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Che sorpresa!

By 1 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Appena connesso su un sito d’incontri che frequentavo, venni attratto da un vistoso ‘1’ rosso che notificava un messaggio.

Aprii e notai con piacere che una coppia delle mie parti mi aveva offerto un saluto.
L’avevo notata qualche giorno prima.. non sapevo perché ma le foto di lei in qualche modo rimandavano a qualcosa di conosciuto…quel seno abbondante e i floridi capezzoli che la lei di coppia mostrava nelle loro foto avevano qualcosa di eccitante e allo stesso tempo familiare. E avvertivo la medesima sensazione anche guardando le chiappe e la sua passerottina. Lui invece era un bell’uomo ma non mi diceva nulla di che.
Scambiammo qualche messaggio in chat per qualche sera, dapprima più sobri ed esplorativi, quindi più spinti e scoprimmo che a tutti e tre piacevano le stesse cose: lunghi preliminari, mani e lingua e poi giocare tutti e tre insieme senza limiti.

Iniziai a martellare un po’, insistendo sul fatto d’incontrarsi! Non mi piace pressare ma quella femmina mi arrapava oltre ogni misura. Aveva qualcosa che m’incatenava alle sue forme, al suo eros…dovevo togliermi quelle sfizio.

Una sera mi raccontarono che stavano giocando tra di sé: lui le toccava i capezzoli stringendoli tra pollice e indice e ruotandoli alternativamente come fossero i pomelli di una vecchia radio, quindi le mordicchiava il collo e le baciava e le spalle! ‘Ch e razza d’ingordi ‘ commentai scherzoso ‘ potevate chiamarmi lì con voi!!’. Mi rispose lei: ‘Beh, tutti i torti non ce l’hai! Ora mio marito mi sta infilando la mano destra dentro le mutandine…’ e dopo qualche secondo, prima che potessi rispondere aggiunse: ‘ma c’&egrave un problema: rimane uno spazio vuoto…penso che la tua mano potrebbe entrarci precisa!’. ‘Cos’&egrave, un invito ufficiale?’ chiesi sfacciato e di tutta risposta mi scrisse il loro indirizzo e il cellulare del marito cui avrei dovuto inviare un sms una volta davanti al portone del loro palazzo.

Mi feci una bella doccia abbondando di sapone sulla cappella, sull’asta, tra le palle e sul perineo, per poi passare sulle chiappe, tra le mele e quindi bene bene nel buchetto.
Mi misi un paio di jeans, una polo rossa, le mie Converse e due gocce di Encounter di CK e salii in macchina. Trovai parcheggio a due minuti a piedi dalla meta. Tanto meglio: avrei smaltito un po’ la tensione da primo appuntamento.
Davanti al portone inviai poche dirette parole: ‘Sono sotto, in attesa d’incontrare la vostra bellezza…’ cui seguì dopo una manciata di secondi una voce dal citofono che invitava al terzo piano.
Presi l’ascensore e mi trovai davanti una porta aperta con un bel moro che dimostrava qualche anno più di me, armato di due belle spalle e un sorriso malizioso e sicuro di sé, vestito solo di una vestaglia chiusa in vita che lasciava intravedere un petto moderatamente villoso e atletico.
Mi tese la mano e si presentò: ‘M., piacere’. ‘T., piacere mio…e spero che il piacere sia per tutti e tre!’, rincarai con un sorrisetto malizioso.

Entrai in casa e mi accompagnò in salotto dove la moglie ci stava aspettando vestita di una elegante vestaglia rosa di seta. Appena mi si palesò davanti ci guardammo e dopo qualche secondo d’incredulità mi uscirono dalla bocca delle mezze parole tipo : ‘S., ma ma…ma sei tu? Wow…’ Già, che sorpresa…era S., una mia ex del quinto liceo! Assurdo! Dapprima dovetti realizzare che era realtà e non si trattava di uno scherzo o di un qualcosa di programmato…era pura, semplice e reale coincidenza. Quindi mi balzarono in mente i flashback delle scopate cui ci dedicavamo. Erano belle, appassionate, ma tutto sommato standard, variegate solo da poche, semplici e comuni posizioni e, per sua volontà, senza oltrepassare i confini che sancivano la morale comune e mai regalandoci quei piacere etichettati come ‘contro natura’. Ci fu un gioco di sguardi tra di noi…le nostre menti si scambiarono un’intesa, un’armonia, un qualcosa di indescrivibile…

