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Nella vita c’e’ chi per una semplice scommessa ha perso soldi, famiglia, casa e lavoro,per questo seguendo l’esempio di molta gente, non ho mai scommesso su nulla, ne per finta, con amici o conoscenti, ne dal vero puntando su corse partite o altro. L’unica scommessa che feci in vita mia, e di cui ancora oggi a distanza di molti anni non mi pento, e quella che feci con un uomo di circa sessant’anni, e se pazientate un momento, vi racconto come si svolsero i fatti realmente accaduti.

un’estate di molti anni fa, ero solo in citta’, non avevo lavoro, ero appena uscito dalle scuole e vivevo nell’appartamento di famiglia a Milano, mio padre era deceduto qualche anno prima, e mia madre essendo veneta, si era trasferita con i parenti, lasciandomi come da mio desiderio, la casa in citta’. Io sono un ragazzo androgino, nato con un viso femminile, e un fisico magrolino e ben proporzionato, portavo e porto ancora oggi, lunghi capelli biondi lisci, occhi verde mare, due labbra a cuore molto carnose, e un nasino alla francese, pelle chiarissima. Ero e rimango, quello che si definirebbe un bel Femboy.

Purtroppo chi ha la fortuna di nascere cosme me con questi lineamenti, viene spesso bersagliato da gente omofoba e razzista, che invece di vedere il sano, vedono sempre il marcio in ogni situazione. Sono gli stessi personaggi, che prima ti insultano in pubblico in compagnia di altra gente loro simili, ma che poi nel privato, ti cercano, magari per un pompino o una scopata veloce, per poi tornare a ripudiarti subito dopo. Uno di questi personaggi lo avevo mio malgrado nel palazzo dove abitavo, era un uomo di sessant’anni circa, vedovo e con un caratteraccio da far paura solo ad incrociarlo.

Questo signore, di cui evitero’ di fare anche il nome, prendeva ogni situazione per litigare o fare discussioni inutili, tanto che nel mio palazzo era evitato come la peste,dato si sapevano le sue reazioni al solo saluto. E nonostante ci fosse chi lo giudicava un po matto, e consigliava si facesse curare da un buon medico, altri ritenevano questo suo modo di fare solo un’auto difesa, era un’uomo solo, senza amicizie ne compagnie. Perfino i parenti lo avevano lasciato a se stesso, e tutto cio’ aveva reso il suo carattere davvero irascibile.

Ogni volta se potevo, cercavo di evitare l’uomo, ma dato viveva nel mio stesso palazzo anche se due pieni sopra di me, era inevitabile lo incrociassi prima o poi. Le rare volte che lo incocciavo, l’uomo mi insultava gratuitamente con frasi poco carine – Allora, quanti cazzi hai preso ieri sera frocetta? oppure insinuando al mio aspetto si lasciava andare ad – Oh ecco mister donna degnarsi di scendere le scale come ogni essere mortale… In cerca di cazzi pure oggi biondina? Evitavo sempre di rispondere alle sue provocazioni, ben sapendo che se iniziavo una discussione con quel soggetto, non l’avrebbe finita piu’, meglio ignorarlo come faceva la maggioranza della gente.

Quella mattina pero’ dopo l’ennesimo sfotto’ non ce la feci, e sbottai rispondednogli a muso duro, dicendogli quel che si meritava. Vista la mia reazione improvvisa, l’uomo si fece piu’ astuto, oltre che scaltro. Non credevo avessi il coraggio di rispondere, allora quella boca da pompinara la usi anche per parlare, disse lo stronzo. Discutemmo per circa una decina di minuti sulle scale del condominio, mentre io tenevo un tono assai tranquillo, l’uomo sbraitava come un matto, finche’ immaginai, qualcuno avrebbe chiamato i carabinieri.

Dato volevo porre fine a quel teatrino di poverta’ assoluta, tagliai corto e lo salutai in malo modo, ma fu l’uomo a propormi una scommessa che mi fermo’ e mi fece riflettere sulla sua proposta. Ascolta disse, se hai le palle sotto quei leggins che porti, ti propongo una scommessa, se vinci tu, ti portero’ rispetto e non ti offendero’ mai piu, ma se vinco io, preparati ad essere umiliato come non lo sei mai stato in vita tua. Chiesi a quel punto che tipo di scommessa volesse propormi, e quello vedendo iniziava ad uscire dalle porte molta gente, mi fece cenno di seguirlo.

