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Racconti 69Racconti Gay

E’ iniziato tutto così

By 23 Novembre 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Era il 2006 e una prestigiosa azienda mi aveva offerto di lavorare per lei in Germania, ovviamente per farlo dovevo trasferirmi li.
Mi ero preso qualche giorno per pensarci e decisi di chiedere consiglio ad un vecchio amico che frequentavo ai tempi dell’adolescenza, anch’egli trasferitosi in Germania e, guarda caso, proprio nella città dove avrei dovuto trasferirmi io. Ci eravamo quasi persi di vista se non fosse stato per Messenger, attraverso il quale ogni tanto ci scambiavamo qualche saluto.
Lui reagì con molto entusiasmo alla possibilità del mio trasferimento nella sua città e mi esortò ad accettare, mi disse anche che non avrei dovuto preoccuparmi di niente perché mi avrebbe ospitato lui finché non mi sarei ambientato e non avrei preso una decisione definitiva sul fatto di rimanere la o tornare in Italia.
Così feci le valige ed arrivai a casa sua un sabato sera, per fare in modo di riposarmi la domenica ed essere ben riposato il lunedì al primo giorno del nuovo lavoro.
Viveva solo in un appartamento discretamente grande, con due stanze da letto, un bel soggiorno, un grande bagno con una vasca enorme e circondato della migliore tecnologia. Quando entrai per la prima volta in casa sua rimasi a bocca aperta, mi ricordo che da ragazzi, casa sua, era molto modesta come del resto lo era anche la mia. Lui si accorse del mio stupore e mi disse subito: “eh si, come vedi me la passo bene, e stai pur sicuro che se ti trasferirai qua anche tu arriverai a passartela come me la passo io”.
Passarono i giorni, il lavoro andava bene ed io continuavo a dire che dovevo trovarmi un appartamento mio e togliere il disturbo, ma ogni volta che lui rispondeva: “ma dai, aspetta un altro po’, io da solo mi annoio, qua c’&egrave tutto lo spazio che vogliamo, dividiamo le spese del cibo e dell’affitto, chi te lo fa fare?” così ogni volta rimandavo la ricerca.
Nel frattempo ho avuto modo di accorgermi che lui non era cambiato per niente, soprattutto non aveva perso quel vizio di scherzare su un’ improbabile (o quanto meno allora tale lo ritenevo) incontro sessuale fra me e lui dove lui mi sodomizzava e io ci stavo pure volentieri. A volte ci ridevo sopra mentre altre gli rispondevo infastidito e lui parava subito il colpo dicendo: “ma dai, lo sai che scherzo”.
Non nascondo che tutte quelle avances, però, avevano stuzzicato le mie fantasie sin dai tempi in cui lo faceva quando eravamo ragazzi; ricordo che una volta, al mare mentre facevamo il bagno lui mi arrivò da dietro, mi afferrò con un braccio per la vita e mi infilò l’altra mano sotto il costume, in una frazione di secondo si fece strada con il dito fra le mie natiche e mi penetrò per un attimo l’ano con la falange. Io mi voltai e lo guardai arrabbiatissimo, lui rise e io non potei dirgli nulla perché altrimenti lo avrebbero saputo anche gli altri; la cosa finì li e non ne parlammo mai più ma confesso che mi sarò masturbato mille volte pensando a quel dito e immaginando anche qualcosa di più.
Le sue continue allusioni anche durante la convivenza continuavano a stuzzicare la mia fantasia e ogni volta che lui faceva una battuta sul mio culo mentre rispondevo “ma smettila scemo” pensavo: “quanto vorrei che dicessi sul serio per provare almeno una volta”. Iniziai però a pensare che non scherzasse del tutto ma che le battute le facesse per “buttare l’amo” e vedere se prima o poi avrei abboccato, così decisi di provocarlo un po’ anch’io e iniziai a lasciare la porta del bagno aperta quando mi facevo la doccia oppure ad attraversare nudo il soggiorno quando, dopo essermi lavato, dovevo andare dal bagno a quella che ormai era diventata la mia camera da letto. Ogni volta che mi vedeva nudo piovevano le battute e i complimenti sul mio culo e spesso le riproponeva anche dopo che mi ero vestito; io non rispondevo più stizzito anzi, stavo al gioco finché una domenica mattina, mentre come solito passavo in soggiorno nudo, mi disse: “te l’ho già detto che hai un culo che me lo fa drizzare?”
io: “gli hai fatto molti complimenti ma non sapevo che ti facesse addirittura questo effetto”
Lui: “non sono gay ma un culo &egrave un culo e il tuo &egrave un gran bel culo, a volte vorrei che tu invece lo fossi per approfittarne, confesso, se solo tu ci stessi un giretto dentro ce lo farei”
Io: “mi devo preoccupare allora?”
Lui: “no, non ti salterei mai addosso ma se una notte tu arrivassi in camera mia e ti mettessi sopra di me a smorzacandela di certo non ti manderei via e mi godrei il momento”.
Io mi sentivo imbarazzato e stavo ben attento a continuare a mostrargli le spalle (e il culo) non per civetteria, ma perché non volevo che vedesse la parte davanti e capisse che mi stavo eccitando moltissimo.
