare, i nostri uomini con i bicchieri in mano ci porgevano il nostro aperitivo, un cocktail leggermente alcolico, sedendosi poi sulle poltrone di fronte a noi.
Sorseggiando i nostri liquori abbiamo parlato del più e del meno; del naufragio della nave da crociera Costa, di come Torino diventasse sempre più caotica, poi adagio, in tono discorsivo il nostro ospite portò con abilità il discorso su come il rapporto di coppia rischi di diventare monotono senza qualcosa che ne rialzi l’interesse e lo mantenga costantemente vivo. Con mia sorpresa vedevo Gianni annuire mentre guardava incantato Tania che le gambe accavallate mostrava di non avvedersi quanto la sua gonna fosse risalita.
Intanto Andrea proseguiva dissertando sulla differenza fra amore e sesso, continuò dicendo che si può essere innamorati pur facendo all’amore con una persona diversa dal proprio coniuge, che questo non deve considerarsi tradimento purché anche l’altro si comporti nella stessa maniera senza sotterfugi e senza pentimenti, con il solo intento di dare piacere a partners liberamente scelti e di ricevere da loro piacere. Si fermo un attimo e concluse.

” Forse avevate intuito lo scopo del nostro invito ma adesso lo dico apertamente: vi abbiamo voluti qui con la speranza che parteciperete insieme a noi a qualcuna delle nostre trasgressioni! ”
Seguì un silenzio tangibile, le carte erano in tavola, anche se ne Gianni ne io ne avevamo parlato, era quello che speravamo entrambi e ora che stava per avverarsi quello che negli ultimi giorni era stato il nostro sogno segreto, rimanemmo muti e imbambolati.
Fu Andrea a rompere l’incanto, sporgendosi mosse la mano lentamente in modo che capissi quello che intendeva fare, e la pose sopra il mio ginocchio prima di farla risalire sotto la gonna fra le mie gambe, poi fra le mie cosce che accarezzò sorridendomi con aria complice, sempre più su fino a passare le nocche delle dita a toccare attraverso le mutandine il mio sesso già umido.
Gianni vide il mio aprirmi a quella inaspettata carezza, con il viso congestionato rimase un attimo immobile poi si sporse sopra la bionda e ne coprì le labbra con le sue baciandola voluttuosamente, Tania rispondendo al bacio, allungò la mano alla bozza che deformava i suoi calzoni chiudendola poi sull’evidente eccitazione del mio compagno.

Ancora una volta fu Andrea a rompere l’incanto, ritirò la mano per guardare l’orologio che aveva al polso. “Belle signore, la cena non aspetta, Tania, é ora di prepararvi e ti prego, trova qualcosa di adatto per la nostra amica.”
‘La bionda si alzò con grazia e sorridendo prese la mia mano guidandomi attraverso l’appartamento fino al suo guardaroba, ho detto ‘suo’ perché facendo scorrere le ante del grande armadio a muro, vidi unicamente dei vestiti femminili, un sogno amiche mie! Da una parte e dall’altra della stanza, dei grandi specchi riflettevano le nostre immagini, Tania mi squadrò apertamente: ‘Lisa cara, anche se sei elegante, quello che vedo non é adatto al posto dove vogliamo portarvi e se non ti offenderai ti presterò io qualcosa’
Aprì dei cassetti posti nella parte inferiore dell’armadio che vidi contenere della biancheria intima e dopo aver scartato diverse cosette, trasse un paio di String neri pressoché trasparenti salvo nella zona che ovrebbe dovuto contenere la mia patatina e me li mostrò soddisfatta.
‘ Prova questi. ‘ disse.

Appoggiai una mano ad una sedia e feci risalire l’altra sotto la gonna, sfilai le mie mutandine sotto lo sguardo ironico della bionda. quindi presi la cosa quasi impalpabile che mi stava porgendo. Infilare uno String non é facile, la difficoltà é riuscire a mettere in posizione quella specie di strisciolina che deve andare dietro. Tania ridendo mantenne sollevata la mia gonna fino alla vita mentre io mi aggiustavo quel coso inconsistente. Alzando gli occhi vidi nello specchio davanti a me quanto poco coprisse la mia patatina, ma arrossii violentemente vedendo quello che rifletteva lo specchio che avevo dietro di me.
‘ Ma . . . si vede tutto il sedere! ‘ difatti appariva solo un triangolino di cuoio all’inizio del mio solco perché il rimanente veniva inglobato scomparendo nelle mie natiche.
‘ Certo, e il tuo é bellissimo’ Tania ridendo mi fece avvicinare allo specchio, si chinò distendendo la strisciolina che si era piegata sul mio ventre, lisciò l’indumento sul mio pancino poi passò le mani dietro seguendo con le dita la striscia dentro le mie natiche, giù e con mia grande confusione toccò apertamente il mio sesso sotto lo String, si rialzò.

