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Paura del buio

By 15 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutti abbiamo paura del buio. Quando viene sera, e ci mettiamo a dormire, nessuno di noi osa lontanamente far sporgere mani e piedi dal bordo del letto, nell’indomabile quanto ridicolo timore che una forza oscura possa ghermirci la mano, afferrarci la caviglia, e trascinarci giù. Ebbene, anche io ho questa paura. Dormo con la lampada accesa e mi preoccupo che tutto il mio corpo sia sempre ben al sicuro, sotto le coperte, e entro i bordi del letto. Tanto che, una sera, mi faccio finalmente forza per superare questa mia insensata fobia: mi metto a letto, spengo la luce. Ho un brivido, come se facesse freddo.
Mi sforzo più che posso e caccio il piede fuori dal letto. E penso. Che palle, basta, i mostri non esistono, sono una persona adulta, nel buio non c’&egrave niente, facciamo le persone serie. Ovviamente, non accade nulla. Mi tranquillizzo. Mi rilasso. Mi addormento. Ogni tanto la mia mente ha un sussulto, sento freddo al piede, ma resisto, voglio convincermi di questa cosa.

Ma mi sbagliavo. Sento uno strano rumore indefinibile, la mia mente sussulta, mi spavento, faccio per ritirare il piede. Ma una violenta presa me lo afferra. &egrave il terrore dei terrori. Spalanco gli occhi, mi tiro su di scatto, attorno a me &egrave tutto buio, ma riesco a vedere, una strana luce blu sembra illuminare la stanza, ma &egrave tutto indefinito, tutto strano, tutto lontano. Strattono il piede, ma qualcosa me lo tiene serrato. Cerco di urlare ma non riesco. Con un terribile balzo, una creatura fuoriesce da sotto il mio letto, facendolo sussultare, e ci finisce sopra a carponi, senza mai mollare la presa. Non &egrave possibile che stia accadendo.
La creatura si erge un poco su di me, inerme e atterrito. Sembra un omone gigante, il fisico &egrave umano ma il corpo &egrave estremamente massiccio, ma &egrave l’unica cosa umana. Spalle e torso da bodybuilder, fino all’inguine, sono ricoperti da una fitta peluria liscia, che segue e lascia intendere le possenti forme del fisico, le grandi e terribili mani, così come i piedi, hanno unghie piccole e aguzze. In volto sogghigna, gli occhi sono due palle nere senz’anima, &egrave senza capelli ma dalla fronte sporgono due corna curve e appuntite, lunghe una spanna. Mi guarda in modo spaventoso, con le peggiori intenzioni. Abbasso lo sguardo. &egrave completamente nudo, e davanti a me si erge un cazzone osceno, fuori misura, completamente in tiro, grosso e lunghissimo, e due palle gonfie e pesanti.
Non riesco a parlare, &egrave mostruoso e infernale, ho mente e corpo bloccati. Grugnisce. Mi tira a sé sempre per la caviglia e ci finisco ancora più sotto. Mostruoso. Spaventoso. Ma esercita una strana influenza. Sembra una calamita, che esercita attorno a sé un campo attrattivo. D’un tratto, ne sono rapito. Lo guardo, lo osservo dal basso. Massiccio, potente, oscuro. Guardo il cazzone gigante. Non resisto. &egrave più forte di me, ne sono attratto. Anche se non vorrei, anche se vorrei andarmene, scappare, fuggire. Grugnisce ancora, mi afferra per l’addome e mi volta. Il mio culetto finisce all’aria. Ho un fremito, cerco di divincolarmi. Troppo tardi. Mi afferra la schiena e le spalle, mi tira a sé, mi mette a pecorina. La sua presa &egrave solida, irrefrenabile. Sento che mi punta la cappella sul buchetto. &egrave solo un tocco, quasi di bacchetta magica. In me si scatena un fuoco, i muscoli mi guizzano. Non so perché, ma lo voglio dentro.

Mi fotte. Mi incula. Sento che entra come un treno, mi arriva in pancia, comincia a pompare, a sbattermi, a sfondarmi. &egrave incredibile, il suo cazzone &egrave gigantesco, eppure non mi fa male, o meglio se sto provando del male, lo leggo come piacere, non riesco più a fare questa distinzione. Sento solo una forza oscura e potente dentro di me sotto forma di cazzo duro e potente, che mi sbatte, mi sbatte. Mi volto appena, con la faccia schiacciata sul letto. Eccolo lì, &egrave atroce, dimena vergognosamente il bacino, i muscoli sono tutti tesi. E gode. Gode nell’incularmi, nel fottermi, un colpo dopo l’altro. Mi fotte il culo prepotentemente, con crudeltà, e gode di ciò che mi sta facendo. Glielo leggo in faccia, &egrave un godimento sadico, sta godendo del fatto che gode lui, e sta godendo del fatto che godo io. Perché &egrave così.
Ogni colpo, ogni stoccata, ogni volta che me lo sento arrivare in pancia, ogni volta che gli sento le palle sbattere pesantemente sul mio culo… Sta cominciando a piacermi. Lo sento, lo sento dentro. Mi piace sempre di più. Ma &egrave un piacere strano. Ho qualcosa di oscuro dentro, di malvagio, di infernale, che mi sta violentando, che mi sta stuprando l’anima, me la sta corrompendo con un osceno, porco, malefico piacere carnale, divinamente satanico. Ogni volta che sento quel cazzo mostruoso impalarmi la pancia, impalarmi il corpo, sento che un pezzo della mia anima cambia, diventa turpe, peccaminoso, lussurioso. Il demone si sta maleficamente divertendo a farmi godere di malvagità e di peccato, si diverte a impalarmi con il suo cazzone, con il suo osceno scettro del male divino, e gode a sbattermelo dentro, a tirarlo fuori fino alla cappella, e a risbatterlo dentro fino in pancia. Si preoccupa che il mio buchetto slabbrato si lecchi godurioso tutta la lunghezza della sua smisurata asta, quando la tira fuori e quando la rimette dentro prepotentemente, e che ci finisca dentro tutto prima di ritirarlo fuori, e che le sue palle sbattano con forza contro il culo, in un appassionato, malefico gioco violento, e continua, continua, continua.
La mia anima si sta goduriosamente corrompendo al male che mi sta violentando, e questa cosa mi sta facendo godere come una cagna. Ecco, ora sono la sua cagna. Sono la sua troia, la troia di questo infernale essere, la puttana di un demone infernale, che mi fa godere oscenamente fottendomi con tutto il suo male, il suo potere oscuro e antidivino, la sua sadicità, il suo sporco cazzone, sconcio e peccaminoso.

Sono all’apice. Io non sono più io, sono diventato la troia degli inferi, e sto godendo del fatto di esserlo diventato. E il porco demone bastardo che ho dietro, che ancora non ha smesso di fottermi profondamente, ecco lui lo sa, lo vede, me lo legge dentro. Tutto il suo male &egrave diretto a cascata nel suo cazzone, e da lì fluisce in me, in questo turpe incantesimo, un satanico amplesso carnale che sembra non avere fine. Ma appena capisce che sono suo, che sono diventato parte del suo mondo di tenebre, che mi ha conquistato con la sua cattiveria, dà il colpo finale. Lancia un vergognoso grugnito di soddisfazione, senza alcuna dignità e controllo, e mi sbatte il suo cazzone in pancia ancora di più di quanto era riuscito a fare fino ad allora, e si scarica completamente dentro di me.
Sento un fuoco diffondersi in ogni mio muscolo, guizzando come un serpente velenosissimo, che mi raggiunge ogni anfratto del corpo e dell’anima e me la fa esplodere di piacere. Un piacere così cattivo, così carnale, così oscenamente malvagio. Il suo sperma bollente si fa strada dentro di me, come un fiume in piena. Lo sento schizzare potente nel mio culo, scarica lunghi fiotti di sperma, denso, copioso, irresistibile. Sento che mi inonda il cuore, mi ricopre la mente, mentre l’anima ci affoga dentro goduriosamente. Mi sento marchiato dentro, mi sento battezzato dal suo sperma demoniaco, in un vortice di vergognosa oscenità che turbina verso livelli sempre più bassi, sempre più immorali, sempre più turpi, sempre più folli. Sento il suo cazzone fermarsi, ma non accenna a uscire, ho lo scettro degli inferi infilato nel culo e gli sono ora sottomesso. Sono al suo servizio. Dentro mi sento rinnovato, meravigliosamente corrotto da quel feroce, gigantesco cazzo. Me lo sento tutto dentro, mi sento posseduto da esso. Ecco, ecco di cosa si &egrave trattato. Si &egrave trattato di un osceno rituale di possessione satanica, l’inferno si &egrave oscenamente introdotto in me sottoforma di cazzo, e il rituale ora si &egrave concluso, sono stato battezzato, sono stato iniziato, la mia anima pura &egrave stata brutalmente corrotta e ora gronda di sperma demoniaco. Eccomi, atroce creatura, sono qui, sono tuo, sono al tuo servizio.

