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Orgia

Sette minuti in paradiso

By 13 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Fin da piccola mi hanno sempre ripetuto che Benedetta non è
un nome particolarmente azzeccato per me.
All’inizio me la prendevo e non capivo cos’avevano tutti da lamentarsi
del mio nome; poi sono cresciuta e ho iniziato a lamentarmene io
stessa: benedetta da chi?
E ora, vi racconto quando mi sono definitivamente convinta che i miei
genitori avrebbero dovuto pensarci meglio, prima di affibbiarmi questo
nome.

Ho 30 anni, e vivo da sempre nello stesso piccolo paese nei dintorni di
Vicenza.
Sono una ragazza normale, alta 1.70, snella, e con i capelli nerissimi,
ma gli occhi verdi. Non ho la fila di spasimanti fuori dalla porta, ma
il mio amore per lo sport e i miei geni, mi hanno concesso un corpo
tonico e formoso al punto giusto che, quando voglio, non faccio passare
inosservato.
Stessi amici da sempre, un lavoretto tranquillo come segretaria del
medico del paese, che limita i miei incontri quotidiani alle nonnette
che si lamentano dei reumatismi.
Due sorelle, entrambe più piccole, di 23 e 17 anni, che
vivono ancora con i nostri genitori, mentre io da cinque anni e mezzo
circa mi sono trasferita in un appartamentino insieme alla mia migliore
amica di sempre.
Insomma, la mia vita scorreva tranquilla, fino al giorno in cui, alla
settimanale cena tutti insieme a casa dei miei genitori, non trovo
un’ospite: Serena, un’amica dei miei, che era passata a fare un saluto,
e che durante la cena ci ha raccontato di aver assunto da un paio di
mesi una ragazza alla pari di 22 anni, irlandese, per un anno, per
badare e insegnare l’inglese a sua figlia Lisa, di 7 anni.
Dato che la mia sorellina più piccola, che frequenta la 4
superiore, è una maga con i numeri ma non altrettanto con le
lingue straniere, ed è restia a farsi aiutare dalla
sottoscritta che invece le padroneggia con una certa
disinvoltura,’ mia madre chiede a Serena se non sia possibile
chiedere a questa ragazza di dare, dietro compenso, qualche lezioncina
anche a mia sorella.
E quindi l’accordo sembra fatto: quando Serena torna dal lavoro, alle
17, Zoe (questo il nome della ragazza), passa per un’oretta e mezza da
noi a dare lezioni a mia sorella, per un paio di volte a settimana.
Però, dato che nessuna sarebbe stato in casa per
sorvegliarle, si decide di spostare il tutto a casa mia, dove ci
saremmo sempre state io o la mia amica, a controllare che studiassero
davvero.

Dunque arriva il giorno della prima lezione, e io sono bloccata al
lavoro perchè arrivano alcuni farmaci nuovi di cui devo fare
l’inventario, quindi chiamo Giusy, la mia amica, e le affido il compito
di controllare che mia sorella faccia il suo dovere.
Quando torno a casa, verso le 19, mi trovo davanti una scena desolante:
mia sorella è sdraiata sul divano con i piedi sul tavolino,
e sta fumando una sigaretta, facendo cadere la cenere sui miei cuscini.
Ovviamente mi incavolo!
“Bhe cosa cazzo ci fai ancora qua a disfarmi i mobili? Dovresti essere
già a casa!” le dico.
Non ricevendo alcuna risposta, vado in cucina e trovo Giusy intenta a
preparare la cena e chiedo spiegazioni a lei.
“E’ semplice, la tua sorellina è arrivata un’ora in ritardo
e con quelle due parole in croce di inglese che sa, ha dato della troia
a Zoe e l’ha mandata a quel paese. Non chiedermi il perchè!
La poverina è letteralmente scappata, e io ho trattenuto qua
Cristina per farti decidere se raccontare tutto ai tuoi o se
sbrigartela da sola!”
Benissimo!
Oltre ad aver fatto una figura di merda internazionale, adesso mi tocca
anche parare il culo a quella serpe!
Eh già, perchè non posso mica spifferare tutto ai
miei e dar loro un altro dispiacere da questa adolesciente in crisi
ritardata!
Mi dirigo in salotto a passo di marcia e strappo letteralmente le
sigarette dalle mani di questa minorenne rintronata.
Me ne accendo una sotto il suo naso e inizio: “Tu adesso vieni con me a
casa di Zoe e le chiedi scusa per la tua irrecuperabile testa di cazzo!
Ti dò un vocabolario e mezz’ora per prepararti un discorso
decente in inglese e che sia convincente! Per questa volta non
dirò niente a mamma e papà, ma tu adesso mi ridai
i 30 euro che ti hanno dato per pagare la lezione di oggi e provvedo io
a restituirglieli con una buona scusa!” e detto ciò, le
lancio il dizionario e mi allontano senza darle il tempo di rispondere.
Stupida!
Infatti, quando torno in salotto mezz’ora dopo, di Cristina nessuna
traccia (e neanche dei soldi o delle sigarette), c’è solo un
biglietto lasciato sul divano accanto al dizionario. Lo prendo e leggo,
almeno sono delle scuse e non un’altra sequela di insulti! Correggo
qualche errore qua e la, falsifico la sua firma, e mi preparo per
portare il suddetto biglietto a Zoe.