‘Cio&egrave, ma voi vi conoscete??’ Irruppe il marito con tono infastidito, adirato…
‘Ci conoscevamo!’ lo fermai subito…dopo un attimo di silenzio ripresi: ‘Ci conoscevamo quando ancora nessun capello bianco mi sporcava la chioma e quando ancora il basso ventre era tanto vigoroso quanto ignorante!’ Mi guardò un po’ spiazzato con la faccia di chi non c’ha capito un cazzo. ‘Si vabb&egrave, da giovane scoperesti a nastro ma non hai il benché minimo verso e nessuna esperienza ‘ mi chiarii ‘ e io ed S. scopavamo così, con vigore ed imbarazzo per l’incapacità, ovunque ci facesse voglia.’
M. contrasse il volto e le sopracciglia a voler dimostrare ira e disprezzo, ma fu in quel momento che notai la sua cappella violacea fare capolino dalla vestaglia, in vistosa erezione, sintomo della sua eccitazione.

Colsi la palla al balzo, letteralmente: allungai la mano e gli presi i coglioni…una stretta dolce ma solida, decisa, palpai un po’ e gli sussurrai all’orecchio ‘e vedo che il pensiero di me ed S. ti stuzzica un bel po’!’ Quindi afferrai la base dell’asta e risalii, feci scorrere la mano su e giù e lo scappellai quattro o cinque volte di fila, quindi riportai la mano giù e col dorso rivolto verso terra gli passai il medio su tutta la sua discreta lunghezza e quindi sul frenulo, in una carezza soffice e sensuale, tanto da provocare un vistoso irrigidimento che forse sfiorava la soglia del dolore.
E con la punta del mio dito sulla cappella dura e violacea mi vidi arrivare S. che mi cinse in vita con le braccia, come amava fare lei, annusò il mio collo e iniziò a baciarlo con passione. Quindi lasciò scivolare la vestaglia fino a sfilarsela completamente e salì fino ad insinuare la sua calda lingua tra le mie vogliose labbra… Il bacio fu lento e appassionato. Le nostre lingue guizzavano l’una nella bocca dell’altro e si contorcevano tra di loro mescolando saliva ed eccitazione.
Tolsi la mano dal pisello di M. e la portai sul fianco di S., l’avvicinai a me e quindi feci scendere il palmo finché non fui in grado di afferrarle saldamente la chiappa sinistra e godere di quel dolce budino, sodo ma naturale, non palestrato o forzato…certo, non era un culetto da miss ma riusciva ad istigare i più sconci pensieri.
S. continuava a baciarmi alternando morsi e leccate a collo e orecchie, finché non portò la mano in basso, sulla mia patta gonfia di carne ed eccitazione. Alla scena M. non riuscì a trattenersi dal farsi una lenta ed eccitata sega. S. indietreggiò portandomi con sé e s’appoggiò allo spigolo di un tavolino. L’afferrai per le chiappe e la portai seduta. Le baciai l’ombelico, quindi scesi, m’inebriai dell’odore della sua vagina e scesi ancora fino ai piedi sfiorando le sue gambe con le labbra.
Iniziai a baciarle e mordicchiarle i piedi. Me ne stavo chino in avanti; M. s’avvicinò e mi mise la mano libera sulle chiappe e iniziò un delicato massaggio quindi le allargò e col medio iniziò a giocare col mio buchetto. Io intanto succhiavo l’alluce smaltato di S. come se stessi facendo un lento pompino a quell’elegante trentanove.
Lui si leccò il medio e il suo gioco si fece più insidioso. Io nel frattempo iniziai a salire con la bocca, leccando e mordicchiando tutti i muscoli delle gambe. Indugiai un po’ sulla coscia, liscia e morbida, per poi salire e portare la mia lingua guizzante sul suo inguine.
La vidi gemere, seduta sul tavolo con la schiena inarcata e le mani appoggiate al di là delle chiappe, con la testa reclinata indietro e gli occhi chiusi a volersi gustare solo piacere puro!
Non aspettavo altro: mi tuffai con la bocca sul suo sesso. Un dolce fiore dai petali allargati e carnosi, due petali di carne affamati di puro piacere. E leccai, ci limonai, mordicchiai il clitoride’ e lei gemeva, ansimava, si faceva scappare di tanto in tanto un ‘Sì, continua…’ in fil di voce.
Era in estasi. Al vedere quello spettacolo M. s’eccitò a tal punto che poggiò la lingua sul mio buchetto e iniziò a violarlo a colpi di umide ed energiche leccate.