Sussulto. Sono in un lago di sudore. Ho il corpo gelato, la mente fredda, la bocca asciutta come non mai. Mi guardo attorno spaventato. Nessun demone, nessun cazzo gigante. Non riesco a capire cosa sia successo. Ci ripenso. Ripercorro mentalmente tutta l’esperienza. Sogno? Realtà? Il buchetto non mi fa male, ma mi sento una specie di fuoco, chissà perché, conficcato profondamente in pancia. Ho tanti dubbi, tante perplessità, tanti pensieri. Ci credo? Non ci credo? Non sono sicuro di nulla. Ma sono sicuro di essere cambiato, di essermi rinnovato dentro. Solo un sogno? Era parso subito chiaro che, quella notte, non avevo solo sognato. Dentro ero veramente cambiato, mi sentivo un fuoco bruciare senza fine, e le mia vita stava cambiando. Entro un mese ero tornato single, mi ero chiuso in me stesso, avevo cominciato a frequentare siti di satanismo e avevo già avuto alcune esperienze dirette. Ero arrivato a farmi tatuare strani simboli che vedevo nell’oscurità durante le frequenti visioni notturne. Provavo un’irresistibile attrazione verso il male, la tenebra, verso tutto ciò che fosse dissacrante e osceno. Ogni volta che questi sentimenti divampavano in me, in pancia mi sentivo ancora l’enorme cazzo di quel demone che schizzava fiotti di sperma, come se da quella notte non fosse ancora uscito, e fosse dietro di me in ogni momento, a fottermi silenziosamente, e a dominare la mia mente e la mia anima, per non lasciarle scappare.
Sì, perché a volte provavo questa volontà, di scappare, di tornare indietro. A volte era una vera e propria lotta mentale, che tuttavia terminava sempre con quella sensazione di possessione interiore. Nei pochi attimi di lucidità in cui non bramavo ardentemente di sottomettermi alle creature dell’Abisso e ai loro cazzi mostruosi, mi rendevo conto che le tenebre infernali non mi avevano ancora completamente conquistato. Serviva un altro passo.

Una notte, dopo aver passato la sera tra forum satanici, che lentamente si stavano interessando a me e alla mia ferrea volontà di entrare a far parte dei loro gruppi, mi butto inquieto nel mio letto sfatto. Sento strane presenze intorno a me. Spengo la luce e rimango al buio. Mi guardo attorno e godo delle tenebre che mi circondano, del terrore che emanano. Poco dopo mi addormento. Dormo male, ho continue visioni, sento ancora in me quell’invadente presenza. Poi sento un rumore. La prima notte mi ero spaventato, ora godo felice. Apro gli occhi, ansioso di essere afferrato e sottomesso dall’oscurità.
Eccolo, eccolo finalmente, dopo tanto tempo. Ai piedi del letto si erge il demone, lo stesso della volta scorsa. Mi guarda ancora ghignando. Abbasso gli occhi e ammiro quel cazzo vergognoso e lussurioso, che bramo follemente. La mia mente vaga, &egrave indecisa. Ecco, torna l’attimo di lucidità. No, aiuto, ho paura, non voglio. Guardo il demone negli occhi neri. Capisce, mi legge dentro. Sa di dover terminare il lavoro. &egrave il momento. Stende il braccio verso di me con la grande mano aperta, una forza terribile mi solleva dal letto e mi attrae verso di lui. Mi scontro violentemente la testa contro la sua mano e mi stringe forte il collo. Mi sembra di soffocare. Con l’altra mano, irta di piccole unghie aguzze, mi strappa di netto i vestiti e rimango nudo. Sì, sì, denudami, violentami, corrompimi come la volta scorsa, penso, ne ho bisogno. Mi stringe ancora il collo, mi fa male.
Mi guardo attorno. Noto che tutto sta cambiando, &egrave tutto in una strana aura rossa, comincia a fare caldo, l’aria &egrave fumosa e faccio fatica a respirare. Ad un tratto molla la presa e cado a terra. Sollevo il capo. Respiro male, l’aria &egrave cenere e fumo, sono su un lastricato di pietra calda, attorno a me mi sembra di vedere un colonnato circolare, ma &egrave tutto rosso, e sopra di me, in alto, c’&egrave solo nero. Vedo dei movimenti. Sono altri demoni, tutti enormi e massicci, ammassi di lussuriosi muscoli, alcuni con una liscia pelliccia sull’addome e sulla schiena, altri sulle gambe, tutti cornuti, molti anche alati. Tutti attorno a me. E tutti con il loro osceno cazzo in tiro, esibito senza pudore, anzi orgogliosamente, senza alcuna dignità.

Il demone che mi aveva stuprato la volta prima e un altro mi afferrano, per le braccia e per le gambe, e mi portano al centro dell’ambiente circolare. C’&egrave solo una pietra squadrata, molto alta ma stretta. Mi ci fanno cadere sopra, a pancia in su. Mi si avvicina quel demone, sempre lui. Non lo aspetto, apro le gambe voglioso, mi allargo il buchetto con le mani. Attorno di me sento grugniti osceni. Eccolo finalmente. Mi punta il cazzo. Me lo spinge dentro. Lo accolgo. Vado in paradiso, anzi nel più basso e turpe inferno, già godo come una cagna. Finalmente, &egrave tornato, &egrave tornato nella mia pancia, &egrave tornato a fottermi con forza. La mia anima sussulta, vuole completare il rito. Voglio diventare la troia dei diavoli dell’Inferno. Il demone mi fotte prepotente, e feroce, grugnendo e sbavando, per qualche minuto. Ma poi esce. No, no, lo voglio, lo voglio! Sento che mi ha aperto, mi ha aperto il culo e l’anima, sono pronto per la conversione definitiva.
Attorno a me scoppia un tumulto. Vedo demoni e diavoli accorrere, scatenati, affollati, si spintonano e si pestano, a terra e in aria. Ma non ho tempo di pensare, ecco il primo. Non so chi sia, non riesco a vederlo. Mi impala in un solo colpo con il suo cazzone peccaminoso e comincia a fottermi duramente, con foga, come se per millenni non avesse aspettato altro, sento le palle sbattere potentemente sul culo, sento i suoi vergognosi grugniti di godimento. Una mano enorme mi afferra il mento e mi rivolta la testa giù dalla pietra, vedo al contrario. Altre due mani mi divaricano violentemente la bocca, sembra che me la vogliano staccare. Poi non vedo più niente. Mi infilano un altro cazzo infernale nella mia bocca ancora inviolata, e due grosse e pesanti palle mi finiscono tra gli occhi e il naso. Non capisco più nulla, non sono più io, sono senza controllo. Cazzi enormi, vogliosi, turpi, peccaminosi si alternano oscenamente nel mio culo, sfondandolo senza ritegno, e la mia bocca e distrutta da altri cazzi che la vogliono, la pretendono, la vogliono corrompere, conquistare, possedere, stuprare. Mi esce un cazzo e me ne entra un altro.
&egrave tutto un visibilio per me, non me ne perdo uno, lecco avidamente tutta l’asta e me lo faccio passare sulle labbra, mi avvicino per ficcarmelo sempre più in gola, sempre più giù. E intanto dietro mi fottono, mi inculano, sempre più in profondo, sempre più dentro di me. Sento continuamente tante cappelle spingere attorno al mio buco, in ansiosa attesa di violentarmi selvaggiamente, e tante altre sulla faccia, sulle guancie, sulla fronte, pronte a entrare.