‘Sta benissimo, ti fa molto sexy; io non posso metterlo ma mi piacerebbe, sai, ad Andrea piace la fica un po pelosa ma sono sicura che la tua gli piacerà. E adesso vediamo . . . ‘
Si volse ancora verso l’armadio, frugò fra i vestiti e ne trasse qualcosa di nero appeso ad una gruccia, lo appoggiò ai miei fianchi e sorrise soddisfatta poi sfilandolo disse: ‘ Quello che hai addosso toglilo, lo rimetterai prima di andar via.’
Mi sfilai il vestito, sotto rimaneva soltanto la maglina, mi tolsi anche quella, Tania guardò quasi incredula le mie tettine.
‘ Sono molto belle sai? Basterà un reggi senza le coppe, non per coprire le tue cosine ma per metterle in evidenza, ho quello che fa per te, intanto mettiti questo.’
Presi dalle sue mani la sorta di gonnellino che mi porgeva, stavo per infilarlo quando mi fermò.

‘ Aspetta! ‘ Si mise in ginocchio e prima che potessi fare qualsiasi cosa cinse i miei fianchi allacciandomi una giarrettiera nera ridotta all’essenziale. Mentre le sue mani agganciavano alle mie reni il piccolo accessorio, sentii l’alito caldo poi le sue labbra contro il mio ventre e le sue mani sul mio culetto farmi una lunga carezza prima di scendere dietro le mie cosce, lungo le mie cosce, fra le mie cosce, i miei polpacci, ancora le mie cosce. . . Si sedette sui calcagni e mi costrinse contro di lei, sentii il suo naso premere contro il mio sesso attraverso la stoffa, respirarando il mio sesso; che sensazione amiche mie! Misi le mani nei suoi capelli, ma Tania si scostò.
‘ Profumi di fica sai? E adesso le calze. . . ‘ mi appoggiai alla sua spalla mentre infilava e faceva risalire lungo la mia gamba una calza nera a maglie larghe agganciandola poi alle strisce che pendevano, ripeté l’operazione con l’altra gamba non lasciandosi sfuggire l’occasione per accarezzarmele respirando ancora la mia fica.

‘ Mhhhh ‘ fece rialzandosi in piedi, frugò ancora in un cassetto e si girò poggiando sotto i miei seni un qualcosa anch’esso nero che non era un reggiseno perché lo lasciava libero avvolgendone soltanto la parte inferiore mentre lasciava in vista praticamente per intero le mie tettine che sollevava in modo decisamente impertinente. Girò attorno a me e me lo agganciò quindi mi spinse vicino allo specchio e sussurrò al il mio orecchio:
‘ Guardati, non hai mai visto niente di più sexy?’ volevo dirle che avevo visto qualcosa di molto simile addosso a qualche pornostar nei video hard ma non ne ebbi il tempo perché mi sentii mordicchiare un orecchio e vidi le mani di Tania sui miei seni accarezzarli lentamente, poi i miei capezzoli furono fra le sue dita che li facevano roteare, poi tirare . . . Avrei voluto che continuasse ma lei li lasciò, vidi le mani scendere ai miei fianchi e le dita di entrambe le mani entrare nelle strisce laterali dello String tirandole per attirare la mia attenzione.
‘ Per levarlo senza togliere il reggicalze devi soltanto sganciarlo lateralmente, ma Franco lo sa, volevo dirtelo.’

Ero piena di desiderio per quella bionda che sembrava divertirsi a stuzzicarmi, ma già mi stava mettendo la gonna che nelle sue mani ora diventata una banda di stoffa nera che agganciò attorno alla mia vita e premette i poussoirs che insieme al gancetto superiore la chiudevano lateralmente.
‘ Per andare al ristorante tienila cosi ma dopo Franco la vorrò aperta e sicuramente te la sgancerà’.
Capii che Tania amava veramente suo marito, talmente che preparava quella che doveva essere la compagna dei suoi giochi sessuali, che poi sarei stata io, in modo che incontrasse pienamente i suoi desideri.
Mi invitò poi ad indossare un giacchettino corto, anch’esso nero, chiuso a metà da un alamaro e in cima e in fondo da un poussoir. Con il solo alamaro i miei seni erano ampiamente scoperti. Mi affrettai a chiuderlo completamente.
Completò il mio abbigliamento con un paio di scarpe dal tacco vertiginoso e inutile dirlo, anch’esse nere.