Stava un po’ girato e riuscii ad afferrargli il cazzo: aveva la cappella turgida e bagnaticcia, segno evidente di un’eccitazione esagerata. Quindi riportai la mano sulla topina di S. e iniziai a penetrarla prima lentamente, poi alternai movimenti più rapidi, per poi passare a due dita. Mi sollevai, la baciai in bocca e le infilai il cazzo nella sua vagina. Un colpo secco e deciso, cui seguirono tre o quattro, forse dieci (era impossibile contare) su e giù dolci, conoscitivi, per poi salire di nuovo con ritmo e decisione.
Iniziai a scoparla. M. riprese a toccarsi e in meno di un minuto venne schizzando copiosamente sulla gamba della moglie. La raccolsi con due dita, le portai alla bocca di S. e gliela feci leccare, quindi la baciai con passione. M. non riuscì a resistere e si mise a leccare laddove aveva appena schizzato. Lì chinato mi offrì la vista di un bel culetto sodo e atletico. Mi feci leccare le dita da S. e poi insinuai il medio tra le chiappe del marito. Scopavo la moglie e tintillavo il buchetto del marito. Lo penetrai: prima un dito, poi due, poi sempre più veloce, quindi tre dita. Pensai che avesse proprio una bella rosellina bruna, un po’ pelosa ma tenera.
Uscii da S., mi posizionai dietro M. ed iniziai ad incularlo. S. scese dal tavolo e iniziò a fare al marito un lento ed eccitantissimo pompino! Non vedevo bene cosa gli stesse facendo ma immaginavo le sue belle labbra lungo l’asta, poi sulla cappella per poi scendere sulle palle.
Lo sentivamo gemere e a me piaceva pensare che per lo più fosse merito mio…ma probabilmente era quello che pensava anche sua moglie. Quindi S. passò a leccare le mie palle che ritmicamente si avvicinavano e allontanavano dal culetto di M. Stavo per venire e mi scappò un ‘c’ho davvero poco’ smorzato e sussurrato. Ma S. lo capì bene e mi sfilò dal culo del marito, mi girò e poggiò il mio bacino contro il tavolo, quindi prese a farmi un lento e succoso pompino, poi si fece leccare il medio dal marito e con decisione lo insinuò tra le mie chiappe fino a violare il mio sfintere. Accelerò con la bocca e andò a solleticare la prostata…entro pochi secondi (non riuscii a stimare quanti fossero: il piacere mi sottrasse la cognizione del tempo) venni. Un po’ la succhiò ma tanto era vispo il getto che si scansò e un po’ le finì in faccia e tra i capelli. Quindi con la bocca piena del mio piacere si avvicinò alla bocca di M. e si lasciarono andare in un lento e passionale bacio.
A quella vista il mio pisello si smosse e si drizzò di nuovo. Tornò duro e lo avvicinai alla mano di lei. Mentre baciava il marito iniziò una lenta sega. La presi, la girai e la misi a pecora contro il tavolo: quella situazione m’aveva rinvigorito all’istante! Le leccai il culo per bene. Intanto presi la testa di M. e lo invitai a leccarmi il pisello. Si mise e lo lubrificò con dedizione e gusto. Preparavo il buchetto della signora: prima un dito, poi due…poi m’alzai, appoggiai la cappella contro il buco e spinsi deciso. Mugolò un lamento soffocato, poi un mugolio più tenue e man mano che la pompavo da dolore iniziò a mugolare di piacere. Si fece scappare un ‘questo non te lo avevo mai fatto fare…quant’ero deficiente!’ ed io risposi che potevamo solo recuperare!
Intanto M. si mise sotto di noi e iniziò a leccarle la figa e ogni tanto portava la lingua sulle mie palle! MMM….che bello ‘ pensai ‘ &egrave come un sogno. Durammo così per un buon quarto d’ora, quindi M. m’infilò un dito in culo e con l’altra mano iniziò a tintillare il clitoride della moglie.
La sentii gemere in un lungo orgasmo e, eccitatissimo, venni di nuovo, dentro di lei.
Uscii e mi appoggiai sul divano. Quindi M. s’avvicinò e mi mise il suo cazzo in faccia. Un bel cazzo: media lunghezza, non troppo tozzo e sfiziosamente venoso, con una bella cappella a punta di ottima proporzione. Trascinai S. accanto a me e insieme iniziammo a succhiarlo, leccarlo e scambiarci un po’ di lingua. S. lo prese in bocca e iniziò a pompare in fretta. Fu il mio dito ad insinuarsi in lui fino a farlo venire ancora, stavolta tutto nelle calde labbra della sposa.
Ci sedemmo sul divano, nudi e svaccati e accendemmo una Marlboro. Ci rivestimmo e M. portò tre birrette ghiacciate. Che goduria!
Quindi parlammo un po’ delle avventure passate con S, più o meno piccanti. Ci salutammo, con la promessa di risentirci presto e più spesso. Già, proprio una bella sorpresa!

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