E io sono vostro, sono in vostro possesso. Stupratemi, demoni dell’Inferno, chiamate tutti a raccolta, &egrave arrivata la vostra puttana, ecco sono io, sono qui, sono pronto a ricevere i vostri cazzi mostruosi, sono pronto a scaricarvi le grosse palle, sono pronto a essere cavalcato selvaggiamente da ognuno di voi, per l’eternità. Sono in un lago di sudore, il fumo e la cenere si appiccicano alla mia pelle, fanno un impasto sudicio. La mia anima &egrave in preda alla corruzione e alla follia, invoco il male dentro di me, lo sento fluire nelle mie membra da ogni cazzo che mi impala.
Sono pronto a ricevere il battesimo infernale. Eccoli, uno a uno, chi con un profondo colpo in pancia, chi fottendomi la gola con violenza, ecco che cominciano a esplodere, a rilasciare il loro seme maledetto, la loro acqua santa dissacrata e dissacrante. Fiotti, fiotti, lunghi fiotti di sperma bollente mi riempiono, e finalmente mi si scaricano anche in bocca. Lo lecco, lo assaggio, lo ingoio, lo assaporo. &egrave un sperma infernale, demoniaco, così orribilmente malvagio, ma così meravigliosamente strumento di corruzione carnale e peccaminosa. &egrave così buono, caldo, denso, irresistibile. Ne voglio ancora, ancora. E me ne danno ancora, ancora e ancora. Sporchi demoni bastardi, possedetemi, vi voglio, voglio il vostro sperma. Il seme della corruzione si fa strada dentro di me dal culo sfondato, e dalla bocca continuo a ingoiarne, mandandomelo dritto nel sangue, dritto nel cuore. Non &egrave come l’altra volta. Questa volta &egrave di più. Questa volta me lo sento davvero dentro, davvero in circolo. La mia anima viene spazzata via, il suo posto viene invaso da copiosi fiotti di sperma di demone. Il mio cuore viene dissacrato, turpemente sventrato dall’interno.
Io sono diventato una troia sudicia ricoperta di sperma, ne ho ovunque, sgronda a fiotti dal culo e cola sulla pietra, la pancia e il cazzo sono inondati, la faccia e il petto sono completamente imbrattati. E tutto si mischia col mio sudore, con lo sporco impasto di sudore e cenere, e intanto la lecco, la assaporo, me la porto alla bocca, mentre cazzi su cazzi su cazzi continuano a entrarmi, a fottermi invadenti, e a scaricarsi senza controllo, e altri mi fottono la bocca e me la riempiono, e tutti aggiungono sperma allo sperma, che ormai scorre ovunque.

A un certo punto, l’orgia oscena sembra terminare. Io sono in uno stato vergognoso, ma così turpe e peccaminoso, che ne vorrei ancora. Dentro sono definitivamente cambiato. Mi sento malvagiamente corrotto, satanicamente convertito. Riporto la testa in posizione normale, cerco di liberarmi gli occhi da un po’ di sperma, ma non lo spreco e mi infilo le dita in bocca per leccarlo bene tutto. Finalmente riesco a vedere. Ho due demoni volanti sopra di me che reggono una strana figura, un ragazzo bellissimo e aitante, che tuttavia sembra inconsistente, gli guardo attraverso. Penso. Capisco. &egrave un’anima.
Ai due diavoli se ne aggiungono altri due che afferrano le gambe al ragazzo, gliele divaricano e lo spingono giù verso di me. Il suo buchetto mi finisce dritto sul cazzo in tiro, gli entro in profondità grazie alla pressione dei diavoli, che cominciano a dimenare il ragazzo per aiutarmi a fotterlo. Che immenso piacere. A lui non piace, gli fa un male cane, urla e cerca di divincolarsi, ma &egrave inerme. Io sono diventato uno sporco animale sadico, gli afferro i fianchi, facilito la cosa, e me lo fotto allegramente per qualche minuto. Intanto glielo faccio apprezzare, glielo faccio scorrere bene lungo il buchetto, dentro e fuori, ed ecco finalmente che gode, gode, gode. Godo anche io. Vengo, mi scarico completamente dentro di lui. Ma il mio sperma non gli rimane dentro. Gli passa attraverso, sembra che sia venuto in aria. Un diavolo, con un balzo, fa cadere gran parte del mio sperma in una coppa. Si avvicina alla mia faccia e me la versa in bocca. La lecco. &egrave incredibile, &egrave uguale a quella dei demoni, sono diventato uno di loro? Sembra l’atto conclusivo del rituale, l’anima viene portata via, i diavoli si affollano attorno a me e mi afferrano, mi strattonano.

Di colpo, &egrave tutto finito. Mi sveglio con un sobbalzo. Bestemmio. Ho sognato ancora? Mi guardo attorno. Buio. Sento che ho qualcosa di diverso. Accendo la luce. Che strano, mi dà fastidio. Guardo il mio corpo. Sono cambiato, sembro molto più massiccio, molto più grosso, quasi un bodybuilder, l’aspetto &egrave quasi come quello dei diavoli. Mi guardo il cazzo. &egrave grande, molto grande, come non lo ero mai stato. &egrave incredibile, sono corrotto fino a questo punto, corrotto fino a trasformarmi il fisico e farmi diventare un manzo da monta, e ho goduto come una cagna a farmi corrompere così. Mi alzo. Mi osservo allo specchio. Mi sento forte, potente, figo. Ho un cazzone da paura.
Ma &egrave solo aspetto. Dentro non ci sono più, &egrave scomparso tutto, sento il crudele sperma demoniaco fluirmi nelle vene, sostituito prepotentemente all’onesto sangue. Ma non sono ancora un demone. Ne ho aspetto e anima, ma non lo sono. Ormai voglio diventarlo. Lo sento dentro di me, lo bramo, sento questa necessità. Cosa mi manca? Che mi devono fare ancora? Sono un demone in terra. Non sono ancora completo, non ho ancora raggiunto il trono di Satana, ma sento che &egrave vicino. E sento di avere uno scopo: diffondere il male in questo mondo. Esattamente come hanno fatto con me. Diffondere il male e l’oscurità, attraverso il mio cazzo, corrompendo anime innocenti grazie alla possente forma fisica con cui mi ha rivestito l’Inferno per farmi un suo strumento di diffusione del peccato. Me ne vado in giro aitante, spavaldo, ben vestito, i soldi mi compaiono magicamente nelle tasche. Tutti mi guardano. Le ragazze mi preferirebbero ai fidanzati, i ragazzi mi scrutano invidiosi, attraggo tutti a me come una calamita irresistibile. Nessuno può sapere che dentro di me sta l’oscurità perenne, la crudeltà e la satanica sadicità di un demone il cui unico scopo &egrave corrompere le anime innocenti del mondo con impetuosi e goduriosi rapporti carnali, alla fine dei quali scarico nei corpi il mio caldo sperma contaminante. Tutti mi vogliono, vogliono me, il mio cazzone, i miei muscoli. Nessuno capisce che sono un guscio vuoto, un puro involucro di sperma demoniaco che, durante l’ultimo rituale infernale, mi aveva rivestito e ricostruito le forme, trasformandomi in un idolo di carnalità satanica a cui sottomettersi goduriosamente.

Mi sono fatto strada in un lampo in un’importante chiesa satanica e rivesto ora una delle maggiori vette, ho contatti e intrighi a livello nazionale e anche oltre. Ho conquistato tutto impalando buchi di ogni tipo e contaminando le menti con il mio sperma. Ora ho il potere, un potere sudicio e vergognoso, sono il capo di una chiesa satanica grazie ai miei poteri infernali. Ho una schiera di adoratori attorno a me, maschi e femmine, tutti mi vogliono, vogliono parlarmi, chiedermi consigli. E durante i riti vogliono il mio cazzo. Tutti. Maschi e femmine. Il potere conquistato mi ha permesso di cambiare il rituale della messa nera e ora si svolge tutto attorno a me. Il mio cazzo &egrave adorato e divinizzato, e i miei adepti si fanno impalare uno dopo l’altro per ricevere il mio influsso maligno, che avvertono senza comprenderlo. A ogni rito dichiaro un prescelto, maschio o femmina, che avrà il massimo onore di godere del mio sperma, e ogni schizzo che scarico profondamente dei culi, nelle fighe e nelle bocche di questi luridi vermi striscianti li avvicina sempre più a me, e attraverso me, strumento di corruzione, sempre più a Satana e alla perdizione. Le messe nere che organizzo settimanalmente sono sempre più affollate, e io sfondo sempre più culi e sempre più fighe, e corrompo oscenamente sempre più cuori, sempre più menti.

