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Racconti Gay

Olio di mandorle

By 19 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

OLIO DI MANDORLE

Sdraiati sul letto, le gambe incrociate e i nostri cazzi che pulsano l’uno contro l’altro. Le dita di Gio accarezzano le mie cosce, gli rendo il favore strizzandogli le chiappe. Sopra di noi le mani di Didì cingono i nostri sessi eccitati. L’olio di mandorle lubrifica il movimento e lo rende fluido mandandoci in estasi.
Didì dice che vorrebbe averci dentro entrambi, contemporaneamente, ma che il suo culetto non &egrave ancora così allenato. Per ora gli basta che lo scopiamo a turno. Sento un fremito attraversarmi la schiena ed esplodere nell’uccello. Il pensiero del culo di Didì mi incendia la mente e il corpo. Gio geme al tocco di Didì e il suo cazzo vibra contro il mio. &egrave caldo e duro, un bel centimetro più lungo del mio ma un pochino più stretto con la cappella gonfia.
L’uccello di Didì, invece, &egrave sottile sottile. Uno di quei cazzetti da tenere con due dita. Ha il glande a punta, con la cappella poco evidente. Lo vedo alla mia destra, &egrave dritto dritto, con le palle tese sotto la base. Stacco una mano dalla natica di Gio e lo afferro. Si perde nel mio palmo ma lo coccolo con cura. Sentirlo tra le dita &egrave una bella sensazione.
Didì ansima e mi sorride dalla sua posizione elevata. Intensifica il suo lavoro sui nostri uccelli e per poco non mi fa sborrare lì, come un bamboccio alle prime esperienze.
Mantengo il controllo e tolgo le sue dolci mani dai nostri cazzi. C’&egrave ancora molto da fare prima di raggiungere l’estasi completa.
Tiro Didì a me e affondo nel suo culetto stretto. L’olio con cui mi ha inondato aiuta la penetrazione e in breve il suo calore avvolge tutto il mio uccello. Gli stringo le ànche per non perdere nemmeno un centimetro di quel paradiso. Mugolo di piacere e Didì si lascia scappare un urletto stridulo. Spero di non avergli fatto troppo male ma da come inizia a muovere il bacino intuisco che la mia asta gli piaccia, e non poco.
Gio &egrave in piedi e gli ha infilato il cazzo in bocca. Didì lavora di labbra, di lingua e di mano. Con una accompagna il movimento della testa, con l’altra stringe i coglioni di Gio che si tendono allo spasimo nel tentativo di non inondare quelle labbra afrodisiache.
Gio ha un buona resistenza e si fa succhiare per bene prima di togliere la nerchia da quel nido di piacere.
Io ho aperto la strada e adesso &egrave il turno di Gio di cogliere il caldo frutto di Didì che si mette a pecorina e indica la strada. Gio punta la sua cappella gonfia e spinge, in due colpi &egrave dentro fino al pelo. Didì si dimena come impazzito di piacere, muove il bacino e si sega l’uccello. Gli tolgo la mano e lo lavoro io per un po’. Lui mi sorride con gli occhi socchiusi, &egrave proiettato in un mondo di lussuria e delizia.
Lo lascio e voglio prendermi una parte di Gio. Lo abbraccio da dietro e gli stringo i capezzoli mentre lo bacio sul collo e gli lecco il lobo dell’orecchio. Appoggio il mio cazzo al suo ano e spingo leggermente. Gio rilassa i muscoli e mi accoglie dentro di sé. Il suo calore mi avvolge. Lo cingo con le mani e lo accarezzo sul petto mentre mi muovo con passione nel suo culo. Vorrei anch’io qualcosa di caldo e duro dentro di me, qualcosa che amplificasse il piacere che provo mentre fotto.
I nostri corpi emanano odore di sesso che riempie l’aria intorno a noi. Lecco il collo di Gio e vorrei schizzare tutta la mia libidine tra le pieghe del suo buco, ma voglio anche prolungare questo godimento all’infinito.
‘Cambiamo per il rush finale.’ dico sfilandomi a malincuore da Gio. ‘Voglio anch’io la mia parte di cazzo.’
Mi sdraio a gambe larghe e Gio mi viene sopra. Mi trovo il suo grosso cazzo coperto di umori di Didì a pochi millimetri dalla faccia. Apro la bocca e lo faccio sparire. Lui fa lo stesso col mio, leccando i suoi sapori misti ai miei.
‘Vieni Didì,’ dico ‘prenditi il mio culo.’
Didì tiene il cazzo con le mani e lo punta alla mia porta. Vi scivola dentro facilmente e inizia a stantuffarmi. Avrà anche un cazzetto ma spinge come un toro vero.
Il godimento raggiunge livelli estremi. Mentre succhio Gio lo lavoro con le dita nel culo. Lui mi stringe le chiappe aperte dal movimento di Didì che mi tiene le gambe alzate sopra le sue spalle.
Sento che non resisto un secondo di più. Le mie povere palle sono allo stremo della sopportazione. Lo annuncio ai miei soci e il mio seme inizia a colare sulle labbra di Gio che, per tutta risposta, scarica il suo orgasmo sul mio viso. L’eccitazione &egrave talmente alta che anche Didì viene. Lo sento sfilarsi da me e schizzare sia il mio buco aperto che la faccia di Gio. So che apprezza questo gesto. Il suo ano si contrae violentemente intorno alle mie dita quasi volesse inglobarle.
Didì si accascia sul letto, stremato. Anche Gio mi rotola via da sopra. Io guardo il soffitto con occhi socchiusi e un sorriso ebete disegnato sul volto. Lo sperma di Gio che si rapprende sulla mia pelle; il suo cazzo che s’ammoscia a pochi centimetri da me. Allungo una mano e lo stringo, lo accarezzo, lo massaggio. &egrave sempre delizioso averlo vicino.
Dall’altro lato c’&egrave Didì. Respira affannosamente e cerca di riprendere fiato dopo la cavalcata. Ha una mano sul petto e l’altra sulle palle. Il suo cazzo &egrave rosso e stilla le ultime gocce di seme. Vorrei alzarmi per leccarlo e pulirlo. Sentire il suo sapore e quello del mio culo. Ma sono troppo stanco per farlo. Allungo un braccio e lo accarezzo sul petto.
Siamo davvero un bel terzetto noi tre.

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