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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Il posto al fiume

By 27 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un ragazzo molto timido ho sempre dimostrato molto meno dell’età che avevo e appena diciottenne ancora non avevo mai neanche baciato una ragazza, con una voglia di sesso che mi faceva impazzire. Stavo esplodendo, non passava momento che non pensassi al sesso. Avevo addirittura cominciato a fantasticare di essere preso ed usato come una donna. Questi pensieri erano dovuti anche ai giornaletti porno che avevo cominciato a leggere per le mie seghe quotidiane. In finale mi segavo mirando cazzoni che spruzzavano sborra sulla troia di turno e segandomi mi immaginavo di essere lei e non il padrone del cazzone. Sentivo molto di più le emozioni di quel volto ricoperto di sperma e avrei voluto provarle anche io.
Purtroppo per i miei ormoni, per le mie seghe, dovevo arrangiarmi nei ritagli di tempo perchè avevo sempre qualcuno a casa. Ma quando l’estate arrivava potevo uscire a cercare un posto dove sfogarmi. Fortuna mia abitavo vicino ad un fiume un po’ secco, quindi era possibile camminare lungo la riva piena di ciottoli e piena di cespugli e piante di fiume. Le uniche persone che avrei potuto incontrare erano pescatori o qualche avventuriero col cane per la passeggiata quotidiana. Durante le mie escursioni, avevo trovato un posto non molto facile da raggiungere; c’era da farsi strada tra una folta vegetazione per un paio di minuti. Piano piano le piante diminuivano e quasi al fiume c’era uno spiazzetto. Un posto perfetto se non fosse stata per l’autostrada che era giusto dall’altra parte del fiume. La strada era comunque cinque metri più alta e distante almeno venti da dove mi trovavo. Non mi impauriva, anzi, un po’ mi eccitava pensare che qualcuno sfrecciando potesse intravedermi. Le prime volte, ancora non sicuro del posto, con un giornaletto porno infilato nei pantaloni per metà e per metà sotto la maglia, arrivavo e mi segavo veloce col porno buttato a terra su una pagina a caso, poi lo raccoglievo e correvo via. Col tempo iniziava a piacermi andare la a segarmi e un giorno accadde che buttando a terra il giornale porno, la pagina che si apre mostra una tipa che si fa scopare sul bordo di una strada. L’immagine mi ricorda un po’ il posto dove sono e preso da una strana eccitazione mi porto al bordo del fiume e rivolto verso l’autosdrada, mi calo pantaloni e mutande fino alle caviglie e mi sparo una sega puntando il cazzo verso le macchine che passavano immaginando che mi vedessero. Ho schizzato il mio seme nel fiume in neanche un minuto, poi ripresomi di coscienza, come notando solo in quel momento che ero nudo per metà, mi son ritirato su i pantaloni di fretta e son corso via col cuore che mi batteva a mille per quello che avevo fatto.
Durante la notte quasi non chiudevo occhio ripensandoci. Decisi di farmi una sega con quel giornaletto porno ma mi resi conto che era rimasto al fiume quando me ne sono corso via e mi accontentai della mia immaginazione schizzandomi sulla pancia nel cuore della notte. Il giorno dopo decisi che me la sarei goduta di brutto nel mio posto segreto e tornato da scuola, con la scusa di andare a studiare in biblioteca, infilo di nascosto in cartella un asciugamano da spiaggia e scappo verso il fiume. Il giornale porno per fortuna era ancora li a terra. Lo raccolgo, mi guardo attorno per accertarmi della mia solitudine, stendo l’asciugamano e mi ci sdraio sopra; è una bella giornata e mi viene voglia di mettermi nudo, mi rendo conto che è bello sentire il vento carezzarmi le palle ed inoltre, il pensiero di essere visto dalle auto in corsa mi fa bagnare. Allora ormai sicuro che nessuno possa raggiungermi dove sono, mi siedo a gambe larghe ponendovi in mezzo il giornale porno e comincio a segarmi intenzionato a sborrarci sopra. Ogni tanto alzo lo sguardo verso le macchine che passano veloci sull’autostrada e mi sforzo di vedere se qualcuno, anche solo per un attimo, guarda nella mia direzione. Quando volto le pagine del porno vedo cazzoni e cazzoni che sborrano. Mi sento caldissimo e non penso neanche più a dove sono. E’ la voce di un uomo che ghiacciandomi mi riporta alla realtà. Resto paralizzato a fissare il nulla con la mano ancora stretta intorno al mio cazzo duro.
“Ciao bellezza. Che bella sorpresa trovarti da queste parti”. Mi volto per vedere chi fosse e un cazzone di almeno 20 cm quasi mi acceca con la sua cappellona. Il tizio, un uomo forse di una sessantina d’anni, aveva il cazzo in mano e tenendomelo puntato contro si segava lentamente a poco più di 10 centimetri dalla mia testa. Preso come ero dai miei pensieri non mi ero neanche accorto che qualcuno mi si fosse avvicinato così tanto. “Normalmente vengo qua a pescare, è un bel posto” cominciò a parlare l’uomo con naturalezza, continuando a puntarmi quell’arnese e muovendo il bacino un po’ in avanti per avvicinarmelo di più al viso. “Stamani ero passato di qua per controllare la zona e ho notato quel giornale porno. L’ho sfogliato un attimo ma dovevo tornare a casa per pranzo da mia moglie, così l’ho ributtato in terra per guardarlo durante le mie giornate di pesca. Quello sguardo veloce però mi aveva eccitato e ho deciso di tornare per vederlo con calma e magari segarmi un po’. Mi ero già tirato il cazzo fuori nel viottolo per venire qua ma appena sono arrivato mi hai lasciato di sasso. Stavo per girare ed andarmene mentre già avevo fatto sparire il cazzo nei calzoni, ma mi sono reso conto che eri talmente preso a fare la troia per tutti quelli sulla strada che non ti eri neanche accorto di me. Allora mi sono ripreso il cazzo in mano e mi sono avvicinato per vedere meglio che facevi. Non aver paura, non voglio farti male. Voglio solo segarmi insieme a te. Che c’è, fai la troia e non hai mai visto un cazzo vero?” dicendo questo smette di menarselo e togliendo la mano il suo cazzo saetta indietro verso la pancia e me lo mostra in tutto il suo splendore facendolo ondeggiare davanti ai miei occhi. Era un cazzone come quelli che vedevo nel giornale porno. Stava accadendo davvero? Il mio sguardo seguiva ipnotizzato la cappella dalla quale era uscita una goccia trasparente che ora stava scendendo percorrendo tutta l’asta fino a scomparire nella peluria delle palle. Senza riuscire a togliere gli occhi da quell’obelisco, in trance, come se mi rivolgessi al suo cazzo dico “In realtà no, solo su questo giornale e a dire il vero non ho neanche la ragazza e sono ver…” e in quell’attimo mi ammutolisco vergognandomi di quello che stavo per dire, ma rimango a bocca aperta ad ammirare le goccioline trasparenti che continuano a scendere e a lucidare il cazzo di quell’uomo mai visto prima.
Alle mie parole, in un lampo capisce subito la fortuna che gli è capitata e uno strano sorriso di amicizia si forma sul suo viso “Non ti vergognare. Alla tua età è normale essere, come dire, indecisi. Ma ho visto che sei portato per il sesso, sei fortunato ad avermi incontrato. Posso insegnarti un sacco di cose sai? Tu hai bisogno di una guida. Di uno che ti mostri chi sei. L’ho capito subito vedendoti tutto nudo alla vista di tutti col cazzo in mano. Non devi vergognarti se ti piacciono certe cose. Se non hai una ragazza che problema è. Magari a te piace il cazzo. Non hai smesso un attimo di fissare il mio. Perchè non provi a toccarlo per vedere che effetto ti fa. Non c’è niente di male, anzi, pensa che fortuna che hai ad averne trovato uno vero tutto da provare.” ancora con lo sguardo ipnotizzato allungo una mano verso quel palo di carne e lo stringo. Era bollente,durissimo e tutto bagnato. Toccarlo mi faceva sentire le guancie in fiamme. “Allora che ne dici, ti piace?” io non rispondevo, continuavo a carezzare e spalmare quel liquido che usciva da quel pezzo di carne, ormai con entrambe le mani per sentirlo meglio. “Hai ragione, solo con le mani non puoi giudicare. Prova ad assaggiarlo, leccalo come un gelato e assaggialo con la tua boccuccia. Succhiami via dalla cappella queste goccioline che non smettono di scendere da quanto mi ecciti. Leccalo bene tutto.” Tenere quel coso tra le mie mani mi piaceva davvero, non volevo smettere più di accarezzarlo. Quell’uomo poi col suo modo naturale di parlare mi aveva tranquillizzato, e comunque solo sentirlo in mano mi aveva fatto venire voglia di assaggiarlo e così, senza mollare il suo cazzo un attimo, lo guardo e gli chiedo: “devo metterlo in bocca?”. Era veramente troppo vederlo seduto ai miei piedi nudo, ancora rivolto verso la strada con le gambe larghe il porno in mezzo ed il cazzo ritto, la testa appena girata di lato che mi guardava dal basso verso l’alto col mio cazzo nel mezzo che teneva in mano quasi a venerarlo. “Certo altrimenti come fai a dirmi se ti piace o no se non lo assaggi”. Sentivo che avrei potuto fare di lui quello che volevo e ho avanzato quel che bastava per strusciare il cazzo sul suo viso mentre me lo impugnava stretto alla base. Doveva essere un bello spettacolo anche per i fortunati che vedevano la scena passando dalla strada. “Lo vedi che lo vuoi. Fai tanto il timido ma sei ancora qua nudo alla vista di tutti e non smetti di stringere e accarezzarmi il cazzo, dai apri la bocca, prova a fare come quella troia nel tuo giornale, con la strada un po’ più vicina sarebbe proprio uguale. Chissà che magari qualche camionista riesce davvero a vederti passando mentre sei seduto ai miei piedi che mi succhi il cazzo. Lo so che ti piace, ho capito subito che dentro sei una troia e che ti piace anche esibirti, hai solo bisogno che ti aiuti a lasciarti andare.” Ormai ero partito di testa ascoltando le sue parole e con quel cazzone che non smetteva di bagnarmi tutta la faccia strusciandosi da una guancia all’altra. Non ho resistito più, ho fatto come mi diceva, ho aperto la bocca e ho lasciato che mi scivolasse dentro. Gli ho succhiato la cappella come il più buono dei lecca lecca poi me lo sono tolto di bocca e gli ho detto. “Sapere che mi possono vedere mi fa sentire impaurito ed eccitato allo stesso tempo, ma avevi ragione, mi piace, grazie di avermi fatto provare il tuo bel cazzo” e senza pensarci su me lo sono rimesso in bocca. “Brava la mia puttanella, è bastato proprio poco, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto, hai solo bisogno di una mano ma adesso ci sono io che ti aiuto. Ti faccio diventare la mia troia personale. Il mio giocattolo del piacere. Adesso ci sono io che ti insegnerò tante belle cose e a godere nel far godere. Tu sei fatto per questo, sei troia dentro e te lo dimostrerò. Come prima lezione imparerai a farti usare la bocca da un cazzo qualsiasi tipo il mio come se fosse una fica e a succhiarlo fino a berne tutta la sborra. Alle troie come te capita spesso quindi è bene che ti abitui al sapore, ma a giudicare da come mi stai leccando via tutta la presborra sono sicuro che ti piacerà anche quella.” quindi mi afferra la testa e comincia a scoparmi la bocca lentamente cercando di infilare più cazzo possibile ad ogni affondo. “per essere la prima volta non te la cavi male, farai contenti un sacco di cazzi con questa gola profonda che hai. Se avessi più tempo te lo farei ingoiare fino alle palle ma mi hai eccitato troppo e sto per sborrare. Avremo tempo per farti imparare ad ingoiare un cazzo per intero, adesso mi voglio godere la tua prima sborrata in bocca” detto questo mi allontana dal suo cazzo dicendo “svelto tira fuori la lingua!” eseguo rapido e lui ci appoggia la cappella ordinandomi di segarlo senza mai perdere il contatto con la lingua. Quindi incrocia le mani dietro la testa rilassato lasciando a me il compito di farlo sborrare, “ecco così bravo, voglio schizzartela tutta in bocca, stai attento a non perderne neanche una goccia e non ingoiare finchè non te lo dico. Devi assaporarla bene la tua prima sborrata in bocca. Dovresti ringraziarmi per queste cose che ti insegno, potresti addirittura chiamarmi professore. Anzi da oggi per te io sarò il professore e tu per me sarai Michelina. E’ deciso, con questa sborrata io ti battezzo Michelina la maialina.” I primi schizzi sono usciti proprio mentre finiva la frase gridando Michelina la maialina, ed ha continuato a schizzare sborra fino a riempirmi la bocca quasi a colarmi dai lati, non è stato facile neanche tirarla tutta dentro senza che uno schizzo mi finisse per sbaglio sul viso. Un vero battesimo da troia. Son rimasto ad aspettare con la bocca aperta piena di sborra e la cappella appoggiata alla lingua fino a che contento mi ha detto: “Adesso chiudi la bocca, assapora bene la mia sborra, ingoia e ringraziami Michelina.” Chiudo la bocca che quasi la sborra mi esce dai lati ormai mischiata anche alla saliva, la sento vischiosa sulla lingua e sul palato, a piccoli sorsi la mando giù assaporandola come mi era stato chiesto e rispondo “Grazie professore, mi è piaciuto molto il suo cazzo e anche la sua sborra, sono pronto ad imparare tutto quello che vuole insegnarmi.” “brava la mia troietta apprendista, vedo che impari in fretta, bene che mi dai del lei, ma basta parlare al maschile. Con me sei Michelina e devi rivolgerti a me come se fossi una troia, sei portata per farlo, vedrai che col tempo ti verrà naturale. Devo anche dirti che sei stata fortunata fino in fondo perchè hai avuto anche uno spettatore. Presa come eri dal mio cazzo, non ti sei accorta che quel camion la di fronte è fermo da un pezzo. Ho notato che si è fermato per pisciare e che ci ha visti. Secondo me si è fatto una sega anche lui guardandoti mentre mi succhiavi o forse si sta ancora masturbando, è ancora seduto nella cabina che ci guarda. Fai vedere quanto sei brava, impara a finire di fare i pompini, puliscimi bene la cappella dalle ultime gocce di sborra, succhia via tutto da brava troia. Devi lasciare il cazzo lucido quando fai un pompino, lo devi succhiare e leccare come se volessi non finisse mai di spillare sborra” sapendo ora del tizio nel camion mi vergognavo un po’ ma ho comunque rimesso in bocca il cazzo del professore per ripulirlo dagli ultimi residui di sborra. “brava la mia troia ubbidiente. Adesso continuiamo la lezione di esibizione. Voglio che continui cosa stavi facendo prima che arrivassi, ti devi fare una sega mentre quello nel camion ti guarda ma lo fai col mio cazzo in bocca e voglio anche che ti sborri in mano. Poi un po alla volta la metti sul mio cazzo e la lecchi via.” Faccio come mi dice, mi rimetto il suo cazzo in bocca e riprendo a segarmi consapevole che una persona mi stava guardando. Il solo pensiero di quello che stavo facendo mi ha fatto sborrare in un attimo, sono bastati pochi movimenti che la mia mano si e riempita di sborra calda. “Sei proprio una maialina Michelina, ti eccita così tanto farti vedere da quel camionista quanto sei troia, che hai goduto subito. Addesso fagli vedere quanto ti piace la sborra. Usa il mio cazzo per leccarla via.” Ora che ho sborrato non riesco ad alzare lo sguardo verso il camion per la vergogna, ma non posso disubbidire al mio professore. Avvicino quindi la mano piena di sborra al suo cazzo e ci inzuppo la cappella dentro poi la succhio leccando via la mia stessa sborra. Ripeto l’operazione varie volte cercando di ripulire via tutta la sborra dalla mia mano. Il cazzo del professore ovviamente non è rimasto immobile e ogni ciucciata per ripulirlo della mia sborra me lo faceva crescere in bocca sempre di più. “Me lo hai fatto tornare duro da quanto ti piace leccare il cazzo Michelina. E lo sai cosa deve fare una troia come te quando vede un cazzo duro? Deve svuotargli le palle!” Detto questo finisce di pulirmi la mano dalla sborra col suo cazzo e me lo rificca in bocca più in fondo che può. “Adesso ti scopo questa fica che ti trovi al posto della bocca e ti scarico tutto diretto in gola.’ Senza neanche darmi il tempo di reagire mi afferra la testa e la usa come se neanche esistessi. Mi sta leteralmente scopando in bocca. Lo sfila e lo riaffonda sempre di più. Lo sento farsi strada nella mia gola ad ogni affondo. La sborrata di prima gli ha dato resistenza e piano piano è riucito ad infilarmi tutto il cazzo in gola bloccandomi la testa col naso schiacciato sulla sua pancia. “Ecco Michelina così, tutto in bocca. Sei la mia studente modello, impari proprio in fretta”. Detto questo riprende a pistonarmi la gola non curante delle mie lacrime e della eccessiva salivazione. Dalla strada intanto cominciavano a farsi sentire i primi colpi di clacson delle macchine che passavano vedendoci, e anche il camionista strombazzava col suo camion. “Brava michelina, all’inizio è un po’ dura mi immagino, ma vedrai che col mio aiuto imparerai ad usare la gola come una fica e il culo meglio di una troia. Ti farò imparare a godere nella vergogna di essere vista per quello che sei, una troia. Stai già facendo contenta un sacco di gente la sulla strada. Non puoi vedere ma il camionista adesso è fuori che guarda toccandosi il pacco.” Col professore che continuava a sbattermi le tonsille ho potuto solo girare lo sguardo, ma è bastato per vedere il camionista sul ciglio della strada che coperto dal suo camion si segava guardandoci. A quel punto una scossa dal cervello è scesa fino al mio cazzo ancora moscio dalla sborrata precedente e ho fatto appena in tempo a metterci la mano sotto che la sborra ha cominciato ad uscire senza che neanche mi toccassi. La mia mano era di nuovo piena di sborra e a quella scena il professore si è talmente eccitato che ha cominciato a scoparmi la gola velocissimo, poi con un grido mi ha piantato in gola tutto il cazzo, ho sentito che si ingrossava ancora di più ed ha cominciato a schizzare diretto nel mio stomaco. Potevo distinguere ogni schizzo dalle pulsazioni del cazzo nella mia gola. 7 schizzi tutti nello stomaco, poi lo ha sfilato fino a lasciarmi in bocca solo la cappella avvolta dalle mie labbra per farmi gustare gli ultimi due che mi si sono fermati sulla lingua. Sapevo già cosa dovevo fare ed ho continuato a mungere, succhiare e bere sborra da quel cazzo fino a che non usciva più niente. Infine senza smettere di maneggiargli il cazzo, mi sono portata alla bocca la mano che teneva la mia seconda sborrata e l’ho leccata via tutta dicendogli “grazie professore”. “Di niente Michelina, sono molto contento che mi hai ascoltata, avevo ragione a dire che alla fine ti sarebbe piaciuto. Per oggi la lezione termina qui. Io devo andare ma domani alle tre sono qua a pescare. Se ti va ho tante cose ancora da insegnarti. Oggi sei stata bravissima e sono sicuro che se vuoi e se mi ascolti imparerai tante belle cose. Buona giornata Michelina, spero che passi di qua domani.” Detto questo se ne va sparendo tra i cespugli lasciandomi seduto a terra come mi aveva trovato. Son rimasto li così nudo ancora per un po’ avvolto tra mille pensieri. Il suono delle trombe del camion che se ne andava mi risveglia dal mio torpore e guardando il camionista che se ne va salutandomi con la mano dal finestrino, raccolgo i vestiti, mi ricompongo e torno a casa col sapore di sborra che ancora mi riempe la bocca.