Quando non sono al Tempio satanico, passo le giornate vagando per la città, a caccia di anime innocenti da violentare. Mi esibisco vergognosamente, i miei muscoli sono il lasciapassare, il mio paccone mette in ginocchio molti. Non mi interessa chi, il mio scopo &egrave diffondere il male, &egrave corrompere le anime affogandole nel mio sperma demoniaco, e vedere quanto le mie vittime godono nel lasciarsi invadere dalla mia malvagità, esattamente come avevano fatto con me. Ecco quindi che un sabato sera mi metto a caccia in una discoteca. Ho tanti occhi su di me.
Una ragazza non ha da accendere, mi avvicino e faccio io, catturo il suo sguardo, lo rapisco. Parliamo, ci conosciamo. Invento spudoratamente tutto quanto. Voglio solo scoparla e infonderle il male. Gli dico di seguirmi, forse con altri non lo farebbe, ma sono una calamita, sente il profumo dello sperma demoniaco di cui sono fatto e non può farne a meno. Me la porto in bagno, ci chiudiamo in un cubicolo e le infilo il cazzo sotto la gonna. Me la scopo furiosamente, lei gode come una cagna, lancia tali gemiti di piacere che dal di fuori siamo diventati un’attrazione, infine gli scarico in bocca tutto il mio velenoso sperma. Ecco, &egrave fatta. Non diventerà un demone, non sarà per forza trascinata nell’Inferno, ma le ho insidiato il male, una parte della sua anima innocente &egrave traviata, l’ho messa sulla strada di Satana. Ho eseguito il mio compito. Esco dal bagno. Non sono un umano, il mio cazzone spara ancora e sono già alla ricerca di altri buchi da dilaniare. Torno a caccia.
La discoteca &egrave un terreno fertile. Trovo prima un ragazzino viziato che si rivela un formidabile succhiacazzi, lo ripago con lunghi fiotti di sperma caldo che non esita ad assaporare. Lecca, bello mio, lecca, ti piace il mio sperma? Lo senti quanto &egrave caldo, quanto &egrave buono? Ingoialo, mandalo giù tutto, ecco, ti sta colando sull’anima, lo vedo. Continua a succhiare cazzi, bello mio, continua, non cambiare strada, anzi fai peggio, un bel giorno voglio ritrovarti laggiù, a farti fottere dai diavoli. La serata continua bene.
Vedo una bella coppia etero, lei &egrave da sbattere, ma anche lui mi guarda con insistenza. Vorrà i miei muscoli, il mio pacco, i miei vestiti firmati. Arrivo, bello, ti faccio fare un giro gratis. Non c’&egrave problema per me. Mi basta sfiorare la fidanzata che questa non si sente bene, vuole sedersi, vuole silenzio, si fa accompagnare in macchina dal fidanzato che la lascia lì. Io gironzolo lì attorno, mi vede, si ricorda di me. Le chiedo della sua fidanzata, ho visto che non stava bene, lui mi risponde frasi fatte. I suoi occhi cadono sulle mie spalle, sul mio pacco. Ti piacciono, ragazzino? Un quarto d’ora e gli ho calamitato la bocca sul mio cazzone, forse non vorrebbe farlo ma non può fare altrimenti. Mi fa un pompino da paura. Lo giro, lo metto a pecorina, lui &egrave molto indeciso, non lo faccio riflettere e lo inculo. &egrave spaventato, ma me lo fotto bene, e comincia a godere. Dirigo tutto il male che ho dentro nel mio cazzo e glielo trasmetto sadicamente mentre lo scopo, tempo due minuti e &egrave diventato la mia troia, si sente riempito dentro, e io lo invado con prepotenza, scopandogli il culo con soddisfazione. Tre bei colpi in pancia e &egrave pieno di sperma, gode come pochi, &egrave uno spettacolo vederlo in questo stato mentre si fa corrompere carnalmente.

E così trascorro giornate, settimane, mesi. Corro un po’ al parco, esibisco il mio petto nudo, trasmetto voglie e desideri. Un altro tipo in calzoncini e scarpe da ginnastica non perde tempo a infilarsi il mio cazzone in culo e a farsi scopare selvaggiamente. Arriva a chiedermi di pestarlo mentre lo inculo. E io faccio tutto, goduriosamente. Alla fine, il mio sperma contaminato gli arriva dritto in gola, lo ingoia tutto, e un’altra anima &egrave sulla strada di Satana.
Alcuni ragazzi giocano a pallone più in là. La palla finisce tra le fronde e uno di loro corre a cercarla. Capita lì proprio mentre sto riempiendo di sperma la bocca di quell’altro tipo. Lancia la palla agli amici, gli dice che arriva tra poco e si butta sul mio cazzo che ha sempre voglia, sempre voglia di corrompere, di diffondere il male. Lo inculo con forza, ho beccato un vero amatore del cazzo. Finita la grande scopata gli scarico dentro tutta la mia malvagità, lui &egrave un fiume di godimento, si fa sbrodare in culo che &egrave un piacere. Bravo, cazzo quanto ti piace farti fottere, ecco senti quanto male ti ho conficcato nel cuore, sentilo, seguilo, fanne la tua bandiera, i diavoli laggiù non aspettano che tipi come te.

Sono passati almeno tre mesi dall’ultimo rituale satanico negli inferi. Ho perso il conto delle anime che ho sadicamente contaminato. Ma sono decine e decine, centinaia forse. Tutto ciò mi sta lentamente annoiando. Forse sto raggiungendo l’obiettivo. Sento che &egrave il tempo di passare oltre. Sto per tornare negli inferi. Dormo. Non sto sognando. Non sogno più da moltissimo tempo, il male che porto me ne ha tolto la capacità. Improvvisamente mi sveglio. Riconosco immediatamente il luogo, &egrave l’ambiente colonnato circolare dove ero stato stuprato dai diavoli l’ultima volta, e dove il loro dolce, velenoso sperma mi aveva completamente ricoperto, trasformandomi completamente. Diciamo che mi aspettavo sarebbe arrivato questo momento. Mi trovavo sull’alta pietra centrale, sdraiato. Nessuno attorno a me. L’aria &egrave carica di fumo e cenere, ma non mi dà fastidio. In qualche modo, sono uno di loro, ma non ancora del tutto. E ho il presentimento che tra poco lo diventerò. Un rumore. Mi volto e vedo due demoni avvicinarsi, spavaldi ma pacati come non li avevo mai visti. Hanno un comportamento vagamente solenne. Mi metto seduto sulla pietra. Loro mi afferrano, mi tirano giù, e tenendomi per le braccia mi conducono fuori. Percorriamo una lunga strada di pietra, tutto attorno a me &egrave un vuoto abisso nero, segnato da colonne di fumo e da una perenne aura rossastra. Vedo emergere dei fuochi dall’oscurità, e mi accorgo di essere vicino a quello che sembra essere un grande tempio. La facciata &egrave molto lunga e irta di colonne aguzze, ma non ha alcun tetto. Saliamo una lunga scalinata. Le pietre scottano sotto i miei piedi. Varchiamo il colonnato. Un’altra scalinata, che questa volta conduce a un possente edificio in pietra. Un po’ ovunque vi sono ampi bracieri e file di fiaccole, ma non c’&egrave nessuno e regna un oscuro silenzio. Passiamo dal grande portale centrale.
Dopo un breve corridoio, entriamo finalmente in un grande salone quadrato. Il soffitto sembra di ferro incandescente e ai lati vi sono palchi e gradinate affollati di demoni, che grugniscono e rumoreggiano, e esibiscono come sempre i loro malefici cazzi. Sul fondo, al centro della parete, un grande tendaggio sembra nascondere qualcosa. Davanti ad esso, a metà di una scalinata, vedo un grande altare. I demoni si agitano, vedo il tendaggio scoprirsi, fino a rivelarsi in un’esplosione di grugniti e versi gutturali. Al centro, in cima alla scalinata con l’altare, si trova un alto trono su cui sta seduto un potente diavolo. Emette un male fortissimo e incontrollabile. Riconosco il più malvagio degli influssi. Vengo gettato ai piedi della scalinata. Sono al cospetto di Satana. Mi scruta. Si alza. &egrave incredibilmente massiccio, una massa di muscoli potenti e vigorosi, potrebbe spezzare una montagna. &egrave gigante, sarà alto tre metri, molto più degli altri diavoli. Il corpo &egrave tutto rosso e ha due corna ritorte in testa. Il petto, le braccia e le spalle sono coperti da una liscia pelliccia. Davanti a lui svetta un cazzo vergognoso, fuori misura, potentemente eretto. Lo guardo voglioso, so che mi sta esercitando attrazione, chissà quanto male può fluire da quell’enorme cazzo, dal cazzone di Satana, e non voglio pensare a quanto deve essere goduriosamente malefico essere riempiti dal suo sperma. Ho un fremito. Lo sperma di Satana. Quanto deve essere porco, corrotto, velenoso, contaminato.

