Skip to main content
Orgia

Viaggio di piacere in africa

By 14 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia signora troia aveva fatto tante marchette da avere ormai parecchi soldi e per sfottere la mia pazienza da guardone nel sopportare e aiutarla a sfogare tutte le sue perversioni decise di offrirmi quello che ironicamente chiamò un bel viaggio di nozze in un paese esotico e scelse un paese africano dicendomi sfrontatamente che aveva proprio una gran voglia di assaggiare qualche grosso manico nero cosa che allora non poteva soddisfare molto spesso nella città dove eravamo. Così organizzammo e partimmo per farci 10 giorni in un villaggio sul mare.

Arrivati e sistemati cominciammo ad andare un po in
giro e dopo 2 giorni con mia moglie decidemmo di visitare la vicina cittadina e il suo mercatino in cerca di colore locale. Al mattino la troia che da quando era arrivata si guardava in giro per soddisfare le sue zozze voglie da ninfomane si vestì con una maglietta attillata che metteva in evidenza le grosse pocce senza reggiseno con i capezzoli duri e sporgenti e un paio di pantaloncini senza slip così stretti e scosciati che le entravano nelle chiappe del culo e facevano vedere i peli della patacca quando incrociava le gambe. Io protestai poco convinto dicendole che così cercava rogna perché era troppo sfacciata e i neri non l’avrebbero lasciata in pace un minuto ma lei ridendo disse che era venuta proprio per questo e aveva proprio voglia di annusare profumo di cazzi neri armati e così prendemmo un taxi e ci facemmo portare in città nel mercato dove aprendo la portiera la troia vistosa attirò subito lo sguardo dei molti maschi presenti. Facendo finta di nulla ce ne andammo tra la folla accalcata nel mercato e mi accorsi subito che parecchi maschi le stavano addosso e non perdevano occasione di strusciarsi contro di lei appoggiandole i grossi pacchi sul culo specie quando la troia per provocarli si
sporgeva sui banchi chinandosi per prendere qualche cosa. Dopo poco eravamo circondati da un gruppo di parecchi maschi che si spintonavano per poterla palpeggiare mentre io facevo finta di non accorgermi di niente anche se cominciavo a preoccuparmi di quella folla infoiata non sapendo se sarebbero riusciti a controllarsi.

Mentre stavo pensando come uscire tra la folla si fece largo un nero poderoso che parlando in francese ci salutò e ci invitò a seguirlo per prendere un thè con lui e levarci dalla folla che premeva da ogni parte. Era una specie di caporione locale evidentemente e tutti lo rispettavano così ci affidammo a lui che ci portò in una casa vicina dove ci fece entrare scortati da un altro negro che doveva essere la sua guardia del corpo che chiuse la porta e ci fece sedere a terra su tappeti e preparò il thè. Mentre parlavamo del più e del meno avevo notato che i negri sotto i larghi pantaloni si aggiustavano i cazzi intostati sbirciando tra le cosce nude di mia moglie i peli della patacca che spuntavano dai pantaloncini stirati e immaginavo rassegnato e arrapato che le cose si sarebbero fatte subito calde come voleva la troia. Infatti a quei tempi non era facile vedere molte donne bianche da quelle parti e poi così svestite e provocanti di sicuro era la prima volta per quei maschi che di figa bianca non dovevano averne assaggiata prima e si vedeva che avevano una voglia matta di saltarle addosso e ingropparsela.

Il capo venne al punto e mi chiese come niente fosse se poteva chiavarsi mia moglie dato che la troia evidentemente era andata li con quella voglia in corpo. Io ero allibito e arrapato e non sapevo cosa dire e il capo interpretando male il mio silenzio mi rassicurò dicendo che sapeva fottere bene e di sicuro l’avrebbe fatta godere parecchio dato che lui era stato in europa e sapeva come fottere le femmine bianche e che il suo amico non avrebbe interferito mentre lui si trombava la femmina bianca ma sarebbe restato a vedere sparandosi le seghe come potevo fare anche io se non volevo andare via. Io rosso di vergogna balbettavo senza convinzione che era matto e volevamo andare via ma la zoccola arrapata da quei cazzi che gonfiavano i pantaloni dei negri mi interruppe impaziente dicendo al nero:”…lascia perdere quello stronzo cornuto e vieni a sbattarmi col tuo manico duro… lascialo guardare che il gurdone ci gode a vedermi imbottita di mazza tosta… fammi vedere che nerchia c’hai porco e sbattimela dentro fino alle palle che ho la figa in fiamme e non ne posso più d’aspettare… al lavoro e fammi il pieno di mazza nera e sborra bastardo…” Il nero non capiva bene le parole ma capì subito cosa voleva la troia che per farsi capire meglio si slacciò i pantaloncini restando a cosce larghe colla figa spalancata e scolata di voglia. Il capo parlò brevemente col suo amico e poi sfoderò a fatica il gran manico che gli vedevo già armato. Era un cazzo da paura enorme ricurvo e nodoso come quello di un cavallo e con una cappella gigantesca un po più chiara del palo e scappellata perché circonciso. Anche l’altro che aveva sfoderato il cazzo e se lo menava lentamente assistendo aveva una grossa ceppa nere circoncisa grossa almeno il doppio della mia che faceva una magra figura davanti a quelle stanghe toste. Il capo incurante della nostra presenza stese mia moglie sui tappeti e lei gli spalancò le cosce al massimo rialzandosi le gambe fino sul petto in un’offerta oscena che arrapò tutti come bestie. Il capo con calma le piazzò la cappella sul buco della sorca larga e sparò un affondo secco che fece sobbalzare la vacca con un urlo rauco. Il nerbo era troppo grosso per entrarle in panza così a secco e lui lo capì subito e prendendoselo in mano glielo mise sulla faccia per
farselo insalivare bene. La scrofa mugolando cominciò a spompinarlo anche se non le entrava quasi in bocca ma a forza di leccarlo e sputarci sopra lo bagnò abbastanza e lui impaziente si rimise in ginocchio tra le sue cosce ripuntando la nerchia paurosa sulla sorca scolata che questa volta infigò con una botta potente infornando in fregna a mia moglie metà di quel cazzaccio equino. La maiala strabuzzando gli occhi si teneva aggrappata al negro che spingendo come una bestia le ficcò dentro la panza il resto del nerbo intostato fino alle palle. La troia ansimando riprese fiato scosciandosi ancora di più per aiutare la monta di quel porco cazzuto che cominciò a pomparle in figa a tutta forza scuotendola con dei colpi secchi e potenti con dei rumori di risucchio arrapanti. Il nero le somministrò una trombata rapida mentre io guardavo la scena sparandomi una sega sotto l’occhio sfottente dell’altro negro che teneva il mano la sua ceppa smanicandola. La chiavata del negro fu frenetica e profonda e alla fine grugnendo sborrò aggrappato alle grosse pocce della troia che ruttando da maiala si fece imbottire la panza di sugo di palle scalciando di gusto scossa dalle bordate di sborra che le schizzava dentro l’utero quel mandrillo infoiato. Quando il nero la sfigò dalla sorca spalancata di mia moglie vidi scolare fuori un fiume fumante di sborra e sugo di figa impressionante che allagò il tappeto sotto la scrofa restata scosciata e ansimante.

Il capo rinfoderò l’impressionante ceppa sgocciolante fili vischiosi mentre ascoltava il suo amico che aveva seguito la sua monta menandosi il grosso cazzo arrapato da quella splendida troia da monta bianca e dopo aver annuito venne da me che avevo sborrato segandomi furiosamente allo spettacolo di quella trombata bestiale e mi disse che l’altro negro aveva le palle troppo cariche per lasciar andare la femmina e che voleva fottersela anche lui dato che non aveva mai montato una bianca. Io non volevo perché quella bestia infoiata mi faceva tremare ma lui mi consigliò di accettare per non farlo incazzare e io cedetti all’oscena richiesta con un brivido di paura e arrapamento nella schiena. Andai da mia moglie ancora stesa a figa larga che si riprendeva lentamente da quella ingroppata animalesca e le spiegai quello che mi aveva chiesto il capo e senza sorpresa la sentii rispondere:”…bravo cornutazzo… me l’aspettavo e hai fatto bene ad accettare perché se non me lo chiedevano glielo avrei chiesto io di infiocinarmi a fondo con quella gran mazza tosta… guarda che stanghe da bestie… anche l’altro è un cazzaccio bestiale e me le voglio sentire affondare in fregna fino alle palle… lo voglio svuotare tutte quelle palle piene di sugo di cazzo… dai che sono pronta alla monta…ne voglio fare un’abbuffata di cazzi neri e borra..”

Il capo fece un cenno all’amico e quello si buttò subito sulla femmina ancora scosciata grugnendo di libidine e brandendo il cazzaccio armato come un bastone che le sprofondò in fregna con un risucchio osceno facendola sobbalzare sotto la violenta infilata: affondato in panza a mia moglie fino alle palle anche lui le somministrò una chiavata frenetica con dei risucchi sconci fino a sborrarle ficcato a fondo nella sua patacca scolata. Poi la sfigò lasciando che la zoccola ansimante si
riprendesse un po dalla doppia trombata e poi il capo con l’amico mi aiutò a rimetterla in piedi barcollante e la portammo di peso alla sua macchina scassata con la quale ci riaccompagnò al villaggio.

Durante il percorso il capo ci ringraziò per come lei li aveva soddisfatti e svuotati e me per avergli messo a disposizione la mia signora maiala da monta e ci disse che nonostante avesse fottuto altre bianche era la prima volta che provava una femmina bianca così arrapante e troia e con un marito consenziente e cornuto. Poi ci disse anche che aveva notato che la
troia godeva bene con cazzi molto grossi e per soddisfare la sua fame di mazze lui sapeva come fare e poi dato che aveva anche un bel buco di culo largo e quindi doveva essere ben sfondata anche di chiappe lui ne voleva approfittare a sazietà. Il nero sapeva ormai che eravamo due pervertiti aperti a tutte le porcate più estreme e continuò dicendo che se volevamo lui per soddisfare mia moglie poteva procurarle dei cazzi veramente fuori misura anche per una vacca come lei che le avrebbero spaccato ogni buco culo compreso a fondo come non se lo immaginava neppure e l’avrebbero imbottita di carne fino a sfiancarle i condotti. Mia moglie giaceva disfatta sul sedile posteriore continuando a scolare robaccia densa dalla figa sfasciata e non pensavo che sentisse le proposte sconce del nero che quindi rifiutai ma invece con voce roca la troia mi interruppe e rivolta al capo gli chiese:”…non lo sentire questo recchione cornuto… sono venuta qui proprio per farmi sbudellara da gran cazzi neri e non voglio partire senza farmene parecchi… quanto sono grossi questi cazzi che vorresti portarmi?… come il tuo pistone o inferiori?… e sanno trombare?…” Lui rispose che ne conosceva alcuni e che i loro
battacchi erano come il suo palo e anche più grossi e che erano tutti dei gran chiavatori reputati dalle bagasce del posto per montare bene e a lungo. Allora ansimando arrapata mia moglie gli disse:”… ok… se sono manici del tuo calibro li voglio provare… ma il culo me lo devono fare piano se no mi squartano la rondella… ce l’ho aperto ma non da questi calibri e quindi devono promettere di incularmi piano e poi devono pompare e sborrare parecchio… ne rispondi tu porco bastardo…” Il capo ridendosela rispose subito assicurandola:”… non ti preoccupare bella signora… ti monteremo bene e ti spaccheremo ogni buco come non te lo sogni nemmeno… ti garantisco una serie di trombate da ricordatele tu e il tuo cornuto per tutta la vita… e se ti regge il buco del culo ti faremo schizzare fino alle stelle con le nostre nerchie… vedrai bella maiala come ti gonfiamo la panza di sborra a pressione… t’assicuro mazze di qualità fino a sfiancarti tutti i tuoi buchi da vacca se ti reggono…”

Arrivati al villaggio io e mia moglie scendemmo dalla macchina e il nero se ne andò dopo averci promesso di venire appena contattati i montoni cazzuti per ingropparsi la mia troia e lei dopo essersi avvolta in un pareo per nascondere i vestiti stracciati e i segni della monta paurosa subita rientrò con me e ce ne ndammo subito sfiniti a letto per riposare.

Dopo 2 giorni in cui ci riposammo senza vedere il nero pensavo che le sue promesse erano delle balle e non si sarebbe fatto vivo con gli amici fenomeni promessi e al massimo sarebbe venuto a rimontarsi lui mia moglie con qualche scusa. Invece al 3 giorno lui ci venne a trovare con 2 amici uno alto e giovane e l’altro più basso e tarchiato che per brevità chiamerò A e B e ce li presentò subito:”…ecco gli amici che avevo promesso alla signora… il terzo purtroppo è fuori perché partecipa a una cerimonia di iniziazione in un villaggio lontano dove deve sverginare parecchie ragazze… ma noi 3
bastiamo te lo assicuro… non parlano molto perché non conoscono il francese ma a cazzi se ne intendono e montano di brutto…se vogliamo andare in camera vi facciamo vedere…” Io confuso da quell’approccio sfottente sentii mia moglie rispondere subito vogliosa:”…voglio vedere prima i loro manici… se non sono grossi come dici non li faccio fottere… di cazzi normali ne ho quanti ne voglio e qui sono venuta solo per farmi ripassare a fondo da supercazzuti porci… andiamo in camera e vediamo quanto sono grosse ‘ste mazze… tu cornuto vieni con noi che devi assistere…”

Ci avviammo al nostro bungalow e appena entrati i 3 neri cominciarono subito a tastare la puttana che maneggiava i lunghi bigoli attraverso i larghi vestiti apprezzando da esperta quelle stanghe che doveva beccarsi e già pregustava leccandosi le labbra vogliosa. In un attimo si ritrovò nuda e si stese sul letto spalancando le cosce e aprendosi la figa in un’offerta
sconcia davanti ai negri visibilmente arrapati. I 3 davanti a quella femmina scosciata e pronta alla monta si spogliarono sfoderando le loro nerchie e io ammirai allibito quelle mazze bestiali.Il capo non aveva esagerato e anzi lui era il più piccolo se si può dire così di un palo da 30 cm e più grosso di una bottiglia. Ma gli altri 2 erano ancora più grossi e più lunghi e facevano paura anche a quella troia sfondata di mia moglie che li guardava trattenendo il fiato con gli occhi sgranati di stupore e paura ma leccandosi le labbra infoiata dalla voglia di beccarseli in panza mugolando:”… bravo sei
stato di parola… sono veramente mazze da bestie… non so se ce la faccio a prendermele tutte in corpo ma voglio provarci a costo di crepare di cazzo…”.

I 3 erano già belli intostati e il capo li invitò a farsi spompinare quelle stanghe equine dalla bagascia che aspettava scolando di voglia dalla figa larga. Mentre a turno si facevano slappare e ciucciare quei salami spaventosi i 3 parlottavano tastando la femmina dappertutto e senza curarsi di me e a turno le ispezionarono arrapati il buco del culo aprendole le
chiappe colle mani e ficcandole un dito nel foro dopo esserselo insalivato per saggiare la resistenza e la strettezza dello sfintere che di certo il capo gli aveva detto che avrebbero potuto infilare con i loro cannoni. Mi sembrava una scena allucinante e irreale con quei 3 bruti cazzuti che sondavano i buchi di mia moglie prima di sfondarmela con i loro battacchi bestiali mentre io a cazzo duro in un angolo trattenevo il fiato in attesa della prima infilata della serie che m’aspettavo avrebbe devastato i buchi della troia anche se abituati a beccarsi grossi cazzi a ripetizione. I 3 intanto si accordavano per la monta e a B toccò per primo di salire in panza alla vacca ormai abbandonata e ansimante in attesa di carne tosta e sborra a volontà. Il capo mi chiese se volevo assistere o uscire mentre si fottevano la maiala ma io non avrei perso quello spettacolo bestiale per niente al mondo e restai inchiodato al mio posto di guardone. Il porco era
esperto e si vedeva da come si accomodò tra le sue cosce spalancate e le ribaltò le gambe fino sul petto facendogliele tenere a lei mentre lui le appuntava la mostruosa cappella sulla sorca aperta. Io non riuscivo a credere che la zoccola sarebbe stata capace di farsi mettere quella gran proboscide in corpo ma dovetti ricredermi subito perché con una botta tremenda il negro le ficcò a forza una palmo di nerchia in fregna. La troia sobbalzò inarcandosi mugolando a denti stretti ma il nero la schiacciava col suo peso e non le diede tregua e con una serie di botte secche e potenti le imbottì la sorca del suo palo enorme ficcandoglielo in panza fino alle palle. Lei scalciava scossa dai colpi gemendo e torcendosi ma dovette beccarsi in corpo tutto il manico spaventoso del negro che incitato dagli amici sbuffando e grugnendo infoiato le svangava la patacca come una bestia in calore. M’aspettavo che le facesse subito il pieno di sborra ma come promesso dal capo i 3 sapevano come si ingroppa una troia e B ci dava dentro pompandole in fregna come un porco con affondi devastanti che l’alzavano di peso impalata dal suo ceppo asinino. La sua trombata durò una buona mezza ora ma alla fine statuffandole in panza freneticamente il negro sborrò mia moglie ficcato fino alle palle nella sua sorca sfondata e io potei seguire le
bordate che le metteva in corpo dai singhiozzi strozzati della scrofa ad ogni schizzo che le riempiva l’utero.

