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OrgiaRacconti CuckoldTrio

Una delle tante porcate della puttana e del pappone

By 2 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La mazza era la sola cosa che la mia depravata moglie troia aveva in testa tutto il giorno e appena ne aveva occasione se ne faceva ficcare una in panza dovunque e con chiunque a condizione che fosse porco e con grossa mazza anche a costo di farsi sputtanare.

Purtroppo la zozza ninfomane non riusciva a stare senza sborra e doveva farsi almeno 4 o 5 godute al giorno per essere sazia e soddisfatta e questo non era semplice per una maiala che spurgava solo con sfondate e pistonaggi di supercazzi. Anche sul lavoro non s’era fatta mancare la fava e il sugo di palle e s’era ripassata tutti i maschi più porci e dotati dell’impresa.

I capi lo sapevano bene quanto fosse porca e puttana dato che il suo vecchio padrino porco depravato l’aveva raccomandata e aveva subito informato il 2 padroni di quanto la figlioccia fosse zoccola e così l’avevano subito presa e messa anche loro sotto cazzo cosa che ci aveva portato anche buoni guadagni perché la puttana si faceva ben pagare dai due puttanieri.

Uno era sulla quarantina mentre il più vecchio oltre la sessantina ma da quello che mi raccontava la zoccola trombavano tutti e due come porci e siccome la vacca non voleva perdere tempo li prendeva tutti e due insieme e quasi ogni sera dopo il lavoro mentre io l’aspettavo fuori per riportarla a casa.

I due non sapevano che io essendo cornuto marito della maiala fossi anche un guardone recchione e che mia moglie vacca e mai sazia di carne tosta su per i buchi s’era fatta anche un pappone supercazzuto che oltre a sfondarla col suo enorme cazzo in ogni buco in modo bestiale la faceva anche battere per lui con il mio aiuto.

Io quindi anche se sapevo bene che mentre l’aspettavo la vacca si stava facendo imbottire la panza di mazza e sborra non potevo partecipare ma alla fine stanco di farmi le seghe in macchina decisi di godermi lo spettacolo della maiala al lavoro e mi misi d’accordo con lei che mi lasciava una porta aperta in modo che potessi entrare a spiarla. Potevo solo vederla da un ballatoio ma era abbastanza per me che potevo anche sentire i rumori della monta e le porcate che si dicevano mentre i due soci si fottevano la gran vacca.

Così entrai per spiare trovando che la mignotta stava già armando i due puttanieri in piedi piegata in avanti e aveva imboccato la fava del più giovane già tosta spompinandola con risucchi umidi mentre il vecchio le teneva la ceppa ancora molle tra le cosce e allargandole le chiappe le sputava sul buco del culo infilandole dentro la saliva con le dita evidentemente per lubrificarle lo sfintere per l’inculata.

Io da stronzo pensavo che il vecchio non poteva sapere che la zoccola strarottainculo di cazzi su per le chiappe ne poteva prendere anche 3 alla volta senza crepare e mi godevo la scena della puttana che armava i due mandrilli passando dall’uno all’altro e a forza di pompini e leccate di palle col dito in culo alla fine anche la stanga nodosa del vecchio fu tosta abbastanza per infilarla e lei da troia esperta sapendo quali erano i gusti del porco per completare la drizzata di cazzo alla fine gli pisciò sulla ceppa ridendo e poi soppesando la stanga grondante decretò che era tosta al punto giusto per beccarsela.

Allora il più giovane si stese e il v vecchio l’aiutò a cavalcarlo a cosce larghe facendosi infilare il suo manico in tiro poi piegandola in avanti si accomodò anche lui da sopra spingendo la lunga fava nella panza della puttana che ansimava sculettando per aiutare la penetrazione. Io non potevo vedere bene ma pensavo arrapato che il giovane glielo avesse messo in fregna mentre il vecchio le farciva in culo dato anche lo sforzo che aveva dovuto fare per infilarlo tutto con affondi lenti e ripetuti. Mentre i due le pompavano in corpo a tutta forza sbuffando tra risucchi e pernacchie umide sentivo la maiala guaire incitandoli a sfondarla a fondo e a riempirla di sborra.

Il vecchio le dava degli affondi lenti tenendola impugnata per le pocce mentre il giovane la faceva sobbalzare con spinte furiose tenendosela stretta per le chiappe larghe. Dopo una rapida trombata il giovane le scaricò in panza la sua sborrata grugnendo ma il vecchio durava continuando a stantuffare la zozza senza sosta e raddrizzandosi mentre andava e veniva in panza alla gran vacca scosciata le allargava le chiappe sputandole ancora sul buco del culo. Solo allora capivo che i due porci non l’avevano imbottita a sandwich uno in fregna e uno in culo ma l’avevano infilata tutti e due insieme nel buco della sorca.

Mentre il vecchio continua a a pomparsela il giovane si faceva spompinare la mazza sbrodolata dalla troia che grufolando da scrofa la imboccava tutta spinta in avanti ad ogni colpo del vecchio strozzandosi e in breve lo riarmò con quel pompino di gola profonda. Quando il giovane fu tosto di nuovo chiese al vecchio di fargli posto e lui sfigò la zoccola che ansimava arrapata e girandola la aiutò a sedersi sul cazzo dritto del porco. Quella rottinculo di mia moglie da esperta si fece accomodare la cappella sul buco del culo e poi sedendo di colpo se lo beccò tutto fino alla radice nel sedere con un singhiozzo osceno.

Sdraiata sul porco che l’inculava a smorzacandela la schifosa vacca si allargò le gambe tese offrendo la fregna scolata al vecchio che andandole tra le cosce prima la slinguò rumorosamente slappandole la patacca e succhiandole il clito assaporando colla lingua in fregna le sbrodolate di sugo di figa e sborra che ne scolavano fuori. Poi guidò a mano la sua lunga fava sbrodolata immettendogliela in panza lentamente. Vedendo come sforzava per fargliela entrare questa volta capivo bene che non la stava chiavando in fregna dato che quella figona strarotta e scolata l’avrebbe preso senza sforzo ma invece il porco se la stava inculando insieme al giovane infilandole il manico su per le chiappe già farcite dall’altro cazzo.

Gli sculettamenti scomposti e le parolacce oscene che ansimava la troia sbudellata me lo confermavano in pieno e arrapato potei gustarmi la penetrazione doppia del culo di mia moglie fino a quando il vecchio riuscì a buttarle dentro anche la radice nodosa del suo palo tosto accanto alla ceppa del socio aiutato dalla sbroda di figa che lo ricopriva. Io segandomi furiosamente ammiravo quella gran troia che riusciva a beccarsi le due mazze toste insieme nel suo culo strarotto ben sapendo che dopo le gran sgarrate anali subite dal suo pappone e dai neri che se l’erano strainculata sbudellandola a fondo mia moglie non poteva che godere con le due stanghe che le limavano le budella.

Le pernacchie e gli sfiati che sfuggivano dalla rondella stirata della zoccola arrapavano i porci che pompavano nel retto della maiala a tutta forza sudati inchiappandosela furiosamente incitati e insultati dalla bagascia che infoiata si sbatteva come un’ossessa. I due puttanieri erano infoiati come mandrilli dalla troiaggine di quella femmina troia e sfondata e le davano dentro furiosamente pistonandole in culo come bestie in un crescendo di grugniti e gemiti animaleschi che finì in un urlo rauco della bagascia quando i due inculatori le fecero il pieno alle budella scaricandole in panza le palle fino all’ultima goccia di sborra con stantuffate scomposte.