Da dietro mi arrivano alcuni diavoli che, volando, mi sollevano di peso e mi scaricano sull’altare nel mezzo della scalinata. Satana mi osserva dalla sua posizione, e poco dopo comincia a scendere, ad avvicinarsi. Ecco, ora ho capito. Ho capito il senso di tutto, il perché di tutto. Ecco perché sono stato contaminato da un demone, perché sono poi stato trasformato in demone, perché ho passato mesi a diffondere il male sulla Terra, e perché ora sono qui. Sono un prescelto. Esattamente come io sceglievo l’adepto che, alla fine della messa nera, aveva l’onore di godere del mio sperma. Ecco, io sono la stessa cosa. Ma a livelli terribilmente più bassi. Sono il prescelto di Satana. Sto per ricevere il suo battesimo, il suo marchio, e da quel momento sarò consegnato a lui. Lo voglio, lo voglio. Eccomi, re degli Inferi, sono qui, ecco la tua troia, il tuo servo fedele, trasmettimi tutta la tua malvagità, scaricami dentro tutto il tuo peccato.
Satana si avvicina. Sulla folla di demoni cala lentamente il silenzio. Ecco, &egrave davanti a me. &egrave enorme, possente. Tre metri e anche più, i muscoli sono pieni e definiti, e grossi, il suo cazzone antidivino &egrave puntato su di me. Il diavolo supremo si posiziona fermo dietro l’altare. Io volto le spalle al congresso demoniaco, ora in totale silenzio. Mi offre il suo cazzone. &egrave gigante, lo afferro con due mani e riesco appena a congiungere pollici e indici. Provo a mettermelo in bocca, &egrave impossibile, allora comincio a leccarlo. La lingua mi ci finisce sopra e non riesco più a staccarla. Sto leccando il cazzo di Satana. Devo farlo godere, penso, godere il più possibile, devo fargli capire che sono degno di tutto questo, che ha scelto bene. Mi do da fare. Vado di lingua, comincio a leccare tutta l’asta, mentre con le mani me lo faccio scorrere per bene, lecco più che posso la cappella, scendo ancora sull’asta, ne studio le gobbe, le vene, le pieghe, arrivo alle enormi palle pelose, ci infilo la faccia dentro e lecco, lecco, lecco. Sopra di me, Satana sembra apprezzare, lancia deboli grugniti di godimento, i muscoli guizzano. Continuo questa specie di pompino per diversi minuti, il cazzone del signore infernale &egrave ora ben bagnato, la mia lingua e le mie labbra scorrono con facilità, le mani lo accarezzano velocemente e le grosse palle si sono fatte dure e turgide. Gli piace, sento che gli piace.

&egrave il momento. Mi afferra per l’addome con le sue mani forti e smisurate e mi volta a pecorina, verso il pubblico di diavoli. Tutti assistono in silenzio. Satana grugnisce e mi punta il cazzone sul culo. Mi sfonda sadicamente, e in tre colpi decisi mi impala. Dentro di me sento esplodere una soddisfazione infinita. Chiudo gli occhi e mi lascio invadere dalla sensazione massima, dalla più alta, magnifica aspirazione. Eccolo, lo sento, &egrave enorme, una presenza ingombrante e invadente, terribile e prepotente, che mi dilata oscenamente il culo e mi riempie la pancia. Dà un altro colpo deciso e mi fa sussultare. Poi comincia a fottermi potente, forte, prende rapidamente un ritmo veloce e selvaggio. Io sono in estasi, lo prendo tutto dentro. Il cazzo gigante di Satana mi sta fottendo. E sento il male che comincia a fluire. Lo sento come una nube di fumo denso e nero che risale lungo l’asta satanica e poi erutta dentro di me. Lo avverto invadermi ogni anfratto, ogni cellula, ogni angolo di pensiero. Sento che si mischia allo sperma demoniaco che mi fluisce nelle vene, accrescendolo. E il signore oscuro non si ferma, mi fotte, mi fotte. La corruzione totale mi assale il cuore.
Già dall’ultima volta avevo perso l’anima, ma quel tenue barlume che ne rimaneva viene spazzato via, schiacciato, orrendamente stuprato da Satana e dal suo porco cazzo. Ogni sprazzo di vita in me viene cancellato, soffocato da quel denso fumo nero che sento fluire a cascata dal cazzo che mi apre il culo senza pietà. E finalmente lo avverto, &egrave mio. Il peccato. Il peccato &egrave dentro di me, lo divento io stesso, un peccato lurido e sudicio, avvinghiato oscenamente al cazzo di Satana, che gode nel farsi violentare dal Male supremo. E il signore oscuro non accenna a fermarsi, anzi accelera, tutto il male che &egrave in lui, tutto il suo sadismo, la sua crudeltà, la sua brutalità, tutto &egrave diretto in me, mi invade, mi conquista. Eccomi, sì, fottimi, fottimi, sono il tuo suddito prescelto, Satana, guarda come hai scelto bene, guarda come mi faccio devastare da te, mio signore, sarò il tuo sporco servo per l’eternità, il più turpe servo della Bestia, e godrò di te e della tua crudeltà, e sarò il più fanatico adoratore del tuo cazzo supremo, scettro di tutti gli Inferi, corruttore del mondo intero.

Arriviamo al capitolo finale. Satana grugnisce follemente, gode di questo malefico rapporto carnale, gode di avermi completamente dilaniato il culo e le interiora, e tutta la mia mente. Dà alcuni energici colpi. Finalmente. Lo sento schizzare dentro. &egrave come un vulcano dentro di me, e la lava bollente comincia a fluire copiosa inondando tutto, sciogliendo tutto, bruciando tutto. Satana mi riempie completamente il culo del suo velenosissimo sperma, che sento sbrodare fuori a fiotti e finire sparso sull’altare sotto di me. &egrave come un inarrestabile virus contaminante, sento una pioggia di aghi acuminati penetrarmi nella carne e squarciarmi dall’interno, ma provocandomi un perverso godimento interiore. Mi entra nel sangue, mi sale al cervello, mi penetra negli occhi.
Ho profonde convulsioni, mi trasformo. I miei muscoli si pompano vigorosamente, il mio cazzone spinge e raddoppia. Mi guardo le mani mentre diventano grandi e forti e le unghie si appuntiscono. La pelle di tutto il corpo cambia colore e consistenza, diventando rosso scuro, bella piena e turgida. I capelli scompaiono e sento crescere due piccole corna dure. L’immondo cazzone infernale mi &egrave ancora dentro, ma tutto il lussurioso godimento si &egrave trasformato in dominazione assoluta, in sottomissione a Satana. Dentro mi sento solo nero, e nella parte più nera del nero avverto una nuova anima corrotta, fatta di denso sperma satanico che ribolle, e dalla quale proviene ormai ogni mio pensiero, ogni mia volontà.

Il signore dell’Inferno estrae con un colpo il cazzo dal mio culo, che schiocca vergognosamente grondando altri fiotti di sperma maledetto. Io sono ancora a pecora, sento la sua enorme mano afferrarmi il collo. Mi solleva di peso e mi posiziona con forza davanti a lui, dietro l’altare, al cospetto di tutto il congresso demoniaco che ha assistito silenziosamente all’amplesso infernale. Quindi mi calca giù la testa verso il ripiano dell’altare, schiaffandola nella densa pozzanghera di sperma. Non attendevo altro. La lecco tutta, avidamente, mentre Satana mi tiene premuta giù la testa. Ha un sapore maledetto, dissacrato, orribilmente perverso, e proprio per questo &egrave così divina, goduriosa, profumata di malignità. La lecco e la ingoio tutta, sento che si va a sommare alla corruzione già presente in me, saldandola e serrandola con forza al centro del mio essere. Ripulito con obbedienza l’altare, Satana mi ritira su la testa e mi presenta al suo popolo. Il congresso demoniaco esplode esultante, lanciando versi vergognosi. Io sono lì, con la testa nella mano di Satana, il viso grondante del suo sperma, il corpo orribilmente e definitivamente mutato.