Appena finito B le sturò la figa rotta senza riguardi sfilandole il battacchio ammollato e dalla sorca spalancata vidi scolare fuori un fiume vischioso e denso. La gran troia scolava ancora ansimando quando A prese posto tra le sue cosce larghe e le tappò il buco della figa col suo nerchione duro e aiutato dalla sborra che riempiva la sorca della vacca le spinse in panza anche il suo bigolo da elefante a spinte potenti fino a sbrattarle le palle sulle chiappe e poi cominciò la
sua trombata con colpi profondi e lenti. Io ormai col cazzo svuotato seguivo la seconda chiavata della mia moglie troia riarmando lentamente a quello spettacolo osceno. La zoccola ormai sfondata dalla mazza enorme del primo nero e aiutata dalla sborra che le riempiva la figa non si lamentava più e anzi sculettava gemendo e ansimando sotto gli affondi brutali del nero che pompava come un porco a colpi duri e profondi. Anche lui durò più di mezza ora a trombarsi la vacca ma alla fine le inondò la fregna spalancata con una gran sborrata e le sturò subito la figa che scolava un fiume di robaccia fumante e viscida mentre la scrofa sussultando spurgava venute a ripetizione per il gran gusto di beccarsi quei cazzi neri giganteschi.

Per ultimo toccò al capo che però la mise in ginocchio a pecorina e salendole a cavallo delle chiappe le indirizzò il grosso nerbo nodoso nello spacco della figa che infilò senza sforzo perché la sorca di mia moglie ormai era scavata come una fogna e traboccava di sughi schifosi. Dopo averle ficcato la nerchia in panza a spinte secche il nero la cominciò a chiavare lento e profondo sbattendole le grosse palle tra le cosce ad ogni colpo. Io sentivo mugolare la puttana che spingeva all’indietro per gustarsi quel manico bestiale che ormai conosceva bene mentre il nero tenendola per le grosse pocce gonfie di libidine le dava in fregna dei gran colpi con risucchi arrapanti incitato dagli amici. Anche lui aveva una gran resistenza e nonostante gli sculettamenti frenetici della bagascia resisté più degli altri a trombarsela e solo quando la vacca lo implorò di annaffiarle la fregna si decise a sborrarmela. La sua fu la sborrata che potei ammirare meglio perché il porco mi chiamò a gesti vicino e mi prese la mano facendomi impugnare la spaventosa mazza che aveva sfilato dalla sorca impiastrata di mia moglie fino quasi alla cappella e mentre tremando tenevo stretta quella stanga equina bollente e viscida il porco sborrò grugnendo estasiato. Schifato e arrapato sentivo gonfiarsi in mano quella proboscide nodosa che sputava schizzi di sborra in fregna alla mia troia che gemeva spurgando anche lei una venuta da scrofa. Non capivo più niente mentre reggevo in mano il cazzo nero che stava facendo il pieno a quella maiala di mia moglie di sugo di palle e non so più neanche io quanto rimasi con la gran fava in mano ma di sicuro gli schizzi che avevo contato erano più di una decina e le pulsazioni di quel bigolo mi avevano terrorizzato e infoiato facendomi capire quanto non valeva niente il mio cazzo in confronto con quelle
bestie cazzute che potevano scaricare in panza a una femmina quel mare di sborra a pressione.
Alla fine anche il capo stappò la figa di mia moglie che si accasciò a terra ansimando e pisciando dalla patacca larga come una fontana e restò ad occhi chiusi scossa da orgasmi ripetuti e violenti che la facevano tremare con sculettamenti osceni.

Intanto che si riposavano i 3 neri ordinarono da bere al telefono interno e mentre aspettavamo il cameriere i 3 gentilmente carezzavano e tastavano la femmina pocciandola e strisciandole addosso i grossi bigoli smollati che lei smaneggiava soppesando le palle dei maschi che sembravano quelle di 3 tori da monta grosse come bisacce. La vacca li slappava sulla punta delle cappelle che scolavano ancora fili collosi e se li passava tra le grosse bocce dai capezzoli eretti e duri
ammirando come i neri riarmavano rapidamente le enorme mazze anche dopo la valanga di sborra che le avevano versato in panza. Ormai erano quasi intostate al massimo ma i 3 si gustavano ancora le porcate della bagascia e io non ne potevo più ma sapevo che il mio piacere e la mia tortura non sarebbe finita perché i 3 dovevano ancora incularsi la troia come promesso e
quelle tastate servivano proprio per intostarli bene per l’inculata. Intanto il cameriere arrivato con le birre non sentendo rispondere alle sue bussate spinse la porta che si aprì e si trovò davanti lo spettacolo della femmina scosciata sul letto con i 3 neri cazzuti che se la pomiciavano a cazzo duro mentre io li guardavo da un angolo segandomi il manico duro. Il giovane negro rimase allibito e imbarazzato ma il capo intervenne subito e fatte posare le birre invitò il giovane a
sfoderare il cazzo davanti alla femmina scosciata. Lui imbarazzato ma arrapato non sapeva cosa fare ma poi vedendo che io non intervenivo tirò fuori il suo cazzo che intostava a vista d’occhio. Era più fino di quello di quei campioni neri ma molto lungo e quando fu duro il capo guardandomi per vedere la mia reazione gli disse di montare sulla femmina che tanto io non avrei protestato e il giovane infoiato si buttò su mia moglie nfiocinandole la figa spalancata con un colpo solo che le fece sprofondare in panza tutto il lungo cazzo senza sforzo. Io avevo la gola secca e guardavo il giovane cameriere che pompava come impazzito in fregna a mia moglie che in pochi minuti si beccò anche la sua sborrata. Tremando il negro le scaricò dentro le palle e poi ricacciò il lungo cazzo grondante e rimase a guardare la scena ormai scordandosi ogni altra cosa mentre i 3 negri ormai ben intostati da quella chiavata inaspettata si consultavano per incularsi mia moglie che li aspettava tremando di paura e arrapamento.

Per sua fortuna i neri decisero di allargarle il buco del culo progressivamente per paura di spaccarla troppo e quindi il capo fu incaricato di aprire la strada e smanicandosi il cazzaccio armato lui lo diede da leccare alla vacca che lo slappò a lungo per bene ben sapendo che più lo lubrificava meno avrebbe sofferto nel beccarselo nel suo culo da troia. Quando fu pronto il capo venne da me e me lo rimise in mano dicendomi di guidarlo mentre s’inculava mia moglie ma io mi ribellai a questa porca anche avendola fatta altre volte per vergogna. Il capo allora s’incazzò e mi disse che a un cornuto come me non doveva ribellarsi alle voglie dei montoni della propria moglie e insisteva che dovevo essere io a guidargli il nerbo mentre lo buttava in culo alla mia puttana. La svergognata bagascia se la rideva del mio schifo e li incitava oscenamente infoiata da quella orgia scatenata che si preparava dicendo:”…dai recchione… aiutalia imbottirmi le chiappe… stronzo testa di cazzo anche se non li aiuti me la sfondano uguale la rondella… alla faccia tua gran recchione guardone…forza che il culattone lo conosce bene anche lui il cazzo nel sedere… ne ha beccati e gliene faccio beccare tanti…” e la schifosa se la rideva dei miei sforzi per sfuggire ai neri che mi tenevano stretto. Allora il capo si mise a cavallo delle chiappe di mia moglie che aveva messo davanti a me a pecorina e le indirizzò la mazza spaventosa sul buco del culo dopo averci sputato un paio di scaracchi abbondanti che le spinse nel foro col dito. Poi tenendo la troia per i fianchi cominciò a spingere duramente col palo nero armato e lentamente vidi spaventato la cappella dilatare il foro anale di mia moglie e cominciare a penetrarle in culo. Il cameriere le teneva le chiappe ben aperte colle mani dato che gli altri due mi tenevano imprigionato incuranti dei miei insulti e si godevano la scena dello stupro anale della femmina bianca che si sudata e disfatta si
lamentava sempre più forte sculettando indietro per aiutare la penetrazione bestiale. Alla fine con uno botta più forte il nero riuscì a forzare lo sfintere della vacca e vidi scomparirle in culo la cappella asinina con uno sfiato sconcio che fu applaudito dai maschi presenti che mi lasciarono ormai domato e rassegnato all’inculaggio bestiale della mia signora maiala.
Passata la cappella il nero spingeva con colpi secchi e poderosi affondando nel retto della zoccola la sua nerchia nodosa che le vedevo scomparire nel sedere come in un osceno film in cui uno stronzo enorme cagasse fuori dal sedere della mia scrofa ma all’inverso perché stava entrando. Sconvolto vidi sparire a botte secche tutto il palo lucido nel culo di mia moglie che lanciava degli urli strozzati colla bocca tappata dal cazzo del cameriere. La troia mugolava sconvolta da quella brutale sodomizzazione forse pentita di aver voluto provare quella dilatazione estrema ma ormai era imbottita dall’enorme cazzo duro del nero che glielo aveva schiaffato in culo fino alle palle senza pietà per le sue lacrime e adesso l’inculava come una bestia andando e venendo nelle sue budella con rigurgidi osceni sempre più infoiato dagli sculettamenti composti della maiala sbudellata che subiva l’infilaggio stringendo i denti con lamenti acuti. Il nero la spinse faccia a terra e per tenerla ben ferma le mise un piede in faccia schiacciandola mentre le pompava in culo come una bestia in calore. Il mandrillo scatenato stantuffava ritmicamente senza dare segno di voler finire e si inculò mia moglie per più di due ore
alternandosi con gli altri due. Infatti dopo avermela inculata a fondo per mezz’ora il porco sudato e affaticato per non sborrare le sturò le chiappe con una scorreggia sonora lasciando il posto ad A che aveva avvisato di continuare l’opera di sgarramento anale della vacca e quello che si menava il palo enorme sul quale aveva sputato per lubrificarselo si mise in posizione stendendosi a terra e tenendo il cazzaccio dritto come una spaventosa colonna di carne nera ordinò a gesti a mia moglie di impalarcisi sopra. La zoccola gemendo spaventata davanti a quell’obelisco nodoso che doveva inghiottirsi nel suo sedere di moglie rottinculo non voleva ma il capo le fece capire con due schiaffi che ormai non poteva ribellarsi e doveva beccarsi quei cazzacci in fondo al suo culo di femmina depravata. Piangendo la vidi scosciarsi sulla cappella a fungo che il nero le indirizzò sul buco del culo ormai dilatato e poi stringendo i denti sedersi sul cazzo immane che per un momento si piegò sotto il suo peso per poi raddrizzarsi di colpo mentre le sprofondava in culo. Lei trattenne il fiato sbarrando gli occhi per quell’infilata brutale ma l’urlo che lanciò fu subito strozzato dal cameriere che stringendole la gola l’obbligò a riaprire la bocca e le rificcò a forza il cazzo fino in gola strozzandola. La troia tirata violentemente in basso dal negro e senza niente a cui aggrapparsi si sfondò le chiappe e le budella beccandosi il nerbo asinino fino alla base tutto al primo colpo e si abbandonò semisvenuta rantolando e mugolando addosso al suo inculatore brutale che infoiato dai suoi strilli e dalle palpitazioni della sua rondella sgarrata cominciò a incularsela sbattendola con la potenza del suo manico gigante su e giù come un fantoccio impalato. Mia moglie rantolava a bocca piena di cazzo e tra le sue cosce larghe vedevo bene il pistone enorme che le perforava il culo entrare e uscire con sfiati schifosi spinto brutalmente dal nero che inculava come un mandrillo scatenato. Anche lui dopo una lunga inchiappata bestiale sudato e stanco cedette il posto a B che aspettava il suo turno e che aiutò mia moglie a rialzarsi dolorosamente cagando fuori dal culo rotto l’enorme cazzo nero e lucido di umori anali fino a che con uno strappo secco le fece sculare la gran cappella con una sonora scorreggia che fece ridere i 3 neri mentre invece la troia disfatta cadendo in ginocchio lanciò un grido animalesco di dolore allo strappo che
la lasciò senza fiato stappandole l’ano spalancato. Poi toccò a B che la portò sul letto dove la mise distesa rialzandole le gambe in aria fino alle spalle e facendogliele tenere spalancate dal cameriere che arrapato eseguiva tutti i loro ordini in attesa di un’altra monta su quella femmina bianca. Dopo averle anche lui sputato abbondantemente nel buco del culo spalancato come una oscena bocca di fogna B ordinò al cameriere di sputargli ancora sulla cappella e di guidargli a mano la nerchia nel buco del culo della troia che aspettava terrorizzata guardando tra le cosce larghe il cazzo equino del nero che glielo appizzava al culo accomodandosi per l’inculata. Mia moglie guardava tutto con occhi sbarrati trattenendo il fiato colla faccia allagata di lacrime nere di trucco ben sapendo che quello era il manico più grosso del trio bestiale e che non sarebbe stato facile e farselo schiantare in culo anche se ormai il suo retto era spalancato dalle precedenti inculate e ben lubrificato di sputi e liquidi anali. B spinse grugnendo con forza e il mostruoso nerbo cominciò ad affondare lentamente seguito dallo sguardo sconvolto della scrofa ansimante che gemeva implorando pietà e da me che rassegnato aspettavo lo

sfondamento imminente del culo di mia moglie che infatti seguì dopo poco sotto le spinte bestiali del nero infoiato che di colpo sprofondò la cappella e un palmo di cazzo nelle budella della maiala che sobbalzò scomposta urlando e scalciando. Ma il nero la tenne inchiodata al letto col suo palo micidiale e a spinte furibbonde glielo schiantò nel culo un pezzo alla volta infoiato dai rantoli e dalle pernacchie che sfuggivano dalla bocca e dallo sfintere della femmina che stava spaccando.

Lo spettacolo atroce mi teneva col fiato sospeso e mi aspettavo di veder crepare mia moglie di cazzo da un momento all’altro anche se sapevo che le sue chiappe da maiala avevano visto passare già kilometri di grossi cazzi tosti e il capo vedendomi a cazzo duro ridendo disse al cameriere che in attesa della femmina poteva approfittare delle mia natiche bianche e visto che io spaventato cercavo di sfuggire lui con A mi tennero fermo a pecorina mentre il giovane negro non vide l’ora di poter infilare il lungo cazzo armato in un buco e venne dietro di me che non vidi cosa faceva ma di colpo sentii un dolore bruciante che mi fece strillare come una checca quando il porco mi schiaffò il cazzo in culo con un colpo secco. Mentre i due neri mi tenevano ridendosela lui mi sodomizzò affondandomi il lungo palo nelle natiche fino alle palle e cominciò a pomparmi in culo. Io bruciavo di vergogna e il dolore di quel cazzone che mi perforava le budella e mi faceva vedere rosso ma stringevo i denti per non dare soddisfazione a quei porci scatenati che ci stavano facendo il mazzo a me e alla mia puttana che intanto B pompava a tutta forza facendola scorreggiare dal buco rotto e sbrillentato. Dopo un’inculata interminabile anche B cedette il posto sudato e stanco e ritoccò al capo riandare in culo a mia moglie e ricominciare a
pestarle nelle chiappe squartate in cui ormai anche quei cazzi mostruosi entravano bene data la dilatazione raggiunta dalla rondella e dal retto della troia sbudellata. La triplice inculata continuò in un crescendo osceno di infilate e stappate che si protrasse per due ore fino a quando con quel pompaggio anale continuo i 3 neri non poterono più trattenersi e sborrarono
aggrappati alle pocce di mia moglie che se li beccò urlando arrapata come una scrofa in calore uno dopo l’altro. Per primo toccò al capo che si scaricò le palle gonfie grugendo estasiato e schizzando per parecchi minuti ma appena lui ebbe sculato la troia ansimante A prese il suo posto e riuscì a infilare in culo a mia moglie solo metà cazzo prima di sborramela facendole il pieno alle budella in cui si scaricò le grosse palle piene per parecchi minuti e appena lui la sculò con una
scorreggia B le piazzò la nerchia in culo spingendogli la proboscide smisurata fino alle palle nelle budella dove sborrò ruttando con spinte brutali facendole il pieno anche lui con parecchi schizzi a ondate successive svuotandosi le palle per 10 minuti buoni. Io incredulo guardavo mia moglie che aveva la panza gonfia di sborra e sfiatava ad ogni infilata e ogni sturata di chiappe come una chiavica intasata con rantoli animaleschi sculettando impazzita a bocca aperta e ansimando come una maiala mentre scaricava godute a ripetizione dalla sorca larga inondando i cazzi neri che le limavano il buco del culo rotto.

