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Racconti Gay

Il Pertica

By 2 Agosto 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo deciso di starmene tranquillo a casa a riposare, quella domenica, mi sarei alzato molto tardi, avrei pranzato con qualche snack poi mi sarei guardato la gara di moto in televisione standomene comodamente in mutande oppure addirittura nudo sul divano ma si sa, quando si progetta una domenica così c’&egrave sempre qualcuno che ti fa saltare tutto e infatti alle nove di mattina vengo svegliato dalla suoneria del mio cellulare, &egrave il mio amico Pertica.
Pronto
Hey che fai? Dormi ancora? Dai che usciamo in moto oggi pomeriggio!
Non ho voglia e poi oggi c’&egrave il motomondiale, mi sa che me ne sto a casa a guardarlo
Ma che te ne frega di guardare gli altri in televisione che vanno in moto su una pista quando puoi andare in giro con la tua assieme agli amici?
Si lo so, ma oggi ho voglia di star tranquillo e riposarmi quindi grazie ma non vengo, saluta gli altri.
Sei una sega!
E tu sei un rompicoglioni
Succhiamelo!
Ti piacerebbe!

La telefonata si interruppe così, come si interrompeva quasi in qualsiasi conversazione fra me e Pertica, così soprannominato da tutti noi fin dai tempi delle superiori proprio per via della pertica che si ritrovava fra le gambe.

Mi alzai e subito andai a farmi la doccia, iniziai insaponandomi il culo come mi piace tanto e indugiai particolarmente con le dita sul mio ano, senza entrare. Così facendo il cazzo mi si indurì ed iniziai a menarmelo ritrovandomi in poco tempo a farmi una sega mentre con un dito mi titillavo il culo, immaginando che quel dito fosse il cazzo di qualcuno che mi prendeva da dietro e mi scopava forte.
Si, si trattava di una fantasia molto ricorrente che risale ai tempi dell’adolescenza e nata perché a scuola, in una classe di tutti maschi, si parlava spesso di cazzi, di culi, e anche di figa, anche se quella in pochi all’epoca l’avevano già vista e così elucubravamo sulle varie teorie come quella secondo cui se lo metti nel culo a un maschio non sei gay ma il gay &egrave solo chi lo prende (che stronzata!) un giorno durante una di queste ‘conferenze’ tenutesi a bassa voce fra i banchi mentre l’insegnante spiegava io dissi:
ma se tu lo metti a uno che non vuole?
Come fai a metterlo a uno che non vuole?
Diciamo che gli altri te lo tengono fermo, tu glielo infili e lui cerca di scappare ma non riesce, però non voleva, chi &egrave il gay in quel caso?.
Dopo un attimo di silenzio di fronte a questa mia domanda Pertica, che era in classe con me, disse:
uno di questi giorni, quando meno te lo aspetti, proviamo a bloccarti negli spogliatoi dopo l’ora di ginnastica, loro ti tengono fermo e io ti inculo, se ti piace sei gay, se non ti piace pazienza ma io intanto sborro’.
Tutti si misero a ridere, me compreso, e la discussione finì perché l’insegnante ci richiamò dicendoci di seguire la lezione invece di parlottare fra di noi, da quel giorno però furono molte le seghe che mi feci pensando a Pertica che mi inculava mentre gli altri mi tenevano fermo.
Certo era una cosa che non avrei mai voluto si verificasse nella realtà, ma come fantasia mi prendeva molto.
Questa cosa a dire il vero mi lasciava spesso confuso e con degli strani sensi di colpa tanto che per ogni sega che mi facevo pensando a Pertica, me ne facevo subito un’altra pensando a qualche bella figa dello spettacolo, come se la cosa ‘lavasse via il peccato’ di ciò su cui avevo fantasticato prima.
Il tempo passò, diventammo adulti e nelle mie fantasie tradii Pertica con una gran varietà di uomini, ma nella realtà non successe nulla che andasse oltre qualche battuta maliziosa.

Finii di masturbarmi sotto la doccia, mi sciacquai e mi asciugai rimanendo a gironzolare per casa completamente nudo.

