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Racconti Gay

all’aeroporto

By 7 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

All’aeroporto’

Rimanere bloccati in aeroporto &egrave proprio una scocciatura’ma a volte può proprio rivelarsi un’avventura.
Era pochi giorni prima di natale, freddo boia a Malpensa, solo desideroso di tornare a casa per le vacanze. Ero in transito dopo un volo di due ore da Londra, però a causa del mal tempo, arrivo con tre ore di ritardo. Mi dirigo quindi di corsa all’accettazione Alitalia per cercare di imbarcarmi sul mio volo per Roma, ma mancando solo 15 minuti all’imbarco rimango a terra. La gentile signorina del chek in mi dice che posso comunque partire sul primo volo della mattina. Ma io cosa posso fare tutta la notte seduto in aeroporto??
Ormai scoraggiato telefono a casa per comunicare la notizia, mi prendo un cheeseburger al burger king dell’aeroporto, e mi siedo su una panchina per iniziare la mia lunga attesa. Non volendo portarmi dietro ogni momento i miei bagagli vado al deposito e li li lascio.
Giunta ormai la mezzanotte l’aeroporto &egrave quasi totalmente vuoto, saremo al massimo trenta sfigati sparpagliati in un luogo che ne contiene cinquantamila. Qualche famigliola dorme come meglio può sulle scomode panchine, un paio di tipi seri sono li davanti ai loro portatili ad occuparsi di chissà quali affarini, e io come un pirla me ne sto seduto a guardare il pavimento.
Ogni tanto mi alzo per sgranchirmi le gambe e fare un girettino, e proprio in una di queste gironzolate entro in bagno a fare tranquillamente la pipi. Vado quindi verso uno dei tanti orinatoi disposti li in bella fila. Normalmente nei bagni pubblici preferisco chiudermi in un gabinetto e prendermela con tutta calma, ma convinto di essere solo e di rimanerlo, mi accingo a fare i miei bisogni in un semplice orinatoio.
Dopo pochi secondi, senza rendermene conto, entra un’altra persona che nonostante la disponibilità di tanti orinatoi, si appresta a farla proprio accanto a me. Io cerco di non girarmi per guardarlo, in ogni modo voglio evitare ogni contatto con quello sconosciuto pensando a non infilarmi in situazioni imbarazzanti. Mi sbrigo a concludere, ma proprio mentre me ne sto per andare lo sconosciuto mi rivolge la parola: ‘hi, how are you doing?’.
In quel momento mi giro e per la prima volta lo vedo, era un uomo sulla cinquantina, robusto, brizzolato, ben vestito, ma proprio stonava il fatto che stesse li con il suo coso in mano mentre mi rivolge la parola. Rimango interdetto per qualche secondo e gli rispondo:’fine, thank you’, e mi affretto ad andarmene. Lui sembra rimanerci un po’male ma non dice altro.
Certo &egrave stato strano, non mi era mai successa una cosa del genere, ma soprattutto non mi era mai successo di eccitarmi cosi tanto alla vista del pene di una persona cosi matura. E come ero eccitato!
Tornato a sedermi non riuscivo proprio a togliermi dalla testa la vista del suo pene, li nella sua mano turgido ma comunque molto grosso, non lungo ma proprio grosso, immaginavo di toccarlo, stringerlo’..
Ormai non riuscivo a stare seduto tranquillo sulla mia panchina, desideroso di tornare indietro nel tempo e comportarmi di altra forma. Mi alzo quindi per fare un giro, con la inconfessata speranza di rincontrarlo. Dopo una quindicina di minuti di inutile vagabondare, lo individuo seduto su una panca mentre leggeva un libro. Lui, probabilmente visto un movimento, alza gli occhi, mi riconosce e sorride. Io subito distolgo lo sguardo, imbarazzato dal fatto che pensi che sono venuto a cercarlo, e sul momento non so cosa fare. Senza più guardarlo mi dirigo allora verso uno dei corridoi dell’aeroporto, mi infilo nel primo bagno che incontro, ed entro in un gabinetto chiudendo la porta dietro di me. Imbarazzato ed eccitato cerco di trattenere il respiro per non farmi sentire, ma dopo meno di un minuto lo sento entrare. So che &egrave lui, sento i passi di una persona che entra rallenta e inizia a camminare piano come guardandosi in giro per cercare qualcosa’..o qualcuno. Aspetto chiuso dentro, ma non lo sento uscire, quindi passato qualche lunghissimo minuto, decido di uscire. Per dissimulare tiro l’acqua e apro la porta come se avessi fatto i miei bisogni. Lui &egrave li davanti ad un lavandino che finge di lavarsi le mani, si gira, mi guarda e mi sorride. Rimaniamo cosi fermi per qualche secondo nell’attesa che uno di noi facesse la prima mossa. Si muove, e sempre senza togliermi gli occhi di dosso, entra in un gabinetto libero senza chiudere la porta. Io rimango fermo, vorrei andarmene ma non ci riesco, quindi inizio a fissarlo mentre si sbottona i pantaloni e tira fuori il suo meraviglioso uccello massaggiandolo piano piano. Non resisto più, esito solo un attimo e lo raggiungo dentro al gabinetto chiudendo bene la porta. Lui continua a masturbarsi lentamente con una mano mentre con l’altra inizia ad accarezzarmi il petto. Allungo quindi la mia mano sino a toccargli l’uccello e seguo il suo movimento. Il suo respiro inizia a diventare più pesante e socchiude gli occhi quando io glielo stringo forte aumentando il ritmo del movimento. La mano sul mio petto sale piano fino ad accarezzarmi la testa e a spingerla delicatamente verso il basso. Io assecondo la sua spinta fino a trovarmi davanti al viso il suo bell’uccellone ormai al massimo della sua grandezza. Senza esitare mi avvicino, apro la bocca e lo accolgo dentro fino a farlo entrare il più possibile. Ha un gusto indescrivibile, che miscelato con l’odore di orina che aleggia nel bagno, crea un mix meravigliosamente eccitante. Con la mano dietro la mia nuca mi impone un ritmo sempre più veloce. Purtroppo il mio amico sconosciuto dura molto poco, cosi dopo pochi colpi nella mia bocca si irrigidisce, lo sento ansimare e subito dopo sento il suo sperma invadermi la bocca. Ha un buon gusto, e d’istinto ingoio tutto mentre lui mi tiene ferma la testa sino ad avere scaricato tutto ciò che aveva. Io lo tengo in bocca e lo lecco delicatamente sino a che lui lo tira fuori scusandosi di essere durato tanto poco. Mi dice quindi che normalmente dura molto di più, ma che la situazione era tanto eccitante da non essere riuscito a resistere. A me la situazione intenerisce enormemente, ma comunque mi sento un po’ insoddisfatto. Come a fargli capire che io non mi accontento solo di quello, ricomincio a masturbarlo. Voglio sentirlo dentro di me, voglio che mi scopi, muoio dalla voglia e glielo dico. Davanti alla mia affermazione lui si illumina, mi dice di aspettarlo un secondo ed esce dal gabinetto, tornando poco dopo con una scatolina di preservativi appena comprati nella macchinetta automatica del bagno. Io gli sorrido con aria invitante, lo faccio rientrare nel gabinetto e richiudo la porta. Mentre io riprendo a masturbarlo per farglielo tornare duro, lui mi sbottona i pantaloni e inizia ad abbassarmeli insieme alle mutande mettendo a nudo il mio bel culetto. Subito mi giro dandogli la schiena, ormai il suo uccello &egrave tornato al massimo splendore, e sento che inizia ad infilarsi il profilattico. L’attesa &egrave quasi snervante, voglio sentirlo dentro, e glielo faccio capire strusciando il mio culetto sul suo uccello eretto. Si sputa allora sulla mano e lo sento bagnarmi il buchino per facilitare l’impresa. Quindi appoggia la cappella sul mio buchino e inizia a spingere con delicatezza. Io sono eccitatissimo e spingo più di lui sino a che lo sento entrare tutto di un colpo con le sue palle che toccano le mie natiche calde. Rimaniamo per un attimo cosi e poi inizia a fottermi con delicatezza sino a che io non inizio a spingerlo sempre più forte invitandolo e scoparmi con vigore. Sento che lo tira quasi fuori del tutto per poi rientrarmi dentro completamente, strappandomi un gemito ogni volta, ormai non capisco più nulla e vorrei che durasse delle ore. Passato un tempo che non saprei quantificare, inizio a sentirlo gemere dietro il mio orecchio e a dirmi che sta per venire. Io allora mi sfilo rapidamente, mi inginocchio davanti a lui, e dopo aver tolto il preservativo sporco, riprendo a spompinarlo con foga sino a farmi nuovamente riempire la bocca del suo dolce sperma.
Rimasi cosi esausto inginocchiato per terra per un paio di minuti incapace di muovermi, ma dentro di me felice di ciò che era successo.
Lui si rivesti e mi diede un bacio prima di sparire dietro la porta aperta del bagno, dove rimasi seduto almeno mezz’ora per riprendermi del tutto’.

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