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Racconti Gay

Avventure di uno studente Cap 5

By 11 Settembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Sedotta e appagata.

Appesa in bagno avevo visto una vestaglina di seta nera, probabilmente lasciata da qualcuna delle innumerevoli donne che frequentavano la camera di Alì, mi sembrò molto sexy, così la indossai ed entrai lentamente in camera, dove lui mi aspettava.

La luce era soffusa, i colori scuri delle tappezzerie e le lenzuola di seta blu, creavano un’atmosfera molto intrigante. Lui era a letto, le gambe e il pube coperti del lenzuolo, il busto scoperto. Era bellissimo, i suoi occhi seguirono ogni mio movimento mentre mi avvicinavo al letto, mi disse di sdraiarmi accanto a lui. Raggiunto il mio lato del letto, mi girai dandogli le spalle, lentamente feci scivolare a terra la vestaglina di seta e inarcando la schiena gli mostrai sfacciata l’oggetto del suo desiderio, il mio sederino fremente…

Mi sdraiai accanto tremante e percepii immediatamente il suo odore di maschio, mi avvicinai e iniziai ad accarezzargli lentamente il petto villoso, passai ai suoi bicipiti e ne testai la consistenza, duri come l’acciaio. Mi accoccolai vicino e iniziai a baciarli e a leccarli, sentivo l’odore forte delle sue ascelle e attratto da quell’aroma, mi feci strada con la lingua, come una cagna infoiata, per leccare il suo sudore mentre lui alzò il braccio per facilitarmi. Leccavo baciavo e annusavo, mi sentivo una cagna, una serva in adorazione del suo padrone.  Quanto mi piaceva quest’uomo, sicuro di se, autoritario e porco. Ora ero nel suo letto ero la sua troia, ero pronta e felice di fare tutto quello che mi avesse chiesto. Non ho mai resistito all’attrazione degli odori maschi, da sempre. M’inebriano mi fanno perdere il controllo, e ora mi trovavo con la faccia affogata nella sua ascella, ero al massimo dell’eccitazione e mugolavo come una cagna in calore. Avevo voglia di lui avevo voglia che il suo cazzo mi riempisse. Mentre ancora leccavo il suo sudore mischiato alla mia saliva, con la mano scesi sul suo corpo, in un attimo afferrai quella fava d’acciaio che aveva fra le gambe e la strinsi forte per saggiarne la potenza. Meravigliosa sensazione aggrapparsi a quel tronco di carne che popola i sogni di tutte noi troie. Lui iniziò ad ansimare, stava godendo della mia lingua e della mia manina che gli avvolgeva il cazzo, muovendosi lentamente. Non resistevo più lo volevo, iniziai a scorrere la lingua umida dai suoi capezzoli induriti, giù lentamente, sentendolo fremere per i brividi di piacere che gli procuravo. Tenevo gli occhi chiusi per amplificare il senso del tatto e dell’olfatto, e fu questo ad avvertirmi che ero arrivato al centro del mondo…l’odore del cazzo m’invase le narici e m’inondò il cervello. Aprii gli occhi e mi trovai davanti alla sua cappella purpurea, grossa e tesa allo spasimo, il cazzo era di un colore più scuro della sua pelle, lungo e meravigliosamente largo, grosso, massiccio, nodoso, venoso, in una parola meraviglioso. Un cazzo da ammirare, un cazzo da venerare, lo scettro di un vero uomo, e noi frocie ne siamo affascinate… Iniziai a fare il mio dovere. Baci bacetti bacini, su tutta la cappella sull’asta giù fino alle palle gonfie di desiderio, poi su di nuovo, in adorazione. Poi socchiudendole lentamente accolsi quella fava fremente fra le mie labbra bollenti, giù sempre più giù. Volli impalarmi subito fino alla gola in segno di totale dedizione, mi soffermai con la fava in gola, mi stavo affogando di cazzo! Meraviglioso! Con il naso affondato nei peli odorosi del suo pube, sentivo la cappella che mi pulsava nella gola. Lentamente risalii, mulinando la lingua intorno a quel palo bollente, la mia saliva ricopriva completamente il cazzo, era lucido e bagnato. Iniziai cosi a pompare lentamente, su e giù, mulinando la lingua sulla cappella e roteando la testa lentamente. Alì gemeva di piacere e infilato le dita nei miei capelli, mi accarezzava la testa assecondandone i movimenti. 

“Brava zoccola… sei davvero una gran succhia cazzi… dai… prendilo troia… affogaci!“

Io mugolavo la mia riconoscenza per i suoi apprezzamenti. Impazzivo di voglia e avevo il culo che si contraeva in uno spasmo, ogni volta che la cappella mi entrava in gola facendomi soffocare.

“Tesoro hai un cazzo meraviglioso Mmmmm… mi fa impazzire, non mi basta mai…Mmmmm!” 

Alì godeva del mio pompino e ansimando mi diceva quanto fossi brava a lavorarmi gli uccelli, mi dava della troia succhiacazzi e mi spingeva sempre più quel meraviglioso palo in fondo alla gola. Ero al massimo dell’eccitazione e lo volevo dentro, lo volevo tutto nel culo! Lui mi lesse nella mente…

“Tesoro ora basta succhiare, ho voglia di chiavarti, di aprirti per bene il culo, mettiti a pecora, culo in aria”.

