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Racconti Gay

Mark lo stallone nero

By 20 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Stavo aspettando solo da pochi minuti, ma era teso come non mai, avevo già avuto diverse esperienza con uomini ben dotati e cazzi finti piuttosto grandi, ma se quello che avevo visto in foto era vero, presto avrei sentito qualcosa di mai provato prima.
Arrivò Mark, un ragazzo di colore, inglese, in Italia per studiare per alcuni mesi, alto forse più di un metro e novanta, una montagna di muscoli scura come l’ebano, persi poco tempo a parlare, una volta chiusa la macchina andammo verso la casa dove alloggiava assieme ad altri studenti.
Per mia fortuna era solo, altrimenti sarei stato forse troppo imbarazzato, mi chiese se volevo qualcosa da bere, accettai volentieri un po’ di vodka, per lasciarmi andare.
Eravamo seduti nel soggiorno della casa, lui si alzò e si mise davanti a me, non disse nulla, non ce n’era bisogno, slacciai la cintura ed iniziai a sbottonargli i jeans, glieli tirai giù e già notai il suo cazzo crescere e gonfiarsi, a stento trattenuto negli slip.
Gli tolsi anche questi e rimasi shockato, quello non era un cazzo, era un palo, lo presi in mano e lo sentii crescere ancora, sempre di più, quando infine fu completamente eretto, sentii tra le mani qualcosa di duro come l’acciaio, grosso ed enorme.
Misi il braccio a fianco, volevo misurare quel cazzo gigantesco fin da quando avevo visto la foto, sapevo che dal gomito al polso il mio avambraccio misura 27 cm, ma quella bestia tra le sue gambe era più lunga ed arrivava fino a metà mano ed era un po’ più largo del mio polso, tanto che con una sola mano non riuscivo a far toccare al pollice la punta delle altre dita.
Credo che fosse lungo 31/32 cm e largo 7, una vera terza gamba.
Mi prese la testa con le mani e me la avvicinò, iniziai a leccarglielo, sulla punta e poi lungo l’asta, fino alle palle e poi tra le palle ed il culo, ritornando poi indietro e cercando di usare al meglio la lingua per bagnare ogni centimetro di quel palo nero.
Lo sentii gemere mentre mi davo da fare, con la mano libera gli misi l’indice nel culo, si fece strada con facilità, Mark non fece resistenza neppure quando gli entrai dentro con il medio, si lasciò sfuggire un piccolo grido di piacere quando spinsi anche il medio.
Continuai a leccarlo avidamente con la lingua ed a penetrarlo con le dita, mentre sentivo anche il mio cazzo completamente duro, poi, improvviso, lui venne ed il fiume in piena del suo sperma mi sorprese, mi trovai la faccia completamente bagnata, chiusi gli occhi d’istinto ed aprii la bocca per accogliere il resto, ingoiandolo.
Quando smise di inondarmi, continuai a leccargli il cazzo, succhiando ogni goccia, poi lui si scostò prese dei fazzoletti e me li porse, mi pulii il viso e cercai di fare quel che potevo per le macchie sul maglioncino, poi mi spogliai.
Lui fece lo stesso, potei così ammirarlo come era in foto, una montagna di muscoli, andammo nella sua camera e mi fece sedere sul letto, il suo cazzo stava già tornando duro, mi prese la testa tra le mani e la tirò a se, questa volta con più forza, non gli bastava più che glielo leccassi, voleva che lo prendessi in bocca.
La spalancai il più possibile, coprendo i denti con le labbra, ma entrò appena la punta prima che l’enorme cazzo me la riempisse completamente, sentii la mandibola irrigidirsi mentre Mark continuava a tirarmi verso di se, la pressione aumentò ed il suo organo lentamente avanzò nella mia gola mentre io non riuscivo più nemmeno a deglutire.
Lui sentì i versi tipici di chi sta soffocando, ma si fermò solo per un attimo, tirò un po’ indietro il cazzo e poi lo spinse in avanti con forza, facendomelo sentire quasi come se mi avesse sfondato la gola, continuò così, spingendo avanti e indietro sia la mia testa, sia il suo cazzo.
Ero completamente nelle sue mani, faticavo a respirare e non riuscivo a deglutire, tanto che la saliva iniziò a colarmi dalla bocca, poi trovai un ritmo accettabile, respirando nel momento in cui lui si tirava un po’ indietro, ma era un’impresa tenerlo in bocca.