Dopo l’ora di pranzo, quando ormai il motomondiale stava per iniziare, sentii il rumore della moto di Pertica che parcheggiava nel vialetto di casa mia, guardai dalla finestra e lo vidi suonare il campanello, risposi al citofono fingendo di non averlo visto:
Chi &egrave?
Sono io, apri che guardiamo il motomondiale assieme, gli altri sono più sega di te e non sono usciti perché dicono che entro sera piove.
Mi infilai in fretta un paio di slip e gli aprii il cancelletto, arrivò alla porta, entrò e mi chiese cosa facessi in mutande.
Veramente prima che venissi tu a rompermi le palle ero nudo sul divano che speravo di guardare la gara da solo in santa pace, poi sei arrivato…
Certo, come no! nudo sul divano guardavi la gara, di sicuro guardavi qualche porno, magari gay, e avresti finito per segarto pensando di essere al posto di quello che viene inchiappettato, lo so bene come sei!
Ma smettila scemo! Lo sai che mi piace la figa!
Non ho mica detto che non ti piace, ma una cosa non esclude l’altra.
Lo feci accomodare e ci sedemmo sul divano in attesa della partenza, entro il primo giro il nostro campione cadde e perdemmo interesse verso la gara, così Pertica disse:
Dai, rimetti il porno che di sicuro &egrave più divertente di questa gara
Ma quale porno? Non c’&egrave nessun porno!
Dai che lo so che quando sei da solo ti guardi i porno gay, lo faccio anch’io sai, lo facciamo tutti
Ma smettila scemo, sei gay adesso?
Ma che gay? Io sogno di metterlo mica di prenderlo!
Ancora con questa storia? Se due maschi fanno sesso assieme sono gay entrambi, indipendentemente da chi lo prende e chi lo da
Secondo me invece non devono essere per forza gay, un conto &egrave uno che si innamora e che prova sentimenti verso un altro uomo, un conto &egrave uno che si diverte, se strofini il cazzo all’interno di un buco prima o poi vieni e se non fossimo fatti per divertirci anche così la natura non ci avrebbe fatto il cazzo che si infila preciso nel culo, non trovi?
Rimasi un attimo in silenzio poi gli risposi:
credo che tu abbia ragione
Appena gli risposi così Pertica si alzò dal divano, andò verso la sua giacca da motociclista, mise una mano in una tasca ed estrasse un dvd dicendo:
allora se non ce l’hai tu il porno l’ho portato io, ti va?
Fammi capire una cosa, Pertica, dove vuoi arrivare?
Mi sorrise e rispose:
da nessuna parte a meno che non voglia arrivarci anche tu, ma sono venuto qua perché ho una questione in sospeso con te da molto tempo e voglio capire come la pensi, a costo di rovinare la nostra amicizia, ti chiedo solo di non sputtanarmi con gli altri.
Ok, adesso sono curioso, qualunque cosa mi dirai resterà fra queste mura, promesso, non ti sputtanerò di certo, sai che non sono il tipo, e probabilmente domani sarò ancora tuo amico qualunque cosa tu mi dica.
Pertica fece un sospiro come se si sentisse sollevato, mise il dvd nel lettore e premette play, si sedette accanto a me e il film iniziò con un gruppo di ragazzi sotto la doccia, probabilmente nello spogliatoio di una palestra. Mentre quei bei ragazzi si lavavano ed insaponavano l’inquadratura si soffermava su uno di loro che fissava il culo di un altro, nel frattempo si insaponava e si strofinava il cazzo che diventava duro. Il ragazzo al quale veniva guardato il culo se ne accorse ed assunse un’aria imbarazzata finché quello che aveva iniziato a fissarlo fece un cenno agli altri che subito gli saltarono addosso, lo placarono e lo tennero fermo mentre lui iniziava a metterglielo nel culo incurante delle sue urla e delle sue preghiere di non farlo.
Vedendo quella scena ricordai la battuta degli spogliatoi e capii che probabilmente, se aveva scelto proprio quel film, probabilmente non era un caso e quelle parole avevano segnato anche il suo fantasticare.