Un quarto d’ora dopo sono in macchina, non sono mai stata una che ci
mette una vita a prepararsi.
Ci metto poco ad arrivare da Zoe, e quando ci sono non devo neanche
suonare il campanello, la trovo ne piccolo giardino antistante la casa,
che chiacchiera con due ragazzi. Zoe è poco più
bassa di me e ha i capelli rossicci, tipico colore da irlandesina, e un
bel fisichetto proporzionato.
Mi accoglie un pò freddamente, avendomi riconosciuta come
“that lil’ fucker’s sister!”, che in soldoni vuole dire “la sorella di
quella stronzetta!”.
Io raccolgo le mie nozioni di inglese colloquiale e le spiego che le ho
portato quel biglietto di scuse, e che d’ora in avanti farò
in modo personalmente, che non si ripetano episodi simili.
Allora il clima si scioglie un pò e lei mi presenta i suoi 2
amici, Manuele e Giovanni, due ragazzi di un paese vicino che ha
conosciuto in questi due mesi.
Mi invita ad entrare e bere una birra con loro, ed io accetto
volentieri.
Si ride e si scherza, si parla di lavoro e dei nostri Paesi,
è incredibile la differenza di mentalità tra noi
e loro!
Durante la serata ho anche occasione di rifarmi gli occhi sui due
ragazzi, che non sono niente male: sono entrambi mori, Manuele ha gli
occhi verdi come i miei e 29 anni, Giovanni marroni e 24 anni, sono
abbastanza alti (Giovanni di più), e con un bel fisico,
anche se definirei più bello Manu, per quanto anche Gio non
sia male!
Dopo un paio d’ore e un certo numero di birre (ho scoperto che il mio
inglese migliora da brilla), ovviamente i discorsi si spostano sul
sesso, come è normale che sia in queste occasioni, e allora
improvvisiamo un mini gioco della bottiglia, che è
assolutamente internazionale, infatti è proprio Zoe a
proporlo.
Nessuno si tira indietro ma i ragazzi impongono la regola che non si
sarebbero baciati tra di loro, il che scatena un sacco di battute sulla
loro presunta omosessualità latente.
Insomma, iniziamo questo gioco, e Zoe gira la bottiglia, che finisce
per puntare verso di me. I ragazzi ci dicono che se vogliamo possiamo
passare il turno (più perchè vogliono ficcarci la
lingua in bocca, che per cavalleria), ma io e lei ci guardiamo e
all’unisono ci avviciniamo e ci impegnamo in un bacio appassionato con
un sacco di lingua. Zoe ha le labbra morbidissime e che sanno di
fragola, decisamente da baciare, per non parlare di come usa la lingua!
Ci stacchiamo quando sentiamo gli applausi dei due arrapati che sono
rimasti a guardarci con le bocche spalancate: probabilmente credono di
essere finiti all’interno di qualche film porno!
Adesso tocca a me girare la bottiglia, e questa punta verso Giovanni,
che non si fa scrupoli e praticamente mi si incolla addosso. Non solo
mi ficca un metro di lingua in bocca, ma la mano nascosta agli altri
due scende a palparmi il sedere! Decido che come primo turno
può bastare, e lo scanso. Ora lui gira la bottiglia, che
finisce verso Manuele. Io e Zoe proviamo a convincerli a darsi almeno
un bacio a stampo, ma non c’è niente da fare, quindi Manu
gira la bottiglia, che di nuovo punta verso di me! Lui è
meno famelico del suo amico, ma non meno passionale! Mi mette una mano
dietro il collo e mi attira verso di lui. Iniziamo a baciarci, e questa
volta non sento mani che vagano, ma sono io che sono tentata di lasciar
vagare le mie! Infatti Manu, a differenza del suo socio, indossa un
paio di pantaloni della tuta, e il tessuto acrilico morbido di cui sono
fatti, è più “malleabile”, e bhe, ho potuto
apprezzare l’effetto immediato che il bacio mio e di Zoe ha prodotto su
di lui!
Comunque resisto all’impulso, e giro di nuovo la bottiglia. Neanche a
farlo apposta, punta di nuovo su di lei, quindi ci accingiamo a
ripetere la performance di prima ai ragazzi, quando Manuele ci blocca
“Eh no ragazze, adesso dovete andare 7 minuti in paradiso!”
Mi ero dimenticata di quella regola!
Spiego a Zoe che da noi si usa che la seconda volta che si capita con
la stessa persona, ci si deve rinchiudere insieme da qualche parte per
7 minuti.
Lei capisce al volo perchè si chiami “7 minutes in heaven”,
mi prende per mano e mi porta in casa, mentre i ragazzi fanno partire