La giornata a scuola oggi sembrava mai finire. Mi sono svegliato che ancora non capivo se ciò che mi era successo il giorno prima al fiume fosse vero o meno. Per tutta la mattina non ho fatto altro che pensare a quel cazzo luccicoso del professore. Avevo un po’ paura per quello a cui sarei stato sottoposto a fare ripensando a tutte le cose che mi aveva detto, ma non vedevo l’ora che la scuola finisse. Tornato a casa mi faccio una bella doccia e con la solita scusa prendo il mio zaino e mi dirigo verso il fiume. Il professore era già la che mi aspettava, seduto su uno sgabellino di legno da pescatore a fissare il sughero nell’acqua della sua canna da pesca. “Buongiorno professore, sono tornata.” Alle mie parole si volta con un sorriso sentendomi parlare al femminile e si alza venendomi incontro. “Ecco la mia Michelina. Sei tornata per le lezioni?” non mi lascia neanche il tempo di rispondere che prosegue dicendo “Immagino proprio di si. Una maialina come te non vede l’ora di essere istruita. Cominciamo subito allora. Iniziamo con le buone maniere, devi imparare a salutarmi come si deve. Quando mi vedi ti devi inginocchiare ai miei piedi, me lo tiri fuori e tenendolo in mano mi guardi e mi saluti. Quindi decidi se leccare, baciare o succhiare per un attimo il mio cazzo, lo fai e saluti anche lui. Poi mi rinfili il cazzo nei pantaloni e ti rialzi con naturalezza, come se ci fossimo stretti la mano. Avanti Michelina non perdiamo tempo con queste cose, in ginocchio e risalutami come si deve.” Sensa fiatare mi abbasso gli tiro fuori il cazzo e impugnandolo gli dico “Buongiorno professore” poi decido di succhiarlo un po’ e saluto anche il cazzo “Buongiorno signor cazzo”, quindi glielo rimetto nei calzoni e mi rialzo in piedi. “Adesso va meglio, ma non scordartelo mai. Ogni lezione che ti do’ è come legge per te e devi seguirla alla lettera. Ora spogliati, oggi imparerai ad usare il culo. Ho portato una crema per aiutarti a sentire meno dolore perchè il tuo buchetto è ancora vergine e voglio godermelo per bene, ma ricorda di ringraziarmi quando senti che ti sbatto le palle contro le chiappe. Per te deve essere un onore farmi infilare tutto il cazzo dentro al tuo culo vergine. Sensa di me chissa per quanto tempo avresti continuato a farti seghe solitarie. Invece grazie a me stai imparando un sacco di cose Michelina, ieri ti ho insegnato che la tua bocca è come una fica e oggi ti aprirò il culo per farti sentire quanto ti piace. Lo so che è così è per questo che sei tornata. Anche ieri non ci credevi che ti sarebbe piaciuto e ora sei qui.” Nel mentre che mi parla mi spoglio e vedo che anche lui si è tolto i pantaloni rimanendo nudo dalla vita in giu. Mi sta guardando ed aspetta qualcosa da me. Non capisco cosa vuole ma immagino sia meglio non farlo arrabbiare quindi mi avvicino, mi inginocchio ai suoi piedi e cominciando a massaggiargli dolcemente il cazzo con le mani gli dico “Mi scusi professore ma ancora deve essere paziente e dirmi molte cose. Sono qui per impararare e farò qualsiasi cosa mi dica per farle piacere e non farla arrabbiare. Intando mi permetto di succhiarle il cazzo mentre aspetto di sapere da lei cosa desideri che faccio.” Detto questo me lo caccio in bocca e comincio a succhiarlo meglio che posso per farmelo crescere in bocca. ‘Brava Michelina. Fai bene a chiedere al tuo professore. Quando non sai come comportarti con uno che ha il cazzo fuori a pochi passi da te, la meglio cosa che puoi fare è prenderglielo in mano o cominciare direttamente a fargli un pompino. Le troie fanno così, appena vedono un cazzo ci si buttano sopra e tu, da brava maialina devi imparare a far vedere che non sai resistere al cazzo. Quando sei in un bagno pubblico e pisci di fianco a qualcuno, devi fargli capire che sei una maialina e dopo che ha pisciato gli svuoti anche le palle. Non voglio che ti limiti al mio cazzo, devi imparare a fare la maialina anche in giro quando non ci sono e poi mi racconti. Anche questo fa parte del tuoi insegnamento. Non vorrai mica fare la troia col mio cazzo solamente. Hai capito michelina? Se non vuoi smettiamo subito le lezioni perchè sarebbe inutile una troia che lo è solo con un cazzo.” sentendo quelle parole un brivido mi ghiaccia la schiena. Sapevo che tornando il professore mi avrebbe continuato ad usare per il suo piacere ma non mi sarei certo aspettato che mi chiedesse di fare quelle cose anche da solo con altri sconosciuti. Eppure mi stava mettendo davanti ad un ultimatum, o facevo quello che voleva o mi sarei potuto scordare anche del suo bel cazzo che in questo momento mi stavo gustando sentendolo ormai duro dentro la mia bocca. “certo professore. Farò tutto quello che vuole, imparerò ad essere troia come mi vuole e a svuotare le palle di chiunque lo voglia. Mi insegni a tirare fuori la maialina che è dentro di me.” In quel momento volevo solo continuare a gustarmi quel cazzo che mi aveva ipnotizzato dal giorno prima e che intanto mi ero rimesso a succhiare di foga, infilandomelo tutto in gola come mi aveva insegnato. Non mi importava quello che avevo detto perchè tanto quando sarei stato solo non avrebbe potuto vedere quello che facevo. “Molto bene Michelina. Vedrai che ti verrà naturale succhiare il cazzo anche al tuo vicino da quanto ne avrai voglia. Continua così, insalivamelo bene che poi te lo sbatto dentro al culo fino ai coglioni.” Intanto con le dita aveva cominciato a spargermi di crema il buco del culo. Col medio sentivo che mi faceva una leggera pressione roteando intorno al buchino e piano piano me lo ha messo dentro fino alla nocca facendomi strozzare un grido intorno al suo cazzo. “Tranquilla Michelina è solo un dito. Tu continua a succhiare che ancora non sei brava a prenderlo tutto in gola. Voglio sentirmi il cazzo che ti scivola libero giu in gola e cerca di non farti uscire gli occhi di fuori. Cosa sono tutte quelle lacrime se ti avessi fatta truccare da troia adesso si sarebbe sciupato via tutto. Succhia e non mi distrarre. Adesso è come se fossi in classe a lezione. Sono il tuo profesorre ti sei dimenticata? Devo ancora infilare altre due dita altrimenti quando mai ci passa il mio cazzo dentro questo buchino vergine!” detto questo mi infila a forza nel culo anche l’anulare e con l’altra mano mi prende per i capelli dettando alla mia testa la velocità di movimento. “hai da imparare tanto ancora Michelina, riesci a malapena a succhiarmi metà cazzo se ti mando veloce.” mi stava proprio umiliando ed in più ora le dita nel mio povero culo erano diventate tre e non smetteva di muoverle e rigirarmele dentro cercando di plasmare il mio buco a misura per il suo cazzo. Il suono di un ramo che si spezza ci blocca entrambi così come siamo. Non riesco a vedere dietro di me per come sono messo ma è la voce di un uomo che dice “Scusate disturbo?”. Volevo alzarmi e voltarmi ma il professore mi teneva per i capelli con il cazzo infilato in bocca e continuava ad allargarmi il buco con le dita rispondendo tranquillamente all’altro uomo. “Dipende se sei qui per interrompere o per aiutare. Ieri ho incontrato questa maialina qua al fiume che si faceva le seghe e appena lo ho mostrato il cazzo mi ha chiesto se potevo insegnarle ad usarlo come una troia. Come vedi è ancora alle prime armi ma se la cava bene, con un po’ di fatica riesco già ad infilerle tutto il cazzo giù per le tosille. Oggi è tornata per farsi aprire il culo, ma un aiuto non mi dispiacerebbe. Come vedi son qua tutto piegato che cerco di aprirle il culo con le dita e di insegnarle meglio a succhiare il cazzo. Magari potresti farti succhiare il cazzo te mentre io posso dedicarmi più comodamente ad allargare il culo a questa troia. Prima mi ha detto che avrebbe succhiato il cazzo a chiunque per imparare ad essere sempre più troia, capiti proprio a proposito direi, così la mia Michelina può farmi vedere come segue i miei insegnamenti. Avanti Michelina, staccati un po’ dal mio cazzo e saluta il signore come ti ho insegnato prima. Le guancie mi stavano andando in fiamme e quasi tremavo dalla paura. Il professore mi ha sfilato il cazzo di bocca tirandomi per i capelli e con le dita infilate nel culo mi aiuta ad alzarmi e mi gira verso lo sconosciuto. Guardando l’uomo mi irrigidisco tutto e il mio culo si stringe intorno alle dite del professore che fa una smorfia. “che ti succede Michelina, non vuoi più farmi vedere come sei brava a seguire i miei insegnamenti? che ti succede? perchè ti sei paralizzata?”. Il respiro dopo qualche attimo mi torna, e con voce fioca gli dico che conosco quelluomo. “E’ il bidello della mia scuola!” gli dico. “Michelina sei la persona più fortunata che conosco. Prima hai trovato un cazzo tutto per te da gustarti al fiume e adesso hai la possibilità di averne un altro anche a scuola. Il Professore al fiume nel pomeriggio e il Bidello a scuola la mattina hahaha! Avanti salutalo e chiedigli se per favore si fa fare un pompino e se continua ad usarti anche a scuola.” detto questo mi sfila le dita dal culo e mi da uno sculoccione spingendomi verso l’altro. Tremavo tutto ma mi sentivo succube di quella situazione e del professore. Avrei potuto riprendermi i vestiti ed andarmene, ma non ci riuscivo e forse il professore aveva ragione. Dentro di me c’era qualcosa che stava cercando di uscire e mi stava paralizzando li. “Veloce Michelina! Tanto ormai sei sputtanata perchè ti ha già vista come ti piace il cazzo così, se per caso ti fosse venuto in mente di prendermi in giro e avere solo il mio di cazzo, adesso ci sarà anche lui a fare in modo che non te ne manchino.” a quelle parole le mie ginocchie si sono piegate, sapendo che era vero che ero sputtanato perchè ormai mi aveva visto tutto preso a succhiare il cazzo del professore, chissa da quanto tempo ci spiava da dietro i cespugli. Così con le mani tremanti gli ho tirato fuori un cazzo che già moscio non mi bastava una mano a tenerlo e gli ho detto “Salve signor Bidello. Non ci siamo mai presentati come si deve. Io sono Michelina e mi farebbe molto contenta se si lasciasse succhiare il cazzo per aiutare il professore ad allargarmi il culo. Poi dato che ci vediamo tutti i giorni a scuola, potrebbe aiutare il professore ad insegnarmi a fare la troia usandomi tutti i giorni per godere dei miei buchi.” Non riuscivo più a guardarlo dopo quello che gli avevo appena detto e senza neanche aspettare una sua risposta, per non guardarlo, mi metto in bocca il suo salciccione che sembrava anche più grande di quello del professore e comincio a fargli un pompino. “Accidenti! Stai imparando bene. Sembra che per te non ci sia niente di più buono al mondo di un bel cazzo. Neanche hai aspettato che ti rispondessi. Ma certo che te lo faccio succhiare. Ho intenzione di svuotarmi in questa boccuccia tutti i giorni e visto che ti piace tanto il cazzo, ti presenterò anche agli altri bidelli così avrai sempre un cazzo pronto per tenere allenati i tuoi buchi. Da brava maialina svuoterai le palle a tutti i cazzi che io e il professore ti diremo di succhiare o infilarti nel culo. Giusto professore?” anche il bidello, grazie soprattutto al pompino che gli stavo facendo, si stava lasciando andare ed era entrato nella parte parlando al professore come se fossero daccordo; quindi il professore regge il gioco e ribatte “Visto che fortuna Michelina? Anche il bidello vuole aiutarti a lasciarti andare. Fossi rimasto da solo avresti provato anche a prendermi in giro di sicuro facendomi durare il doppio della fatica. Grazie al destino che ti vuole troia invece, adesso il bidello mi aiuterà a farti capire quanto ti piace il cazzo.”