Quando piena com’era la fecero rialzare la troia barcollando a cosce larghe non stava in piedi e con un rantolo bestiale chinandosi scorreggiò fuori una cagata schifosa di stronzi fumanti e collosi di sborra densa. Il suo buco di culo squartato dalla potenza dei 3 neri non poteva richiudersi e la bagascia gemendo lasciava ricagare fuori tutta la robaccia che le avevano messo in culo a forza i tre cazzacci bestiali. Il cameriere che mi inchiappava alla vista di quello schifo arrapante non si trattenne e sborrò anche lui nelle mie budella e sentii con vergogna i suoi schizzi caldi riempirmi le natiche
doloranti anche se ero stupidamente contento che non avesse montato anche lui la femmina che mugolando e ruttando stava ancora scorreggiando fuori gli ultimi scaracchi di sborra merdosa svuotandosi le sue viscere di moglie pervertita e ninfomane.

Il capo vide quello che stavo subendo dal giovane negro e ridendo mi prese le palle gonfie strizzandomele
dolorosamente e sotto quella stretta brutale sborrai anche io schizzando un gran getto fumante in faccia a quella scrofa rottimnculo di mia moglie ormai sventrata in ogni buco e colma di sborra come un cesso per neri.
I 3 neri si riposarono e il capo dopo avermi fatto sculare il cameriere lo mandò via lasciando che mi ricomponessi un po anche se col culo dolorante e ci chiese se il trattamento era stato quello che volevamo e se mia moglie era soddisfatta dei loro cazzi e di come le avevano aperto il culo a fondo. La maiala gemendo rispose ancora sconvolta e sfinita dalle ore di monte bestiali subite:”…grazie… siete stati fantastici… non pensavo di poter beccare cazzi di questo calibro ma
m’avete spaccato i buchi da maestri… voi sapete come far strillare anche una troia abituata alla mazza come me… dovete venire a montarmi tutti i giorni… voglio farmi sbrillentare i buchi dai vostri nerbi asinini…”

Il capo però aveva qualche problema e dopo essersi consultato con i suoi amici ci spiegò che non volevano storie con i gestori del villaggio e dato che il cameriere avrebbe parlato e anche io non volevo che i 3 neri si facessero vedere perché tutti avrebbero capito che venivano a trombarsi mia moglie e così concordammo che era meglio se andavamo noi in città per far montare la troia ma ancora i 3 negri discutevano e il capo mi spiegò che loro erano soddisfatti di essersi ingroppati
quella gran troia bianca e avrebbero voluto anche soddisfarla ancora ma avevano da fare per lavoro perché erano poveri. Allora mia moglie intervenne dicendo:”… non c’è problema… voglio i vostri cazzacci tutto il tempo che starò qui e quel cornuto di mio marito vi pagherà per trombatìrmi tutti i giorni… contenti?… femmina da svangare gratis e soldi anche… più di così… il cornuto paga bene ma solo per trombate super come quella di oggi e sarò io a dire quando mi basta cazzo e sborra… ok?” I 3 neri contenti accettarono e il capo mi chiese se volevo che trovasse un montone anche per farmi inchiappettare o per inchiappettarmelo io dato che aveva capito che oltre a guardone ero anche recchione ma io rifiutai per paura di dovermi beccare uno di quei manici spaventosi nel sedere che non era sfondato e largo come quello di mia moglie e non l’avrebbe retto. Finire in ospedale in africa col buco del culo squartato non lo potevo sopportare e m’era bastata la lunga mazza del cameriere per capire che lì i culi bianchi erano in pericolo.

Così passammo i restanti giorni di vacanza. La mattina ci riposavamo fino alle 11 dalle monte della notte e dopo pranzo andavamo al mare ma alla sera il capo ci veniva a prendere e ci portava a casa sua dove aspettavano i suoi 2 amici e tutti e 3 si trombavano in figa e in culo mia moglie a sazietà fino a sfinirla di cazzo e sborra rimandandoci al villaggio solo quando la scrofa piena di sborra fino alle orecchie diceva di non poterne più di cazzoni neri e sboprrate da cavallo in
panza. Mia moglie era entusiasta dei 3 cazzi neri e impazziva ogni volta che li beccava e anche il suo buco di culo dopo le prime dolorose sfondate s’era ormai abituato a quei tronchi nodosi e quando le svangavano le chiappe la troia spurgava venute come una fontana anche se urlava sotto le botte più dure e profonde che i neri le sparavano in culo proprio per sentirla urlare parolacce sconce e schizzare dalla figa larga le sue venute da scrofa bianca. Quando a tarda notte uscivamo dopo che la mignotta stracolma di sborra chiedeva pietà c’era sempre un gruppo di maschi in strada che commentava invidiosi la fortuna dei 3 neri che potevano trombarsi la maiala bianca e anche ben pagati.

Alla fine quando ripartimmo feci la considerazione che quella vacanza m’era costata parecchio dato che oltre a dovermi vedere la moglie fottuta da quei cazzi neri mostruosi avevo dovuto anche pagare i montoni che l’avevano sbudellata in ogni buco e ancora mi dolevano le natiche sfondate e riempite dal giovane negro mentre la troia aveva avuto tutto quello che aveva cercato cazzi enormi che l’avevano trombata a fondo spaccandole figa e culo a ripetizione e abbuffate di sborra a
ripetizione e s’era levata la sua oscena voglia di nerchia nera a sazietà. Mentre pensavo tristemente a quanto la zoccola fosse soddisfatta alla faccia mia lei indovinando i miei pensieri mi disse:”…non ti lamentare cornuto..lo sapevi fin dall’inizio quello che venivo a cercare… e sono tanto soddisfatta che mi sono prenotata anche per il prossimo anno… se poi vuoi puoi anche farti inchiappettare gran recchione… ho visto come hai sborrato con quel manganello nel sedere… gran guardone ti faccio assistere e prendere cazzi in culo e ti lamenti pure… anche se hai pagato erano soldi ben spesi perché bestie da monta simili non si trovano facilmente e spero che l’anno prossimo me ne porti anche altri alla faccia tua guardone culattone…me ne voglio levare la voglia a forza di farmi imbottire la panza di salami neri…” Così infatti fu ma non come pensava la troia e se ne pentì delle sue zozze voglie da mignotta ninfomane. Ma questa ve la racconto alla prossima

(come specificato non c’è nessuna intenzione offensiva nel mio racconto e la parola negri non è usata a fini discriminatori o peggio)

L’anno dopo la mia troia sempre affamata di ceppe nere insisté parecchio di nascosto del suo montone ufficiale per farsi riportare nello stesso posto ripromettendosi di farsi sfondare ogni buco dai mandrilli cazzuti che già l’avevano strafottuta e rifarsi un’abbuffata di mazza e sborra nera e così rassegnato ed eccitato dalle mie voglie di guardone cornuto la riportai nello stesso villaggio.

Appena arrivati la troia che scolava pregustando trombate a volontà si mise in moto per rintracciare il capo dei montoni che l’avevano trombata l’anno prima che appena informato venne subito a trovarci e appena entrato in camera sfoderò la gran mazza equina offrendola alla vacca che da ore in attesa smaniava di voglia come una cagna in calore leccandosi le labbra secche di eccitazione.

Io vedendola inginocchiarsi per spompinare la gran ceppa nera me ne andai incazzato a fare un bagno sulla spiaggia sapendo bene che la gran porca assatanata si sarebbe fatta infiocinare ogni buco per ore alla faccia mia da quel mandrillo cazzuto prima di stancarsene. Me ne stetti il pomeriggio al mare e quando tramontava il sole decisi di rientrare sperando che la maiala avesse finito i suoi porci comodi col negro e ormai stesse riposando i suoi buchi sbrillentati.

Invece rientrando trovo la troia ancora sotto cazzo del suo mandrillo che la sta inculando di brutto dopo averla messa a cavallo del bracciolo di un divano. Sento i guaiti rauchi della zoccola ad ogni colpo del bigolo micidiale che le sfonda il suo deretano di moglie maiala e l’ansimare del montone infoiato che affonda la mazza asinina nelle sue budella con colpi sordi di una violenza bestiale scavandole il culo fino a sfiancarle la rondella ormai allargata da ore di infilate brutali.

I due porci neanche si girano a guardarmi e continuano a trombare come bestie in calore con tonfi e sfiati che mi fanno accapponare la pelle alle urla strozzate di mia moglie sbudellata dal bruto assatanato. Vedo bene le grosse palle del porco ondeggiare tra le cosce larghe dei due mentre lui pompa come un ossesso grugnendo arrapato prossimo alla sborrata. Infatti l’inculata accelera freneticamente fino a quando il montone nero aggrappato alle grosse pocce della zozza che sculetta impazzita le spara in culo un colpo bestiale e ficcato fino alle palle nel culo rotto di mia moglie che urla disperata finalmente si scarica le palle sborrando con grugniti sordi.

Vedo allibito i fremiti spasmodici della mignotta che scalcia urlando e singhiozzando sotto le bordate dense che le fanno il pieno al retto e le colmano le budella di sperma caldo e i suoi sculettamenti frenetici mentre onora la nerchia poderosa del suo inculatore con una venuta oscena che pisciando dalla figa larga allaga il divano ruscellando fino a terra. Il negro si scarica con calma sbuffando e strizzandole ferocemente le pocce gonfie di libidine della femmina bianca e con movimenti del bacino le ficca bene dentro al culo sfondato le ultime bordate di sborra.

Poi una volta sfogato e scaricate le sue godute l’inculatore si
rialza e prendendosi la mazza con la mano la ricaccia dalle chiappe di mia moglie sfilandogliela dal buco sfasciato a strappi e alla fine con un colpo secco che la fa strillare la scula con un risucchio di tappo schifoso e vedo il canale scuro del retto della vacca pulsare dolorosamente mentre ricaccia dalle profondità delle sue budella da maiala rottinculo le scolate vischiose che il maschio le ha schiaffato in culo a pressione.

Nauseato vedo lo sfintere di mia moglie slargato dal lavoro di quel cazzo bestiale vomitare con una scoreggia umida schifosa un fiume vischioso e puzzolente di sborra merdosa che allaga il divano e gocciola fino in terra mentre il negro ammira sudato e soddisfatto quella cascata sconcia sgrullandosi degli ultimi fili vischiosi il cazzaccio ammollato nel cratere aperto tra le chiappe bianche che ricaga dolorosamente spruzzi fumanti.

Poi finalmente il negro si gira e offrendomi il cazzo tutto impiastrato di sborra e liquidi anali mi invita a sugarglielo ma io incazzato rifiuto. La scrofa ansimando colla faccia imbrattata di lacrime e sudore allora scende dolorante dal bracciolo sul quale lui se l’è inculata a cavallo dicendo al suo montone nero:”…lascialo stare lo stronzo… non sa quello che si perde… dammelo che te lo sugo io fino a lucidartelo questo palo nero da cavallo…” e si butta grufolando a ingoiarsi il gran salame grondante robaccia e lo slappa tutto dalla cappella ai coglioni ormai svuotati.

Quando a finito quell’osceno servizio di pulizia la schifosa puttana ninfomane chiede al negro di venire l’indomani coi suoi amici per ripassarle a fondo i buchi ma il negro la informa che gli amici cazzuti che l’avevano strafottuta sono in galera e non potranno approfittare della fantastica mignotta
bianca. Lei molto delusa vuole che lui le trovi altri superdotati per sfogare i suoi istinti di maiala ninfomane e masochista ma il negro dopo averci pensato ammette che di cazzi di quel calibro non ne conosce altri ma ridendo le dice che comunque se vuole mazza gliene può procurare parecchia per sfogarsi.

Infatti pensa di invitare dei mandrilli affamati di figa bianca per una monta multipla promettendole trombate a sazietà e la mia troia è molto tentata ma incerta dato che ha paura di avere problemi col villaggio. Ma lui suggerisce di fare l’orgia a casa sua in città dove nessuno ci disturberà e i due porci si accordano per il giorno dopo e mia moglie decide che debbo andare anche io per controllare e il capo non ha problemi alla mia presenza e ridendosela delle mie corna ramificate accetta subito e se ne va soddisfatto.

Così il giorno dopo andiamo con lui che ci viene a prendere la sera ma nonostante l’ora il mercato è ancora pieno di gente e il passaggio della troia bianca con vestiti provocanti solleva parecchi commenti osceni tra la folla. Il negro ci guida a casa sua e ci fa entrare e lascia fuori della porta due suoi amici di guardia mentre lui porta in camera la puttana per chiavarsela davanti a me che mi siedo in un angolo per farmi le seghe come al solito.

Con sorpresa troviamo una ragazza nera in casa e il capo ridendo mi dice che se vogliamo approfittarne sia io che mia moglie possiamo farlo perché la ragazza è ben addestrata e
infatti lei aiuta mia moglie a spogliarsi e poi va dal capo e gli sfodera la gran mazza già dura e comincia a sugarsela con
gusto mentre lui prendendole la testa le fa ingoiare la stanga smisurata spingendosela sul palo in tiro con forza.

La ragazza strozzata singhiozza e poi vomita tanto il manico del capo le entra in gola ma mia moglie gelosa e per niente
schifata di quel tronco coperto di vomito leccandosi le labbra la fa da parte e si imbocca lei il gran salame nero spompinandolo di gusto. Il capo impaziente le ordina di mettersi in posizione di monta perché la vuole sfondare subito e appena la vacca si è stesa a cosce larghe rialzandole le gambe in aria le sfonda la figa già aperta con un colpo micidiale che lo fa sprofondare in panza a mia moglie fino alle palle il bigolo mostruoso e comincia a pompare come una bestia tra rigurgiti e sfiati sonori mentre la ragazza dopo aver aiutato il capo a infilare mia moglie tenendogli indirizzato il battacchio sul buco della sorca slargato viene da me e mi imbocca il cazzo già in tiro per lo spettacolo bestiale della chiavata spompinandomelo da esperta mentre si sgrilletta la patacca che scola di arrapamento.

La serata prosegue con mia grande eccitazione nell’ammirare mia moglie che viene chiavata a gran colpi dal negro che dopo un po di pompaggio in fregna la sfiga del gran manico grondante e chiama la ragazza a tenerle le gambe rialzate per potersela inculare bene a fondo. Lei smette di sugarmi la mazza e va ad aiutarlo tenendo le gambe di mia moglie ribaltate e slargate al massimo per il negro che aprendole le chiappe le sputa sul buco del culo e poi ci appunta lo smisurato nerbo nodoso dicendomi:”…bella
signora vacca… me lo ricordo bene il tuo buco caldo… ora te lo spacco… e tu cornuto guarda come te la imbottisco la tua
moglie maiala…” e con un colpo secco micidiale le schianta nel culo il suo palo enorme perforandole il retto con un lento
affondo potente che fa urlare la troia a bocca spalancata.

Il negro incurante delle sue lacrime impugnandole le pocce le affonda a strappi la fava in panza mentre vedo che la zoccola ad occhi sbarrati segue l’avanzata feroce del bigolo nero che le scompare nelle chiappe tremando di paura ed arrapamento mentre si tiene le chiappe larghe colle mani per aiutare il mostruoso cazzo ad infilarle il suo deretano di moglie depravata.

Io ammiro sbalordito ed arrapato lo spettacolo di mia moglie sotto cazzo mentre la ragazza dopo il pompino che mi ha fatto si è seduta sul mio cazzo duro facendoselo sprofondare nella figa slargata e scolata e si gode lo spettacolo del negro che sfonda la troia bianca in ogni buco chiavandosi a smorzacandela lentamente sul mio manico tosto per la scena di bestiale monta della mia puttana a cui assisto in quella stanza sordida nel caldo soffocante.

Dopo avermi trombata a fondo la moglie il porco mentre continua a pomparsela in culo le strizza le pocce ferocemente mentre grugnendo le scarica di colpo la sua sborrata da cavallo nelle budella e mentre vedo la nerchia mostruosa sussultare sputando in fondo al culo rotto di mia moglie lui mi mostra sfottente la patacca pelosa della scrofa slargata dal piacere perverso che spurga la sua goduta a schizzi densi e fumanti che ruscellano inondando la stanga nodosa immersa nelle sue chiappe fino alla radice.

La sborrata del negro sudato è uno spettacolo e dura parecchio mentre vedo le grosse palle sussultare ad ogni bordata che schiaffa in culo a mia moglie che giace ad occhi rovesciati tremando convulsamente per la sua venuta che onora la mazza nera fino a quando il negro si ferma e le stura il buco del culo rotto stappandola. La ragazza lo aiuta a sfilarle la proboscide nera dal sedere sculandola con uno sfiato osceno che la lascia collo sfintere spalancato come una galleria a scorreggiare pernacchie sonore e penso che finalmente il negro cazzuto voglia riposarsi ma sentendo la gran vacca infoiata che lo incita a rimetterle il battacchio in panza il porco stupito dalla fame di ceppa della vacca chiama allora i due guardiani e quando entrano in camera li invita ad approfittare della troia bianca che giace scosciata e tutta impiastrata di sborra.