Il signore oscuro mi lascia finalmente andare, ha completato il suo lavoro di conversione satanica, io mi abbandono inerme sull’altare e finisco di ingoiare avidamente lo sperma rimastomi in faccia. Non passa che un istante, i diavoli sono tutti attorno a me, mi sollevano, si congratulano, finalmente capisco i loro discorsi, rispondo grugnendo con soddisfazione. Mi guardo. Ho il fisico della corruzione, della perversione, ammasso di muscoli e cazzone eternamente in tiro. Mi accorgo di avere due ali, riesco a volare, ma sono il solo di colore così rosso cupo, lo sapevo di essere speciale. Mi volto verso Satana, che si &egrave riseduto sul trono e ci guarda soddisfatto. Io ero il prescelto. Il suo prescelto. Mi ha convertito. Ha goduto a farlo, e io ho goduto mentre lo faceva.
Volo via, raggiungo i meandri infernali, devo imparare il mestiere, mi si apre un mondo. Ora sono uno dei suoi grandi principi, uno dei più depravati fautori della sua malvagità. E ora sfrutto orgogliosamente il dono di Satana, girovagando per l’Inferno e la Terra con mio grosso cazzo, con il mio strumento di corruzione, mai stanco di fottere, di invadere, di contaminare, e di insidiare le anime indifese con la più turpe malvagità. Da ormai molto tempo facevo parte della schiera infernale di diavoli. In breve avevo scoperto di essere stato davvero un prescelto, durante la mia vita terrena, e che il fatto di essere stuprato direttamente da Satana e di essere contaminato dal suo sperma era un onore concesso a pochi eletti, che diventavano, esattamente come me, i veri principi dell’Inferno. Avevo ai miei piedi nugoli di sudici diavoli leccapiedi, che passavano l’eternità a tormentare anime e a farsi fottere ripetutamente da me e dai miei compagni, i prescelti di Satana. E io, come oscuro sacerdote infernale, benedivo con soddisfazione i miei immondi servetti mediante copioso sperma demoniaco, che scaricavo nei loro culi e sulle loro facce, e loro ne volevano ancora, e sempre di più, perché li mettevo orrendamente in contatto con la più turpe crudeltà satanica.
Spesso noi diavoli eletti ci riunivamo in orge oscene in onore di Satana, che in momenti speciali saliva dal suo oscuro antro e si univa a noi. In quelle occasioni, ognuno di noi si faceva violentare a lungo per riportare la malvagità interiore ai massimi livelli e per ribadire la completa sottomissione al signore oscuro, e alla fine bevevamo tutti il suo velenosissimo sperma, che tornava a ribollire dentro di noi. Terminato il rituale eravamo tornati goduriosamente corrotti ed avevamo tutti riconquistato la nostra forza, la nostra atroce bellezza, la nostra potente carica sessuale. I muscoli erano tornati gonfi, la pelle liscia e turgida, il colore rosso rinvigorito. E ognuno tornava nel proprio antro, nel proprio girone, a sottomettere i propri servi e a torturare le proprie anime.

Ecco quindi che, alla fine di una di queste sataniche orge, torno goduriosamente rinforzato e corrotto nella mia lugubre caverna. Precipito volando in un lungo, ripidissimo e inscalabile pertugio di pietra e arrivo in una grande sala, la mia folle reggia, dove nugoli di diavoletti non attendono che il mio ritorno. Cadono tutti in adorazione, mia e del mio enorme cazzo, mentre nelle mie vene pompa con forza lo sperma di Satana, fresco e appena ingoiato. Comincio a vagare per la sala, tra i massi e i bracieri, tra le fosse e gli altari immondi. Alcuni diavoli hanno preso un’anima, una vecchia conoscenza, e la stanno stuprando su un altare di teschi e ossa. Mi avvicino. Guardo l’anima dritta negli occhi. Eccola, la sua pena eterna. Non può fare a meno di farsi fottere in ogni buco dai demoni degli inferi, godendo follemente, ma ogni volta che il nostro sperma immondo gli viene scaricato in pancia, in bocca, sono come mille lame, un ago di crudeltà dolorosissima lo trafigge, e mentre noi siamo all’apice del godimento lui soffre terribilmente. Terminato l’amplesso infernale, subito ne cerca un altro, lo implora, pur sapendo come andrà a finire, ma non ne può fare a meno, ne ha bisogno, in una continua ricerca di un piacere maledetto, di un godimento doloroso.
Lo guardo. Lui mi vuole, mi cerca. I miei servi si fanno da parte, gli tengono le gambe ben aperte. Gli guardo il culo. &egrave già bello aperto. Non perdo tempo e mi ci butto dentro col mio cazzone gigante e comincio a fotterlo, lui gode come una cagna, ma sa che non vorrebbe, sa come andrà a finire. Me lo scopo ferocemente, sfondandogli il culo, mentre i miei servi attorno grugniscono e esultano, cacciandogli a turno i loro cazzi in bocca. Un bel colpo in pancia e gli scarico in profondità il mio sperma bollente, io lancio acuti versi di piacere carnale, &egrave stupendo sentirsi così freschi, così potenti, sentirsi Satana così dentro, così nell’anima, e lui urla, si dispera, ma ne vuole ancora, e ancora. Gli altri diavoli gli inondano la faccia, che rimane scottata, mentre lui se la lecca tutta, facendosi ancora più male. Esco dal suo culo con un osceno schiocco, di lui non mi importa più nulla, ancora meno di quanto mi importasse prima, e lo lascio in balia degli altri diavoli, alcuni sono già pronti a montarlo nuovamente.

Passeggio un po’, esibendo con peccaminoso orgoglio il mio cazzone demoniaco mai stanco, mai indebolito, anzi sempre più carico. Su una roccia lì accanto due anime in ginocchio leccano e succhiano con avidità il cazzo di un grosso diavolo, uno dei miei principali funzionari, che servendomi e sottomettendosi a me sempre più volgarmente, sempre più vergognosamente, sempre più leccapiedi, sempre più leccaculo, ha avuto l’onore di finire nelle mie grazie. Dopo aver ricevuto il mio cazzo e il sperma in un rituale nero nel Tempio della mia reggia, ha ricevuto una corruzione maggiore, diventando più grosso e più lussuriosamente attraente, salendo di grado e calpestando i suoi sudici compagni. Vedendomi, viene schizzando potentemente, &egrave incredibile quanto &egrave vergognosamente ai miei piedi, &egrave addirittura a questi punti. Le due anime leccano tutto avidamente e con disperazione, trascinandosi poi poco più in là. Lui si avvicina e cade ai miei piedi, io lo prendo e gli infilo il cazzo in bocca, glielo faccio assaporare e assaggiare. Mi fa un godurioso pompino, so cosa vuole, e dopo poco lo ottiene, tanto sperma fresco di Satana, che ingoia con sommo gusto, conquistandosi un altro, piccolo pezzettino della malvagità massima. Lo caccio a fare il suo lavoro, lui striscia velocemente via.
Passeggio ancora. Attorno a me nulla attira la mia particolare attenzione. Un gruppo di anime radunate in una piccola fossa stanno ricevendo sperma contaminato a fontana dai diavoli raccolti attorno a cerchio, che gli schizzano copiosi sui volti e sui corpi, e loro leccano ogni goccia contorcendosi dal male. Dall’altra parte, un’anima a testa in giù su una roccia riceve in culo i cazzi di tre demoni alati, che svolazzandogli sopra si divertono a invaderla uno dopo l’altro. Dietro di questi, vedo un grande diavolo di colore blu, un altro dei miei leccapiedi passati di grado, che violenta con forza il culo di un’anima su un altare di pietra. Mi avvicino e con una manata lo faccio da parte. Dò un forte colpo di bacino e caccio prepotentemente il mio cazzone in profondità nel culo dell’anima, che ha un’esplosione di piacere. Gode come una cagna, mi fa eccitare più del solito e comincio a scoparmela con piacevole pazienza. Gli infilo bene il mio cazzone, glielo tiro dentro e fuori, lui gli stringe attorno goduriosamente il buchetto slabbrato, per sentirlo ancora di più, per godere ancora di più. Attorno si fa un folto gruppo di diavoli, che lanciano forti grida. Sono quasi all’apice e grugnisco forte. Il grande diavolo blu si infila con foga sotto di me e si prepara con la bocca sotto il buchetto dell’anima, intanto mi lecca sbavando il cazzo che entra e esce dal culo.
Godo porcamente e gli schizzo dentro un fiume di caldo sperma, riempiendogli completamente il culo. Continuo selvaggiamente a fotterlo, mentre copiosi rivoli di sperma satanico gli sbrodano fuori e colano nell’avida bocca del diavolo sotto di me, che li risucchia con foga, mentre altri schizzano e colano sul piano dell’altare e sul fianco. Finalmente esco, glielo tiro fuori con un colpo, alcuni diavoli lo sollevano e se lo portano via. Il crudele godimento mi sale alla testa, mi siedo su una roccia lì davanti, mentre una folla di diavoli si precipita a ripulire con le loro ingorde lingue l’altare imbrattato del mio sperma, mentre un diavolo più audace mi viene in mezzo alle gambe e comincia a succhiarmi goduriosamente le grosse palle, ripulendole dallo sperma colato. &egrave davvero un demonietto audace, gli faccio proseguire il lavoretto senza disturbarlo, quando ne ho abbastanza lo prendo e me lo infilo di peso sul cazzone. Lui gode oscenamente, forse &egrave la prima volta che viene fottuto da tanta malvagità. Me lo scopo un po’, ma non &egrave granché, non merita il mio sperma. Lo sollevo e lo caccio via, ha ancora molta strada da fare.