“Fortuna e destino in un certo senso” disse il bidello al professore iniziando a discutere come se non esistessi “in realtà non sono passato per caso. Mio cugino di lavoro fa il camionista e ieri sera, mi ha telefenato dicendomi che passando da queste parti aveva visto una troia che si esibiva a succhiare cazzi lungo il fiume. Dalle sue spiegazioni ho capito che il posto doveva essere qua vicino e quando sono arrivato eri qua solo che pescavi. Mi sono nascosto tra gli arbusti ad aspettare gli eventi e per fortuna dopo poco e arrivata la troia. Mi sono gustato per bene tutta la lezione fino a che ho capito che avrei potutto farmi svuotare le palle anche io. Devo dire che impara in fretta. Non sapendo cosa fare si è subito messa a farmi un bocchino come gli hai appena insegnato. Sei proprio una studente modello michelina. Dovebbero essere tutte volenterose ad apprendere come te a scuola. Sarà un piacere insegnarti a prendere nel culo tutto il mio cazzone. E appena ha un paio di giorni liberi, ti lascio a mio cugino, gli ho promesso che se trovavo il posto gli dicevo come venire. Sarà contento di poterti avere come dono piuttosto che venire fin qua. Di sicuro sei già nota su tutti i cb dei camionisti che ha incontrato.” Io continuavo a succhiare rosso dalla vergona più per le parole che mi diceva piuttosto che per quello che facevo, visto che stava passando in secondo piano nonostante il cazzo del bidello sembrava non volesse smettere di crescere nella mia bocca. “Non ci posso credere” disse il professore “l’unico camionista che si è fermato aveva un parente che conosceva questo posto. E vuoi dirmi che non era destino? Vieni Michelina rimettiamoci in riva al fiume così ti fai conoscere meglio dagli amici caminiosti. Di sicuro qualcuno che ha sentito la storia sul cb se ripassa di qua butta un occhio da queste parti per godersi anche lui dello spettacolo. Mica vuoi deludere i tuoi ammiratori Michelina!” e senza aspettare risposta mi infila di botto nel culo due dita e piegandole ad uncino mi tira a se cercando di farmi indietreggiare. Col cazzo del bidello ancora in bocca istintivamente mi piego ancora di più per l’intrusione inaspettata. La nuova posizione fa scivolare meglio il cazzo del bidello dentro la mia gola e lui non si fa perdere l’occasione; sentendo che il cazzo stava finalmente varcandomi l’ugola, si mette un po’ in punta di piedi trovando l’angolazione giusta e, spingendo comincia a farsi strada lentamente nella mia gola. Tutte quelle manovre stavano facendomi perdere l’equilibrio e ho cominciato a indietreggiare velocemente, tirato dalle dita ad uncino del professore e spinto dal cazzo del bidello che mi seguiva e mi entrava sempre di più gola tenendomi ferma la testa con le mani. In un attimo ci siamo ritrovati così: il professore seduto sullo sgabello che mi sorreggeva con le dita ben piantate in culo, io che praticamente mi ero impalato da solo con la spinta indietro e impossibilitato a cambiare angolazione dal cazzo del bidello che mi era scivolato tutto giù per l’esofago. Mi pareva di averlo fin dentro lo stomaco! C’è voluto qualche attimo a tutti e tre per riacquistare l’equilibrio perduto, poi il bidello ha cominciato a sfilarsi dalla mia gola lentamente, facendomi percepire ogni centimetro di quel cazzo che mi aveva letteralmente sfondato l’esofago. Vedendo quel palo uscirmi di bocca il professore mi toglie le dita dal culo, ne mette quattro a cono e comincia a spignerle dentro. “Guarda che cazzo che ti sei ingoiata! Te l’ho detto che ci sei portata. Certo ancora hai bisogno di aiuto, infatti se il bidello non avesse partecipato da sola non ci saresti riuscita ed io, se ti avessi infilato subito queste quattro dita a cono dentro al culo, ora per la caduta ti saresti ritrovato con la mia mano dentro. Una fortuna dietro un altra. Allora facciamo così Michelina. Avevo deciso di sverginarti io ma posso cedere il posto anche al bidello. Adesso ti darò una moneta, tu la lanci e se esce testa ti inculo prima io altrimenti ti incula prima il cazzone del bidello. Ho visto che ti piace sai. Diglielo che ti piace.” Ormai avrei detto e fatto qualsiasi cosa volevano. Ero di nuovo come il giorno prima in riva al fiume e stavolta avrei dato spettacolo con due cazzi e a persone consapevoli che passando mi avrebbero trovato li a fare la troia. Ammirando il cazzo del bidello che era veramente più grande e lungo di quello del professore dico “che bel cazzo che ha signor Bidello. Non ci credo che me lo ha messo tutto in gola. Ma quanto è grande? sembra il mio braccio!” Con un sorriso a trentadue denti il bidello mi dice “26cm tutti per te Michelina. Vedrai come ti faccio divertire tutti i giorni. Non potevi trovare cazzi migliori dei nostri per imparare ad essere una troia. Non capita a tutte questa fortuna.” Intanto il professore continuava con la sua mano a torturarmi il culo e con l’altra mi porgeva la moneta. “Vediamo cosa sceglie per te il destino Michelina” Prendo la moneta dalle mani del professore e senza neanche guardarla la lancio in aria e la lascio cadere a terra. Tutti e tre ci pieghiamo quasi tuffandoci su di essa per vederne il risultato. Io resto piegato a fissarla. Il professore mi sfila la mano dal culo, porge il tubetto di crema al bidello e si scambia di posizione con lui, poi mi prende la testa e mi rende il suo cazzo da succhiare. “Intanto che mi godo i 26cm di cazzo del bidello che ti spariscono piano nel culo, continuo a insegnarti come si fanno i pompini e mi svuoti le palle, così anche se sarò il secondo ad usare il tuo culo mi ci divertirò più a lungo. Comincia a concentrarti sul mio cazzo e lascia che il bidello ti rompa il culo. Se il destino ha voluto che il suo fosse il primo cazzo ad entrarti nel culo dovresti essere onorata e riconoscente. Anzi chiediglielo per favore come farebbe una vera maialina desiderosa di cazzo.” Ero già con la bocca che circondavo la cappella del professore sperando che succedesse tutto molto in fretta, quando il professore con le sue parole mi costringe a rimanere presente. Qundi mi volto verso il bidello continuando ad impungnare il cazzo del professore con una mano e gli dico “signor bidello per favore, potrebbe usare il suo bel cazzo per rompere il mio culo vergine? sarebbe un onore per me, un cazzo lungo come il suo può aprirmi il culo come deve essere aperto il culo di una troia. Per favore mi inculi signor Bidello, mi rompa il culo e potrà usarlo quando vuole.” mentre gli parlavo mi muovevo indietro per farmi accarezzare il culo dal suo cazzo duro. Lo sentivo caldo e massiccio e mi impauriva, ma le mie parole avevano fatto effetto. Il bidello si era già spalmato il cazzo abbondantemente di crema e ne aveva spruzzata un altra po sul mio buchetto quindi ci ha appoggiato la cappella. “Adesso ti accontento subito. Ti apro il culo come a una troia. Prendi in bocca il cazzo al professore che non voglio sentrirti urlare o te lo infilo dentro tutto di un colpo.” Neanche il tempo di muovermi che già il professore mi aveva infilato il cazzo in bocca come fosse una fica. Dietro sentivo la cappella del bidello che grazie a tutta la crema e alla mano del professore che fino a poco prima mi allargava, cominciava a farsi strada. Sentivo quel cazzo che premeva senza tregua, fino a far cedere i muscoli del mio buchetto, per farsi spazio con quella cappella seguita da un tronco senza fine. Mi sembrava che una lama rovente mi stesse entrando su per il culo. Volevo gridare ma se lo facevo mi avrebbe fatto ancora più male. Con grande piacere del professore quindi, mi sfogavo sul suo cazzo, che massaggiavo coi mugolii che facevo per non gridare sentendo il cazzo del bidello che avanzava. Ogni tanto lo tirava fuori per spalmarsi piu crema e cercare poi di spingerlo sempre più a fondo. “Ci siamo quasi Michelina ne è entrata la metà, adesso dovresti aiutarmi però se non vuoi che ti faccio male. Prenditi le chiappe con le mani e allargale, poi rilassa i muscoli del culo e vieni verso di me mentre io spingo.” Faccio come mi dice e con le mani mi allargo il culo. Adesso sono retto in equilibrio solo dal cazzo del professore che tengo tra le labbra e dalle sue mani che mi avvolgono la testa per aiutarsi a scoparmi meglio la gola. “Forza Michelina spingi che ci sei quasi fatti impalare e rilassa un po’ le tonsille che devo passare anche io!”. Mi stavo facendo impalare da due cazzoni avanti e dietro, appena ho rilassato la gola e i muscoli del culo li ho sentiti che scivolavano dentro me come se si volessero unire. In un attimo, mi sono ritrovato col naso che sbatteva sulla pancia del professore che felice ha continuato a spingere, fino a farmi finire di impalare sul cazzone del bidello. Ero impalato di nuovo fino allo stomaco dal cazzo del bidello, ma stavolta dalla parte del culo. Appena ho sentito le mie chiappe che toccavano le sue, la mia immagine impalato all’inverosimile da due cazzoni mi è passata per la mente e una scossa è arrivata al mio cazzetto completamente moscio e un pò ritirato. Ho sentito che niente avrebbe fermato, la sborrata provocata dalle senzazioni indescrivibili che quei due cazzi completamente piantati dentro mi stavano dando. Ho tolto le mani dalle mie chiappe e le ho messe sotto al mio cazzo che senza toccarlo stava schizzando giù sborra. Pensavo di non smettere più di godere, dalla mia gola usciva un suono roco di godimento, il culo si strizzava intorno al cazzo del bidello e io ho cominciato a spingere ancora di più verso di lui e a muoverlo, per gustarmi ancora e ancora quelle sensazioni che quel cazzo mi dava toccandomi in dei punti impensabili. “Professore aveva ragione, questa per il cazzo ci è portata. Mi sta facendo un pompino col culo come una troia a orgasmi multipli; e abbiamo appena cominciato!” E’ stato l’orgasmo più lungo e potente della mia vita, mi ci è voluto un po’ a calmarmi. Appena ci sono riuscito mi sono sfilato il cazzo di gola del Professore ed ho cominciato ad usarlo per leccarmi via la sborra dalle meni comi mi era stato detto il giorno prima. “Grazie professore per insegnarmi tante cose, sono contento che è paziente con me. Adesso appena il bidello avrà finito di fare il suo comodo col mio buchetto, anche lei ne potrà godere come merita. Intanto mi sborri in bocca per favore, che la mia me l’ha gia fatta ripulire tutta via dalle mani. Poi, continuo a segarlo con le mani ancora un po’ sborrose mentre mi rivolgo al bidello “Grazie signor bidello per avermi sfondato il culo. Mi ha fatto male ma ho goduto tanto, non lo toglierei più di dentro adesso che me lo ha fatto provare. La prego continui ad usarlo come vuole e mi faccia godere ancora. Sono una maialina a cui piace il cazzo. E’ un onore imparare e farmi usare da voi due, grazie che avete scelto i miei buchi per scaricare i vostri cazzoni. Sarò lieto di fare quello che mi dice anche a scuola per farle piacere.” detto questo, mi volto ancora verso il cazzo del professore che in due giorni aveva già trasformato la mia vita e lo ingoio tutto in un colpo solo. Mi meraviglio di me stesso per come ci sono riuscito facilmente, quindi ripeto l’operazione più volte, facendo vedere al professore quanto mi impegnassi per imparare, poi lo lascio libero di usare la mia gola come fosse una fica. Intanto dietro il bidello aveva cominciato a farmi scorrere avanti e indietro il suo cazzone nelle budella, e ad ogni affondo lo rimetteva dentro tutto sbattendomi le palle contro le mia e dicendomi che tutto il suo cazzo nel culo nemmeno le puttane lo vogliono. “Ti farò venire un tunnel al posto del culo a forza di incularti tutte le mattine a scuola. Guarda già come lo prendi bene tutto” e mentre diceva questo lo tirava fuori mi sputava sul buco che sentivo oscenamente aperto e lo ripigiava giu fino alle palle. Mi faceva impazzire sentirlo mentre mi lasciava il culo vuoto, a prendere aria e farlo richiudere un po’ per poi forzato di nuovo. Stavo godendomi queste senzazioni quando si ferma a parlare col Professore. “Chi stai salutando?” gli chiede facendo incuriosire anche me che vedevo solo i peli del pube del professore e il suo cazzo che mi scivolava in bocca. “Saluto i fan della troia. Sta già avendo successo mi sa. La sulla strada c’è un camion diverso da quello di ieri e sono scesi due tipi. O sono amici di tuoi cugino o lo hanno sentito raccontare di ieri alla radio. Comunque come puoi ben vedere, uno dei due ha in mano qualcosa che sembra una macchina fotografica con un grande obbiettivo, quindi visto che è un bel po’ che ci stanno guardando e facendo foto ho pensato di salutare. Saluta anche tu Michelina, in fondo sono qua per te. Togliti un attimo il cazzo del bidello dal culo e inginocchiati in mezzo a noi guardando verso la strada e saluta. Brava Michelina approfo per insegnarti ancora un altro po’ di esibizionismo, visto che quello di ieri ti ha fruttato un cazzo di 26cm. Pensa che riesce per davvero a fotografarti e mettiti in posa come farebbe una troia mangiacazzi. Prendi un cazzo per mano avvicinali al viso e guarda verso la strada ridendo. Brava ora metti in bocca la cappella del bidello e poi la mia. Ora appoggia cappella contro cappella e apri la bocca per leccarle entrambe. Brava così non smettere di guardare verso la strada. Adesso fai vedere come ti fai sparire i cazzi in bocca, comincia dal mio. Brava Michelina lascia andare la troia che hai dentro. Rifallo di nuovo tutto fuori e tutto dentro, lasciati colare la saliva mentre ti sfili il cazzo di gola e guarda verso la strada ridendo. Brava succhia più che puoi il cazzo del bidello adesso. Fai vedere che non ti spaventano i cazzi grossi. Forza Michelina più decisa, riprova ancora una volta che mancava poco, insalivalo bene tutto. Brava ecco che entra tutto, visto che ce la fai se ti impegni, sei la mia studente preferita, diventerai la serva del cazzo per eccellenza. Adesso toglitelo di bocca e fatti inculare in un colpo solo. Stai facendo un ottimo lavoro Michelina ne sono convinto. Il tizio non la smette di fare foto, speriamo di vederle prima o poi, magari su un giornale porno in edicola. Su fai vedere come ti fai sbattere dal cazzone del bidello.” Eseguo alla lettera tutto quello che il Professore mi dice e mi sento sempre più eccitato sapendo di essere visto e di essere addirittura fotografato. Sono proprio un esibizionista e sto lasciando che mi fotografino mentre il Bidello mi pistona il culo con tutto il suo cazzone. Il professore ne approfitta per riprendere a scoparmi le tonsille più veloce chè può, poi lo sfila fuori e mi dice di spalancare la bocca. Ormai ho imparato, glielo prendo in mano e segandolo attendo gli schizzi che non tardano a venire. Non è facile farmi centrare la bocca, perchè il bidello non smette di farmi entrare e uscire tutto il cazzo dal culo per fare vedere bene che troia che sono a quelli sulla strada. Il professore sembra non voler smettere di sborrare, la mia faccia cola sborra e la sua cappella, che dopo i primi schizzi ho appoggiato sulla lingua da brava maialina, non smette di pulsare e fare uscire sborra che mi finisce in bocca. Appena si calma, con cura usa il cazzo per ripulirmi il viso dalla sua sborra e farmela leccare via, poi me lo rende da succhiare e continua a scoparmi la bocca. “Non smettere di succhiarmi, devi mantenermi il cazzo in tiro che appena il bidello ha finito devi farmi divertire col tuo culo anche a me.” Il bidello intanto aveva smesso di preoccuparsi delle foto e sembrava volesse farmi uscire il cazzo di bocca. Mi aveva impalato con tutto il suo cazzone e ne faceva uscire pochissimo per scoparmi veloce con tutto il cazzo sempre piantato dentro. Non ho resistito ai colpi che mi dava e mi sono sborrato in mano per la seconda volta. Le contrazione del mio ano hanno portato il bidello al punto di non ritorno, mi si è tolto dal culo e rapido si è dato il cambio col professore che ha cominciato a pistonarmi con tutto il suo cazzo mentre ancora venivo, godendosi anche lui del dolce massaggio del mio buchino ormai non più tale. Con entrambe le mani mi sono aggrappato al cazzone del bidello per non cadere e ho cominciato a segarlo velocemente. L’ho sentito pulsare nelle mie mani e un mare di sborra ha cominciato ad uscire dalla sua cappella come fosse un rubinetto. Ho inghiottito almeno tre volte la sua sborra. Ha continuato a pisciarmela in faccia e in bocca mentre dietro il professore si godeva la scena pistonandomi selvaggiamente e tenendomi la testa alta da dietro per i capelli. Me lo ha infilato in bocca e ha continuato a sborrare le ultime goccie scopandomi le tonsille. Quando ormai niente usciva più gli ho riservato il solito trattamento ed ho usato il suo cazzo per ripulirmi la sborra dalle mani, poi ho continuato di gusto a succhiarlo mentre il professore si gustava finalmente il mio culo. “Mi stai rendendo veramente orgoglioso Michelina. Fai proprio tutto quello che ti ho insegnato. Adesso per premio ti sborrerò nel culo e ti battezzo anche il buco del culo; però voglio che nel mentre ti fa sborrare di nuovo in bocca dal bidello per ringraziarlo di avermi aperto la strada. Grazie a lui scorro rapido col mio cazzone e sarà un piacere schizzarti dentro con tutto il mio cazzo piantato nel culo.” Con le mani e con la gola comincio a segare rapido il cazzo del bidello per non farlo freddare troppo. Me lo infilo tutto in gola facendogli un pompino con le tonsille e mi alterno a segate rapide con due mani. Se mi segassi io a quella velocità ci metterei 10 secondi a venire. Dovevo farlo godere e lo imploravo di venirmi in bocca un altra volta, che volevo la sua sborra da bere “La prego signor bidello, mi schizzi veloce ancora tanta sborra in bocca, se lo fa può passare da casa mia per svuotarsi le palle quando vuole oltre che a scuola. Glielo chiedo per favore, devo fare felice il professore che mi deve battezzare il culo con la sua sborra.” alle mie parole sono impazziti entrambi. Il professore ha preso a pistonarmi il culo cosi veloce e forte che le sue palle mi facevano male quando sbattevano contro le mie. Il bidello ha cominciato scoparmi la gola gridandomi che ero una troia e che mi avrebbe fatto bere litri di sborra tutti i giorni e da chiunque. Io ero di nuovo partito e mi stavo sborrando in mano per la terza volta mentre venivo usato e apostrofato come la migliore troia. “Sei cosi troia che mi implori di sborrarti in bocca. Adesso ti faccio contenta maialina, ma non ci saranno limiti alle cose che ti farò fare poi. Guarda come godi a essere sfondata da due cazzoni. Non c’è neanche bisogno che qualcuno ti tocchi. Sei una maialina in calore pronta a prendere cazzi. Anzi, sei una vera troia in calore!” Hanno continuato a scoparmi selvaggiamente bocca e culo per un altro paio di minuti. Poi il bidello ha cominciato a schizzare il suo secondo fiume di sborra nella mia bocca. Un po’ mi è sceso diretto nello stomaco, perche mi stava scopando le tonsille già da un pezzo. Poi mi ha lasciato in bocca solo metà cazzo ed ha continuano a sborrare, quindi senza aspettare che ingoiassi, mi ha ricacciato il cazzo in gola continuando a scoparmi le tonsille facendomi uscire la sborra da tutte le parti, anche dal naso. “Sei contenta Michelina ora che ti sto sborrando in bocca?! Mi hai pregato tanto e adesso la stai facendo uscire tutta fuori!” Era troppo anche per il professore che aumenta i ritmi delle spinte nel mio culo per venire anche lui. “Michelina con questa sborrata in culo ti battezzo troia a vita!” e sento il suo cazzo che mi pulsa nel culo mentre mi schizza dentro continuando a scoparmi. Sono troppo squassato dai suoi colpi e altre due goccioline di sperma escono dal mio cazzo per la mia quarta goduta. “Che bello Michelina venirti in culo e sentirti godere. Mi stai succhiando via la sborra col culo propio come fai con la bocca. Brava, stringimi il cazzo col tuo bel culetto mentre godi, tu sei fatta per far godere ed essere scopata e non ti faremo mancare mai il cazzo vedrai. Il tuo culo è una favola continuerei a scoparti, ma purtroppo si è fatto tardi e devo scappare a casa prima che torni mia miaglie. Ti lascio con il bidello, dagli il tuo numero di casa che domani passo da scuola a prenderlo. Anche oggi hai imparato molte cose e sono contento di te. A domani Michelina, bel culo davvero. Un dono per i cazzoni!” Detto questo si riveste, prende le sue cose di corsa, e se ne va lasciandomi col bidello che ancora non mi toglieva il cazzo di bocca. “Bene bene Michelina, visto che me lo hai chiesto tu implorandomi di sborrarti in bocca, adesso posso divertirmi anche fuori da scuola con te, anche se non c’è il professore. Mi pare che le tue mani siano ancora sporche di sborra. Non ti sai proprio contenere quando un cazzo ti si pianta nel culo. Leccati via la sborra dalle mani e saluta quelli sulla strada che sono ancora la per vedere te. Io intanto mi vesto e ti accompagno a casa, così vedo dove abiti e potrò venire a incularti quando voglio.” Faccio come mi dice e mentere mi lecco le dita sborrose saluto il tizio che continuava a farmi le foto. Intanto il bidello si era già rivestito e aveva raccolto i miei vestiti di terra. “sbrigati a sciacquarti il viso e il culo se non vuoi far vedere anche a tua madre quanto sei troia. Io intanto mi incammino ed i tuoi vestiti li prendo io. Non mi è piaciuto doverti dire di leccarti via la sborra dalle mani e salutare. Doveva venirti in mente. Voglio vederti più creativa la prossima volta. Impara a comportarti sempre da troia. I vestiti te li lascio lungo la via io ti aspetto su alla strada. Ti consiglio di far veloce se non vuoi farti vedere nudo da tutti. A tra poco Michelina, non farmi aspettare troppo o dovrò punirti ancora”. Mi lascia seduto a terra tutto nudo e se ne va. Mi stava lasciando sensa vestiti! Mi precipito sulla riva del fiume per lavarmi più veloce che posso e mi precipito sul sentiero alla ricerca dei miei vestiti. Cercavo di lavarmi più in fretta che potevo. Per la faccia è stato facile, ma col culo ho perso un po’ di tempo. Sono rimasto incredulo a constatare come potevo infilare anche due dita dentro sensa problemi. Sentivo in lontananza un abbaiare di cani e nel mentre anche i due tipi sull’autostrada mi stavano salutando suonando col camion e pulito o no, col culo e le gambe fradice, mi incammino per cercare i miei vestiti. Non mi rendo conto del tempo che mi ci è voluto per lavarmi, forse 5 minuti, sicuramente meno di 10 pensavo. Speravo comunque che non fossero stati sufficienti a far arrabbiare il biedello. Uscito dagli arbusti del posto che una volta credevo segreto, mi trovo in una parte dove molta gente potrebbe vedermi. Mi vergogno da morire tutto nudo come sono e muovo rapidamente lo sguardo ovunque alla disperata ricerca dei miei vestiti.