Sorvolerò sulla vestizione della bionda, dirò soltanto che quando si tolse i vestiti che indossava e la vidi nuda, non potei fare a meno di paragonarla ad una statua, solo che era di carne e invece di avere il pube liscio e asessuato, mostrava una peluria biondo rossiccio che non riusciva a nascondere la sommità del suo sesso dal quale emergeva il clitoride carnoso.
Infilò un vestito intero color rosso a contatto diretto con la pelle, senza mutandine ne reggiseno, vestito che davanti la copriva interamente mo era privo di maniche e chiuso dietro il collo da un gancetto, l’altro gancetto e una cerniera chiudevano la parte bassa che arrivava ad un palmo sotto le ginocchia. Dietro, il vestito mostrava uno spacco profondo che mostrava completamente la schiena e arrivava alle natiche che rivelava nell’apertura, per circa quattro dita abbondanti, il solco che le divideva, il tutto era talmente sexy che non potei impedirmi di andare dietro di lei e di abbracciarla insinuando le mani nell’apertura del vestito spingendole fin sul suo ventre nudo, facendole scendere all’inizio delle cosce che Nadia divarico permettendomi di accarezzarle il sesso; vi passai le dita e lo trovai umido.

Nello specchio vidi la mia novella amica reclinare il capo biondo sulla mia spalla ‘ Non ancora ‘ sospirò, ‘ prima la cena ricorda!’. Le mie mani deformavano il davanti del vestito, lo deformarono ancora mentre le facevo risalire per chiuderle sui seni che trovai sodi e duri mentre la stringevo contro di me.
‘ Siete bellissime, la Dark Lady che abbraccia una Red Lady’ la voce che ci fece sussultare era di Andrea che era apparso nel vano della porta insieme a Gianni. ‘ Vogliamo andare?’ aggiunse.
Nadia gorgheggiò: ‘Ancora qualche minuto di pazienza’ ritirai le mani confusa per essermi fatta sorprendere dai due uomini; la bionda si lisciò il vestito e mi precedette in una specie di Boudoir, mi fece sedere e prese una boccetta, con il suo pennellino mi passò qualcosa di fresco e di rosso sulle labbra ritoccandolo con un batuffolo di cotone.
‘E’ indelebile, così non macchierai chi avrà la fortuna di essere baciato da te . . . ovunque lo vorrai baciare.’ aggiunse con un sorriso carico di sottintesi. Protendendosi verso lo specchio posto davanti ripeté la stessa operazione su di lei.’Siamo pronte!’ disse porgendomi una giacca di pelliccia e una minuscola borsetta naturalmente nera; Tania si gettò sulle spalle una pelliccia simile alla mia e ci avviammo.

Continua
In macchina Tania ed io salimmo sui sedili posteriori, la vettura si avviò e mentre Andrea si districava nel traffico cittadino chiacchierando a bassa voce con Gianni, mi rivolsi alla bionda chiedendo cosa sarebbe successo.
‘ Adesso niente, stiamo andando a cena; ti consiglio di trattenerti nel mangiare e ancora di più nel bere . . .’
‘ E . . . dopo? ‘ ero eccitata molto più di quanto facessi apparire.
‘Dopo . . . non lo so, ma devi aspettarti di tutto; dimentica quello che sei! Per divertirti veramente devi lasciarti andare, le convenzioni sociali, i Tabu scordali, lasciati trasportare dai tuoi desideri, diventa una femmina in tutto e per tutto . . . Sei come me, l’ho capito subito!’
Le ultime parole le disse con le labbra che sfioravano le mie, le dischiusi alla lingua che sentii insinuarsi nella mia bocca e che aspirai succhiandola languidamente. Le sue mani furono sui miei seni, sentii che disfacevano i poussoirs del mio giacchino, io stessa slacciai l’alamaro che lo tratteneva ancora dall’aprirsi.

Tania fu dolcissima nell’accarezzarmi le tettine che sporgevano dai balconcini che formavano il mio reggiseno, ma fu quando chinandosi le sue labbra, la sua lingua stuzzicarono i miei capezzoli che sospirando premetti il suo viso contro il mio petto, poi sentii la sua mano insinuarsi fra le mie cosce e fermarsi ad accarezzarmi la fichetta attraverso il velo dello String.
Davanti, Gianni continuava a conversare con il nostro ospite e non si avvedeva di nulla ma sorpresi nello specchietto retrovisore lo sguardo e il sorriso ironico del guidatore.
Ma ormai eravamo arrivati, Andrea scese e aprì la portiera, mi aggiustai frettolosamente e scesi anch’io seguita dalla bionda che passando accanto al marito scambiò con questo uno sguardo complice.
Il ristorante era attaccato al Club dove saremmo andati dopo cena, ma non ne faceva parte anche se comunicava, come seppi in seguito, con questo attraverso una porticina celata da una tenda.

