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Racconti di DominazioneRacconti Gay

L’odore… 4

By 4 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Aaaaahhhhh!!!! Questa era micidiale! Sei sempre vivo amico, hahaha!!!’ disse David mentre vedevo le sue mutande sporche allontanarsi. Mi si era seduto sulla faccia, lo facevano spesso, ultimamente, era la loro nuova trovata, mi usavano come ‘acchiappa-peti’, un termine coniato da Jake e del quale andava davvero fiero. Con i polmoni pieni del suo mefitico gas, gli risposi:
‘Si padrone… otto e mezzo padrone…’ facendolo esultare:
‘Hahaha!!! Hai visto Jake? Stavolta ti ho battuto!’ Jake mi dette un paio di pedate sulla gamba, non troppo forti, non voleva farmi male:
‘Bah! Questo frocetto non sa neanche distinguere una vera scorreggia, cazzo!!!’ ma non era veramente scocciato, sorrideva beffardo della mia sorte.
‘Aw! Avanti fratello!’ corse in mia ‘difesa’ Dave ‘…non lo sminuire!! Con quante ne ha prese in faccia è un grande esperto nel settore! Hahaha!!!’ poi mi guardò dall’alto della sua statura ‘dico bene, Andy?’ io restituì lo sguardo rispondendogli com’era adeguato:
‘Si signore! Sono il miglior acchiappa-peti della zona, padrone!’ facendoli esplodere dalle risate.
‘Hahahaha!!! Poco ma sicuro amico, hahaha!!! Secondo me sei anche l’unico, hahaha!!!’ Dave mi pestò la faccia mentre tirava giù un’altro sorso di coca e il suo odore forte sul piede sudato mi fece sentire al sicuro. Lo adoravo, nel vero senso della parola.

Erano passate circa tre settimane da quando la mia vita era cambiata per sempre e in quel tempo le richieste dei miei padroni erano cresciute non soltanto in numero ma anche in varietà. Ad onor del vero era Dave il mio padrone ‘ufficiale’ ma avevo l’ordine tacito di scattare nell’istante in cui Jake apriva bocca per esaudire ogni suo capriccio. Non ero più padrone del mio tempo, passavo gran parte del giorno a casa loro. Non che fosse particolarmente strano, in fondo Dave era il mio più vecchio e caro amico, erano le vacanze estive e poi abitavo neanche a venti metri da casa sua, quindi i miei non dicevano niente anzi, non sono neanche sicuro che avessero notato alcuna differenza in me. Ma io mi sentivo un altro, per me era una vita completamente diversa: degradante, umiliante, certo, ma allo stesso tempo eccitante ed infinitamente più appagante.
Negli ultimi dieci giorni si erano inventati questo giochetto che li divertiva da morire e devo dire che l’avevano pensata proprio bene. Aspettavano che i genitori uscissero per andare al lavoro, nel frattempo si riempivano di qualunque schifezza avessero a portata di mano, comprese massicce dosi di quegli shake proteici per aumentare la massa muscolare in modo da (per usare le loro parole) rendermi il lavoro MOLTO più gradevole! In più bevevano fiumi di bibite gassate per prepararsi al meglio.
Non appena rimanevano soli squillava il telefono di casa mia. La frase che mi faceva scattare variava dal semplice ‘muoviti checca’ al più elaborato ‘…preparati frocetto, oggi ti inceneriamo a forza di scorregge…’ Ma il risultato non cambiava. Nel giro di 20, 30 secondi bussavo alla loro porta. Mi facevano entrare e andavamo in una delle loro camere, solitamente quella di Dave. Io mi sdraiavo a terra, loro rimanevano in mutande, con le pance scolpite piene di gas e il gioco poteva cominciare. A turno mi si sedevano sulla faccia, letteralmente, finché naso e bocca fossero perfettamente incollati alle loro chiappe e, con gran goduria, si liberavano del peto ‘migliore’ che avevano in corpo. Aspettavano dieci, quindici secondi in quella posizione in modo che inalassi tutta la loro pungente mascolinità quindi si alzavano aspettando il mio giudizio. Da 1 a 10 e avevo anche delle direttive su come valutarli: lunghezza, odore, rumore, etc…
Oggi Dave stava battendo suo fratello di un paio di punti. Ma chiunque vincesse contava poco, in effetti. Era solo un modo per divertirsi umiliandomi nel peggiore dei modi. Fu di nuovo il turno di Jake che si accucciò allargandosi un po’ le natiche. Il sottile velo di cotone che separava il mio viso dalla sua pelle era talmente umido e sporco da farmi augurare quasi che se le togliesse. Ma l’odore era incredibile. Impazzivo per quel gioco, mi mandava brividi in tutto il corpo e i miei vasi sanguigni pompavano impazziti verso il mio inguine. Il dolore che provavo quando loro appoggiavano gran parte del peso solo sulla mia faccia era parte del divertimento, per loro e per me.