Mi ricorda una discussione che facemmo in terza superiore, dissi.
Davvero te la ricordi?
Certo, volevi incularmi mentre gli altri mi tenevano fermo, come potrei dimenticarlo?
Sai quante seghe mi sono fatto pensando di farti il culo?
Sei un porco, gli dissi fingendomi scandalizzato, vuoi dire che ti facevi le seghe pensando al mio culo?
Lo faccio ancora, &egrave colpa mia se il tuo culo mi piace? Non posso farci niente, me lo sventolavi davanti negli spogliatoi, al mare, quando andiamo in moto mi metto dietro di te non perché non riesca a starti davanti, ma per ammirarlo, &egrave diventato un’ossessione!
Non lo nascondo, la cosa mi lusingava parecchio ma prima di raccontargli la mia verità in merito volevo sapere tutto quello che aveva da dirmi.
Quindi sei venuto qua perché vorresti violentarmi come promettesti allora?
No di certo! Non lo farei mai per davvero, sai, all’inizio la immaginavo così, gli altri che ti tenevano fermo, tu che non volevi e io che ti inculavo lo stesso fino a sborrarti dentro, poi mi facevo da parte e ti lasciavo agli altri. Nel tempo però la fantasia &egrave cambiata, tu ci stavi, anzi eri tu che ti offrivi a me e io, ovviamente, senza farmelo dire due volte accettavo.
Anche perché adesso non ci sono gli altri a tenermi fermo, gli risposi con tono scherzoso.
Già, rispose lui, ma non &egrave nemmeno quello che vorrei, te l’ho detto.
E cosa vorresti?
Non lo so, volevo dirtelo, mi sono tolto un peso, quello che succederà adesso dipende da te.
Lo guardai un attimo in silenzio poi gli dissi:
Dato che oggi &egrave il giorno delle confessioni devi sapere che anche io, da quella volta, mi sono segato un sacco di volte immaginando che tu mi inculavi, poi dalle inculate brutali, mentre gli altri mi tenevano fermo, siamo passati alle scopate nelle quali io ci stavo spudoratamente e ti facevo anche dei gran bei pompini con ingoio.
Mentre gli confessavo questa cosa il suo viso si illuminò e nello stesso momento, da seduto composto, rannicchiai le gambe sul divano e mi coricai su un fianco, mostrandogli il culo, gli presi una mano me la feci appoggiare su una natica.
Eccoci qua allora, io lo desidero, tu lo desideri, che aspettiamo? Facciamo questa esperienza!
Davvero ci stai?
Secondo te mi sto lasciando toccare il culo per farti andare a casa con le palle piene a farti altre seghe? Vieni, andiamo in camera da letto.
Mi alzai dal divano invitandolo a seguirmi, arrivati in camera mi tolsi le mutande e mi distesi a pancia in giù col sedere in bella mostra.
E’ tutto tuo, cosa aspetti?
Ma non &egrave meglio lubrificarlo un po’ prima?
Ma tu pensi di salirmi sopra e incularmi così? Giochiamo un po’ prima, no? Qua non ci disturba nessuno e abbiamo tutto il tempo che vogliamo, lo aspettiamo tutti e due da molto, vuoi che finisca tutto in cinque minuti?
Hai ragione, disse.
Quindi si spogliò in un lampo, il suo magnifico cazzo era già semiduro e gli penzolava fra le gambe, si inginocchiò sulle mie cosce e con le mani cominciò a toccarmi il culo, allargarmi le natiche per ammirarmi il buco per poi prendersi in mano il cazzo e usarlo per frustarmi i glutei, passai le braccia lungo i fianchi e con le mani mi divaricai il culo da solo affinché potesse strofinarlo sul mio ano, non ci fu bisogno di dirglielo e l’eccitazione cresceva continuamente, una parte di me addirittura desiderava che si infilasse dentro senza troppi complimenti, mentre un’altra avrebbe voluto che mi girassi e glielo prendessi in bocca, vinse la seconda, mi sottrassi dalle sue attenzioni e lo feci stendere sul letto a pancia in su, mi distesi su un fianco, appoggiai la testa sul suo basso ventre e con una mano cominciai a menarglielo ammirandolo, lui allungò una mano delle sue e cominciò ad accarezzarmi di nuovo il culo poi l’istinto mi guidò nell’aprire la bocca ed accolsi quell’asta di carne pensando alla quale mi ero fatto una miriade di seghe.