Andai in camera per vestirmi, chiusi la porta e mi soffermai un attimo a guardare la mia immagine di spalle attraverso i due specchi che erano nelle porte dell’armadio, mi chiedevo se davvero fosse così invitante, poi iniziai a indossare i vestiti e lui mi chiamò da dietro la porta, “che c’&egrave?” risposi, e lui: “almeno una volta me lo fai vedere il buchetto? così quando mi faccio le seghe so a cosa pensare”.
Io risposi con il solito: “ma dai scemo” e il discorso finì li per tutto il giorno.
La sera cenammo con qualcosa scaldato nel microonde e dopo cena gli dissi: “che si fa? si guarda un porno?”
Li guardavamo spesso assieme, lui ne aveva una collezione enorme, erano sempre di genere etero, commentavamo le attrici, ridevamo su certe scene, il tutto accompagnato da qualche buona birra.
Lui mi rispose: “ok ma lo scelgo io, questa volta, il film”
Prese un dvd dal cassetto e lo mise nel lettore, io ero già seduto sul divano con la birra, il film iniziò e anche lui si sedette a fianco a me. Passarono cinque minuti e mi accorsi che la bella attrice rimorchiata in un bar nel film in realtà era un trans, iniziò una scena di inculata pazzesca, col trans che urlava di piacere e che finì con un orgasmo di lui dentro il suo culo dal quale poi, una volta che lui ebbe sfilato il membro, lei lasciò uscire il succo davanti alla telecamera.
Buttai l’occhio sulla sua patta e vidi che il suo cazzo, sotto la tuta da ginnastica, era gonfio, enorme! La trans del film era ancora li che puliva con la bocca il cazzo dell’attore e lui mi disse: “quanto vorrei che quel culo fosse il tuo e quel cazzo il mio”.
Saranno state le birre, non lo so, ma a quel punto mi alzai, anch’io indossavo la tuta da ginnastica, e gli dissi: “voglio farti un regalo” e mi tolsi in un attimo pantaloni e mutande. Mi misi in piedi davanti a lui che era seduto sul divano in modo che il mio culo stesse all’altezza della sua faccia, mi piegai un po’ in avanti e gli dissi: “volevi vedere il buco? dai allargami le natiche con le mani e guarda dentro”.
Lui rimase impietrito per un attimo, poi chiese: “ma dici davvero? posso?” e io: “non sarai mica uno dei soliti spacconi che promettono scopate da urlo e poi quando la donna decide di dargliela si tirano indietro?!”.
Lui mi mise le mani sul culo e mi allargò le chiappe per guardarmi il buco, io mi piegai un po’ di più, passai le mani fra le mie cosce e gli toccai il cazzo duro dentro i pantaloni.
Poi gli dissi: “facciamo una scommessa, se hai il coraggio di leccarmelo stasera sarò la tua troia, potrai farmi tutto quello che vorrai”.
Pensavo si sarebbe tirato indietro e invece si avvicinò con la faccia e puntò la lingua sul mio ano, stette li un paio di secondi poi iniziò a leccare alla grande. Capii che mi piaceva e, anzi, mi faceva proprio impazzire di piacere. Mi tirai via facendo finta di voler scappare e corsi verso sua camera da letto, lui si alzò e mi rincorse raggiungendomi poco prima che arrivassi sulla porta, mi afferrò da dietro e mi spinse sul letto facendomici cadere sopra a pancia in giù. Lui era sopra di me e il suo cazzo duro premeva contro le mie natiche, portai le mani lungo i fianchi e me le allargai perché si facesse strada fra di esse, adesso avevo la sua cappella gonfia appoggiata al buco e lui esercitava una leggera pressione in avanti come a dire: “non forzo ma se mi lasci entrare…”.
Stava sopra di me, eravamo li fermi in preda all’euforia e lui mi diceva: “questa volta ti sei cacciato in un bel guaio, adesso ti inculerò a sangue per tutta la notte, non potrai più tirarti indietro, ho vinto la scommessa, posso farti tutto quello che voglio!”
Io con tono scherzoso gli ho risposto: “allora si mette male, e va beh, mi tocca…”
Poi lui di colpo si &egrave alzato e io gli ho detto: “beh? hai cambiato idea?” e lui: “no, vado a prendere qualcosa per lubrificarti altrimenti ci facciamo male, aspettami qua e non ti muovere”.
E’ andato in cucina, ha preso una noce di burro e quando &egrave tornato ha iniziato a spalmarmela attorno all’ano, era fredda ma era piacevole sentire che si scioglieva col calore del mio corpo, poi quando ebbe in mano l’ultimo pezzetto ancora solido me lo spinse dentro, io ebbi un sussulto e lui mi disse: “adesso questo ti si scioglie dentro così sarai lubrificato anche internamente, altrimenti la mia cappella ti scivolerà dentro come niente ma quando entrerà il resto ti farà un male pazzesco e non ho intenzione che tu, di punto in bianco, decida di non volere più”.
Si sdraiò di nuovo sopra di me e con la mano guidò il suo cazzo enorme fino ad appoggiarsi al mio buco, mi piaceva averlo sopra, poi mi chiese se era la prima volta, io risposi di si e lui mi disse: “allora questa non &egrave la posizione ideale, per iniziare &egrave meglio che tu ti metta sopra e ti ci sieda sopra pian piano, in modo che se ti fa male ti possa fermare”.
“No, ti prego”, dissi, “voglio farlo così”.
“Sei sicuro?” mi chiese, “guarda che se vuoi possiamo metterci in questa posizione dopo, intanto ti si allarga un po'”, ma io: “no, non voglio, mi sentirei in imbarazzo a salirti sopra, voglio che sia tu a prendermi”.