Vedo in lontananza, quasi sulla strada, il bidello che sta parlando con qualcuno. Mi acquatto di colpo e cerco di muovermi sperando di non essere visto. Mi accorgo che poco più avanti c’è la mia maglietta gettata a terra e la raggiungo a quattro zampe. Immediatamente la indosso restando basso e poco più avanti noto i pantaloni e le mie scarpe. Cerco di raggiungere anche quelli gattoni ma, mentre mi avvicinavo, sento il bidello che mi chiama. “Michelina! sei ancora la?! Sbrigati che mi stai facendo fare tardi.”
Non potevo crederci. Mi aveva chiamato Michelina con qualcuno di fianco. Erano troppo lontani da distinguere e cerco di non preoccuparmi. Raggiungo gattoni i pantalini, ma delle mie mutande niente traccia. Decido di fregarmene, finisco di vestirmi e mi incammino verso il bidello. Appena vicino lo vedo che sta parlando con un tizio vestito di verde che mi da le spalle. “Finalmente Michelina. Quanto ci hai messo a lavarti via la sborra del professore dal culo? Vieni che devo presentarti un nuovo amico. Qua dietro c’è una capanna con dei cani che non la smettevano di abbaiare vedendomi sulla strada. Così questo signore che è il padrone, è venuto a chiedermi che ci facessi li a spaventare i suoi cani. Vista la vicinanza, non ho resistito all’opportunita di farti avere un altro cazzo e gli ho subito raccontato del posto al fiume. Gli ho detto che se ogni tanto ci buttava un occhio, magari ci trovava una troia che gli svuotavale palle. Lo stavo giusto accompagnando a vedere perchè non mi credeva, poi ti abbiamo vista gattoni che cercavi i pantaloni egli ho detto che potevamo aspettare, che la troia eri tu e saresti venuta qua da me. Stavo giusto finendo di vantarmi di come ti ho aperto il culo con i miei 26cm di cazzo. Se aspettavi un altro po’ ad arrivare, gli dicevo anche che mi hai pregato di sborrarti in bocca per la seconda volta in cambio di essere la mia svuotapalle a tempo pieno.” Il tizio, intanto che il bidello parlava, si era girato e mi fissava incredulo e sapevo perchè. Praticamente mi ha visto crescere. Non era un parente o un amico, ma abitava nella strada parallela alla mia, quindi era normale incontrarsi e salutarsi come conoscenti. “Tu sei Michelina la troia del fiume? Che mi venga un colpo! Mi domandavo dove andavi tutti i giorni di corsa tornato da scuola con la tua cartella in spalle. Se avessi saputo che eri in cerca di cazzo ti avrei fatto contenta molto tempo fa.” Io intanto non emettevo suono, ero in silenzio e pietrificato. “Michelina che succede, per caso conosci questo signore?”. Sarei rimasto volentieri ibernato a fissare il vuoto ma non potevo ignorare il bidello e gli rispondo “E’ uno che abita vicino casa mia. Lo conosco da qualche anno perchè vive solo ed è sempre a spasso con qualche cane, quindi capita che ci incontriamo e parliamo ogni tanto.” Credevo che sarei tornato a casa ma il bidello sta mantenendo la sua parola e per quella sborrata in più che gli ho pregato di versarmi in bocca, si sta prendendo tutte le libertà che vuole come mi aveva promesso. “Vuoi dirmi che sono anni che lo vedi, sai che sta solo, dove abita e ancora non gli hai neanche sfiorato il cazzo? Mi meraviglio di te Michelina. Avevi proprio bisogno di incontrare qualcuno che ti facesse capire che sei nata per adorare il cazzo. Fai vedere al tuo vicino quante cose stai imparando. Salutalo come ti ha insegnato il professore e digli che può usarti quando vuole. Mi raccomando di non farmi arrabbiare come prima: parla come farebbe una troia.” Avrei voluto sprofondare dalla vergogna. Se mi fossi immaginato che il cazzo del professore mi avrebbe portato a fare la troia col mio bidello e col mio vicino, avrei continuato a farmi le seghe ancora per chissa quanto. Invece adesso mi ritrovo a dover eseguire gli ordini del mio bidello che un po’ mi fa paura e per non contraddirlo da brava troia, mi inginocchio ai piedi del mio vicino e mentre mi guarda incredulo, gli slaccio i pantaloni e gli prendo in mano il cazzo guardandolo negli occhi “Salve signor vicino, mi spiace di essere stata timida fino ad ora e di non averle mai svuotato le palle da brava troia. Avevo bisogno che qualcuno mi istruisse, ma per fortuna, ieri al fiume ho incontrato un uomo che è diventato il mio professore e oggi anche il mio bidello e mi stanno aiutando ad essere una brava troia. Per farmi perdonare di averle mancato di attenzioni al cazzo fino ad oggi, se vuole può usarmi per svuotarsi le palle quando le pare da adesso.” speravo con le mie parole di aver fatto contento il bidello e nell’attesa degli eventi, ho cominciato a fare un pompino al mio vicino come mi era stato insegnato. “Accidenti! Se sono solo due giorni che succhi cazzi è proprio vero che sei nata per farlo. Me lo stai succhiando meglio di tutte le puttane che ho pagato. Stai sicura che da questo momento diventerai la mia svuotapalle a tempo pieno. Ho finito di spendere i miei soldi con le puttane. Da oggi ho te e ti chiamerò anche io Michelina e ti userò quando mi va e come mi va.” Il suo cazzo intanto si era gonfiato nella mia bocca facendomi notare le sue dimensioni che erano simili a quelle del professore. “Adesso che avete fatto conoscienza io me ne andrei. Questa troia mi ha già svuotato le palle due volte nel giro di due ore e te la cedo volentieri. Ti chiederei un favore piuttosto. Sto ancora cercando di esercitare la troia nei suoi compiti quotidiani e oggi sfondandole il culo, ho notato che deve imparare a lavarsi bene anche dentro. Domani mattina a scuola ho intenzione di godermi di questo bel buchetto e di farlo provare ai miei colleghi e mi piacerebbe trovarlo pulito. Pensavo che se passa da casa tua prima di venire a scuola, gli potresti fare un clistere per pulirlo a fondo. Michelina sarà lieta di svuotarti le palle con i suoi buchi per ringraziarti. Magari se le sborri nel culo dopo averla pulita, le fai un altro clistere prima di mandarmela a scuola hahahaha! Michelina sei proprio fortunata. Adesso anche il tuo vicino ti lascierà fare la mialina come ti piace. I cazzi ti spuntano intorno come funghi nel bosco. Meglio che me ne vado prima che mi chiedi di incularti ancora. Se non ti basta il cazzo del tuo vicino sei libera di trovartene un altro. Domani a scuola avrò tutto il tempo di godermi il tuo culetto, stavolta ben pulito grazie al tuo vicino. Ti lascio con lui, non c’è più bisogno che ti accompagno io, ma attenta Michelina, se continui cosi a casa non ci arrivi più. Due tizi in bicicletta si sono appena soffermati a guardarti, meno male che se ne sono andati ma tu sei un richiamo al cazzo. Ciao Michelina, mi sei piaciuta come ti sei presentata al tuo vicino, mi auguro che farai uguale a scuola con i miei amici bidelli. A domani.” Non posso vederlo andare via, perchè la mia testa è tenuta ferma dal mio vicino che mi sta infilando tutto il cazzo in gola selvaggiamente, ma sento i suoi passi che si allontanano. “Il tuo amico bidello ha ragione. Ti sei messa a succhiarmi il cazzo qua vicino alla strada fregandotene di chi passa. A te magari piace farti vedere quanto sei troia ma io ho una reputazione da difendere e allora vedi di svuotarmi le palle veloce prima che passi qualcun altro. Sono almeno due settimane che non vado a puttana, per una troia come te deve essere un gioco svuotarmile palle.” pensavo che mi avesse preso la testa per scoparmi le tonsille per godere velocemente nella mia gola, invece stava fermo, con le mani appoggiate ai fianchi aspettando che facessi tutto io. Il campanello di un’altra bicicletta che passava mi fa prendere l’iniziativa e comincio a muovere veloce la testa facendomi scorrere tutto il suo cazzo in gola come ormai avevo imparato. In meno di un minuto ho sentito che pulsava nella mia gola scaricandomi nell’esofago tutta la sua sborra mentre non smettevo di muovere la testa. Mi sono sfliato il cazzo di bocca per ripulirlo delle ultime goccie di sborra, ma il mio vicino lo ripone rapido nei pantaloni “Se almeno fossimo in un posto dove non mi conosce nessuno ti avrei fatto succhiare via ogni goccia. Ti avrei anche inculato mentre passavano in bici ma qua non posso, quindi mi segui e vieni da me che con te non ho ancora finito. Non vorrai mica lasciarmi sensa avermi fatto provare il tuo culo?!” Detto questo si incammina dicendomi di muovermi a seguirlo. Non mi sembra vero finalmente di andarmene da quel posto alla vista di tutti e lo rincorro raggiungendolo per fare insieme la strada verso casa. “Non mi sarei mai immaginato che fossi così troia. Ti piace esibirti. Neanche le puttane si metterebbero a succhiare un cazzo alla vista di tutti. Mi voglio proprio divertire con te e tu mi obbedirai, se non vuoi che passi da casa tua e dica cosa fai al fiume. Abbassati il dietro dei pantaloni sotto al culo e camminami avanti 10-15 metri come se non mi conoscessi. Sai dove abito e voglio vedere il tuo culo che mi sculetta davanti fino a casa. Devi muoverlo come una troia che chiede di essere inculata.” Mi metto davanti a lui di un po’ di metri, mi tiro giù i pantaloni e cerco di camminare sculettando come mi aveva chiesto. “Tirali un po’ più giù i pantaloni Michelina che non ti vedo bene il culo”. I miei pantaloni erano calati a sufficienza e con l’ultimo ritocco che mi aveva chiesto di fare, rischiavano di cadere ad ogni passo. Era come se sculettando stessi cercando di togliermi i pantaloni di dosso ed infatti mi sono scesi alle caveglie facendomi quasi cadere. Hanno continuato a cadermi per tutto il tragitto. Una volta persino mentre passavano due correndo che vedendo la scena si sono messi a ridere.
Arrivati nell’atrio di casa sua mi ha chiesto di dargli i pantaloni perchè voleva vedermi il culo mentre salivo le rampe di scale per arrivare al secondo piano dove abitava lui. “Ti piace esibirti e a me piace fartelo fare. Sei contenta Michelina? Non ti preoccupare che tanto nessuno passa mai per le scale. L’unica persona che non si fa mai i fatti sua per tua sfortuna è proprio il mio vicino. Sta sempre in casa a guardare chi passa.” Di certo la cosa non mi rendeva felice, ma il mio vicino aveva cominciato a darmi schiaffi sul culo incitandomi a togliermi i pantaloni alla svelta, o mi avrebbe accompagnato da mia madre e le avrebbe detto che mi aveva trovato a succhiare cazzi al fiume. Tremante mi tolgo i pantaloni tutto rosso per la vergogna di essere visto e mi avvio su per le scale. Fortuna che abitava al secondo piano, mi dicevo che sarebbe stato veloce ma il mio vicino aveva altre intenzioni. All’ultima rampa mi fa fermare e mi chiede di dargli anche la maglietta e la cartella. “Io adesso vado in casa e tu aspetti qui sulle scale fino a che non senti chiudere la porta. Poi vieni, vivo a sinistra in fondo al corridoio, la porta di fianco è quella del guardone che sarà di sicuro allo spioncino appena ti sente suonare. E’ sempre li a guardare chi passa e non capita mai niente e voglio fargli un regalo. Voglio che ti veda mentre mi chiedi di entrare a farti inculare sul balcone. Mi raccomando, chiedimelo come solo le troie come te sanno fare ed ovviamente voglio sentire bene la tua voce.” e sensa che potessi proferire parola mi prende lo zaino ci infila dentro i miei vestiti e se ne va, lasciandomi nudo e incredulo per le scale. In mezza giornata stavo diventando anche la troia del vecinato. Quando sento chiudere la sua porta mi precipito sul suo pianerottolo che era lo speculare di quello appena fatto. Ci sono quattro appartamenti. Due ingressi sono ai margini del corridoio e gli altri due sono di fianco messi ad elle. Praticamente il guardone mi avrebbe avuto proprio davanti agli occhi messo di profilo. Mi faccio coraggio e suono alla porta del mio vicino. Immediatamente sento il guardone che si è messo dietro lo spioncino come aveva detto il mio vicino. Ormai non ho scelta e anche se mi sto vergognando da morire comincio a recitare la mia parte da troia. “Mi scusi signor vicino. Sono Michelina, sono venuta per farmi inculare sul suo balcone e per riprendermi lo zaino con i miei vestiti che mi ha preso dopo avermi sborrato in bocca. So che è rischiso per lei incularmi sul suo balcone con il rischio che la vedano. Ma io sono una maialina e mi piace esibirmi. Per favore mi faccia entrare, la faccio sborrare veloce nel mio culo da troia così magari non ci nota nessuno, la supplico, mi è piacito molto succhiarle il cazzo e vorrei provarlo anche nel culo.” Finalmente la porta si apre. “Ciao Michelina, vieni entra pure, non voglio certo rifiutare la tua richiesta. Vai subito in balcone e appoggiati con le mani al divisorio che vedi. Io prendo la crema nel bagno e arrivo subito per farti sentire il mio cazzo nel culo.”