Ora sono stanco di lavorare. Di lavorare, ma non di godere satanicamente. Lascio la grande sala e mi dirigo verso la reggia. Varco un grande portale di roccia, presidiato da due orribili mostri guardiani, e mi addentro per le sale rossastre, per i corridoi bui. Ogni lastra di roccia, ogni pietra &egrave una superficie buona per incidere a fuoco simboli satanici e inni al signore dell’Inferno. Entro finalmente nelle mie stanze. Ad attendermi c’&egrave la mia schiera di puttanelle infernali, che nel vedermi accorrono e mi si avvinghiano, palpandomi e accarezzandomi i muscoli. Sono tutti ex ragazzi e ragazzini bellissimi e fascinosi, fighetti e aitanti, scelti specificatamente da me durante le mie frequenti battute di caccia sulla Terra e corrotti con tanto, satanicamente profumato sperma demoniaco riversato nei loro culetti, nelle loro golose bocche. Terminata rapidamente la loro vita terrena grazie ai miei atti crudeli, sono scesi nell’Inferno vergognosamente agevolati e raccomandati, e spediti direttamente nella mia reggia. Qualche goccia di sperma di Satana bevuta nel Tempio &egrave stata sufficiente a trasformarli da anime da torturare a eccitanti diavoletti, con piccole ali e corna, tutti da sbattere allegramente.
Ed eccoli lì ai miei piedi, attorno a me, sotto e sopra di me. Uno mi accarezza i muscoli, uno si ficca la faccia tra le grandi palle, uno mi sale a cavalcioni, uno si avvinghia alla mia gamba, un altro al mio braccio. Sono tutti bellissimi, corpi atletici e definiti, pelle liscia e chiara, culetti sodi, sguardi audaci, penetranti, vogliosi. Mi conducono a strattoni nella grande vasca dove &egrave pronto un bagno rilassante in un liquido nerastro. Mi immergo con gioia. Pochi minuti e sono nelle loro mani: tre sono sott’acqua a lavorarsi ingordamente le mie palle e il mio cazzo, in un lento e godurioso pompino, altri mi massaggiano i gonfi muscoli, altri si sfregano i loro bei cazzi su di me, eccitandosi come cagne in calore. Esco dal liquido nerastro, si affollano per asciugarmi, mi distendo su un letto di roccia e cominciamo una porca orgia. Sono in sette, si spintonano per avere il mio cazzo, io sono lì fermo e ammiro le loro turpi e immorali voglie carnali. Mentre uno si infila con forza il mio cazzone su per il culo, altri due mi succhiano le palle, quindi quello pompa un po’, poi esce e un altro subito ci si siede sopra. Alla fine vengo copiosamente, sparando verso l’alto lunghi fiotti di sperma contaminato, che ricade sulle loro facce, lo leccano, se lo contendono, ne vogliono ancora.
Uno di loro mi &egrave piaciuto particolarmente, gli altri si disfano in vergognose scenate di invidia, non m’importa, li mando via. Rimango solo con lui, lo piego a pecorina sul bordo della vasca e me lo fotto selvaggiamente per una mezzora. Lui ormai inneggia a Satana, gode oscenamente, finalmente esplodo e gli scarico altro sperma in culo. Lui si contorce dal godimento, &egrave proprio una vera troietta, una troietta prescelta, esco e lo faccio andare via. Sto un po’ da solo. Rifletto sulla mia crudeltà, sulla mia corruzione, e su come le diffondo, e su come torturo le anime. Ho ancora vaghi ricordi del mio mondo terreno, che non rimpiango, anzi rigetto. Grugnisco di porca soddisfazione. Esco dal grande bagno, dalle mie stanze. Ripercorro i corridoi. Esco nuovamente nella grande sala. Lancio un tenebroso grido malefico, che fa rabbrividire le anime, fa esultare i miei servi. Ecco, sono tornato. Rimettiamoci al lavoro. Come già avevo accennato, erano abbastanza frequenti le mie battute di caccia sulla Terra, durante le quali sapevo come divertirmi. Non si trattava più, però, di vagare per parchi, discoteche e club a contaminare anime innocenti con il mio sperma contagiato di malvagità: questo compito, per quanto divertente, era affidato agli emissari satanici, uguali a ciò che, un tempo, ero stato anche io. Non mi interessava più instradare le buone anime all’Inferno, ero un gradino sopra, ciò che trovavo di mio piacere intendevo disporne immediatamente, per trascinarlo giù e godermelo eternamente. Durante queste uscite, di solito, frequentavo dismesse realtà urbane, quartieri industriali e fatiscenti, periferie ammorbate e inquinate, alla ricerca di fresche e giovani carni ribelli a cui offrire una malvagia via d’uscita. Mutato d’aspetto, spesso ringiovanito ma sempre muscoloso e aitante, con un grosso pacco, a fare da peccaminosa calamita carnale per il mondo a me circostante, entravo in contatto con i piccoli gruppetti di giovani disprezzati alla ricerca di ribellione sociale per mezzo del peccato. E allora ci facevo amicizia, discutevamo dei loro ideali, fumavamo. Intanto avevo già adocchiato la vittima.
Rimasti soli parlavamo, lo facevo sfogare, gli parlavo di soluzioni, di rimedi, di vie di fuga. E lui si interessava, voleva saperne di più. Serve che fai qualcosa prima, dicevo. Che cosa, mi chiedeva lui. Devi farti scopare, devi farti fottere da me. No, no, mai, lui non voleva. Ma lo attiravo a me, lo calamitavo, insistevo un poco ed eccolo tra le mie gambe a succhiarmi golosamente il cazzone. Caduti le ultime moralità gli aprivo il culo, me lo fottevo con godimento in qualche capannone abbandonato, e lo sottomettevo a me, al mio cazzo, alla mia potenza. Infine gli scaricavo in profondità tutto il mio letale sperma demoniaco, che gli pungeva l’anima, e gli corrompevo il cuore, gli marchiavo a fuoco il destino. Era fatta, era già mio. Un’anima innocente non poteva resistere alla mia terribile contaminazione, alla mia corruzione carnale, al tossico sperma di uno dei prescelti di Satana. Tempo alcuni giorni ed era giù, negli Inferi, vergognosamente raccomandato, spedito nella mia reggia, nel mio harem di giovani diavoletti da sbattere. E la mia era veramente una via di fuga, davvero quei giovani maltrattati si realizzavano, diventavano qualcuno, diventavano i servetti prescelti di un principe di Satana, per l’eternità nel lusso, nell’agio, nella protezione.

