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Racconti Gay

Il taxista arrapato

By 29 Aprile 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Tanto per cambiare non si può mai organizzare un viaggio di lavoro muovendosi con i treni senza subire i disagi per via dei ritardi.
Questa volta però &egrave troppo, quattro ore di ritardo e domattina dovrò alzarmi presto per essere all’incontro programmato, come se non bastasse quando ho telefonato all’albergo che avevo prenotato per avvisare del ritardo mi hanno detto che per l’ora in cui arriverà il treno difficilmente troverò un autobus, quindi mi toccherà prendere un taxi per attraversare tutta la città.
E così infatti arrivo fuori dalla stazione ferroviaria trascinando la mia valigia, davanti a me c’&egrave una ragazza molto bella e anche lei si dirige verso i primo taxi dei tre disponibili in attesa.
Stranamente noto che il taxista, uno sulla trentina visibilmente di origini africane, come se volesse evitarla e costringerla a rivolgersi al taxi in coda dietro di lui, si rivolge a me chiedendomi: ‘ti serve un passaggio?’.
Li per li non mi soffermo a pensare come mai abbia evitato la ragazza e dico di si, noto che anche i suoi colleghi però si sono accorti della scena e ridono, evidentemente sanno qualcosa che io non so o che non ho afferrato, strano però, quella ragazza era molto bella e seppure si tratti solo di una corsa in taxi dovrebbe essere più piacevole scarrozzare lei rispetto a me.
Metto la valigia nel baule, mi accomodo sul sedile posteriore e dico al taxista l’indirizzo verso il quale voglio essere accompagnato.
‘E’ dall’altra parte della città’ mi dice il ragazzo.
‘Lo so’ rispondo senza aggiungere altro.
‘Avremo più tempo per fare amicizia’ mi risponde, ‘io mi chiamo Jamal’ e mentre lo dice si volta indietro porgendomi la mano, ricambio la stretta un po’ imbarazzato e mi presento anch’io.
Amicizia con un taxista assieme al quale trascorrerò a stento mezz’ora? Certo che &egrave strano sto tipo, a meno che non abbia evitato la ragazza perché vuole provarci con me, ma mi sembra impossibile, anche perché &egrave proprio un bel ragazzo e sarebbe una botta di culo (in tutti i sensi) troppo grande.
Dopo un paio di minuti passiamo a fianco a un ragazzo che passeggia sul marciapiede e Jamal lo guarda in modo esplicito poi esclama: ‘che bel culetto!’ dopo di che guarda nello specchietto per vedere la mia reazione e mi sorride, ricambio il sorriso, ho capito tutto e questa non me la voglio certo perdere!
‘Ti piace?’ gli rispondo.
‘A chi non piace?’ mi risponde lui.
‘A me’ ribatto sorridendo.
Il suo volto assume un’espressione di delusione poi dice: ‘scusa, mi sono lasciato troppo andare, capisco che non tutti possano avere i miei gusti’.
Gli sorrido e gli rispondo: ‘ma no, non preoccuparti, &egrave che a me di quel ragazzo piaceva di più la parte davanti’.
‘Questa si che &egrave una bella notizia!’ esclama Jamal entusiasta, poi aggiunge: ‘anche tu hai un bel culetto sai? l’ho visto prima mentre sei uscito dalla stazione e ti sei voltato a leggere un cartello’.
‘Grazie’ gli rispondo, ‘ma la ragazza che camminava davanti a me ce l’aveva ancora più bello, non trovi?’.
‘L’ho visto, ma vuoi mettere il culo muscoloso e stretto di un maschio? La soddisfazione di sottometterlo e penetrarlo in un boschetto piegato in avanti sul cofano della macchina?’.
L’idea mi sta eccitando davvero e sono del parere che ogni tanto nella vita sia giusto fare qualche pazzia, così gli rispondo senza troppo indugio: ‘conosci qualche boschetto lungo il tragitto, Jamal? Sono curioso di capire quanto confortevole &egrave il cofano della tua macchina’.
Lui subito imbocca una strada che porta fuori dalla città e in poco tempo arriviamo in una zona di campagna, isolata e illuminata solo dalla luna che questa notte &egrave piena, si ferma, spegne il motore, apre il cassettino portaoggetti e tira fuori una scatola di preservativi.