Non &egrave difficile fare un bel pompino se anche tu hai un cazzo fra le gambe e sai quello che vorresti ti facessero, così mi esibii in leccate, attorcigliamenti di lingua attorno alla sua cappella mentre la tenevo fra le labbra e gole profonde fino a quasi provocarmi il vomito.
Andammo avanti per un po’ così finché lui si sputò su due dita, mi insalivò il buco ed iniziò a sditalinarmi, io gli afferrai le palle e lui perse il controllo sborrandomi in bocca.
Scusa, non volevo, mi disse.
Zitto e goditi lo spettacolo, gli risposi.
Continuai a succhiare fino a che non fu uscita l’ultima goccia e bevvi tutto senza lasciarne cadere nemmeno una, poi mi tirai su e mi distesi a fianco a lui appoggiando la testa sul suo petto e continuando a titillargli il cazzo con una mano, nel frattempo lui continuava ad accarezzarmi il culo e a sditalinarmi.
Dopo qualche minuto ruppe il silenzio e mi disse:
scusami ancora, non dovevo venirti in bocca, avrei dovuto avvisarti ma &egrave stata una cosa talmente improvvisa…
E’ tutto a posto, se ti scusi per essermi venuto in bocca quando mi verrai nel culo cosa dirai? Siamo entrambi adulti e consenzienti, non c’&egrave nulla di male, va tutto bene.
Vuoi dire che oggi mi darai anche il culo?
Non oggi, te lo farò penare, un paio d’anni di corteggiamenti, un sacco di soldi spesi in cene e viaggi, poi forse…
Scherzi?
Ma dai scemo, certo che avrai il mio culo!
Con un balzo gli salii a cavalcioni, mi appoggiai sul suo cazzo moscio e scarico per colpa del mio pompino e gli dissi con aria decisa:
adesso però chiedimi scusa per tutte le volte che mi hai inculato nella tua fantasia mentre io non volevo e gli altri mi tenevano fermo
Se può servire ad avere il tuo culo, allora scusa
No, voglio delle scuse sentite, mentre tu ti segavi godendo mentre mi inculavi io mi segavo soffrendo perché mi spaccavi il culo.
Te ne sei fatte molte di seghe pensando a me che ti inculavo?
Si, l’ultima questa mattina, dopo che mi hai telefonato e ho sentito la tua voce.
Non disse niente ma sentii il suo cazzo crescere sotto di me e capii che era pronto per un altro round, mi alzai ed andai in bagno, presi il gel lubrificante che tengo da parte per quando mi metto a giocherellare con qualche oggetto, lo portai in camera, glielo porsi e mi misi carponi, gli dissi di spalmarmelo un po’ sul culo e di ungersi per bene il cazzo, lui si mise dietro di me, preparò il tutto, appoggiò il suo cazzo e lentamente iniziò a spingere.
Scappai in avanti un paio di volte e lui si accorse che avevo paura di sentire male.
se vuoi lasciar perdere non mi offendo
no, voglio farlo
vuoi cambiare posizione? Magari ti ci impali sopra così decidi tu quando entra
no, nelle nostre fantasie &egrave sempre stato da dietro, voglio che sia da dietro
ma ti impali un po’, poi quando ti sarai allargato ci rimetteremo così
no! afferrami per i fianchi e sfondami, non mi interessa se mi farai male, voglio che sia così, come sia io che te abbiamo sempre fantasticato, immagina che ci siano anche gli altri a tenermi fermo!
A quel punto non se lo fece ripetere, mi afferrò i fianchi e con un colpo deciso mi penetrò, io faticai a trattenere un urlo, lui se ne accorse e ormai completamente dentro, stando fermo immobile, mi chiese:
ti faccio male? Vuoi che esca?
