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Racconti Gay

Marco mi ha fatto diventare donna

By 15 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Prima parte

Sin da ragazzino avevo le sembianze e gli atteggiamenti da femminuccia, preferivo giochi e capi d’abbigliamento da ragazzina anziché quelli più consoni ad un fanciullo. Nell’adolescenza, e maggiormente, nel risveglio delle attrazioni sessuali, mi veniva spontaneo desiderare le attenzioni di un ragazzo anziché quelle di un ragazza. Niente poteva cambiare il mio desiderio, il cuore mi batteva forte alla vista di un bel ragazzo, mentre rimanevo indifferente nei confronti di qualsiasi ragazza.

A 18 anni avevo perso letteralmente la testa per un compagno di classe Marco, un bel tipo, palestrato, e che faceva girare la testa a molte ragazze. Non ero affatto geloso ma dentro il mio cuore covavo un sentimento d’amore che non riuscivo ad esternare. Qualche volta anche lui mi guardava facendomi arrossire di vergogna, e quando mi parlava, dentro di me mi scioglievo tutto. Lo desideravo follemente e tutte le volte che lo pensavo il mio cazzo diventava duro, godevo così splendidamente al solo pensiero.

Una mattina, alla fine della lezione, mi venne vicino e guardandomi negli occhi mi invitò per il pomeriggio a studiare a casa sua, per la preparazione agli esami di maturità. La felicità mi invase tutto il corpo fino a scoppiarmi nella testa, stavo toccando il cielo con un dito e mi ritenevo fortunatissimo di avere quest’occasione per stargli vicino. Balbettando accettai l’invito promettendogli che con piacere sarei andato.

Con il cuore che mi batteva forte ho suonato alla porta, al citofono la sua voce mi invitava a salire, uscendo dall’ascensore l’ho visto sulla soglia, indossava l’accappatoio, lo stomaco mi faceva male per l’emozione. Mi ha invitato ad entrare e quasi tremante sono entrato fin dentro la sala. Avevo notato che era solo in casa e con curiosità gliel’ho chiesto. Senza guardarmi mi ha risposto che i genitori erano via per lavoro e sarebbero rientrati nell’ora di cena, si &egrave scusato di essere in accappatoio motivando il fatto che aveva fatto una doccia. Ci siamo seduti attorno al tavolo ed abbiamo aperto i libri per studiare. L’accappatoio, complice, si era aperto ed il cazzo rigido ha fatto capolino. Sono diventato rosso per la timidezza, volevo guardare soddisfacendo il mio desiderio ma mi vergognavo di farlo. Avevo buttato uno sguardo su quella cappella e mi si era infiammato tutto dentro di me. Certamente lui ha capito benissimo il mio disagio e cercando di mettermi a mio agio mi ha detto:

Non ti ho invitato per studiare.

L’ho guardato sorpreso senza saper aggiungere altro. Boccheggiavo quasi per la timidezza e sicuramente lui ha potuto vedere le mie guance rosse. Prima ancora che potessi rispondere, ha aggiunto:

Ti ho fatto venire perché mi piaci ed ho approfittato dell’assenza dei miei genitori per poter stare con te.

La sorpresa era ancora maggiore ed anche la felicità, per quello che mi stava dicendo, era altrettanta alta. Non riuscivo proprio a dire nulla ero quasi bloccato dalla felicità di trovarmi così vicino a lui. Comprendendomi ha seguitato:

E’ da diverso tempo che ti ammiro e ti desidero, mi piacciono le tue labbra carnose, come quelle di una donna, non mi stanco di ammirare il tuo corpo, mi eccita, come lo sono adesso, e ti chiedo di poterti guardare nudo.

Vincendo ogni remora di timidezza e di impaccio e con il desiderio di confessare tutto il mio amore per lui, ho risposto:

Anch’io ti desidero molto, non ho potuto mai manifestare questo sentimento che ho nei tuoi confronti, ma lo faccio adesso dicendoti che ti amo e ti ho sempre amato.

Mentre parlavo mi sono levato i vestiti esaudendo la sua richiesta, unito anche al mio desiderio di farmi ammirare da lui. Mi ha fatto girare su me stesso più volte complimentandosi.