Poi svuotati i coglioni i due si rialzarono sudati e le filarono le mazze scolate dal sedere sturandogli il buco con degli sfiati umidi osceni e commentando ammirati la dilatazione dello sfintere della maiala che si richiudeva lentamente dopo la stirata anale subita. Lei ansimante e sconvolta si rialzò e si rivestì in fretta e dopo aver succhiato sconciamente le cappelle grondanti dei due porci che aveva svuotati se ne andò uscendo e io la raggiunsi poco dopo per riportarla a casa e in macchina mentre andavamo la puttana sistemandosi alla meglio il trucco e i vestiti mi chiese se avevo visto bene tutto. Io vergognandomi dovetti ammettere che m’ero segato come un porco e la zozza soddisfatta mi confermò che quelle infilate doppie se le faceva dare spesso perché anche se la svangavano a sangue la strapagavano e quindi avevano diritto a sbudellarla a fondo.

Arrivati a casa trovammo il suo pappone che aspettava la troia menandosi il supercazzo sfoderato e già tosto come un palo. Appena entrati lui le ordinò di infilarsi la mazza enorme e la stronza maiala doveva ubbidire se non voleva botte ma la tremava di paura perché non avendo potuto ricagare la sborra che le avevano appena ficcato in panza in abbondanza gli altri due mandrilli temeva che il porco violento scoprendo che s’era fatta ingroppare senza dargli soldi l’avrebbe massacrata come al solito sgarrandola ferocemente come la puniva quando lei si teneva i soldi delle monte clandestine.

Il pappone pretese anche che io le slappassi i buchi per poterle ficcare dentro il suo battacchio armato al primo colpo fino alle palle che anche se la maiala era strarotta non gli riusciva a secco ma doveva essere ben lubrificato per poterle sfondare la panza al primo colpo e mi dovetti piegare a quella porcata cominciando a slappare i buchi della zoccola che s’era sdraiata scosciata. Nauseato sentivo il sapore della sborra che mia moglie aveva in corpo ma dovetti leccare come un cane fino a quando il porco arrapato mi scansò con un calcio per salire in panza a mia moglie. Tenendole la gambe all’aria ben slargate lui viziosamente mi ordinò di guidargli la stanga equina nella sorca spalancata della troia ansimante e dovetti impugnargli quel manico nodoso indirizzandolo nel buco largo della patacca della vacca che sussultò sentendo la pressione di quella cappella enorme.

Quando fu ben appizzato il pappone guardandomi sfottente le sparò in fregna un affondo micidiale infigandola quasi fino alla radice del mostruoso cazzo e mentre sentivo il rutto osceno della mia signora sventrata dalla potenza di quella botta ricevetti sulle mani con cui ancora stringevo la ceppa del suo montone lo spruzzo schifoso della sborra che le colmava la sorca ma non dissi niente sperando che il mandrillo non si fosse accorto di quanto la puttana fosse piena. Lui le accomodò in figa l’enorme cazzo a spinte furiose fino a farglielo scomparire tutto in panza poi se la pompò con stantuffate lente e profonde sbattendole le grosse palle sulle chiappe ad ogni colpo. Io sapevo che non si sarebbe accontentato di chiavarsela e infatti ad un certo punto il porco sempre tenendola impalata sul suo bigolo mostruoso la girò di lato e la mise a pecorina.

In piedi accanto al letto il porco cazzuto era in posizione da monta e mi aspettavo che le sfondasse a fondo fregna e chiappe preparandomi ad assistere ad una lunga ingroppata ma il bastardo perverso mi ingiunse di andare a stendermi sul letto a 69 con la puttana che così poteva sugarmi il cazzo mentre io tra le sue cosce aperte dovevo slinguarle la sorca mentre lui la limava a cazzo duro: quando fui in posizione il mandrillo ricominciò a pistare in panza a mia moglie stantuffandole la fregna che scolava rivoli vischiosi sulla mia faccia allagando anche le bisacce pelose del chiavatore che le sbattevano ritmicamente nel fracosce.

Dopo averle ben pompato la figa il porco la sturò con un risucchio e ricevetti in faccia le scolate schiumose che ripisciava la scrofa svuotata dalla proboscide fumante del suo pappone che intanto le appizzava la nerchia gigantesca sul buco del culo dilatandole le chiappe colle mani come un libro aperto. La zoccola gemeva aspettando l’incornata che arrivò subito con un affondo micidiale che le fece sprofondare il mostruoso battacchio nel retto slargandole ferocemente la rondella. La maiala urlò anche con la bocca piena del mio cazzo che spompinava da esperta mentre ammiravo da vicino la potenza di quel cazzaccio asinino che sfondava le budella di mia moglie immergendosi nel suo deretano da troia rottinculo.

Il montone sbuffando infoiato le sbatté in culo il palo nodoso fino alle palle a forza di spinte feroci che le facevano inghiottire il mio cazzo fino in fondo alla gola e mentre la sentivo strozzarsi con conati di vomito vedevo il gigantesco palo lucido e grondante scolate oscene entrare e uscire ritmicamente dalle sue chiappe sgarrate mentre il porco le pompava in culo come un ossesso. Quando le spingeva in culo quel trave tosto la panza invasa della zoccola ripisciava fuori dalla sorca larga rivoli di sborra che mi scolavano in faccia e in bocca mentre lappavo lo spacco aperto della figa e il clito della maiala rottinculo.

Il pappone depravato le somministrò un’inculata interminabile pompandole furiosamente nelle chiappe sfondate mentre la troia impazzita urlava parolacce oscene e sculettava freneticamente fino a quando tenendola ben impugnata per le grosse pocce ondeggianti il mandrillo si scaricò i coglioni pieni sparandole in culo una sborrata enorme ficcato fino alle palle nelle budella di mia moglie che rantolava spingendo indietro per farsi squartare il buco del culo da quel cazzo asinino che la faceva impazzire. Vedevo sussultare le grosse palle dell’inculatore della mia moglie troia e le bordate che le ficcava nel retto con spinte furibonde del suo bigolo armato fino a quando svuotati i coglioni da mulo le ricacciò lentamente dallo sfintere spalancato e strappato il lungo salame fumante e grondate scolate viscide.

Quando la cappella a fungo le sturò il buco squartato con uno schiocco di tappo umido la schifosa mignotta con un urlo rauco sparò una scoreggia svuotandosi le budella stracolme e una getto nauseabondo di sborra merdosa schizzò fuori dal foro anale largo come una tazza e mi allagò la faccia e la bocca ruscellandole tra le chiappe impiastrate e lungo la figa nel fracosce.della vacca che senza frenarsi continuò a scaricarsi la panza piena ricagando a getti la sborra che le colmava le viscere. Il pappone vedendo quel mare di sborra fuoriuscire dallo sfintere spalancato della porca sospettò che non fosse tutta roba sua perché anche se sborrava come un cavallo quello che la maiala ricagava era troppa roba.

Allora furioso prese a botte la puttana cercando di farle confessare le trombate fatte mentre a pugni in panza le faceva ricagare scorreggiando tutta la robaccia che le intasava le budella. La zoccola urlava impaurita e sotto i colpi del suo pappone sadico scaricava spruzzi di sborra merdosa dalla fregna e dal buco del culo rotto che il porco pervertito per vendicarsi mi impose di inghiottire aprendo la bocca e mangiando quella purea schifosa e puzzolente leccando e ripulendo i buchi della troia che grondavano scolate oscene.