Capisco che sono questi gli amici del capo invitati a fare la festa alla puttana bianca e i due incuranti delle mie imprecazioni sfoderano i cazzi e si buttano addosso a mia moglie come animali in calore e la infilano a sandwich uno in culo e uno in figa aiutati dalla ragazza mentre il capo se la ride della mia incazzatura sfottendomi per le corna che porto ed assicurandomi che i suoi amici sanno montare bene e mi strafotteranno la moglie a sazietà.

Io sapendo che sarebbe inutile cercare di portare via la femmina a quei porci arrapati che la stanno fottendo a gran colpi e un po nauseato da quelle porcate sconce me ne vado fuori a fumare e sentendo vociare in strada mi affaccio alla porta per vedere cosa succede. Stupito vedo che c’è un mucchio di gente agitata che spinge e si accalca davanti alla porta e alle finestre godendosi i rumori di monta e gli strilli rauchi della femmina sotto cazzo.

Appena mi vedono quelli si buttano a spingere per entrare e spalancata la porta irrompono in casa invadendo la camera dove mia moglie sta fottendo infilata a sandwich dai due guardiani davanti al capo e alla sua amica. Il capo cerca di intervenire ma quella massa di negri arrapati lo spinge da parte e si butta addosso alla femmina che è restata scosciata ancora infilata dai due negri arrapati.

Io impaurito cerco di intervenire ma quelli mi si buttano addosso malmenandomi e a calci e pugni mi costringono in un angolo dove mi immobilizzano mentre gli altri infoiati sfoderano i cazzi già in tiro preparandosi ad un’orgia sfrenata. Quella stronza di mia moglie si rende finalmente conto del pericolo che corre e implora inutilmente di essere
risparmiata ma i mandrilli neanche l’ascoltano mentre si organizzano per fottersela e anche la zozza capisce che nessuno la potrà aiutare anche perché una vacca che si fa trovare imbottita a sandwich scosciata tra due negri con un cazzone in culo e uno in figa davanti al marito che si sega guardandola non è credibile quando prega di non essere strafottuta.

E infatti i porci infoiati fatti sfigare e sculare a forza i due che la stavano martellando si buttano coi cazzi sfoderati sulla
maiala sommergendola. Io spaventato vedo le gambe di mia moglie che si agitano convulsamente in aria mentre lei è sommersa da quella marea nera che le si accalca addosso e penso che quell’orgia finirà male perché quelle bestie in calore ormai sono scatenate e non le risparmieranno nessuna violenza.

Alla fine a forza di spinte e insulti il capo fa un po d’ordine approssimato e i negri trovano un accordo per fottersela e la
rimettono in mezzo infilzandola in ogni buco. Uno se la mette a smorzacandela e l’infilza in figa e un altro si accomoda per
incularsela ma vedo che il suo cazzo scivola più sotto e lui spingendo arrapato lo infila accanto a quello dell’amico che la sta chiavando. Data la dilatazione della sorca della vacca i due cazzoni anche se a fatica le entrano dentro anche se lei imbottita all’inverosimile scalcia e strilla e allora vedendo il culo della troia sussultare collo sfintere ancora dilatato per i cazzi già presi un altro le sale a cavallo delle chiappe e con una botta secca se la incula immergendole il lungo bigolo nero nel buco del culo che sfiata sonoramente tra le risate sconce dei neri.

I 3 pompano convulsamente in corpo a mia moglie che strilla spaventata ma subito arrivano altri 2 che le mettono a forza i cazzi in bocca ammutolendola e stringendole il naso la obbligano a ingoiarsi le grosse cappelle chiavandole la bocca in un pompino profondo.

Visto come regge bene i cazzi i neri con commenti ammirati si danno il turno a trombarsi mia moglie a 5 alla volta in quel modo in un orgia di grugniti animaleschi e rumori schifosi di monta che mi fanno paura per la bestialità della situazione. Le sborrate per fortuna sono rapide e violente e quelle bestie cazzute si scaricano a turno le palle in panza a mia moglie che si becca le loro sborrate stravolta inghiottendo a bocca piena e scalciando sotto gli schizzi che le sparano in fregna e in culo a ripetizione.

I suoi buchi sbrillentati da quella monta animalesca sono larghi come fogne e rigurgitano sborra schiumosa ad ogni
stappata tra i commento sconci dei mandrilli che si alternano insaziabili trapanando e svangando la femmina abbandonata alla loro mercé schizzandole addosso e in faccia con incredibili sborrate continue fumanti.

Ad un certo punto vedo che il capo che ormai partecipa all’orgia indica a uno del gruppo il buco del culo spalancato della zozza che ha raggiunto le dimensioni di una tazza tanto è stato sfondato e limato da quei cazzoni bestiali e l’altro da subito l’ordine a uno di più cazzuti che salendo sul culo impiastrato della zoccola le affonda con un solo colpo l’enorme cazzo in culo e allora l’altro si avvicina da dietro a mia moglie che impalata di figa e con 2 cazzi in bocca non si
può neanche muovere e indirizza il suo nerbo duro accanto a quello dell’amico che la sta inculando.

Spaventato sento mia moglie mugolare di dolore con dei guaiti impotenti sotto le spinte feroci ma i due aiutati dagli altri la tengono ferma e sudati spingono con botte furibonde fino a quando un urlo acuto della maiala mi fa capire che la sua rondella ha ceduto alla pressione di quelle nerchie bestiali e anche la seconda le è entrata nel sedere sfondandola a sangue.

Incazzato e spaventato da quella violenza mi divincolo per andare ad aiutarla ma i negri incazzati per la mia ribellione mi immobilizzano di nuovo e il capo sfottente mi dice:”…che cazzo fai recchione cornuto?…non lo vedi che la tua signora maiala se li sta godendo?…era quello che voleva la tua vacca da monta… bastardo adesso ti facciamo vedere noi come si inculano le troie bianche e i loro mariti cornuti e guardoni…” e approfittando della mia posizione immobilizzato a terra si inginocchia dietro di me appizzandomi la sua mazza micidiale tra le natiche.

Io trattengo il fiato terrorizzato sentendo la pressione dell’enorme patata bollente sul mio sfintere e cerco disperatamente di sfuggire a quei bruti ma il porco mi spara una botta tremenda e sento un dolore lancinante quando mi sfonda il culo con la sua nerchia di ferro tra gli applausi dei presenti arrapati. Il porco affondato per metà nel mio deretano mi inchiappetta con forza spaccandomi le chiappe come gli altri stanno facendo a mia moglie e mentre mi lima in culo impotente debbo anche vedere che la troia sotto cazzo girando la testa ai miei strilli capisce che mi stanno facendo il mazzo e furiosa sputa verso di me insultandomi anche se ha la bocca colma di carne.

I negri che assistono alla mia dolorosa sodomizzazione mi sfottono e dopo che il capo mi ha sborrato in culo i suoi schizzi brucianti e mi ha stappato le natiche doloranti altri vogliono levarsi la soddisfazione di sfondarmi il deretano davanti a mia moglie trombata a sandwich e si danno il turno a inchiapparmi sadicamente e mentre uno mi pompa le natiche altri si fanno sbocchinare i cazzi pronti a sfondarmi il culo e incuranti delle mie lacrime e imprecazioni mi tengono per il collo perché faccia bene il mio lavoro di pompinara.

Io sconvolto e dolorante sono costretto a subire la violenza beccandomi cazzi a ripetizione come quella troia rottinculo di mia moglie che intanto è trombata freneticamente e giaccio ormai prostrato in quella camera scura piena di una puzza tremenda di sborra sudore merda e piscio tra i suoni sconci delle scorregge e degli sfiati e rigurgidi schifosi che sfuggono dai nostri buchi sbrillentati e sgarrati dalle nerchie di quella banda di negri scatenata.

Non so quante ore durò il supplizio e non ho potuto contare tutte le trombate che ci hanno dato quei mandrilli scatenati e la sborra che abbiamo dovuto incassare io e la mia moglie zoccola ma di certo se io ho fatto almeno una decina di pompini con ingoio e subito una dozzina di inculate feroci la mia signora maiala si è dovuta digerire almeno una trentina di inculate di cui almeno una decina con 2 cazzi insieme oltre a una trentina di chiavate e un numero enorme di pompini con ingoio.

Alla fine quando quella banda si fu scaricata completamente le palle ci lasciarono andandosene un po alla volta fino a quando rimanemmo soli col capo e la ragazza che era stata anche lei chiavata e inculata decine di volte e stesi in mezzo al pavimento coperto di scolate schifose e puzzolenti non riuscivamo neanche ad alzarci tanto eravamo doloranti e massacrati da quella notte di monte bestiali continue che ci aveva somministrato quella banda di negri cazzuti e violenti.

Un po alla volta ci riprendemmo e appena in grado di camminare spinti dal capo uscimmo tra i lazzi e gli sfottò osceni della gente che rideva del nostro stato sapendo quello che ci avevano fatto e lui ci riportò al villaggio. La vacca sbudellata camminava a gambe larghe tanto aveva i buchi in fiamme e doloranti per quell’orgia bestiale che le aveva sfiancato lo sfintere e il retto e anche io avevo le natiche dolenti come la bocca per le stanghe che m’ero dovuto beccare a forza. Durante il viaggio la schifosa maiala non riuscendo a trattenere tutta la roba che le avevano messo in corpo aveva allagato il sedile pisciando rivoli di roba schiumosa.

Appena in camera la puttana dolorante per le feroci violenze subite e le botte che aveva preso andò in bagno e con dei guaiti acuti ricagò dalle viscere stracolme un mare di sborra schifosa a stronzi fumanti e collosi che le guardavo espellere
dolorosamente dalla rondella strappata mentre pisciava sborra a litri dalla sorca sfondata. La scrofa riempì il wc delle sue schifose scolate ma anche sudata e dolorante me le fece vedere apposta arrapata e orgogliosa per farmi capire che razza di corna mi faceva portare ridendosela del mio schifo disgustato.

Io annichilito da tanta depravazione guardavo quel mare fumante immaginando quanto doveva essere stracolma mia moglie con quelle centinaia di sborrate che s’era digerita in ogni buco e incazzato la insultavo come la più schifosa delle bagasce rottinculo ma ai miei insulti la scrofa mi mandò a fare in culo mentre si tamponava i crateri rigurgitanti che le avevano scavato in panza i montoni negri e mi disse chiaramente che quella era la vacanza le gustava di più e se non volevo farla incazzare dovevo portarla ogni anno alla monta dei negri dato che ormai tutta la zona sapeva che bagascia era e sarebbero venuto a montarsela anche da
lontano negri con mazze da paura come piacevano a lei che se le sarebbe fatte schiaffare in corpo fino a crepare di cazzo e sborra alla faccia mia e delle corna ramificate che mi faceva portare a me e al suo amante mandrillo che doveva restare all’oscuro di tutto.

Io però non ero d’accordo e mentre sfinito anche io per le violenze e le botte prese mi buttavo a letto dopo un bagno caldo pensando a come vendicarmi di quella bastarda maiala di mia moglie mi addormentai insieme a lei e tutti e due distrutti da quell’orgia spaventosa e dormimmo per tutto il giorno.

Infatti quando poi rientrammo a casa mi vendicai spifferando tutto al suo amante pappone che furioso le diede una punizione tremenda per averlo cornificato a sua insaputa e così terrorizzata la gran troia la finì e non mi costrinse più a portarla in vacanza a farsi strafottere dai negri cazzuti anche perchè il suo pappone la mise a battere con i caministi negri e marocchini saziando la sua fame di ceppe nere. Ma questa è un’altra storia e la racconterò prossimamente.

Una bella vacanza a base di sesso sfrenato… questa voleva la mia moglie troia come se non le bastasse tutta la mazza che si beccava a ripetizione dal suo montone supercazzuto e dai suoi clienti puttanieri e nonostante mi chiedesse di riportarla nel villaggio dove era stata sbudellata bestialmente dai negri cazzuti io per paura non volevo e cercai un nuovo posto a Cuba dove la puttana appena arrivata mise subito gli occhi sul giovane cameriere del piano che in effetti era un mulatto ben piantato e aveva subito attirato il suo occhio esperto per il gran bozzo che gli gonfiava i pantaloni. Anche lui aveva guardato leccandosi le labbra quella gran figa che sculettava apposta per arraparlo e io rassegnato già vedevo come sarebbe finita ben sapendo il vizio della bestia che non poteva restare neanche un giorno a digiuno di carne tosta e sborra calda e infatti la zozza mi disse chiaramente che voleva subito farsi passare in corpo quel nero dal gran manico.

Così già il secondo giorno rientrando dal mare trovai mia moglie sdraiata sul letto disfatto a gambe oscenamente scosciate e colla figa che riugurgidava la sborra della chiavata che s’era appena fatta. La maiala ancora sudata e scomposta mi disse subito soddisfatta:”…cazzo che abbuffata di minchia che mi sono fatta… ha una ceppa enorme… devi vederla che sberla di fava… e monta come un ossesso…m’ha sfondato la sorca per un’ora a fondo e ingozzato fino alle tonsille…in un ora m’ha sborrato in bocca e in figa… avevo ragione a volemelo cuccare … mi voglio far lucidare i buchi da quel gran palo tosto… alla faccia tua guardone segaiolo e cornuto…”

La sera a letto io ancora arrapato dal racconto delle porcate che m’aveva fatto la vacca me la volevo fottere e dopo essermi fatto intostare con un bel pompino le sono passato dietro mettendola a pecorina e salendole a cavallo delle chiappe le appuntai il cazzo in tiro sul buco del culo dopo averglielo infilato un paio di volte in fregna per lubrificarlo bene col suo sugo. La mia vacca si puntellava bene per resistere all’infilata e io le buttai in culo il mio salame teso come una stanga con una botta dura come piaceva alla troia che infatti ansimava ruttando e spingeva indietro per beccarsi tutto il mio nerbo nel retto. Arrivai subito a ficcarglielo fino alle palle nel suo buco di culo strarotto e slargato e mentre me l’inculavo a gran colpi le sturavo la rondella fino a stappargliela e poi le ributtavo dentro la mazza dura fino alle palle tenendola per i fianchi e la zoccola mi incitava a darle in culo più forte dato che era abituata alle spaventose rotte di chiappe che si gustava col suo mandrillo e il mio cazzo non la svangava come piaceva a lei.

Arrapato io le martellavo in culo senza sentire che la porta della stanza s’era aperta ma la mignotta che a columbrina poteva vedere tra le sue cosce allargate se ne accorse ma non disse nulla fino a quando non sentì la mia sborrata che le schizzava nelle budella allagandogliele. Io mi scaricai grugnendo e riempiendole il retto fino a smollare il cazzo e allora la troia sculandosi dal mio nerbo con uno sfiato sonoro si rialzò dicendo:”…adesso fai posto a un vero nerbo … è arrivato lo sturabuchi… adesso si che mi faccio spanare tutti i buchi a fondo e limare i condotti…guarda gran cornuto che briscola di mazza…” e io girandomi stupito mi trovai davanti il cameriere nero che col fiato corto e la faccia sudata si segava un cazzo enorme lungo buoni 30 cm e tosto come ferro guardandoci trombare.

La zoccola leccandosi le labbra mi spinse da parte e andò dal nero impugandogli la stanga enorme soppesandola da esperta e poi inginocchiandosi gli imboccò golosa la gran cappella sugandola con risucchi osceni. Il nero ansimava arrapato e tenendole la testa gliela sbatteva sul cazzone con forza strozzandola e allora la gran vacca mezzo soffocata asciugandosi la bocca impiastrata si girò mettendosi carponi e gli spalancò davanti le chiappe larghe. Il nero incredulo mi guardava per vedere la mia reazione ma capì subito che ero cornuto e guardone e la situazione non gli doveva risultare nuova dato che come poi ci disse molte puttane bianche andavano li proprio per farsi montare davanti ai loro cornuti contenti.

Lui non sapeva che razza di troia fosse la mia signora ma la trattò subito come meritava e salendole sulle chiappe le infornò la gran mazza in fregna con un colpo potente sprofondandole in panza fino quasi alle palle per chiavarsela ma dopo qualche colpo la scrofa girandosi gli ansimò rauca:”… ponlo todo en el culo cerdo negro…(mettilo tutto in culo porco negro)” Il nero restò stupito e girandosi verso di me fece un gesto di incredulità ma io arrapato lo incitai facendo il gesto dell’ombrello che lui capì subito e tirato fuori dalla sorca larga e sbrodolata della zoccola il suo battacchio grondante sugo di figa glielo appuntò sul budo del culo tra le chiappe divaricate. Tenendosi la stanga tesa colla mano cominciò a spingere per incularsi mia moglie che sculettava per aiutarlo ma l’enorme cappella non entrava e allora la schifosa vacca impaziente lo sorprese dando uno scatto secco all’indietro e si sentì la pernacchia umida del nerchione che spaccancandogli la rondella le sgusciandole nel retto.