“Va bene” rispose lui, “ma guarda che ci potrebbe essere un momento in cui io sarò troppo eccitato, tu sentirai male e mi chiederai di fermarmi, io non capirò niente e insisterò, tu sarai sotto di me e non potrai scapparmi”.
“Me ne assumo la responsabilità, risposi”.
E fu così che iniziò a spingere per entrare ma io ero così teso che nel mio culo non sarebbe entrato nemmeno uno spillo, figuriamoci quel cazzo!
Mi disse che avevamo due possibilità: o aspettavamo che mi fossi rilassato e ci saremmo divertiti entrambi, oppure che lui forzasse, si sarebbe divertito moltissimo solo lui ma probabilmente poi non avrei mai più voluto rifarlo.
Gli chiesi di rimanere li fermo sopra di me per un po’ e di avere pazienza, parlavamo del più e del meno e scherzavamo sulla situazione, quando di colpo durante una risata rilassai l’ano per un attimo e sentii un palo entrare dentro di me. Feci un urlo e lui mi mise una mano sulla bocca dicendomi: “buono, buono! fermo così, &egrave entrata solo la punta, rilassati” e io: “solo la punta? ma sembra un chilometro!”
Lui insistette ancora perché cambiassimo posizione ribadendo che per iniziare quella non andava bene, oppure propose di allargarmi un po’ con le dita prima ma io: “no! se lo togli adesso non lo rivedrai mai più, &egrave così che voglio, porta pazienza e facciamo in modo di divertirci!”.
Allora lui cambiò atteggiamento, da dolce e paziente che era stato fino ad ora mi disse: “ho capito cosa vuoi, allora adesso ci divertiamo per davvero”
Prese il cuscino e me lo mise sotto il bacino in modo che il mio culo sporgesse verso l’altro poi mi disse: “sei pronto?” e io: “no!” e lui: “appunto” poi con un colpo secco mi spinse dentro la sua verga, tutta, fino in fondo. Per non farmi urlare lui mi teneva la mano sulla bocca, io sentivo un male pazzesco ma allo stesso tempo provavo piacere, dopo qualche secondo il male sparì e lui cominciò a pompare su e giù.
Tolse la mano dalla mia bocca e mi chiese: “come va?” e io: “adesso bene”.
Ero li, su un letto a pancia in giù con lui sopra che mi stava scopando il culo, a un certo punto infilò una mano sotto i miei fianchi, mi afferrò il cazzo e cominciò a massaggiarmelo mentre mi inculava, io venni nel giro di un paio di secondi poi, da quel momento, sembrò cambiare tutto e non lo volevo più dentro.
Gli chiesi di toglierlo e lui rispose “assolutamente no, &egrave adesso che viene il bello, te l’avevo detto che ci avresti ripensato e che con me sopra non avresti avuto via di scampo”
Mi pompò il suo cazzo nel culo per un’altra decina di minuti, e dopo i primi momenti di repulsione nei quali non lo volevo più il fatto che mi scopasse iniziò a piacermi di nuovo ma decisi che era più bello recitare la parte di quello che non ci stava, così, continuai a implorarlo di smettere anche se in realtà avrei voluto che continuasse all’infinito.
Anche lui si eccitava con questo gioco, potevo sentirlo, spingeva più forte e più deciso di prima e mi diceva continuamente “taci puttana! lasciati scopare e taci”.
Poi il ritmo dei colpi cambiò, sentii il suo cazzo pulsare e mi accorsi che stava esplodendo dentro di me, sentii chiaramente il suo seme che mi inondava, mi diede un altra decina di colpetti poi si fermò sopra di me, rimanendo dentro.
Ci fu un attimo di silenzio poi lui esclamo “wow!” e io risposi con tono allegro: “brutto porco, mi hai sborrato dentro? non era negli accordi” e lui: “vorrà dire che pagherò un po’ di più per l’extra, signora puttana”.
Ci facemmo una risata e lui restò sopra di me col cazzo dentro finché non gli si afflosciò, poi scese da sopra e mi si mise di fianco, io sentivo il bisogno di andare in bagno così mi alzai, andai a sedermi sul water e quando mi pulii mi accorsi che sulla carta c’era qualche goccia di sangue.
Sentivo il bisogno di farmi una doccia, mi sentivo sporco, passai un’ora sotto l’acqua ad insaponarmi e a risciacquarmi, poi uscii, tornai in camera sua e vidi che dormiva come un ghiro, tutto nudo con il cazzo lucido ancora bagnato dal burro che aveva raccolto dentro di me.
Andai in camera mia, mi misi a letto e mi addormentai confuso fra mille domande e sensi di colpa. La mattina successiva alla mia prima scopata con lui mi sono svegliato presto per andare al lavoro e il mio culo, dopo quello che aveva passato la sera prima, non era dolorante ma diciamo che me lo sentivo… strano.
Mentre vado in bagno per prepararmi passo dalla sua stanza per dargli una sbirciatina e lo vedo mentre dorme a pancia in su ancora nudo da ieri sera, quando dopo aver riempito il mio culetto col suo sperma caldo si &egrave addormentato mentre io l’avevo lasciato solo per andare in bagno a farmi una lunga doccia.
La tentazione di fargli un pompino &egrave grande e, ne sono sicuro, per lui sarebbe un bel risveglio ma ho fretta, devo prendere il treno per arrivare in ufficio e non posso tardare.
