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Racconti Gay

Finalmente accadde

By 8 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto è del tutto vero. Ho 45 anni, sposato, senza figli. Mia moglie di 10 anni meno di me è molto bella e, credo, non mi tradisca, sebbene io non penso di soddisfarla, date le mie piccole dimensioni. Queste sono state sempre il mio cruccio e, sin da ragazzo, nelle palestre, dove vado tuttora, ho sempre sbirciato gli altri uomini, mentre coprivo opportunamente la mia intimità, per confrontare le diverse misure. Inutile dire che uscivo dai confronti sempre frustrato, dovendo rendermi conto che no, non esisteva un uomo meno dotato di me. Persino quelli grassi, con il pisello immerso nella carne, lo hanno sempre mostrato più grande del mio. Fisicamente sono magro, con una muscolatura tonica ma non evidente, che sottolinea le mie rotondità, i miei fianchi, il mio didietro ii quale, oltretutto con pochi peli chiari, appare quasi da donna. Guardando gli uomini nudi, negli spogliatoi, sotto la doccia, ho scoperto che forse la curiosità era anche piacere, tanto, talvolta, da desiderare toccarli. Ma ho sempre distolto il pensiero sino a qualche anno fa. Giocando sul web infatti ho iniziato ad entrare in siti porno per guardare foto, video e filmati di scopate. E più frequentavo tali siti più mi accorgevo di essere attratto dai maschi invece che dalle femmine. Ho quindi dirottato la mia attenzione sui siti gay e l’eccitazione che provavo nell’immaginarmi nella parte di chi si sottometteva passivo ad altri uomini mi faceva giungere sino alla eiaculazione. Sono quindi passato ai siti di annunci contattando uomini che richiedevano omosessuali passivi. Ma pur nello scambio conoscitivo non avevo il coraggio di provare. Intanto cominciavo a guardare con interesse gli uomini. Incrociando qualcuno pensavo ad esempio, “da questo mi farei scopare” o “da questo no”, e non sempre quelli che mi attraevano erano belli, anzi, talvolta non lo erano affatto, essendo magari maturi o con un pò di pancia. D’estate mi piaceva osservare qualche maschio che mostrava il petto villoso nell’apertura della camicia ed al mare i miei occhi si indirizzavano solo verso il pube di ogni maschio, giovane o vecchio che fosse, tanto più se indossavano slip. Intanto i miei contatti sul web si intensificavano tanto da farmi creare una pagina di numeri telefonici che, mi dicevo, avrei un giorno chiamato. Ho iniziato anche a chattare con uomini sino al sesso virtuale, mostrando loro il mio culo mentre si masturbavano. Un paio di volte, trovando la forza di chiamare al telefono ho giocato, in assenza di mia moglie, facendo la troia di qualcuno che voleva esaltassi la sua virilità. Talvolta ho telefonato, da cabine telefoniche in anonimato, per fare appuntamenti con uomini incrociati nel web, ma alla fine posavo la cornetta tremante senza giungere al dunque. Poi un giorno, su un sito di incontri, un giovane con foto, all’apparenza simpatico, cercava un maturo passivo nella mia città esponendo il numero telefonico. Ho chiamato intimidito, pieno di timori, con l’affanno ed il solito tremore alle gambe, pensando che avrei ancora una volta desistito. Lui al telefono è stato invece tanto gentile da mettermi più a mio agio; ci siamo presentati e mi ha detto che viveva da solo e che ci saremmo potuti conoscere. Ricordo erano le 16 e lui mi ha dato un appuntamento, non lontano da dove chiamavo al telefono, per le 17. Ho perso un pò di tempo a pensare. Andavo verso il luogo dell’appuntamento e poi, decisamente, tornavo indietro per tornare a casa. Poi ritornavo ancora sui miei passi ed infine eccomi all’appuntamento con il cuore in gola e le gambe che mi si piegavano, sebbene, una volta presa la decisione, con un grande desiderio ed una grande curiosità. Il luogo dell’appuntamento era lungo un marciapiedi con un piccolo monumento dove di solito non ci si ferma. Io infatti non mi fermai, nè notai qualcuno fermo. Superato il monumento, dopo cento metri circa, tornai indietro e lì vidi un giovane sui 30 anni fermo proprio davanti all’obelisco. Era un bel ragazzo, appena robusto con un pò di barba. Mentre mi avvicinavo al monumento non sapevo se mi sarei veramente fermato. Tuttavia rallentai. Ero quasi fermo ed incontrai i suoi occhi che mi lanciarono uno sguardo interrogativo cui seguì un cenno della testa. “Sei tu” disse. Ed io annuii. Mi diede la mano e ci ripresentammo. Mi disse che abitava non troppo lontano. Camminammo infatti per non più di 200 metri quando