Lo schifo mi faceva vomitare ma il porco violento mi disse che dovevo ubbidire perché se mia moglie non s’era fatta trombare da altri quella sborra che le colmava la panza era tutta sua e io ero già abituato a fargli pompini con l’ingoio e dovevo godermela come quando gli sugavo la minchia mentre se l’avevo fatta coprire senza il suo permesso era la punizione che mi meritavo e dovevo mangiare tutta la robaccia merdosa che s’era fatta ficcare in corpo la mia bagascia.

Così dovetti subire anche quelle porcate estreme leccando quella marea di sborra merdosa che riusciva dai buchi strarotti della mia moglie zoccola per evitare che il suo pappone sadico e perverso ci riempisse di botte a tutti e due scoprendo quanti cazzi si beccava la sua mignotta a sua insaputa e quanti soldi gli fregava facendosi coprire a pagamento senza darli a lui che d’altra parte facendola battere ricavava da quella stronza bagascia ninfomane una mare di soldi e chi ci rimetteva ero sempre io che da cornutissimo recchione sputtanato come guardone ero ridotto ad aiutare la mia signora troia a farsi imbottire di cazzi e sborra a suo piacere.

La fantasia perversa del pappone di mia moglie non era ancora esaurita e voleva farcela pagare cara la voglia di mazza che aveva la sua puttana ma questo lo racconterò alla prossima.

Quando ormai sputtanato come guardone cornuto e succube recchione dei due amanti pervertiti partecipavo alle loro monte scatenate una volta il porco montone di mia moglie mi volle umiliare facendosi fare una sega da me e dopo aver abbondantemente chiavato la troia col cazzo spaventoso armato come un palo la mise in ginocchio e le salì sul culo appuntandole la gran cappella al buco del culo. Poi impugnandola per le grosse pocce pendenti si piegò spingendo duramente col manico per infilarle le chiappe.già abbondantemente sfondate da tempo.

Come al solito mi impose di aiutarlo a sgarrare la rondella della maiala prendendogli la mazza e guidandola nell’infilaggio anale e io umilmente dovetti impugnare quella stanga di carne nodosa e bollente e tenerla ben appuntata allo sfintere di mia moglie mentre il mandrillo arrapato spingeva con scatti duri affondando sempre più nel buco del culo slargato all’inverosimile da quel nerchione bestiale. Alla fine con un colpo feroce il porco sprofondò di colpo la ceppa nel retto della scrofa che urlò sobbalzando composta e le mie mani scivolando lungo il tronco scolato dal sugo di figa si ritrovarono stretti tra la base pelosa del cazzo del montone e le chiappe sgarrate della puttana. Non feci in tempo a sfilare le mani da quella stretta oscena che il gran bastardo con una botta micidiale infornò tutta l’enorme mazza tesa nelle budella della zozza che guaiva sculettando sotto quell’inculata bestiale con urli rauchi.

Vedendo il porco immerso fino alle palle in culo alla vacca mi volevo segare preparandomi ad assistere allo spettacolo osceno di mia moglie ingroppata bestialmente dal suo montone ma il porco mi ordinò perentorio di segargli il cazzo infilato in panza alla gran mignotta. Io esitavo ma lui mi impose di mettermi subito all’opera e chinandomi tra le gambe scosciate dei due porci in monta cominciai a lavorare la fregna scolata della vacca per infilarle in figa la mia mano. La sbroda che aveva spurgato colla chiavata mi aiutò a infilarla e con pochi movimenti rotatori riuscii a farle entrate la mano nella patacca sbrodolata.

La zoccola urlava sculettando sotto quella doppia sgarrata e io sudando faticavo ad affondarle in panza il braccio. Sentivo bene il tronco tosto dell’immane cazzo del suo pappone inculatore piantato nelle budella stirate della troia attraverso la sottile parete che ci separava e schiacciato di lato quasi non potevo muovere la mano . A forza di spingere però riuscii ad affondare fino a poter quasi impugnare la ceppa del mandrillo che stava fermo tutto immerso nel sedere sfondato della maiala gustandosi le sue contrazioni e i miei sforzi per ficcarle in panza il braccio.

Alla fine insultato dai due amanti perversi riuscii ad avere in mano alla meno peggio l’enorme palo tosto e cercavo di segargli la ceppa dura sfottuto dal porco bastardo:”…frocio di merda…neanche le seghe sai fare… forza smanicamelo bene che ti concimo il deretano della tua signora vacca… senti come sculetta la maiala? … le piace la sgarrata doppia anche se le fa schiattare i buchi… colla panza stracolma la signora vacca gode da matti…” infatti nonostante la dilatazione spaventosa dei buchi che le stavamo dando che la facevano urlare di continuo con rutti sconci sentivo che la troia fremeva spingendo indietro per prenderci meglio.

Allora mentre umiliato cercavo di spippeggiare quel tronco che stava sgarrando le chiappe di mia moglie sentendomi una merda e gran cornuto mi venne in mente la prima volta che l’avevo vista fistata prima in fregna e poi in culo. Successe quando ancora non m’ero sputtanato come cornuto guardone ma cercavo di spiare la mia signora troia ogni volta che potevo quando andava a fottere e siccome la zozza ninfomane non poteva fare a meno del cazzo e sborra più volte al giorno le occasioni non mancavano anche se spesso era difficile avere un posto ottimale per spiare la gran maiala sotto cazzo.

Avevo capito subito che anche il suo ginecologo se la trombava e più tardi quando la zozza mi informò che era un vecchio amico del suo padrino porco depravato che l’aveva iniziata e dressata fino da ragazzina facendola anche montare da altri vecchi porci suoi amici capii perché la zoccola andasse così spesso a farsi visitare. Non era solo per farsi controllare i suoi buchi sbrillentati dalla trombate continue ma anche per farsi lavorare da quel vecchio vizioso e dal suo assistente. La gran puttana mi raccontò che proprio il padrino dopo averle sverginato figa e culo l’aveva portata da quel ginecologo vecchio porco offrendogliela e lui le aveva aperto a fondo figa e chiappe fistandola.

Quella prima volta fu per me una sorpresa e uno shock dato che non sapevo ancora quanto mia moglie fosse depravata anche se l’avevo già spiata fottuta in ogni modo. Dopo averla accompagnata allo studio del ginecologo ero uscito andando a spiare dalle imposte socchiuse della villetta dove visitava ed avevo visto che il vecchio porco s’era chiuso a chiave facendo spogliare subito la puttana che doveva esserci abituata in quanto non aveva fatto obiezioni e anzi gli aveva sbottonato la patta e tirato fuori il cazzo ancora mollo nonostante la presenza dell’assistente che invece aveva sfoderato il cazzo già armato facendomi capire che anche lui era pronto a infilare la zoccola che non era certo li per visita .

Io pregustavo quindi una doppia chiavata ma mi sbagliavo perché con sorpresa vidi il vecchio infilarsi un guanto lubrificato mentre l’assistente faceva mettere carponi mia moglie appoggiandola a un divano e dopo averle sputato tra le chiappe allargandogliele colle mani vidi che il giovane arrapato le spennellava tra le chiappe larghe col cazzo intostato. quando ebbe spalmato lo sputo sul buco del culo della troia il mandrillo le appuntò la cappella sulla rondella e con un affondo secco gliela ficcò in culo facendola sussultare mugolando.

La schifosa vacca si teneva le chiappe aperte colle mani mentre il porco che la inculava le immetteva il lungo salame nel sedere a spinte potenti che mi facevano capire che la rottinculo c’era ben abituata a prendere bigoli nelle chiappe e lui ci dava dentro con forza senza paura di farle male fino a quando le sbatté le palle tra le cosce immerso fino alla radice nelle budella della maiala che ansimava a bocca aperta.