‘Ok, sei pronta checca?’ borbottai il mio assenso completamente ovattato dai suoi glutei d’acciaio. Questo lo fece ridere.
‘Devo concentrarmi, non esiste che mi faccio battere da te fratellino!!’ passò qualche secondo poi… un rutto:
‘Ooops, scusa checca, m’è uscito dalla parte sbagliata, hahaha!!!’ risero ‘Aspetta che rimedio subito!’ fu di parola. Dopo una manciata di secondi mi sparò il suo odore dritto al cervello. Cominciai a tossire, era impossibile non farlo era troppo intenso.
‘Ti è piaciuta questa, eh? Hahaha!!’ mi disse alzandosi.
‘Si Jake… cough, cough… fantastica… cough… nove!’ Esultò:
‘Hahaha!! Avanti, battimi adesso fratellino! Hahaha!!!’ Dave stava ridendo:
‘Sarà difficile amico, hai impestato tutta la stanza!! Senti qua!! Hahaha!!!’ gli disse muovendo la mano davanti al naso per disperdere il cattivo odore.
‘Hehehe!!! Chissà se sono state quelle uova sode o i fagioli di stamattina?!!’
‘E che cazzo ne so io?!’ continuò a scherzare Dave ‘Chiediamo all’esperto, no?! Hahahaha!! Checca, di che sapeva l’ultima?’ mi chiese.
‘Beh… credo… si… decisamente le uova…’ dissi a mezza voce. Non avevo idea se fosse la verità ma loro avevano bisogno di divertirsi e così fu.
‘Hahaha!! Hai visto? Te l’ho detto che è il massimo…’ Dave mi rimise un piede nudo sulla fronte (quanto gli piaceva toccarmi il viso con i piedi) e me la picchiettò quattro o cinque volte quasi come fosse una grottesca pacca sulla spalla ‘…esperto nel campo! Hahahaha!!! Tu non hai fiducia nelle sue enormi potenzialità! Hahahaha!!!’
‘Hahahaha!! Hai ragione fratello! Mi spiace non volevo offenderti checca! Hahaha!!’ mi si avvicinò alla testa. Troneggiavano entrambi sopra di me. ‘Ma so io come farmi perdonare, hehe!’ David spostò il piede quando si accorse cosa stava per fare suo fratello. Jake aveva le converse ai piedi e mi appoggiò la suola lurida sulle labbra:
‘Tieni! Lecca!’ ubbidì senza batter ciglio. Il sapore era orribile. Questa era l’unica cosa che avrei preferito non fare anche se il grado di umiliazione implicita in un verme che lecca le scarpe ad un altro era sufficiente ad eccitarmi comunque. E poi ormai mi obbligava a farlo tutti i santi giorni, voleva che le sue scarpe fossero sempre pulite e non mi sarei mai sognato di lamentarmi ora che le cose andavano così bene. Ridacchiarono mentre continuavano a bere le loro bibite fresche.
‘Mmmmm! Che bontà eh?!’ mi punzecchiò Jake.
‘Si…’ mentì ‘…buonissima…’ tra una leccata e l’altra.
‘Allora, ce l’hai sempre con me?!’ mi chiese dopo forse un paio di minuti:
‘No Jake… anzi, grazie, lo apprezzo molto!’ fu la mia risposta automatica.
‘Hahahaha!!! Che sfigato del cazzo che sei! Hahaha!!’ commentò Jake allontanando la scarpa. Dave ridacchio ed entrambi ripresero a bere.
‘Esci con Kim oggi?’
‘Si, ma ho ancora una decina di minuti prima di cominciare a prepararmi.’
‘Dove andate?’