Hai un corpo splendido, se madre natura ti avesse dato la fica ed il seno saresti una splendida femmina.

Anche lui mentre mi parlava si &egrave levato l’accappatioi, ho ammirato il suo corpo: i pettorali erano in bella mostra, il ventre aveva i muscoli bene disegnati ed il pube aveva in bella evidenza il suo cazzo. Bello, duro ed amorevole, era decisamente tre volte più grande di quello mio, che mal raffigurava nel paragone. Mentre mi parlava mi ha accarezzato il culo ed ha seguitato:

Hai la pelle vellutata come quella di una donna, mi piaci molto e vorrei chiederti se vuoi essere la mia donna.

Non credevo proprio a quello che mi stava dicendo, ero feeeeliiiicissiiimmmoooooo.

Voglio essere tuo.

Da oggi in poi sarai mio però ad una condizione.

Quale?

Sarai la mia donna segreta, in pubblico seguiteremmo ad essere amici ma in privato sarai la mia sposa.

Per me va bene, tutto quello che vuoi, l’importante che sono vicino a te.

Da oggi in poi preferisco che tu inizi ad indossare biancheria intima femminile, abbandoni l’uso di calze e calzini ed indossi solo collant, anche gli slip saranno sostituiti da tanga e perizoma ed infine anche la maglietta intima sarà sostituita da quella più femminile. Ti va bene?

Certo, voglio fare tutto quello che desideri e che ti piace.

Avrei fatto tutto quello che Marco mi avrebbe chiesto, ero cosciente di questa mia sottomissione ed avrei accettato qualsiasi condizione e qualsiasi ordine.

Mi ha baciato in bocca, ho sentito il contatto della sue labbra calde contro le mie, una stupenda ed eccitante situazione. Il mio cazzo si era indurito e teso in modo vergognoso nei riguardi del suo meraviglioso cazzo che mi sovrastava in tutta la sua grandezza, autorità e virilità. L’ho sentito appoggiarsi allo stomaco, era caldo, ho avvertito una piacevole sensazione di benessere; mi ha messo la lingua in bocca, riconoscevo di essere poco pratico in quanto non avevo mai baciato nessuno e questo per me era il mio primo bacio, al mio primo uomo. Ho cercato di fare tutto il mio meglio, l’ho leccato con la mia e l’ho succhiato con voluttà, nella speranza di dargli il piacere che lui desiderava. Si &egrave staccato dalla bocca e guardandomi negli occhi, ha detto:

Voglio per te un nome femminile.

Quale nome vuoi darmi?

Tu con quale nume femminile vorresti essere chiamata?

Avevo pensato a Luana se per te va bene e ti piace.

Per me sta bene, &egrave un bel nome e si addice anche alla tua persona.

Va bene da oggi, per te sono Luana.

Molto bene vedo con piacere che apprendi presto il tuo ruolo di donna. Adesso da bravo ti metti in ginocchio e mi prendi il cazzo in bocca. Ma attenzione non devi farmi sborrare perché voglio mettertelo nel culo.

Sarò molto attento e farò ogni cosa che tu desideri anche se non ho mai preso un cazzo.

Sei vergine?

Si lo sono, il primo cazzo che conosco &egrave questo tuo.

Mi sono inginocchiato, l’ho guardato negli occhi con amore e con desiderio ho aperto la bocca ed ho imboccato il cazzo. In quel momento ho provato una inaspettata sensazione, avvertivo un prorompente desiderio dentro di me e quel cazzo nella bocca mi piaceva molto. L’ho succhiato seguendo, diligentemente, i suoi consigli, ho sentito la cappella alla gola e poi lentamente l’ho sbocchinato. Mi ha fatto leccare e succhiare le palle, mi sono incuneato nelle sue gambe ed ho strofinato il viso sulle palle ricoperte di peli. Il solletico che ho avvertito mi ha maggiormente eccitato, lo stesso &egrave stato quando ho sentito quei peli in bocca. Le palle erano saporite, come del resto tutto il suo cazzo, un sapore che mi piaceva molto e non mi stancavo mai di assaporarlo. Mi ha fatto leccare e succhiare la cappella come se fosse una caramella, una saporita caramella e successivamente più volte me l’ha messo in bocca. Alla fine mi ha fermato dichiarandomi il desiderio che aveva per il mio culo.

