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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Il padre del mio miglior amico

By 4 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La voce di Stefano mi risponde attraverso il citofono ‘Che fine avevi fatto? Non arrivavi più!’ ‘C’era un incidente lungo la strada, niente di serio. Dai fammi entrare!’

Stefano è il mio migliore amico da quando eravamo piccoli, mi è sempre stato vicino ed è stato il primo a cui ho dichiarato di essere gay.

Apre finalmente il portone, attraverso il giardino e trovo suo padre che mi fa entrare in casa ‘Buonasera Signore’ ‘Buonasera Federico, Stefano ti aspetta di sopra. Scusami se mi trovi vestito così, ma stavo facendo ginnastica’. Non c’era proprio nulla di cui scusarsi, il padre di Stefano era sulla quarantina, alto più di un un metro ottanta, gambe levigate e muscoli che quando erano in movimento si contraevano visibilmente sotto la maglietta. I pantaloncini da ginnastica che indossava in quel momento non facevano altro che evidenziare il suo bel sedere. Era nato e cresciuto a Boston da padre americano e madre italiana e, nonostante fosse molto giovanile ci teneva ad essere chiamato Signore, o al massimo Signor Ian. ‘Ci mancherebbe..’ gli risposi mentre salivo le scale.

Passai il resto della serata in camera di Stefano cazzeggiando e giocando con la Wii, fino a quando non gli squillò il cellulare ‘Merda, è Alessia! Mi ero scordato che stasera devo andarla a prendere quando finisce la lezione di danza’ Si alzò mettendosi le scarpe velocemente ‘Tornerò tra un quarto d’ora, tu continua ad allenarti altrimenti quando esce FIFA 13 ti straccio!’ ‘Il giorno che mi batterai a calcio pioveranno ciambelle’ risposi sfottendolo.

Sentii Stefano mettere in moto la macchina quando mi resi conto di dover andare in bagno. Apro la porta del gabinetto e mi ritrovo difronte il padre di Stefano a torso nudo che si toglie i vestiti di dosso ‘Hey Federico, ti serviva il bagno?’ chiese senza scomporsi ‘Mi stavo spogliando per fare la doccia, sfortunatamente il bagno del piano terra è rotto’ Sono mortificato per averla disturbata, non si preoccupi, posso aspettare’. Riaccostai la porta con il cuore che batteva a mille e il cazzo che era diventato duro ad una velocità che non credevo possibile. Era la prima volta che vedevo il Signor Ian senza maglietta e le mie ipotesi riguardo al suo fisico ben modellato erano state confermate. Ritornai in camera di Stefano, pensando a quello che era appena successo.

Il Signor Ian aprì il getto d’acqua e io, preso dalla curiosità e dal desiderio, uscii nel corridoio e mi avvicinai alla porta del bagno che avevo lasciato leggermente socchiusa. Il saperlo nudo a pochi metri da me era troppo eccitante, decisi allora di aprire la porta un altro po’ per avere una visuale completa del suo corpo sotto l’acqua. I vetri della doccia erano piuttosto appannati ma la visione era più che discreta. Il Signor Ian si stava insaponando il sedere, massaggiando lentamente il solco tra i glutei. Cazzo, quanto avrei voluto che quelle mani fossero state le mie! Non potevo credere ai miei occhi quando cominciò a segarsi l’uccello con la mano destra e a stuzzicarsi il buco del culo con la sinistra contemporaneamente. Il suo cazzo era lungo minimo 20 cm e più se lo menava più diventava duro e turgido. Avevo sempre trovato il Signor Ian attraente ma non immaginavo fosse così sexy! Potevo notare dai suoi gemiti e dalla contrazione dei muscoli che stava per raggiungere l’orgasmo e infatti venne copiosamente. Gli schizzi di sborra colavano sul vetro quando sentii una macchina arrivare e parcheggiarsi davanti casa. Era Stefano. Se non fossi stato interrotto molto probabilmente sarei venuto senza nemmeno toccarmi il cazzo tant’ero eccitato.