Scendiamo dalla macchina, ci mettiamo vicino al cofano uno di fronte all’altro, ci abbracciamo e io comincio a frugargli con le mani dentro i pantaloni, lui mi afferra, mi gira, mi abbraccia da dietro e comincia a strofinare il suo pacco contro il mio culo mentre sono ancora entrambi avvolti nei pantaloni.
‘Lo senti com’&egrave duro?’ mi chiede.
‘Oh si, lo sento, &egrave anche bello grosso, comincio a pentirmi di aver accettato le tue avances, sono ancora in tempo per ripensarci?’ gli dico con tono scherzoso.
‘Assolutamente no’ mi risponde, adesso da bravo ti lasci scopare.
Mi divincolo un attimo dalla sua presa, mi volto verso di lui, prendo un preservativo dalla scatola che aveva appoggiato sul cofano della macchina e mi metto la bustina ancora chiusa fra i denti, gli slaccio i pantaloni, mi inginocchio davanti a lui, scarto l’involucro del preservativo, lo metto fra i denti e le labbra, gli tiro fuori il cazzo dalle mutande e glielo calzo con la bocca; &egrave un giochino che ho imparato a fare parecchio tempo fa e che &egrave molto utile per non rovinare l’atmosfera quando hai voglia di succhiare un cazzo ma non &egrave abbastanza sicuro farlo senza protezione.
Jamal sembra apprezzare, si lascia succhiare per un po’ quel magnifico cazzo misura extra large e long, poi mi afferra per le spalle, mi fa alzare in piedi e mi dice: ‘hey furbetto, non crederai di cavartela con un pompino, &egrave il tuo culo che voglio’!
Mentre lo dice mi fa girare di schiena a lui, mi afferra da dietro e mi slaccia i pantaloni, me li cala assieme alle mutande fino all’altezza delle ginocchia e mi fa piegare in avanti sul cofano.
Si sputa su due dita e mi passa la saliva sul buco del culo, poi appoggia la sua grossa cappella, mette anche lui le mani sul cofano e inizia a spingere.
‘Ahia cazzo! Mi fai male!’ gli dico, lui in risposta mi da un’ energica sculacciata ammonendomi di tacere, aggiungendo che se non fa almeno un po’ male non c’&egrave gusto ne per me e ne per lui (effettivamente ha ragione, la penso così anch’io).
Continua a spingere il cazzo dentro di me finché sento arrivare il suo pube, &egrave dentro tutto! Sta fermo li qualche secondo poi comincia a fare su e giù con forza.
Mi sta inculando con una foga pazzesca, nel frattempo mi mette una mano sul collo per tenermi premuto giù e con l’altra mano mi ha afferrato un polso e rigirato il braccio all’indietro sulla schiena, come se volesse scongiurare qualsiasi mio tentativo di sottrarmi all’inculata.
‘Dimmi che non vuoi più’ mi sussurra a un certo punto; ho capito cosa vuole e decido di accontentarlo fingendo di volere che smetta.
‘Basta, ti prego! Non voglio più, mi fai male!’ gli dico.
‘Troppo tardi, adesso ormai sono dentro e ci rimango finché non ti sborro nel culo’!
Prende a incularmi ancora con più forza e ogni volta che gli chiedo di smettere mi da un’energica manata sul culo, di quelle che lo schiocco riecheggia tutt’attorno, poi mi dice: ‘zitto e subisci! Sei la mia troia adesso!’
A lui piace sottomettermi e a me piace sentirmi così dominato, andiamo avanti per un po’ e ad ogni mia lamentela lui rincara la dose di colpi di cazzo e di sculacciate.
‘Girati’ mi dice.
‘Come?’
‘Mettiti a pancia in su sul cofano e alza le gambe, voglio incularti da davanti’.
Mentre lo dice sfila il cazzo da dentro di me, io mi tolgo completamente i pantaloni e le mutande per poter aprire meglio le gambe, mi stendo a pancia in su sul cofano come mi ha ordinato, metto i piedi in alto, lui si avvicina e mi penetra di nuovo.
Riprende a stantuffarmi e io godo molto sentendo il suo cazzo, che prima avevo notato essere leggermente ricurvo verso l’alto, massaggiare energicamente la mia prostata, nel frattempo lui mi mette una mano nuovamente sul collo afferrandomi la gola, come per farmi capire che sono suo e che non posso scappare.
Io mi mordo le labbra e più di una volta sono arrivato ad un filo dal venire di culo, lui si rende conto che sto godendo davvero e la cosa gli da soddisfazione, il suo atteggiamento cambia e da rude e possessivo diventa gentile e premuroso, mi afferra il cazzo e comincia a menarmelo mentre mi incula, passa veramente poco tempo e io mi schizzo sulla pancia.