Intanto il vecchio dopo aver fatto accomodare il giovane assistente colla mano guantata cominciò a smaneggiare la patacca scolata della zozza facendosi largo nel buco della figa e immergendole la mano in fregna lentamente. Io potevo vedere bene tra le gambe larghe del giovane che inculava mia moglie la sorca spalancata che il vecchio stirava a massimo spingendole in panza la mano fino a quando lo vidi sprofondare di colpo in corpo alla troia che strabuzzava gli occhi sbavando a bocca aperta.

Purtroppo colla finestra chiusa non potevo sentire ma dalle risate dei due porci capivo che la vacca aveva sfiatato dai buchi sbudellati nei quali i due mandrilli cominciarono a pistare pompandole in panza a tutta forza. I due dovevano essere abituati a farle quel servizio brutale e alternavano i colpi con un ritmo osceno ora alternandosi e mentre uno sfilava l’altro immergeva ora insieme infilando e sfilando la maiala che vedevo sculettare freneticamente sotto quel servizio perverso che le doveva spalancare i buchi come fogne.

Dopo una poderosa inculata vidi il giovane piegarsi a impugnare le grosse pocce della vacca e sborrare strizzandole mentre riempiva le budella di mia moglie col sugo del suo cazzo a ondate successive. La schifosa tremava venendosene anche lei colla fregna sconvolta dal pompaggio furibondo del vecchio che la stantuffava in panza fino al gomito. A quel punto vedendo il giovane sfilarle la mazza dalle chiappe pensavo che era finita ma mi sbagliavo perché evidentemente era il turno del vecchio che intanto a forza di porcate aveva armato la sua fava ricurva e nodosa.

Vidi il giovane sudato e soddisfatto sturare il buco del culo di mia moglie e scendere dalle sue chiappe che aveva cavalcato a sazietà lasciando il posto al vecchio che sfigò la vacca sturandole la patacca slargata del suo braccio grondante sugo di figa della mignotta ma invece di vederlo salire in culo a sua volta vidi stupito che il vecchio porco dopo aver ammirato il cratere aperto dal cazzo dell’assistente commentando cominciava a lavorarsi lo sfintere dilatato colle dita coll’intenzione evidente di fistare anche il buco del culo della troia che scosciata e sudata si lasciava lavorare le chiappe

Con mio stupore e paura vedevo la mano del vecchio porco avanzare entrando con movimenti rotatori nel sedere rotto della maiala che fremeva gemendo e smaniando sotto quell’infilaggio brutale. Non credevo ai miei occhi vedendo come la zoccola si sottometteva a quel trattamento e stupito capivo quanto ero coglione a pensare che una simile troia strarotta in tutti i buchi non fosse stata già squartata e sbudellata a fondo da tutti i porci che se la ripassavano alla faccia mia e delle mie corna ramificate.

Sudando freddo vidi il vecchio che abilmente si faceva strada nello sfintere della maiala fino a quando con una botta secca le ficcò nel retto il pugno chiuso facendola sobbalzare scomposta alla rottura della rondella anale con un urlo rauco che mi fece sborrare nei pantaloni come quel porco pervertito e segaiolo che ero. Il vecchio superata le resistenza del buco le immerse abilmente la mano nelle budella e con stupore crescente lo vidi spingere sudato fino a quando non le riuscì a mettere in culo il braccio fino al gomito. Sbalordito e preoccupato vedevo bene la panza della puttana gonfiarsi come fosse gravida mentre il vecchio porco le smucinava nelle budella pompandole in culo come un bruto assistito dal giovane che rideva alle scoregge che doveva sfiatare la maiala sotto quel trattamento bestiale.

Il vecchio a forza di fistare sorca e chiappe della troia aveva armato una gran fava ricurva e nodosa che ormai era dura come una stanga e infatti lo vidi rialzarsi e sfilare lentamente il braccio dalle viscere della maiala gemente. A strappi secchi le ricacciò dalle chiappe sfondate il braccio fino a sturarle la rondella con un ultimo colpo che però gli sfilò dalla mano il guanto che restò dentro al culo della zoccola.

Mentre il vecchio le andava a mettere la grossa ceppa nodosa in bocca per farsela sugare l’assistente ridendo le ricacciò dal sedere sfondato il guanto grondante liquidi vischiosi lasciandole lo sfintere spalancato come un’oscena galleria scura. La troia rottinculo intanto aveva sputato abbondantemente sull’enorme cappella del vecchio porco che gliela strofinò sulla faccia impiastrandola tutta e poi passandole dietro gliele appizzò al buco spalancato tenendole bel aperte le chiappe colle mani.

Lei aspettava ansimando pronta a beccarsi quella gran fava nelle chiappe ma nonostante fosse preparata l’incornata violenta del vecchio che le sfondò il buco del culo con un colpo micidiale le fece saltare per aria urlando con gli occhi sbarrati. Ma non poteva sfuggire alla feroce inculata del vecchio che tenendola ben impugnata per le grosse pocce le immerse la grossa nerchia nodosa nelle budella fino alle palle con un movimento continuo aiutato dalla sborra che le riempiva la panza a dalla sgarrata di buco subita che l’aveva spalancata come una fogna

Il vecchio porco immerso fino alle palle nel culo di mia moglie cominciò a pompare come un mandrillo scatenato e più pompava più lo vedevo arrapato sfondare le chiappe di mia moglie con affondi furiosi incurante dei suoi gemiti e sculettamenti per aiutare quella trivella che le farciva il deretano a scaricarle in corpo la sua sborrata. Anche il giovane che tra le loro gambe aveva infilato la sua mano in figa alla troia inculata aiutava il lavoro del vecchio massaggiandogli la mazza che entrava e usciva ritmicamente dalle viscere della femmina traforandole dalla cappella alle palle.

Il vecchio inculava come un mandrillo scatenato sapendo bene il vizio della bestia che godeva ad essere sbattuta con ferocia e lo vidi continuare a incularsi mia moglie a lungo senza soste con un ritmo frenetico fino a quando con mio stupore vidi la maiala che sculettava freneticamente sbattersi sempre più forte disordinatamente e infine fremendo e scalciando spurgare una incredibile sborrata dalla sorca larga. Io incredulo vidi il giovane stendersi sotto le cosce larghe della vacca e leccarsi golosamente le scolate viscide che le ruscellavano fuori dalla patacca larga mentre il vecchio le martellava freneticamente in culo con affondi furibondi fino a sborrarle in fondo al culo rotto

La zoccola non smetteva più di spurgare scolate dalla fregna dilatata mentre il vecchio sussultava steso su di lei colla nerchia ficcata nel suo culo rotto fino alla radice che le svuotava a schizzi nelle budella già piene. Finita la sborrata il vecchio ricacciò la mazza grondante dallo sfintere slabbrato dalla maiala accasciata e ansimante e chinandosi tra le chiappe impiastrate della zozza cominciò a slapparle nel cratere spalancato tra le chiappe della zozza leccando e succhiando la robaccia schiumosa che le rigurgidava dal buco del culo rotto.

Dopo essersi ripresi i due porci fecero ricomporre la zozza che era tutta impiastrata di robaccia vischiosa in faccia in culo e in fregna e con mio stupore le diedero anche dei soldi lasciandola uscire una volta ricomposta alla meglio. Io l’aspettai in macchina e quando la scrofa si sedette la vidi fare una smorfia di dolore ma non dissi niente e incazzato me la portai a casa dove lei si mise a letto evidentemente sfinita da quelle porcate estreme.