Con grande disappunto decisi di tornare in camera di Stefano e cercai di riaccostare la porta il più discretamente possibile, sperando che il Signor Ian non avesse notato nulla. Mi stesi sul letto di Stefano con il cuore che batteva così veloce da farmi temere per un imminente attacco di cuore. Stefano entrò in casa e venne in camera ‘Alessia mi ha tenuto più del previsto per parlarmi della sua nuova maestra di danza e alla fine non mi ha fatto neanche un pompino, che sfiga!’ io stavo ancora cercando di riprendermi e non feci in tempo a rispondere prontamente ‘Che cavolo hai fatto?’ mi chiese Stefano ‘Nulla! Ho solo finito di giocare una partita con la Wii che era particolarmente stronza’ risposi cercando di nascondere l’imbarazzo. Lui mi guardò con una faccia poco convinta, sedendomisi vicino ‘bah, da quando ti ci vuole tutto questi impegno per vincere una partita?’ ‘In realtà devo anche andare al cesso, tuo padre si è andato a lavare e quello al piano di sotto non funziona, ci manca poco che scoppio’ Stefano scoppiò a ridere fragorosamente e nello stesso istante il Signor Ian bussò alla porta ‘Federico il bagno è libero’ disse semplicemente ‘Oh, bhé, mi scusi ancora per prima’ bofonchiai ‘Figurati!’ mi rispose con un sorriso allontanandosi verso camera sua.

Dentro di me ero sollevato dal fatto che sembrava non essersi accorto di niente e andai in bagno. Aprii la lampo dei pantaloni e comincia a pisciare quando vidi il cesto dei panni sporchi accanto a me. Il coperchio era aperto, dentro c’erano i vestiti del Signor Ian e, sotto i calzini, notai che c’erano le sue mutande. Avevo appena finito di urinare che il mio cazzo già si stava indurendo alla loro vista. 

Presi le mutande che fino a pochi minuti fa contenevano il pisello e le palle del Signor Ian e me le portai istintivamente sotto il naso. Annusai il forte odore da uomo che emanavano (ci aveva appena fatto ginnastica), mi afferrai il cazzo, andando su e giù con la mano, scappellando il glande lentamente. I movimenti erano fluidi e regolari, di solito mi lasciavo andare a fantasie selvaggie resistendo il più possibile, ma dopo gli eventi di quella sera ero già sulla soglia dell’orgasmo.

Il cavallo aveva ancora intriso l’odore della maschilità del Signor Ian e io non potevo far altro che strusciare i suoi slip sulla mia faccia. Mi segai più intensamente, aumentando al presa sul mio cazzo. Venni in un mare di seme e con un orgasmo così violento che mi tappai istintivamente la bocca con gli slip tanto gemetti forte.

Mi ripulii in fretta e rimisi le mutando al loro posto. Guardandomi allo specchio notaio che ero bello sudaticcio, inoltre le mie labbra erano diventate di un rosso intenso, succede sempre dopo che ho avuto un orgasmo particolarmente forte. Mi sciacquai il viso ed uscii dal bagno.

‘Quanto ci hai messo a pisciare?’ chiese Stefano mentre entravo in camera sua ‘Ti sei messo a cronometrare il tempo!? Ho fatto una benedetta pisciata in santa pace’ risposi seccamente ‘Se lo dici tu’ disse lui riprendendo a giocare ‘prendi il joystick e facciamoci una partita’.

Cominciammo a giocare in silenzio ‘Comunque oggi ti vedo strano’ disse Stefano ‘E’ che mi devo ancora riprendere dalla festa a casa di Sara ieri sera, mi sono voluto rifare di tutti i mesi passati sui libri per colpa della maturità’ dissi cercando di sviare il discorso su terreni meno spinosi.

‘Era da tempo che non ti vedevo così ubriaco! Dimmi la verità, ma quel biondino del quarto che era alla festa è gay?’
‘Non lo so, so solo che sa sbocchinare così bene che sembra non faccia altro’ risposi io maliziosamente.

Stefano fecce un’espressione sorpresa che sfociò in una risata ‘Lo avevo inquadrato subito! Allora è vera quella storia che i pompini migliori li sanno fare gli uomini!?’ chiese Stefano sinceramente curioso ‘Non mi è mai capitato che una donna me lo succhiasse e, parola mia, non m’interessa. Se vuoi sperimentare c’è sempre il biondino a disposizione’ ‘Che stronzata, certi dubbi è meglio tenerseli’ Chiudemmo così il discorso e non parlammo più della mia “stranezza” il resto della serata.

Due settimane dopo quella serata particolare andai a dormire a casa di Stefano, il giorno dopo avevamo programmato di andare al mare e volevamo svegliarci presto per arrivarci di buon ora. Verso le sei andai in bici a casa di Stefano e quasi persi l’equilibrio quando vidi il Signor Ian in giardino, a petto nudo, che lavava la macchina.