il tempo.
Una volta dentro lei prepara 2 shots di rum, tanto per non perdere
“brio”, e mi dice (scrivo tutto in italiano per comodità!)
“Ci serve se vogliamo andare in paradiso, no?” sorridendo.
Ci beviamo i due mini-drink al salto, e le rispondo “Ma guarda che
questa regola c’è più che altro perchè
quelli fuori poi spettegolano su quello che fanno quelli dentro! Non
serve per forza fare qualcosa!”
“Ma dai sciocchina” dice lei “abbiamo l’occasione d’oro, non
sprechiamola!” e dicendolo, mi inchioda al muro e inizia a baciarmi di
nuovo.
In quel momento mi chiedo se sia lesbica, ma in realtà
decido che non mi interessa poi molto, io non lo sono e sono
lì!
Zoe inizia a lasciarmi una scia umida sul collo, e si sofferma dietro
le orecchie, intanto io decido che se devo fare l’esperienza, tanto
vale farla bene!
Le infilo le mani sotto la maglietta e le tocco le tette da sopra il
reggiseno. Sono sode e piene, avrà una terza minimo!
Lei infila una gamba in mezzo alle mie e inizia a sfregare la coscia
contro il mio pube che inizia ad essere bagnato, e visto che io porto
la gonna e lei dei pantaloni corti, sicuramente se ne accorge, e un
pò dei miei umori colano su di lei.
L’eccitazione sale, e in un unico movimento, le tolgo t-shirt e
reggiseno, e mi avvento con la bocca sui suoi capezzoli. Li lecco, li
succhio e dò dei piccoli morsi, e sentirla sospirare
è musica per le mie orecchie. Scopro così che con
una donna è molto semplice: basta pensare a cosa piace che
facciano a me!
Le lascio una scia di baci lungo l’addome, e mi soffermo sull’ombellico
mentre le slaccio gli shorts e glieli abbasso insieme agli slip.
E così mi trovo davanti la sua fica completamente rasata e
decisamente fradicia.
Mi prendo un attimo per osservarla ed annusare il suo odore di donna,
poi infilo una mano tra le sue gambe e inizio a penetrarla prima con un
dito, poi ne aggiungo un altro, e Zoe inizia a gemere a voce alta:
“Oddiooo, si, così, vai più veloce, fammi
godere!”.
La invito a sdraiarsi, così posso dar sfogo alla porca che
è in me che sta uscendo, e mentre la scopo ora con 3 dita,
con la bocca mi avvento sul clitoride e lo succhio avidamente, senza un
attimo di tregua. Voglio che venga, e che lo faccia sulla mia bocca!
Aumento la velocità delle dita e continuo a succiare e dare
colpetti di lingua sul suo bottoncino, finchè “Oooooh, Betty
continua, siiii, sto venendooo, aaaaahhhh!!!” e con un urlo, si libera
esattamente dove volevo, e io posso leccare tutto quel succo dolciastro
di cui mi sto inebriando!
Zoe si gode il suo orgasmo, poi, dall’alto in basso mi sorride, e
scende a baciarmi, il suo sapore si mescola nelle nostre bocche e sulle
nostre lingue.
Però io devo ancora avere soddisfazione, e questo bacio
languido non fa che accendermi di più!
Impaziente, faccio per iniziare a sditalinarmi per togliermi la voglia,
ma lei mi blocca la mano, e come ho fatto con lei prima, mi fa sdraiare.
Inizia a succiarmi i capezzoli, ma senza troppe cerimonie le faccio
capire che di preliminari ne ho avuti abbastanza!
Allora con un sorriso furbo mi toglie gli slip e subito si avventa
sulla mia fica bagnata con la lingua.
Mi lecca, mi succhia, e mi penetra, e io sto per scoppiare “Daaaai, non
ce la faccio più, ti prego, fammi godereeee!!” la supplico
quasi, e a quel punto basta che lei appoggi un dito sul mio clitoride,
e finalmente vengo! E credo sia l’orgasmo più intenso e
soddisfacente di tutta la mia vita!
Per concludere, Zoe immerge due dita nella mia passerina ormai allagata
e me le porta alla bocca, io le succhio e le pulisco per bene: ho
proprio un buon sapore!
Zoe si stende sul tappeto accanto a me, ci guardiamo negli occhi un
attimo e poi scoppiamo a ridere tutte e due, dicendoci che
effettivamente siamo state parecchio zoccole!
Spento l’accesso di risa, mi scappa l’occhio verso la porta, e allora
li vedo: Manu e Gio erano entrati a cercarci!
I 7 minuti erano abbondantemente passati e noi, prese da altro, non ci
abbiamo pensato!
E ora sono lì, tutti e due con i pantaloni abbassati e i
cazzi durissimi di fuori, che ci guardano e si masturbano
freneticamente.