Sentii la mandibola completamente bloccata mentre colpo dopo colpo la gola ed il palato cominciarono a dolermi, andò avanti, mi sembrò quasi interminabile, mi stava distruggendo, poi finalmente venne, sentii il primo getto di sperma dentro la bocca, poi un altro più consistente ed un altro ancora, cercai di ingoiarlo ma non ci riuscii, lui con una mano si strinse la base del cazzo per bloccare l’eiaculazione: non voleva lasciarmi tregua.
Continuò poi a spingere, mentre lo sperma mi colava dalla bocca e lungo il suo cazzo, non riuscivo a deglutire e l’unico cosa che potevo fare era aspettare che il movimento dentro-fuori me lo facesse uscire così dalla bocca.
Mi sbatté il suo cazzo sempre più forte, sentivo la gola bruciarmi e la bocca sempre più piena del suo seme, poi venne, questa volta senza freni, un’ondata di sperma che mi sembrò infinita mentre lui spingeva con forza ancora maggiore tirandomi la testa verso di se, stava venendo quanto più dentro di me poteva.
Non riuscivo a respirare, la mia bocca era completamente piena del suo cazzo e del suo sperma, tanto me ne colava fuori, ma era ancora troppo quello dentro, appoggiai le mani su di lui e con forza mi spinsi indietro, il suo cazzo, finalmente, mi uscì fuori dalla bocca, assieme a non so quanto sperma.
Mi aveva usato e praticamente violentato, ma non volevo farmi vedere stanco e impaurito, ingoiai tutto lo sperma che mi rimaneva in bocca, con le dita tirai su quello che avevo sul viso e sul corpo e lo leccai, mentre lui si distese sul letto, guardandomi.
Presi il suo cazzo tra le mani e ricominciai a leccarlo, dopo pochi minuti tornò duro ed enorme, lui non prese altre iniziative e mi lasciò fare, gli leccai tutto, poi lo presi in bocca, nonostante il bruciore ed il dolore, volevo che pensasse che non avevo paura del suo cazzo.
Altri ragazzi avevano detto che ero bravo a fare pompini, ma con un cazzo del genere era difficile fare le cose per bene, riuscii però a trovare un modo per farmelo entrare in bocca e pompare su e giù senza troppe difficoltà.
Quando lo sentii pronto all’orgasmo, tolsi la bocca e lasciai che venisse su di lui, poi mi feci una sega, ero talmente eccitato che venni subito unendomi alla pioggia di sperma sul suo corpo.
Gli addominali ed i pettorali neri erano ricoperti di bianco, iniziai a leccarlo, partendo dal cazzo, poi gli addominali bassi, quelli alti, i pettorali, non lasciando una sola goccia, quando ebbi finito era bagnato solo della mia saliva su ogni palmo del suo addome e del suo petto.
Mi distesi al suo fianco, ma lui non volle fermarsi, mi fece mettere a novanta e mise un dito nel culo, poi un altro ed un altro ancora, lo sentii spingere ed allargare, fino a far entrare anche il quarto dito, andò avanti così qualche minuto, facendomi venire un’erezione.
Poi tolse le dita, lentamente, e si mise in ginocchio dietro di me.
‘Ci siamo.’ pensai.
Sentii la punta del suo cazzo toccare il mio buco del culo, io glielo presi con la mano, non volevo che mi entrasse dentro come voleva, era troppo lungo e grosso, dovevo tenere un minimo di controllo o mi avrebbe completamente sfondato.
Iniziò a penetrarmi, sentii la familiare sensazione cui ero abituato di un oggetto che mi entra nel culo, ma bastarono pochi centimetri di profondità perché la larghezza del suo cazzo divenisse qualcosa che mai mi era entrato dentro.
Strinsi la mano sinistra sulle lenzuola e mi lascia sfuggire un grido mentre centimetro dopo centimetro lo sentivo spingersi nel mio corpo, sentii le pareti dell’ano dilatarsi come mai avevano fatto prima, nemmeno durante una doppia penetrazione, ebbi una fitta di dolore, seguita poi da un intenso piacere che dal culo si propagò al mio cazzo: incredibilmente, dopo pochi secondi di penetrazione, ebbi un orgasmo.