Per tutto il tempo del viaggio in treno fino al lavoro ho pensato a come la sera prima mi sono lasciato scopare, a quanto mi sono comportato come una puttanella e mi sentivo quasi ridicolo, in imbarazzo con me stesso. Ho tratto la conclusione che provato avevo provato, mi era anche piaciuto ma adesso bastava, se la sera a casa ci avesse riprovato gli avrei risposto che era stato un bel gioco ma che non sarebbe più accaduto; decisi anche di dar seguito a quell’intenzione di trovare un appartamento nel quale trasferirmi da solo, non potevo più farmi ospitare da lui altrimenti sarebbe successo di nuovo.
Verso le 9 del mattino mi arriva un sms da lui con scritto: “buongiorno, come stai?”
Gli rispondo: “bene, perché?”
Lui: “ti fa male da qualche parte?”
Io: “dove dovrebbe farmi male?”
A quel punto suona il telefono, &egrave lui, rispondo e mi chiede subito se sono solo in ufficio, rispondo di si e ricominciamo con le solite battute a metà strada fra lo scherzo e la realtà. Mi chiede: “ti fa male il culetto?” e io: “perché dovrebbe farmi male?” “perché ieri sera te l’ho sfondato” risponde lui, allora io: “sei proprio convinto di essere talmente dotato da farmi male? non ti sembra di essere un po’ troppo pieno di te stesso?”
E lui, ridendo: “ieri sera eri te ad essere pieno di me stesso, questa sera ti rinfrescherò la memoria”.
A quel punto gli ho risposto: “smettila scemo, non deve più succedere, finiamola qui e non parliamone più, cercati una figa, o un altro culo ma con me non lo farai più!” Sbatto giù il telefono e lui non tenta neppure di richiamarmi.
La sera, a fine lavoro, esco dal portone del palazzo dove si trova il mio ufficio e sento il clacson di una macchina suonare, guardo avanti e vedo la sua macchina con lui dentro che, dal finestrino abbassato, mi fa segno di salire.
“Passavo di qua ed ho pensato di darti un passaggio invece di farti prendere il treno”, io lo ringrazio e durante il tragitto parliamo del più e del meno ma non di quello che &egrave successo la sera prima ne di quello che ci siamo detti al telefono.
Ormai essendo inverno era già buio, lungo la strada di casa non so cosa mi sia preso ma mi &egrave venuta voglia e tutti i buoni propositi di smetterla e non farlo più sono svaniti nel nulla, così mentre parlavamo di tutt’altro gli ho detto: “perché non mi porti in camporella?” e lui: “va bene, ma non avevi detto che non l’avremmo più fatto?” allora io: “solo un’altra volta, per essere sicuro del fatto che non mi piace”.
Lui svolta ed esce dalla strada principale ed io intanto mi slaccio la cintura di sicurezza e comincio a toccargli il cazzo, gli abbasso la cerniera dei pantaloni e glielo tiro fuori, comincio a menarglielo poi mi abbasso, glielo prendo in bocca e inizio a succhiarglielo mentre guida.
Sento che si ferma e spegne la macchina, tiro su la testa per un attimo, per vedere dove siamo, e mi accorgo che siamo in una zona di campagna dietro un casolare; lui abbassa le sicure delle portiere e io mi rimetto giù a succhiargli il cazzo avidamente. Dopo un po’ mi fa tirare su e mi dice: “non volevi rifarlo per essere sicuro che non ti piace? perché se ti vengo in bocca poi ci metterò un sacco di tempo a venire di nuovo nel tuo culetto, se invece ti monto adesso in poco tempo ti riempio, tu capisci che non ti piace, rimettiamo in moto la macchina e andiamo a casa”.
Mi risiedo quindi sul mio sedile, abbasso tutto lo schienale e mi giro a pancia in giù offrendogli il mio didietro, lui mi abbassa i pantaloni e le mutande fino a metà cosce, si sputa sulla mano poi mi spalma la saliva fra le natiche, sale sopra di me e fa strada al suo cazzo umido guidandolo con la mano fra le mie chiappe. La sua cappella si appoggia al mio buco, sta fermo li un po’ poi con un colpo secco mi penetra, io emetto un urlo poi, dopo un po’ di secondi nei quali non riuscivo nemmeno a respirare gli urlo: “oh ma sei scemo? mi hai fatto un male pazzesco” e lui: “taci, sto facendo in modo che non ti piaccia”. Poi inizia a stantuffarmi col suo grosso cazzo dandomi colpi secchi e decisi, sembra che da un momento all’altro il mio ano si debba strappare da tanto che &egrave dilatato e da come lo sta letteralmente usando senza il minimo rispetto; a un certo punto comincia a mordicchiarmi sul collo, sento che il ritmo dei colpi cambia e il suo cazzo esplode dentro di me inondandomi di sperma.
Lo toglie subito dopo essermi venuto dentro, prende dei fazzolettini dal cassettino del cruscotto e si pulisce, si richiude i pantaloni dopo essersi riseduto composto al posto di guida, rimette in moto, butta il fazzolettino dal finestrino e partiamo verso casa.