‘Salve Signor Ian, bella macchina!’ dissi scendendo dal sellino ‘Ciao Federico, se vuoi provare a portarla una di questi giorni possiamo farci un giro’ ‘Mi sembra un’ottima idea’ risposi cercando in tutti modi di non guardargli il pacco ben evidenziato dai pantaloncini che indossava.

‘C’è Stefano?’ chiesi ‘Sì, è nel cortile dietro casa a giocare a basket’ ‘Ok, due tiri me li faccio volentieri anche io’ dissi mentre poggiavo la bici sul muretto. Il Signor Ian mi rispose con un sorriso e continuò a lavare la macchina.

A cena eravamo io, Stefano, il Signor Ian e la sua compagna, Sandra. I genitori di Stefano erano separati e il padre da alcuni anni frequentava un’altra donna ma non aveva nessuna intenzione di risposarsi. Dopo aver mangiato Sandra andò via e Stefano, che quel giorno si era svegliato presto per allenarsi, disse di aver sonno. Decisi anche io di andare a dormire, non potevo certo rimanere solo con suo padre, imbarazzato com’ero da quello che era accaduto giorni prima. Mi avevano preparato il letto in camera del fratello maggiore di Stefano che da un po’ di mesi era partito per l’Erasmus a Francoforte. Continuavo a rigirarmi tra le lenzuola senza prendere sonno, erano appena le dieci passate.

Scesi giù in cucina per prendere un bicchiere d’acqua ‘Neanche tu riesci a dormire?’ Il Signor Ian mi sorprese da dietro ‘A quanto pare no’.

‘Se vuoi possiamo vedere un po’ di televisione insieme’ Accettai senza esitazioni e ci sedemmo sul divano, con il Signor Ian che mi stava insolitamente vicino, o almeno così mi parve.

Ero così distratto da lui che mi resi conto di quello che passavano in TV solo quando vidi che un ragazzino dai capelli rossi stava scopando allegramente un arabo più grande di lui in un magazzino. Feci finta di nulla, cercando di nascondere il cazzo che mi stava diventando duro e sperando che cambiasse canale. Invece continuammo a guardare la scena in silenzio assoluto, sentendo ogni tanto i gemiti emessi dai personaggi. Il telefilm che stavano trasmettendo si chiamava Shameless e il roscietto faceva il commesso nel negozio di un arabo sposato e con figli di cui era anche l’amante.

‘Ecco tesoro, questa è la parte in cui lo prendi su per il culo da un adolescente…Billy Elliot che sodomizza il padre dei miei figli!’ Non potevo fare a meno di ridere; la furibonda moglie dell’arabo aveva appena scoperta di essere stata tradita grazie ai video di sorveglianza.

‘Lo trovi così divertente?’ mi chiese il Signor Ian con una nota di maliziosità nella sua voce ‘Bhè…sì.’ ammisi semplicemente ‘Hai mai avuto esperienze con uomini più grandi di te?’ Il Signor Ian sapeva che ero gay e non aveva nessun problema con questo, ma non avevamo mai avuto tutta questa confidenza ‘Oh…no, non mi è mai capitato’ la mia erezione era al massimo e cercai di uscire da quella situazione il più presto possibile.

‘Credo che andrò a letto’ dissi, ma non feci in tempo a muovermi che il Signor Ian si alzò dal divano e si mise proprio davanti a me con il cazzo completamente duro che spuntava fuori da sopra i pantaloni. Evitai inutilmente di ammirare quel pacco fantastico quando mi accorsi che mi fissava con uno sguardo che non gli avevo mai visto prima.

Il Signor Ian mi stava difronte, l’uccello duro ed eretto gli pulsava dentro i pantaloni, fissandomi con uno sguardo così intenso da rendermi frastornato e incapace di distogliere la vista.

‘Vorresti toccarlo?’ disse in un sussurro.

Il suo sguardo, la sua voce e la situazione intera mi avevano ipnotizzato. Allungai la mano senza esitare, accarezzando lentamente quell’enorme protuberanza. Non ero mai stato così agitato ed eccitato allo stesso tempo, il cuore mi batteva più che mai e sembrava che il mio petto bruciasse. Fin’ora avevo frequentato solo ragazzi della scuola, ma avere a che fare con un uomo di 45 anni, divorziato e con figli era tutta un’altra cosa.