Io allibito da tanta perversione vidi la spaventosa stanga del maschio piegarsi e poi raddrizzarsi di colpo mentre sgusciava nel culo rotto di mia moglie che accolse la penetrazione bestiale con un urlo rauco seguito da singhiozzi strozzati mentre il negro infoiato spingendo scatenato le arava il retto senza pietà immergendogli l’immane cazzo duro nelle budella a strappi furiosi fino alla radice. Quando fu tutto sprofondato nella panza della scrofa che sculettava fremente gemendo il nero troppo arrapato da quello stupro anale bestiale sborrò subito aggrappato ai fianchi della femmina che si raddrizzò gemendo sentendosi riempire le budella dalle scariche brucianti di quella sborrata potente che lui le scaricò in culo fino all’ultima goccia ficcato nelle chiappe sfondate della maiala fino alle palle.

Finito di scaricarsi i coglioni il nero sudato sculò lentamente la troia ansimante stappandole infine lo sfintere con uno scoppio di tappo e mentre rinfoderava il battacchio grondante ci disse che doveva andare perchè non poteva assentarsi molto dal lavoro ma sarebbe tornato per montarsi ancora la gran puttana che giaceva riversa collo sfintere spalancato dall’infilata bestiale. Uscito il nero la zoccola che non era restata soddisfatta dato che si aspettava una inculata poderosa da quella mazza enorme mi disse di sdraiarmi sul letto e salendomi a cavallo scosciata si sedette sul mio cazzo intostato vedendo quella inchiappata bestiale e che le sgusciò in fregna con un risucchio umido e una volta affondato nella patacca scolata cominciò a sbattersi chiavandosi da sola per finire la goduta che aveva iniziato col nero.

Io non pensavo che il nero sarebbe tornato tanto presto e quindi rimasi stupito nel vedere poco dopo la porta aprirsi ancora mentre lui entrava e sfoderava il cazzone di nuovo tosto. Ero incredulo che dopo tutta la sborra che aveva sparato in culo alla zozza avesse già intostato ancora in pochi minuti ma lui senza esitare salì arrapato sul letto mettendosi a cavallo delle chiappe della puttana che girandosi restò stupita anche lei nel vedere il nero che la sovrastava col suo palo teso in mano pronto a infilarla. Il negro si accomodò e le punto la gran cappella tra le cosce e io stupito lo sentivo premere sulla fregna della vacca già piena del mio cazzo. Non ci volevo credere a quello che sentivo ma dovetti accettare che il porco infoiato volesse imbottire mia moglie in doppio con me buttandole quella nerchia enorme in figa insieme alla mia.

La maiala gemeva sotto le spinte furiose del negro che incurante dei suoi gemiti sordi e dei lamenti per quella stirata di fregna paurosa anche per una vacca come lei spingendo a scatti si faceva strada nella sorca sfondata della zozza riempiendola all’inverosimile colla sua mazza gigante che spingeva da parte il mio cazzo spalancandole il condotto. Quando le fu ben affondato in panza il porco cominciò a pompare scopandola rumorosamente con risucchi umidi e sfiati accompagnati dai gemiti e dall’ansimare dei due maiali in monta incuranti di me che con il cazzo imprigionato nella sorca sfondata della puttana subivo i colpi del suo mandrillo che la stantuffò come una furia fino a sborrarle in fregna una gran schizzata di sborra calda e densa che appena le sfigò la grossa ceppa scolò lungo il mio cazzo inondandomi le palle e il letto. Il negro ancora sudato si ricompose in fretta e uscì dicendoci di aspettarlo ancora.

La zozza dopo la doppia chiavata di figa che l’aveva sfondata di brutto era restata infilata sul mio cazzo mentre si riprendeva dalla sua venuta scaricando dalla figa slabbrata rivoli di sborra densa e ansimando si riprendeva. Io pensavo che fosse finita e così il nostro stupore fu enorme quando dopo poco vedemmo entrare di nuovo il negro che sfoderò il poderoso battacchio duro. Io ero allibito e non mi capacitavo del fatto che dopo le sborrate che le aveva somministrato nel pomeriggio e le due che s’era fatto in fregna e in culo avesse ancora la ceppa dura ma dovetti arrendermi all’evidenza perchè il negro impugnando la fava tesa era già salito sopra alle chiappe della zoccola e le aveva appuntato deciso la gran cappella dritta al buco del culo. Lei stupita si raddrizzò lanciando un urlo di sorpesa mentre il porco le sfondava il culo a cazzo duro con una botta micidiale immergendole la gran nerchia nel retto con forza bestiale.

Io schiacciato dai due sentivo la mazza del negro che inculava mia moglie dura come ferro penetrare nelle viscere della troia risalendole nell’intestino mentre lei inculata selvaggiamente sculettava con lamenti acuti sbavando arrapata da quella doppia trombata che mi umiliava. Gli sfiati sonori che le sfuggivano dallo sfintere sfondato dalla potenza del cazzone nero erano la conferma della sua porcaggine di moglie bagascia e rottinculo e lei soddisfatta di vedermi incazzato mentre sentivo le pompate brutali del negro che se l’ingroppava come una furia mi fissava sputandomi in faccia. Scossa dalle botte potenti che le squassavano la panza la scrofa sbavando ad occhi sbarrati si teneva a me che continuavo a tenerle immerso in fregna il mio cazzo anche se la massa enorme della mazza nera che le arava le chiappe me l’aveva spinto di lato per fare posto al nerchione del suo inculatore che sentivo andare e venire ritmicamente da padrone nelle sue budella sfondate.

Arrapato nonostante l’umiliazione di sentire la mia zoccola sbudellata sopra di me alla fine le sborrai in fregna quando dopo una inculata bestiale sentii il negro che con bordate impressionanti le scaricava in culo la sua sborrata a schizzi abbondanti colla bestiale mazza ficcata nel suo culo rotto fino alle palle facendole il pieno al retto e alle budella. Stupito sentivo il cazzaccio gonfiarsi a ondate e sparare schizzi su schizzi in culo alla troia ansimante che con dei lamenti da maiala ruttava sborrando anche lei un fiume di sugo dalla figa ancora piena del mio cazzo. Alla fine scaricate le palle il negro si rialzò sudato e puntandosi alle chiappe larghe della puttana scosciata la sculò di colpo con una gran scorreggia che la fece urlare allo stappo della rondella massacrata da quel cazzo bestiale. Il negro soddisfatto dal cratere che aveva scavato nel buco del culo restato largo ricomponendosi in fretta uscì promettendo alla zoccola di venire a sfondarla ancora.

Noi stanchi e impiastrati di sborra e sudore ci preparammo per dormire quando dopo poco la porta si aprì ancora. Era troppo e sia io che la zozza ci guardammo complici dato che i nostri sospetti si materializzavano e ormai avevamo capito che c’era qualche cosa di strano e prima che il negro dicesse qualche cosa lo affrontai per farmi spiegare che cazzo stava succedendo. Lui cercò di negare ma alla fine messo alle strette cedette e uscendo rientrò poco dopo con il suo gemello anche lui cameriere e così capimmo quel mistero che poi non era troppo difficle da intuire come mi confessò poi la zozza dicendomi che aveva notato per prima qualche differenza nel modo di fottere dei suoi mandrilli. I due restarono imbarazzati vedendomi incazzato ma l’indecisione durò poco perchè la gran troia senza esitare intervenne e impugnò le loro mazze e cominciò a slapparsele golosa a bocca piena inginocchiata davanti ai due maschi arrapati che armavano i loro battacchi a vista d’occhio.

Io ormai messo da parte guardavo quei due mandrilli con i loro enormi cazzi che intostavano come stanghe e mi dovetti rassegnare ad assistere segandomi come al solito alle trombate sfrenate che avrebbero dato alla maiala insaziabile. Infatti uno dei due negri si stese sul letto a cazzo dritto e la puttana salendoci sopra se lo fece sgusciare in figa impalandosi lentamente fino alla base del grosso palo nero. Poi girandosi indietro verso il nero che guardava ad occhi sbarrati con un gesto eloquente gli indicò le sue chiappe ondeggianti. Non c’era bisogno di spiegargli e infatti lui avanzò deciso e salendole sopra le indirizzò deciso la nerchia sul buco del culo indirizzandole la stanga tesa tra le chiappe impiastrate di sborra e con un grugnito da porco si lasciò cadere di colpo a ipalarla e le spinse in culo l’enorme cazzo con una sola botta dura sprofondandole nelle budella con un risucchio umido osceno fino alle palle aiutato dalla sborra che riempiva le viscere della scrofa che l’accolse con un urlo acuto e dei gemiti strozzati sculettando fremente per beccarsi tutto quel manico enorme nelle sue budella da maiala.
.
Quello sotto trombava mia moglie in figa mentre il gemello la inculava da sopra e la zoccola imbottita a sandwich era schiacciata dai colpi poderosi che le infliggevano i due manici giganteschi. Ficcato a fondo nelle sue budella il suo inculatore le dava dentro pompandole in corpo come un ossesso facendo cigolare il letto. I suoi colpi duri la schiacciavano mentre sentivo i risucchi che l’enorme mazza dura che aveva in fregna le faceva sfiatare dalla sorca stirata. I due nerchioni scorrevano ritmicamente nelle viscere della puttana limando su e giù nel suo culo rotto di moglie depravata e ninfomane e nella sua figona spalancata e scolata con dei rumori osceni arrapanti mentre i negri le davano dentro come ossessi pompando senza interruzuine tenendo la femmina ben impugnata per le pocce gonfie di libidine e per i fianchi.

Mi aspettavo che i negri se la inchiappettassero e chiavassero a lungo dopo le sborrate fatte e infatti la doppia trombata continuò in un crescendo infernale fino a quando dopo una pompa estenuante li vidi irrigidirsi aggrappati alle pocce della vacca mentre i loro pali duri sputavano insieme a ondate l’ennesima sborrata fiume nelle profondità delle viscere della troia che scosciata al massimo ansimava ad occhi sbarrati scossa da femiti di libidine e annichilita dalla potenza dei due negri che si svuotarono i coglioni con una serie di ondate di sborra grugnendo estasiati mentre la troia scalciando e sbattendosi scomposta li onorava di una gran venuta da vera zoccola. Quella tripla sborrata sembrava non finire più e ogni volta che pensavo fosse l’ultimo schizzo ne arrivava un altro accolto dalla schifosa con uno sfiato sconcio tra risucchio di figa e pernacchie di culo.

La troia sotto quelle scariche di schizzi caldi che le riempivano le budella infatti se ne venne una gran goduta scolando sugo dalla figa slargata mentre sentiva le pulsazioni dell’enorme cazzo nero che le farciva il retto e le colmava la panza di sborra insieme agli schizzacci collosi della stanga che le arava la sorca.. Dopo essersi scaricati i coglioni con calma i neri si rialzaron sturandole i buchi che restarono oscenamente aperti restando soddisfatti a guardare la devastazione che avevano scavato nei buchi della femmina bianca. Poi aprendole le chiappe quello che l’aveva inculata le sputò in culo dritto nel buco enormemente dilatato e infilandole due dita nello sfintere le sondò il retto pieno di sborra densa e la schifosa scrofa ridendo gli scorreggiò in mano uno stronzo di sborra merdosa per fargli vedere quanto aveva le chiappe colme della loro sborra e lui gliela spalmò sulle pocce gonfie di libidine ammirando soddisfatto la porcaggine di quella scrofa oscena.

Poi i neri si ripulirono commentando ammirati la resistenzaa di quella maiala bianca e le dimensioni dei suoi buchi così sfondati e sbrindellati che non avevano mai trovato prima anche nelle più puttane bianche provate e rinfoderata l’enorme mazza se ne andarono promettendo di venire a montarsela ancora appena possibile. Così andò come previsto dalla schifosa e la gran zoccola si godette una settimana di trombate continue dei due mandrilli che venivano a turno a fottersela durante il giorno e poi la notte in coppia le svangavano i buchi fino a massacrarglieli e riempirla di sborra all’inverosimile. Io naturalmente potei godermi quelle due bestie cazzute al lavoro sulla mia ninfomane moglie strarotta e segarmi a vedere come le sgarravano a fondo sorca e chiappe davanti a me che li ammiravo lavorarsi la femmina puttana a piacere.

Mi toccò anche fargli qualche pompino ai due montoni negri per armarli bene quando mentre uno trombava la vacca l’altro voleva intostare per partecipare alla monta e li sugavo con gusto ammirando quelle mazze bestiali che la mia signora insaziabile si digeriva in corpo varie volte al giorno perchè la sua vacanza la passò praticamente a letto a farsi slabbrare i suoi buchi da vacca da quei due mandrilli assatanati che le ripassavano in corpo a turno mai sazi di quella scrofa ninfomane che potevano trombare in ogni buco e in ogni modo davanti al marito stracornuto e guardone che assisteva alle loro porcate umiliato dalla potenza di quelle ceppe nere gigantesche che svangavano la panza alla schifosa troia e dalla capacità di quei coglioni potenti che riempivano di sborra i buchi della maiala all’inverosimile fino a farla traboccare e ruttare sazia come una scrofa.

Alla fine della vacanza poi la schifosa mai sazia di perversioni li invitò anche a farmi la festa dicendogli che oltre ad essere un cornuto guardone e depravato ero anche recchione cosa che avevano visto da se dato i pompini che m’avevano fatto fare. I due gemelli avendo a disposizione quella zoccola fantastica che potevano sbudellare a piacere non erano troppo interessati a inchiappettarmi ma la pervertita li pagò per sfondarmi il sedere e così l’ultimo giorno dopo aver trombato a fondo la puttana sbudellandola e seviziandola in modo impressionante i due al suo ordine mi presero per sodomizzarmi. Io mi resi conto della cosa quando la zozza li incitò a farmi il mazzo e non potendo ribellarmi dovetti subire una delle più dolorose inchiappate della mia vita da recchione pervertito.

Ma il racconto di quell’ultimo giorno di porcate cubane con le monte sfrenate dei due mandrilli infoiati su mia moglie che sono riusciti a infilare insieme i loro cazzacci giganti prima nella sorca e poi in culo sbudellandola e come poi mi abbiano spaccato le natiche a sangue è un altra storia e la racconterò in seguito.
L’ultimo giorno di vacanza la gran troia mi annuncia tranquilla che potevo andarmene a fare in culo altrove perché lei non intendeva uscire e voleva passare tutto il
giorno a farsi trapanare e svangare i buchi dai due gemelli neri. Io rimasi invece in camera per assistere alle sue porcate e farmi qualche bella sega colle monte di quei bastardi arrapati che s’erano ingroppata la maiala tutta la settimana a piacere.

E infatti appena rientrati in camera da colazione ecco subito arrivare uno dei due e sfoderare la mazza come fosse al cesso offrendola alla troia che allupata senza
neanche spogliarsi si buttò subito in ginocchio a sugargliela di gusto e con risucchi libidinosi la armò in un baleno come una stanga. Il nero impaziente allora
l’appoggiò ad un bracciolo della poltrona e andandole dietro dopo averle leccato con gusto la patacca pelosa grufolando colla lingua nel buco già scolato di mia
moglie che ansimava di gusto rialzandosi le spennellò lo spacco della sorca tra le cosce e appena trovato il buco glielo buttò in fregna con una spinta decisa
infigandola profondamente.

La zozza in piedi appoggiata alla poltrona si puntellava colle mani mugolando rauca mentre il nero le ficcava in fregna il nerchione nodoso a colpi potenti fino a farglielo scomparire tutto in panza fino alla radice pelosa.

Colle ceppa imponente ficcata tutta dentro la figona scolata il nero le cominciò ad assestare dei colpi tremendi che sprofondavano nella figa la stanga lucida di sbroda fino alle palle accompagnati dagli strilli strozzati della puttana sfondata dalla potenza di quel manico nero. Io assistevo sudato segandomi a quella monta furibonda e non m’ero accorto che anche l’altro gemello era arrivato in camera e si menava il manico enorme già armato come un palo ma me ne accorsi quando quello che stava chiavando mia moglie disse al gemello di aiutarlo perché la poltrona sotto le sue spinte furiose si spostava e allora il fratello si mise a contrasto della poltrona reggendola e in quel modo la troia piegata sul bracciolo si ritrovò la fava nera ad altezza bocca e ansimando per le botte che si beccava in fregna senza esitare l’imboccò cominciando a surpare la cappella enorme.

Ad ogni affondo del nero che le arava la figa lei spinta in avanti s’ingozzava dalla mazza dell’altro fino alle tonsille ma anche soffocata da quel battacchio continuava infoiata a sugarselo di gusto mentre si faceva sfondare la patacca da quello che la fotteva alternando frenetiche pompate con colpi profondi e potenti che le strappavano pernacchie sonore dai suoi buchi allagati sollevandola da terra. Quella chiavata con pompino sembrava non dover finire mai perché i due neri continuavano arrapati a pompare in figa e in bocca alla zoccola senza curarsi di me evidentemente intenzionati a ripassarsi quella mignotta bianca fino a svuotarsi le palle.