Ripensando a quella volta mentre fistavo la maiala segandogli in panza il mandrillo cazzuto avevo armato anche io e stanco e affaticato di segare il bastardo pappone volli accelerare la sua goduta e gli infilai un dito dell’altra mano nel buco del culo tra le chiappe pelose. Lui grugnendo sorpreso si scatenò sbattendosi la zoccola incurante delle sue urla rauche pompandole in culo come un ossesso. Io non potevo più muovere il braccio e sentivo la forza di quel cazzaccio micidiale che svangava le budella di mia moglie con rigurgiti osceni manovrato brutalmente dal suo incuiatore che affondava ogni colpo fino a schiacciare la grosse palle pelose sul mio braccio infilato nella patacca spalancata.

Con una serie di botte furibonde il porco sborrò aggrappato alle grosse pocce della zozza che accolse lo schizzo con uno strillo animalesco scalciando e sbattendosi come una pazza.mentre io sentivo bene le pulsazioni di quella nerchia asinina che sputava sborra a raffiche contro il mio braccio stretto nel buco spalancato della patacca. Quando si fu ben svuotate le palle il porco sturò le chiappe di mia moglie che mollò una lunga scoreggia umida e insultandomi mi sbatté la faccia nel pantano schifoso che rigurgitava dallo sfintere spalancato della troia accasciata.

Accecato e schiacciati tra le chiappe impiastrate della zoccola non respiravo e aprendo la bocca dovetti subire la scarica di sborra merdosa che la scrofa mi scoreggiò in faccia svuotandosi le budella. Mentre schifato cercavo di ripulirmi il porco pappone se la rideva insultandomi come recchione merdoso e cornuto guardone e mi impose di leccargli la cappella grondante di scolate viscide estratte dalle viscere della vacca sbudellata a dovere e colla mano grondante sugo di figa dovetti impugnare quella stanga da cavallo e sugarlo in punta mentre la puttana si riprendeva dalla doppia sventrata dei suoi buchi di moglie troia pervertita. Così ho scoperto come quella troia di mia moglie si faceva fottere dal suo vecchio padrino porco depravato alla faccia mia che ormai senza più illusioni sulle sconce voglie della zoccola ancora non sapevo però del suo precedente dressaggio alla monta da parte del padrino.

Era un succedersi di sorprese sconvolgenti per me dalla prima volta che l’avevo sorpresa a farsi fottere in casa mia dai suoi montoni e poi in un crescendo di porcate oscene avevo dovuto mio malgrado assistere all’arrivo di un mandrillo superdotato di un cazzo asinino che prima se l’era strafottuta in ogni modo e infine le aveva rotto il culo in modo bestiale sgarrandole la rondella come non avrei mai pensato che una femmina anche puttana come lei riuscisse a farsi fare e infine a forza di spiare le sue monte ero stato scoperto dalla troia e dal suo montone e sputtanato definitivamente come stracornuto guardone e succube segaiolo e la mia moglie troia e il suo montone ormai mi trattavano come il più porco schiavo delle loro voglie oscene facendomi assistere e aiutare anche mentre trombavano.

La questione è venuta per mio scorno alla luce quando ormai senza illusioni avevo cominciato ad indagare sulle sue uscite e sulle persone che la montavano. Ne scoprivo sempre di nuove e dopo i suoi padroni pensavo di conoscerli un po tutti. Sapevo bene di avere sposato una maiala pervertita ma tutto avrei pensato salvo che anche il vecchio padrino fosse uno dei suoi montoni !… ma quella sera non vedendola rientrare sono andato a prenderla a casa del padrino che lei frequentava almeno una volta a settimana e passando sotto le sue finestre ho sentito distintamente dei mugolii e gemiti che mi hanno gelato e quindi mi sono introdotto in casa dalla porta posteriore silenziosamente e diretto verso la fonte dei suoni sentiti da fuori sapendo già quello che avrei trovato. Infatti sbirciando ho avuto il colpo della sconvolgente visione della zoccola che carponi sul letto si stava facendo infiocinare la sorca dal vecchio che in piedi da dietro le pompava in panza a tutta forza. Io rimasi allibito perché non avevo ancora sospettato quella depravazione e credevo da coglione che frequentasse il vecchio padrino solo per affetto. Mentre li spiavo con l’incazzatura sentivo però montare anche un arrapamento che mi faceva intostare la mazza come tutte le volte che assistevo alle sue porcate confermandomi un succube guardone.

Il vecchio porco le chiavava la figa a fondo tenendola per i capelli e tirandola a se guidava la chiavata tenendola infilzata sulla grossa fava nodosa che usciva ed entrava ad ogni colpo tra le cosce larghe della vacca coperta di sugo di figa. Il vecchio aveva una grossa ceppa e sapeva fottere e lasciava che la figlioccia spingendo indietro se lo prendesse in panza lentamente e poi le ficcava il nerbo dentro fino alle palle con un colpo secco e duro che faceva sobbalzare la figlioccia. La vacca a quei colpi potenti ruttava sconciamente con dei singhiozzi rauchi che avevo sentito dall’estero incitando il vecchio a sfondarle la figa senza riguardi.

Mentre allibito seguivo sudando quella trombata il mio cazzo era diventato di marmo e non riuscivo a staccare gli occhi dallo spettacolo di mia moglie sfondata ritmicamente dal vecchio padrino che continua a a pomparle in corpo facendola sobbalzare ad ogni affondo rabbioso che le somministrava. L’oscena chiavata si fece sempre più frenetica fino a quando il vecchio grugnendo arrapato tirò violentemente indietro la figlioccia che si ritrovò praticamente seduta sulla sua grossa mazza e le sparò in fregna una gran sborrata sbuffando e pocciandola violentemente mentre le scaricava in panza le sue bordate di sborra che fecero sborrare anche la mia puttana con un urlo rauco scossa da un tremito osceno. Scosciandosi al massimo la zozza lanciò un lamento acuto venendosene scalciando e torcendosi mentre si sentiva riempire dal sugo di palle del suo padrino e la vidi distintamente spruzzare dalla sorca larga un getto fumante di sugo di figa. Alla vista di quella sborrata senza neanche toccarmi anche io mi sborrai nei pantaloni vergognandomi come un cane di godere vedendo mia moglie strafottuta dal suo vecchio.

Mentre i due porci finivano di godere mi dileguai senza far rumore e rientrai a casa dove dopo un po vidi arrivare la mignotta che alle mie domande rispose come niente fosse che aveva fatto visita al suo vecchio. Io incazzato come un toro di cui sentivo le corna pesarmi in fronte volevo sputtanarla ma poi decisi di aspettare e di confrontarmi col vecchio padrino che mi aveva decantato la sua figlioccia come una brava ragazza senza esperienza mentre ormai sapevo quanto fosse viziosa e ninfomane. Però arrapato com’ero non resistei alla voglia di montare quella gran maiala di moglie che mi ritrovavo e me la chiavai di brutto sguazzando nel pantano che la vacca aveva in panza sempre più arrapato dal sentire il mio cazzo scivolarle nei condotti ancora pieni della sborra del vecchio che non le avevo dato il modo di scaricare. Più la fottevo e più m’incazzavo e m’arrapavo e vedevo che la maiala godeva doppio con quella monta furibonda forse proprio godendo per le corna ramificate che mi faceva portare a mia insaputa. Anche se ero consapevole che una tale vacca da monta che si faceva sfondare i buchi dall’enorme nerchia del suo mandrillo oltre a tutti gli altri porci che la fottevano non si poteva certo accontentare facilmente, non so perché il fatto che fotteva col suo padrino non riuscivo ad accettarlo come normale neanche per una femmina depravata come lei.

