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Racconti Gay

in due su di me

By 23 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Passarono solo due giorni dall’incontro che ebbi con Giovanni in albergo e stavo pensando di chiamarlo per organizzare un altro incontro. La cosa mi era piaciuta, ero stato trattato come una puttana e la cosa invece di dispiacermi mi eccitava. Decisi che in serata l’avrei chiamato con una scusa. Stavo steso sul mio divano quando squillò il telefono; era Giovanni che con voce un po’ imbarazzata chiese di me. Dissi che ero io al telefono e che mi faceva piacere sentirlo. Parlammo un po’ di futilità e poi mi disse che tra due giorni sarebbe venuto in città e avrebbe voluto incontrarmi. Io gli dissi che ero contento di rivederlo e che mi sarei mantenuto libero per lui. Lo sentivo un po’ impacciato infatti mi disse che non sarebbe stato liberissimo e che aveva un suo collega che sarebbe venuto con lui. Io non capivo gli dissi che lo avrei raggiunto appena lui si liberava, ma lui insisteva nel dirmi che non era solo; allora io gli chiesi se aveva parlato di me al suo amico. Sentii la voce rasserenarsi, mi disse che gli aveva raccontato tutta la sua avventura cittadina e che il suo amico si era talmente eccitato che voleva partecipare anche lui. Poi mi chiese se io avessi accettato un gioco a tre. Io colsi l’occasione dicendogli che sono una puttana e che avrei fatto tutto ciò che avessero voluto. Lo sentii raggiante, mi disse che avrebbe voluto che fossi completamente depilato che indossassi dell’intimo e fossi truccato pesantemente. Insomma mi voleva proprio come un puttanone. Fissammo l’appuntamento e ci salutammo. Passai quei due giorni a pensare alla serata, mi depilai tutto, andai a tagliarmi i capelli per indossare meglio una parrucca che avevo acquistato e scelsi l’intimo che avrei voluto indossare per l’occasione. Finalmente giunse l’ora dell’appuntamento, mi preparai di tutto punto e riempii una piccola sacca con la parrucca, l’intimo e il materiale per il trucco e felicemente mi avviai all’appuntamento. Giunto nella hall dell’albergo, trovai Gianni che mi aspettava al bar. Ci salutammo cordialmente e mi disse che il suo amico stava nella sua stanza che appena sarei stato pronto lo avrebbe chiamato, mi diede la chiave della stanza dicendo di avviarmi a cambiare e che lui sarebbe salito dopo una ventina di minuti. Corsi in camera, mi spogliai tutto e indossai un bel perizoma misi un reggiseno riempiendo le coppe con della gomma piuma, indossai la parrucca e mi truccai pesantemente. Mi vidi allo specchio mi ero trasformato ormai ero una lei. In attesa di incontrare i miei due uomini, indossai una vestaglia e mi sedetti sulla poltrona che stava in camera. Passarono pochi minuti e sentii bussare alla porta, entrò Giovanni accompagnato da un altro omaccione un po’ più anziano di lui. Si presentò come Antonio e si accomodò sull’altra poltrona . Giovanni mi fece i complimenti di come mi ero preparata e subito inizio a parlarmi al femminile, si spogliarono insieme, non erano certo affascinanti, entrambi soprapeso, ma comunque avevano due bei arnesi. Io mi tolsi la vestaglia mi avvicinai e cominciai a toccargli gli uccelli. Giovanni mi prese la testa e me la spinse sul suo cazzo io immediatamente aprii la bocca e cominciai a succhiare mentre con la mano toccavo il cazzo di Antonio che si stava indurendo rapidamente. Mi staccai da Giovanni e presi in bocca quello di Antonio , lo sentivo ansimare il mio lavoro di bocca iniziava a piacergli. Giovanni mi tolse il perizoma e iniziò ad infilare le sue dita nel mio culo. Era bellissimo mi stavo divertendo molto, sentivo che quei due stavano godendo di me ed io ero il loro strumento di piacere. Antonio si staccò da me e vide che l’amico mi stava inculando con le dita. Disse che voleva incularmi, stacco Giovanni e mi sbattè subito il suo cazzo in bocca mentre Antonio versò abbondante saliva sul mio culo e con le dita la fece scivolare all’interno, poi appoggiò la sua cappella sul mio buco lubrificato e dilatato e iniziò a spingere. Sentivo che la sua cappella si faceva strada