Io intanto mi rialzo i pantaloni mentre la macchina va, mi risiedo e alzo lo schienale del sedile, metto la cintura e lui mi chiede: “non ti &egrave piaciuto per niente vero? adesso sei convintissimo di non volerlo più fare?” e io: “si, una schifezza unica, non mi &egrave piaciuto per niente, però pensavo che quando arriveremo a casa, dopo cena, per sicurezza &egrave meglio fare un’altra prova, per esserne proprio sicuri”… Era ormai da una settimana che questa storia andava avanti, il copione era sempre lo stesso: cenavamo, doccia, andavamo in camera sua, io mi rannicchiavo a pecorina sul letto, lui si metteva dietro di me ed iniziava a farmi il culo, mi menava l’uccello per farmi venire in modo che io poi non volessi più e quando iniziavo a chiedergli di smettere lui mi spingeva in avanti facendomi cadere a pancia in giù sul materasso e mettendo tutto il suo peso sopra di me impedendomi di scappare, talvolta mi faceva chiudere le gambe cingendole dall’esterno con le sue e in quel modo il suo cazzo sembrava ancora più grosso di quanto fosse già; quel mio “non volere più” lo eccitava al punto che la sua resistenza andava praticamente a zero, mi dava gli ultimi colpi scopandomi con forza come se avesse la chiara intenzione di farmi male ed esplodeva dentro di me.
Dopo avermi sborrato nel culo mi chiedeva scusa per aver continuato nonostante io non volessi, nel frattempo il suo cazzo si sgonfiava e da enorme e prepotente che era solo un attimo prima, mentre faceva su e giù nel mio buco del culo, si trasformava in un pezzetto di carne penzolate e umidiccio, senza nessuna consistenza al punto che il mio ano lo sputava fuori quasi con disprezzo.
Era un gioco perverso che piaceva a lui e piaceva anche a me ed, ormai, non mi vergognavo nemmeno più di ammetterlo contrariamente a quanto, all’inizio almeno, il mio pudore mi imponeva.
Effettivamente sarebbe bastato un niente per farlo uscire nel momento in cui mi spingeva in avanti e non lasciarlo più entrare ma in verità, quando facevamo quel movimento, spingevo indietro il culo non tanto per evitare che riuscisse a farmi stendere, ma per essere sicuro che il suo cazzo rimanesse dentro di me, altrimenti avrei dovuto interrompere il gioco del “non voglio più, per favore smettila” per iniziare quello del “ti prego infilamelo ancora”.
Ammetto anche che se non avesse provveduto lui a menarmelo fino a farmi venire, in modo da provare per un attimo quella sensazione di piacevole disgusto dell’essere scopato mentre non volevo, probabilmente me lo sarei menato da solo.
Una sera però mentre lui mi stava inculando come era solito fare e io gemevo come una puttanella in calore non si decideva a prendermelo in mano e ad un certo punto mi disse: “cambiamo posizione, voglio guardarti in faccia mentre ti sfondo”.
Così mi fece girare a pancia in su, mi fece alzare le gambe appoggiando i talloni sulle sue spalle, fece come per stendersi sopra di me costringendomi a piegarmi in due fino ad avere le mie ginocchia quasi appoggiate al petto e con una mano guidò il suo cazzo fino ad avere la cappella appoggiata al mio buchetto, indugiò un attimo, mi sorrise e con un colpo secco mi penetrò di nuovo.
Da davanti la sensazione era diversa ma pur sempre piacevole, lui sembrava esserne soddisfatto ma a un certo punto mi fece spostare nuovamente, mise due cuscini uno sopra l’altro sul bordo del materasso, mi ci fece appoggiare sopra con le natiche, si mise in piedi davanti a me, afferrò nuovamente le mie caviglie mettendole sulle sue spalle e di nuovo con un colpo secco mi penetrò ed iniziò a sbattermi, lentamente.
Questa volta stavo godendo davvero, il piacere non era più solo psicologico, era proprio fisico!
Il suo cazzo tendeva ad erigersi verso l’alto ma era tenuto orizzontale dal fatto che era infilato dentro di me che mi trovavo steso sul letto quasi a testa in giù, visto che a differenza del mio bacino che era sollevato dai due cuscini, il resto era più in basso sul materasso. Questo tendere a raddrizzarsi verso l’alto faceva si che la parte alta della sua cappella strofinasse la parete anteriore del mio retto e stimolasse la mia prostata; ne avevo sentito parlare e ne avevo letto su internet incuriosito molte volte, avevo anche provato a procurarmi un orgasmo in quel modo penetrandomi con le dita o con oggetti lusingato da racconti o filmati trovati in rete, ma non c’ero mai riuscito e mi ero ormai convinto che non fosse possibile. E invece eccolo li, il mio punto “G”, lui l’aveva trovato e lo stava titillando di brutto tanto che io non capivo più niente.
L’unica cosa che mi frenava era il vederlo in faccia.
Mi piaceva il cazzo ma ancora mi ripugnava l’idea che stavo facendo sesso con un maschio, infatti ogni volta che aveva tentato di baciarmi io mi ero sempre rifiutato, allora chiusi gli occhi e mi abbandonai al piacere. Chiunque mi stesse stantuffando nel culo non mi importava più che faccia avesse o quanto pelo avesse sul petto, mi piaceva e ad un certo punto sentii un brivido intenso, iniziai a tremare come una foglia, il mio cazzo era moscio e piccolissimo eppure di colpo sputò un fiotto di sperma, quest’orgasmo era intensissimo e non era circoscritto alla zona del cazzo come tutti quelli che avevo provato prima, no! era tutto il mio corpo che stava venendo, era intensissimo ed &egrave durato tantissimo rispetto ai soliti orgasmi ottenuti masturbandomi o facendo sesso con le donne.