Il giorno dopo ancora furioso andai dal padrino e il vecchio prima cercò di negare ma quando gli rivelai quello che avevo visto passò all’attacco e mi cominciò anche a sfottere. Approfittando del mio abbattimento e confusione rincarò la dose rivelandomi lui tutti i sordidi particolari della loro sconcia attività. Mi raccontò che dopo la morte della madre quando la ragazza aveva circa 15 anni lui che da porco vizioso aveva più volte pensato di depravarla dato che lei dimostrava più dei suoi anni e aveva anche un corpo da donna fatta e arrapante l’aveva sorpresa con delle riviste porno e approfittando della sua eccitazione le aveva messo in mano la sua fava intostata e con suo grande piacere la ragazza non solo non l’aveva rifiutata ma anche se inesperta l’aveva segato e leccato dimostrando subito di essere una femmina porca e pronta alla monta. Naturalmente lui l’aveva cominciata a dressare da puttana cominciando a insegnarle a segarlo e a spompinarlo cosa che lei aveva subito dimostrato di gustare e aveva imparato bene anche improvvisando leccapalle e altre porcate e ingoiando senza schifo fin dalla prima volta la sborrata del padrino fino all’ultima goccia e leccandosi le labbra e sugandogli la cappella delle ultime gocce golosamente. Il vecchio aveva scoperto il bengodi con quella figlioccia maiala e per un po aveva resistito alla voglia di sverginarla limitandosi a farselo spompinare con l’ingoio. Ma presto era stata la stessa figlioccia che gli aveva chiesto di essere chiavata e il vecchio porco l’aveva subito accontentata sverginandola a fondo fin dalla prima infilata che la zozza incredibilmente s’era goduta scaricando una vera goduta da troia che l’aveva mandata in estasi molto di più che con le godute ai pompini che pure diceva la facevano venire e da quel giorno le chiavate erano diventate la norma.
Figuriamoci il vecchio porco quanto se l’era trombata!… Non le faceva passare un solo giorno senza limarle la figa e le aveva insegnato tutte le posizioni e le porcate possibili per farla diventare una vera puttana esperta dato che lei godeva da vacca e non gli rifiutava nessuna esperienza. Dopo un anno passato a trombarsi la figlioccia in ogni modo e a insegnarle ogni porcata possibile il vecchio vizioso aveva deciso che era tempo e le aveva proposto di sverginarle anche il culo che la zozza aveva accettato subito anche se con un po di paura dato che la mazza del suo padrino era bella grossa.

Io sentendo quel maiale descrivermi in dettaglio come aveva rotto il buco del culo alla ragazza non capivo più niente e rabbrividivo dal pensiero di che razza di vacca ninfomane m’ero andato a sposare. Il vecchio vedendomi sconvolto sadicamente aveva gusto a descrivermi tutti i più sconci dettagli della sua inculata dicendomi che anche se aveva rotto il culo a parecchie femmine nella sua vita non aveva mai trovato una che riuscisse a godere e sborrare alla sua prima rotta di chiappe come invece aveva fatto la figlioccia che una volta messa sotto cazzo aveva sobbalzato solo alla sua brutale infilata dello sfintere ma una volta passata la grossa cappella s’era abbandonata sculettando così arrapata che l’aveva fatto sborrare in un attimo. Così il porco dopo la prima apertura anale l’aveva inchiappata di nuovo una seconda volta per scavarle le budella a fondo e farle subire la sua vera prima sfondata di chiappe. Il porco sapeva che la ragazza avrebbe sopportato bene quella sfondata dato che quando la chiavava accettava con gusto che le ficcasse due dita in culo e quando le aveva cominciato a ficcare nel deretano un piccolo cazzo finto mentre la fotteva in figa vedeva che la zoccola godeva doppio e spingeva forte indietro per sentire tutti e due i buchi pieni e così quando le aveva rotto il culo colla sua grossa nerchia l’aveva fatto subito a fondo imburrandosi bene la stanga ma senza preliminari… una botta decisa ed era sprofondato in culo alla figlioccia con quasi tutta la ceppa in tiro. L’urlo della troia era stato di sorpresa e di gusto e dopo che con le sue sculettate disordinate l’aveva fatto sborrare il porco l’aveva sturata senza riguardi facendole sfiatare la sua prima scoreggia da troia rottinculo. Allora la zozza aveva dimostrato tutta la sua natura depravata perché girandosi aveva imboccato la ceppa smollata del vecchio sbocchinandola e slappandosela avidamente fino a fargliela intostare di nuovo e quando l’aveva vista ben in tiro la maiala s’era girata mettendosi a pecora e senza parlare l’aveva invitato aprendosi le chiappe colle mani e offrendogli il buco del culo ancora dilatato per la seconda inculata. Il vecchio porco infoiato come un mandrillo le aveva ficcato nel buco la grossa cappella insalivata con un colpo secco che le aveva strappato solo un urlo e poi le aveva spinto dentro le chiappe la sua mazza scivolosa fino a farle sbattere le palle tra le cosce e una volta immerso nelle budella della figlioccia se l’era inculata lento e profondo sbrindellandole la rondella e pistonandole nel retto scavandolo con rotazioni della ceppa tosta fino a vederla spurgare una sborrata oscena che le era scolata dalla figa larga di gusto mentre la scrofa gemeva e urlava sbavando sotto la sua prima vera rotta di culo. Il vecchio porco aveva continuato a pomparle nelle chiappe come una bestia svuotato com’era fino a quando l’aveva sborrata a fondo per la seconda volta e con sua meraviglia e arrapamento la figlioccia era riuscita a sborrare ancora onorando il suo cazzo come la più zozza delle troie.

Così il vecchio aveva completato il suo dressaggio osceno facendole il mazzo in ogni modo e in ogni buco e riempiendola di sborra oltre a farle provare ogni porcata e addestrandola a farsi ficcare dentro anche cazzi di gomma enormi e oggetti vari insieme al suo cazzo e infine fistandole fregna e culo sbrillentandole bene i condotti e spaccandole definitivamente i buchi. Una volta depravata la figlioccia il vecchio caprone l’aveva messa a giro con altri porci che gliela chiedevano vogliosi di fottersi quella puttanella arrapante che se l’erano stafottuta pagando il vecchio.

Io capivo solo allora come la troia sfondata con quel dressaggio e dalle molteplici svangate subite anche in gruppo avesse i condotti talmente aperti ed allenati alle dilatazioni estreme che per questo era riuscita a digerirsi la nerchia spropositata del suo montone fin dalla prima rotta di chiappe anche se aveva strillato fino a perdere la voce e cagato sangue per la rottura della rondella. Un altra femmina anche puttana non ci sarebbe riuscita e sarebbe crepata di cazzo come se l’avesse montata un cavallo mentre lei dopo qualche giorno era riuscita a farsela mettere di nuovo in culo e da allora se la digeriva quasi quotidianamente.

