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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Da uno scherzo alla realtà

By 13 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ma come cazzo mi sono ritrovato in questa situazione……… In casa di due omosessuali, e fin qui niente di male, che mi hanno chiuso in casa e vogliono che abbia un rapporto con loro, e qui qualcosa di male c’&egrave. ma partiamo dall’inizio.
Era una giornata come tutte le altre, mi sono alzato presto, un bacio alla moglie ancora addormentata, colazione veloce capatina in bagno per lavarsi e via verso un’altra giornata di lavoro. Mi chiamo Franco e faccio l’idraulico ho 43 anni fisico asciutto, 1.73 per 72 Kg direi attraente, visto che mia moglie &egrave sempre gelosa degli sguardi che le altre donne mi indirizzano, soprattutto verso il mio culo e il mio pacco. Comunque faccio il mio giro di interventi e finalmente verso le 5 del pomeriggio mi appresto a finire andando verso l’indirizzo dell’ultimo appuntamento, una cosa da niente secondo le spiegazioni del tizio, gli esce male acqua da un rubinetto e non sa come fare, sicuramente &egrave intasato dal calcare. Arrivo all’indirizzo villetta un po’ appartata con un bel giardino curato, suono, mi risponde al citofono una voce che mi sembra di donna. Entro nel cancello e parcheggio il furgone vicino all’ingresso, vado alla porta e busso, mi apre un uomo esile dai lineamenti molto femminili, forse anche leggermente truccato, molto bello; possibile che mi abbia risposto lui al citofono?. Esordisce con un:” buonasera lei deve essere Franco l’idraulico meno male che &egrave arrivato quella cannella proprio &egrave inutilizzabile”. Si &egrave sua la voce femminile, penso ok &egrave gay, facciamo questo lavoro e andiamo a casa, cosi gli chiedo:” Scusi come si chiama? E per favore se mi fa vedere quale cannella non funziona così gliela sistemo”. Lui inizia con una manfrina:” o mi scusi ma come sono maleducata non mi sono neanche presentata, mi chiamo Silvia”, gli lancio un’occhiata un po’ perplessa e subito aggiunge:” Veramente mi chiamo Marco ma mi sento donna e mi piace farmi chiamare Silvia se a lei non disturba.”
” No, no per me va bene” , “Ok” civetta e vedo che mi guarda la patta “la cannella &egrave di là”, così tanto per mettere le cose in chiaro alzo la sinistra distrattamente e inizio a giocherellare con la fede, Silvia se ne accorge e sembra un po’ delusa si gira e mi fa strada verso il bagno, entra e mi indica il bidet. Il bagno &egrave enorme c’&egrave un box doccia dove si potrebbe stare tranquillamente in tre e anche una vasca idromassaggio a 4 posti. Vado verso il bidet mi piego per provare il rubinetto e colto da uno strano presentimento mi giro e vedo Silvia che mi guarda il culo, mi sa che &egrave meglio che mi sbrigo. per evitare ci mostrare troppo il lato B, mi metto al lavoro inginocchiato. Il frangi getto &egrave incrostato di calcare, niente di più semplice mi metto a smontarlo per sostituirlo, nel mentre suonano al campanello Silvia si scusa e va ad aprire, meglio mi sentivo i suoi occhi addosso. Sento che parla con qualcuno e poi sento chiudere le mandate della porta, srano prima non lo aveva fatto; cambio il frangi getto, provo il bidet perfetto, 50 per 10 minuti di lavoro persone cosi ce ne vorrebbero 100 al giorno. Sto per chiamare Silvia ma mi fermo a pensare , come la chiamo signore o signora boh, cosi decido per un “Silvia io ho fatto se viene così controlla il lavoro e posso andar via”. Arriva accompagnata da un uomo ” questo &egrave Giuseppe il mio compagno”, lui mi tende una mano grossa come un badile che stringo energicamente. Giuseppe mi squadra da capo a piedi poi va verso il bidet apre il miscelatore e lo richiude ” Ok, ora funziona, ma prima che vada via ci sarebbe un altro lavoretto da fare”. Lo fermo subito ” scusi ma &egrave già tardi e poi sono stato chiamato solo per questo intervento”, “No, non va via finché non fa anche questo lavoretto” e nel dire così’ tira fuori l’uccello. Io rimango interdetto per un paio di secondi e poi esplodo” ma che cazzo fai? mica sono frocio io, sono sposato e questi cazzo di giochetti vai a farli con qualche frocio amico tuo!”