Non ero abituata a tanto lusso e ne rimasi abbagliata, i commensali non erano molti ma a giudicare dai vestiti delle signore, erano sicuramente di qualità.
Sedemmo ad un tavolo vicino alla porticina menzionata prima e facemmo le nostre ordinazioni al Maitre che era accorso. Scorsi il menu ma essendo scritto in francese capii ben poco e come Gianni mi affidai al nostro ospite; seppi solo che erano piatti della cosiddetta ‘Nouvelle cuisine’.
Aspettando di essere serviti Andrea propose di dare un’occhiata al Club. Scostammo la tenda e aperta la porticina entrammo in uno stretto corridoio al termine del quale venimmo avvolti da una luce diffusa che illuminava un vasto salone, salvo la pista da ballo illuminata da una luce particolare che proveniva dall’alto e che sembrava formata da una sorta di vapore dove brillavano delle goccioline che facevano pensare a pioggia senza esserlo; un paio di coppie ballavano al ritmo di una musica soffusa.

Alla nostra sinistra vi era l’entrata principale del Club e il banco del guardaroba, alla destra il bancone del bar dove seduti su alti sgabelli una coppia conversava sottovoce mentre alcuni uomini, giovani e meno giovani sorseggiavano i loro Drink guardandosi attorno.
‘Sono i ‘single’, il club ne ammette 4 o 5 per ogni coppia; aspettano di essere invitati. Alcuni si uniscono poi alle coppie che li accettano ma i più rimangono delusi a bere in silenzio aspettando la loro occasione’ sussurrò Andrea al mio orecchio.
Salutò il barista un bell’uomo dall’aria professionale proseguendo poi nella sua spiegazione:
‘Ai due lati in fondo alla pista da ballo vi sono i Separé chiusi da tende, vieni, uno le ha scostate, vogliamo dare un’occhiata?’
Ci avviammo, dentro una coppia nuda e bellissima, talmente giovane da sembrare studenti. La ragazza, una biondina cavalcava con una espressione estasiata dipinta sul volto il ragazzo disteso, vedendoci ci salutò senza alcun imbarazzo facendoci segno di avvicinarci.

Tenendomi per mano Andrea mi trascinò vicino a loro, ero in leggero imbarazzo vedendo i piccoli seni tremolare al ritmo del saltellare della ragazza e distinguendo il rumore bagnato dei sessi in movimento. Il ragazzo si avvide della nostra presenza e volse il capo guardandomi apertamente.
‘ Vi fermate con noi?’ chiese.
‘ Dobbiamo ancora cenare, dopo magari!’ rispose il mio compagno.
‘ Peccato, i genitori di Marta la vogliono a casa prima di mezzanotte.’
Li salutammo e uscimmo raggiungendo Gianni e Tania che si erano fermati al bar, rifacemmo il corridoio e rientrammo nel ristorante. Quella sera imparai che la Nouvelle Cuisine pur essendo squisita ha dei piatti talmente esigui che quando lasciammo il tavolo avevo ancora un po di fame.
‘ E adesso andiamo a divertirci!’ fece Andrea. Con un cenno al Maitre mise sul tavolo la sua carta di credito che dopo alcuni minuti gli venne restituita con un inchino.

Imboccammo nuovamente la porticina e mentre percorrevamo lo stretto corridoio che immetteva nel Club il nostro ospite mi fece fermare e con pochi gesti aprì fino in fondo la mia gonna che adesso solo un gancetto tratteneva alla vita, fece lo stesso con il mio giacchino lasciando che solo l’alamaro lo trattenesse dall’aprirsi completamente.
Tremavo tutta per l’eccitazione sentendomi praticamente nuda e tale dovevo apparire con la gambe in vista nello spacco della gonna e i miei seni che sostenuti ma sopratutto rialzati dal minuscolo reggiseno ricordavano dei frutti offerti a chiunque volesse coglierli.
Entrammo nel locale che nel frattempo si era alquanto riempito e animato, subito venni avvolta dagli sguardi, allupati quelli dei Singles e interessati quelli delle coppie presenti, sopratutto delle donne, alcune in abito da sera, altre in tenuta talmente scollata e leggera da lasciare ben poco all’immaginazione, facendo pensare che erano delle femmine disposte a tutto più che delle donne; anche Tania ricevette il tributo di molti sguardi essendo chiaro che solo il velo del suo vestito la separava dalla completa nudità; lo spacco che rivelava per intero la sua schiena e l’inizio dei suoi glutei ne era un anticipo.