Dopo un’ora abbondante di monta quello che si chiavava la zoccola la sfigò con un risucchio umido lasciando il posto al gemello che tirando fuori la mazza lucida di saliva dalla bocca della pompinara ansimante le passò dietro infornandole la nerchia con una sola botta potente tutta in fregna aiutato dal sugo che colmava la patacca della schifosa maiala che l’accolsoe con un gemito da scrofa sculettando fremente e la trombata riprese subito a parti invertite dei due neri con quello spompinato che chiavava e quello che aveva chiavato che si faceva lucidare la fava dalla lingua della bocchinara che grondando saliva sul divano leccava assatanata quella stanga enorme che le aveva sfondato la figa a fondo.

Ma il nero che la chiavava si stancò presto di quella sorcona slabbrata e rigurgidante sbroda e sturandole la patacca le puntò il nerchione lucido di sugo di figa dritto al buco del culo. La stanga era così dura e tesa che non riusciva neanche a piegarsi per indirizzarsi bene ma il nero mi ordinò di tenergliela indirizzata per non fargliela scappare dal buco mentre lui dilatava colle mani le chiappe della troia che ingozzata fino alle tonsille soffocava con l’altro bigolo infilato in gola. Io dovetti prendere in mano quella mazza bestiale calda e scivolosa e tenerla imboccata sullo sfintere già dilatato dal piacere della mia porca moglie rottinculo mentre il nero dopo essersi sputato sulle dita gliele ficcava nel buco del culo per allargarglielo tirandone i lembi di lato e facilitare l’inculata.

Sentendo la rondella cedevole e scivolosa il nero con una spinta secca le immerse in culo la cappella enorme facendole sfiatare una pernacchia sonora e poi
impugnandola per i fianchi con un affondo micidiale le sprofondò nel retto il manico duro come ferro che vidi scomparire lentamente nelle chiappe di mia moglie fino alla radice. Il nero gli assestò il tronco imponente nelle budella con pochi colpi duri e poi cominciò a pomparle in culo come un mandrillo andando e venendo dalla cappella alle palle senza soste e salendole a cavallo delle chiappe sfondate per poterle pistare nel deretano a fondo.

La puttana rottinculo grufolando come una scrofa veniva spinta in avanti ad ogni botta strozzandosi la ceppa che sugava e che a forza di affondi le era arrivata quasi tutta in gola mentre il nero spompinato tenendole stretto il naso l’obbligava a spalancare la bocca per ingozzargli la mazza fino alla radice nella sua gola di zoccola pompinara. I due mandrilli neanche mi cagavano e continuavano infoiati a trombarsi mia moglie infiocinandola dal culo e dalla bocca come un maiale allo spiedo e io dopo essermi svuotato il cazzo a forza di seghe sborrando in faccia alla troia mezza soffocata me ne andai sicuro che quei due porci cazzuti non si
sarebbero stancati tanto presto di ingropparsi la mia schifosa mignotta insaziabile.

Rientrai dopo 3 ore buone pensando di trovare la vacca sazia di cazzo e sborra a riposare digerendosi il mare di sborra che doveva essersi beccata in ogni buco ma con mia sorpresa entrando ritrovai la bagascia nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata culo all’aria con un palo nero ficcato dentro fino alle palle che le limava la rondella a tutta forza e l’altro che le teneva la ceppa in gola strozzandola. Non sapevo distinguere se le parti dei due gemelli s’erano invertite e quante volte ma per la maiala non era cambiato nulla ed era scossa da qualla inculata poderosa sfiatando scoregge dal buco del culo ormai sbrillentato e colla faccia coperta di
lacrime sudore e sborra che le scolava sul collo e sulle pocce gocciolando ad ogni botta che si beccava da quei manici bestiali.

Io anche se sapevo quanto fossero potenti quei due neri per averli visti all’opera tutta la settimana restai sbalordito dalla loro resistenza perché ormai si stavano
trombando mia moglie da parecchie ore e dovevano averla sborrata varie volte dato che la vedevo scolare dalla sorca larga liquidi vischiosi che le scorrevano lungo le cosce fino ad allagare il letto. Vedendomi rientrare i porci in monta non si scomposero per niente e continuarono a pistare in corpo alla vacca che mugolava con gemiti sconci ad ogni colpo che le sparava dentro quella bestia cazzuta che l’inculava e a quella vista oscena il mio cazzo armò subito arrapato dallo spettacolo di quel manico enorme che il nero affondato fino alle palle muoveva smucinandole le viscere ruotandolo e spingendolo da ogni lato. Poi il porco infoiato le svangava il culo stappandole e attappandole lo sfintere con la cappella bestiale facendola scoreggiare dalla rondella spalancata nella quale il porco grugnendo sudato sputava ad ogni sturata per facilitare il lavoro bestiale di quel trave nero duro come ferro.

Vedendomi a cazzo in mano che guardavo arrapato la trombata i due neri si scambiarono qualche parola e sfilarono i loro manici grondanti dalle chiappe e dalla
bocca della bagascia ansimante e mettendola stesa sulla schiena le rialzarono le gambe spalancandoglie fino a ribaltargliele addosso e mi indicarono di
accomodarmi se volevo fottermela un po io ma la maiala sfottendomi mi ordinò di leccarle i buchi grondanti e umiliato dovetti affondare la faccia nella patacca pelosa impiastrata di sborra e cominciare a slappare come un cane il buco del culo sfondato e della sorca spalancata che scolavano e pisciavano sborra vischiosa e la scrofa ridendo del mio schifo mi scorreggiò in bocca uno spruzzo di sborra merdosa tra le risate dei due neri che le reggevano le gambe ribaltate addosso.

Mentre accecato e colla faccia impiastrata leccavo nei buchi della maiala non mi accorsi che uno dei neri m’era venuto alle spalle e aprendomi le natiche mi sputò sul buco del culo infilandoci una banana presa dal cesto che avevamo in camera. Così mi ritrovai come un tordo con la banana in culo tra le risate della vacca e dei suoi mandrilli che mi guardavano leccare in fregna alla mia moglie strarotta. Ma non era finita e il nero passandomi le braccia sotto le mie mi immobilizzò in quella posizione a pecorina schiacciandomi col suo peso. Io sentendo premere sul mio deretano la sua mazza bollente dura come un palo strinsi le chiappe spaventato ribellandomi ma la troia sadica mi disse ridendo che era il mio turno di farmi spanare la rondella e mi resi conto che stavano per farmi la festa.

Avendo già preso in culo parecchi cazzi non era per me una novità ma ero spaventato dalla dimensione bestiale di quei cazzacci neri perché di così grossi non ne avevo mai beccati prima ma non feci in tempo a capire cosa dovevo subire che sentii il nero indirizzarmi colla mano la stanga scivolosa tra le chiappe e senza neanche prepararmi il porco mi sparò in culo una botta micidiale che mi fece urlare mentre la rondella cedeva rompendosi e con un male atroce sentii la stanga
bollente infilarmi il deretano a strappi secchi spingendomi nel retto il resto della banana.

Il dolore era tremendo mentre il nero mi affondava l’enorme cazzo nel retto ma i miei strilli erano soffocati dato che la zoccola arrapata tenendomi la faccia
schiacciata sulla sua fregna incitava i neri a spaccarmi le chiappe a fondo senza pietà. Immobilizzato dovetti subire quell’inchiappata atroce soffrendo sotto gli
affondi feroci con cui il nero mi arava le viscere e il porco ci dava dentro con forza pompandomi a fondo e stantuffando coll’enorme cazzo duro come l’avevo visto
fare in panza a mia moglie. Mezzo soffocato non saprei dire quanto durò quella feroce sodomizzazione ma mi sembrava che mi stesse spaccando le chiappe da un
secolo e il dolore invece di diminuire aumentava alle sue svangate e speravo che finalmente sborrasse e mi lasciasse libero. Invece il porco si gustava la monta
insultandomi anche come recchione e cornuto guardone ma io non mi ribellavo più sperando che si scaricasse le palle e finisse di torturarmi con quel bigolo micidiale.

Sentendolo alla fine scularmi mi strappò un urlo ancora più forte di quando mi aveva infilato perché la cappella enorme stappando il mio sfintere mi fece vedere le
stelle dal dolore ma comunque tirai un sospiro di sollievo sperando che fosse finita ma mi sbagliavo perché appena sturato il mio povero culo rotto non feci in tempo a rialzarmi che mi sentii venire sopra l’altro gemello. Ero imprigionato tra le cosce della vacca che mi insultava dicendomi di non muovermi e continuare a leccarle fregna e culo perché ora toccava all’altro sfondarmi le chiappe e infatti sentivo che il nero mi accomodava la cappella sul buco del culo dolorante e me la buttava dentro con una spinta potente aiutato dal sangue che colava dalla rondella strappata.

Il porco me lo affondò senza pietà per i miei strilli e prima di cominciare a pomparmi in culo mi mollò anche un paio di pugni nei fianchi dato che mi dimenavo sotto quel servizio atroce che mi sconvolgeva le viscere. Non ci fu verso di avere pietà e dovetti subire anche questa seconda mazza che mi stantuffava il mio deretano da recchione con affondi brutali e per sommo sfregio il porco nero dopo avermi inchiappettato a piacere come il gemello neanche mi sborrò sculandomi quando finalmente la zozza maiala li richiamò alla monta soddisfatta della umiliante sfondata di culo che m’aveva fatto dare dai due neri cazzuti.

La seconda stappata di chiappe atroce mi fece urlare ancora ma per mia fortuna i due non mi sottoposero ad altre sevizie ritornando a ingropparsi mia moglie che li aspettava arrapata ansimando di voglia oscena.e mentre uno si stendeva sul letto tenendosi il manico dritto l’altro aiutava la zoccola a impalarsi sulla colonna di carne nera di figa.

L’enorme cazzo fu inghiottito dalla sorca scolata della vacca ansimante che se lo beccò tutto in panza sfiatando dalla patacca larga e ruttando di gusto osceno.Il nero se la calcò bene sulla mazza e cominciò a farla ballare a colpi di cazzo duri che la sollevavano di peso e il porco passandole le mani dietro le divaricò le
chiappe per l’altro che ne approfittò subito salendo sule letto e accomodandosi dietro alla vacca impalata. Piegandola sopra a quello che la chiavava in figa il nero le sputò abbondantemente sul buco del culo dilatato dalle inculate ricevute e ci appuntò l’enorme cazzo in tiro duro come una palo poi lasciandosi cadere di colpo si immerse nelle chiappe di mia moglie ficcandogli dentro la nerchia come un bruto.

Nonostante la dilatazione dello sfintere della maiala la botta fu tremenda e la zoccola sobbalzò urlando sgarrata da quei due manici ficcati in panza fino alla radice che le sconvolgevano le viscere. I due neri tenendola ben stretta le somministrarono una doppia trombata svangandole in corpo come ossessi e arandole fregna e culo con i loro battacchi enormi che la facevano scoreggiare sotto i colpi continui ma vedevo che la troia ninfomane sculettava freneticamente smaniando e gemendo infoiata da quella doppia ingroppata bestiale che le squartava i buchi fino allo stomaco.

I neri erano due veri mandrilli e dovevano aver preso anche qualche droga perché pompavano da ore in panza alla maiala come assatanati senza smollare tra sfiati umidi e pernacchie e l’atmosfera della stanza puzzava come un cesso arrapandoli sempre di più e quello che stava inculandosela ad un certo punto le stappò le chiappe con un risucchio osceno lasciando il posto a quello che la stava chiavando in figa che subito stappata la patacca alla zozza le passò il battacchio scolato nel buco del culo immergendoglielo dentro con una pernacchia aiutato dalla porca che tenendosi le chiappe larghe si sedette pigiando bene per beccarselo tutto nel suo deretano di moglie rottinculo.

Ma i due avevano in mente qualche altra porcata sconcia perché mentre quello sotto s’inculava la zozza subito l’altro le salì sulle chiappe puntandole il palo teso e gocciolante fili vischiosi accanto a quello del fratello e tenendolo indirizzato colle mani cominciò a spingere brutalmente per sfondarle la rondella stirata. La troia urlava con guaiti rauchi mentre quel trave nero si faceva largo nelle sue chiappe accanto a quello che già le farciva il retto e il nero infoiato tenendosi la stanga colla mano per non farla scappare di lato le dava in culo come una bestia imprecando sudato fino a quando con un risucchio osceno la sua mazza strappandole la rondella sprofondò nel retto della troia che si accasciò mugolando disperatamente col buco del culo devastato e squartato dalla potenza di quei cazzacci neri.

Io impressionato non mi capacitavo che la gran vacca potesse reggere quelle due mazze enormi nel buco del culo che anche se squartato bestialmente dal suo
montone e abbondantemente usato ogni giorno non aveva mai preso due minchie di quel calibro insieme. Ma i suoi sculettamenti frenetici e le imrecazioni e
bestemmie che la sentivo ansimare anche colla bocca tappata dalle mani dei neri che la svangavano come bruti mi facevano capire che razza di scrofa ninfomane
avevo per moglie che non contenta di beccasri quel nerbo asinino del suo pappone era sempre alla ricerca di rotte di culo estreme.

I due pistavano stantuffandole in corpo dalla cappella ai coglioni senza sosta e dopo una monta che non finiva più finalmente la sborrarono insieme sbattandola
come bestie e aggrappati alle sue pocce gonfie le scaricarono in panza scariche di sborra a schizzi potenti che la facevano strillare come una matta scalciando
disordinatamente. Ficcati in corpo a mia moglie fino alle palle i due neri ansimando e ruttabndo si svuotarono i coglioni con calma e poi svuotati la sturarono sfilandole dal buco massacrato i cazzi imponenti ormai smollati.

Prima le stappò lo sfintere con uno scoppio di tappo quello che l’inculava da sopra lasciandola col buco del culo massacrato e largo come una gallerie scura e poi la sturò anche quello che la infilava da sotto e la scrofa gemente restò a cosce larghe ansimante per la gran venuta che s’era fatta e le scolava abbondantemente dalla sorca larga onorando le due mazze nere che l’avevano strafottuta fino a squartarla. I due porci ridendo le spennellarono i buchi slabbrati colle cappelle raccogliendo la robaccia che ne scolava fuori a rivoli densi commentando soddisfatti la devastazione che avevano scavato in panza alla femmina bianca.

La schifosa mignotta giaceva sbudellata riprendendosi da quella giornata di monte bestiali e anche se le era schiattato il buco del culo con quella doppia inculata
delle due mostruose minchie nere s’era fatta una serie di godute oscene e continue che l’avevano sfinita e riconoscente ai due neri li slappava sulle cappelle
grondanti liquidi vischiosi lucidando le ceppe di quei mandrilli che l’avevano soddisfatta in pieno delle sue zozze voglie di femmina pervertita e ninfomane.

Io ormai convinto che i due neri se ne sarebbero andati ormai smollati e sazi di porcate e andai in bagno a curarmi il deretano spaccato e ricagare la mezza
banana che avevo nelle budella ma mentre ero seduto sul water arrivò la bagascia camminando a gambe larghe tanto era sfondata e dolorante e senza curarsi di
me si sedette sul mio cazzo ancora duro per lo spettacolo osceno che m’aveva fatto ammirare impalandosi senza sforzo fino alla radice con uno sfiato. Io sorpreso sprofondai nelle sue budella stracolme di sborra dei neri e arrapato dalle porcate di quella zoccola di moglie che mi ritrovavo sentivo il mio cazzo sciacquare nel pantano che la maiala aveva in culo e arrapato sborrai subito aggiungendo il mio schizzo al mare di sperma che i neri le avevano ficcato in culo.

La gran vacca ridendo si sculò rialzandosi e chinandosi in avanti mi aprì colle mani le chiappe impiastrate e dal buco slargato mi sparò addosso una scoreggia
schifosa scaricandosi le budella di uno stronzo enorme di sborra merdosa che mi scolò addosso e sul cazzo impiastrandomi tutto. Io protestai incazzato ma la troia
girandosi si allargò la patacca colle mani e per sfregio mi pisciò addosso scaricandosi la panza della borra che le colmava la sorca.

Quando finì mi trovai coperto dalla testa ai piedi di sborra vischiosa e robaccia puzzolente mentre i due neri che assistevano ridendo mi sfottevano anche e dopo aver messo a culo all’aria la zoccola le spinsero nello sfintere enormemente dilatato un paio di banane che le entrarono facilmente nella caverna scura che la scrofa aveva scavata nel suo deretano di moglie rottinculo dicendole che facevano bene alle sue budella infiammate dalle inculate continue ricevute.