. Lui si mette a ridere, mica a capito che se non si leva dalle palle prendo la chiave inglese e gliela spacco sui denti, e mi dice ” ascolta Mr &egrave la prima volta”, Impallidisco dicendo” come scusa?, mi sa che hai sbagliato persona” “non penso, dopo che ci hai dato buca all’appuntamento per ben due volte Silvia, che &egrave un ottima hacker, ha deciso di vedere chi &egrave che ci prendeva per il culo” e Silvia con quella sua vocina ” si,si bellino sono risalita dall’indirizzo IP della chat a te, ti ho inviato un cavallo di troia per mail, ti ricordi la fotografia della bionda mezza nuda?” cazzo se me la ricordavo era una topa devastante “quando l’hai aperta hai attivato il virus, che mi ha dato accesso al tuo PC, così ho curiosato un pò e ho trovato le foto, niente male la tua famiglia hai un bellissimo bambino e la bambina e veramente un’amore, per non parlare di tua moglie. Così abbiamo deciso di fartela pagare, ti ricordi l’ultima chat su gaychat, quella di due settimane fa? Dove ti scusavi per la buca che ci avevi rifilato e hai iniziato a dire che per farti perdonare ti saresti sottomesso e ti sarebbe piaciuto che te lo sbattessimo in bocca?”.
Ed eccoci alla domanda iniziale, mi ero messo in un casino totale solo per un raptus di ormoni. Il cercare qualcosa di diverso pensando che sarebbe finita li, dopo una sega mentre chattavo. “Da come sei bianco vedo che te lo ricordi”, “si ma per me era solo un gioco, quindi ora mene vado, oppure chiamo la polizia e dico che mi state sequestrando”. Giuseppe con tutta la calma del mondo prende il suo cellulare, spippola un pò e poi me lo passa “se vuoi puoi anche chiamarla la polizia però poi quel bel video che stai guardando va dritto dritto a tua moglie” ero io che mi stavo masturbando mentre mi mettevo un dito nel culo. “quindi non fare tante storie, e poi sembra che ti potrebbe piacere”.
Mi appoggia una mano sulla spalla avvicinandomi a se, e poi esercita una leggera pressione verso il basso, mi inginocchio come un automa ritrovandomi il suo membro moscio ma di notevoli dimensioni davanti agli occhi. “Forza guarda di aggiustare questa canna” rimango fermo sento l’odore di sudore e urina che emana il suo pene, tento di rialzarmi “prendilo in mano e non fare storie” lo guardo negli occhi e capisco che devo fare quello che mi chiede . Avvicino la mano lentamente e afferro quel pene non mio, &egrave strano impugnarlo al contrario, lui mi incita ed io inizio lentamente a muovere la mano avanti e indietro ” bravo vedi che non &egrave stato difficile” mi sussurra Giuseppe. Aumento la velocità, spero che la cosa finisca presto, inizio a sentirlo duro e l’odore diventa più forte &egrave diverso dal mio &egrave più dolciastro e … mi inizia a piacere, mi sta diventando duro. Rallento la velocità della mano e lo scappello tutto, ora il suo cazzo &egrave duro e pulsa, &egrave poco più lungo della mia mano ma non riesco a chiuderla da quanto &egrave largo. Alzo lo sguardo di nuovo incontrando quello di Giuseppe che mi sorride, apro la bocca e appoggio le labbra sulla punta del suo cazzo e succhio “piano che mi fai male! mica mi devi fare un succhiotto!”. Muovo la lingua sulla sua cappella ha un sapore dolce e acidulo, inizio a fare su e giù con la testa e trovo il ritmo giusto, ” Prendilo fino in fondo” dice Silvia &egrave una parola, &egrave un tronco faccio fatica a farmi entrare la cappella così scuoto la testai sento una mano dietro la nuca che mi spinge verso il pube e il cazzo di Giuseppe si fa strada nella mia bocca. Soffoco, la cappella mi spinge sulle tonsille, ho i conati di vomito, la bocca &egrave completamente spalancata ma chiusa dal suo cazzo, cerco di levarmelo di bocca, inutilmente, Giuseppe ha una forza incredibile. Poi mi lascia andare liberato dalla sua carne tossisco e prendo fiato, gli occhi mi lacrimano ” ma sei scemo? a momenti affogo!”, “Visto che ce la fai a prenderlo tutto in bocca” dice Silvia “continua”, spalanco la bocca e affondo il suo cazzo nella bocca, sento la cappella che mi tocca le tonsille e trattengo i conati, rimango fermo un paio di secondi e inizio a muovere la lingua sulla sua asta. “Si così, sei bravo” muovo la testa avanti e indietro, mentre lo tiro fuori piego leggermente la testa e avvolgo il suo membro con la lingua e succhio. Accelero il ritmo preso dalla foga, sono eccitato da morire non penso più sono gli ormoni che comandano.
