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Racconti Gay

l’Architetto 3

By 18 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Tre settimane fa l’architetto ci chiama per farci fare un preventivo per dei lavori di ristrutturazione di un piccolo condominio. Altre imprese hanno fatto la loro offerta ma lui lo ha fatto assegnare a noi perché dice che di noi si fida ciecamente. Il lavoro è buono e per noi è una fortuna ed inoltre sia io che Nino già ci immaginiamo di fottereci di nuovo l’architetto. Già il secondo giorno di lavoro l’architetto verso sera arriva in cantiere e dopo un veloce sopralluogo ci dice la frase che ormai conosciamo bene ‘io per oggi ho finito, vado a casa, se avete bisogno sapete dove trovarmi…’ e così abbiamo staccato prima dell’orario e siamo andati a casa sua. La porta del pianerottolo era accostata e siamo entrati. Abbiamo girato un poco per la casa e lo abbiamo trovato nudo sul letto messo a pecorina con il culo rivolto verso la porta. Nino quasi ululava dall’eccitazione. Ci siamo spogliati ed abbiamo iniziato a pizzicargli ciascuno una natica, Nino gli dava anche degli gran sculaccioni. ‘allora, buttanazza dei miei coglioni ti siamo mancati, eh? Vuoi la minchia sicula, vero? E noi te la diamo, buttana, te ne diamo fin che vuoi!’ e mentre gli parlava continuava a palparlo energicamente ed a pizzicarlo e gli dava delle sberle a mano aperta sui fianchi e sulla pancia che in quella posizione era bella evidente. ‘minchia, architetto, sei così bianco, tutto rosa come un porco, anzi una scrofa in calore, vero?’ e l’architetto gemeva per le sberle ma era eccitato ed aveva il cazzo duro. Nino si inginocchiò davanti alla sua faccia e si fece succhiare il cazzo mentre io dopo avergli infilato qualche dito in culo già lo stavo montando. Ci siamo scambiati il posto alcune volte poi lo abbiamo fatto coricare sulla schiena e mentre io lo inculavo ancora Nino ha iniziato a scopargli la bocca come se fosse una figa, temevo lo soffocasse da quanto era rosso in viso con la saliva che gli usciva dalla bocca. Ci ha chiesto di incularlo assieme ma abbiamo deciso di fargli desiderare un po’ i nostri cazzi e così glieli abbiamo fatti succhiare assieme fino a sborrargli in bocca tutti e due. Ha bevuto tutto e poi li ha leccati per pulirli per bene. Nino gli ha preso la testa tenendolo per le orecchie e si è fatto leccare anche il petto e le ascelle e quando sono arrivati faccia a faccia gli ha sputato in bocca e poi gli ha infilato tutte e quattro le dita della mano fino a fargli venire i conati. ‘girati buttana, voglio infilartele in culo’ e con una bella spinta le ha infilate tutte muovendole come avanti e indietro se fosse un cazzo. ‘mmmmm sì sì sì aprimi il culo, aprimi il culo, che belle mani che hai Nino, aih aihh non così forte, mi rompi….mmmmm così così sì rompimi il culo, forza…’ Poi l’ho fatto io. ‘sei sempre ben dilatato in culo, bravo, la prossima volta ci infiliamo i cazzi’. Per quasi dieci giorni ogni sera prima di andare a casa andavamo a scopare l’architetto che era sempre più eccitato e troia. Un giorno proposi a Nino di far scopare l’architetto anche da un ragazzo rumeno che ogni tanto faceva dei lavori con noi. Vladi è un ragazzone di vent’anni, alto poco più di un metro e settanta ma con un fisico da culturista: passa ore a sollevare pesi perché dice che lo agevola a lavorare in cantiere ma in realtà lo fa solo per rimorchiare le ragazze. Biondo, con i capelli rasati, non ho capito bene se glabro di natura o depilato per via della palestra. Si era lamentato con noi del fatto che scopava poco per via delle dimensioni del suo cazzo che le spaventavano. Dopo un po’ di prese in giro ce lo aveva mostrato…ed aveva ragione lui! Non tanto per la lunghezza che sarà stata di circa diciotto centimetri ma la larghezza era davvero notevole. Così un giorno gli spiegammo la cosa e lui anche se all’inizio era un po’ restio perché scopare un maschio non gli piaceva alla fine accettò per il fatto che avrebbe potuto sfogare tutta l’esuberanza dei suoi ormoni di ventenne in un buco che certamente avrebbe accolto il suo cazzone senza difficoltà. Così una sera quando entrammo in casa dell’architetto lui rimase nascosto nel corridoio. Io e Nino iniziammo subito a scoparlo in bocca ed in culo e poi Nino come concordato gli disse ‘facciamo un gioco stasera architetto: vediamo se sei capace di riconoscere i nostri cazzi ad occhi chiusi e senza mani…’ e prima di ottenere una risposto gli aveva già fatto una specie di turbante che copriva anche gli occhi con una camicia trovata in camera mentre il con la cinghia dei pantaloni