Entro e vedo il suo balcone con la finestra già spalancata proprio di fronte a me. Appena fuori mi prende un colpo. Il balcone era praticamente tutt’uno con quello del guardone, erano separati solo da un muretto che faceva da divisorio ed era quello a cui mi sarei dovuto appoggiare. Dalla strada non avrebbero potuto vedermi dal busto in giù e questo mi consolava. Ma dalle case di fronte potevano vedermi bene, per non parlare del guardone che probabilmente era gia dietro la tenda del suo balcone a spiarmi. “Cosa fai ancora qua in piedi. Vai subito a metterti con le mani sul muretto come ti ho detto, mostrami bene il culo e dimmi se il guardone è li che ti guarda.” Mi appoggio con le mani al muretto, piegando la schiena mettendomi quasi a novanta gradi e con le gambe divaricate. Alzo un po la testa e vedo la tenda del guardone che si muove. “Si signor vicino, il guardone è dietro la tenda che mi guarda.” Intanto il vicino mi stava gia lubrificando il buco del culo con due dita piantate dentro. “Bene Michelina. Pensavo che gli avrei solo fatto assistere mentre ti inculavo qui sul balcone. Ma non mi hai ubbidito ed ho dovuto ripeterti cosa fare. Adesso per punizione gli fai cenno con la mano di venire sul balcone e gli chiedi se per favore si fa succhiare il cazzo mentre ti inculo. Ricordati che ti accompagno da tua madre se non lo fai.” Con il mio vicino che continuava a divertirsi col mio culo adesso con tre dita, alzo il braccio dal muretto e faccio cenno con la mano al guardone di avvicinarsi. La finestra del suo balcone si apre e un omone esce sul balcone. Faceva paura a guardarlo. Non lo avevo mai visto in giro eppure abitava qui. “Mi scusi signor guardone, io sono Michelina la troia del fiume. Sono stata disubbidiente col mio vicino e per punizione mi ha chiesto succhiarle il cazzo mentre lui mi incula qui sul balcone. Sarebbe così gentile da mettermelo in bocca e usarla come fosse una fica per favore?” Il guardone non se lo fa certo dire due volte e mi mostra anche lui un bell’arnese già in tiro per l’eccitazione. Sensa riguardi me lo ficca in bocca e comincia a scoparmi le tonsile come gli avevo chiesto. Il vicino contento di vedermi fare la troia mi toglie le dita dal culo, ci ficca il cazzo tutto di un colpo e comincia a scoparmi veloce. La situazione rischiosa ed eccitante in cui ci trovavamo, uniti alla foga con cui scopavano i miei buchi, ha portato tutti e tre velocemente all’orgasmo. Il mio cazzo vibrava tutto per l’ennesimo orgasmo provocato da un cazzo tutto piantato in culo, e sulla mia mano son cadute poche misere gocce di sperma, mentre col buco del culo strizzavo il cazzo al mio vicino che mi ha riempito il culo di sperma. Il guardone non mi ha risparmiato e mi ha versato in bocca un mare di sperma. Una volta finito di ingoiare anche l’ultima goccia del suo sperma mi sono tirato fuori il suo cazzo di bocca e mentre ci spalmavo sulla cappella il poco sperma che avevo in mano ho detto “grazie signor vicino per avermi inculato così bene facendomi godere come una troia e grazie signor guardone per avermi permesso di succhiarle il cazzo.” poi guardandolo gli ho ripreso il cazzo in bocca per ripulirlo del mio sperma. Il mio vicino stava ammirando la sborra che mi usciva dal culo allargandolo con le mani poi l’ho sentito che rientrava in casa lasciandomi a succhiare il cazzo del guardone che doveva essere davvero molto tempo che nessuno gli prestava attenzioni. Infatti riprende a scoparmi la bocca col cazzo gia tornato duro. In meno di un minuto lo sento irrigidirsi di nuovo, allora gli prendo il cazzo in mano e glielo meno con la bocca spalancata come mi ha insegnato il professore. Un potente schizzo mi colpisce la lingua finendomi in bocca e il click di una macchiana fotografica mi distrae e mi giro per vedere se mi stavo sbagliando. Avevo sentito bene purtoppo, sulla soglia del balcone infatti c’era il mio vicino che ci stava fotografando. Dal cazzo del guardone che stringevo ancora in mano continuava a schizzare sborra che mi finiva sul viso e sui capelli. Allora il guardone mi prende la testa e voltandomi mi rimette il cazzo in bocca finendo di sborrarci dentro mentre la sborra in faccia mi colava giu. Per fare dei bei primi piani il mio vicino è anche venuto di fianco al mio viso con la sua macchina fotografica. “tranquilla Michelina, nelle foto si può riconoscere solo il tuo volto da troia, il signore che ti ha concesso di succhiargli il cazzo si vede solo la meta sotto del corpo, non preoccuparti per lui. Inoltre dovresti ringraziarmi perchè ti ho risparmiato di pulirmi il cazzo dopo averti sborrato in culo, ma da domani provvederò a pulirtelo bene con un clistere e non dovrai mai rifiutare a nessuno una bella pulizia del cazzo dopo che ti ha sborrato nel culo. Adesso vai in bagno a lavarti, prendi la tua roba e vattene. Domani mattina ti aspetto presto per il clistere. Vedi di essere puntuale perchè ho intenzione di farmi svuotare anche le palle e non voglio farti fare tardi a scuola, ti accompagno io, poi al ritorno andiamo a sviluppare le foto che ovviamente userò per continuare a farti fare tutto quello che mi va.” Finisco di pulire il cazzo al guardone con i click della macchina fotografica vicini al mio orecchio, poi torno in casa del vicino, mi lavo rapidamente ed esco, felice almeno che nessuno dalle altre abitazioni mi aveva visto esibirmi come una troia. Il suono della sveglia mi fa saltare dal letto che sono ancora le cinque e mezza del mattino. Ieri sera tornato a casa mi sono fatto una doccia, ho mangiato sensa dire una parola e sono crollato sul letto guardando un film col culo che mi faceva male e la testa piena di pensieri. Pensavo che non sarebbe facile andare così presto dal mio vicino, ma per fortuna al mattino spesso sono solo a casa, mio padre fa il muratore ed esce alle 5 per lavoro, mia madre fa le pulizie in un locale notturno e non rientra mai prima delle 9. Tutto combaciava, sembrava proprio che il destino mi volesse far diventare una troia. Quando suona la mia sveglia, fuori c’era già luce e in meno di dieci minuti sono con lo zaino in spalla, sotto al sole del mattino, che mi dirigo nella strada parallela alla mia per suonare al mio vicino. Il culo mi fa un male cane, mi sembra ancora di avere un cazzo piantato dentro mentre cammino. Appena mi trovo sotto al portone, mi rendo conto di non conoscere neanche il nome del mio vicino. Ho un vago ricordo delle nostre chiacchierate di quando ancora ci trovavamo per strada normalmentte e suono un campanello sperando di non sbagliare. Il suono della sua voce mi rincuora ma non certo le sue parole. “Michelina sei già qua a quest’ora? Ma allora a te il cazzo non basta mai! Ti ho detto presto ma ti aspettavo alle sei. Non mi è neanche suonata la sveglia. Facciamo così, visto che fuori non c’è praticamente nessuno, comincia a spogliarti e a mettere tutti i vestiti nel tuo zaino, lascialo li a terra, poi ti metti sotto al mio balcone. Io intanto mi lavo la faccia e quando mi affaccio voglio vederti che guardi su, nuda, gambe divaricate e le mani incrociate dietro la nuca. Non muoverti da quella posizione fino a che non senti aprire il portone.” Faccio veloce a spogliarmi ed a mettemi come voleva il mio vicino. Avevo paura che raccontasse tutto a mia madre ma cosa avrebbe pensato chi mi avesse visto in quella posa? Fortuna che il mio vicino riappare al balcone in breve tempo, ma il bastardo teneva in mano la macchina fotografica e mi stava per scattare una foto così come ero ritraentomi come una troia sotto casa sua. Volevo muovermi ma mi aveva vietato di farlo fino al suono del portone che si apriva. Dietro di me qualche macchina dei primi lavoratori mattutini, scorreva lenta. Sapevo che non mi potevano vedere perchè ero dentro una specie di atrio con delle mura di cinta che faceva da ingresso, prima di arrivare alla porta con i campanelli, ma mi stavo vergognando da morire. “Sorridimi e poi girati Michelina che voglio vederti anche da dietro. Mi sono rimaste un po’ di foto nel rullino e volevo finirlo prima che lo sviluppiamo.” A quelle parole avvampo dalla vergogna ma mi giro come vuole il mio vicino. Mi rendo conto solo allora che in realta, dall’apertura nelle mura che dava nell’atrio della casa, le macchine potevano vedermi benissimo per un piccolo lasso di tempo passando nella strada. Ne ebbi la certezza vedendone passare una mentre il vicino mi gridava “Adesso mettiti giù come un a cagna a quattro zampe e fai un paio di metri in avanti, poi ti fermi, con le mani ti allarghi il culo e resti li così ad aspettare che ti apro.” Faccio come mi dice e resto in attesa con le mani che mi allargano il culo, sperando che nessuno mi arrivi da dietro approfittandone e infilandoci dentro il suo cazzo e specialmente sperando che nessuno mi veda in quella posa indiscutibilmente da troia. Il suono della porta che mi apre mi fa scattare e in un lampo sono già che corro su per le scale tutto nudo col mio zaio in spalla. Ma per il mio vicino le umiliazioni non erano mai sufficienti ed infatti trovo la porta di casa sua chiusa e quasi ci sbatto contro. Di sucuro voleva che mi umiliassi a parole pregandolo di aprirmi. Speravo che almeno il guardone dormisse a quell’ora, ma invece eccolo che apre la porta e resta li impalato a fissarmi sensa dire una parola come se fosse dietro al suo spioncino. Sono un po’ intimorito dalla sua presenza ma mi attengo alla mia parte e suono al campanello. “Signor vicino sono Michelina, è presto lo so ma non vedevo l’ora di farmi fare un bel clistere da lei per avere il culetto pulito per i mie bidelli a scuola. Non so in quanti ci infileranno il cazzo dentro ma voglio che almeno il primo lo trovi pulito. Ovviamente sarò lieta di svuotarle le palle con un bel pompino nel mentre che mi fa il clistere.” Il mio vicino apre la porta ma lo vedo con la faccia tutt’altro che compiaciuta. “Mi meraviglio di te Michelina. Non impari proprio niente allora. Ti ho detto che esigo che ti coporti da troia. Avresti dovuto inginocchiarti ai piedi del guardone e succhiargli il cazzo per averlo disturbato a quest’ora della mattina. Invece lo hai lasciato li sulla porta in pigiama, pensando solo a farti aprire da me. Adesso lo saluti come si deve e ti scusi offrendogli di sborrarti in culo prima del clistere.” Era già tanto dovermi far fare un clistere e svuotare le palle del vicino per come la pensavo, invece neanche alle sei del mattino mi ritrovavo a dover prendere anche il cazzo del guardone nel culo che mi faceva ancora male da ieri. Sentivo che il mio destino ormai era segnato e che queste persone non avrebbero più smesso di usarmi e di rendermi la troia che volevano. Con lo sguardo arreso mi sono inginocchiato abbassando il pigiama del guardone in piedi sulla soglia di casa sua, ho impugnato il suo cazzo e gli ho detto “Buongiorno signor guardone, mi scusi per averle mancato di rispetto e non averla salutata immediatamente come si deve. Per farmi perdonare le offro di svuotarsi le palle nel mio culo prima che il signor vicino me lo pulisca con un bel clistere.” quindi gli imbocco il cazzo aspettando risposta. “Brutta troia che non sei altro. Fai bene a scusarti. Prima tormenti il mio risveglio col solito caffè che normalmente mi bevo guardando alla finestra, mettendoti a fare la troia esibizionista nel giardino di casa mia, poi vieni di corsa a fare casino tutta nuda davanti alla mia porta e non mi degni neanche di un saluto nonostante che ieri ti abbia sborrato in bocca due volte. Allora visto che sei venuta per farti fare un clistere te lo faccio io, a modo mio, mentre svuoti le palle del mio vicino con la tua boccuccia da troia. Avanti seguitemi sul mio balcone.” Non da tempo ne a me ne al vicino, anche lui sorpreso dalla reazione, e comincia ad indietreggiare tenendomi per la testa. Mi ritrovo così a seguirlo gattoni mentre continuo a fargli un pompino fino al suo balcone. Li mi toglie il cazzo di bocca, prende il tubo di gomma attaccato al rubinetto del lavandino che usava per annaffiare le piante, me lo pianta in culo ed apre il rubinetto facendomi sentire l’acqua fredda che cominciava a riempirmi le budella. “Conta dieci secondi troia!” Contavo lentamente sentendo la pancia che mi si riempiva d’acqua e guardavo il bidello, che intanto, eccitato dalla scena a cui stava assistendo, si era tirato fuori il cazzo durissimo e si stava avvicinando alla mia bocca. Al mio dieci il guardone ha chiuso il rubinetto, ha sfilato il tubo dal mio culo e ci ha infilato il cazzo cominciando a scoparmi selvaggiamente. “Ecco un bel clistere fatto bene come piace a me e intanto mentre ti sciaguatto l’acqua nelle budella col mio cazzo, ne approfittiamo per invertire le parti. Oggi io ti sborro nel culo e il vicino ti annaffia la gola.” Detto questo mi prende la testa e me la spinge sul cazzo del vicino facendomelo ingoiare. Io sentivo malissimo al culo e non la smettevo di mugolare sul cazzo del mio vicino che mi dice “Zitta Michelina vuoi fare affacciare tutti quanti?! Che c’è ti fa male il culo? Per forza che ti fa male, ti sei fatta sfondare appena ieri dal cazzone asinino del bidello. Ma stai tranquilla che te lo teniamo caldo e allenato noi questo culetto da troia ed a forza di cazzi tutti i giorni, vedi che ti abitui e non ti farà più male. D’altronde stai ancora imparando, quindi zitta succhiami il cazzo e fatti inculare dal guardone mentre ti dono la prima sborrata della tua giornata da troia.” Poi per tapparmi la bocca mi infila tutto il cazzo in gola e riprende a scoparmi le tonsille. Il culo mi faceva davvero male, dovevo ancora riprendermi da i cazzi che mi avevano sfondato ieri, che il guardone ci aveva già infilato d’un colpo solo tutto il suo cazzo sensa neanche usare la crema. Per di più avevo la pancia che voleva esplodere perchè piena d’acqua. La sentivo colarmi fuori dal culo e scendermi lungo le gambe mentre il guardone mi pistonava. “Hai visto che bella lavata di culo che ti sto dando Michelina, è così che si fanno i clisteri alle troie come te. Vedi però di stringere di più il buco del culo intorno al mio cazzo che stai facendo uscire troppa acqua. Brava così, stringi il culo, cerca di farne uscire meno che puoi o mi allaghi tutto il balcone.” Stringevo il culo più che potevo intorno al suo cazzo mentre non la smetteva di pistonarmi. Mi sentivo il buco del culo andare in fiamme, l’acqua che ne usciva era l’unica cosa che alleviava il mio dolore. “Mi pare che il guardone sia proprio un esperto nel fare i clisteri Michelina. Non avrei saputo fare di meglio. Vuol dire che quando ha finito lo ringrazi e gli chiedi se per favore puoi passare sempre da lui a farti pulire il culo. Intanto tieni Michelina, fatti una bella bevuta di sborra, non sprecarne neanche una goccia. Questa sarà la tua colazione tutti i giorni prima di andare a scuola. Tienimi in bocca solo la cappella e giocaci con la lingua mentre mi masturbi. La prima sborrata del giorno devi assaporarla bene.” Sentivo l’acqua sciaguattarmi nella pancia mentre il guardone non cennava a diminuire la velocità e l’intensità dei suoi colpi nel mio povero culo che continuava a bruciare, ma il piacere ha presto preso il sopravvento facendomi raggiungere l’orgasmo e mentre il mio culo strizzava incontrollato il cazzo del barbone, mi sborravo nella mia mano come piaceva ai miei aguzzini. “Adesso si che stringi il culo, mi stai strozzando il cazzo. Sei proprio una troia che la eccita farsi sfondare, mi piace sentirti godere mentre ti inculo.” I suoi colpi aumentano di vigore mentre mugulo con le labbra avvolte attorno alla cappella del mio vicino. Ho il cervello annebbiato e la mia mano si muove per inerzia masturbandolo. Mentre con la lingua gli lecco la cappella da dentro la bocca, sento uscire i primi fiotti che cominciano a riempirmela. Prendo allora a masturbarlo velocemente e a leccargli la punta della cappella sul buchino, facendomi schizzare direttamente contro la lingua e leccandola man mano che usciva. Ho ingoiato tutto sensa far cadere neanche una goccia, quindi mi sono tolto la cappella di bocca e mentre il guardone finiva di scoparmi il culo, come consuetudine mi son bevuto anche la mia sborra continuando a succhiare il cazzo del mio vicino. “Non puoi proprio farne a meno della sborra Michelina, allora prendine un po’ anche nel culo!”