…continua…

Per commenti, recensioni e critiche costruttive: beth.80@hotmail.it

Zoe si stende sul tappeto accanto a me, ci
guardiamo negli occhi un attimo e poi scoppiamo a ridere tutte e due,
dicendoci che effettivamente siamo state parecchio zoccole!
Spento l’accesso di risa, mi scappa
l’occhio verso la porta, e allora li vedo: Manu e Gio erano entrati a
cercarci!
I 7 minuti erano abbondantemente passati e
noi, prese da altro, non ci abbiamo pensato!
E ora sono lì, tutti e due con
i pantaloni abbassati e i cazzi durissimi di fuori, che ci guardano e
si masturbano freneticamente.

Io e Zoe li fissiamo a nostra volta, con
gli occhi sbarrati.
Potevo vedere benissimo la scena da fuori:
io ero sdraiata, senza maglietta e con il reggiseno alzato, la gonna
alzata anch’essa, senza mutandine e ancora con le gambe spalancate; Zoe
invece era completamente nuda, sdraiata su un fianco appogiata a me.
Ci hanno beccate in pieno!
La roscia mi guarda, e poi scoppia a
ridere di nuovo. Io sto quasi per offendermi, mi sfugge il lato comico
della situazione! Poi dice:”Poverini, guarda in che condizioni li
abbiamo lasciati! Già erano eccitati da un bacio, ora con
quello che hanno visto staranno per scoppiare!”
Trattengo l’impulso di mandare tutti al
diavolo e andarmene: alla fine non mi sono sottratta alle provocazioni,
mi sembra ipocrita farlo adesso! Dunque decido di dare corda a Zoe.
“Hai ragione cara, siamo state proprio
delle cattive ragazze! Meriteremmo una punizione, non credi?” le chiedo.
“Una punizione esemplare!
Chissà se qualcuno ha idea di come punirci!” fa lei,
guardando i ragazzi.
Loro sembrano capire al volo dove vogliamo
arrivare, e si avvicinano.
“Chi di voi due è la zoccola
che ha cominciato?” chiede.
Zoe alza la mano.
“Bene” continua lui “allora adesso ci
pensiamo noi a te!” dicendo questo la fa mettere sul divano a 90, e le
ficca il suo belissimo cazzo duro in bocca. Lei inizia subito a
spompinarlo, ed entrambi iniziano a gemere, tanto che non si capisce
chi stia godendo di più da quel pompino!
Gio intanto si mette dietro di lei e le
sbatte il suo palo nella fica, in un colpo solo, e inizia a stantuffare.
Sono un trenino perfetto, lo spettacolo
più eccitante che potessi vedere!
In un secondo sono già di nuovo
bagnata, e, a mali estremi, inizio a farmi un ditalino osservando
quella scena meravigliosa.
Zoe ha gli occhi chiusi, e ogni tanto