gli legavo le mani dietro alla schiena. Messo a pecorina con le mani legate doveva essere sorretto da noi mentre ci succhiava alternativamente i cazzi. Ovviamente ci riconobbe subito ma lasciarlo legato e bendato era in nostro intento. Nino lo afferrò per la testa con le mani sulle orecchie per non fargli sentire praticamente nessun rumore ed iniziò a scopargli la bocca, io dietro gli scopavo il culo con le dita e con il cazzo. A questo punto entrò anche Vladi con il cazzone durissimo. Io mi spostai in silenzio e lui prese il mio posto. Vladi non parlava ed al suo posto parlavo io mentre lui già gli aveva infilato tre dita in culo e lo rovistava energicamente ‘apri sto culo, architetto, da brava puttana come sei, forza, fammi vedere quanto sei aperto’ uno sputo sul buco e poi ancora dentro le dita e poi Vladi appoggiò la sua cappella sul buco e spinse fino a sbattere il pube sul buco. Non credeva ai propri occhi: vedere il suo cazzone entrare ed uscire con una certa facilità da quel buco lo rendeva felice e lo ci godeva da matti. Tutte le sue remore nello scopare un maschio erano dissolte e lo montava come una locomotiva. L’architetto emise un forte gemito quando il cazzone gli entrò in culo ma non poteva muoversi ed era impegnato a succhiare il cazzo di Nino che aveva sempre piantato in gola tanto che ad ogni affondo il naso gli spariva nei peli pubici. Io e Nino parlavamo di continuo per distarlo e non fargli sentire il grugnito sommesso di Vladi che se la godeva per bene. ‘suca suca suca sta minchiazza architetto che oggi te la infilo fino dentro allo stomaco, lo so che ti piace la minchia sicula ed io per questo sto qua’ Poi come accordato Vladi uscì dal culo e Nino dalla bocca ma sempre lasciandolo bendato e legato ‘forza buttanazza che ti diamo due minchie in culo oggi, così sei contento che ti spaniamo sto culo da vacca che hai!’ Io mi coricai sul letto e Nino lo fece sedere sul mio cazzo che gli entrò subito fino in fondo. Lo scopai per qualche minuto poi lo tirai verso di me e Vladi con un po’ di fatica entrò anche lui ‘mmmmm che cazzi grossi che avete..mmmm…non mi abituerò mai, sono così grossi …ahi…mi spaccate…mmmm come mi sento aperto..che bello!! mmmm forza scopatemi assieme, dai, spaccatemi il culo che mi piace!’ ed io e Vladi iniziammo a muoverci dentro di lui prima lentamente e poi aumentando il ritmo. Vladi era un vero toro da monta: lo teneva fermo per i fianchi e lo inculava con grande forza. L’architetto gemeva e sbava e godeva come un porco. A questo punto Nino gli fece la sorpresa: io gli tenni ferma la testa e lui gli infilò tutto il cazzo in bocca. Reagì solo dopo cinque secondi, era troppo intento a godere ma quando realizzò che noi eravamo in due mentre lui aveva tre cazzi dentro di sé si divincolò sputando il cazzo di Nino con un urletto acuto che ci fece ridere ‘che cazzo succede? Che cazzo succede?????’ mentre cercava di togliersi la benda dagli occhi ed alzarsi anche se io e Vladi lo tenefamo saldamente per i fianchi. Quando vide Nino davanti a sé, con gli occhi strizzati per la luce che gli dava fastidio dopo essere stato bendato, aveva in viso un’espressione mista di stupore e rabbia per essere stato preso in giro. Vladi gli afferrò le mani nel timore che mi desse un pugno e gli disse ‘piacere architetto, mi chiamo Vladi e tu hai il buco di culo più rotto che abbia mai scopato!’ noi tre scoppiammo a ridere lui rimase un attimo perplesso ‘siete due stronzi…’ ma si smise di agitarsi ‘che scherzo del cazzo!!! me la pagherete, dovrei licenziarvi!’ ma stava già ridendo anche lui ‘slegatemi la mani, stronzi’ così si alzò per guardare bene Vladi. ‘e così il mio culo ti piace, eh?’ Gli prese in mano il cazzone ancora semi duro e lo segò un poco ‘Ecco perché mi sentivo spaccare in due, hai un cazzone da cavallo…’ si chinò e gli leccò la cappella. ‘sa del mio culo, ora, poi lo voglio assaggiare per bene. Allora forza, ricominciamo ma tu…Vladi ti chiami, giusto?? ti metti sotto che voglio vederti in faccia e voi due state dietro e vi alternate! Mi avete fatto desiderare troppo la doppia inculata e stasera farete gli straordinari!’ e così lo abbiamo accontentato. Vladi è restato disteso sulla schiena quasi due ore mentre io e Nino ci alternavamo a spanargli definitivamente il culo. A volte sembrava cedere ma era sufficiente incitarlo con qualche sculaccione o strizzargli i capezzoli per fargli riprendere il ritmo o chiamarlo troia, vaccona, puttana o buttana come dice Nino, per farlo eccitare ancora. Così quando vuole vuotarsi i coglioni anche Valdi sa dove andare.

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