dentro di me fino a che entrò tutta, sentivo le sue palle che toccavano le mie. Avevo un bel cazzo in bocca e un altro nel culo, mi stavano riempiendo tutta. Ero felice e soddisfatta mi stavano scopando con gusto. Antonio mi sbatteva sempre più velocemente e mi allargava sempre di più le natiche mentre Giovanni affondava il suo cazzo in bocca urtandomi le tonsille. Antonio si sfilò dal mio culo e mi chiese di mettermi a pancia all’aria Giovanni si sfilò dalla mia bocca e mi fecero stendere sul letto. Giovanni se sedette sulla mia bocca offrendomi il suo culo e mi disse di leccarglielo, io allargai le sue natiche e cercai di spingere quanto più possibile la mia lingua nel suo buco. Antonio invece mi sistemò due cuscini sotto la schiena alzò le mie gambe e mi iniziò a penetrare nuovamente. Iniziò a sbattermi sempre più velocemente fino che urlando mi svuotò parte del contenuto delle sue palle nel mio intestino mentre io leccavo sempre più velocemente e intensamente il culo di Giovanni. Passarono alcuni minuti Antonio si allontano mentre Giovanni scostò il suo culo dalla mia bocca e mi mise il suo cazzo in bocca e mentre lo succhiavo si masturbava e dopo poco mi riverso il suo liquido caldo e abbondante. Io succhiai tutto con avidità fino all’ultima goccia, fino a che sentii che il suo cazzo si afflosciava. Rimasi steso sul letto mentre i due si alzarono e parlavano di me tra loro. Poi mi rivolsero la parola dicendomi che avevano goduto molto. Io stavo sul letto e mi girai su un fianco, non volevo sporcare le lenzuola del liquido che stava iniziando a scorrermi dal culo. Antonio si accorse di questo mio movimento, si avvicinò a me mi fece accovacciare sul letto e mise la sua manona sotto il mio culo dicendomi di sforzarmi a far scorrere tutto quello che avevo. Gli feci scorrere un pò di buon liquido e lui mi mise la mano sulla bocca e mi fece leccare tutto. Mi piace il sapore della sborra bella calda attaccaticcia. Godetti molto. Mi alzai e mi avviai verso il bagno per rinfrescarmi un po’, subito fui seguito da Giovanni il quale non mi toglieva gli occhi da dosso. Era quasi imbarazzante e allora gli chiesi cosa voleva, lui si avvicinò con il suo cazzo ormai moscissimo e mi disse che aveva voglia di pisciare e che voleva utilizzarmi come suo w.c. Io immediatamente lo tirai a me, mi inginocchiai nella doccia e aspettai che lui iniziasse a pisciare. Sentii la calda pioggia dorata che cominciò a scorrermi in faccia e immediatamente aprii la bocca. Giovanni indirizzò il getto nella mia bocca e iniziai un pò a bere e un pò a far scorrere fuori quel nettare dorato. Antonio insospettito dell’assenza di Giovanni venne a vedere cosa stava succedendo; vide il bel servizio che stava facendo il suo amico e immediatamente disse che anche lui voleva approfittare della mia bocca infatti, appena Giovanni si scostò, lui si avvicinò ed iniziò a pisciarmi in bocca. Fu una sensazione bellissima e avrei voluto non finisse mai. Quando finirono di utilizzarmi si allontanarono divertiti e soddisfatti di aver trovato una bella e brava troia che avrebbe soddisfatto ogni loro desiderio. Mi sciacquai la faccia mi asciugai e tornai in camera dove vidi i due seduti in poltrona con aria molto contenta e soddisfatta. Iniziai a rivestirmi da maschietto e iniziai a raccogliere tutte le mie cose sparse nella stanza. dissi loro che ero stato benissimo che mi avevano fatto molto divertire e che quando volevano basta che mi avessero chiamato e avrei fatto di tutto per raggiungerli.
A questo punto Giovanni prese una banconota da 50.000 lire e me le diede. Io lo guardai e lo ringraziai ma dissi che non volevo accettare, mi faceva piacere fare la parte della puttana ma intimamente non potevo prendere soldi. Lui mi disse che io ero una troia e le troie dovevano essere pagate, e allora io dissi che il gioco mi piaceva e che avrei accettato solo 10.000 lire solo per una cosa simbolica . si fecero una risata mi diedero i soldi mi salutarono e uscii dalla stanza.
Tornai verso casa contento soddisfatto della piacevole serata.
alexis415@hotmail.com

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