Poi ancora mezzo accecato vidi che la puttana dava dei soldi e capii che la bagascia li aveva pagati per sfondarmi le chiappe e la mignotta insultandomi come
culattone mi confermò che quella violenza anale l’aveva organizzata lei proprio per farmi spaccare le natiche come un finocchio rottinculo sperando che con quella
squartata le mia rondella fosse spanata come la sua e abbastanza sbrillentata da farmi poi squartare dalla nerchia asinina del suo montone al rientro a casa.

Io la insultavo come quella bagascia schifosa che era e insultavo anche i neri che s’erano prestati alle sue voglie perverse ma i due incazzati mi presero e per
umiliarmi mi buttarono sulla vacca imponendomi di leccarle i buchi fino a ripulirglieli e la depravata per sfregio si girò mettendosi a columbrina e mi ordinò di
mangiare le banane insultandomi e minacciandomi di farmi sfondare il sedere fino a crepare e io impaurito dalla sua violenza dovetti affondare la faccia tra le sue
chiappe impiastrate di sborra merdosa e mangiare schifato la polpa di banana che la scrofa ridendo ricagava dal suo retto dilatato e colmo di sborra dei neri che assistevano ammirati dalla porcaggine sfrenata di quella femmina depravata.

Così oltre alla rotta di chiappe dei neri che m’aveva schiattato la rondella dovetti anche ingoiare quella purea puzzolente di sborra e banana e leccare bene il buco del culo sbrindellato della mia moglie zoccola che non fu soddisfatta fino a quando non le ripulii tutto il culo strarotto e la sorca scolata. Da schiavo umiliato e
sottomesso feci tutto quello che mi ordinava sperando che così mi avrebbe risparmiato altre cocenti umiliazioni al ritorno a casa ma non fu così ma questo lo racconterò la prossima volta.

Per commenti e scambio di esperienze yugo23@inwind.it
Rientrati a casa anche dopo quell’abbuffata di mazza nera la mia zoccola mai sazia di cazzo si preparò subito a ricevere il suo mandrillo e io speravo che non mi attendesse l’umiliante pompino che la scrofa mi faceva subire dal suo montone quando dopo qualche giorno di digiuno il pappone vizioso veniva a ingropparsela e lei voleva farlo scaricare un po perché durasse di più a trombarsela. Dovevo bere a canna dalla sua nerchia mostruosa la prima scarica di sugo di palle per svuotargliele in modo che salendo in panza alla maiala potesse svangare a lungo sbudellandola per bene in ogni buco come voleva lei che non era soddisfatta se non era trombata per ora e innaffiata a ripetizione in ogni buco.

Quello schifoso pompino mi toccava di forza ogni volta dopo qualche giorno di digiuno dei due porci e anche se mi rifiutavo mi ci obbligavano a botte. Io però avevo intenzione di sputtanare la schifosa zoccola per le gran mazze nere che s’era beccata sapendo che il suo porco si sarebbe incazzato in quanto le aveva ordinato di non farsi montare se non glielo permetteva lui che era il suo pappone e voleva controllare i buchi della sua puttana e guadagnarci sempre e comunque. Già altre volte quel bruto sadico l’aveva sbudellata e le aveva fatto schiattare i buchi senza pietà svangadola furiosamente quando aveva saputo delle sue porcate clandestine e speravo che l’avrebbe pistata di brutto prima di spaccarle chiappe e sorca quando l’avessi informato di come s’era fatta fare da due neri cazzuti in doppia.

Quando il porco perverso arrivò già arrapato e pronto alla monta la mise sdraiata sul letto colla testa appoggiata sul bordo e mettendosi in piedi le fece imboccare il mostruoso bigolo duro per una prima ingozzata di sborra e lei dovette segargli e slappargli la ceppa tosta fino a farlo schizzare. Il mandrillo eruttò una scarica di sugo di palle incredibile a schizzi densi che la scrofa cercava di ingoiare soffocata ma era troppa sbroda anche per una zozza maiala come lei e le riusciva dai lati della bocca spalancata scolandole anche dal naso. Strozzata la pompinara cercava di staccarsi ma lui le schiacciò la testa sulla mazza che sputava a raffiche obbligandola a inghiottire e spingendole la fava dura in bocca le chiavava la gola come fosse una figa. nonostante i conati di vomito della schifosa sugacazzi che attaccata ai grossi coglioni cercava di respirare tra una boccata e l’altra di sborra calda.

Il bastardo vedendo le boccate di sbrorra che singhiozzando la vacca rivomitava le prese anche a sberle la faccia e turandole il naso colle dita la obbligava a inghiottire quella marea di sugo vischioso e denso che le metteva in gola.Io felice per essermi risparmiato quello schifoso pompino con ingoio ero soddisfatto ben contento quando il porco mi chiamò a mungergli la ceppa per scolarne le ultime gocce in bocca alla vacca che ansimava tutta impiastrata di scolate vischiose che data la posizione a testa in giù le
avevano anche coperto gli occhi e intriso i capelli e mentre gli mungevo la proboscide e gli sgrullavo la stanga mostruosa lo informai di quanto la sua mignotta s’era fatta strafottere dai due neri e come l’avevano imbottita di mazza doppia in fregna e in culo.

Lui incazzato per i soldi persi prese la gran puttana per il collo e le sbatté in faccia la sua mazza spaventosa schiaffeggiandola colla cappella enorme fino a quando la zoccola colla faccia impiastrata di lacrime e scolate viscide gli confessò le porcate fatte in dettaglio. Lui bestemmiando la mise a columbrina e le ispezionò il buco del culo sbrindellato dilatandoglielo colle dita e vedendo la rondella rotta dal lavoro dei due cazzoni neri decise di farle il mazzo a sangue per punirla delle sue porcate proprio come avevo sperato anche se la schifosa puttana spaventata dalla sua violenza lo implorava impaurita chiedendo pietà.

Per vendicarsi il porco mi ordinò di telefonare all’amico negro che se la montava regolarmente: “…recchione merdoso chiama il negro… che te la voglio far sbudellare a sangua questa schifosa scrofa… alla zozza gliela faccio passare io la voglia di mazza nera…” e quando ebbe il nero al telefono lo sentii spiegare:”…stronzo vieni a fotterti la troia ma portati 3 amici… e devono avere delle grosse mazze se no non fottono… e digli che possono trombarsela gratis quanto gli pare ma le deve schiattare la panza di sborra e i buchi di cazzo duro… se non la sbudellano a fondo m’incazzo…”

Io spaventato non capivo cosa aveva in mente quel pappone sadico e avevo paura che la mia vendetta si potesse ritorcere contro di me dato che i due porci ci godevano a farmi umiliare dai neri con pompini e inchiappettate dolorosi. Dopo un po di tempo che il porco usò per farsi lucidare la ceppa da me e da mia moglie con pompini estenuanti per riarmare al massimo i neri arrivarono entrando subito in camera a cazzi sfoderati già istruiti e io ammirato vidi 4 enormi cazzi nodosi e tosti già scappellati e scolanti di libidine per quella femmina zoccola aperta alle loro voglie e immaginavo che la schifosa si sarebbe fatta un’abbuffata di carne nera in ogni buco sotto la direzione del suo pappone.

Senza neanche guardarmi i neri mi spinsero fuori della stanza chiudendo la porta e rimasi da solo tendendo l’orecchio ai rumori di monta che venivano dalla stanza. Il letto cominciò a cigolare subito mentre sentivo gemiti e bestemmie dei mandrilli che dovevano essere subito saliti in panza alla puttana e i rutti e i risucchi umidi misti alle pernacchie sonore e ai tonfi sordi delle pompate che mi facevano capire quello che stava subendo mia moglie sotto quelle bestie cazzute. La nottata si annunciava lunga e infatti ogni tanto un nero usciva a riposarsi mentre gli altri continuavano a trombare scatenati e per sfregio mi dava la ceppa smollata e grondante liquidi fumanti da ciucciare e
riarmare di bocca e mi toccava ubbidire spompinando quelle stanghe puzzolenti ancora grondanti dei liquidi schifosi della puttana.

Ad un certo punto sentendo le urla acute della mignotta e le sue imprecazioni e pianti isterici volli entrare e avvicinandomi al letto vidi in un groviglio la porca coperta dai neri. Incredulo mi resi conto che la maiala era seduta sul suo pappone che le aveva farcito il culo col suo nerchione bestiale impalandola fino alla radice e poi aveva ordinato ai neri di infilare i loro pali in tiro insieme al suo nel buco del culo sbrindellato di mia moglie. I porci infoiati s’erano buttati sulla schifosa troia scosciata ficcandole i grossi cazzi tra le chiappe larghe e indirizzandoli a mano le forzavano ferocemente la rondella già sfiancata dal mazzapicchio spaventoso per immetterle nel retto dilatato le stanghe armate. Gli urli di mia moglie sotto quelle spinte brutali mi facevano accapponare la pelle ma anche arrapare vedendo come la zoccola scalciava sculettando e sbavando sconvolta coperta da quelle bestie cazzute.

Arrapati come mandrilli a forza di spinte bestemmiando sudati i neri alla fine vincevano la resistenza dello sfintere della vacca e le ficcavano in culo i loro bastoni intostati lentamente sfiancandole la rondella che ormai strappata in più punti non opponeva resistenza all’avanzare dei grossi bigoli nelle viscere della scrofa ansimante e piangente.

Uno dopo l’altro i neri le spaccarono il buco del culo selvaggiamente incuranti delle sue implorazioni e degli strilli acuti della troia sbudellata mentre il suo pappone sadico l’insultava:”…becca vacca schifosa e crepa di cazzo gran bagascia … ti faccio sbudellare fino a farti schiattare di mazza – e indirizzato a me che guardavo allibito – …visto che se li è presi facilmente in culo a due per volta adesso tua moglie ha bisogno di una rotta di chiappe sonora per strillare per bene e imparare chi è il padrone dei suoi buchi slabbrati… col mio nerbo in culo già crepa di cazzo figurati così farcita a doppio con questi cazzoni neri… te la sbudellano a fondo i porci … te la faccio crepare di nerchia tosta e sborra la tua signora rottinculo… le riduco il buco del culo a una tale voraggine che dovrà mettersi un tappo nel tafanario per non perdersi la merda per strada…”

Io spaventato guardavo a cazzo duro la radice del tronco che mia moglie aveva affondato nel culo con i salami neri imprigionati nella rondella stirata e rabbrividivo vedendo dagli spazi tra le ceppe che le strappavano lo sfintere e i bordi strappati della rondella anale scolare lungo quei cazzi bestiali rivoli di sborra schiumosa insanguinata mista a robaccia puzzolente che allagavano le grosse palle del pappone e il letto. Il buco del culo di mia moglie era spaccato in più punti e la robaccia collosa che ne scolava fuori dimostrava quante sborrate le avevano già ficcato in culo quelle bestie scatenate che l’avevano imbottita di scariche a pressione. Terrorizzato vidi l’amico nero del pappone che aveva un cazzo di poco più piccolo accomodarsi per spaccarle il culo in doppio a sua volta e non credevo ai miei occhi vedendo quella mazza enorme farsi largo tra le chiappe impiastrate e scivolose della troia urlante. Il nero aveva una stanga di ferro e io fui obbligato dal pappone a impugnare quel trave bollente e viscido e guidarlo a infiocinare il culo di mia moglie che mi insultava imprecando e bestemmiando sconvolta da quell’atroce penetrazione anale.

I neri che ci circondavano arrapati ammirando quella scena di orgia mi chiamavano recchione rottinculo e guardone cornuto e a ragione perché con il mio vergognoso aiuto l’enorme bigolo nodoso del nero si fece strada accanto al nerchione asinino del suo pappone e con un risucchio osceno alla fine il buco del culo di mia moglie cedette rompendosi ancora di più e accompagnato dal suo urlo delirante e da una sonora scorreggia che mi sfiatava sulle mani impiastrandomi di schiuma sanguinosa la stanga enorme le sgusciò in culo. Con urli tremendi la scrofa sventrata si dibatteva come un’ossessa imprigionata dalle braccia poderose del nero e del suo pappone che le massacrarono lo sfintere senza pietà per i suoi singhiozzi strozzati e gli schizzi di sangue misto a sborra che le scolavano dalle budella schiattate e stirate all’inverosimile.

I neri arrapati ci circondavano guardando quella scena bestiale menandosi le grosse fave dure e dritte nonostante le infilate che avevano dato alla puttana. Il pappone che se la sbatteva ferocemente calcandosela sulla nerchia spaventosa mentre il nero le pompava nel culo rotto con un rumore umido tra sfiati e pernacchie che sfuggivano dalla rondella sfiancata vedendomi guardare a occhi sbarrati e cazzo duro quella atroce inculata doppia che stava sventrando le chiappe di mia moglie allora disse ai neri:”..forza porci… sfondate il culo anche al recchione… fategli il mazzo al guardone cornuto che ci gode a beccare ceppe nelle sue natiche da frocio pompinaro… fatelo strillare come la sua moglie troia rottinculo… spanategli lo sfintere a fondo…”

Prima che potessi sfuggire i 3 neri mi immobilizzarono in ginocchio e dopo avermi sputato abbondantemente tra le chiappe sentii la cappella bollente di un manico che si appizzava al mio sfintere stretto dalla paura. Anche se ne avevo già presi di ogni tipo nelle natiche quei cazzoni nodosi mi spaventavano e infatti quando il porco con un grugnito me lo piantò in culo con una botta feroce io strillai di dolore ma il mio strillo fu subito strozzato da una altro cazzo che mi ficcarono in bocca fino alle tonsille. Io soffocato e con gli occhi pieni di lacrime mi strozzavo quel manico puzzolente mentre sentivo il palo duro che avevo in culo risalirmi nelle budella sotto le spinte sadiche del nero che mi teneva sotto ingroppandomi a tutta forza.

Era terribile essere infiocinato come allo spiedo ma il peggio doveva ancora venire perché poco dopo quando il porco me l’aveva schiaffato tutto nel sedere si spostò in avanti cavalcando le mie povere natiche sfondate e sentendolo capii terrorizzato che il terzo voleva schiaffarmi anche lui la fava in culo. Io mugolando cercavo di sfuggire inutilmente a quella tortura ma non potevo neanche ribellarmi col cazzone in bocca che dovevo sugare senza sosta perché se mi fermavo il nero mi prendeva a schiaffi violenti. Sentivo le spinte violente del porco che cercava di infilzarmi la ceppa dura insieme all’amico e pregavo che non ci riuscisse.

La tortura non mi faceva capire più niente e speravo solo che finisse tutto presto ma inutilmente perché quello aveva un trave in tiro e spingendo a botte secche guidandosi colla mano la stanga piano piano riuscì a farsi largo accanto al manico dell’amico e con un dolore atroce ad un certo punto sentii la minchia che scivolava nello sfintere accanto all’altra inchiappettandoomi atrocemente. Le lacrime che mi strappava quella doppia sodomizzazione feroce non mi facevano vedere niente ma sentivo i commenti
compiaciuti del pappone che continuando a trombarsi mia moglie commentava soddisfatto:”…ben fatto stronzi… svangatelo bene il gran recchione cornuto… deve strillare come un porco al macello… sgarrategli la rondella come quella della sua moglie rottinculo… fategli schiattare le budella di cazzo e sborra come la sua troia…”

Il dolore della doppia inchiappata era tremendo e non potevo capire come quella schifosa di mia moglie riuscisse a digerirsi quei manici bestiali nel culo. Certo che il suo cazzuto pappone l’aveva slargata per bene a forza della sua nerchia asinina e anche con i cunei anali e il fisting del pugno che le faceva subire regolarmente proprio per slargarle la rondella al massimo e lasciarla slabbrata e sbrillentata in modo da poterle ficcare nel deretano qualunque attrezzo e farla sbudellare da più cazzi insieme. A me che da recchione avevo preso in culo vari cazzi ma sempre da soli quella doppia inculata feroce mi faceva piangere di disperazione per l’umiliazione e il dolore che mi trafiggeva il retto e pensavo che la mia stupida vendetta s’era ritorta contro di me che ormai ero rottinculo quasi come la mia signora pervertita.

I due neri ridendo dei miei gemiti ci davano dentro pompandomi in culo con forza mentre mi martellavano i fianchi e la testa di pugni ma anche così malmenato cercavo di stringere le chiappe per non farmi spanare l’ano a sangue e sotto la stretta dello sfintere dopo una frenetica inchiappettata i due neri mi sborrarono quasi
contemporaneamente ficcati in culo svuotandosi le palle a ondate calde che mi riempirono il retto di sbroda vischiosa. Sentendo le pulsazioni scomposte dei due mandrilli che scaricavano le loro palle nel mio deretano io mi sentivo riempire di sbroda calda le natiche e quasi subito nauseato dovetti subire l’ingoio dal terzo che spompinavo e che mi svuotò i coglioni in gola sgrullandosi la mazza fino a svuotarla e facendomi inghiottire tutta la sua sborra turandomi il naso.