Era anche il padre del mio migliore amico e io stavo lì, nel loro salone, a tastargli il pacco!

Con la lucidità ormai annichilita afferrai i suoi pantaloni sfilandoglieli. Sotto non portava gli slip e il suo cazzone quasi mi colpì sul viso. Il Signor Ian gemette quando cominciai a palpargli le chiappe e a stuzzicargli il buco del culo. Quell’odore fantastico m’inebriava di nuovo.

Il suo cazzo aveva un glande rosso ed enorme, non ne avevo mai visto uno così grande ed era così invitante che dentro la mia bocca la saliva aumentata come se avessi avuto davanti la mia pietanza preferita dopo giorni di digiuno. Cominciai leccando l’asta e scendendo giù fino alle palle, baciandole e prendendole in bocca. ‘Era da tempo che volevo sentire il mio uccello nella tua boccuccia carnosa’ mormorò lui lusingandomi.

Il Signor Ian chiuse gli occhi per godersi meglio quelle fantastiche sensazioni e sospirò sempre più rumorosamente. Ci misi un po’ per prendere tutta la cappella in bocca e riusci ad arrivare solo a metà del suo uccello tanto era lungo, così mi concentrai sul glande ruotando la lingua.

Con l’indice intanto cercai di penetrargli lentamente l’ano ‘Aaaah…sì’ e dalla sua reazione sembrava gli piacesse molto. Decisi di andare in fondo: sfilai il cazzo del Signor Ian dalla mia bocca e lo feci girare, trovandomi il suo culo perfetto e villoso davanti gli occhi.

Leccai il buchetto vergine del Signor Ian mentre brividi di piacere percorrevano il suo corpo ogni volta che con la lingua penetravo più in profondità. ‘Mmm così, continua ti prego!’ Non era certo la prima volta che sverginavo qualcuno, di culetti caldi ne avevo sfondati, quindi sapevo esattamente cosa fare e come farlo.

Cambiammo posizione. Feci mettere il Signor Ian a cavalcioni sul divano e con le braccia sull’orlo dello schienale. Io mi inginocchia dietro di lui, continuando a leccargli l’ano. Dopo aver lubrificato per bene la rosellina con la mia saliva ripresi a penetrarlo con un dito, facendo dapprima dei movimenti circolari e poi andando giù, toccandogli la prostata. Scariche di piacere si irradiavano dall’interno del suo ano, sporgendolo sempre di più per favorire la penetrazione. Il cazzo mi pulsava dentro i pantaloni, desideroso di possedere quel culo che così sfacciatamente mi veniva offerto.

Le cose però si stavano facendo troppo rischiose e la paura che il mio amico potesse scoprirci mi fece tornare lucido, anche se non avevo certo intenzione di perdermi un occasione del genere.

‘Faremmo meglio ad andare su, se Stefano scende sarà difficile dargli una spiegazione plausibile di quello che sta succedendo’ dissi sogghignando al Signor Ian che ormai si stava lasciando completamente trasportare dalla libidine, senza nemmeno più rendersi conto di dove si trovava. ‘Hai…hai ragione’ disse ansimando ‘andiamo in camera mia’.

Ci alzammo entrambi quando il Signor Ian mise una mano dietro al mio collo, spingendomi verso di lui mentre premeva la sua bocca contro la mia. Dopo un attimo di sorpresa ricambiai il bacio, mettendo le mie braccia attorno al suo torace muscoloso. Le nostre lingue si cercavano con passione e, oh, cazzo se sapeva baciare bene. Stefano mi aveva detto che suo padre aveva un passato da latin lover prima di mettere su famiglia e di esperienza in questo campo ne aveva molta più di me. Ora ero io che gemevo e mi aggrappavo a lui con il cervello annebbiato.

‘Andiamo’ disse interrompendo il bacio e lasciandomi per la seconda volta sorpreso e voglioso. Mi prese per mano e, facendo il meno rumore possibile, andammo in camera sua.

Il Signor Ian non fece in tempo a chiudere la porta a chiave che l’afferrai per i fianchi per riprendere il bacio che avevamo interrotto. Inizialmente le nostre labbra si unirono teneramente, poi lascia entrare nella mia bocca la sua lingua che cercava appassionatamente la mia. Ci togliemmo le magliette di dosso e ci sdraiammo sul letto. L”addome del Signor Ian era coperto da una leggera peluria nera mentre i pettorali erano lisci e tonici. Il contatto del suo corpo caldo, abbronzato e muscolo che aderiva al mio mi faceva impazzire.