Sentendolo sciorinare quella sequenza di sconci dettagli ero allibito e senza fiato e neanche mi sembrava che potesse essere vero tutta quell’oscenità che mi raccontava ma nonostante tutto sapevo che era vero e ne avevo il cazzo duro e il porco vedendo che me lo sistemavo se la rideva sfottendomi:”…armi frocetto? lo vedi che sei un gran coglione guardone?…razza di cornuto depravato lo so che c’hai gusto a farti trombare la moglie… me l’ha detto lei che ti spari le seghe quando si fa trombare da quel porco cazzuto che s’è trovata… che credi? la mia figlioccia mi racconta tutto dei cazzi che si becca… e la maiala ha una fame di mazza insaziabile ed è sempre impazzita per i cazzi fuori misura… e t’assicuro che ne ha beccati parecchi ma mi dice che questo mandrillo li batte tutti perché ha un vero nerbo da cavallo… lo sapevo che eri una mezza sega ma anche se fossi stato un mandrillo per quella vacca di tua moglie non basta una mandria di tori a soddisfarla… scaricava certe godute quando la montavo che allagava il letto la scrofa e non era mai sazia di cazzo neanche con 4 o 5 trombate al giorno… non ce la facevo a soddisfarla una maiala così e allora a 18 anni l’ho messa a giro con gli amici e fatta fottere anche da loro e anche in gruppo… anche se non l’aveva mai fatto non s’era spaventata e aveva imparata subito e così bene che riusciva anche a farsene 5 o 6 insieme o a turno… la porca li svuotava tanto che riuscivano stanchi e svuotati mentre figurati che la maiala a volte mi diceva che voleva ancora cazzi nei buchi anche dopo quelle abbuffate di mazza e sborra selvagge…” Io capivo perché c’erano in giro tante storie inverosimili sulla mia signora visto che si doveva essere fatta una bella fama di troia sfondata e femmina porca. Il vecchio ridendo insisteva a sputtanarmi:”… gran cornutazzo lo sai che quando la monto la tua mogliettina mi dice – svangami fino a farmi schiattare di cazzo e sborra alla faccia del mio cornuto – e quando la sborro mi dice – riempimi la sorca e concimami le budella che il cornuto deve sguazzare nel tuo sugo di palle – e quando sborra – alla faccia del cornutissimo coglione … che si faccia le seghe quel recchione mentre si gratta le corna… e non sai quante volte è rientrata colla sorca e le chiappe colme di sborra e te la sei montata piena come un uovo facendola godere doppio da quella pervertita che è.

Io annaspavo a quello sconcio racconto col fiato corto ma col cazzo che mi premeva nei calzoni e anche se scuotevo la testa cercando di negare l’evidenza sapevo che era tutto vero e forse non era neanche la metà della porcaggine oscena di quella gran maiala di mia moglie su cui non avevo più illusioni da quando l’avevo vista farsi rompere il buco del culo da quel bruto supercazzuto e avermi poi sputtanto come guardone riducendomi a loro schiavo che doveva addirittura aiutarla a farsi imbottire di mazza dal suo montone sadico. Il vecchio rideva di gusto al mio abbattimento e incredulità e alla fine per umiliarmi mi propose sfacciatamente:”…gran coglione se vuoi la chiamo e te la inculo qui davanti a te così ti convinci di avere per moglie una scrofa insaziabile… vedrai che spettacolo!… un segaiolo come te si consumerà la fava a forza di smanicarsi… e se vuoi dopo te la faccio montare così capisci che vuol dire un culo rotto e una sorca piena…” Io scuotevo la testa ma il vecchio preso il telefono chiamò la figlioccia dicendole senza preamboli:”… vieni che ho il cazzo tosto e voglio incularti… e poi c’è una sorpresa per te…” Poi mentre accasciato aspettavo il vecchio tranquillamente sfoderò la sua poderosa mazza e prendendomi la mano me la fece impugnare facendomi sentire quanto fosse tosta quella stanga nodosa e ricurva con una grossa cappella a fungo gonfia di voglia.

Soddisfatto della mia succube umiliazione mi spinse a sedere in un angolo e dopo poco vidi arrivare la zoccola che entrò e si diresse subito dal padrino senza notare la mia presenza dicendogli:”…che cazzo di furia pa’… m’hai fatto il pieno ieri e hai già le palle piene?… adesso te le scarico io per bene… ma facciamo presto che poi debbo rientrare che arriva il mio montone a farmi il mazzo… ma qual’è la sorpresa?…” e mentre parlava la puttana si era tolta la gonna restando nuda perché non portava slip e il vecchio ridendo le indicò con un cenno l’angolo dove ero accasciato e lei girandosi mi vide restando sorpresa e incerta. Ma l’incertezza della zozza puttana durò un attimo e si riprese subito dicendo rivolta al padrino:”…così glielo hai detto… hai fatto bene e spero che gli hai raccontato tutto al gran cornuto… tanto c’è abituato ormai a vedermi strafottuta il minchione stronzo e segaiolo… e c’ha anche gusto ad aiutarmi a farmelo sbattere dentro lo zozzo guardone…” continuando a insultarmi la schifosa slinguò un po la cappella al padrino e poi si mise a cavallo del vecchio che si teneva la stanga dritta a due mani e con una mossa oscena aprendosi le labbra della patacca pelosa si era fatta appuntare la cappella sul buco sedendosi poi con un sospiro di gusto sulla mazza del padrino che le vidi scomparire in fregna frusciando fino alla base quando si calò in basso scosciandosi al massimo. I due porci incuranti della mia presenza cominciarono a fottere a smorzacandela con dei rumori umidi di risucchio. La zoccola sobbalzava alle spinte del vecchio che le pompava ritmicamente la figa scolata ma dopo un po la troia che mi dava le spalle volendo avere la soddisfazione di vedermi in faccia si rialzò sfigandosi il manico del padrino dalla sorca larga e si girò verso di me che col cazzo in mano seguivo quella sconcia chiavata e sfottente mi disse:”…visto che cazzone hai il mio pa’ ?… e come sfonda bene questo porco… adesso guarda come me lo becco alla faccia tua stronzo minchione… ” e la gran maiala piegandosi in avanti a 90 gradi si aprì le chiappe colle mani offrendole al vecchio che prendendola per i fianchi se la fece sedere sulla mazza lucida di umori e appena appuntata la cappella sul buco del culo della figlioccia fu lei stessa a impalarsi sedendosi indietro sulla stanga del vecchio che le sgusciò in culo con un risucchio umido e una pernacchia sonora che mi fece accapponare la pelle.

Io anche se assistevo ogni giorno alle sconvolgenti inculate che si faceva dare dal suo montone supercazzuto e a tutte le porcate che faceva mia moglie con lui e con altri ero comunque umiliato e incazzato vedendola trombare anche con quel vecchio caprone che di fatto le aveva fatto da padre. La zoccola in piedi piegata a 90 gradi si faceva inchiappettare dal suo vecchio che seduto se la tirava ritmicamente sul cazzo che vedevo tra le sue cosce larghe entrare e uscire dalla cappella alle palle ad ogni colpo con rumori umidi. Il vecchio mentre la inchiappava sbuffava arrapato:”….cazzo come te l’ha ridotto il buco del culo quel montone… c’hai un tafanario adesso per sfintere …una fogna … sembra di infilare una sorca di vacca… ci passerebbe un braccio e di sicuro te lo deve anche fistare di brutto quel porco… mai vista una rondella anale di queste dimensioni e così sbrindellata… ti potresti far inculare anche dai cavalli adesso figlia mia… devi farti inculare da 3 cazzi insieme…. tanto ne hai già presi 2 e hai sborrato come una maiala… vedrai che 3 o 4 t’entrano e te li godi gran maiala rottinculo…” e intanto che si faceva stantuffare le chiappe la mignotta mi fissava ansimando colle grosse pocce ondeggianti e la bocca aperta e sbavando saliva e vedendomi armato con un gesto osceno mi indicò la sua bocca larga. Io sconvolto ma arrapato com’ero impugnando il mio cazzo armato da quello spettacolo di depravazione andai da lei imboccandole la fava in tiro fino a ficcargliela in gola. Scossa dalla pompa anale la troia si faceva chiavare la bocca da me come fosse una figa tenendosi attaccata alle mie palle gonfie e ad ogni spinta del padrino le arrivavo fino alle tonsille soffocandola. L’inculata oscena si prolungò a lungo fino a quando il vecchio infoiato le scaricò in culo la sua sborrata ficcato nel suo deretano da porca fino ai coglioni e la troia mugolando a bocca piena sotto le bordate del padrino mi fece scaricare anche la mia goduta ficcandomi un dito in culo e sugandosi golosamente i miei schizzi fino all’ultima goccia. Poi si rialzò sudata leccandosi le labbra impiastrate di sborra e da quella gran troia pervertita che era si girò aprendosi le chiappe colle mani offrendomi il buco del culo slargato da cui scolava un rivolo viscido di sborra del vecchio dicendomi sfottente:”…vuoi favorire anche tu gran cornuto?… senza complimenti è tutta roba buona… il sugo di palle di pa’ è tutto da gustare per un recchione come te…” ma io schifato la mandai a fanculo e la zozza ridendosela si rivestì e dopo che si fu sugata rumorosamente la pazza scolata e appiccicosa del padrino fino a ripulirgliela di gusto come era suo dovere a quanto disse il porco finalmente ce ne andammo e la riportai a casa sconvolto e abbattuto da tutta questa perversione.