Non persi tempo e, anche se con un po’ di dispiacere, mollai quella fava d’acciaio e mi misi come lui mi voleva. Ero al centro del letto, la faccia affondata nel cuscino e il culetto in aria, voglioso e provocante. In quella posizione oscena, muovendolo lentamente, gli stavo offrendo il mio sederino spalancato. Lui iniziò a leccarmi lentamente, dall’interno coscia alle natiche fin dentro il solco fino al buchino fremente. Mi faceva impazzire, mugolavo e mi contorcevo come una gatta in calore, mi penetrava con la lingua poi me lo succhiava, leccava e baciava. La mia fighetta si stava schiudendo ed era fradicia di umori e di saliva, non resistevo più, dovevo essere riempita! Lui capì che ero pronta, si alzo sulle ginocchia e mi appoggio il cazzo bollente fra le mele e iniziò un lento su e giù massaggiandomi il buco del culo. Io stavo impazzendo e assecondavo i movimenti del suo bacino muovendomi lentamente . Poi si fermò. Ci fu un attimo di sospensione, poi la sentii. 

La cappella turgida iniziò a farsi strada lentamente attraverso il centro del mio essere, il mio buco del culo, la mia figa vogliosa. Fu una sensazione incredibile sentirsi infilzare lentamente, senza un’interruzione, un’indecisione, ma dritto dentro, lentissimo ma inesorabile, fino alle palle. Mi sentii aperta, violata posseduta e finalmente completa. Ero sua, ero piena del suo possente scettro di carne, lo sentivo duro nell’intestino e i brividi mi salivano fino alla testa . Non si mosse per qualche istante, mi fece percepire questa meravigliosa sensazione di appagamento nel sentirmi finalmente piena del suo cazzo.

Iniziò lentamente a farmi sentire tutta la sua asta prepotente uscire e rientrare con lentezza esasperante, tutta dentro e poi tutta fuori, una sofferenza sentirsi vuota e poi il sollievo, di nuovo dentro. Poi il ritmo accelerò, cominciò a montarmi con forza, dandomi colpi forti e profondi, tenendomi per i fianchi, mi sentivo tutta aperta, sbattuta come una vacca. Urlavo di piacere lo incitavo, lo pregavo, di incularmi come una troia, avevo perso la testa, mi sentivo una vacca felice di essere completamente posseduta dal suo toro. Lo volevo, lo volevo tutto nel culo, oramai aperto come una figa, mai sazio di cazzo. Ancora più in fondo, con le sue palle enormi che sbattevano contro le mie. Inarcavo la schiena, tirato da lui per i capelli e lo incitavo a fottermi a fottermi come una cagna in calore. La monta a pecora prosegui a lungo, prese a sculacciarmi forte, mi dava schiaffi possenti sulle mele mentre mi assestava dei colpi profondi nel culo e il dolore si trasformava ogni volta in un piacere sconvolgente.

 

Non so quanto durò, avevo perso la cognizione del tempo. Poi rallentò il ritmo e dosandomi ancora il cazzo in culo, cominciò a baciarmi il collo e le spalle, io morivo di piacere e i brividi m’invasero ovunque. Lo tolse lentamente e mi fece girare sulla schiena. Si alzò su di me si avvicinò e guardandomi negli occhi appoggiò le labbra sulle mie che si dischiusero immediatamente. Iniziammo a baciarci, anzi a divorarci le lingue, sentivo la sua saliva che mi colava dalle labbra e la sua lingua che esplorava ogni angolo della mia bocca, mi sentivo desiderata come non mai. Ero la sua donna ora.

Mi alzò le gambe e lentamente mi penetrò di nuovo, baciandomi, leccandomi il collo e le orecchie, mi riempiva di cazzo e mi sovrastava, mi sentivo in paradiso. Fra le braccia di un maschio forte e deciso, mi sentivo docile e ubbidiente, completamente aperta e totalmente sua. Avvinghiai le mie gambe alla sua schiena forte e lo abbracciai stretto mentre lui aumentava il ritmo e mi chiavava da vero maschio.

Ero in trance, con la sua lingua in bocca e la sua fava nel culo non capivo più niente. Sentii che iniziava ad ansimare più velocemente, il ritmo accelerava e il cazzo si faceva più duro, stava per venire. D’un tratto uscì da dentro di me, si spostò in ginocchio col cazzo sulla mia faccia e iniziò a segarsi, in un attimo un getto di sperma caldo mi colpi la faccia, poi un altro e un altro ancora, ero ricoperta del suo nettare. Mentre ancora urlava di godimento, mi tuffai su quel cazzone pulsante e lo ingoiai golosa, continuava a schizzarmi in gola e io ingoiavo avida ogni goccia. Lo custodivo fra le mie labbra calde mentre poco a poco comincio a rilassarsi dentro la mia bocca. A malincuore lo liberai, lo riempii di baci e lo ripulii con la lingua, riconoscente per tutta la sborra che mi aveva regalato. Con le dita raccolsi tutta quella che ancora mi colava dalla faccia e guardandolo negli occhi la portai alle mie labbra e la ingoiai golosa. 

Ci sdraiammo esausti, gocciolanti di sudore e appagati dal piacere che c’eravamo dati. Per la prima volta mi sentii finalmente femmina e appagata…

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