Gli uomini a parte qualcuno in giacca e cravatta, erano vestiti, specie i ‘singles’,in modo ‘casual’ con jeans e maglia.
Mentre ci recavamo al guardaroba a posare le nostre pellicce, mi sentivo accaldata ed eccitata. La guardarobiera prese le pellicce e ci porse un vassoio sopra il quale vi erano delle mascherine di diverse fogge, Tania e Andrea rifiutarono l’offerta e così facemmo noi.
‘ Sono per le coppie clandestine ma noi non abbiamo nulla da nascondere vero?’ fece Andrea, che invece prese da un altro vassoio del banco, una manciata di ‘condoms’ che si mise in tasca; altrettanto fece Gianni.
Al bar mi appollaiai vicino alla bionda non curandomi che l’apertura della gonna ricadendomi a lato mostrasse una delle mie gambe fino agli inguini, rivelando oltre al reggicalze, la sottile striscia dello String. Girai lo sguardo attorno; le coppie avevano ripreso a parlare sottovoce non curandosi più di noi. Mentre i Singles . . .
‘Per loro comincia la caccia.’ spiegò Andrea e proseguì:
‘Se qualcuno di loro vi piace non fate complimenti!’

Infatti con fare indifferente alcuni si erano avvicinati cercando di attirare l’attenzione mia e di Tania, uno di loro si appressò ma invece di rivolgersi alla bionda disse qualcosa che non capii a Gianni scambiandolo evidentemente per il suo accompagnatore, udii solo il ‘No grazie’ di Tania, poi fu la volta di un altro che ricevette la stessa risposta, notai un giovanotto di circa 25 anni in jeans e maglioncino che mi guardava tenendosi in disparte finché finalmente si decise e si avvicinò:
‘ Posso complimentarmi per la bellezza della signora?’ Andrea mi gettò un’occhiata e davanti al mio abbozzo di sorriso rispose: ‘Ma certo!’ solo allora si rivolse a me con un inchino. ‘Lei é molto bella, vorrei offrirle un Drink, posso? Anche a suo marito naturalmente.’ Andrea fece un gesto con la mano; ‘Per ora niente grazie!’.

Accettai uno Scotch e mentre me lo porgeva il giovanotto si presentò: ‘Mi chiamo Gino’. ‘Piacere, Lisa’. ‘Mi creda, il piacere é mio!’ pronunciando le ultime parole fece un gesto che mi lasciò di stucco, tanto più che lo fece apertamente, sotto gli occhi di Andrea che pensava essere mio marito. Pose la mano sul mio ginocchio, la fece scendere accarezzando brevemente il polpaccio, risalire l’interno della gamba esposta poi fra le mie cosce fin alla loro biforcazione.
‘ A più tardi allora?’
Ero allibita tanto più che non accennava a ritirare la mano che sfiorava quasi il mio sesso. Andrea mi sorrise, ‘Certo, a più tardi!’ risposi arrossendo. Finalmente il giovanotto ritirò la mano e prendendo una delle mie la portò alle labbra e sussurrò guardandomi negli occhi: ‘Grazie, sarà un vero piacere!’ disse prima di allontanarsi con il suo bicchiere.

Andrea rise del mio stupore. ‘Il ragazzo si é comportato secondo il galateo dei Club Privé rivolgendosi prima al compagno della donna chiedendone il permesso, poi alla donna con la quale . . . le carezze purché discrete sono permesse e molte donne le gradiscono. Il giovanotto é educato, hai fatto una conquista!’
Intanto Tania e Gianni con il bicchiere in mano stavano conversando con una coppia. Entrambi avevano la parte superiore del viso coperto da una mascherina, lei, bruna, indossava pantaloni chiari molto attillati e una maglina leggera trasparente a causa della rete fitta che la formava e che nulla nascondeva dei seni veramente belli ma ne faceva risaltare la forma in particolare dei capezzoli che sembravano sul punto di forare l’indumento. Lui un uomo dall’aspetto ordinario, aveva sicuramente superato la cinquanta ed era vicinissimo alla bionda, aveva passato un braccio nell’apertura posteriore del suo vestito e la stringeva sussurrando al suo orecchio parole che la facevano ridere.

‘Lui é avvocato, viene sovente con la sua segretaria, gli piace guardarla mentre é con altri e si masturba continuamente.’
La bruna rideva, un po troppo rumorosamente per la verità facendo tremolare i seni e aveva preso a braccetto il mio Gianni che per nulla imbarazzato rideva alle battute della bella mascherina.
Ad un certo punto Andrea fece cenno al barista e appena questo si fu avvicinato chiese qualcosa a bassa voce. ‘ Il 2 é il più grande, il migliore ed é libero.’ fu la risposta, contemporaneamente vidi accendersi una luce rossa al termine della fila dei Separ&egrave alla destra della pista da ballo.
‘ Vogliamo andare? ‘ a queste parole Tania si mosse e mentre abbracciata al suo nuovo amico passava davanti a noi precedendoci, Andrea le precisò: ‘Il 2, in fondo.’ li seguì Gianni con la bruna appiccicata a lui. Il mio uomo entrato pienamente nello spirito della serata lasciava vagare una mano sulla schiena della sua occasionale compagna accarezzandola sopra la maglina finendo poi per posarla su una delle sue natiche seguendo l’ondeggiare del suo culetto.