Lui raccoglie con le dita il mio sperma e me lo fa succhiare, poi sento che rallenta, comincia a gemere e il suo cazzo inizia a pulsare dentro di me.
‘Ma cosa fai? Mi vieni dentro?’ gli chiedo arrabbiato.
‘Zitta troia, ho quasi finito’
‘Ma sei scemo? E se il preservativo si fosse rotto?’
‘io malattie non ne ho’ mi risponde continuando a mollare gli ultimi schizzi di sborra dentro di me.
In realtà a forza di prender cazzi ho imparato a riconoscere sia quando uno sta per venire che il calore dello sperma che mi inonda l’intestino, però non si sa mai, meglio controllare bene dopo, ma intanto adesso &egrave li e tanto vale godersi il momento, so che non arretrerà prima di aver finito.
Adesso il suo cazzo si sta sgonfiando dentro di me, lui infila una mano fra il suo pube e le mie natiche per afferrare il preservativo ed evitare di perderlo dentro, sarebbe un guaio; una volta fuori se lo sfila dal cazzo, me lo mostra pieno di sborra e lo strizza per farmi vedere che non si &egrave rotto.
Gli faccio cenno di aver visto senza dire nulla e rimango li sdraiato sul cofano della macchina distrutto dalla scopata, potrei perfino dormire li.
‘Rivestiti che ti porto in albergo’ mi dice mentre si riallaccia i pantaloni.
Saliamo in macchina, andiamo all’albergo, mentre scendo lui prende la mia valigia dal baule poi mi accompagna portandomela fino alla reception.
Davanti al portinaio gli chiedo quanto gli devo per la corsa, lui mi da una manata sul culo e mi dice: ‘nulla, offre la casa’, il portinaio ci sorride poi si rivolge a me chiedendomi: ‘vedo che il signore ha avuto modo di conoscere a fondo il mio amico Jamal’.
‘In realtà sono io che l’ho conosciuto a fondo, molto a fondo’ risponde Jamal al portinaio, i due ridono divertiti per il doppio senso e io sono visibilmente imbarazzato.
Il portiere si rivolge nuovamente a me con fare molto gentile e mi dice: ‘non si preoccupi, io e Jamal abbiamo gli stessi gusti, la cosa resta fra noi tre’ e mentre lo dice mi strizza l’occhiolino.
Jamal se ne va e il portinaio mi accompagna verso la stanza portandomi la valigia, siamo in ascensore in attesa di raggiungere l’ottavo piano, tra noi c’&egrave un silenzio imbarazzante, le porte si aprono, camminiamo lungo il corridoio, mi apre la porta della stanza e me la mostra, so che vorrebbe ‘conoscermi meglio’ anche lui, ma &egrave tardi, domattina devo alzarmi presto e Jamal mi ha già sfondato parecchio, se adesso mi facessi scopare anche da lui domattina non riuscirei a sedermi.
Lo saluto, mi spoglio, mi faccio una bella doccia e me ne vado a dormire esausto. La mia giornata di lavoro &egrave finita ed arrivo in albergo alle cinque e mezza del pomeriggio, penso che leggerò i giornali nella hall aspettando la cena poi salirò in camera e me ne andrò a dormire, ieri sera non ho riposato abbastanza essendo arrivato tardi dopo il viaggio e dopo essermi fatto inculare da quel taxista sul cofano della sua macchina.
Sono seduto su uno dei divanetti quando di fianco a me si accomoda un ragazzo vestito con un paio di jeans e una maglietta attillatissima, capelli corti, bel fisico palestrato, mi sembra di averlo già visto ma sono sicuro. Da seduto mi si avvicina e mi chiede a bassa voce: ‘nonostante l’incontro di ieri sera con Jamal riesci a stare seduto senza problemi, vedo’. Mi volto per guardarlo bene e mi accorgo che &egrave il portiere dell’albergo che ieri sera mi ha fatto arrossire facendomi intendere che aveva capito cosa avevo fatto poco prima di arrivare.
Mi guardo intorno e mi rendo conto che non c’&egrave nessuno nelle vicinanze che possa sentire, così gli sorrido e gli rispondo che sono ben allenato anche se il suo amico ‘si &egrave fatto sentire bene’, parliamo un po’ e lui ci prova molto esplicitamente con me, io lo lascio fare senza rifiutarlo ma nemmeno accogliendo apertamente le sue avances, flirtiamo un po’ senza dare nell’occhio e lui si fa sempre più deciso nel corteggiamento: ‘
– allora? Inizio il turno alle 18:30 e finisco all’una, dopo che facciamo?
– io vado a dormire.
– vuoi dirmi che ti farai trovare che dormi quando salirò in camera tua per divertirmi un po’?
