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Orgia

STUPIDI PREGIUDIZI

By 29 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti, sono P., poco più che quarantacinquenne di Trieste, felicemente sposata, madre, che conduce la più normale delle esistenze. Lavoro, famiglia, casa, qualche rarissima pizza con amici, ed anche dal lato sessuale, sebbene appagata, non mi discosto dalla norma di coloro che una volta sposati, ed avuto figli, tendono sempre più a rarefare le proprie performances. Con R., mio marito, l’intesa &egrave ottima, ma, come dicevo, gli impegni familiari e lavorativi fanno sì che alla sera si abbia più voglia di dormire che di scopare.

Da un po’ di tempo abbiamo deciso di realizzare il sogno dell’acquisto di una villetta, perciò &egrave stato necessario mettere in vendita il nostro attuale appartamento e, quella mattina, mio marito aveva preso appuntamento a casa con un agente immobiliare che avrebbe dovuto visionare l’immobile ed eventualmente proporlo ad un suo cliente. Purtroppo, all’ultimo momento, gli capitò un impegno di lavoro molto importante, così mi chiese se potevo presenziare io all’appuntamento almeno fino a quando non avrebbe potuto liberarsi per raggiungerci. Ovviamente non &egrave stato un problema, mi sono presa una giornata di ferie così da essere presente all’arrivo dell’ospite.

L’appuntamento era per le 9.00 e, preciso come un orologio svizzero, a quell’ora suonò il campanello, andai ad aprire e mi trovai di fronte un bel giovanotto, sulla trentina, alto, capelli chiari, occhi azzurri, vestito con un abito di lino chiaro, col caldo che faceva, e con lui c’era un signore altrettanto alto e ben vestito ma di colore.
L’agente me lo presentò come Martin, suo cliente che, in procinto di trasferirsi da Los Angeles in Italia, cercava un posto dove abitare vicino al lavoro. Fin quì tutto ok, li ho fatti accomodare in salotto e, vista l’ora, ho pensato di offrire loro un caff&egrave immediatamente accettato da entrambi.

Dopo pochi minuti mi sono ripresentata con un vassoio dove avevo preparato 3 tazzine e la moka con la bevanda calda, ho servito per primo l’uomo di colore, che mi ha ringraziato con un magnifico sorriso, e poi nel ripetere l’operazione con l’agente, senza accorgermi, ho fatto cadere alcune gocce finite malauguratamente proprio sui pantaloni del giovanotto.
Nonostante lui cercasse di minimizzare l’accaduto mi sono sentita terribilmente colpevole e mi parso doveroso tentare di riparare il danno invitandolo in bagno per provare a smacchiargli i pantaloni.
Ho preso un asciugamano asciutto ed un panno appena umido, poi, con estrema naturalezza, come se fosse capitato a mio marito a mio figlio, ho sbottonato i pantaloni ed abbassato la cerniera infilando l’asciugamano all’interno e sfergando il panno sulla macchia, non curandomi minimamente della reazione dell’uomo.
Infatti, in ginocchio, intenta nel mio lavoro, non mi sono resa conto nei boxer del ragazzo andava creandosi uno strano e crescente rigonfiamento, finch&egrave, fu tale che non più trattenuto dall’indumento non pot&egrave che liberarsi verso l’esterno.
Mio marito &egrave messo bene ma quello che mi torvai improvvisamente davanti al viso era straordinario, almeno 20 centimetri di carne e neanche del tutto in tiro! B&egraveh! Non ho mai tradito mio marito e neanche ci ho mai pensato ma in quell’istante, forse un po’ disorientata e un po’ sorpresa, l’istinto mi ha portato ad afferrare quel meraviglioso cazzone e cominciare a menarlo, facendo scorrere su e giù la pelle a far uscire una turgida e lucida cappella.
Ho alzato un attimo lo sguardo scambiando con l’uomo un sorriso di intesa per poi iniziare a leccare quell’asta, ormai non meno di 25 centimetri, scorrendo dai coglioni alla cappella, afferrandolo tra le labbra, cercando di inghiottirlo il più possibile spingendomelo fino in gola.
Tutta intenta a spompinare il giovane non mi ero resa conto che l’uomo di colore ora era lì di fianco a pantaloni abbassati mostrandomi il suo enorme manganello nero della lunghezza di quello bianco ma dal diametro più grosso.
Ormai lanciatissima ho afferrato anche lui passando la lingua e succhiando prima una cappella poi l’altra.
Dal bagno siamo passati in camera da letto, dove io, ormai nuda, ho ripreso a succhiare il cazzo nero mentre l’altro messami alla pecorina mi leccava una figa grondante di piacere in attesa solo di essere riempita dal suo enorme bastone, cosa che non tardò a verificarsi, prima strusciandomelo tra le cosce e subito dopo spingendomelo dentro tutto fino ai coglioni. Succhiavo avidamente la cappella nera mentre lui si strusciava le mie tette (terza abbondante) sulle palle e l’altro che mi montava come una vacca provocandomi una serie di interminabili orgasmi, lasciandomi sbattere lungamente dal biondo ma con l’incredibile desiderio di cavalcare, per la prima volta in vita mia, un gigantesco uccello nero.
Quindi mi alzai e mi ci sedetti sopra cominciando a muovermi su e giù aritmicamente. Era così grosso che, oltre a riempirmi e dilatarmi completamente la figa, mi strisciava anche sul clitoride producendomi un orgasmo praticamente ininterrotto.

Continuando a cavalcare il nero ripresi in bocca il cazzo del bianco grondante dei miei umori, succhiando e leccando il sapore della mia figa.

Godevo e urlavo come non mi era mai capitato pensando di essere ormai al culmine, quando, il ragazzo biondo chinandosi dietro di me,che continuavo a montare il nero, prese a leccarmi il buco del culo.
Questa cosa mi faceva impazzire di piacere ma non immaginavo certo che poco dopo ci avrebbe puntato la sua asta inculandomi senza ritegno.
Ero completamente in balìa dei due stalloni, sentivo i loro cazzi dentro fino in pancia, impalata davanti e dietro tanto da non accorgermi neanche dell’arrivo di mio marito che, invece di incazzarsi, stava godendosi lo spettacolo menandosi l’uccello.
Urlavo di piacere e lui mi chiuse la bocca infilandoci il cazzo, io non mi feci pregare a succhiarlo ingoiandolo fino alle palle.

Mi scoparono e mi incularono a turno tutti e tre per ore facendomi godere come una vera troia e poi messami supina mi innaffiarono sulle tette ed in faccia coi loro idranti facendomi bere una quantità esagerata di sperma. Infine ripresi in bocca uno per uno i loro cazzi svuotandoli completamente del saporitissimo liquido caldo.

Una volta ringraziati e salutati gli ospiti, io e mio marito, ci ributtammo sfiniti sul letto, e lì mi rivelò di aver reclutato lui i due stalloni perché moriva dalla voglia di vedermi alle prese con più cazzi contemporaneamente ma era sicuro, ed aveva ragione, che chiedendomelo non avrei mai accettato.

Ora, di tanto in tanto, sono io a proporlo perché, come in molte altre cose, purtroppo si &egrave portati a rifiutare stupidamente (per paura o pregiudizio) a priori situazioni che poi, una volta vissute, diventano irrinunciabili.

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