Ero poco più basso di lui ma fisicamente mi sovrastava ugualmente. Le sua braccia erano grandi e possenti, le gambe ben piazzate e un fisico massiccio ma non eccessivamente, ottenuto con anni di allenamenti. Paragonata al mio corpo snello, chiaro e giovane la sua stazza era ancora più evidente.

Il Signor Ian si staccò lentamente dalla mia bocca ‘Non sono mai stato con uomo prima d’ora, questa è la mia prima volta’ Disse con una dolcezza che gli si addiceva sorprendentemente mentre mi accarezzava i capelli. Allungò il braccio, mettendo la mano dentro i miei slip e tastandomi l’uccello. ‘Succhiamelo’ gli sussurrai dentro l’orecchio.

Mi tolse i pantaloni e cominciò segandomi l’uccello, baciandomi la cappella e leccandomela. ‘Prendimelo in bocca’. Non se lo fece dire due volte e prese a spompinarmi lenta ‘Mmmm così, usa la lingua’. Il Signor Ian di bocchini se ne era fatti fare parecchi, quindi sapeva bene quali erano i punti più sensibili da stimolare. ‘Ooh sì signore, impari in fretta’ dissi sospirando profondamente. L’uomo continuò a succhiare aumentando l’intensità e diventando anche piuttosto rumoroso.

‘Aaaah sto per venirti in bocca’ Queste parole non fecero altro che eccitare ancora di più il Signor Ian che rispose aumentando il ritmo ‘Oh merda SI!’ Il mio cazzo schizzò fiotti di sperma direttamente nella gola del padre del mio amico che si stava impegnando a non lasciarsi scappare neanche una goccia, ingoiando tutto. ‘Mi piace il tuo sapore’ disse mentre si spostava per baciarmi. Potevo ancora sentire i miei umori dentro la sua bocca.

Cambiammo posizione e ripresi a lavorarmi il buchetto vergine del Signor Ian che mi accompagnava con fremiti e gemiti che cercava di soffocare. ‘Sono pronto, ti voglio dentro di me’ L’uomo aveva superato il punto di non ritorno e ormai non desiderava altro che essere riempito. Il Signor Ian mi diede una crema idratante da usare come lubrificante che applicai sul suo ano e sulle mie dita, allargando lo sfintere per prepararlo alla penetrazione. Il mio uccello non era lungo come il suo ma era particolarmente largo. Appoggiai la cappella sul suo buco e la feci entrare con un colpo secco. ‘Aaah brucia, fai piano’ si lamentò il Signor Ian mentre lasciavo che i suoi muscoli anali si adattassero gradualmente. Presi a penetralo lentamente, incurante dei forti gemiti che emetteva, fino a inserirgli tutto il cazzo nel culo ‘Mmm come sei stretto, vedrai che te lo allargo per bene questo culo voglioso signore’.

Mossi il bacino avanti e indietro, per minuti, aumentando mano mano di frequenza e potenza. Avevo fatto mettere il Signor Ian a pancia in alto con il sedere sul bordo del letto per permettere la penetrazione. Mi è sempre piaciuto vedere i miei amanti in faccia mentre li scopo. I gemiti del Signor Ian stavano diventando sempre più rumorosi mentre io lo stantuffavo sempre più forte. ‘Aaaah sei fantastico, non smettere’ quasi urlò lui mentre attorcigliava le sue gambe ai miei fianchi. Si toccò appena il cazzo è sborrò copiosamente con cinque schizzi di sperma che gli bagnarono l’addome. Dovetti baciarlo per soffocare l’urlo di piacere che non era riuscito a trattenere. Anche io ormai ero prossimo al mio secondo orgasmo ‘Vengo signoree…..ti riempio con la mia sborra’ dissi completamente trasportato dall’amplesso e gli inondai l’intestino.

Completamente esausto mi accascia su di lui, unendoci in un appassionato. I nostri corpi sudati e sporchi di sperma. Avrei voluto addormentarmi tra le sue braccia e le sue carezze, ma era impensabile. Ci pulimmo nel silenzio assoluto e io ritornai nella mia camera, pensando al sesso migliore della mia vita che avevo appena fatto.

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