– io mica ti ho invitato
– &egrave vero, ma io sono il portiere, ho le chiavi di tutte le stanze e anche della tua
– si ma se io non ci sto?
– se non ci stai &egrave più divertente.
Andiamo avanti a scherzare così per un po’ finché mi confessa che ieri sera, dopo avermi accompagnato in stanza, ha telefonato al suo amico taxista e si &egrave fatto raccontare tutto sulla nostra scopata, di come mi sono lasciato scopare sul cofano all’aperto e mi riferisce una serie di apprezzamenti sul mio culo che non mi aveva mai fatto nessuno, mi racconta anche di essersi fatto una sega pensando al me quando la mattina &egrave arrivato in camera dopo essere smontato dal turno di notte. La cosa ovviamente genera in me non poca soddisfazione e mi sa già che non riposerò molto nemmeno questa sera.
– Io vado su in camera a cambiarmi, vuoi venire con me così ti mostro cosa ti aspetta questa sera?
– E chi ti dice che io ci starò? Gli ripeto
– Non importa se ci starai, io questa notte verrò a scoparti, che ti piaccia o no domani mattina quando ti siederai sul water, la prima cosa che uscirà dal tuo culetto sarà il mio sperma, forse misto a un po’ di sangue perché non ho nessuna intenzione di andarci piano, vedrai soffrirai un po’ ma alla fine sarà divertente e vorrai farlo ancora.
– Ah perché vorresti pure farlo senza preservativo e venirmi dentro?
– Scusa ma secondo te arrivo in camera tua per violentarti e mi metto il preservativo? Mi risponde con tono scherzoso.
Questo suo modo di scherzare però mi eccita molto e l’idea di lui che entra in camera e mi prende di forza mentre dormo, ovviamente essendoci messi prima d’accordo e facendo si che sia solo un gioco per il quale in realtà sono consenziente, mi fa passare la voglia di riposare e venir voglia di fare altro.
– Non avrai il mio culo questa notte, ma verrò a vederti mentre ti cambi così saprò cosa mi perdo;
gli rispondo mantenendo il livello scherzoso del flirt.
Saliamo in camera sua e noto un ordine e una pulizia molto gradevoli, la divisa da portiere &egrave in ordine sull’appendiabiti e lui inizia a spogliarsi dei vestiti che ha addosso per poi mettersela.
Ha davvero un bel fisico e sotto gli slip noto un’attrezzatura molto interessante tanto che non riesco a staccare lo sguardo dal suo pacco, lui se ne accorge e mi dice che se non fosse perché deve iniziare il turno me lo farebbe assaggiare volentieri.
Io mi alzo, mi avvicino a lui, gli infilo la mano nelle mutande e gli tiro fuori il cazzo, lo faccio sdraiare sul letto, mi abbasso i pantaloni e le mutande e gli salgo a cavalcioni strofinandomi sulla sua asta che diventa sempre più dura, lui passa una mano sotto di me, se lo afferra, lo solleva verso l’alto e io mi ci siedo sopra appoggiando il mio ano sul suo glande scoperto che &egrave già molto umido.
– Ho dieci minuti, lasciatici cadere sopra, mi dice.
– Ma per chi mi hai preso? Ti ho detto che non lo avrai mai!
Mentre gli dico così continuo a strofinare il mio buco sulla sua asta e lui, che lo tiene ancora in posizione con la mano, comincia a masturbarsi.
Anch’io mi sto eccitando molto ma &egrave lui ad aver reso la situazione, la sotto, molto umida.
Lo lascio fare un po’ e quasi subito mi esplode contro il culo imbrattandomi tutto col suo seme caldo, aspetto che schizzi anche l’ultima goccia poi mi alzo, mi volto per mostrargli le natiche allargandole con le mani affinché possa vedere come sono impiastricciate del suo sperma filante, poi vado in bagno a pulirmi.
Sto per uscire dalla sua stanza e salutandomi mi dice:
profumati e fatti bella per dopo.
non ci sarà nessun dopo!
Gli rispondo, chiudo la porta dietro di me e mi avvio verso il ristorante dell’albergo per andare a cena.
Finito di cenare passo davanti, ma da lontano in modo da non essere a tiro di voce, al bancone delle reception, lui &egrave li, mi sorride e mi fa cenno ‘ci vediamo dopo’ con la mano, io gli rispondo facendogli cenno di no e mi avvio verso la mia camera.
