Skip to main content
Racconti Gay

L’architetto 2

By 17 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Il giorno successivo l’architetto non si vide in cantiere fino al tardo pomeriggio. Arrivò come al solito con il cellulare appiccicato all’orecchio e comportandosi normalmente parlando con tutti gli operai e valutando il lavoro svolto. Prima di andarsene venne da me e Nino ed a mezza voce ci disse ‘io per oggi ho finito, vado a casa, se avete bisogno sapete dove trovarmi…’ lasciando la frase a metà che lasciava intendere le sue intenzioni. Dopo nemmeno un’ora io e Nino suonammo al campanello di casa sua e dal citofono ci disse ‘salite, conoscete la strada’ arrivati a pianerottolo trovammo la porta socchiusa, bussammo ma non ci rispose. ‘architetto? Architetto Ponte è in casa? Ed entrammo ‘sono qui’ ci disse e lo trovammo in salotto nudo seduto, semi coricato, su una poltroncina con le gambe completamente aperte ed appoggiate sul braccioli. Quando ci vide sorrise si leccò completamente il palmo di una mano e con quella si accarezzò il petto scendendo a smanettarsi il cazzo per poi infilarsi due dita nel culo; si leccò ancora le dita e se le mise subito in culo ‘vi aspettavo, ho voglia di cazzo’ Nino si spogliò completamente mettendo in mostra il suo gran cazzo già duro e piazzandosi di lato alla poltroncina glielo mise in bocca facendogli un po’ girare la testa e spingendolo subito tutto in gola ‘ti piace la mianchia, eh architetto, ti piace vero? Suca, suca da bravo….mmmmm che bocchinara che sei….una zoccola suca minchie!!’ ‘sì mi piace il cazzo, mi piacciono i vostri cazzi, mi piacete voi che siete porci e pelosi’ ‘tu sei un porco, anzi una scrofa in calore, suca sucalo tutto quanto, così!’ e Nino iniziò a scopargli la bocca spingendo con forza. Effettivamente l’architetto aveva un po’ l’aspetto di un maiale: carnagione chiarissima, rosea, con alcuni chili di troppo che in quella posizione evidenziavano una pancia soda ma prominente, senza peli sul petto ed anche quelli del pube e delle ascelle erano pochi e biondi, quasi invisibili. Anche io mi spogliai subito e mi misi in ginocchio davanti al suo culo infilandogli subito due dita e scavando e rovistando dentro quel buco largo e bagnato. Infilai anche un terzo dito che venne risucchiato dentro senza problemi. Gli lavorai il culo per un bel pò poi sostituii le dita con il mio cazzo che spinsi dentro con un solo colpo. Feci appoggiare le mani dell’architetto sulle sue ginocchia e sopra ad esse ci misi le mie e iniziai a cavalcarlo per bene. Lui intanto si ingozzava con la minchia di Nino tanto avidamente che sembrava volesse mangiargliela. Nino aveva una grande resistenza e sapeva trattenere l’orgasmo molto a lungo. Di tanto in tanto toglieva il cazzo e glielo sfregava sulla faccia per poi lasciarlo sulle labbra ‘suca, suca la punta buttanazza, leccami i coglioni, cosi, buttana, buttana sei!’ Con una mano sulla nuca dell’architetto gli muoveva la testa per fargli entrare il cazzo fino in fondo mentre con l’altra mano gli dava sberle sul petto e sulla pancia e gli pizzicava con forza la pelle ed i capezzoli facendolo diventare tutto rosso. Dopo alcuni minuti non resistetti più e gli riempii il culo di sborra spingendo con tutta la forza che avevo e che quasi fece ribaltare la poltroncina. Quando estrassi il cazzo anche Nino uscì dalla sua bocca ‘forza zoccolona girati che ora tocca a me spanarti il culo’ Nino lo fece sedere con il petto appoggiato sullo schienale della poltroncina e con le gambe sopra ai braccioli: in questa posizione il suo culo restava aperto e spinto all’infuori. Subito Nino lo riempì con il suo cazzo ed iniziò a montarlo con colpi fortissimi che postavano la poltroncina tanto che dovetti mettermi dalla parte opposta per tenerla ferma e così potei infilare il cazzo in bocca all’architetto che incominciò subito a succhiarlo avidamente. ‘minchia minchia minchia che buco di culo che gli faccio a sta buttanona, gli faccio una caverna al posto del culo, una galleria!!’ e mentre lo montava gli sculacciava le cosce con entrambi le mani contemporaneamente. Poi si afferrò alle sue spalle ed aumentò ancora il ritmo per alcuni minuti fino a sborrargli anche lui in culo con un urlo liberatorio. Ad ogni sua spinta il mio cazzo entrava conseguentemente fino alle tonsille ma l’architetto sembrava gradire. Io ero pronto a scoparlo di nuovo; mi coricai sul tappeto e lo feci impalare sulla mia nerchia ‘coraggio bella zoccolona siediti sul mio cazzo’ in un attimo stava già saltando sul mio cazzo lasciandosi ricadere con tutto il peso fino a sentire il mio pube sbattere sul suo buco. Nino gli infilò ancora il cazzo in bocca per farselo ripulire e mantenere bello duro. Dopo pochi minuti gli disse ‘lo vuoi nel culo, vaccona? Vuoi sentire di nuovo due cazzi in culo?’ e l’architetto continuando a cavalcarmi ‘sì sì sì ne voglio due in culo! Apritemi, scopatemi spaccatemi in due, fatemi godere!! sono la vostra zoccola, fate tutto quello che volete!’ così lo tirai verso di me e Nino gli infilò il cazzo in culo. L’architetto gemeva e godeva e si pizzicava i capezzoli agitando il culo per sentirci fino in fondo. Riuscimmo a scoparlo così per molti minuti e poi prima io e poi Nino sborrammo di nuovo. Quando si alzò dal culo gli colava sborra e liquido che scese fino alle caviglie. ‘Ti piacciono i maschi siciliani, eh architetto?’ ‘sì mi piacete infinitamente, tornate anche domani, vi prego!’ e così per le tre settimane successive ogni sera finito il lavoro siamo andati a scopare l’architetto. Ancora oggi, quando può, ci fa lavorare nei suoi cantieri così da averci pronti a soddisfare le sue voglie.

Leave a Reply