Il primo schizzo mi coglie impreparato, sento un getto caldo in bocca, allontano la testa e lo sputo, “continua, fammi godere nella tua bocca”, vedo il cazzo di Giuseppe gonfio che pulsa e dalla punta esce un filo di sperma, lo masturbo e inizia a schizzare copiosamente e a colarmi sulla mano. L’odore mi eccita glielo prendo in bocca &egrave viscido e bollente, lo succhio avidamente ingoiando il suo seme e mi vengo nei pantaloni.
Giuseppe si sacca da me “Quante storie hai fatto, se non mi staccavo mi prosciugavi le palle”, “Eh si!” aggiunge Silvia “abbiamo trovato proprio un bel porcellino”.

Tutti i personaggi e la storia sono di fantasia, qualsiasi fatto o avvenimento simili alla realtà sono puramente casuali. Silvia avvicina il viso al mio tira fuori la lingua e lecca lo sperma che mi &egrave colato al lato della bocca. La allontano spingendola, la fase da eccitamento ormonale era finita, mi alzo e consapevole di quello che ho fatto sento una morsa allo stomaco, mi giro e vomito.
“Cazzo ho fatto, bastardi mi avete costretto a tradire mia moglie”.
“Ascolta bellino, da come lo succhiavi a Giuseppe, non mi sembrava proprio che qualcuno ti obbligasse” mi urla Silvia stizzita per la spinta “secondo me non vedevi l’ora di trovarti in questa situazione”.
“Buona Silvia, &egrave normale che abbia i sensi di colpa, per tutti &egrave stato difficile la prima volta” Giuseppe mi si avvicina e mi porge una salvietta “Ascolta, in fin dei conti non puoi dire di aver tradito tua moglie”.
Mi giro verso di lui e lo fulmino con con parole cariche di odio ” Cosa volete saperne voi froci di tradimento, ogni giorno andate con qualcuno di diverso, per voi un buco vale l’altro!”
“Ti sbagli, solo alcuni sono così come li descrivi te” mi apostrofa Silvia “io e Giuseppe ci amiamo ormai da 18 anni, e come te cercavamo qualcosa che riaccendesse il nostro rapporto, non ci siamo mai traditi” mi urla con le lacrime agli occhi “Questa cosa abbiamo deciso di farla insieme, perch&egrave quando ci si ama non ci si nasconde niente”.
Quelle parole mi trafissero come mille aghi arroventati, avevo tradito mia mogli in tutti i sensi. Scoppiai a piangere.
Giuseppe mi tirò su “Tua moglie non avrebbe mai potuto darti e farti provare le sensazioni che hai scoperto oggi, perciò non lo considerare come un tradimento”
“Lasciatemi andare via, non mi interessa quello che farete, ma se non mi lasciate andare vi denuncio”
“Per me puoi andare se vuoi” rispose Giuseppe “però ricorda hai avuto solo quello che cercavi” così dicendo usci dal bagno e andò ad aprire la porta di casa.
Uscì dalla casa quasi di corsa con Giuseppe che mi diceva di aspettare che mi doveva pagare l’intervento. Non so se mi stava prendendo per il culo o diceva sul serio, comunque andai dritto al furgone, accesi e me ne andai.