Dopo essermi fatto una bella doccia mi stendo sul letto e penso un po’ alla sborrata che prima mi ha spruzzato contro il culo, mi eccito e la mia voglia di cazzo cresce; in realtà la tentazione di impalarmi sul suo cazzo era forte ma ho capito che gioco vuole fare, per questo ho voluto tenerlo un po’ sulle spine senza lasciarmi penetrare, in modo che se verrà a trovarmi in camera (e sono quasi certo che lo farà) dopo aver finito il turno, sia duro e deciso a incularmi senza pietà.
Penso che sono solo le nove e la hall sarà piena di gente, così decido di farlo impazzire un po’ e gli telefono in portineria, lo provocherò e lui sarà costretto a mantenere un atteggiamento professionale, gli verrà il cazzo duro dietro al bancone e non potrà alzarsi altrimenti, grosso come ce l’ha, chi lo vedrà se ne accorgerà:
pronto
pronto, &egrave la stanza 309, potrebbe portarmi su un po’ di cazzo per favore?
Se ha pazienza glielo porto io personalmente più tardi
no, mandi su subito qualcuno, mi serve adesso
mi spiace, di lei posso prendermi cura solamente io
ma quello che ha lei si &egrave scaricato prima
non si preoccupi che si &egrave già ricaricato
allora quando verrà porti su anche un paio di quelle confezioni di burro che si usano per la colazione
ci può contare.
Metto giù senza nemmeno salutarlo, la cosa si sta facendo divertente.
Verso le undici, mentre sto dormendo nudo sul letto, suona il telefono della stanza:
puttana, prima me l’hai fatto diventare duro e non potevo nemmeno parlare
bene, era quello che volevo
dopo me la paghi
te l’ho detto, non ci sarà un dopo, non entrerai, metterò la sedia dietro la porta per non farti entrare
non puoi farmi questo, ho le palle piene di sborra ed &egrave tutta per te
tanto durerai cinque minuti, come prima, sarebbe una delusione
prima era una prova, avevamo fretta, tranquillo che se voglio duro fino a farti urlare basta
si si, parli parli, ma poi…
Riaggancio la cornetta, e lui subito richiama:
pronto
no a parte gli scherzi, davvero metterai la sedia davanti alla porta?
Tu prova a salire, se riuscirai ad entrare sarai autorizzato a fare tutto quello su cui abbiamo scherzato fin’ora
arriverò col burro che mi hai chiesto
non ho detto che ti lascerò entrare
ok, nel caso tu mi lasci entrare, stabiliamo che la parola d’ordine &egrave il nome dell’albergo, se pronuncerai il nome dell’albergo ci fermeremo, ok?
Ok, ho già fatto questo tipo di giochi, so come funziona, ma tanto non servirà, non ti lascierò entrare.
E giunta finalmente l’una di notte, lui finisce il turno e io non ho messo nessuna sedia a bloccare la porta, spero solo che porti il burro e non voglia farmelo a secco, io lo aspetto sul letto, steso a pancia in giù, fingendo di dormire.
Sento il rumore della serratura elettronica aprire la porta, la maniglia abbassarsi e lui che entra, continuo a fingere di dormire, sento i suoi movimenti e ogni tanto, cercando di far si che non se ne accorga, socchiudo gli occhi per guardare cosa sta facendo. Si &egrave già spogliato completamente e ha un cazzo veramente grosso, dritto e nodoso, di quelli che quando ti entrano nel culo ti fanno piangere ma poi quando iniziano a muoversi dentro ti fanno godere come una ninfomane.
Si siede sul letto a fianco a me e inizia ad accarezzarmi il culo, la cosa mi sorprende piacevolmente perché credevo che mi sarebbe saltato addosso senza troppi complimenti e invece queste attenzioni mi fanno molto piacere; quando sarà il momento giusto fingerò di svegliarmi e non volere, opporrò un po’ di resistenza per rendere il gioco come lo abbiamo programmato ma nel frattempo mi godrò queste carezze.
Ci sa fare, mi allarga le natiche, avvicina la faccia e inizia a leccarmi il buchetto, wow! &egrave una cosa che mi fa impazzire!
Poi sento che prende il burro, comincia a spalmarmelo attorno al buco finché non si scioglie tutto il pezzo che aveva in mano, ne prende un altro pezzo, &egrave freddo di frigo e con le dita me lo spinge dentro, sento che si scioglie dentro di me col calore del mio corpo e adesso sono completamente lubrificato.
Mi sale sopra, punta il cazzo contro il mio culo ed &egrave il momento di fingere di svegliarmi