Mentre godevo, lui continuò a spingere, non sentivo dolore, solo piacere, sapevo che l’orgasmo stava cancellando ogni altra sensazione che però, presto, sarebbe tornata, ma non me ne fregava niente, volevo godere.
Quando gli ultimi spasmi se ne andarono, gridai alla prima fitta di dolore, mi resi conto che doveva essermi entrato dentro ancor di più, con la mano ancora sul cazzo cercai di capire quanto, doveva avermi penetrato con circa metà della sua bestia nera.
Respirai profondamente, l’avrei lasciato entrarmi dentro solo fino a quando la mia mano non lo avesse bloccato, il suo cazzo continuò a penetrarmi, lo sentivo avanzare dentro l’intestino, riempiendolo completamente, gonfiandolo, ogni tanto si fermava e tornava indietro per poi spingere nuovamente, lo sentivo sbattere contro i miei addominali e mi chiesi fin dove potesse arrivarmi una cosa del genere.
Ancora, un centimetro dopo l’altro continuò ad entrare dentro di me, aprendosi una strada che era troppo stretta per quell’enorme palo nero, mi sembrava quasi che stesse usando il braccio, strinsi i denti, mi lasciai sfuggire qualche grido di dolore, poi fu ancora il piacere a travolgermi, venni ancora.
Lui approfittò del mio orgasmo per farmi entrare gli ultimi centimetri prima che la mia mano destra lo bloccasse, mentre il piacere svaniva, sentii un bruciore intenso, sapevo che alcuni cazzi veri o finti mi erano entrati anche più in profondità, ma nessuno era così largo.
Lui iniziò a spingere avanti e indietro, lanciai un grido, poi un altro, trattenni a fatica altre grida, poi iniziai a gemere mentre lui continuava implacabile a montarmi, mi stava aprendo in due, lo sentivo così grande e duro dentro di me da pensare che il mio culo non sarebbe più tornato come prima.
‘Lo voglio tutto. Tutto.’ dissi, mollando la mano destra dal suo cazzo.
Non se lo fece dire due volte, spinse con violenza la bestia dentro di me, sentii un’esplosione di dolore, il cazzo penetrò l’intestino più in profondità di ogni altra cosa prima d’allora, sbattendo contro i muscoli addominali oltre l’ombelico ed aprendomi completamente.
Urlai forte, il dolore dell’urto divenne bruciore mentre Mark riprese a spingere forte avanti e indietro, in quel momento compresi cosa dovessero provare le donne che scopavano con i cavalli, lui era lo stallone che mi montava come fossi una puledra.
Venni ancora, ma lui continuò a scoparmi ed a sventrarmi il culo, lo sentivo in profondità dentro di me sbattere contro i muscoli e l’intestino, duro, lungo, enorme, mi pentii di averlo fatto entrare tutto, era troppo, i colpi che sentivo mi scuotevano fino allo stomaco, mi stava sfondando completamente.
Urlai, poi tornai a mordermi le labbra per non gridare e strinsi con forza le lenzuola, speravo di resistere fino a quando non fosse venuto, ma lui non veniva e le fitte di dolore continuavano, sentii le lacrime rigarmi il viso, non ce la facevo più.
Ad un certo punto sentii le sue mani afferrarmi le spalle e tirarmi verso di me, in quel momento spinse con tutta la forza delle sue gambe contro di me, se il suo cazzo poteva entrarmi ancora un po’ più dentro, lo fece, aprii la bocca per urlare ma non uscì un grido, non ci riuscii, in compenso ebbi un altro orgasmo nello stesso momento in cui lo ebbe lui.
Lo sentii sbattermi violentemente, travolto dal godimento e dalla passione, io ero come paralizzato dal dolore e dal piacere, rimasi piegato a novanta, poi lui lentamente fece uscire il suo cazzo dal mio culo, mi sembrò ci mettesse un’eternità mentre il bruciore dentro di me aumentava ancora.
Quando finalmente uscì mi accasciai sul letto, ansimante, il mio culo bruciava e dentro di me sentivo fitte dolorose, portai la mano dietro, al mio buco, e lo sentii ancora dilatato, in quel momento credo che avrebbero potuto mettermi un braccio dentro.
Mi distesi supino, cercando di ignorare le fitte ed il bruciore, sperai che Mark ne avesse avuto abbastanza, ma ben presto mi resi conto che non era così, si mise sopra di me, allargandomi le gambe e spingendo il suo cazzo nel mio culo.