Poi arrivò un momento nel quale credevo di svenire, avrei voluto chiedergli di smettere per paura che mi stesse pigliando un colpo ma non ne avevo la forza, godevo e basta, e dopo un attimo tutto finì lasciandomi senza forze con lui che continuava a scoparmi lentamente.
Aprii gli occhi e lo guardai, aveva un’espressione soddisfatta, si era accorto di tutto e si vedeva che era orgoglioso della cosa, doveva sentirsi un vero stallone da monta.
Questa volta dovevo ricambiare in un modo speciale, non potevo lasciare che si arrangiasse venendo dentro il mio culo facendo tutto lui come avveniva di solito, allora gli dissi: “se vai a lavartelo quando torni ti faccio un bel pompino con ingoio”.
Lo sfilò di colpo quasi facendomi male e corse in bagno, stette li un po’ e io potevo sentire il rumore dell’acqua del bidet e il rumore del dosatore del sapone intimo liquido, se lo sarà insaponato e risciacquato una decina di volte e lo presi come un segno di rispetto, perché aveva capito che quel chiedergli di andare a lavarselo era dovuto al fatto che mi faceva schifo prendere in bocca qualcosa che fino a un attimo prima aveva sguazzato nel mio culo.
Tornò e si stese sul letto nudo, a pancia in su, al che io mi inginocchiai fra le sue gambe, glielo presi con una mano e cominciai a succhiarglielo come non credevo nemmeno di saper fare.
Passai una decina di minuti a leccarlo, succhiarlo, infilarmelo fino in gola quasi a provocarmi i conati di vomito poi serrai le mie labbra attorno alla base della sua cappella mentre con una mano menavo l’asta.
A un certo punto mi girai e mi misi sopra di lui come per fare un sessantanove, continuai a succhiarglielo e mentre con una mano gli menavo l’asta con l’altra gli massaggiavo le palle, lui mi toccava il culo e mi faceva i complimenti su come fosse bello visto così da vicino, a un certo punto infilò la lingua nel mio buchetto e io cominciai a succhiare più avidamente, di colpo lo sentii esplodere contro il mio palato, mi fermai di succhiare tenendo sempre la sua cappella in bocca e sigillandone il contorno con le mie labbra, nel frattempo con la mano lo menavo e con la lingua me lo lavoravo per bene, quando sentii che aveva finito di spruzzare me lo sfilai di bocca senza lasciar cadere nemmeno una goccia del suo sperma, mi voltai verso di lui, mi sedetti sul suo cazzo ormai rattrappito a seguito dell’orgasmo, avevo ancora tutto in bocca, gli sorrisi con le labbra strette e mi feci vedere deglutire tutto.
Scesi da sopra di lui come a smontare da cavallo, mi stesi di fianco e ci addormentammo sfiniti ma soddisfatti. Era mezza mattina e mi trovavo in ufficio, ricevo un sms sul cellulare, &egrave lui, “chiamami appena puoi” mi ha scritto.
Sono solo quindi lo chiamo subito, “che c’&egrave?” gli chiedo, e lui: “ti ho preso appuntamento in un posto, devi andarci dopo il lavoro, &egrave sulla Triftstra’e, c’&egrave un salone di bellezza con solarium, &egrave di una mia amica, vai e di che ti mando io, lei saprà cosa fare”.
Io gli chiedo se non ci stiamo spingendo troppo in la e lui mi risponde che finché ci divertiamo tutti e due il “troppo in la’ non esiste.
Faccio come mi ha detto e, arrivato nel salone, mi accoglie Silke, una bella tettona bionda con un culo da favola. Mi fa strada e mi accompagna in uno stanzino, mi invita a spogliarmi integralmente e ad accomodarmi su un lettino. Sinceramente penso che questa sera preferirei farmi Silke piuttosto che farmi fare il culo da lui (e anche se non &egrave accaduto proprio quella sera più avanti Silke me la sono fatta, ma &egrave un’altra storia).
Parliamo del più e del meno mentre prepara gli attrezzi per depilarmi integralmente, mi racconta che sa tutto quello che io e lui facciamo assieme e mi racconta tranquillamente che anche lei vive con una sua amica assieme alla quale fa sesso regolarmente, entriamo in confidenza molto in fretta e alla fine ridiamo sul fatto che lei &egrave me in formato femmina o io sono lei in formato maschio .
Finita la ceretta integrale, che non &egrave nemmeno stata poi così dolorosa, faccio per rivestirmi e Silke mi dice di fermarmi, apre una cassapanca che era nello stanzino e tira fuori degli abiti da donna, dei trucchi e una parrucca bionda; mi dice che adesso inizia il bello del lavoro e mi fa indossare i vestiti che aveva preparato.
Infilo il perizoma di pizzo e le calze a rete, mi aiuta a mettere il reggiseno imbottito, mi infilo la minigonna e mi metto la camicetta, poi mi fa sedere davanti ad uno specchio, mi trucca il viso e mi sistema la parrucca, mi dice: “abbiamo finito, ti mancano solo le scarpe”, così mi fa calzare un paio di scarpe eleganti, da donna (non so come abbia trovato il mio numero).
Mi alzo in piedi e mi guardo in quello specchio, lei mi dice “abbiamo fatto proprio un bel lavoro, mi sa che qualcuno questa sera si divertirà parecchio” e anch’io sinceramente penso che sembro proprio una bella figa.