hey! Ma che fai?
Ti scopo!
Ma no! Ma come ti permetti?!
Permesso o no, puttanella mia, adesso sei mia e più ti agiti più mi eccito

Tento di scappare, di divincolarmi, ma lui con un colpo secco in avanti mi infilza con tutta l’asta, urlo e questa volta l’urlo &egrave vero.
Mi mette una mano sulla bocca per impedire alla mia voce di uscire ed inizia a muoversi dentro di me con un ritmo molto energico, il suo cazzo &egrave talmente lungo che sembra debba uscirmi dalla bocca e talmente grosso da farmi aver paura che mi spacchi in due.
Mi fa male, tento di pronunciare la parola d’ordine per farlo smettere ma la sua mano davanti alla mia bocca e la foga con cui mi tiene mentre mi scopa me lo impediscono, l’unico suono che emetto &egrave un mugolio continuo il cui tono oscilla sotto il ritmo dei suoi colpi.
Passano una decina di minuti e sento che il ritmo rallenta, il suo cazzo pulsa e un potente fiotto di sperma mi inonda l’intestino.
Mi toglie la mano dalla bocca, mi volto indietro, lo guardo, mi sorride e mi da un bacio, io gli rispondo che sono contento che mi abbia tappato la bocca perché stavo per gridare la parola d’ordine ma non sono riuscito, e alla fine &egrave stato meglio così.
Scusa, non volevo, mi spiace
E di che?
Doveva essere un gioco che si fermava quando lo decideva uno di noi due, tu volevi fermarti ed io ti ho impedito di dirmelo
Non preoccuparti, mi &egrave piaciuto
Sicuro?
Si, altrimenti te lo direi, ma come mai nonostante tu sia venuto &egrave ancora duro come il marmo?
Ho preso il viagra
Ma sei pazzo? E se io avessi messo la sedia?
Avrei sfondato la porta a colpi di cazzo.
Scoppiamo a ridere entrambi e nel frattempo sfila il suo bastone di carne da dentro di me, si mette a pancia in su e mi ordina di stendermi, anch’io a pancia in su, sopra di lui.
Mi afferra per i fianchi, spingendomi verso i suoi piedi e infilzandomi nuovamente col suo cazzo duro, poi prende in mano il mio ed inizia a menarmelo mentre si muove dentro di me e con l’altra mano mi afferra il petto come se dovesse stringermi le tette che non ho.
Che fai?
Ti faccio venire
Ma se vengo poi non voglio più
Appunto! Ti faccio godere poi appena mi chiedi di smettere ti metto a pecora e ti inculo di nuovo
Bastardo!