Arrivati a casa però trovammo il suo montone che l’aspettava per fottersela e prima che potessi dire qualche cosa mi anticipò sfottendomi:”…senti quanto puzza di sborra la bocca della tua signora pompinara… guardone merdoso sei andato ad aiutare tua moglie a farsi imbottire di mazza da qualche mandrillo?…” e la puttana ridendo gli rivelò come e chi s’era fottuta e cosa avevo dovuto subire. Lui ridendosela del mio scorno le ordinò di spogliarsi subito per avere la sua razione di mazza e poi facendola chinare a 90 gradi le ispezionò le chiappe allargandogliele colle mani e dallo sfintere della maiala ancora dilatato traboccava un rivolo viscido di scolate che lui commentò compiaciuto:”…gran vacca… ti sei fatta concimare le budella per bene dal tuo vecchio… cazzo! quanta te ne ha ficcata in culo quel porco… ancora ricaghi sborra gran maiala rottinculo… ti avevo proibito di presentarti con i buchi strapieni al mio cazzo… invece quel vecchio porco te lo attappa per farmi vedere quanta te ne ficca in panza… ma adesso te lo sturo io questo tafanario gran maiala… lo sai che io ti voglio ben lubrificata ma non stracolma come una chiavica…” e rivolgendosi a me il porco pervertito mi ordinò minaccioso:”… tocca a te ripulire la tua vacca gran cornuto… te la sei fatta riempire di sborra e ora te la sughi tutta se no sono botte…. al lavoro recchione e lecca tutto per bene sorca e buco di culo fino a quando ti dico basta…” e violentemente mi sbatté la faccia tra le chiappe di mia moglie che appoggiata a 90 gradi le teneva allargate colle mani. Nauseato appoggiai la lingua sullo sfintere come mi ordinava il porco e cominciai il mio bidet alla vacca che ridendosela mi scorreggiò in bocca per sfregio scaricandosi della sborra che le colmava il retto. Colla testa premuta dal montone tra le sue chiappe ricevetti in faccia la robaccia che ricagava mia moglie soffocando e mio malgrado dovetti ingoiarne uno stronzo schiumoso dopo l’altro mentre il mandrillo arrapato mi dava anche dei pugni in testa. Non osavo ribellarmi perché sentivo premere sulle mie natiche l’enorme nerchia del porco e temevo facendolo incazzare che mi rompesse il culo a sangue come aveva fatto a mia moglie.

Grufolando come un maiale slappai ubbidiente la sborra del vecchio padrino con dei conati di vomito fino a quando il porco violento troppo arrapato per aspettare ancora mi sbatté da parte cacciandomi fuori e piazzandosi dietro a mia moglie le appizzò l’immane nerchia tosta tra le chiappe dritta al foro dilatato e scolato e con un colpo micidiale le ficcò nel buco del culo la cappella bestiale strappandole un lungo urlo rauco. Prima che potesse protestare per quell’incornata brutale il sadico le spinse in culo la sua nerchia armata fino a sprofondarle nelle budella fino alle palle mentre mia moglie ammutolita guaiva come una cagna. A quel punto il suo montone sadico mi ordinò di aspettare fuori e dovetti uscire rinunciando a godermi la furibonda inculata che le somministrò solo sentendo da fuori gli urli di quella scrofa di mia moglie sbudellata e squartata dalla potenza di quel cazzo gigantesco che le arava il retto bestialmente. Potevo solo immaginare la scena della tremenda inchiappata che mi si confondeva negli occhi con quella che le aveva somministrato il vecchio padrino segandomi furiosamente ai rumori osceni e agli ansimi bestiali della monta che sentivo da fuori. Dopo una lunga pompata anale il porco sazio riuscì rinfoderando la proboscide scolata senza curarsi di me che rientrando potei ammirare lo scempio che aveva fatto tra le chiappe di mia moglie che giaceva culo all’aria sconvolta ricagando a fiotti dalle profondità delle sue budella stracolme scolate merdose fumanti di sborra attraverso il buco del culo largo come una tazza di cesso. Impressionato restai come un coglione a vederla scorreggiare fuori stronzi vischiosi rendendomi conto di che razza di scrofa avessi sposato mentre il porco soddisfatto mi disse sfottente:”…questa gran troia rottinculo è la più vacca delle maiale che mi sono trombato… un culo così rotto e accogliente non l’ho mai trovato… ringrazia da parte mia il suo padrino che me l’ha preparata per bene inchiappettandosela fin da ragazza… se no la mia nerchia non l’avrebbe retta e sarebbe schiattata di cazzo… adesso che l’hai visto all’opera sulla tua mogliettina capisci che gran maiala ti sei messo in casa… la prossima volta montala insieme a lui in doppio… vedrai che ti piacerà… gran recchione te la lascio piena come un uovo… ” e rinfoderata la spaventosa stanga se ne andò lasciando la troia scosciata sul letto a spurgare sugo di cazzo dal buco del culo rotto e dilatato come un pozzo nero.

Quando fu uscito la bagascia sazia di porcate ributtanti mi disse:”…gran recchione merdoso e cornuto hai capito finalmente… tanto prima o poi m’avresti trovato infiocinata di culo dal mio vecchio… meglio così almeno hai visto come mi faccio spanare la rondella alla faccia tua… se farai il bravo ti faccio fottere mentre mi trombano i miei montoni preferiti così senti dei gran cazzi di veri mandrilli al lavoro… me ne faccio passare parecchi nei buchi ogni giorno ma se protesti ti faccio spaccare le natiche da qualche porco così sarai un vero recchione succube… oggi hai imparato qualche cosa ma hai ancora parecchio da subire per diventare il mio schiavo… me ne occupo io di farti capire quale è il tuo dovere di recchione guardone e cornuto… e stai attento ad ubbidire bene se no ti faccio spaccare le natiche anche dal mio montone e t’assicuro che vedrai le stelle mentre ti crepa la rondella… attento a ubbidire alla tua padrona e ai suoi montoni se no sono botte… un recchione pervertito e guardone come te deve sempre ubbidire e subire…” ma questo io ormai lo avevo capito benissimo!… e infatti così è stato e in seguito ho dovuto subire l’umiliazione di essere sverginato e varie altre porcate oscene che racconterò poi.

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