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Il premio della pazienza

By 2 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Finalmente era arrivato il giorno. Avevo pazientemente atteso quel momento senza alcuna fretta, lasciando che gli eventi inducessero a quel momento quasi come naturale conseguenza. Mi ero preso tutto il tempo del caso,ma alla fine la mia strategia paziente aveva avuto il suo esito positivo. Ora ero realmente seduto sul cofano della mia macchina, lungo quella tranquilla e meravigliosa strada che dava sul mare, attendendo,pazientemente, che Sarah si presentasse. L’avrebbe fatto,ne ero dannatamente certo.

Ci eravamo conosciuti su internet quasi tre mesi prima. Su una chat di una popolare community senza alcuna finalità di merito. Era stato il caso a farci incontrare,aveva sempre detto lei, ma di quell’incontro si diceva felice come una bambina. Da quella prima,timida conversazione compresi che Sarah rappresentava esattamente ciò che la mia personalità desiderava. Una ragazza semplice,senza eccessi,profondamente amante del piacere, ma soprattutto remissiva di indole e di atteggiamento. Quando le chiesi una prima fotografia non volli calcare eccessivamente la mano. Le chiesi una foto dove potessi vederla in viso,dal momento che il suo profilo,contrariamente che il mio,non aveva alcuna immagine di riferimento. Dopo qualche riluttanza mi inviò l’oggetto e fui sinceramente felice per quanto ebbi modo di vedere.

Aveva scelto una fotografia serale,probabilmente scattata da qualche amica una sera d’uscita comune. Doveva essere estate e doveva essere di ritorno da una festa. Sarah indossava un abito a tubino color crema che ne esaltava il fisico in maniera apprezzabile. Ero consapevole della sua passione per la danza, dunque non mi aspettavo un corpo eccessivamente prosperoso ed ebbi ragione. Alta sul mentre e cinquantasette, sui quarantuno kg, Sarah era esattamente come l’avevo immaginata, piccola, graziosa, elegante. Aveva una seconda di seno ed un culetto gradevole che sarebbe stato in una mano aperta. Una “bambolina” come mi divertii a definirla.

Quello fu il primo contatto,ma ne seguirono altri. Durante ognuno di essi la circuivo,le prestavo attenzioni particolari,ascoltavo ogni sua parola con estrema attenzione,cercavo di memorizzare quanto più di lei mi fosse possibile ed alla fine,forte di tutto l’appreso,cominciai ad incanalarla nei discorsi più intimi. Fu in quel preciso momento che compresi che esisteva realmente la possibilità che Sarah amasse l’idea della sottomissione,non quella volgare e violenta che spesso si legge,ma quella mentale, una sottomissione totale a qualcuno.

Mano a mano che questo processo proseguiva,potevo avanzare richieste sempre più precise e manifestanti i miei intenti. Le sue iniziali riluttanze caddero quando le feci capire quanto, in realtà, fosse lei a desiderare tutto ciò. Essendo qualcosa di puramente “virtuale” , le spiegai, lei avrebbe potuto tranquillamente interromperlo in qualsiasi momento. Sarebbe stato sufficiente cancellarmi dalle sue amicizie,impedirmi di interagire con lei e tutto sarebbe finito. Era lei a cercarmi,lei a scusarsi per ogni ritardo,ogni assenza. Quando cominciò ad inviarmi fotografie realizzate su mia esplicita richiesta, mi resi conto di quanto controllo avessi realmente su di lei. Praticamente Sarah passava le sue giornate incollata al computer nella speranza di vedermi comparire, di potermi scrivere e la cosa era ciò che più mi aggradava. Una sera, durante una delle nostre consuete conversazioni mi espresse un desiderio ben preciso.

 

-Mi piacerebbe sentire la tua voce…pensi sia possibile?-

-Beh penso proprio di si- le dissi -Ti chiamerei via Internet se mi fosse possibile,ma non ho alcun tuo contatto per farlo-

-Io veramente stavo pensando al telefono…sempre se ti va…-

 

Dal virtuale al reale. Interpretai quella sua richiesta in quel modo. Finché avevamo avuto contatti puramente virtuali avrebbe potuto interrompere realmente in qualsiasi istante,ma da quel momento in poi no. Non feci nemmeno in tempo a darle il numero che lei ricambiò telefonandomi.

Da quel momento in poi tutto divenne più reale. Sarah stessa definì quella situazione “più bella e coinvolgente”. Le piaceva eseguire le mie richieste, specialmente quando queste la mettevano in imbarazzo od in difficoltà. Giorno dopo giorno costruii il nostro rapporto con lei sempre più ben disposta. Così, alla fine, quando cominciò a rendersi conto di sentire questa “relazione” quasi come un bisogno fisico, Sarah mi propose di incontrarci ed io,naturalmente, le dissi di si.

E così eccomi qua, sulla mia macchina in attesa di quel momento. La giornata perfetta per incontrarci. Poi ecco, sento dei passi. Tacchi alti,probabilmente ha assecondato la mia richiesta di presentarsi con quello stesso abito che aveva nella prima foto che mi aveva mandato. Mi volsi ed eccola. Esattamente così come si era presentata e come tante volte l’avevo vista in foto.

I boccoli rossi a caduta sulle spalle scoperte. La carnagione chiara, col viso ricoperto da leggerissime lentiggini. Un filo di trucco, quell’abito fasciante a rendere appetibile il suo aspetto. Rimase a due o tre metri da me, stringendo la borsa davanti a se.

 

-Ciao…- cominciai

-Ci…ciao…- arrossì -Dio è imbarazzante…-

Sorrisi -Beh? Non vieni nemmeno a darmi un bacio?-

 

Lei sorrise, piegò appena il capo e sospirò per infondersi forza. Si portò davanti a me e mi guardò sorridendo. Mi piegai leggermente in avanti e lei mi si poggiò al petto. Alzò il capo e poggiò le sue labbra sulle mie. La sentivo tremare, mentre le mie braccia le stringevano i fianchi sentivo il suo corpo fremere ed era una sensazione magnifica. Fu un bacio intenso, non volle staccarsi da me per svariati minuti, come se volesse recuperare tutto il tempo perso. Quando,finalmente, si convinse rimase comunque con le mani poggiate al mio petto, guardandomi.

 

-Ed ora che cosa mi farai fare?-

Io sorrisi -Dipende…che cosa sei disposta a fare?-

-Qualsiasi cosa tu voglia…-

 

FINE PRIMO CAPITOLO

Per commenti scrivetemi a  : nick.talbot@libero.it

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