Gli afferro la mano con la quale mi sta menando il cazzo e porto anche quella sul mio petto

strizzami le tette e baciami sul collo, poi scopami più forte che puoi!
E brava la mia puttanella!

Andiamo avanti così con lui sotto di me che mi scopa mentre mi strizza le tette, mi bacia sul collo e mi chiama puttana per un po’ finché sento che sto per venire senza menarmelo, quando succede il piacere &egrave talmente forte che diventa perfino fastidioso, da un lato vorrei che smettesse e dall’altro vorrei che continuasse,
Fermati! Fermati, ti prego!
No!
Mi mette le mani sul bacino per tenermi premuto contro il suo cazzo e insiste a fottermi mentre il mio orgasmo &egrave andato oltre il limite, e adesso mi sembra che il suo cazzo sia avvolto in un preservativo di carta vetrata mentre si muove dentro di me, lo imploro di fermarsi ma non sente ragioni, finché il mio piacere scoppia di nuovo ad un livello che non avevo mai provato prima, ansimo, urlo, mi metto perfino a piangere e lui continua finché non si rende conto che non ce n’&egrave proprio più.

Sei proprio una troietta, riesci anche a venire mentre ti inculo senza segarti
Si ma non mi era mai successo così intensamente
Te l’avevo detto che ti saresti divertito.
Andiamo a farci una doccia assieme?
Vuoi che ti inculi anche sotto la doccia?
Volevo fare la doccia, ma visto che sto viagra lo avrai pagato, sfruttiamolo.

Entriamo in bagno e lui mi dice:
devo chiederti una cosa
dimmi
un po’ però mi vergogno
mi hai appena sborrato nel culo, mi hai fatto raggiungere l’orgasmo più intenso della storia, di cosa potresti mai vergognarti?
Beh, ho sempre sognato vedere uscire dal culo quello che ti ho messo dentro

Non gli rispondo nemmeno, gli sorrido e mi metto carponi sul pavimento del bagno, rilasso i muscoli e lascio uscire tutto, lui vedendo la scena inizia a menarselo, io mi alzo, lo prendo per mano, lo trascino nella doccia e mi metto con la faccia contro le piastrelle, facendogli capire che può incularmi ancora.
In realtà ho il culo distrutto e se me lo infila ancora rischio davvero di non riuscire più a sedermi, ma la gratitudine per l’orgasmo che mi ha fatto raggiungere &egrave troppo grande, ormai ha fatto di me la sua puttana quindi mi concedo di nuovo, lui si avvicina, mi preme contro la parete e infila nuovamente il suo grosso cazzo dentro di me.
Mentre mi incula così mi bacia sul collo e io gli chiedo:
vuoi che continui ad opporre resistenza o posso ammettere che mi piace?
Ormai l’abbiamo capito che ti piace, godi pure come non hai mai goduto, troia!

Inarco la schiena all’indietro e gli chiedo di sbattermi più forte

sfondami! Spaccami il culo! Fammi uscire il sangue!

Lui mi afferra per i fianchi e prende a scoparmi con una tale foga che ogni tanto, nonostante la lunghezza del suo cazzo, esce e rientra. Quelli sono gli attimi più dolorosi ma anche i più belli.
Andiamo avanti per un po’ a scopare così con l’acqua che scorre sui nostri corpi, &egrave bello ma a un certo punto gli dico:

adesso voglio non volere di nuovo

Lui mi da un’energica pacca sul culo, mi mette una mano sotto la gola poi mi dice:

Si, adesso ti sfondo, puttana, non scappi da nessuna parte!

Andiamo avanti così per un po’, con me che lo imploro di smettere e lui che ad ogni mia richiesta rincara la dose di colpi finché finalmente mi riempie di nuovo di sborra calda.

Mi da un bacio sul collo e mi ringrazia.
hai ancora il cazzo duro
si, non vuole scendere, il problema &egrave che dovrei anche far pipì ma &egrave rivolto verso l’alto, farei un disastro
falla dentro di me
ma scherzi?
No davvero, se ce la fai a lasciarla andare mentre hai il cazzo in tiro fai pure, &egrave piacevole.
Così rimaniamo fermi li un po’, col suo cazzo duro ancora dentro di me e dopo un po’ lo sento svuotarmi dentro una calda pisciata che non riesco a trattenere, la lascio trafilare tra il mio culo e il suo cazzo, cola giù lungo le mie cosce cadendo nel piatto della doccia e se ne va assieme all’acqua giù nello scarico.

Adesso il suo cazzo si ammoscia, esce dal mio culo, mi giro verso di lui, ci abbracciamo, lo guardo negli occhi e gli dico
baciami stronzo
Lui non se lo fa dire due volte, mi mette la lingua in bocca e limoniamo per un po’ come due adolescenti, poi usciamo dalla doccia, ci asciughiamo e ci addormentiamo esausti sul letto.

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