. Il guardone mi si pianta dentro fino in fondo e mi scarica in culo tutta la sborra che aveva nelle palle. Allora mi tolgo il cazzo che avevo in bocca ben ripulito da ogni traccia di sborra e dico “Grazie signor vicino per avermi donato tanta buona sborra da bere per colazione e grazie signor guardone per essersi prestato a pulirmi il culo con la sua tecnica, nonostante l’abbia importunata di prima mattina. Se non le reca troppo disturbo, visto che è così bravo, verrei da lei tutte le volte che ho bisogno di un clistere.” Stavo per rimettermi in bocca il cazzo del vicino quando mi arriva uno schiaffo sul culo e mi irrigidisco sul cazzo che avevo ancora dentro. “Va bene maialina, puoi venire a farti fare questo servizio da me quando vuoi ma in cambio anche io mi divertirò ad usarti come una troia per i miei piaceri. Inoltre la prossima volta il servizio lo facciamo completo. Adesso non c’è tempo che devi andare a scuola ma, quando torni, il lavaggio lo facciamo doppio. Ora alzati e cammina fino in bagno col mio cazzo dentro che ti lascio svuotare.” Appena mi sono alzato, il guardone mi ha messo una mano dietro la nuca per farmi piegare in avanti, quindi ha ripreso a pistonarmi dandomi schiaffi sul culo con l’altra mano incitandomi a muovermi. “Cammina Michelina e non perdere il mio cazzo dal culo o mi smerdi tutta la casa”. Sentivo infatti che non potevo più trattenere tutta quell’acqua nello stomaco e quasi mi rinquorava il fatto di avere un cazzo a fare da tappo. Ho camminato fino al bagno col guardone che continuava a scoparmi schiaffeggiandomi il culo ogni tre passi. Meno male che mi ha accompagnato fino al bagno perchè appena ha sfilato il cazzo mi sono precipitato a sedere sul cesso e mi sono scaricato con entrambi i miei aguzzini che mi guardavano ridendo. “Mi hai fatto tornare il cazzo duro per accompagnarti fino al cesso. Vuol dire che vi farò compagnia nel viaggio fino a scuola e nel mentre me lo sgonfi con un bel pompino. Adesso finisci di svuotarti e lavati che noi ci prepariamo.” Mi svuoto bene e mi lavo il buco del culo con dell’acqua fresca per calmarmi i bruciori. Quando torno in sala trovo solo il guardone che mi aspetta con in mano un grosso cetriolo. “Il vicino è andato in casa a prendere la crema e ci aspetta in macchina. Ha deciso di continuare a tenerti allenato il culo durante il tragitto, mentre mi fai un pompino, con questo cetriolo. E’ davvero premuroso nei tuoi confronti, dovresti ringraziarlo che ti allarga il buco per farci passare meglio il cazzone del bidello.” Detto questo mi da in mano il cetriolo e mi dice di muovermi. Andiamo verso i parcheggi coperti dietro casa dove il vicino ci aspettava seduto alla guida della sua auto. Il guardone butta il mio zaino nel bagagliaio, si mette seduto dietro al guidatore e si cala i pantaloni facendo svettare il cazzo in alto ancora duro. Io vado dal lato passeggero dove la porta era già aperta ad attendermi. Il sedile era stato buttato tutto indieto e piegato il più possibile e mi domandavo perchè, ma presto avrei avuto la mia risposta visto che il mio vicino mi guardava, con la macchina fotografica in mano, aspettando che gli dicessi qualcosa. “Le ho portato il cetriolo per farla continuare a divertirsi col mio culo da troia, mentre gentilmente mi accompagna a scuola signor vicino. La ringrazio molto di allargare bene il mio buco del culo per farmi fare meno male dal cazzone del bidello, grazie di insegnarmi che il mio culo deve essere sempre pronto.” Stavo per mettrmi a sedere in macchina ma il bidello mi fa cenno con la mano di aspettare. “Ferma li Michelina, fatti fare qualche altra foto. Adesso facciamo un po’ di scatti mentre fai la troia in macchina nei parcheggi vicino casa tua. Tirati giù pantaloni e mutande fino alle caviglie porgimi il cetriolo e resta ferma così. Brava ora mettiti in ginoccioni sul sedile che ti infilo il cetriolo nel culo. Prima ci mettiamo sopra tanta bella crema così te lo ungo bene anche dentro e il bidello dopo ti scivola meglio nel tuo culo ancora stretto. Bene ora tienilo fermo dentro, metti due dita dietro a spingere e non farlo uscire che ti voglio fare due scatti da fuori la macchina e voglio che si veda bene. Stai benissimo in ginocchioni nell’auto con quel cetriolo piantato in culo Michelina, stanno venendo delle belle foto, appena le sviluppiamo vedi anche tu quanto sei troia. Adesso succhia il cazzo al guardone mentre ti inculi da sola col cetriolo. Succhialo con devozione. Fai vedere quanto ti piace il cazzo mentre ti faccio le ultime foto.” Ho seguito alla lettera tutto quello che mi è stato detto poi mi scopo il culo con il cetriolo e comincio a leccare il cazzo del guardone partendo dalle palle e risalendo su per tutta la sua lungezza. Intanto il mio vicino girava intorno alla macchina per scattare foto da ogni angolazione. Io per farlo contento, quando era vicino dalla parte del mio finestrino per farmi dei primi piani, lo guardavo dritto nell’obbiettivo mentre giocavo con la mia lingua sul cazzo del guardone, poi mi son messo a succhiarlo di gusto ingoiandolo tutto e dopo poco l’ho sentito sedersi al suo posto soddisfatto con il cazzo duro fuori dai pantaloni. “Mettiti con le ginocchia a terra Michelina, andremo un’altra volta in giro col culo fuori a fare la troia stai tranquilla, ma intanto che succhi il cazzo al guardone, puoi farmi una bella sega mentre continuo a divertirmi col cetriolo nel tuo culo. Vederti fare la troia me lo ha fatto tornare duro. Tu la dietro invece tieni la macchina fotografica, cambia il rullino e scatta qualche altra foto a questa troia mentre l’accompagnamo a scuola” Quindi gli passa la macchina fotografica con un nuovo rullino che aveva in tasca e mette in moto. In ginocchini nella nuova posizione potevo continuare a succhiare il cazzo del guardone con la pancia sdraiata sul sedile e raggiungere con la mano il cazzo del mio vicino per segarlo, mentre lui aveva libero accesso al cetriolo nel mio culo. Lo lasciava solo quando doveva cambiare marcia poi lo rimpugnava rapido, prima che mi schizzasse fuori, per continuare a muoverlo come fosse un cazzo che mi scopava il culo. Abbiamo fatto così tutto il tragitto fino al parcheggio della scuola sensa intoppi. L’unico momento imbarazzante è stato quando ad un semaforo rosso una moto enduro con una coppietta sopra ci ha affiancato voltandosi per guardarci. Seduti a quell’altezza hanno avuto una bella visuale di me, impegnato coi due cazzoni, fino a che non è scattato il verde. L’imbarazzo ovviamente è stato soltanto mio perchè mentre continuavo le mie mansioni da troia, il guardone ha passato la macchina fotografica ai due in moto per faci fare delle foto, che la tipa seduta dietro, divertita dalla situazione, ha continuato a scattare fino al semaforo successivo per poi rendere al guardone la macchina fotografica dicendogli “Complimenti, avete trovato una bella troia, mi fa invidia pure a me che sono una donna quanto è troia!” E se ne vanno rombando con la moto. Nel parcheggio della scuola poi il tutto si è svolto molto rapidamente. Il guardone scopandomi la gola veloce come mi scopava prima il culo, mi ha dato da bere tutta la sua sborra gridandomi bevi troia. Poco dopo, il vicino, raggiunto l’apice grazie alla sega che gli stavo facendo, mi ha ordinato di muovermi a prenderglielo in bocca, così ho lasciato il cazzo del guardone per farmi riempire ancora una volta la bocca dal mio vicino. Finito di pulire per bene entrambi i cazzi li guardo e dico “grazie del passaggio e di trattarmi sempre da troia come merito, è sempre un piacere farmi riempire la bocca dalla vostra sborra.” detto questo continuo a massaggiare loro il cazzo aspettando che mi dicessero cosa fare. “Brava Michelina stai imparando bene. Diventerai la migliore delle troie se continui così. Come vedi siamo in orario, meno male che la voglia di cazzo ti ha fatta venire da me così presto. Sono appena le 8 e hai ancora mezz’ora di tempo per goderti il cazzo del bidello prima che cominciano le lezioni. Tirati su mutande e calzoni lasciandoti il cetriolo nel culo. Te lo farai togliere dal bidello dicendogli che stai allenando il culo a farti scopare meglio. Prendi la macchina fotografica e portagliela chiedendogli se per favore ti fa qualche foto mentre fai la troia a scuola, ti do anche un altro rullino nel caso servisse, poi mi rendi tutto a fine lezione quando ti vengo a prendere per andare a sviluppare le foto. Appena vedi il bidello, se ci sono troppe persone intorno e non puoi salutarlo come dovresti, mettigli una mano sul cazzo e massaggialo mentre lo saluti, fallo anche con i suoi colleghi. Sai che gli piace iniziativa e di sicuro lo apprezzerà. Poi gli dai la macchina fotografica e gli dici del cetriolo che hai nel culo. Ti auguro una bella mattinata da troia Michelina. A dopo”. Mi tiro su rapido i pantaloni per non far schizzare via il cetriolo dal culo, tutto unto come era dalla crema, poi do una succhiata al cazzo del guardone finalmente moscio e gli dico “grazie ancora signor guardone, ci vediamo più tardi per un nuovo clistere” poi succhio l’altro cazzo moscio anche lui “Grazie signor vicino per i consigli che mi da. Devo ancora imparare ad essere una brava troia e lei mi sta insegnando molto. Ci vediamo dopo le lezioni e sarò lieta di fare quello che vuole per farle piacere.” Quindi prendo la macchina fotografica con il rullino di riserva e con il cetriolo che mi pressava nel culo ad ogni passo, mi incammino all’interno della scuola per incontrare il bidello. Lo vedo in piedi che parla con un suo collega e si volta sorridendomi nel vedermi. Io lo raggiungo appoggiandogli la mano sul cazzo come mi aveva suggerito il mio vicino, massaggiandolo un po’ “buongiorno signor bidello, felice di vederla. Mi ha fatto tanto godere ieri col suo bel cazzo e anche se oggi il culo mi fa male, la ringrazio molto di avermelo rotto e la prego di continuare ad allenare il mio culo a poterla accogliere. Io per aiutarla e farla contenta signor bidello, oggi mi sono fatta fare un bel clistere dal guardone che abita di fianco al mio vicino mentre lui mi sborrava in bocca, poi mi sono fatta lasciare nel culo un bel cetriolo, tutto lubrificato, così può trovare il mio culo già pronto e non durare fatica a sfondarmelo col suo cazzone. Il mio vicino mi ha anche dato questa macchina fotografica, così mi può fotografare mentre faccio la troia a scuola. Tra ieri e oggi il mio vicino mi ha fatto tante foto per farmi vedere quanto sono troia.” Udendo le mie parole vedo il volto del bidello riempirsi di gioia, mi guardo meglio attorno e noto che la cattedra è abbastanza alta da coprire i miei movimenti, di fronte a lui c’è il suo collega ed io copro l’ultimo lato quindi oso di più e gli infilo la mano da sopra la cintura andando a carezzarli direttamente il cazzo aspettando che mi dicesse qualcosa. “Sono contento Michelina che ti stai impegnando così tanto a diventare una brava troia. Vedo che hai tanto bisogno di cazzo e non ti importa neanche che la gente ti senta o ti veda. Meno male che ho già raccontato al resto dei mie colleghi quanto ti è piaciuto il mio cazzo nel culo e quindi Mario qua non si è scandalizzato sentendo quanto sei troia. Su salutalo e andiamo nello sgabuzzino. Manca ancora mezz’ora al suono della campanella, ho ancora tempo di farti risentire il mio cazzo nel culo visto che ti piace tanto.” Sfilo la mano dai suoi calzoni per infilarla in quelli del suo collega ritrovandomi così a tastare il suo cazzo. “Buongiorno bidello Mario, che bel cazzo che ha anche lei, non vedo l’ora di succhiarlo mentre mi faccio sfondare il culo” Il bidello mi prende la macchina fotografica di mano e mi scatta qualche foto mentre sono con la mano nei pantaloni del suo collega, poi mi prende per un braccio e mi tira via, facendomi mollare la presa seguendolo. “Vieni troia prima che ti venga voglia di succhiargli il cazzo davanti a tutti. Visto Mario, te lo avevo detto che questa il cazzo lo adora. Andiamo che non vede l’ora di farsi sborrare in bocca mentre la inculo a fondo.” Appena entrati nello sgabuzzino il bidello mario mi afferra per la testa infilandomi in bocca il suo cazzo “Volevi aggiungere un cazzo alla tua collezione troia? Allora succhia e bevi tutta la sborra che ho nelle palle. Sarà una settimana che non vado a puttane e che non mi faccio una sega. Vedi quanta te ne schizzo in bocca.” Il mio bidello intanto si divertiva a fotografarmi mentre, piegato a novanta gradi, succhiavo il cazzo al suo collega appena conosciuto. “Guarda quanto sei troia Michelina, succhi il cazzo a chiunque te lo metta in bocca. Tieni Mario, falle tu un po’ di foto mentre ti succhia. Vediamo il cetriolo che si è fatta infilare nel culo per prepararmi la via.” Mario mi molla la testa lasciando che continuassi da solo il pompino mentre mi scattava foto. Il bidello intanto mi aveva spogliato dalla vita in giù e mi stava sfilando lentamente dal culo il cetriolo, appoggiandomelo poi sulla schiena mettendoci di fianco il suo cazzo, per misurarli e al tempo stesso farmeli sentire sulla pelle e farli vedere bene a mario che scattava foto. “Proprio un bel cetriolone Michelina, sembra quasi il mio cazzo, proviamo un po’ se oggi entro meglio.” Detto questo appoggia la cappella al mio buco del culo rimasto ancora un po aperto a causa del cetriolo e comincia a spingere. Il mio anello si allarga subito ad accoglierlo e lo sento che mi scivola dentro, grazie anche alla crema che ricopriva il cetriolo e mi aveva lubrificato a fondo. Ha spinto lento e inesorabile sensa fermarsi fino a sbattermi le palle contro le chiappe. Grazie al mio vicino che con il cetriolo mi aveva aperto il culo, il bidello mi è scivolato tutto dentro sensa problemi. Era da casa del guardone che non venivo e dopo il viaggio in macchina sentirmi il cazzo caldo del bidello tutto nel culo mi ha fatto godere subito. Il bidello Mario non si aspettava il mio gesto e vedendomi usare il suo cazzo duro sulla mia mano con la mia sborra, mi scatta foto mentre finivo di pulire col suo cazzo la mia sborra dalla mano. “Ti immaginavo troia ma tu le superi tutte, spalanca la bocca che te la schizzo tutta.” Sentivo i click della macchina fotografica mentre lo segavo con la mano sborrosa e lui mi schizzava diretto in bocca. Era davvero tanta e ho dovuto ingoriare due volte, prima di rimettermi il suo cazzo in bocca e mischiare il sapore della sua sborra alla mia di cui ancora ne era ricoperto. Hai visto Mario che non ti racconto balle, questa gode solo a infilarglielo in culo, sentissi come ti strizza il cazzo mentre gode, dopo te la faccio provare. Adesso le riempio velocemente il culo di sborra e la mandiamo in classe.” Detto questo lo sento sfilare il cazzo per lasciarmi dentro solo la cappella e riaffondare giù fino le palle prendendo un ritmo regolare. Il porco ci godeva a farmi sentire bene il suo cazzo che mi scavava il culo lentamente. “Impugnami il cazzo con due dita e segami mentre ti inculo Michelina, aiutami a schizzarti nel culo veloce mentre io te lo allargo bene. In qualche modo riesco a raggiungerli il cazzo con la mano, portandomi il braccio dietro la schiena, gli impugno il cazzo con due dita segandolo più rapidamente che potevo. Grazie al fatto che usavo solo due dita, il bidello riusciva a farmi entrare comunque praticamente tutto il cazzo mentre lo segavo. Mario non si perdeva una scena con la macchina fotografica continuando a tenermi il cazzo in bocca per farselo pulire bene. Il mio bidello non ha resistito al doppio trattamente delle mie dita e del mio culo sul suo cazzo e mi ha schizzato dentro un mare di sborra calda che sembrava mi stesse facendo un altro clistere. La potevo sentire bagnare il suo cazzo, mentre continuavo a segarlo con le dita. Mi usciva dal culo fradicio della sua sborra che mi stava schizzando dentro. Quando si è calmato, sensa che mi dicesse niente, ho lasciato il cazzo di mario per prendere il cazzo del bidello in bocca e ripulirlo bene. Mario raccoglie il cetriolo di terra e me lo ripianta nel culo pieno di sborra, per poi mettermelo in bocca, per farmi pulire anche quello insieme al cazzo del bidello. “Se qualcuno non mi crede quando glielo racconto, grazie a queste foto vedono che esiste davvero una troia come te.” io lo guardo mentre ancora lecco sborra dal cetriolo e dal cazzo e gli dico “grazie bidello mario per tutte queste foto e per insegnarmi anche lei ad essere sempre più troia, grazie anche a lei signor bidello per avermi fatto godere di nuovo col suo bel cazzone.” Il bidello controlla l’ora e mi toglie il cazzo da sotto la lingua. “Basta michelina, ricomponiti e vai in classe che stanno per cominciare le lezioni. Tra un po’ ti rimetti a fare le troia, stai tranquilla. Ho promesso a tutti i bidelli della scuola che si sarebbero potuti divertire con i tuoi buchi e il cazzo non ti mancherà.” Se ne esce così dallo sgabuzzino con il suo collega mario, lasciandomi con la sborra che ancora mi cola dal culo. Mi guardo intorno e trovo un rotolo di carta col quale mi pulisco come posso, butto il cetriolo nel cestino. mi tampono il culo con della carta per evitare di bagnarmi con la sborra che poteva uscire, mi ricompongo e prendendo il mio zaino mi dirigo in classe per l’inizio delle lezioni. Nonostante i miei impegni mattutini ero riuscito ad entrare in classe tra i primi, guadagnandomi così un banco in ultima, fila dove ho passato le prime due ore di matematica in uno stato di dormiveglia. Nella mente mi si mischiavano le immagini di quello che avevo fatto ed in bocca sentivo ancora il sapore delle varie sborrate che avevo ingoiato. Speravo che la mattinata si sarebbe svolta ormai normalmente ma mi sbagliavo. Un bidello infatti si presenta in classe bussando e chiede al professore il permesso di accompagnarmi dal preside per una comunicazione importante. Il professore non fa obiezioni ed io, incuriosito ed impaurito esco di classe col bidello il quale, appena chiusa la porta alle sue spalle, mi piazza una mano sul culo. “Ciao Michelina, io sono Franco, adesso ti accompagno a pulirti il culo che sarà ancora sporco di sborra, poi andiamo dal preside che vuole conoscerti.” A quelle parole sono sbiancato, ma non ho potuto sottrarmi alla spinta del bidello che con la mano sul mio culo mi faceva entrare nei bagni della scuola. “Lavati la sborra da quel culo da troia che poi mi ci fai fare un giro anche a me” Per fortuna i bagni erano vuoti altrimenti non so cosa mi sarei potuto inventare. Col cuore che mi batteva a mille per la paura che entrasse qualcuno, mi avvicino ad un lavandino e mi abbasso pantaloni e mutande mentre guardo il nuovo bidello che mi si avvicina tirandosi fuori il cazzo già duro. “Sono due ore che ascolto i racconti di te che fai la troia con tutti, sto per esplodere. Adesso mentre ti lavi me lo succhi, che ho bisogno di svuotarmi le palle e se entra qualcuno, gli dici che sei una troia e che mi hai costretto a fartelo succhiare perchè non puoi fare a meno di bere sborra.” Il fazzoletto che mi tamponava il culo, mi si era incollato alle chiappe grazie alla sborra che si era seccata uscendo. Ero impaciatissimo. Piegato, con il culo appoggiato al lavandino, che cercavo di pulirmi mentre Franco mi teneva la testa e mi scopava la bocca come fosse una fica. Il suo cazzo era leggermente più piccolo degli altri provati finora e riusciva a farmelo scorrere tutto in gola sensa problemi. Io lo lasciavo fare sperando che finisse veloce e che non entrasse nessuno per non sputtanarmi ulteriolmente. “Si vede che ti stanno insegnando bene a fare i pompini. Ti succhi i miei 18 centimetri di cazzo meglio della mia ragazza. A lei non riesce di ingoiarlo tutto. Stai diventando proprio una brava troia. Tira fuori la lingua, voglio che mi lecchi le palle mentre ti fotto le tonsille. Senti con la lingua le mie palle mentre mi svuoto. Bevi michelina!” Mi ha ficcato così il cazzo bene in gola schiacciandomi le palle sulla lingua ed ha cominciato a venirmi diretto nello stomaco. Sentivo benissimo le sue palle contrarsi sulla mia lingua ad ogni schizzo. Poi lo ha sfilato, mi ha lasciato in bocca solo la cappella comincando a segarsi velocissimo e in pochi secondi mi ha schizzato nuovamente sulla lingua. “Bevi ancora troia e ringraziami!”