‘A vedere il nuovo film di…’ e per qualche minuto chiacchierarono come se io non fossi neanche nella stanza. Due fratelli normalissimi che si aggiornano sulle ultime novità della loro vita. Erano le 4:20, lo so perché guardai la radiosveglia CASIO sul comodino di Dave. Sorrisi. Gliel’avevo regalata per i tredici anni. Sembrava passato così tanto tempo, anzi, era come se quella vita fosse appartenuta ad un altro. Tutti i ricordi che avevo, era come se fossero scene viste in un film. Avevano smesso di parlare e io mi voltai a guardarli di nuovo. Dave si tocco la pancia e mi rivolse un sorriso un po’ malefico:
‘Ok, ce l’ho amico!’ mi disse ‘Scusa se ti ho fatto aspettare, hehehe!! Vediamo se riesco a battere quel nove, fratello!!’ disse a Jake mentre si accovacciava nuovamente. Il puzzo di sudore era forte almeno quanto l’odore di… beh di merda.
‘Aaahhh!! E’ proprio comoda questa posizione, non trovi Andy?!’ mi provocò e il mio assenso fu di nuovo schiacciato dalle sue natiche.
‘Hahaha!!! Già ci scommetto, frocetto!! E’ il paradiso per te, huh?! Hahaha!!!’ risero ‘Beh! In fondo è quello per cui sei nato giusto?!’ di nuovo la mia risposta soffocata li fece ridere.
‘E’ una figata quando ti parla con la faccia dentro al culo, ti fa vibrare tutto! Hahaha!!!’ il mio amico commentò col fratello maggiore che si mise a ridere mentre stava bevendo e fece gocciolare un bel po’ della sua bibita sul pavimento:
‘Cazzo Dave, non farmi ridere mentre bevo, hahaha!!!’
‘Hahaha!! Scusa amico!! Dai fallo ancora Andy!’ mi disse muovendo il bacino a destra e sinistra ‘Dimmi quanto ti piace questo gioco!’
‘E’ il mio preferito!’ Tentai di dire facendoli piegare in due.
‘Hahaha!!! Cazzo che spasso!’ disse Jake con la voce contorta dalle risa.
‘Ok, ora basta con le stronzate, devo concentrarmi!’ si ricompose Dave. Due o tre secondi di silenzio poi:
‘Eccola che arriva!’ mi colpì per l’ennesima volta e cominciai a tossire di nuovo, ma il getto d’aria era di minore intensità stavolta e smisi quasi subito. Si alzò ed entrambi aspettavano il mio giudizio con un ghigno perfetto ed impaziente stampato sui visetti furbi.
‘Sette e mezzo padrone…’ Jake tirò su le braccia in segno di vittoria ridendo.
‘Aaaawww! Sei inutile schiavo, hahaha!!’ mi disse Dave scherzando e buttandosi a sedere sul letto. In fondo era molto divertente, ero parte di quel gioco paradossale come fosse normale farsi scorreggiare in faccia per dare un punteggio. Eppure mi sentivo allegro e contento.
‘Ma come fratellino?! Non devi sminuirlo, hahaha!!’ lo canzonò Jake riproponendogli le stesse parole che Dave gli aveva snocciolato poco prima ‘Non è vero che è inutile! Guarda quanto ci divertiamo, hahaha!!!’ si dettero il cinque ‘E poi non l’hai sentito prima? E’ il miglior acchiappa-peti in circolazione…’ imitò beffardo la mia intonazione ‘… è un professionista, abbi un po’ di rispetto!! Hahaha!!!’ continuarono a scherzare e anche io ridevo con loro, ridevo insieme ai miei… amici? padroni?
‘E guardalo come si diverte l’idiota! Hahaha!!’ mi umiliò ulteriormente Jake:
‘Lo so, è davvero patetico cazzo!’ mi guardò Dave sorridendomi e scuotendo la testa con disapprovazione. Parlavano di me in terza persona come fossi una specie di animale che non capisce ‘Mi farebbe quasi pena se non mi divertissi così tanto, haha!!’ Stavolta mi pestò la faccia con più forza.
‘Già a chi lo dici!! Deve avere il cervello spappolato!! Dovrebbe andare da uno strizzacervelli bravo!!!’
‘Nah!’ Dave prese a muovermi la testa avanti e indietro ‘sai quanto gli costerebbe? Noi siamo la medicina migliore per lui, vero Andy?!’ non aspettò la mia risposta per continuare ‘E lo curiamo pure gratis…’ mi guardò furbastro ‘…per ora almeno, hahaha!!!’ si dettero un altro cinque.
‘E poi scusa, farci da schiavo è la sua unica ambizione nella vita, perché non fargli realizzare questo sogno? Hahaha!!’ concluse Dave in maniera quasi filosofica.