Schifato mentre singhiozzavo sputando quella sborra di cui avevo la bocca piena sentivo la zoccola che mugolava sbattendosi come un’ossessa:”…forza porci… fategli il mazzo al mio cornutissimo recchione… spaccategli le chiappe a sangue .. deve cagare sborra come e peggio di me il guardone frocio… e gardate come arma quel maiale pervertito con i vostri manici nel sedere… sturatelo quel frocio di merda che ci sta godendo…” e infatti con mia gran vergogna nonostante il dolore che mi torceva le viscere e lo schifo della sborra che mi scolava sul mento io avevo il cazzo duro.

Allora il pappone spinse via la troia che cadendo in avanti si sculò di colpo le due nerchie che aveva ficcate in culo con uno scoppio umido seguito da una scorreggia sonora mentre la troia sculata urlava di dolore e venne a coprirmi appizzandomi la spaventosa mazza sul buco dilatato e dolorante e con un colpo tremendo mi riuscì quasi a sfondare il culo che però stringendo disperatamente riuscii a salvare da una rotta spaventosa ma comunque l’enorme cappella mi penetrò nel buco stirato quasi da strapparsi per una buona metà. Io urlai di dolore serrando lo sfintere spasmodicamente e sotto la stretta della rondella il porco sborrò dal suo cannone nodoso una scarica di sborra bollente che mi colmò il retto scorrendomi nelle budella.

Con una vergogna immensa sentendomi colmare il sedere della sborra calda del pappone di mia moglie io sborrai la mia goduta umiliante sfottuto dai neri e dalla scrofa soddisfatta che camminando a gambe larghe venne e sedersi sulla mia testa e mentre il porco cazzuto si sgrullava la mostruosa ceppa mungendomela nelle chiappe delle ultime spruzzate la schifosa maiala mi cagò e pisciò in testa un mare di robaccia schiumosa delle numerose sborrate che le avevano ficcato in panza quelle bestie scatenate che assistevano applaudendo allo spettacolo sconcio della mia umiliante sottomissione. Finito di ricagare scorreggiando e schizzandomi in faccia quella marea di sborra merdosa la zoccola si rialzò e incazzata disse a neri:”… bel lavoro bastardi… adesso quel cornuto recchione di mio marito ce l’ha spanato come il mio il suo deretano da frocio…”

Io ero ormai ridotto uno straccio sotto al pappone che a cavallo delle mie povere natiche era stretto dal mio buco dolorante. Quando fu soddisfatto il porco si rialzò
stappandomi l’ano e mi lasciò sfinito andando e farsi lucidare la mazza mostruosa dalla pompinara che glielo slappò a dovere mentre i 3 neri le sfondavano ritmicamente le chiappe a turno inculandosela poderosamente. Mentre lei lo riarmava di bocca il bastardo sfottente mi indicava i tre cazzi che ritmicamente entravano e uscivano dal buco del culo rotto e dalla sorca slabbrata e grondante di mia moglie dicendomi:”… vedi recchione?… pensavi che due era il massimo e inveca ora colla nostra rotta di culo la tua troia moglie se ne può godere anche 3 insieme e magari anche di più… e guarda come te la inculano… quando finiscono sarà squartata come neanche si sogna la zozza puttana… vedrai che gliela faccio passare io la voglia di manici neri alla tua scrofa rottinculo… le macello le chiappe a questa schifosa fino a schiattarle tutti i buchi …”

All’amico nero che si riposava steso lasciando ai suoi colleghi arrapati e increduli di potersi sfogare su una troia simile il piacere di continuare a sfondare chiappe e fregna alla vacca vedendomi prostrato e coperto da quella robaccia puzzolente e vischiosa venne in mente di farmi subire un’altra umiliante sottomissione e mi indicò il suo palo nero dritto e invitandomi a impalarmici a smorzacandela come una puttana. Io rifiutai ma il pappone violento mi prese a pugni e calci e mi impose di farmi sfondare il deretano dal nero a smorzacandela e dovetti andare a sedermi su quella colonna nodosa. Sentendo la gran cappella premere sul mio povero sfintere già massacrato non avevo il coraggio di scendere a prendermelo in culo ma ci pensò il bastardo pappone che con uno spintone mi fece cadere seduto a sfondarmi il deretano.

Con un urlo acuto mi sentii infilare da quel bigolo asinino che mi sprofondò nel retto con una violenza bestiale. Il dolore atroce dell’ennesima rotta di chiappe mi strappò lacrime amare ma non riuscii a scularmi il manico già affondato fino ad oltre metà del calibro su per le mie budella stirate perché il porco sadico mi spingeva per le spalle mentre il nero infoiato mi tirava in basso con forza. Preso a pugni e malmenato dai due porci sentivo l’atroce penetrazione dell’ enorme cazzo nero che mi slargava il buco del culo all’inverosimile e affondava faticosamente nelle mie viscere stirandomele atrocemente. Io strillavo sconvolto dall’atroce rotta anale anche se avevo già beccato quel
nerchione su per le chiappe ma mai così violentemente e la puttana schifosa intanto se la rideva mentre era scossa dalla pompa bestiale dei neri che se la farcivano in doppio arrapati da quell’orgia incredibile

La vacca sotto cazzo mi sfotteva anche:”… dategli forte in culo a quel recchione bastardo… gli deve schiattare la rondella al gran finocchio cornuto… guardate che stronzo marito mi ritrovo… un guardone merdoso e frocio che arma sia a guardare come spaccano le chiappe alla moglie che a farsi spanare il buco del culo … ha armato anche con quel trave in culo il finocchio merdoso… dategli una rotta di chiappe da farlo cagare sangue a quella testa di cazzo bocchinaro…” e io infatti anche se vergognandomi come un cane avevo intostato il cazzo anche con quel bigolo che mi torturava il sedere. Allora il pappone sadico invitò la zoccola ad approfittare del mio manico in tiro sfottendoci:”… fatti uno smorzacandela anche tu troiona rottinculo… non ti capita spesso di prenderti in culo il manico del tuo maritino cornuto e guardone… vedi che basta poco per farlo armare quel merdoso recchione… un bel pezzo di cazzo su per le chiappe ed eccotelo pronto e in tiro come un mandrillo … forza ! facci vedere come gli inghiotti la ceppa col tuo culo da maiala… una inchiappata all’anno fa bene anche a quel cazzo moscio del tuo depravato marito…”

La scrofa sculandosi con uno scoppio di tappo i manci neri che le trivellavano il retto si accomodò scosciandosi sopra di me e il suo pappone che l’aiutava mi tenne il cazzo dritto indirizzandglielo al buco del culo tra le chiappe che la vacca depravata si teneva slargate colle mani. La troia si piegò scosciandosi e lui le accomodò la mia cappella sul buco spalancato che grondava rivoli schiumosi di sborra. Appena la cappella fu in posto la zozza si sedette inghiottendosi il mio cazzo in tiro su per il retto capiente che se lo beccò senza problema facendolo sprofondare fino alla base nelle sue budella ripiene di sborra dei neri. La bagascia ridendo mi sfotteva:”… ma che c’hai per cazzo un grissino?… neanche lo sento col buco spanato da quei mandrilli… il tuo cazzetto da frocio non mi neanche il solletico…”

Intanto il pappone arrapato dalla sorca larga della vacca che scolava rivoli di libidine e sborra fumanti si mise tra le cosce spalancate e imboccò la sua mazza enorme nella patacca della puttana che l’accolse con un rutto sonoro. Il porco la infigò con forza schiacciandola su di me che ero tutto affondato nel culo di mia moglie come non ero mai riuscito a fare da solo tanto che per le dimensioni dello sfintere della vacca quasi le entravano dentro anche le palle. Ma anche io purtroppo ero infilato bestialmente dal nero che mi farciva le natiche e il dolore di quel palo enorme che mi stirava le viscere mi trapanava fino al cervello facendomi ruttare con la cappella che mi spingeva nello stomaco.

Non ero mai stato inchiappato così ferocemente e quasi svenivo per il dolore di quel trave che mi ritrovano ficcato in culo fino alla radice mentre sentivo il mio cazzo spinto di lato nella panza della puttana dalla potenza di quel super cazzo da bestia con cui la imbottiva il suo pappone.

Il bastado le pompava in fregna furiosamente e io subivo i colpi che si beccava mia moglie impalandomi sul nero che mi trafiggeva col suo palo nodoso. La maiala infoiata da quella porcata spominava i cazzi neri che le mettevano in bocca a turno gli altri mentre mugolava sfondata dal pappone feroce che mentre le stantuffava in figa le strizzava ferocemente le pocce gonfie di libidine pizzicandone i capezzoli duri e grossi. Annichilito dal dolore mi sembrava che quella doppia trombata non finisse più ma invece per mia fortuna il porco poco dopo me la sborrò ficcato nella fregna di mia moglie fino ai coglioni e sentendo le pulsazioni di quel battacchio enorme che sputava raffiche di sborra nella panza di mia moglie io arrapato come un porco me ne venni una gran sborrata nelle budella della scrofa ansimante che mugolava colla bocca piena di cazzo nero sotto le bordate che le facevano il pieno aggiungendosi ai litri di sperma che già e avevano ficcato dentro tutti quei porci scatenati.

Il nero che mi inchiappava sentendo le contrazioni del mio povero sfintere sfondato mentre me ne venivo si scaricò anche lui facendomi il pieno al sedere e con mia vergogna e arrapamento sentii le sue scariche di sborra risalirmi nelle viscere slargate ad ondate calde. Anche gli altri a turno si scaricarono in gola a mia moglie che ruttando se li fece sborrare in bocca inghiottendo sperma a boccate dense applaudita da quei porci increduli di una tale puttanaggine sfrenata. Alla fine erano tutti svuotati e i neri se ne andarono soddisfatti commentando la puttanaggine della zoccola e del suo marito cornuto e frocio e rimanemmo soli con il pappone che fece restare anche il suo amico nero di sicuro con qualche altra voglia oscena in mente.

Infatti il nero mi sculò violentemente facendomi vedere le stelle dal dolore nel sentire sturare il mio povero ano da quel battacchio. Peggio che quando me lo aveva ficcato dentro e dovetti anche subire le risate della vacca e del suo mandrillo che sfottevano le mie smorfie di dolore e gli strilli che mi sfuggivano mentre il porco nero me lo sculava.

La schifosa però aveva poco da ridere perché il suo pappone non aveva ancora finito di punirla e le ordinò di stendersi sul letto rialzando le gambe in posizione da monta e la mignotta si allungò a cosce larghe nel pantano di sperma che c’era ormai sul letto.

La stronza puttana spaventata si mise in posizione pensando che le avrebbe ancora infilato in panza il suo palo armato ma il cazzaccio del porco non era ancora in tiro dopo la valanga di sborra sputata e io ero curioso di vedere cosa le avrebbe ficcato in fregna quel bruto. Non era la prima volta che le sfondava i buchi con cazzi finti o oggetti vari ma questa volta il porco aveva in mente altro e mentre il nero gli teneva la maiala a cosce larghe e ribaltate lui con brutalità estrema le forzò la patacca scolata col pugno chiuso. Senza vasellina era difficile anche per una sorca da vacca come quella della mia signora troia far entrare il suo grosso pugno chiuso ma il vizioso con un paio di colpi duri le affondò in fregna e spingendo come un bruto le spinse in panza il braccio quasi fino al gomito mentre la vacca urlava sgarrata dalla sua brutalità.

Gli urli strozzati della troia sbudellata da quella manovra non lo fecero fermare fino a quando col pugno chiuso le arrivò nell’utero. Arrivato in fondo alla sorca sfondata della sua baldracca il porco aiutato dalle scolate della zoccola le sparò una serie di pugni duri in panza che la fecero sobbalzare urlando e scalciando ma nonostante quella violenza bestiale io stupito sentivo i tremiti convulsi delle gambe di mia moglie che tenevo spalancate insieme al nero quando al colmo della libidine la schifosa spurgava la sua goduta da pervertita con quel trattamento bestiale che avrebbe fatto schiattare anche a una vacca. Ero sempre stupito dalla perversione di quella femmina masochista e di come riuscisse a spurgare proprio quando era sgarrata in modo bestiale e violento.

Ma non era finita perché la rotta di figa era solo per lubrificarsi il braccio come capimmo subito dopo quando il bastardo le ordinò di girarsi a culo all’aria e sturandole la patacca grondante le sputò tra le chiappe che io gli tenevo allargate colle mani sapendo quello che le avrebbe fatto. Infatti il porco col braccio grondante scolate viscide le avvitò la mano nello sfintere spingendo sudato e ruotando per fargli entrare nel retto il grosso pugno chiuso. La troia sbudellata si contorceva implorando pietà tra gli urli acuti e le bestemmie ma non ci fu nessuna pietà da quel sadico e mi sentii drizzare i capelli quando con un risucchio osceno il pugno le sfondò il buco del culo sprofondandole nel retto accompagnato dal suo gemito delirante e acutissimo.

Nonostante scalciasse e cercasse di sfuggire a quella penetrazione bestiale il suo pappone la teneva ben infilata aiutato da me e dal nero che la immobilizzavamo guardando allibiti quel sadico servizio estremo. Il porco le sprofondò lentamente tutto il braccio nelle budella facendole sfiatare scorregge ad ogni colpo che accompagnava con insulti e schiaffi sulle chiappe della zoccola gemente e sulle grosse pocce ondeggianti. Quando fu immerso nelle viscere della sua puttana fino al gomito il sadico montone le sconvolse le budella ruotando e pompandole in culo violentemente come se l’inculasse con un aratro godendosi le pernacchie che le sfuggivano dal culo rotto e i gemiti acuti della vacca sbudellata.

Pensavo che la punizione sarebbe finita li ma mi sbagliavo perché il porco non era contento ancora e facendo rimettere la vacca a culo all’aria le ispezionò il cratere insanguinato che aveva scavato tra le sue chiappe facendomi ammirare quello sconvolgente spettacolo delle budella pulsanti e ricolme di sborra che traboccava fuori scolando in fili vischiosi tra le cosce della maiala. Io spaventato da quella voragine lo pregavo di lasciarla stare ma lui incazzato perché non le avevo impedito di farsi sbattere dai neri senza soldi mi prese a pugni sbattendomi la faccia tra le chiappe larghe di mia moglie tenendomi la testa schiacciata nel pantano schifoso. Mentre soffocato cercavo di dibattermi il bastardo mollò un pugno in panza alla schifosa scrofa che con un urlo mi scorreggiò in bocca una pernacchia schizzandomi di sborra merdosa.

Accecato e nauseato da quella boccata di sborra fui però obbligato dal porco arrapato a leccare tutto ripulendo il fracosce e il buco del culo spalancato della mia moglie troia che intanto ci insultava anche gemendo e il pappone allora invitò anche il nero a fistare la patacca grondante della vacca e quello si mise subito all’opera e le sfondò la sorca con un pugno duro immergendoglielo dentro con violenza. La zozza sculettava urlando e dibattendosi ma era infilata nei due buchi e non riusciva più a muoversi e il nero arrapato le sffondò il pugno in panza fino al gomito a forza di spinte furibbonde. Io non capivo più niente e terrorizzato guardavo il bozzo enorme che gonfiava la panza della mia moglie depravata che urlava a perdifiato con quelle due braccia che le martellavano nelle viscere con risucchi umidi e gran pernacchie ad ogni colpo.

La tortura si prolungò con un pistonaggio frenetico dei due porci scatenati che la martellarono a fondo mentre la troia sconvolta urlava senza sosta implorando pietà fino a quando i due pervertiti sudati e stanchi ormai sazi di porcate le sturarono i buchi slabbrati e devastati stappandoli violentemente e lasciandoli come due crateri scuri aperti e sbrillentati tra le cosce spalancate della maiala che piangeva e singhiozzava sconvolta da quella sadica squartata di buchi. Allora il porco vedendo la sua puttana che rigurgidava sborra insanguinata da quelle caverne spaccate per supremo sfregio la fece scosciare su di me che ero tenuto fermo dal nero e con un paio di pugni secchi in panza la fece scaricare sulla mia faccia.

Io schifato vidi i due enormi buchi slabbrati ricagare a getti densi e fumanti una purea di robaccia puzzolente che mi impiastrò la faccia di sborra mista a piscio e merda. Allagato da quella cascata cercavo soffocando di non ingoiarne ma ci pensò il porco a mollarmi un paio di pugni in panza per farmi aprire la bocca e godersi i miei conati di vomito nell’inghiottire quel mare di sborra che spurgava dalle budella colme della mia moglie bagascia. La scrofa piangendo ponzava scaricandosi le viscere e non smise di cagare sborra che quando fui completamente ricoperto e accecato da quel lago schifoso. Allora il pappone le permise di rialzarsi ma solo per prendere il suo posto e insieme al nero innaffiarmi delle loro pisciate fino a lavarmi la faccia. Solo allora sazi si rivestirono e se ne andarono lasciandoci sconvolti e doloranti ma avevamo imparato la lezione e non avrei più rivelato al sadico pappone quando la mia puttana si fosse goduto qualche mandrillo a gratis.

4
1

Leave a Reply