lacrima per la difficoltà di prendere in bocca tutto il
membro di manu, che ha dimensioni considerevoli a dir poco, e mugugna
sempre di più il suo piacere dato dal cazzo di Gio.
Non nego che vorrei essere al suo posto,
ma in questo momento la cosa che occupa i miei pensieri è
venire, venire, solo venire!
Manu, che dei due mi sembra il
più disinvolto e disosto al gioco, mi vede in preda a questa
corsa forsennata all’orgasmo, quindi toglie il cazzo dalla bocca di
Zoe, che è libera di urlare adesso, e viene verso di me.
“Ma bene, e tu? Pensavi di cavartela a
buon mercato, vero? E invece no, ti tocca la punizione anche a te!” mi
dice.
Io ormai priva di ogni pensiero logico, se
non quello dell’orgasmo, rispondo semplicemente “Siiii, scopami
subito!”.
Detto, fatto, mi trovo sullo stesso divano
di Zoe, di fronte a lei, anch’io a 90.
E anch’io, ora, ho un cazzo di
ragguardevoli dimensioni che mi scopa forsennato la fica.
“Siiiiii, dai, di più, fammi
venire!!”
“Certo che siete proprio due troie!”
“Aaaaaaaah, siamo troie, siii, vogliamo
godereeee!”
“Hey amico, che dici, sfondiamo i culi di
queste due zoccole?”
“Ottima idea socio!”
Così, insieme, Manuele e
Giovanni tolgono le loro nerchie dalle nostre passere, e ce le sbattono
nel culo senza riguardo!
“Aaaah che maleeee!”
“Dio, mi sfondi così!”
Quelli continuano fregandosene di farci
male, male che poi piano si trasforma in altro puro piacere!
A testimonianza di ciò, dopo
pochi colpi ben assestati, Zoe viene e Gio pure, riempiendola.
Manu continua a scoparmi selvaggiamente il
culo, e per di più mi infila una mano tra le cosce e inizia
a massaggiarmi il clitoride, e questo doppio trattamento in breve mi
porta a venire urlando il suo nome.
Mi accascio sul divano e poco dopo anche
Manu viene, sborrandomi sulla schiena.
Rimaniamo tutti e quattro così
accasciati in posizioni più o meno scomode per qualche
minuto, il tempo di riprendere fiato.
Poi, come prima, io e Zoe ci guardiamo e
scoppiamo a ridere, e questa volta anche loro si uniscono a noi.
“Hey, controlla che nessuno ci abbia
spiati dalla porta!” dico scherzando a Manu.
Ci rimettiamo tutti in sesto ed arriva il
momento dei saluti, in cui nessuno si risparmia palpate e affondi di
lingue, segno che, senza dubbio, la nostra amicizia con benefici
continuerà.

…continua…?

Per commenti, recensioni e critiche costruttive beth.80@hotmail.it

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