“Pensi che abbiamo esagerato” domandò Silvia abbracciando Giuseppe
“No… non so, gli abbiamo dato quello che voleva, e poi a me ha fatto bene erano settimane che non mi diventava duro”
“Lo so ero tutta eccitata anch’io” Silvia si strusciò alla coscia di Giuseppe facendo sentire il suo rigonfiamento al compagno “però nessuno mi ha soddisfatta” si lamentò.
“Non ti preoccupare a quello ci penso ora io” disse lui chiudendo la porta e baciando Silvia appassionatamente.
La portò in camera e la svestì piano piano, la fece sdraiare a pancia sotto e iniziò a baciarla sul collo delicatamente scendendo lungo la colonna. Silvia fremeva come una scolaretta e mugolava di piacere ” dai cosi amore &egrave da tanto che non mi coccoli cosi”. Giuseppe arrivò alle natiche le saltò e inizio a baciare le sue gambe lisce e morbide, si fermo sul retro del ginocchio e lo solletico con la lingua. Silvia scoppiò a ridere, Giuseppe risalì fino al sedere e baciò quel culetto sodo delicatamente, poi cominciò a mordicchiare la natica sinistra mentre con la mano solleticava la schiena. “Girati” lei si giro mostrando il suo piccolo pene eretto.
“Vuoi baciarmi il bastoncino, &egrave da tanto che non lo fai”
“Ancora no, prima voglio assaggiarti tutta” si abbassò sul capezzolo coprendolo con la sua bocca, succhiandolo e stuzzicandolo con la lingua e con i denti. Silvia mugolava dal piacere, prese Giuseppe per i capelli e lo spinse forte sul suo petto, voleva che lo divorasse, poi lo spinse verso il basso sentiva che stava per venire. Giuseppe scivolò verso il suo pube, passando sopra il suo cazzo eretto ci soffiò sopra. Silvia esplose schizzando sul viso di Giuseppe “Sei proprio una maialina in calore”.
” Si, sono pazza di te prendimi”
Giuseppe apri la bocca e fece sparire quel piccolo bastoncino umido dentro la sua bocca, succhiò e bevve il poco sperma che uscì sentendo che piano piano quel piccolo pezzo di carne diventava moscio. Lo tenne ancora in bocca, e con la lingua prese a stuzzicarlo, la passava tutto intorno all’asta, premendola contro il palato e succhiando, la premeva sulla punta del piccolo pene, lo mordicchiava. Silvia percorsa da scariche di piacere muoveva il bacino su e giù mentre gli tornava duro. Giuseppe si tirò su torreggiando su Silvia gli prese le gambe tirandola verso di se, i due cazzi strusciavano fra di loro, Giuseppe si insalivò per bene il suo e penetro Silvia lentamente.
“SI DAI SPIGNGILO TUTTO DENTRO” Urlò Silvia, si aggrappò alla schiena di Giuseppe con le gambe e con le mani e premette il culo verso il suo pube facendo entrare la sua mazza tutta dentro. Giuseppe la pompava con foga, baciandola e mordendola sul collo e sulle labbra. Silvia muoveva il culo per farsi penetrare più a fondo e strusciando il pene sulla pancia del compagno.
Dopo alcuni minuti Silvia volle cambiare posizione aveva voglia di cavalcare. Montò sul membro infuocato e appiccicaticcio delle sue feci e in un sol colpo lo fece entrare dentro di se, Giuseppe imprecò ” Piano che mi spacchi “.
Silvia sculettava e con le mani si allargava le natiche per far entrare più in profondità quel magnifico palo, che gli stava stimolando la prostata.
“Si continua cosi, muoviti, sculetta” mugolava Giuseppe che sentiva la punta del pene sfregare contro le pareti del retto, poi afferrò Silvia per i fianchi e cominciò a farla andare su e giù violentemente fino a che non venne con un rantolo di piacere.
Silvia continuò a strusciarsi e si masturbò venendo sulla pancia di Giuseppe, i due rimasero abbracciati a coccolarsi per buona parte della sera.

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