Infine noi, fatti pochi passi Andrea mi fece fermare e senza dire nulla disfece il gancetto che chiudeva ancora la mia gonna che rimase nelle sue mani, poi sempre senza parlare disfece l’alamaro del mio giacchino e me lo sfilò . . .
Arrossii mio malgrado, mi sentivo nuda, anzi, più che nuda a causa dello String che entrava nelle mie natiche esponendo il mio culetto senza velo alcuno a chi mi guardava da dietro e anche i miei seni erano esposti ad ogni sguardo.
‘ Gino, il ragazzo che hai conosciuto prima non ti ha persa di vista un solo istante e ora ci segue a qualche passo da noi. Voltati e sorridigli, sarà il tuo modo per invitarlo ad unirsi a noi.’ disse Andrea aumentando la mia confusione.
Feci come mi aveva detto, sorrisi al ragazzo e lui rispose al mio sorriso. Percorsi gli ultimi passi che ci separavano dal nostro Separé (scusate il bisticcio di parole) con la consapevolezza tangibile di avere gli occhi di Gino incollati alle mie natiche; questa consapevolezza fece si che mio malgrado feci gli ultimi passi sculettando inconsciamente.
Continua
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Finalmente entrammo in una sorta di stanza occupata quasi interamente da un grande giaciglio composto, così mi sembrò, da tre letti matrimoniali accostati e uniti, ciascuno ricoperto da un lenzuolo.
Una lunga testata alla quale erano appoggiati dei cuscini correva lungo il lato superiore del giaciglio mentre sui due lati vi erano delle panche foderate di finto cuoio rosso. Ad un pensile vidi una pila di asciugamani bianchi in spugna. La parete di sinistra era interrotta da una piccola porta sulla quale lessi: ‘Ladies only’; lo indicai alla bionda interrogandola con gli occhi, rispose ridendo:
‘Quando vi entrerai lo capirai da sola!’
Ai due lati della tenda da dove eravamo entrati, degli attaccapanni ai quali, alcuni di quelli che per quasi sei ore sarebbero stati miei compagni di piacere cominciavano ad appendere i vestiti che si toglievano; ho detto ‘alcuni’ perché in seguito se ne aggiunsero altri. Solo gli uomini ad eccezione di Gino, si denudarono completamente, in quanto alle donne . . .
Tania volse le spalle a Gianni invitandolo con un sorriso a sbottonarle il vestito, cosa che lui fece così maldestramente che soffocai una risata, infine questo scivolò a terra rivelando a tutti la sua splendida nudità e mentre il mio uomo galantemente appendeva il suo vestito ad uno degli attaccapanni, la bionda lo abbracciò da dietro premendo i seni contro la sua schiena, strofinandosi a lui in un modo talmente lubrico che quando la sua mano scese, fu su un membro duro che questa si richiuse.

I due con le mascherine prima di salire sul letto di mezzo si scoprirono entrambi il viso, la brunetta lo aveva veramente bello, pulito e quasi innocente con dei bellissimi occhi azzurri. Aveva conservato la maglina ma l’aveva rialzata fin sopra i seni ornati da aureole di un rosa pallido sormontate da capezzoli che emergevano tesi, appena più cupi. Il suo pube abbellito da peli nerissimi non riusciva a nasconderne il gonfiore che trovai oltremodo seducente.
L’uomo appena salito accanto a lei cominciò ad accarezzarsi il membro semirigido, il viso volto verso la bionda distesa accanto che si contorceva accarezzandosi i seni; i piedi puntati sul letto, sollevava e abbassava il bacino per venire incontro alla bocca del mio Gianni che aveva cominciato a ‘mangiare’ letteralmente la sua fica.
‘ E’ la prima volta che entri in un Club Privé ‘ chiese Gino che si era avvicinato notando il mio turbamento.

Non feci in tempo a rispondere che Andrea si interpose fra di noi coprendo la mia bocca con la sua in un bacio goloso, cercando la mia lingua, dandomi la sua che leccai, succhiai, trasmettendogli la voglia che attanagliava il mio corpo, le sue mani furono sui miei seni e le sue dita si mossero sui miei capezzoli in un modo talmente efficace da farmi portare una mano al suo ventre a chiudersi su un membro teso e duro che tirai a me.
L’uomo capì il mio desiderio e senza altri preamboli scavalcò con un ginocchio il mio busto offrendolo alla mia bocca. Appena lo ebbi accettato si sollevò e aggrappato con le mani alla spalliera lo spinse a fondo nella mia gola provocandomi un sorta di conato e un colpo di tosse che mi costrinsero a respingere il suo ventre guidando poi il suo immergersi nella mia bocca.
Dopo quello che avevo visto mi rendevo conto che potevo dare libero sfogo alle mie voglie e da quel momento non volli più trattenermi né privarmi di nulla.