‘Hahaha!! Hai ragione, sarebbe davvero crudele non aiutarlo, hahaha!!’
‘Guardalo? e’ come un cucciolo abbandonato, è stata la sua buona stella a portarlo qui da noi, hahaha!!!’ mi indicò Dave mentre continuava a farmi rotolare la testa come appoggiasse il piede su un pallone da calcio. Io ancora sorridevo e lui continuò ‘…non ti fa tenerezza, amico?’ chiese con malcelato sarcasmo a suo fratello:
‘hahaha!! Siiiii, come no, fratellino!!!!!’ sottolineò il tono marcatamente caustico delle sue parole ‘Mi si stringe il cuore, cazzo!!! hahaha!!!’ continuarono a ridere, poi Jake finì la sua bibita ‘beh, caro il mio cucciolo, i tuoi problemi sono finiti, pensiamo noi a te, tranquillo!!’ mentre rideva mi montò in piedi sul torace e si chinò appena, appoggiando le mani alle ginocchia come si fa quando si parla a una bestiola. Si toccò il pacco ‘Anzi, sai che ti dico? E’ l’ora della tua poppata e non sai quanto sei fortunato, ho la vescica piena, puoi bere fino a scoppiare, hahah!!!’ si scambiò un’altro cinque col fratello, poi mi scese dal petto. ‘Va’ in camera mia e preparati, io arrivo tra un attimo!’ mi disse dandomi un colpetto sulla gamba con il piede. Dave mi permise di alzarmi ma mi disse:
‘Pulisci il casino che ha fatto Jake prima di andartene! Se lo vede la mamma sai quanto rompe!’ indicando le gocce di coca ai piedi del fratello. Mi gettai a leccarle avido come avevo fatto innumerevoli volte in precedenza. Leccavo e succhiavo quella bibita zuccherina perché non lasciasse traccia sul parquet. Dopo un paio di minuti e qualche rutto a riempire il silenzio Jake mi colpì il viso dicendomi:
‘Ok è pulito, muoviti che devo pisciare!’ Mentre mi alzavo vidi Dave buttare gli occhi al cielo in una divertita esasperazione.
‘Non capisco perché devi usare quell’aggeggio quando puoi ficcargli l’uccello in bocca direttamente!’ disse a suo fratello maggiore.
‘Con quella bocca mi ci lecca le scarpe amico, non mi va di infilarci l’arnese…’ continuarono la loro conversazione, mentre io ero entrato in camera sua passando dal bagno che comunicava con entrambe le stanze e avevo aperto il ripostiglio. Tra il casino mostruoso che mi si presentò davanti i miei occhi ormai abituati individuarono subito ‘l’aggeggio’ di sui Dave stava parlando. Nascosto dietro ad un materassino da mare c’era un scatola di legno con un tappo di plexiglas molto spesso. Su uno dei lati di legno c’era un buco grande abbastanza perché io potessi infilarci la testa. Sul tappo trasparente era fissata una piccola asta che teneva un imbuto collegato ad un tubo di plastica che finiva dentro la scatola. L’aveva costruito Jake con gli attrezzi di suo padre. Era molto bravo con questo genere di cose ed aveva plasmato la copia casalinga di un orinatoio da parete, solo che lo spurgo non era attaccato alla rete fognaria ma alla mia bocca. Dave lo trovava una perdita di tempo, a me invece piaceva. Lo tirai fuori dall’armadio e lo posizionai al centro della stanza. Infilai la testa al mio posto e misi in bocca l’estremità del tubo. Aspettai come mi era stato detto. Dopo qualche minuto lo sentì entrare fischiettando. Mi mise un piede sulla pancia, uno sul torace e poi montò sul piedistallo di plexiglas. La mia visione era da sogno. Vedevo la suola delle sue scarpe mentre si apprestava a pisciarmi in bocca. Mi sorrise mentre si abbasso i boxer. Si scappellò un attimo per assicurarsi di non pisciare sul pavimento, dopodiché liberò un getto dorato che cominciò a scorrere nel tubo e a riempirmi la bocca.
‘Aaaaahhhhh!!!’ esclamò sollevato. Continuava a sorridermi furbescamente mentre fischiettava. Io ingoiavo quel torrente che sembrava non finire più. Poi gli venne da ridere:
‘Scommetto che non vedevi l’ora, eh? Hahaha!!!’ cominciò a canzonarmi ‘Bella calda e dissetante! Non c’è niente di meglio, per buttare giù la merda che ti sei leccato dalla mia scarpa, vero? Hahaha!!!’ quanto era eccitante ‘Bevi pure a volontà frocetto, non fare complimenti, ne ho quanto ne vuoi!! Hahahaha!!!’ umiliarmi verbalmente era la sua parte preferita.