Il problema &egrave “con che coraggio torno a casa in mezzo alla gente, sul treno, conciato così?”.
Telefono a lui e gli dico: “Silke ha fatto ma adesso devi venirmi a prendere, io non ci salgo in treno conciato così” e lui: “eh no, &egrave proprio li il bello della cosa, dai, ti aspetto a casa”.
Esco dal salone e Silke mi saluta raccomandandomi con tono scherzoso di non dar confidenza a nessuno per strada, in quanto sono davvero “appetibile”.
Effettivamente mi sento osservato, dopo cento metri di strada uscito dal salone già un paio di ragazzi mi hanno fischiato, salgo sull’autobus per andare a prendere il treno e in piedi dietro di me c’&egrave uno che mi sta costantemente appoggiato e ogni movimento dell’autobus &egrave una scusa per strofinarsi contro il mio culo. Penso: “accidenti, &egrave così che si sente una ragazza? certo che ci sono proprio dei gran bastardi porci in giro, mi sa che prima di arrivare a casa un paio di pugni fatti bene in faccia a qualcuno li mollo”, ma poi penso che mi rovinerei il trucco e la parrucca così ben sistemata, e che d’altra parte anche sopportare questo fa parte del gioco che lui ha architettato.
Arrivo a casa, apro la porta e lui &egrave li che mi aspetta ma non fa commenti sul mio aspetto, io in realtà mi aspettavo qualche apprezzamento e invece mi invita a sedermi a tavola porgendomi la sedia, ha preparato una cenetta davvero buona e sul tavolo ci sono un buon vino e le candele.
Finito di cenare mi invita a seguirlo in camera sua, si mette di fronte a me, mi afferra e mi bacia in bocca, all’inizio mi tiro indietro ma lui mi dice: “eddai, stasera sei una donna, fin’ora sei andata benissimo, ci divertiremo come tutte le altre volte, lasciati andare”. Rifletto un attimo e poi penso “massì, proviamo anche questa” e riprendo il bacio dal quale prima mi ero tirato indietro.
Cadiamo sul letto mentre limoniamo come due fidanzatini, lui mi tocca dappertutto e sento che il suo cazzo &egrave durissimo, poi mi gira a pancia in giù, mi alza la minigonna scoprendo il mio culo in perizoma, inizia a baciarmelo appassionatamente, sposta il filo, mi allarga le natiche ed inizia a leccarmi il buco.
Sa bene che quando mi lecca il buco del culo io non capisco più niente, &egrave così che mi ha convinto a lasciarmi scopare la prima volta.
Si sposta, sale sopra di me e mi punta il cazzo contro l’ano, ho ancora addosso tutto e si &egrave fatto strada solo spostando di lato la mutandina, mi sposta i capelli e mi bacia sul collo, io gli raccomando di far piano perché non mi ha messo il burro, allora lui apre il cassetto del comodino e tira fuori un lubrificante di quelli che si comprano nei sexy shop.
Me lo spalma ben bene attorno e con le dita me lo spinge anche dentro, poi si asciuga le mani con dei fazzolettini di carta e si ristende sopra di me.
Appoggia la sua cappella gonfia al mio culo e con un colpo secco, come ormai &egrave solito fare, mi penetra.
Inizia a scoparmi con una foga mai vista prima e anch’io sono molto eccitato da tutta questa situazione, il problema &egrave che dopo un paio di minuti mi &egrave venuto nel culo e gli si &egrave sgonfiato.
Si stende a fianco a me scusandosi per la deludente performance e io gli rispondo: “eh no bello mio, mi hai fatto patire i dolori di una ceretta, mi hai fatto attraversare la città vestito da strafiga in mezzo ai commenti, gli strofinii e le pesanti avance che ho subito sul treno, e tutto questo per due minuti di scopata? Non funziona così!”
Mi sfilo le mutande da sotto la minigonna, glielo prendo in mano poi comincio a succhiarglielo, in un momento gli torna duro e io questa volta mi ci impalo sopra a smorzacandela.
Inizio a muovermi su e giù e lui mi afferra i fianchi e mi fa i complimenti per “quanto sono bella”, aveva ragione quando lo abbiamo fatto la prima volta: in questa posizione &egrave più facile farsi penetrare ed &egrave anche piacevole, a un certo punto anche lui comincia a muoversi sotto di me spingendo il suo cazzone su e giù per il mio culetto.
Mi alzo ancora di più la minigonna, mi prendo in mano il cazzo e comincio a segarmi perché voglio venire e, come le altre volte, voglio non volere più affinché lui mi prenda con la forza.
Così &egrave, vengo sborrandogli sulla pancia mentre sono seduto sul suo cazzo, adesso come solito non voglio più e smonto da cavallo, faccio per andare in bagno a pulirmi e lui mi rincorre, mi afferra, io oppongo resistenza ma lui riesce a farmi cadere sul pavimento a pancia in giù, mi sale sopra e mi penetra di nuovo mentre io gli chiedo di smettere, mi da’ della puttana e mi spinge dentro il suo cazzo con foga, i colpi sono decisi e profondi e questa volta il dolore sta superando il piacere, gli chiedo di fermarsi un attimo per lasciare riprendere fiato al mio culetto ma lui non sente ragioni, continua a scoparmi e dopo qualche minuto mi viene dentro di nuovo.