. Da brava maialina gli ripulisco bene il cazzo e glielo rimetto nei pantaloni. “Piacere di conoscerla bidello Franco, grazie di trattarmi da troia e di farmi bere tanta sborra come i suoi colleghi. Sono lieta di svuotarle le palle quando vuole”. Quindi mi rivesto e mi lavo la bocca al lavandino mentre il bidello franco si dirige verso l’uscita dicendomi che mi avrebbe aspettato fuori. Giusto in tempo, perchè uscendo incrocia un paio di alunni che entrano in bagno e si mettono alla finestra per fumarsi una sigaretta di nascosto dai professori. Fossero entrati un minuto prima mi avrebbero trovato a braghe calate che mi facevo sborrare in bocca da un bidello. Quel pensiero mi ha fatto vergognare da morire e la faccia mi è diventata tutta rossa mentre il bidello mi accompagnava dal preside. “Mi ci voleva proprio una bella svuotata di palle, adesso che mi sono calmato quando ti rivedo ti do una bella ripassata al culo. Intanto vedi di comportarti da troia come ti è stato insegnato. E’ importante che il preside ci lasci continuare indisturbati ad insegnarti ad essere una brava troia, quell’uomo è un porco e sono sicuro che non avrai problemi, non so se mi sono spiegato.” Eravamo arrivati davanti alla porta del preside, il bidello saluta la segretaria alla scrivania, bussa e se ne va lasciandomi li in attesa degli eventi. Sento la voce del preside che mi intima ad entrare e lo faccio, chiudendomi la porta alle spalle. Il preside è fermo in piedi che mi guarda perplesso come se non aspettasse la mia visita. Ero un po’ titubante a quella scoperta ma il bidello Franco con le sue parole mi aveva fatto capire cosa dovevo fare. Mi avvicino pieno di vergogna e speranzoso di non passare dei guai seri con quello che stavo per fare, mi inginocchio ai suoi piedi e comincio a sbottonargli i pantaloni. Il preside sembra si sia paralizzato e mi guarda mentre ormai gli sto impugnando il cazzo. “Mi scusi signor preside di essere così sfacciata, io sono Michelina. Mi ha scoperto un bidello mentre facevo la troia al fiume con un signore che cercava di insegnarmi a fare i pompini e adesso, vorrebbe continuare ad insegnrmi ad essere una troia svuotando le palle agli altri bidelli della scuola. Sono venuta qua da lei, a chiederle se per favore può lasciarmi uscire ogni tanto di classe, per continuare le mie lezioni da troia con i bidelli che sono tanto gentili e pazienti e mi aiutano ad allenare i miei buchi. In cambio anche lei potrebbe usufruirne come vuole.” Credo che la mia faccia adesso fosse viola mentre lo guardavo parlando e appena finito, mi copro il volto imboccandogli il cazzo e cominciando a fargli un pompino con tutta la passione che ci avrebbe messo una troia. Sentivo che il suo cazzo si ingrossava a dismisura nella mia bocca, ma con grande sforzo ho lasciato che si indurisse crescendomi direttamente nella gola mentre continuavo a fargli il pompino. Doveva avere un cazzo bello grosso perchè stavo soffocando e fiumi di saliva mi uscivano bagnandoglielo tutto. “Ma guarda un po’ che bella sorpresa. Chi lo avrebbe mai sospettato che ti piaceva il cazzo. Così vorresti diventare una troia e proprio nella mia scuola. Mi fa piacere che i miei studenti si impegnino anche in materie extra scolastiche come queste e ti aiuterò volentieri. Ma non vorrei che tu fossi qua solo per cercare di ricattarmi, quindi se vuoi il mio permesso di lasciarti essere la troia dei bidelli adesso ti spogli e continui a succhiarmi il cazzo mentre chiamo la mia segretaria, poi quando entra le spieghi perchè mi stai facendo un pompino. Se vuoi il mio aiuto farai tutto quello che ti dico sensa fiatare o ti caccio immediatamente dall’istituto.” Mi spoglio veloce intimorito da quelle parole e mi ributto sul suo cazzone leccandolo tutto mentre chiama al citofono la segretaria. “Signora Maria venga un attimo nel mio ufficio che devo mostrarle una cosa.” La porta alle mie spalle d’improvviso si apre mentre sono tutto nudo in ginocchioni a succhiare il cazzo del mio preside. La segretaria getta un urlo di sorpresa e voltandomi, la vedo paralizzata sulla porta, con le mani a tapparsi la bocca che mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite. Io le sorrido, continuando ad impugnare quel cazzo maestoso e strusciandoci il viso contro come fossi una gatta in calore “Mi scusi signora Maria di averla scioccata. Mi rendo conto della strana situazione, ma sto cercando di farmi trasformare in una brava troia dai bidelli, che mi hanno detto, che se volevo essere libera di agire avrei dovuto chiedere l’aiuto del preside. Quando poi ho visto il suo cazzo non ho saputo resistere e sto pregando il signor preside di mettermelo tutto nel culo. Non sto cercando di ricattarlo, anzi, sono pronta a scrivere che se me lo mette tutto dentro qua di fronte a lei, potrà fare di me ciò che vuole”. Il preside sorride soddisfatto mentre la segretaria ancora mi guarda attonita. Era una signora di una cinquantina d’anni, un po’ grassotta, con dei grandi e spessi occhiali che la facevano sembrare ancora più ceca di quel che era in realtà. “Signora Maria, capisce anche lei che fortune così capitano poche volte ad un uomo, come potrei mai rifiutare il mio cazzo ad una troia del genere. Guardi anche lei. Neanche ha finito di parlare che già me lo succhia di nuovo. Anche meglio di una puttana devo dire. Non posso farmi scappare questa occasione, si metta qua seduta alla mia scrivania e scriva: -Sono venuto qua di mia iniziativa per farmi inculare dal preside per potermi far trasformare nella traia della scuola. In cambio, anche per lui sarò da adesso per sempre Michelina e potrà chiedermi di fare qualsiasi cosa voglia per soddisfare i suoi piaceri-.” ascoltavo il suono della sua voce sensa preoccuparmi continuando a succhiargli il cazzo “Mi sembra che possa andare così. Scriva in fondo -Michelina la Troia- e fra parentesi il suo vero nome poi me ne stampi qualche copia che gliele faccio firmare col cazzo tutto nel culo.” La segretaria, come un automa adesso sembrava rianimarsi e incamminandosi, si siede alla scrivania per scrivere il messaggio del preside sensa neanche guardare lo schermo, ormai ipnotizzata dal mio pompino e credo anche dal cazzone del preside. Finite le stampe prende i pezzi di carta e li appoggia sulla scrivania di fronte a me. Aveva usato la carta con l’intestazione della scuola e con sotto la firma del preside. Io continuo la mia parte e sfilandomi lentamente il cazzo del preside dalla gola gli dico “Per favore, non resisto più. Ho bisogno di provare il suo cazzone, mi inculi per favore.” Anche la segetaria adesso rideva e mentre mi giravo per offrire il mio culo al preside, mi prende le chiappe e me le allarga con le mani “Così vuoi diventare una troia. Chi se lo aspettava da te. Vedo che comunque il cazzo ti piace davvero da come succhi quello del preside. Tranquilla, sarò pronta a confermare che non è il preside a costringerti a farlo, ma che sei tu una gran troia, anzi, se davvero ti entra tutto nel culo, ti presento anche mio marito! Sono ormai anni che mi prega di offrirgli il culo perchè ormai la mia fica si è adeguata troppo alle dimensione del suo cazzo. E’ enorme ti assicuro. Non mi entra neanche bene tutto nella fica, saranno 30 cm! Sono convinta che sarà contento di potere finalmente far entrare il suo cazzo in un buco da troia.” Il preside intanto, mentre la segretaria parlava, aveva già appoggiato la cappella al mio buchino ed aveva cominciato a spingere fermandosi solo quando la sua pancia ha combaciato perfettamente con le mie chiappe. “Ecco fatto Michelina, tutto in culo d’un colpo solo. Adesso mentre ti sto piantato dentro firma il tuo contratto di troia o ti scordi di succhiare cazzi nella mia scuola.” Tutto tremante prendo la penna e cerco di firmare i fogli nello spazio sotto al mio nome, mentre il preside si diverte a fare flessioni sulle ginocchia sensa sfilarmi il cazzo dal culo neanche di un millimetro. Potevo sentirlo bene che si muoveva dentro di me solleticandomi la prostata. Conoscevo bene ormai la sensazione di annebbiamento che mi stava arrivando alla mente. Anche la segretaria se ne era accorta guardandomi e mi sposta la mano che mi ero prontamente portato sul mio cazzetto moscio. Sento la sua bocca che lo avvolge e gli scarico dentro ciò che avevo nelle palle mentre firmavo la mia condanna a troia. Era la prima volta che qualcuno mi prendeva il cazzo in bocca e mai avrei pensato che mi sarebbe successo così. “Stai godendo Michelina, lo posso sentire da come mi stringi il cazzo col culo. Allora ti piace davvero fare la troia! Adesso con questo foglio che hai appena firmato, sei legalmente la mia troia di diritto, ho anche la mia segretaria per testimone e non ti negerò mai un attimo per impegnarti ad essere sempre più troia, anzi, non vedo l’ora di vederti alle prese col cazzone del suo marito.” Un attimo di lucidità mi ha fatto pensare a quello che stavo sentendo, rendendomi conto che adesso non ci sarebbe più stato ritorno alla mia vita normale. Avevo appena firmato un foglio in cui dichiaravo che volevo essere trattata da troia. Non erano più minaccie alle quali in qualche modo mi sarei potuto sottrarre. Ora sarei inevitabilmente dovuto sottostare di mia iniziativa alle voglie di questi porci. Ma i miei pensieri vengono presto distolti dal preside che adesso mi stava pistonando rabbioso, sensa curarsi del male che poteva farmi col suo cazzone e Maria, con una mano mi ha strizzato le guance per farmi aprire la bocca e versarci dentro la mia sborra che aveva ancora nella sua. “Sei più troia di tutte le mie amiche messe insieme Michelina. Non vedo l’ora di offrirti a mio marito per vederlo finalmente contento col cazzo piantato tutto dentro al tuo culo da troia. Sarà un piacere potermi sfogare con te tante voglie represse, anzi, comincio subito. Vado a chiamare il bidello che ti ha accompagnato per farti riportare in classe. Lascio aperto che magari qualcuno ti vede quanto sei troia.” Mi lascia in balia del preside e se ne va lasciando la porta spalancata con me in bella vista che mi faccio inculare. Potevo vedere bene tutto il corridoio, con lei che camminava rimpicciolendo e sparendo scendendo le scale. Chiunque adesso avrebbe potuto vedermi mentre venivo inculato se fosse passato dal corridoio. Furono pochi minuti interminabili di vergogna, col preside che non smetteva di fottermi il culo fregandosene di chi potesse arrivare, ma eccola che la vedo riapparire in cima alle scale con il bidello franco. “Non stare zitta Michelina! dimmi che ti piace il mio cazzo nel culo!” Dovevo essere proprio un bello spettacolo per il bidello e la segretaria che mi venivano incontro ridendo. Ero con le mani tese appoggiato alla scrivania che si muoveva ritmicamente alle spinte nel mio culo del cazzo del preside. “Grazie di incularmi signor preside. Il suo cazzo è veramente grande, mi piace come mi scava il culo. Verrò da lei tutti i giorni per gustarmelo bene. Ancora, più forte signor preside, faccia vedere anche a loro quanto sono troia.” Franco e la segretaria erano entrati nella stanza godendosi la scena di me che facevo la troia. Mi ritrovo così la patta di Franco vicina al viso, mentre ondeggio ai colpi del preside che mi incula. La segretaria armeggia con i suoi pantaloni e gli tira fuori il cazzo segandolo e offrendomelo da succhiare. “Avanti michelina, succhia un po’ anche questo cazzo e induriscilo bene. Mi ha detto Franco che prima non ha avuto il tempo di incularti e mi pare giusto rimediare.” Io ormai sono fuori di testa da un pezzo e mi getto famelico sul cazzo del bidello Franco che in pochi secondi mi si ingrossa in gola. Inizio a fargli un pompino che seguiva la velocità dei colpi del preside nel mio culo. Credo che mi avrebbe riempito presto la gola se il preside non mi avesse interotto sfilandosi dal mio culo, per sostituirlo e piantarmi tutto il suo cazzo in gola per sborrarci dentro. Franco non si è fatto perdere l’occasione e mi ha infilato il cazzo in culo sensa riguardo iniziando a fottermi più veloce che poteva. “Te lo avevo promesso che mi sarei fatto un giro anche io nel tuo culo. Senti come ti ha aperto bene il preside, mi sembra di scopare una panetta di burro. Adesso te lo farcisco di sborra!” Mi è venuto in culo continuando a pistonarmi rapidamente mentre ripulivo il cazzo del preside, poi mi ha presentato anche il suo da ripulire. “Vedo che sei riuscita a chiedere il permesso al preside di fare la troia nella scuola. Bene michelina vedrai quanto ti faremo divertire, imparerai molte cose con noi, puliscimi bene il cazzo che ti riaccompagno in classe. Il professore si starà chiedendo che stai facendo, è già mezzora che sei via.” Mentre continuavo le mie mansioni il preside si era già ricomposto e stava dettando a maria una nuova lettera “-Mi scuso di essere stato via così tanto ma dovevo chiedere al preside se per favore mi inculava e ci ho messo un po’ a svuotargli le palle-. Dopo la imbustiamo insieme ad una copia del tuo contratto, prima mi ci metti una firma anche qua sotto al tuo nome, così brava, sensa smettere di succhiare il cazzo del bidello franco. Quando rientri in classe dai questa busta al tuo professore e cerca di fare la troia anche con lui. Se vuoi fare la troia liberamente per la scuola con i bidelli dovrai farti amici anche i professori, così che possano chiudere un occhio quando stai via qualche minuto di troppo. Questo significa che voglio che fai in modo di svuotare le palle anche a loro e di non negargli niente, capito Michelina?. Voglio che ti comporti sempre come una maialina di razza e che chiedi ad ognuno di loro di usarti come una troia e comincierai col professore di matematica che sta aspettando il tuo rientro in classe. Adesso togliti quel cazzo di bocca, prendi questa busta e torna in classe da lui.” Mi rivesto ancora con la sborra del bidello che mi esce dal culo e mi lascio accompagnare in classe stringendo la lettera nelle mani. Mancavano ormai 15 minuti alla fine della lezione di matematica dopo di che ci sarebbe stato l’intervallo. Rientro in classe, porgo la busta al professore con la testa bassa dicendogli che era da parte del preside e mi rimetto seduto al mio banco. Lo vedo che legge con gli occhi sgranati e mi metto rapido a scarabocchiare un foglio per non far notare la mia vergogna. Il suono della campanella fa schizzare i miei compagni fuori di classe. C’era l’intervallo e le ore successive le avremmo passate in palestra, quindi si stavano spostando tutti con gli zaini in spalla. Stavo per fare lo stesso ma il professore mi chiede di aspettare un attimo prima di seguire i miei compagni. Si alza e mi dice di andare con lui in aula professori ed io prendo il mio zaino e lo faccio a testa bassa. Nella stanza non c’è nessuno ma non c’è neanche una porta e ci mettiamo dietro una fila di armadietti che era la dentro, per ripararsi dagli occhi degli alunni che scorrazzavano nei corridoi e da chi fosse entrato. “Fammi vedere un po’ questo culo che dici di aver offerto al preside. Voglio proprio vedere se è vero che ti sei fatto inculare e che ti posso trattare da troia.” Mi vergognavo da morire sentendo le voci dei miei compagni dall’altra parte della fila degli armadietti, ma mi lascio cadere pantaloni e mutande alle caviglie e voltandomi mostro il mio culo allargandomi le chiappe con le mani. Il professore di matematica ci infila dentro due dita fino alle nocche lasciandomi a bocca aperta. “Sembra proprio che non mi mentivi, si sente che da qua ci è appena passato qualcuno, tra l’altro non ti sei neanche pulito, hai ancora la sborra che ti esce fuori.” Io volto la testa per guardarlo e tutto rosso in viso dalla vergogna gli dico “Mi scusi signor professore di matematica, ma ci stavo mettendo troppo a svuotare le palle al preside e al bidello che mi aveva accompagnato e non sono riuscito a pulirmi. Mi aiuti anche lei a diventare una brava troia per favore.” Lo vedo che ridendo si tira fuori il cazzo per sostituirlo alle dita che prontamente mi infila in bocca da ripulire. Il suo cazzo mi scorre nel culo sensa problemi e lui mi fotte con dovuta calma. “Ma certo che ti faccio fare la troia, lo vedo che ti piace il cazzo, tranquilla non mancherò di farmi svuotare le palle tutte le volte che ti vedo. Hai un culo favoloso, sarà un vero piacere usarlo quando mi pare.” Il rumore di una sedia ci fa capire che qualcuno è entrato nella stanza e si è seduto. Si possono udire il rumore dei pezzi di carta che sfogliando sta leggendo. Il professore mi fa cenno con un dito di stare zitto mentre lui continua a divertirsi col mio culo. Per non fare rumore si muove lentissimo e posso sentire bene ogni millimetro del suo cazzo che mi scorre dentro, anche eccitato dalla paura di essere trovato in quella situazione da chissà chi. Il suono della campanella che segna la fine dell’intervallo, fa uscire l’intruso e il professore comincia a pomparmi il culo con forza mentre sento le voci dei compagni che scompaiono nelle varie classi. “Che avresti fatto brutta troia se ci avessero scoperto? Scommetto che non avresti vietato la bocca ad un nuovo cazzo.” Mentre mi parlava con le mani mi stava allargando le chiappe per aiutarsi a scoparmi più a fondo con forza. Mi ero scordato che i miei compagni erano già in palestra da un bel pezzo e il professore sembrava non avere intenzione di godere. “Si professore, lo avrei preso in bocca a chiunque come una brava troia, la prego non smetta di incularmi, svuoti le sue palle dentro di me per favore.” Sembra che voglia accontentarmi veramente e i suoi colpi aumentano di velocità ma tutto d’un tratto si blocca. Presi come eravamo non abbiamo sentito che qualcuno era entrato e da dietro gli armadietti erano apparsi il bidello cazzone e il professore di ginnastica. Il bidello teneva in mano la macchina fotografica che gli avovo portato ad inizio mattina e non si era lasciato sfuggire l’occasione di immortalarmi in una foto. “Glielo dicevo che lo avremmo trovato alle prese con qualche cazzo. Non voleva credermi mentre le dicevo che è da ieri che gli insegno a prendere cazzi. Michelina diglielo anche tu che sei una troia, non puoi certo negarlo con un cazzo nel culo!”