mi chiese di seguirlo a qualche metro di distanza. Dopo altri 100 metri circa entrò in un portone ed io, che ero ad una decina di metri, entrai dopo di lui. Nel portone lo vidi affacciarsi dalla scala al primo piano e farmi cenno di salire. Salii con l’affanno di uno che ha fatto sette piani di corsa. Lui mi attendeva dietro la porta socchiusa. Entrai. Naturalmente io ero completamente vestito, con pantaloni, camicia, pull. Lui invece era venuto già all’appuntamento con una tuta blu. mentre non sapevo cosa fare mi si accostò e cominciò a baciarmi dietro il collo. La cosa mi piaceva molto ma ero imbarazzato. Non tanto però da chiedergli se potevo toccargli il cazzo. Lui stesso allora mi prese la mano e me l’appoggio sul pacco, che era ancora morbido sotto la tuta sebbene bello grande. Mi piacque dirgii che ero minidotato, ma lui mi rispose che gli interessava altro, chiedendomi di spogliarmi. Tolsi le scarpe, i calzini, la maglia dandogli le spalle, infine i pantaloni e, mentre mi piegavo lui si accostò a me mettendomi il cazzo sodo ma non ancora duro tra le natiche, avendomi sollevato gli slip al modo di un perizoma. Sentendo quel coso caldo, che non avevo neppure ancora visto, nella fessura del sedere, mi eccitò da morire e cominciai a muovere il culo, a piegarmi in due mentre con un gesto liberatorio mi liberavo delle mutandine. Mi girai verso di lui. Aveva un cazzo bellissimo, carnoso, non del tutto duro, lungo sui 18 centimetri, bruno, doppio, con le palle moscie appese. Non feci a tempo a prenderlo in mano che lui mi voltò buttandomi verso il letto vicino. “ti piace se ti tocco il culo?” mi chiese. Ed io: “certo”. Cominciò a giocare con il mio buco infilandomi un dito. “Vedo che lo hai bello largo” mi sussurò nella penombra. Io gli spiegai che era la prima volta che stavo con un uomo ma che mi ero esercitato con oggetti vari. Lui intanto aveva infilato nel mio buco due dita e mi sditalava. Essendo disteso lungo il letto vedevo il suo cazzo ora duro, grosso, non lontano dal mio volto e di istinto mi piegai verso di lui prendendolo in bocca. Lui tolse le mani dal mio culo dandomi modo di sedermi sul letto sì da farsi fare un pompino. Cominciai a pompare e succhiare come se lo avessi sempre fatto sentendolo mugolare e sospirare mentre con le mani imprimeva il movimento alla mia testa. Dopo un pò si distolse da me e mi chiese di voltarmi. Mi misi a quattro zampe di traverso sul letto ed attesi. Ma lui volle che scendessi con le gambe a terra mettendomi più disteso. “E’ più bello così il tuo culo” mi disse. Quindi mi venne dietro appoggiando il cazzo al mio buco che continuava ad allargare con le dita. Fece così spazio alla capocchia che incontrò l’ano semiaperto infliandosi dentro. Sebbene lo avessi rotto sentii un certo dolore e, quando spinse, cominciai proprio a sentire male. Ma più dicevo che mi faceva male più spingeva. Non avvertivo dolore al buco che pure, essendo il suo cazzo molto grosso, si era oltremodo allargato, quanto dentro, data la pressione che avvertivo nella pancia. Comprendendo che veramente mi faceva male allora estrasse il suo cazzo e, dopo avermi chiesto di tenere con le mani natiche e buco ben aperti, me lo reinfilò di nuovo dentro. Stavolta il suo cazzo, che pure avvertii enorme, sfilò dentro liscio, senza farmi male, ed anzi sentivo un forte piacere. Cominciai ad assecondare i suoi movimenti sentendomi del tutto femmina. Glielo dissi e lui cominciò a dirmi “troia…scopa troia” eccitando ancor più la mia femminilità che si rendeva nel movimento rivolto a farlo godere. Così, dopo un poco, lo sentii venir via ancora mentre, appoggiato il cazzo al buco aperto avvertii sulla carne il fiotto caldo dello sperma. Si buttò sul letto lasciando che io corressi in bagno a lavarmi. Al ritorno era disteso, bellissimo, con il cazzo moscio e grosso ancora bagnato di sborra, Mi abbassai su di lui e glielo leccai. Lo sentii di nuovo indurirsi in bocca. Ma mi sollevai dicendogli che mi sarei fermato lì per quel giorno. Parlammo di noi. Ci dicemmo un pò delle nostre cose, che io ero sposato e che lui aveva avuto una compagna. Parlammo del nostro lavoro, della nostra città, distesi sul letto con la mia mano sul suo cazzo. Lui si complimentò per il mio culo e per come lo avevo fatto godere, quasi non credeva che fosse la mia prima volta. Poi ci rivestimmo e ci salutammo promettendoci di rivederci, non senza aver scambiato un lungo e profondo bacio. Ero diventato finalmente femmina!

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