Anche se più di una volta ho affermato che non amo che mi si scopi la bocca, il cazzo di Andrea mi piacque subito per la sua grossezza, per le asperità delle vene che lo percorrevano, per la morbidezza della cappella che accarezzava il fondo del mio palato ora che frenando la sua iniziale irruenza lo faceva scivolare lentamente, dolcemente e quando si fermava, lo succhiavo in modo quasi amorevole provocando nell’uomo dei lunghi sospiri.
Avevo in parte rovesciato la testa per rendere agevole lo scorrere di quel cazzo stupendo, i miei occhi incontrarono lo sguardo dell’uomo, la sua espressione estasiata mi riempì di gioia inducendomi ad accarezzare l’interno delle sue cosce, i suoi coglioni che poi impugnai per spingere io stessa in bocca quel membro che mi piaceva enormemente.
Trovavo eccitante essere vista da Gino seduto immobile sulla panca accanto, sicuramente anche la bruna stava guardando e forse anche Gianni, a quel pensiero sentii che mi stavo bagnando, che la mia fica colava per il desiderio che aveva di essere riempita e soddisfatta.

Finalmente l’uomo si sollevò lasciandomi orfana del cazzo che consideravo mio, che la mia fica voleva come lo voleva ancora la mia bocca, gli occhi di Andrea erano pieni di lussuria quando mi baciò nuovamente.
Il sapore delle gocce che uscite dal suo membro impregnavano la mia bocca dovette eccitarlo perché frugò sotto il cuscino traendone una bustina.
Scossi il capo, non volevo che si mettesse il Condom, glie lo gridai quasi. Ma lui sordo al mio diniego si infilò il preservativo che rendeva ridicolo il suo membro per la sorta di cappuccio che lo sovrastava e si posizionò in ginocchio fra le mie gambe, poi pose le mie cosce aperte sopra le sue, solo allora con gesti decisi mi liberò dello String che gettò al ragazzo ‘in panchina’, inclinò il membro e lentamente entrò in me.
Cominciai da subito a godere e mentre con le mani sotto le mie reni le sollevavo per allineare la vagina al soave scorrere del cazzo dell’uomo, rivolsi uno sguardo mesto al ragazzo che teneva premuto il mio String contro il naso aspirandone gli effluvi con aria ispirata.

Gino raccolse il mio muto invito e inginocchiandosi accanto a me coprì la mia bocca con la sua ricevendo insieme alla mia lingua i sospiri del piacere che riceveva la mia fica e la mia vagina, godendo dello scorrere di quel cazzo che colpo dopo colpo mi faceva salire ad uno ad uno tutti i gradini che inesorabilmente mi avrebbero portata all’orgasmo.
Le mani del ragazzo si mossero sui miei seni con una raffinatezza che non avrei sospettato, le palme a sfiorare i capezzoli già tesi che a quel contatto mi strapparono flebili lamenti subito leniti dalla sua bocca che prese a leccarli, poi a succhiarli, fu lui a sbarazzarmi di quell’inconsistente reggiseno per meglio baciare le mie tettine ricoprendole della sua saliva.
I sospiri che udii accanto a me mi fecero volgere il viso, i miei occhi incontrarono quelli di Gianni che nella stessa medesima posizione di Andrea muoveva di scatto le reni scuotendo il corpo disteso della brunetta che riceveva il cazzo del mio amato mugolando il suo piacere avendo in bocca il membro dell’avvocato suo principale che accarezzandole i seni sussurrava a quella che era la sua segretaria parole che non distinguevo.

Fu la vista del mio uomo intento a soddisfare un’altra donna che scatenò in me il primo orgasmo di quella notte memorabile, le mie mani afferrarono il viso del ragazzo costringendo la sua bocca a coprire la mia che avevo spalancato, vi si immerse cercando la mia lingua, la succhiò poi ricevette e bevve i miei sospiri, i miei lamenti, la mia saliva mentre mi agitavo convulsamente stringendo e rilassando istintivamente i muscoli vaginali attorno al cazzo che avevo nella fica, senza fermarne il movimento.
Andrea continuò a scoparmi e io continuai a godermi i baci del ragazzo, poi il cazzo ebbe una serie di contrazioni nella mia vagina e con alcuni grugniti lui lo piantò più volte a fondo e si immobilizzò, ancora pochi sobbalzi e lo sentii uscire; l’uomo senza dire nulla scese dal letto.
Volgendo il viso mi accorsi che anche Gianni era scomparso e anche l’avvocato, il ragazzo pur rimanendo chino a baciare le mie tettine si era alzato in piedi. Portai le mani alla bozza dei suoi calzoni, lui senza nulla dire li calò e calò anche i boxers scodellando ad una spanna dal mio viso un membro veramente notevole. Aveva sollevato il busto Gino e mi guardava, vedendo che guardavo il suo cazzo, me lo offrì.