‘Lo sai, non avrei mai pensato che pisciare potesse essere così divertente!!’ sorrise e riprese a fischiettare. Le sue parole mi attivavano attutite, un po’ perché avevo la testa dentro la scatola, un po’ per rumore che la mia bibita faceva scendendo nel tubo.
‘Se penso a quanto abbiamo chiesto a mamma e papà di fare un altro bagno in fondo al corridoio, dividere quello è un gran casino…’ mi disse in tono quasi serio ‘…e poi sei arrivato tu e hai risolto il problema, hahaha!!!’ era interminabile, saranno stati 40, 50 secondi, forse un minuto, ne avevo la pancia piena. Jake emise un poderoso rutto, dopodiché il getto diminuì d’intensità fino a sparire.
‘Hahaha!! Ma che bravo, te la sei bevuta tutta!’ dovetti guardarlo in maniera strana perché mi disse: ‘Mi spiace, è finita, ne vorresti ancora?…’ mi disse mentre si tirava su i boxer e scendeva dal piedistallo ‘…hahaha! Tranquillo, sono sicuro che il mio fratellino ti accontenterà a breve, hehehe!!!’ mi sorrise e scomparve dal mio campo visivo.
‘Levati dalle palle ora, devo prepararmi!’ mi tolsi il tubo di bocca e sfilai la testa dalla scatola. Presi il pisciatoio e lo riposi nello sgabuzzino. Lui intanto mi dava le spalle aveva aperto l’armadio e stava decidendo cosa mettere con le mani appoggiate sui fianchi. Io gli dissi piano ma sincero:
‘Grazie Jake… della bevuta intendo…’ si mise a ridere e si voltò:
‘Cristo amico ma non ti è rimasto un briciolo di dignità?’ io lo guardai imbambolato e lui scosse la testa ridacchiando:
‘Hahaha!! Beh, meglio per noi! Hehe! Va’ dal tuo padrone, muoviti checca!!’ e si voltò di nuovo. Passando dal bagno mi diressi in camera di David. Lo trovai sdraiato sul letto che leggeva il nostro fumetto preferito.
‘E’ il nuovo numero?’ gli chiesi avvicinandomi eccitato come il ragazzino che ero. Lui mi sorrise:
‘Si amico, è una bomba! Tommy l’ha letto stamattina e dice che succede un casino, è un numero imperdibile!!’ mi disse ancora più eccitato di me! ‘Adesso me lo godo parola per parola!!’ poi aggiunse quasi con disinteresse:
‘…tu intanto va’ a farmi un sandwich, è ora di merenda!’ Si nascose di nuovo dietro al suo fumetto e io scesi in cucina con la curiosità alle stelle. Mi lavai le mani e gli preparai quello che mi aveva chiesto. Gli portai su anche una bibita fresca. Mi inginocchiai a lato del letto. Lui era appoggiato alla testiera con la fronte aggrottata, intento a leggere. Posò un attimo il fumetto sulle gambe per prendere il panino senza mai staccare gli occhi dalla storia. Posai la bibita sul comodino e lui diede un morso al suo snack. Buttai gli occhi sul fumetto per vedere cosa succedeva. Dopo un paio di secondi Dave si voltò e mi chiese:
‘Beh? Tu non mangi?’ distolsi gli occhi dalla storia e lo guardai un po’ inebetito:
‘Come?’ mi sorrise divertito ed indicò con un cenno della testa il fondo del letto. Realizzai un attimo dopo:
‘La tua merenda!! Non vorrai farmi mangiare da solo, no?’ quel ghigno malefico.
‘Certo padrone, che stupido, perdonami!’ a quattro zampe mi diressi al mio posto. Lui ridacchiò:
‘Ti ho fatto una bella sorpresa oggi…’ mi disse allegro mentre avvicinavo il viso al mio pasto ‘…ho portato tutta la mattina quelle scarpe di gomma, sai quelle vecchie e luride che ti faccio leccare sempre?!’
‘Si padrone…’
‘Sono troppo comode, solo che i piedi mi ci sudano come un maiale! Ci ho persino giocato tutta la partita senza calze, sei contento? haha!! Spero ti piacciano! Hehehe!!’ detti la prima leccata sul piede destro dal tallone alla punta, come piaceva al mio padrone. Puzzavano terribilmente, erano sudati e molto, molto sporchi. Che meraviglia.