Salimmo le scale con i borbottii degli inquilini che erano usciti per il chiasso prodotto dal suo vocione strepitante, ma non ce ne curammo e salimmo davanti la sua porta di casa, li l’uomo a voce piu contenuta, si espresse.. Ecco i fatti, domattina ti fai trovare in portineria con addosso solo un bikini da mare, null’altro, solo un mini ridottissimo bikini da donna, ti portero’ cosi’ in un posticino che conosco io. Il resto te lo diro’ in macchina domani se non te la fai sotto dalla vergogna. Che fai accetti?

Valutai subito la sua proposta, uscire a quel modo magari davanti a gente poteva sputtanare la mia reputazione, in quel quartiere e in quel palazzo ci ero nato, ma volevo dargli una bella lezione, cosi’ senza pensarci troppo accettai, a domattina dissi, girandogli le spalle, mentre lui borbottando chiuse la porta di casa sbattendomela dietro. Mentre scendevo le scale per dirigermi al mio appartamento, mi chiesi chi me lo aveva fatto fare, in piu’ nemmeno avevo un bikini da indossare. La prima cosa da fare era procurarsene uno, Quel giorno, c’era il mercato del quartiere, e potevo aprofittarne per recuperare un bikini di occasione dal tizio che vendeva intimo. Ritirarmi a quel punto, equivaleva a dargliela vinta, e io non son mai stato tipo che si tira indietro vigliaccamente. Acquistai il bikini con un po di imbarazzo dal chiosco del mercato, e la mattina dopo ero gia’ pronta.

Avevo voluto srtafare come il mio solito, oltre al bikini indossato, mi ero leggermente truccato, eavevo messo smalto a unghie di mani e piedi, con un paio di occhiali da sole sul nasino, i lunghissimi capelli biondi sciolti e ai piedi un paio di zoccoli di legno, ero pronto per la sfida. Scesi le scale alle otto in punto come da accordi, l’uomo era gia’ li che aspettava, convinto di non vedermi arrivare, e invece alla mia apparizione, dovette ammettere che avevo fegato, e in piu’ mi fece per la prima volta da che lo conoscevo un complimento che non mi sfuggi’. Davvero notevole devo ammetterlo. Allora sei pronta signorina?

Mi apri’ gentilmente con ironia la porta d’uscita del palazzo, ammetto che me la stavo facendo sotto dlla vergogna, ma fortunatamente un po per l’orario, un po per il fatto che molti erano gia’ in vacanza, riuscimmo ad arrivare alla sua auto parcheggiata a pochi metri dal palazzo, soltanto facendo girare e borbottare dei ragazzi di colore che ovviamente mi presero di mira, pensando fossi un transessuale. L’uomo salendo in auto se la rise di gusto e disse, e questo non e che l’inizio, vedrai dopo.

Salii in auto chiudendo la portiera senza fiatare, ma ero nero di rabbia per quel suo comportamento. Avvio’ il motore e lasciando i ragazzi che ancora fischiavano, ci avviammo sul posto che conosceva, io con addosso solo il bikini, lui vestito con pantaloni e maglietta a mezze maniche. Ogni tanto vedevo buttava l’occhio sul mio cazzo sotto lo slip del bikini e sorrideva, io invece ero meta’ tra l’incazzato e vergognoso. Il bastardo fece un giro abbastanza lungo, e con la scusa che doveva far benzina, si fermo’ ad un distributore dela zona facendomi vedere bene dal benzinaio e abbassando pure il finestrino dalla mia parte richiamandolo da li, invece che dal suo.

Stava tentando in ogni modo di farmi vergognare a tal punto che avrei chiesto di perdere la scommessa e tornarmene a casa coperta, e invece non gli diedi questa soddisfazione, e continuai a fare il suo sporco gioco. Dopo il pieno all’auto, non ci furono altre fermate e ne fui sollevata, arrivammo sul posto dopo una bella mezzoretta di viaggio in tangenziale. Non avevo idea di che posto fosse ne dove fossimo andati, ma non volevo dargliela vinta, e lo seguii quando mi chiese di scendere dall’auto, e seguirlo per un sentiero fatto di erbacce e alberi, dove una stradina non battuta, portava ad uno slargo che individuai come un lago o comunque un posto simile ad un lago.

Davanti a noi, si apri’ una distesa d’acqua e spiaggia a tratti anche con imbarcazioni attraccate a dei moli di fortuna o altre barche in movimento da lontano. Poteva sembrare il lago di Como, dato ci ero gia’ stato, ma non credo lo fosse, il tratto di strada percorso, era stato troppo breve per esere arrivati a Como cosi’ in fretta. L’uomo mi fece cenno di seguirno con la mano, e lo seguii ancora una volta schifato dal suo comportamento. Ci fermammo su una scalinata che portava ad un tratto di spieggetta sottostante, dove c’era ovviamente della gente, per lo piu’ uomini o ragazzi. L’uomo mi disse che la scommessa sarebbe stata li sotto, dovevo scendere in spiaggetta tra quelli, esibendomi come fossi una vera femmina. Dovevo passare avanti e indietro un po di volte e poi tornare su da lui. Questo era tutto. Mi puzzava la faccenda, li non mi conosceva nessuno, avrei fatto tutto senza problemi, non capivo perche’ portarmi in quel posto ad umiliarmi, e invece non nel nostro quartiere dove tutti mi conoscevano.