Era tutto così naturale e spontaneo che lo presi in mano il tempo di apprezzare la sua consistenza, lo percorsi per tutta la lunghezza, era lungo, arcuato oltre che grosso e duro, lo trovai follemente desiderabile, talmente che lo tirai a me e lo presi in bocca, avanzando e ritraendo il viso per scorrere avanti e indietro cercando senza riuscire di introdurmelo tutto.
Il ragazzo che aveva finito di denudarsi mi guardava con il viso congestionato cominciando a sospirare; ero felice del mio operato e mi applicai con voluttà interrompendo lo scorrere della mia bocca per lambirlo e lui lo offrì alla mia lingua muovendo lentamente il ventre sopra di me permettendomi di leccargli i testicoli prendendo anche in bocca ad una ad una le sue palle che succhiai accarezzandogli le natiche.
Sentii un alito caldo riscaldarmi un seno poi i baci di una bocca che percorreva la tettina già bagnata e quando ne incappucciò la punta succhiandola, sospirai fortemente; abbassai il viso, i miei occhi incontrarono gli occhi azzurri della brunetta, ma solo per un istante perché i suoi si spostarono sul cazzo che sfilava fra le mie labbra aperte come quelle di un musico che suona il flauto.

Con un solo movimento la brunetta si spostò, la sua bocca incappucciò il glande del ragazzo avanzando quel tanto da prenderlo abbastanza da poterlo succhiare, cosa che fece lentamente e voluttuosamente. Per alcuni minuti ci contendemmo quel cazzo lungo e duro, lei succhiandone l’estremità, io muovendo la bocca aperta sul rimanente dell’asta, più volte, fino ai coglioni, avrei voluto continuare nella mia esplorazione se non fossi stata impedita dalla guancia che poggiava contro l’interno della sua coscia.
Finalmente respinsi il capo bruno sopra i miei seni, Gino l’avevo invitato io e io volevo godermi il suo cazzo!
Appena espresso dentro di me quel pensiero, la mia bocca se ne appropriò nuovamente e passando un braccio fra le cosce del ragazzo, lo attirai, le dita in mezzo alle sue natiche a accarezzargli l’ano mentre mi riappropriavo riprendendo a scorrere sul suo membro.

‘Dove sono gli altri?’ riuscii a chiedere sollevando un attimo la bocca dal ‘mio fiero pasto’.
‘ Non so . . . a fumare . . . o al bar . . .’ riuscì a rispondere fra i sospiri.
Subito mi inarcai, una bocca si era aperta sulla mia fica e mi leccava come golosa di bere gli umori del mio recente orgasmo, le mani sotto il mio culetto ad aprirlo, ad esplorarlo . . .
Riuscii a puntare i gomiti e a sollevarmi di quel tanto da vedere che era Tania che mi stava sollazzando e mi guardava e continuava a guardarmi leccandomi, spiando il mio godimento che ricominciava a salire e che mugolavo sul cazzo che riempiva la mia bocca, poi fu il suo corpo morbido e sodo a coprire il mio, prima baciò la bocca della brunetta poi avanzando ancora estrasse a forza il cazzo sottraendolo alla mia bocca per prenderlo lei molto più a fondo di quanto avessi fatto io.
Intanto la stanza si stava riempiendo di uomini coperti chi con camicia, chi in canottiera, che silenziosamente ci guardavano, tutti con la parte inferiore esposta, chi con il cazzo fieramente eretto altri meno che se lo accarezzavano traendo ispirazione dalla nostra vista.
Mi sorpresi a non vergognarmi come non si vergognava Tania che apertamente ora faceva scorrere la bocca sul membro del ragazzo, non si vergognava neanche la brunetta alla quale allungando la mano libera accarezzavo il culo.

Poi un movimento del letto fece spostare la brunetta per fare posto a Gianni che evidentemente anche lui mi aveva guardata accarezzandosi il membro perché quando si allungò vicino a me lo aveva teso e duro. Il fatto che non indossasse Condom alcuno mi fece capire che aspettava me, Gino si era rialzato, il suo cazzo luccicante della nostra saliva pulsava di eccitazione oscillando lievemente; anche Tania si era sollevata, era scesa dal letto e dopo averne fatto il giro era salita sopra l’ultima parte del nostro giaciglio, anch’io mi sollevai sulle ginocchia e mi avvicinai per chinandomi sul viso del mio amato . . .

Continua.

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