‘Buonissimi padrone!’ sorrise.
‘Bene! Goditeli allora! hahaha!!’ tiro su il giornaletto e io cominciai a nutrirmi. Dopo una manciata di secondi tirò un respiro di sollievo e senza guardarmi mi disse con la bocca piena:
‘Ok, da adesso silenzio frocetto, altrimenti mi distrai, l’unica cosa che devi fare è leccare, leccare, leccare…’ finì la frase ridacchiando e io sapevo che non avrei dovuto rispondere. Non so se fosse più eccitante il fatto che gli stessi leccando i piedi (un piacere di cui non mi stancavo mai) o il fatto che m’ignorasse completamente, senza alcun ritegno.

La porta del bagno si chiuse e l’acqua cominciò a scorrere. Jake doveva essere entrato nella doccia. Aspettava sempre di farsela dopo che aveva ‘giocato’ con me. Passavo la lingua su quelle piante sporche e dove leccavo tornavano via via ad essere rosa. Ingoiavo con piacere il nerastro che si accumula quando si cammina scalzi. Ma soprattutto m’inebriavo dell’odore penetrante, lo ingoiavo, cercavo di non far scappare niente di quella meraviglia. Cominciai poi a succhiargli le dita, dall’alluce al mignolo infilando la lingua in tutti gli anfratti assicurandomi di portare via tutto quello che potevo. David era stato molto, molto chiaro quando mi aveva spiegato come stavano le cose. Quello che stavo facendo era un onore, era la realizzazione di tutti i miei sogni, di tutte le mie aspettative. Ero nato per servirlo. E quanto aveva ragione! Avevo abbandonato tutte le remore che avevo avuto all’inizio e avevo imparato a godermi appieno la fortuna che mi era capitata tra le mani. Passò forse una mezzora. Dave commentava il fumetto come fanno tutti i ragazzi quando leggono qualcosa che li appassiona: ‘non ci credo!!’ ‘ma non può essere!!’ ‘Si, vai così! Alla grande!!’ ‘Amico, non sai che ti perdi!!’ io ero diviso tra l’interesse per la storia e quello per i suoi piedi. Mi ero gustato il mio snack pomeridiano con gioia. Il nero era scomparso e così purtroppo anche l’odore, adesso odoravano soltanto della mia saliva. Jake intanto se n’era andato, aveva salutato il fratello distrattamente precipitandosi giù per scale. Qualche minuto dopo le cinque:
‘Boooohhhh!!!’ chiuse il giornaletto ‘questo è il numero del secolo amico! Non vedo l’ora di commentarlo con Tommy!’ una volta probabilmente l’avrebbe commentato con me, ma… Lo gettò in terra con indifferenza nel caos che era la sua stanza mentre mi chiese:
‘Finito di mangiare?’ allegro come non mai. Io annuì:
‘Si padrone, grazie!’ gli detti un ultimo bacetto su ogni pianta.
‘Metti in ordine prima che arrivi mia madre, io intanto guardo un po’ di tele’ prese il telecomando e accese ‘…e muoviti, che tra meno di un’ora dobbiamo vederci con gli altri!’ aggiunse.
‘Padrone? Posso bere un po’ d’acqua?’ lui sghignazzò.
‘Hahahaha!!! Certo, fai pure checca!!’ sempre a gattoni mi avvicinai allo sgabuzzino. Dentro c’era un secchio di plastica per metà pieno di acqua con dentro mutande e calzini sporchi.
‘Tieni! Aggiungici anche questi, sono belli profumati, haha!!’ si sfilò i boxer neri restando in tutta la sua meravigliosa nudità e me li lanciò. Li presi al volo, erano prevedibilmente umidi e puzzavano. Me li misi al volto ed inalai profondamente chiudendo gli occhi per gustarli meglio.