Abbiamo raccolto gli abiti e mi ha condotto nella sua cameretta.

Voglio sverginarti qui, nella mia cameretta, come ho sognato più di una volta di farlo. Voglio ripensarti, ogni volta, in questo atteggiamento, rieccitandomi. Mettiti a pecorina sul mio letto, adesso prendo la vaselina e ti lubrifico il culo per farti sentire meno dolore.

Ubbidiente mi sono sistemato sul suo letto a pecorina, ho allargato le natiche offrendogli la mia verginità. Ha preso un tubetto di vaselina e servendosi del dito mi ha lubrificato a lungo mettendolo dentro. Mi piaceva sentire quel dito dentro e desideravo ardentemente il cazzo. Dopo aver completato l’operazione si &egrave inginocchiato dietro di me, ho sentito la cappella puntare alla rondella, forzarla ed entrare piano dentro. I primi spasimi di dolore si stavano facendo sentire, cercavo di non dare troppo peso alle fitte ed apprezzare l’introduzione. Ho sentito le sue mani che mi prendevano per i fianchi e mi tenevano fermo. Ho avvertito una forte pressione nel buco e nello stesso tempo una lancinante fitta di dolore, mi sentivo bruciare, avevo la sensazione che una lama di fuoco mi stesse entrando dentro il culo. Ho gridato di dolore e lui di rimando mi ha detto:

Ecco ti sposo con questo cazzo, ormai sei mia e non puoi più tirarti indietro. Hai un culo favoloso ed avevo ragione di desiderarti tanto.

Ero dolorante ma felice di essere sposato a lui, questa parola, sposato, mi inorgogliva e nello stesso tempo me rendeva felice, appartenevo a lui.

Mi ha inculato in questa posizione a lungo assaporando fino alla fine tutto il piacere che potevo dargli, quando non ha più resistito, mi ha scardinato con forza dandomi potenti colpi, facendomi gridare tutto il dolore che mi faceva sentire il suo cazzo, alla fine, schiacciandomi sul letto, con tutto il suo corpo, mi ha riempito il culo di sborra. L’ho sentito ansimare vicino al mio orecchio, mi compiacevo con me stesso per il piacere che gli avevo dato. &egrave rimasto ancora un po’ in questa posizione e dopo, lentamente si &egrave staccato, quando il cazzo &egrave scivolato fuori dal buco mi sono sentito vuoto ma pieno del suo amore. Mi sentivo veramente sposato a lui e fantasticando come se fosse stata la prima notte di nozze, ho donato al mio sposo la mia verginità.

Con amore mi ha dato dei fazzolettini di carta per otturare il buco e non permettere alla sborra di colare ed imbrattare il letto. Tenendo fermo il fazzolettino sul culo dolorante mi sono alzato e sono andato in bagno, ho fatto un bidet mentre anche lui &egrave entrato. Comportandomi da moglie, ho preso il cazzo e sotto il getto dell’acqua calda l’ho diligentemente lavato. Facendomi di nuovo inginocchiare me l’ha rimesso in bocca orinandomi di fargli un pompino. Era moscio ma sapientemente l’ho fatto di nuovo indurire e con amore l’ho spompinato facendolo entrare ed uscire. Ho avvertito che si stava ingrossando ed aveva delle contrazioni, segno tangibile che stava sborrando. Nel momento che ero intento ad assaporarlo l’ho cacciato fuori ed ho sentito le gocce calde di sborra sul viso.

Ti battezzo con questo liquido che ormai &egrave la tua fonte di piacere e di desiderio, dandoti il nome di Luana e sancendoti la mia incontrastata sposa.

Gli schizzi di sborra si sono succeduti gli uni agli altri imbrattandomi tutto il viso ed aprendo la bocca l’ho anche assaporato. Era un dolce nettare e l’ho bevuto con amore.

La felicità che ho provato nel ritornare a casa mi ha invaso tutto il corpo e la testa, questo per me era un giorno memorabile da annotare nel calendario e da festeggiare ogni anno. Quel giorno si era avverato il mio matrimonio con Marco, ero la sua sposa e condividevo appieno questa nuova condizione.

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