Questa volta mi entro dentro più facilmente, almeno all’inizio, fitte e bruciore non cessarono ma ebbi anche una piacevole sensazione mentre mi penetrava sempre più in profondità, il mio cazzo divenne subito duro e bastarono pochi colpi dell’enorme palo di Mark per farmi venire.
Lui continuò a spingere, io appoggiai le mani sui suoi bicipiti, duri e scolpiti, poi sui suoi pettorali, sentivo tutta la sua potenza ora concentrata su di me, dentro di me, mi stava sfondando il culo, mi stava penetrando come nessuno aveva fatto prima, glielo sentivo fin oltre l’ombelico, stava possedendo completamente il mio corpo, mi stava dominando e faceva ciò che voleva di me.
E io godevo del suo potere, della sua forza, del suo egoismo, della sua volontà di montarmi fino ad aprirmi in due, venni ancora, gridando il suo nome, stringendo le mani sui suoi bicipiti e le gambe attorno ai fianchi, implorandolo di non fermarsi, di sfondarmi il culo, di usarmi come voleva.
Ero la sua puttana, la sua cavalla da monta, poteva farmi tutto quel che voleva, lui lo capì, mi sollevò le gambe verso l’alto, un po’ in avanti, continuando a penetrarmi con violenza, io gridavo il suo nome, godevo del suo cazzo che mi entrava dentro, spaccandomi il culo, lo sentivo riempirmi completamente, mi sembrava che si spingesse sempre più su e quasi sperai che succedesse.
Poi, con la sua enorme forza, mi prese per le gambe e mi sollevò, con il suo cazzo ancora dentro di me, mi sbatté al muro e mi penetrò con violenza, io urlai, poi lo baciai con passione, gli toccai i pettorali gonfi e duri, le spalle, le braccia.
‘Ti prego’ gli dissi sussurrando ‘non fermati.’
Non si fermò, spinse sempre di più, ebbi due orgasmi prima che fosse lui a venire, avrei voluto che continuasse, volevo sentirmi dominato, violentato e usato, volevo godere ancora.
Lui si distese sul letto, io mi avvicinai, prendendogli il cazzo con le mani e cominciando a leccarglielo, ancora però rimase moscio, allora proseguii a leccarlo e baciarlo più su, sugli addominali, poi sui pettorali e sul collo, infine sulla bocca, tornai verso il basso e già il suo cazzo stava tornando duro, iniziai a leccarglielo ancora e poi me lo misi in bocca, cercando di farmelo entrare in gola il più possibile e poi pompando su e giù.
Mi piaceva troppo, fare pompini era una passione per me, farli a lui, con le sue dimensioni, era difficile, ma ora mi stava dando soddisfazioni, continuai a farlo mentre sentivo Mark godere dell’opera della mia bocca e della mia lingua, poi improvvisamente esplose di piacere ed un fiotto caldo di sperma mi arrivò in gola, seguito da altri tre che ingoiai.
Volevo di più, gli alzai le gambe e questa volta fui io ad avvicinare il mio cazzo al suo culo, lo penetrai lentamente, il suo ano non fece resistenza e gli entrai dentro facilmente, iniziai a scoparlo spingendo avanti e indietro con forza, avrei voluto fargli sentire quel che avevo sentito io, ma con un po’ meno di venti centimetri di cazzo sapevo che non sarebbe stato possibile.
Continuai a spingere avanti e indietro, tenendogli alte le gambe per cercare di entrargli più in profondità, lui iniziò a gemere dal piacere, il suo cazzo tornò duro, gli lasciai le gambe e mi misi sopra, continuando a penetrarlo ma toccandogli i muscoli e baciandolo.
Lui continuò a godere passivamente, poi mi avvolse le gambe ai fianchi, sentii tutta la potenza dei suoi muscoli stringermi a lui, aggiungendo la sua spinta alla mia per incularlo ancor più violentemente, poi la sua mano destra mi strinse il collo, forte, molto forte, ma non troppo da non lasciarmi respirare, in quel momento capii che, nonostante fossi io a penetrarlo, era lui che comandava, era lui che possedeva il mio corpo.
Con le sue gambe mi costrinse ad spingere più veloce, era lui a trascinarmi con la morsa dei suoi muscoli, dopo poco non riuscii più a tenere il suo ritmo e mi lasciai trascinare dal suo movimento, godevo penetrandolo, godevo nel sentirmi stretto dalla sua forza, godevo nel sentire la sua mano sul mio collo che mi lasciava respirare solo quanto bastava.