‘Grazie padrone!’ rise. Immersi le mutande nell’acqua sporca e le intrisi ben bene. Dopodiché le tirai su e me le infilai in bocca. Era l’unico modo in cui mi era permesso bere qualcosa che non fosse piscio. Strizzai quei boxer con le mandibole ingoiando quello che ne usciva. Dovevo essere una vista davvero buffa perché Dave non la smetteva di sghignazzare. Lo feci due o tre volte, prima usando i boxer, poi un paio di calzini luridi, finché non mi fui dissetato. Riposi il secchio nello sgabuzzino e cominciai a mettere apposto. Lui si distrasse a guardare Baywatch. Gli piaceva quello show, e anche a me, perché sapevo cosa sarebbe successo di lì a poco. La parte che aspettavo con più ansia, quella che mi toglieva qualunque ombra di dubbio potessi ancora avere sulla bellezza della mia condizione. Le curve generose delle attrici lo eccitavano e dopo neanche un quarto d’ora aveva già l’alza bandiera. Sapevo cosa fare. Mi infilai sotto la sua scrivania. Lui prese un giornaletto porno da sotto il letto e venne verso di me. Si sedette e si infilò con la sedia ben bene dentro senza neanche rivolgermi la parola. Io lo aspettavo con la bocca aperta e ingoiai la sua virilità centimetro dopo centimetro volando in paradiso. Con la mano destra mi afferrò i capelli e cominciò a darmi il ritmo, mentre con la sinistra sfogliava il giornaletto. Niente di strano per un ragazzo che si masturba, però invece di usare la sua mano, lui usava la mia bocca. Era il suo raccogli-sborra. Dovevo sparire quando si eccitava perché lui doveva concentrarsi su ben altre immagini, non certo la mia faccia. Quindi facevo finta di non esserci. Non dovevo toccarlo e non dovevo lamentarmi, voleva solo sentire i rumori di risucchio del bocchino. Mi facevo spanare la gola senza ritegno e godevo come un porco! L’odore del suo inguine era devastante, come sempre. Non riuscì a controllarmi e cominciai anch’io a masturbarmi. Mi era permesso, era l’unico momento in cui potevo godere, a patto che non disturbassi il suo divertimento.
‘Aaaahhh, si, succhiamelo tutto bella troiona… aaahhhh guarda che tette che hai….. sei una gran puttana… mmmmm…. fatti leccare le tette….’ le tipiche frasi a cui ormai ero abituato. La mia mano sembrava impazzita e dopo pochissimo venni sul pavimento in mezzo ai suoi piedi. Ero sudato fradicio e così Dave che mi ficcava il cazzo sempre più a fondo. Era sempre più vicino alla fine e aumentava il ritmo ad ogni affondo.
‘Aaaaaahhhhhh!!’ urlò arrivato al limite ‘Tieni!! Ingoia tutto vacca!! Aaaaaahhhhh!!’ ubbidì con somma gioia e il suo nettare vagamente salato andò a placare la mia fame di cazzo. Lui si buttò sullo schienale della sedia con un sorriso da un orecchio all’altro e il fiato grosso, esausto. Aprì gli occhi e mi guardò. Mi sorrise. Io leccai con cura ogni parte sia del glande che dei peli del pube, in modo da non lasciargli quella fastidiosa sensazione di appiccicoso.
‘Haha!! In fondo non sei del tutto inutile frocetto!’ Poi si allontanò da me sfilandomelo dalla bocca. Riprese il giornaletto, lo nascose nuovamente e si buttò sul letto in modo sguaiato. Io guardai sul pavimento di fronte a me e leccai subito i resti del mio piacere.
‘Hehehehe!! Cristo amico fai veramente schifo, lo sai!! Hehehe!!!’ Non risposi, non era il caso. Lui ridacchiò di nuovo e io finì di pulire. Poi uscì da sotto la scrivania e ricominciai a mettere a posto mentre lui faceva un po’ di zapping. Dopo una ventina di minuti si alzò e spense la TV. La camera era l’immagine dell’ordine, ormai ero diventato bravissimo. Non che lui lo notasse ovviamente:
‘Dobbiamo andare!’
‘Vuoi che ti prenda un paio di boxer puliti dal cassetto?’ ci pensò un attimo.
‘Mmmmm… no, mi metto direttamente i pantaloncini…’ poi si contraddisse ‘…cavolo se ci lascio una strisciata marrone poi mia mamma s’incazza!’ pensò qualche altro secondo e mi sorrise ‘…però voglio essere libero di grattarmi il culo, se ne ho voglia, giusto?’
‘Certo Padrone!’
‘Hehehe!! Bene, mi fa piacere che sei d’accordo, perché c’è un’unica soluzione…’ mise una gamba sul letto e si allargò le natiche ‘…vieni a dargli una bella leccata e il problema è risolto!’ concluse allegro. Questa era una novità. Rimasi inebetito per una frazione di secondo, poi borbottai:
‘Si… si padrone…’ Mi avvicinai all’orifizio. Ormai ero abituato all’odore visto il giochino di poco prima ma non mi ero mai spinto oltre. Aveva un batuffolo di peli biondi, proprio come davanti. Non ero mai stato un tipo schizzinoso e detti la prima leccata. Assaporai attentamente.