Non feci domande, dissi solamente Ok, e iniziai a scendere le scale tenendomi allo scorrimano per arrivare sullo spiazzo di spiaggetta sottostante, mentre l’uomo da sopra sorrideva come un bastardo e mi osservava scendere. Pensai che sarebbe stato un gioco da ragazzi fare un paio di passerelle davanti a quella gente come una normale ragazza e rientrare. Poi lo avrei smerdato io a quel punto. Non sapevo cosa mi aspettasse pero’. Arrivata infondo alla scalinata, mi feci coraggio, e iniziai a camminare, con una leggera brezza del mattino, che sollevava i miei lunghi e biondi capelli, feci delle falcate con le gambe sulla sabbia coperta dalle lenti scure degli occhiali da sole, spiavo a desta e a sinistra tutti gli uomini del posto sottostante, che al mio passaggio ovviamente si erano messi a fissarmi.

Avevo il cazzo un po gonfio, e risaltava in modo meraviglioso dentro i mini slip del bikini che lo contenevano. Arrivai fino la sponda opposta della spiaggetta, mi fermai, voltai la testa per tornare indietro, quando fui fermata da un paio di uomini che cercarono di attaccare bottone salutandomi e facendomi i complimenti. Cercai di non distrarmi, dovevo tornare dallo stronzo che da lontano mi osservava sulla scalinata, ma venivo continuamente bloccata dai gentili signori o ragazzi del posto. Tornare indietro, si stava rivelando piu difficile del previsto, cercai di farmi largo tra i passanti senza parlare a nessuno ne dar spiegazioni di chi fossi e come mai mi trovassi li, con addosso un bikini nero che poco o niente conteneva delle mie parti intime.

Dato non mi fermavo, qualcuno penso’ bene di bloccarmi la strada, mi circondarono in quattro, due uomini sui cinquant’anni, e due ragazzi sui trenta. Qualcuno inizio’ a mettermi le mani addosso toccandomi le belle natiche e uno dei ragazzi mi estrasse il cazzo dallo slip del bikini tenendomelo stretto in mano e iniziando a segarmi. Cercai di farmi strada a spintoni, ma il risultato fu solo di attirare anche il resto della gente rimasta a guardare, che ora si era fatta addosso a me. Come detto, erano tutti maschi, tra uomini e ragazzi in canotta e pantaloncini, uomini a piedi nudi sula sabbia e altri. Solo io ovviamente ero in costume nonostante la stagione, il posto e l’orario.

Mentre venivo toccata da ogni parte da quella gente, notai che il posto era abbastanza isolato da strade e abitazioni, a parte le barche di passaggio in lontananza e quelle gia’ attraccate ai moli li intorno, non vi era possibilita’ di esser visti da altra gente. Non so che razza di posto fosse quello, sicuramente non una spiaggia pubblica, ne tantomeno un lago da visitare, era abbastanza nascosto per essere visitato, eppure quella gente era li, a fare cosa non ne avevo idea.

Mi sono sentito afferrare per un braccio e son finita a terra con tutti addosso non ci volle molto ai maschi attorno per levarmi lo slip del bikini e farmi rimanere a parte il reggiseno, completamente nudo sulla sabbia tiepida. Iniziarono ad arrivarmi davanti al viso i primi cazzi che a quel punto cercai di prendere in mano e segare, ma quelli li volevano in bocca e alla fine cedetti, prendendone addirittura due per volta in bocca e succhiandoli con le mie belle labbrone carnose, mentre ne segavo altri con le manine. Seduta sulla sabbia nuda, con tutti questi tizi sconosciuti attorno.

Qualcuno ne approfitto’ per svuotarsi la vescica in bocca mentre lo succhiavo, e cosi’ ho finito pure per farmi una bevuta fuori programma di piscio caldo che ingoiai prontamente. Da dietro cercavano di farmi mettere a pecorina ma cercai di oppormi restando seduta piu che potevo, fui ribaltata con la forza da due ragazzotti che mi fecero scappare di bocca i cazzi che succhiavo. Avevo io stesso il cazzo bello duro che qualcuno si era preso la briga di succhiare e farmi svuotare all’istante. Tutto cio’ badate bene, avveniva sotto il sole e sotto lo sguardo di eventuali imbarcazioni che passavano di li a brevi periodi.