Portai la mia mano alla sua, ma non per farlo smettere, ma per essere sicuro che non la togliesse, lo guardai implorante, non avevo mai goduto così tanto.
Quando venni, mi sembrò di aver avuto un orgasmo continuo già da molti minuti.
Mi distesi, esausto, ma lui non mi lasciò tregua, il suo enorme cazzo era duro ed esigeva la sua preda, si mise su di me e mi penetrò ancora, ormai sentivo il mio culo così aperto che mi entrò dentro, se non con facilità, molto più facilmente di quanto pensassi possibile.
Sentii le fitte ed il bruciore, ma sapevo che erano un prezzo che potevo pagare per tutto il piacere che presto avrei provato, gli misi le mani sul culo per aiutarlo a spingere:’Più forte’ spingi più forte” gli sussurrai.
Lui non se lo fece dire due volte, sentii i suoi colpi aumentare enormemente di velocità e forza, aprii la bocca per gridare, ma lo shock mi aveva tolto il respiro, il mio culo si aprì ancora di più, mi aveva completamente sfondato e mi stava devastando dentro.
Ebbi un orgasmo mentre il mio corpo sussultava e tremava sotto i tremendi colpi del suo cazzo, pensai che presto mi avrebbe distrutto l’intestino, ma non me ne fregava niente, non capivo niente, sentivo il dolore ma sentiva anche il piacere, venni ancora e ancora, il mio corpo era ricoperto del mio sperma, in quel momento desiderai che ci fosse un altro Mark che mi mettesse il cazzo in bocca.
Poi, in quel vortice di sensazioni, lui mi prese, sollevandomi ed abbracciandomi, era seduto su di lui e sentivo il cazzo sbattermi dentro sopra l’ombelico, iniziai a muovermi su e giù mentre lui mi aiutava, il movimento era più lento, ma comunque piacevole.
Poi lo feci distendere e, appoggiando i piedi sul letto, cominciai a muovermi su e giù, controllando completamente la penetrazione e andando sempre più veloce per sentirmelo sempre più dentro, era come muoversi su un palo d’acciaio, ancora un po’, pensai, e mi sarebbe uscito dalla bocca.
Questa volta ci volle più tempo, non avrei saputo dire quanto, ma rimasi su di lui ad impalarmi per più venti minuti, forse mezz’ora, godendo di come mi sfondavo il culo con il suo cazzo e ignorando il dolore, poi lui venne, gridando di piacere, avrei voluto rimanere lì, volevo farmi impalare ancora e solo quando lo sentii perdere tonicità mi rassegnai ad alzarmi ed a lasciarlo uscire.
Gli tolsi il preservativo e cominciai a leccargli il cazzo e tutto lo sperma che aveva, continuai a baciarlo ed a leccarlo, iniziai a fargli un pompino e finalmente gli tornò duro, di nuovo mi rimisi su di lui, lasciandomi impalare, facendomelo entrare più dentro che potevo, muovendomi su e giù con tutta la forza che avevo e godendo come una cagna in calore.
Ebbi un orgasmo, poi un altro, iniziai a sentire la stanchezza sulle gambe e fitte di dolore sempre più forte dentro di me, ero stato completamente sfondato, mi sollevai, lasciando uscire il suo cazzo ancora duro dal mio culo.
Lui si alzò ed uscì dalla stanza, io lo seguii, non potevo lasciarlo ancora duro e voglioso, andò nel salotto dell’abitazione e si fermò, guardandomi, io mi avvicinai e mi inginocchiai di fronte a quel corpo di neri muscoli d’acciaio, in adorazione della bestia che aveva tra le gambe, presi in bocca il suo cazzo e ripresi a spompinarlo, andai avanti molto a lungo, la mandibola quasi bloccata, la lingua e la gola in fiamme, gli occhi bagnati di lacrime, saliva e sperma che mi uscivano, colando dalle labbra e lungo la sua asta.
Poi non ce la feci più, era troppo questa volta, feci per far scorrere fuori il suo cazzo dalla mia bocca quando lui con forza mi trattenne la testa e la spinse con violenza verso di se, sentii quel palo nero e duro colpirmi in fondo in gola, sentii il colpo propagarsi fin più giù del collo, mi aveva sfondato anche la gola.