Il suo cazzo però non si ammoscia subito, resta semiduro dentro di me mentre io gli do’ del bastardo per non essersi fermato quando gliel’ho chiesto.
Siamo li fermi, sul pavimento freddo con il suo cazzo dentro di me, lui mi fa i complimenti per come sono figa vestito da donna poi mi fa: “starei qua sopra ancora per un po’, ma devo far pipì” e io: “perché non la fai qua”?
Lui: “scherzi? vuoi che ti pisci nel culo?”
Io: “ti ricordi quella volta che al mare, quando eravamo ragazzi, mi hai infilato il dito nel culo mentre facevamo il bagno?”
lui: “certo”
io: “ecco, quella sera ero imbarazzatissimo, mi sentivo violato e non avevo nemmeno potuto dirti niente altrimenti gli altri l’avrebbero saputo, ma avevo una gran voglia di spaccarti la faccia, poi la notte ho fatto un sogno, ho sognato che tu mi infilavi il cazzo e mi pisciavi dentro, ormai abbiamo fatto di tutto, perché non provare?”.
Dovevo ancora finire di dirglielo che ho iniziato a sentire il suo cazzo che svuotava una pisciata calda dentro di me, sarà durata una ventina di secondi e mi &egrave piaciuto molto, poi il suo si &egrave ammosciato, io ho stretto il buco per paura di perdere sul pavimento quello che mi aveva buttato dentro e così l’ho sputato fuori. Mi sono alzato dal pavimento e sono andato in bagno, mi sono seduto sul water e mi sono svuotato.
Apro l’acqua della vasca da bagno e inizio a riempirla, mi tolgo i bei vestiti che avevo indossato per l’occasione e mentre mi sto lavando la faccia dal trucco e mi sono tolto la parrucca entra anche lui, si appoggia dietro di me mentre sono sospeso sul lavandino, strofina il suo cazzo ormai moscio contro il mio culetto e mi dice: anche da maschio così depilato fai venire voglia.
Ci facciamo un bel bagno assieme, ci scambiamo un po’ di massaggi e quando usciamo dalla vasca mi chiede se voglio dormire con lui invece di andare in camera mia.
Io penso che mi fa male il culo ma vorrei farlo ancora e gli rispondo che accetto solo se l’indomani mi sveglierà con una bella scopata.
Affare fatto! Ci mettiamo nel letto, io mi giro su un fianco dandogli le spalle, lui si appoggia a me da dietro e mette il suo cazzetto moscio al caldo fra le mie chiappe; ci addormentiamo così mentre assaporo già il divertimento della scopata di domattina. E’ domenica sera e voglio andare a dormire, abbiamo passato tutta la giornata chiusi in casa e ci siamo distrutti di scopate, seghe, pompini e film porno.
Il mio culo &egrave martoriato e questa sera abbiamo deciso che andremo a dormire ogni uno nel suo letto.
Mi metto sotto le coperte e crollo subito in un sonno profondo.
…siamo in macchina assieme diretti non so dove, guida lui e si ferma davanti ad un vecchio capannone che sembra abbandonato, gli chiedo cosa facciamo li e mi dice: “seguimi, ho una sorpresa per te” poi mi benda gli occhi con un foulard dicendomi: “altrimenti che sorpresa &egrave?”.
Mi guida bendato dentro il capannone, mi fa spogliare tutto e mi fa stendere su quello che sembra un materasso, inizia a legarmi le mani e i piedi a qualcosa che deve essere fissato ai quattro angoli.
Poi sento che mi spalma qualcosa sul buco per lubrificarmi, sale sopra di me e inizia a farmi il culo senza troppi complimenti.
Mi viene dentro dopo poche spinte, poi lo toglie e sento che dice: “ragazzi &egrave pronto, tocca a voi”.
Rabbrividisco all’idea di farmi fare il culo da qualcun altro, sono sempre andato solo con lui.
Poi mi toglie la benda e mi dice di voltarmi indietro, c’&egrave una lunga fila di uomini nudi col cazzo in mano che aspettano il proprio turno per incularmi, mi rimette la benda e sento che il primo si posiziona dietro di me e comincia a scoparmi. Anche lui in poco tempo si svuota i coglioni dentro di me e subito dopo ne arriva un altro, poi un altro, e un altro ancora.
Io non dico niente, non mi lamento, non chiedo di smettere, subisco e basta. A un certo punto sento una cappella che si appoggia alla mia bocca e mentre sto aprendo per succhiare sento la voce di lui che dice: “fermi! la bocca &egrave mia e solo mia, io con questa troia la sera a volte ci limono, non voglio sentire il sapore del vostro cazzo!”
Poi sento di nuovo un cazzo che mi si appoggia sulle labbra ma questa volta lo riconosco, &egrave il il suo. Mi afferra la testa e inizia a scoparmi in bocca mentre dietro di me ogni uno si serve del mio culo per svuotarsi le palle, alcuni durano giusto il tempo di due o tre colpi, altri invece sembrano non venire mai.
Poi anche lui viene, nella mia bocca, e nel frattempo quelli in fila continuano a darsi il cambio nel mio culo.
A un certo punto mi sveglio di soprassalto, era solo un sogno, mi alzo per andare in bagno e quando sono li passo più di un’ora a guardarmi allo specchio di spalle, ad allargarmi le natiche e guardarmi il buco, e penso che forse l’idea di provare qualche altro cazzo non sarebbe male.
Questo gioco si sta trasformando in un brutto vizio.

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