Cercare di fare resistenza passiva era inutile, alla fine mi arresi e mi lasciai nelle loro mani totalmente, mi piegarono, qualcuno mi baciava con la lingua in boca, altre mani mi palpavano, cazzi si strusciavano sul mio corpo, mentre da dietro mi divaricavano le gambe, mi misero le mani sulle natiche allargandomele, e senza nemmeno darmi il tempo di rendermene conto, mi ritrovai con un bel cazzo spinto dentro al culo, che spingevano sempre piu infondo. Chi fosse stato dei presenti non potevo saperlo, dato la mia testa era impegnata a succhiare altri cazzi, mentre da dietro, iniziarono a stantuffarmi avanti e indietro, dentro e fuori tenendomi per i fianchi.

Ero a pecora e fui montata sulla schiena da quello che mi inculava senza risparmio. Iniziai a godere e ansimare come una vaccona dimenticandomi pure dell’uomo che sicuramente dalla scalinata si godeva lo spettacolo, e della scommessa,l’unico mio pensiero al momento era godere insieme a quei maschi benedetti che mi stavano amando. Mi trovai a ringraziare involontariamente con il pensiwro l’uomo che mi aveva portata fin li, e fu allora che mi ricordai di lui, ma accerchiata com’ero, non potevo certo vederlo. Ero sicuro che se la stesse godendo e ridendo in cima alle scale. Mi aveva portata li apposta perche’ sapeva lo stronzo, conosceva quel posto, forse ci era gia’ stato lui stesso.

Mentre ero assorta da questi pensieri, venivo sfondata in culo e in bocca a turno, dietro si stavano dando il cambio, e vari maschi mi infilarono il cazzo dentro aprendomi sempre di piu le natiche, facendomi quasi urlare dal piacere. Come godevo, quanto ansimavo, saro’ venuta a fontana non so quante volte, c’era sempre chi mi segava o me lo succhiava facendomi venire una volta dietro l’altra. Il mio culo era bello aperto e slargato, la mia bocca ormai impregnata di piscio & sperma. Mi dissi che se lo avesse saputo mia madre, le sarebbe venuto un colpo sicuramente. Tornai alla scommessa con la mia testa, e quando tutto fu terminato, non so fino a che ora son stata li impegnata a soddisfare quei tizi, che si eran svuotati fino all’ultima goccia di piscio o di sborra, a fatica, e ridotta in uno stato pietoso, senza piu lo slip del bikini e col cazzo ciondolante, cercai di trascinarmi fino alla scalinata.

Avevo i capelli imiatrati di sperma, avevo gli occhiali da sole sporchi di sperma, come tutto il corpo del resto, sperma che con i raggi del sole che a quell’ora scottavano, si stava asciugando e assorbendo. Raggiunsi la scalinata e cercai di arrampicarmici, feci solo meta’ percorso, mi doleva il culo, le gambe non mi reggevano, ed ero sfinita. L’uomo mi era venuto incontro, sollevai la testa scostandomi i lunghi capelli dal visetto stravolto, e lo vidi serio per la prima volta non sorrideva piu come all’inizio. Mi offri’ una mano che afferrai per tirarmi su, poi disse -Hai vinto tu, sei stata magnifica, mi son goduto lo spettacolo da qui, e mi son fatto una sega da infarto.

Lo guardai senza fiato e dolorante e gli sussurrai – No invece, ho perso, sei tu che hai vinto la scommessa, fai di me cio’ che vuoi adesso. ma l’ho gia’ fatto – rispose lui. Vederti impegnata con tutti quellili sotto e stata una meraviglia, ci sai fare, hai fegato, e d’ora in avanti ti rispettero’ come promesso. Incredibile ma vero, lo avevo conquistato. Mi sollevo’ per un braccio, aiutandomi a fare le scale fino ad arrivare in auto. Prese dal bagagliaio dei vestiti suoi una camicia e un paio di pantaloni lunghi e disse – mettili, li userai finche’ non saremo a casa. A quel punto fui io a rifiutarli – No grazie, sto meglio cosi’ non ti pare? -ho detto sorridendo ironicamente, l’uomo con in mano i vestiti sorrise a sua volta e rispose – si hai ragione, cosi’ stai decisamente meglio. Butto’ i vestiti dietro il sedile dell’auto, entro’ in macchina con me, accese il motore, e partimmo. Da quel giorno, trovai nell’uomo un degno amante, mi porto’ ancora in quel posto a scopare e una volta, partecipo’ pure lui alla scopata. Come Ho detto all’inizio, quella fu l’unica volta che fui felice di aver scommesso e di aver perso, o forse vinto, ancora non ho capito. chrisbabyface@libero.it

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