In quel momento venne, lo sperma mi dilagò in bocca, tanto, troppo, non poteva essere contenuto, non potevo deglutire, uscì a getti successivi mentre lentamente, troppo lentamente, Mark toglieva il suo cazzo, mi tirò i capelli con la mano, costringendomi a inclinare la testa all’indietro, così che la maggior parte mi colasse in faccia, quando poi lo tirò fuori tutto, mi mollò e io mi accasciai sul pavimento, di fianco, tossendo, con la faccia completamente ricoperta di sperma ed altro ancora che mi usciva dalla bocca.
Ero esausto, finito, non avevo più energie, Mark mi aveva distrutto, mi aveva dominato completamente, aveva fatto di me tutto quel che voleva, mi aveva sfondato il culo, mi aveva violentato la gola, era entrato dentro di me aprendomi completamente, mi aveva fatto ingoiare tutto quel che aveva voluto ed io non avevo potuto negarglielo, il suo strapotere fisico e sessuale me lo impediva.
E lui non aveva ancora finito, ero il suo schiavo, la sua puttana, la sua vacca da monta, mentre ancora ero sul pavimento, con il viso ricoperto di sperma che lentamente colava ed altro che cercavo di far uscire dalla bocca perché non riuscivo più ad ingoiare, mi spinse a pancia in giù e si mise su di me.
Sentii il suo cazzo toccare il mio buco del culo in fiamme, avrei voluto dirgli di no, supplicarlo di non incularmi, implorarlo di non entrare dentro di me ancora, ma non ero in grado, rimasi quasi inerte mentre centimetro dopo centimetro penetrava il mio corpo, lasciandomi sfuggire solo qualche gemito e qualche singhiozzo.
Arrivò fino in fondo, sbattendo dentro di me, mi afferrò di nuovo i capelli, costringendomi a sollevare la testa, lacrime ripresero a scendere, mischiandosi allo sperma, ebbi l’impressione che dentro di me stessi per esplodere, ero stato completamente sfondato, eppure sembrava che il mio culo ed il mio intestino non riuscissero mai ad abituarsi completamente alle sue dimensioni.
Avrei voluto dire basta, ma mi aveva completamente annientato, ero quasi incosciente, eppure, nonostante il dolore, sentivo che una parte di me godeva ancora, godeva di quella violenza e di quella forza, mi resi conto di avere il cazzo duro e di voler essere sfondato ancora una volta.
Ebbi l’ennesimo orgasmo, passato il piacere però rimase il dolore, lui continuò a spingere, questa volta, quasi piagnucolando, sussurrai:’Ti prego’ basta”
Lui non mi badò, continuò a penetrarmi con violenza, feci per sollevarmi e cercare di togliermi ma sentii le sue braccia chiudermi in una morsa d’acciaio, la sua mano destra si avventò sul viso, tappandomi la bocca, era bloccato, in trappola, il suo cazzo continuò a sbattermi dentro, un colpo dopo l’altro, cercai di urlare, di divincolarmi, ma era troppo forte ed io troppo stanco.
Passarono forse pochi minuti, ma mi sembrarono un’eternità, poi finalmente anche lui venne, i colpi divennero meno frequenti e forti, mollò la sua presa su di me e lentamente fece uscire il suo cazzo da dentro me.
Rimasi a terra, stordito dal dolore e dalla totale impotenza, mi aveva stuprato, provai rabbia, ma subito mi resi conto che ero giusto così, fin da quando avevamo iniziato avevo accettato, prima inconsciamente e poi consciamente, il suo totale dominio su di me.
Ero lo schiavo, la puttana, la vacca, lui il mio padrone, avevo goduto della sua potenza sessuale, del suo enorme cazzo e della sua forza, avevo accettato tutto, avevo goduto di come mi aveva usato, di come mi aveva sfondato il culo, di come era entrato dentro di me nell’intestino e nella gola, e lui, da dominatore, padrone e stallone, si era preso quello che voleva, tutto il mio corpo era stato suo e ne aveva fatto quel che voleva, persino il mio cazzo era stato suo, persino quando l’avevo penetrato, era stato sempre lui a comandare ed io ad essere sottomesso.
Quando io non ce l’avevo più fatta, lui si era preso quel che voleva, perché era suo e io non potevo negarglielo.

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