. Il professore di matematica era rimasto immobile piantato dentro di me con le mani a stringermi le chiappe e non diceva una parola. Io invece ho cominciato a muovere il culo sul suo cazzo con movimento rotatorio e rivolgendomi agli altri due. “Mi scusi signor professore di ginnastica se sto facendo tardi a lezione ma non posso sottrarmi ai miei doveri da troia, ho anche firmato un contratto per il signor preside che posso farle vedere, mi lasci finire col professore di matematica, non posso lasciarlo così, guardi che bel cazzo duro. Stava quasi per scaricarmi in culo tanta sborra.” Intanto mi ero sfilato il cazzo dal culo, per farlo vedere mentre parlavo in ginocchioni masturbandolo. “Per favore signor professore di matematica, mi scusi se ci hanno interrotti, la prossima volta potrà godersi il mio culo fino in fondo, per oggi si accontenti di schizzarmi in bocca per far vedere ai signori quanto sono troia.” Il professore di matematica si piega per prendere dalla borsa la busta che gli avevo dato, per poi porgerla al professore di ginnastica. Lui la apre e legge il contenuto stupito mentre continuo a leccare e segare il cazzo del professore di matematica che si indurisce come fosse arrivato al limite ed infatti, uno schizzo di sborra mi colpisce improvvisamente il viso. Spalanco prontamente la bocca e mi faccio centrare dal resto della sborrata mentre continuo a segarlo col professore di ginnastica che mi guardava ed il bidello che si divertiva con la macchina fotografica a farmi primi piani. Ho ingoiato tutto e mentre ripulivo bene il cazzo dalle ultime goccioline che uscivano strizzandolo ho detto “Grazie signor professore di ginnastica per avermi lasciato finire, se vuole anche lei può approfittare di me e svuotarsi le palle, mi farebbe molto piacere.” Il professore di matematica dice al bidello che avrebbe voluto le foto, poi mi toglie il cazzo di bocca e ricomponendosi se ne va, dicendomi che gli stavo facendo fare tardi a lezione. Il professore di ginnastica insieme al bidello, mi alzano e mi spingono fuori dalla stanza con ancora i pantaloni calati e tutto impacciato, cerco di vestirmi che ormai siamo già nel corridoio. “Che c’è Michelina adesso ti vergogni? Eppure non ti è dispiaciuto di farci vedere quanto ti piace bere la sborra. Io sono abituato a vederti fare la troia ma il professore di ginnastica ancora no! Comunque hai firmato un foglio dove dichiari che vuoi essere trattata da troia, quindi prima o poi tutti si godranno il tuo culo michelina, lascialo fuori e facci vedere come sculetti fino giù in palestra mentre ti faccio altre due foto.” Mi vergognavo da morire, ma ormai mi ero incastrato in questa situazione e mi tiro su i pantaloni ma lasciandomi il culo fuori, quindi sculettando per i corridoi della scuola mi dirigo negli spogliatoi della palestra. “Ma fai proprio tutto quello che ti si dice! Allora visto che sono il tuo professore di ginnastica, provvederò ad allenarti nelle tue doti da troia.” Arrivati negli spogliatoi mi dice di spogliarmi e di cominciare a succhiare il cazzo al bidello mentre lui andava a controllare gli alunni. Torna dopo pochi minuti con due materassini di spugna arrotolati sotto al braccio e mi trova nudo, in ginocchini, col cazzone del bidello conficcato in gola. Srotola i materassini a terra e chiede al bidello di sdraiarsi su uno di questi col cazzo ritto. Lui esegue mantenendo verticale il cazzo con le mani. “Ho detto ai tuoi compagni che ti stavo punendo con degli esercizi speciali negli spogliatoi e li ho lasciati al mio assistente a giocare a calcio. Se nessuno ha bisogno di venire al bagno saremo indisturbati, altrimenti ti toccherà spiegare a qualcun altro che sei una troia. Adesso voglio che ti accovacci e ti siedi sul cazzo del bidello fino a fartelo sparire tutto nel culo. Quando senti che con le chiappe gli tocchi la pancia ti ritiri su quasi a far uscire tutto il cazzo e poi riscendi per rimetterlo tutto dentro. Puoi usare le mani solo per allargarti le chiappe e non per aiutarti in altri modi. Dieci flessioni per cominciare poi vediamo.” Dando le spalle al bidello mi accovaccio su di lui allargandomi le chiappe. La lunghezza del suo cazzo mi fa trovare la sua cappella velocemente a contatto col culo. Mi sposto un po’ cercando di fargli centrare il mio buchino e quando sento che la sua cappella lo sfiora mi fermo e comincio a spingere verso il basso. Il profassore mi incita a continuare mentre prende la macchina fotografica e si gode la scena della cappella del bidello che apre la via al suo cazzone dentro al mio culo. “Mi fa piacere che il bidello sia ben dotato, ma anche io non sono da meno lo scoprirai presto.” Sentivo il cazzone del bidello penetrarmi man mano che scendevo giù. Le gambe mi tremavano e non era facile rimanere in equilibrio sensa potere usare le mani. Praticamente era il cazzo del bidello che mi aiutava a non cadere impalandomi al tempo stesso. Mi sembrava che il cazzo non volesse mai finire mentre scendevo e ad un certo punto non riuscivo più ad andare avanti. Ho cercato di rilassarmi il più possibile mentre il professore mi inveiva contro che una vera troia starebbe già saltellando sul cazzo del bidello. Ho allargato ancora di più con le mani le mie chiappe mentre spingevo con i muscoli del culo. Ho sentito come un qualcosa che cedeva dentro di me e finalmente il cazzo del bidello ha ripreso a scivolarmi dentro. Il professore contento mi ha dato uno schiaffone sul culo complimentandosi, dicendomi che gli piaceva il mio impegno, ma la cosa mi ha preso di sorpresa e ho perso concentrazione ed equilibrio finendo in un lampo impalato completamente e seduto sul bidello. Il professore di ginnastica è scoppiato in una risata mentre io con la bocca spalancata per l’intrusione non riuscivo a muovere un muscolo. “Questa foto mi pare d’obblgo” dice il professore immortalandomi in quella posa “ma ora comincia a contare dieci flessioni mentre mi succhi il cazzo poi mi do il cambio col bidello e fai lo stesso con me. Ogni giro aumenteremo di cinque flessioni e dovrai farle sempre più veloce. Ti potrai fermare solo quando ci avrai svuotato le palle o col culo o con la bocca.” Cerco di muovermi mentre il professore si avvicina con la tuta calata e il cazzo fuori da farmi succhiare. Non sbagliava a vantarsi delle sue misure, infatti da come si presenta non sembra diverso da quello del bidello, ma lo avrei scoperto presto visto che già ne assaggiavo il sapore con la lingua. Il professore mi afferra la testa cominciando a fottermi le tonsille e incitandomi a muovermi. Io ci provavo e lentamente sono riuscito ad alzarmi, forse di dieci centimetri, per poi ricadere giù seduto. Col cazzo del professore in gola ho provato allora a contare “Uo” e si sono messi entrambi a ridere. “Brava michelina” mi ha detto ridendo il professore di ginnastica “ma puoi fare di meglio. Vedi di farti scorrere un po’ più cazzo nel culo, alzale di più quelle gambe e non fermarti troppo seduta. Su ricomincia a contare che non vedo l’ora di provare il tuo culo. Non se ne trovano tante di troie disposte a prendere calibri come il mio e quello del bidello ma vedo che tu non hai problemi ad imparare.” Detto questo riprende a godersi la mia bocca mentre io cerco di impalarmi col cazzo del bidello come mi ha detto. “ue…ee……uappo…ugue” le parole mi uscivano difficili di bocca, impegnato nel pompino al professore di ginnastica, ed era veramente faticoso non potere usare le mani mentre andavo su e giù sul cazzo del bidello. “iefi!” Ancora seduto sul bidello il professore di ginnastica mi sfila il cazzo di bocca chiedendo il cambio al bidello. “Vieni a provare come gli vibrano le tonsille sul cazzo mentre cerca di contare. Questa troia riesce a farti il solletico al cazzo mentre te lo succhia! Mai trovata una che gli piacesse così tanto il cazzo. Avevi proprio ragione”. Detto questo si sdraia di fianco al bidello, io mi sfilo il suo cazzo dal culo che in un attimo mi ritrovo in bocca, poi mi sposto di lato cercando di mirare adesso il cazzo del professore di ginnastica al mio culo. Riesco a trovare la cappella e ad appoggiarla al mio buchino per calarmici sopra lentamente, ma il bidello ha altre intenzioni e mi ficca d’un colpo tutto il cazzo in gola facendomi cadere seduto sul professore di ginnastica. Il suono mi è uscito naturale di gola ritrovandomi impalato da un altro cazzone “uo!”. Il professore allora mi ha dato uno schiaffo sul culo “No michelina! Il primo non conta, serve solo a farti prendere le misure non fare la furba con me e ricomincia a contare!” Col bidello che mi teneva per le orecchie continuando a scoparmi le tonsille, riprendo a muovermi sul cazzo del professore di matematica. Altre dieci flessioni sulle gambe mi avevano stremato seduto sul professore. “Avanti michelina siamo solo all’inizio, alzati che te ne toccano altre quindici a testa.” Guardo il cazzo del bidello che si era già sdraiato e mi aspettava muovendolo. Mi sfilo il cazzo del professore di ginnastica dal culo e cerco quello del bidello ma le gambe non mi reggono e cado in ginocchioni col suo cazzo dentro. Mi butto allora un po’ indietro allargo le gambe più che posso e comincio a muovermi flettendomi sui ginocchi per farmi impalare fino in fondo dal cazzo del bidello. Chiedo scusa al professore di ginnastica perchè le gambe non mi reggono e chiedo il permesso di continuare in questo modo. “Sei proprio una troia, io cerco di allenarti ma tu vuoi solo sentirti un cazzo che ti scorre dentro. Vuol dire che invece che di cinque flessioni, aumentiamo di dieci ad ogni cambio ed inoltre, visto che adesso non duri più troppa fatica con le gambe, voglio che muovi il culo come una ballerina di samba brasiliana mentre ti fai scorrere il cazzo dentro. Avanti ricominciamo, comincia a contare fino a venti e muovi il culo come ti ho detto brutta troia incapace.” Mi sbatte quindi il cazzo il gola e mi umilia dicendomi che come troia non valevo niente se non riuscivo neanche a fare piè di dieci flessioni col culo su un cazzo. Comincio allora ad andare veloce su e giù e a muovere il culo come un pazzo vibrandolo sul cazzo del bidello mentre mi scorreva dentro. “Vedo che gli insulti del professore di ginnastica ti hanno ferita l’orgoglio da troia michelina. Adesso si che ti stai impegnando. Questa si che è una bella sega fatta di culo.” La nuova posizione era meno faticosa per le mie gambe e i due si erano già scambiati diverse volte nel mio culo. Stavo contando adesso quaranta flessioni sul cazzo del professore quando d’un tratto mi ferma a mezz’aria col cazzo nel culo a metà “Ferma così troia sto per venire e voglio farlo da solo, tu vedi di farti sborrare in bocca dal bidello mentre godo o ti lascio qua a finire di succhiarlo mentre vado a richiamare i tuoi compagni nello spogliatoio!” Quella frase mi terrorizza e alla paura di essere visto dai miei compagni di classe a fare la troia, con le mani e con la bocca mi muovo velocemente sul cazzo del bidello mentre sono sospeso e il professore di matematica mi stantuffa il cazzo in culo dal basso verso l’alto a velocità estrema. Mi tolgo il cazzo del bidello di bocca e comincio a segarlo velocissimo “La prego signor bidello, lo so che da l’inizio della mattinata mi ha gia donato tanta sborra ma la supplico, mi riempia ancora una volta la bocca.” i due alle mie parole impazziscono, il professore mi sborra in culo mentre continua a scoparmi veloce e il bidello mi riempie la bocca e il viso di sborra, che prontamente ripulisco col suo cazzo per rimettermelo in bocca e finire di spremerlo. Lascio che i due si calmino e mi allontanino dandomi nuovi ordini. Il bidello si riveste e se ne va salutando il professore e dicendomi di passare da lui a riprendere la macchina fotografica prima di uscire. Il professore di ginnastica mi dice di ripulirmi, di rimettere in ordine e poi raggiungerlo in palestra per finire la lezione insieme agli altri. Mi lavo come posso, mi rivesto, arrotolo i tappetini e vado a metterli al loro posto in palestra. Ho passato il resto della lezione a rispondere alle domande dei miei compagni curiosi, inventandomi che ero rimasto troppo in bagno dopo l’intervallo e che il professore mi aveva punito facendomi fare degli esercizi negli spogliatoi. Questo forse giustificava anche il fatto che non guardavo troppo in faccia il professore pensavo, ma in realtà non lo guardavo solo perchè mi vergognavo di quello che avevo appena fatto con lui negli spogliatoi. Al suono della campanella tutti scappano via ma io vengo bloccato dal professore di ginnastica mentre i miei compagni prendono gli zaini negli spogliatoi e se ne vanno. Io mi volto e mi dirigo verso il professore di ginnastica che parlava col suo aiutante di come mi aveva inculato “…e poi l’abbiamo riempita di sborra a questa troia io e il bidello. Avvicinati presentati al mio assistente che la prissima volta mi faccio aiutare anche da lui nei tuoi allenamenti speciali.” Io mi volto impaurito per vedere se ci fosse qualcuno ad ascoltare ma fortunatamente erano già spariti tutti, si udivano solo le voci degli alunni in lontananza che svanivano uscendo di scuola. Allora mi giro verso l’assistente e mi inginocchio calandogli la tuta e facendogli uscire il cazzo “Signor assistente di ginnastica io sono michelina, piacere di conoscerla, sarò lieta di essere anche sua allieva nei mie esercizi da troia ma se vuole, una cosa veloce posso fargliela anche adesso. Se non le faccio fare tardi a casa posso svuotarle le palle con un bel pompino.” e sensa farlo rispondere comincio a succhiargli il cazzo nel mezzo della palestra col professore di ginnastica che mi guardava contento “Ho visto che eri troia ma tu sei una sorpresa continua. Brava michelina svuota le palle anche al mio assistente, io me ne vado a casa. Se incontro il bidello gli dico che sei qua. Ciao troia.” Sento i suoi passi che se ne vanno mentre sono impegnato nel pompino all’assistente. Il suo cazzo prende forma nella mia bocca e sono contento che sia normale e non enorme, perchè mi sentivo la bocca stanca di succhiare. Gli dedico comunque un pompino da brava troia e mi lascio sborrare in bocca. Mentre gli ripulisco il cazzo ringraziandolo di avermi sborrato in bocca sento qualcuno che applaude alle mie spalle. Era il bidello franco che, in silenzio, si era gustato la scena dalla porta degli spogliatoi. “E’ brava michelina a fare i bocchini vero assistente? Impara in fretta perchè è sempre alle prese con qualche cazzo. Meno male che son venuto io a pulire la palestra altrimenti tu non tornavi a casa con tutti i cazzi che ti si sarebbero presentati. Vai su che c’è il mio collega che ti aspetta per darti la macchina fotografica del tuo vicino. Domattina quando torni ti daremo un’altra bella razione di cazzo ma ora vai!” Rimetto a posto i pantaloni all’assistente di ginnastica, lo ringrazio ancora scusandomi di essere stato troppo veloce e me ne vado. All’uscita della scuola trovo il bidello che sta dando la macchina fotografica al professore del fiume. “Eccoti finalmente! Ero venuto a chiedere il tuo numero di telefono per essere sicuro di trovarti oggi al fiume, poi mi sono trattenuto col bidello che mi stava dicendo che ti stai comportando bene. Visto che non ho niente da fare fino all’ora di cena, invece di aspettarti al fiume, vengo con te e il tuo vicino a sviluppare le foto, così intanto mi racconti cosa hai fatto dal momento che ti ho lasciata al fiume col bidello.” Detto questo mi da uno schiaffo sul culo per farmi camminare avanti a lui e ci dirigiamo nel parcheggio dove il mio vicino ci aspettava fermo in piedi fuori dalla macchina.

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