Feci cenno di si con la testa ma non riuscivo nemmeno a fare uscire la voce tanto era il dolore, iniziò a tirarsi indietro e mi fece ancora più male, sembrava che nell’arretrare dovesse tirare fuori, insieme al suo cazzo, tutte le mie viscere.
Fermati! Resta li, gli dissi
Ti sembra facile star fermo! Mi rispose
E mentre lo diceva cominciò a fare dei piccoli movimenti corti ma rapidi dentro di me, che erano tutt’altro che dolorosi, iniziai ad ansimare e lui mi chiese:
tutto bene?
Non puoi immaginare quanto, continua, non fermarti! Risposi.
Mi rilassai ed inarcai la schiena facendogli capire che andava bene, via via che il tempo passava i suoi colpi si facevano più profondi e il suo cazzo correva su e giù dentro di me dall’essere completamente dentro al rischiare di uscire.
Lui prese a sculacciarmi mentre mi inculava e io godevo come una cagna in calore, guardai il mio cazzo penzolante che gocciolava sperma sul letto, me lo afferrai con una mano e me lo menai fino a venire mentre da dietro lui si fotteva il mio culo.
Mentre stavo venendo, col suo cazzo dentro di me, mi disse che sentiva il mio culo contrarsi attorno al suo cazzo e questo, non so perché, mi fece provare un po’ di vergogna, forse perché anche se mi stava fottendo tenendomi per i fianchi e impedendomi così di scappare, non potevo più negare che mi stava piacendo molto.
Dopo l’orgasmo non ce la facevo più a rimanere carponi, così gli chiesi una pausa che mi concesse sebbene lui dovesse ancora venire.
Mi distesi su un fianco e lui si mise dietro di me, strofinando il suo cazzo contro il mio sedere ma senza infilarmelo.
Ti ho fatto male?
No, un po’ all’inizio ma ti assicuro che il piacere &egrave stato molto più del dolore
Sono contento
Allora, &egrave come te lo immaginavi farmi il culo?
Anche meglio, e per te fartelo fare? E’ come te lo immaginavi?
Anche meglio!
Mentre dicevamo così il suo cazzo era duro come il marmo dietro di me e nonostante il pompino che gli avevo fatto prima era chiaro che aveva ancora qualcosa da scaricare.
Dai, finisci il lavoro, riempimi il culo! Gli dissi.
Guarda che se sei stanco posso anche menarmelo, magari ti vengo sul culo ma senza infilartelo
Come mai tutta questa premura?
Non voglio che resti traumatizzato, altrimenti non vorrai più farlo e io non voglio che questa sia la prima e l’ultima volta
Mi misi a pancia in giù e gli dissi:
dai sali sopra! E’ tutto tuo
sicuro che vuoi che ti salga sopra? Magari possiamo metterci in una posizione in cui fa meno male
No, voglio sentirmi dominato, voglio stare sotto di te, almeno la prima volta, fottimi!
Allargai le gambe e lui si distese sopra di me, guidò il suo cazzo contro il mio ano ed iniziò a spingermelo dentro, cercai di resistere e non lamentarmi anche se ricevere quell’asta di carne in quella posizione non era certo uno scherzo; quando fui di nuovo abituato al suo cazzo chiusi le gambe e lui le avvolse con le sue, andò avanti scopandomi così finché non sentii il ritmo dei suoi colpi rallentare e un clistere di sborra mi scoppiò nel culo con una forza tale che sembrava dovesse salirmi fino allo stomaco.
Dopo essere venuto il suo cazzo si sgonfiò subito e il mio culo lo sputò fuori, lui scese da sopra e si stese a fianco a me.
Pensi che succederà ancora? Mi chiese.
Direi proprio di si, gli risposi.
E con gli altri come la mettiamo?
Resterà il nostro segreto, a meno che tu non voglia chiamarli per tenermi fermo la prossima volta.
Scoppiammo in una grassa risata e ci addormentammo esausti fino all’ora di cena.

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