‘Hahahaha!!! Buono?’ ridacchiò. Era qualcosa di indescrivibilmente rivoltante e allo stesso tempo così eccitante.
‘Si, mi piace Dave!’
‘Hahahaha!!! Ci avrei giurato frocetto!! Hahahaha!!!’ continuai a leccare ‘Congratulazioni amico, con questo mi hai leccato tutto, non credevo avessi lo stomaco di arrivare fin qui, hahahaha!!! Ti avevo sottovalutato checca! Haha!!’ lo ascoltavo mentre continuavo la mia opera di pulizia.
‘Lo sai? All’inizio non ero sicuro, ma adesso ne ho la certezza! SO che faresti QUALUNQUE cosa per me, vero?’ aveva l’aria di un discorso di una certa serietà da come enfatizzava la frase.
‘Certo che farei qualunque cosa…’ era ovvio per me.
‘Non ti manca la tua vecchia vita?’ la voce era divertita e io mi spaventai. Stava giocando con le mie emozioni come aveva fatto dall’inizio.
‘No Dave, no…’ quasi mi prese il panico ‘…ti prego non smettere di usarmi…’ cominciai a leccare con maggiore intensità mentre lui sogghignava alle mie parole ‘….tu puoi farmi fare tutto quello che vuoi, le cose più schifose che ti vengono in mente…’ rise più forte:
‘Hahaha!! Amico, mi stai leccando la merda dal culo, vuoi scendere più in basso di così??! Hahaha!!!’
‘Io faccio tutto…’ leccavo con sempre più foga ‘E’ come hai detto tu Dave, io sono nato per questo! Perciò ti prego, continua ad umiliarmi e a trattarmi come fai, per me è un sogno!’
‘Hahaha!! Tu sei tutto scemo amico! Hahaha!!! Sei veramente patetico cazzo!! Comunque tranquillo frocetto, per il momento non ho la minima intenzione di smettere di usarti. Hahaha!! Non mi sono mai divertito tanto come in queste tre settimane!’ mi rilassai e sorrisi ‘però ricordati che non dovrai MAI disobbedirmi!’
‘Non lo farei mai Dave, io vivo solo per te…’
‘E brava la mia troietta innamorata!’ mi dette una sberla con la mano destra, non troppo forte ma abbastanza da farmi capire che avrebbe potuto.
‘E’ questa la differenza vedi? Tu vivi solo per soddisfarmi, mentre tu per me sei… un giocattolo! Lo capisci vero?’
‘Si padrone, lo capisco e ne sono felice!’ Rise di gusto:
‘Hahaha!!! Che frocio del cazzo, hahaha!!!’ Si allontanò dal letto e prese i pantaloncini:
‘Dai muoviti che facciamo tardi’ mi alzai e presi le cose che mi servivano. Tanto per cambiare stavamo andando a fare una partitella al campetto di basket. Presi la mia borraccia e mi voltai verso Dave che fischiettando stava uscendo dalla camera.
‘Dave!’ si voltò, continuando a fischiettare con arietta furba.
‘Me la riempiresti per favore?’ mi fece un gran sorriso.
‘Hehehe! Tempismo perfetto checca!’ mi inginocchiai davanti a lui con la borraccia aperta. Se lo tirò fuori e cominciò a pisciarci dentro.
‘Te l’avevo detto che prestissimo saresti stato tu a chiedermi di berlo, te lo ricordi?’
‘Già, avevi ragione padrone!’ sorrisi. Lui sfoderò il suo ghigno più cattivo:
‘Io ho sempre ragione checca! Non te lo scordare mai!’ Me la riempì per tre quarti. Appena finito tirai fuori la lingua così che potesse pulirsi dalle ultime gocce.
‘Grazie Dave!’ Se lo rinfilò nei pantaloncini. Io stavo per chiudere quando:
‘Aspetta, aspetta!’ si chinò leggermente in avanti mentre ridacchiava e ci sputò dentro un litro di saliva.
‘Hehehe!! Nuovo ingrediente, Haha!’ Si voltò e uscì dalla stanza, lasciandomi a guardarlo con un sorriso ebete sul viso.

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