Eccomi quindi durante una di queste battute di caccia. Sono in una lurida periferia, ci sono molte anime da corrompere, ogni tanto incontro un emissario contaminatore come lo ero io, e li riconosco tutti, ne avverto la corruzione satanica interiore. Ma la serata non &egrave tra le migliori, nessun gruppetto di giovani da insidiare. Scornato, mi ritiro in un sudicio vicolo dietro alcuni palazzoni semi abbandonati. Nella tenebra i pantaloncini scompaiono, la maglietta si ritira, la pelle torna rosso scura, i muscoli si pompano e tendono, il cazzone spara, i capelli spariscono, rispuntano corna e ali. I miei occhi crudeli guizzano nel buio della notte. Nessuno. Meglio per lui.
Devo trovare un posto adatto dove trascorrere la notte. Nel muro c’&egrave un incavo cieco, c’&egrave un intenso fetore di piscio, di escrementi e di rifiuti in putrefazione. Ottimo. C’&egrave un cassone della spazzatura abbandonato in un angolo. Lo apro, cigola. Ci striscio dentro come un topo e richiudo. Un tanfo mostruoso di marciume e muffa mi assale le narici, rinvigorendomi. Mi intrufolo tra il pattume lurido, sento liquami indefiniti che mi colano sul corpo, mi scivolano sui muscoli. Pezzi appiccicosi mi si incollano sulla schiena, insetti immondi mi sgambettano sul corpo e sul viso. Perfetto.

Sto quasi per addormentarmi, quando il cassone subisce violenti scossoni, che mi fanno sussultare. Poco dopo, una forza potente lo rovescia. Il coperchio si spalanca e io rotolo fuori, ricoperto di putridume. Chi &egrave stato? Chi ha segnato per sempre la sua ora? Chi ha scelto di essere violentato in eterno dal mio esercito di diavoli? Mi volto. Una luce intensa mi colpisce gli occhi, non reggo a tanta, inedita luminosità, cerco di coprirmi con le grandi mani. Poco dopo si attenua, guardo ancora. &egrave un angelo, un grande angelo. Corazzato di acciaio splendente, lunghi capelli biondi, sguardo fiero, corpo possente, ampie ali di piume. Bestemmio. Che vuoi, chi sei? Non sai con chi hai a che fare, ringhio. Nemmeno tu lo sai, mi risponde. Fa un gesto con la mano e appaiono delle specie di catene che mi legano mani e piedi, cado inerme su un fianco. Bestemmio, gli invoco le peggiori nefandezze, inneggio a Satana. Un altro suo gesto, e una potente forza mi raddrizza, mi mette in ginocchio. Lui mi si pone davanti.
La sua armatura scompare in una nube di scintille, appare un corpo scultoreo, possente, pelle chiarissima, muscoli forti e definiti. Tra le gambe gli pesa un cazzone formidabile, due grosse palle, un’aureola di peluria biondiccia. Non perde tempo, con fare convinto me lo punta sulla bocca, ha un acre fetore paradisiaco, mi divincolo e cerco di rompere le catene. Le muscolose braccia guizzano e mi afferra la testa con le mani, e spinge, spinge, spinge il cazzo sulla bocca. Fanculo. Riesce a cacciarmelo dentro, io cerco di morderlo ma &egrave impossibile, &egrave duro come l’acciaio, ha un qualcosa di incorruttibile. Tenendomi salda la testa, comincia a scoparmi la bocca, ma il suo cazzo &egrave acido, non lo voglio dentro di me. Ma lui continua, continua. Sento il suo cazzo d’acciaio infilarsi profondamente in gola, mi ricorda gli stupri sacri di Satana, ancora un poco e comincia a piacermi. Non so dove né perché, ma qualcosa di attraente ha. Mi lascio lentamente andare mentre lui si dimena senza perdere ritmo, comincio a leccare e succhiare, gli stringo le labbra attorno, me lo sento liscio e perfetto mentre entra e esce. Cazzo, penso, &egrave un fottuto angelo, un fottutissimo angelo mi sta stuprando la bocca, la mia bocca, io, un principe di Satana. Ma in fondo &egrave così immorale, addirittura per me, signore dell’immoralità, così paradossalmente peccaminoso, che comincio a apprezzarlo, comincio a godere di quell’angelica violenza carnale. Sento l’angelo che gode, gode nel farsi succhiare il cazzo da una creatura immonda come me. Mi scopa la bocca lento ma deciso, a volte dà forti colpi e me lo sento in gola, e le pesanti palle mi sbattono sul mento, e il naso mi finisce nella peluria biondiccia, e poi se lo ritira fuori, sbavato, lisciato, leccato.

Se la gode ancora un po’, poi lo estrae con calma. La bava mi sgronda sul mento, sul collo. Bestemmio nuovamente. Con un gesto mi rivolta magicamente, mi mette a pecorina. No, questo &egrave troppo. Tutto, ma questo no, non posso essere inculato da un angelo. Troppo tardi. Il bastardo punta la cappella, il cazzone &egrave ben lubrificato e mi sfonda facilmente, mi arriva in pancia con un’unica, lenta penetrazione. Poi comincia a dimenarsi. Comincia a fottermi. Io ringhio, grugnisco, bestemmio. Eppure mi piace. Il cazzone angelico mi impala deciso il culo, sento che diffonde in me la sua acida bontà, mi sembra di tornare all’inizio di tutta questa lunga storia. E il bastardo gode, mi prende per i fianchi, aumenta il ritmo. Sbatte violentemente il bacino contro il mio culo, sento le grosse palle che mi schiaffano. Mi sento invaso da sentimenti che non intendo provare, sensazioni esageratamente buone e felici, che mi fanno vomitare, ma allo stesso tempo mi intriga la forza del grande inculatore che ho dietro.
D’un tratto mi sento punito, umiliato, calpestato. Punito per i miei osceni peccati, umiliato per la mia corruzione. Ogni colpo in pancia di quel cazzo d’acciaio &egrave una sfuriata punitiva al mio cuore di sperma satanico. Mi viene da chiedere perdono, pietà, clemenza, per la mia cattiveria, per i miei terribili peccati. E la spedizione punitiva non si ferma, l’angelo non accenna a fermarsi, continua a violentarmi, a punirmi.

Ma di colpo esce, mi sente il culo punito e slabbrato, mi volta con uno strattone e mi infila il cazzo in gola. Torno a leccarlo, lui dà alcuni energici colpi e mi riempie la bocca di sperma angelico. &egrave una fontana, non smette di schizzare, lo sperma mi sbroda dalle labbra e mi riempie il volto. Ha un sapore autoritario, invincibile, mi sento sottomesso a quei muscoli angelici, a quel cazzo d’acciaio, al suo seme divino e incorrotto. Lo ingoio tutto, sento che mi intacca l’anima, aghi di ghiaccio mi perforano il corpo. &egrave venuto completamente, ma rimane lì, in bocca, ci tiene a dominarmi, a farmelo sentire bene in tutte le sue invincibili dimensioni dentro di me. Poi lo estrae con calma, io sono sfinito. L’angelo scompare in una scintilla, io ricado a terra. La faccia mi ricade tra la spazzatura putrida.
Ed eccomi lì, lercio, tra l’immondizia, umiliato, violentato, punito, deriso. Il mento mi sgronda di sperma angelico, che in pochi minuti torna a essere acido, puzzolente, acre. In me si fa strada un odio atroce. Io, principe di Satana, stuprato da un angelo. E non &egrave stata un’esperienza senza conseguenze, mi sento diverso, scalfito dentro, aggredito. Urgono rimedi profondi. E vendetta, terribile vendetta. Tornato negli inferi, avevo scoperto che tutti avevano saputo che ero stato stuprato da un angelo, poiché dopo aver ingoiato lo sperma che quel bastardo ammasso di muscoli mi aveva scaricato in gola il mio palazzo e gran parte degli inferi erano tremati sotto un forte terremoto. Molte anime che tormentavo erano fuggite e diversi diavoli in mio potere si erano ribellati, assumendo il controllo della mia reggia infernale. Il mio harem di giovani diavoletti da sbattere era stato imprigionato e molti di loro, avvertendo di aver perso la propria guida, si erano concessi carnalmente ai corpi e ai cazzi dei diavoli ribelli. Arrancando, con parte della mia anima deturpata dal cazzone dell’angelo, avevo quindi fatto ritorno al mio palazzo e la mia rinnovata presenza aveva velocemente sistemato le cose. Assieme all’esercito di diavoli ancora ai miei piedi ero riuscito a riprendere possesso di tutto, imprigionando i diavoli ribelli, capitanati addirittura da due dei miei leccapidei passati di grado, che avevano colto la prima occasione per cercare di spodestarmi. Mi sarei occupato presto di loro, prima avevo bisogno di ritrovare me stesso. La mia crudeltà, la mia anima corrotta. Dovevo tornare a sentirla grondante di sperma satanico, e dovevo tornare a vedere tutto nero dentro di me. Satana mi aspettava nel suo tenebroso nascondiglio.
Raggiunto il più orribile e profondo antro infernale, mi porto al cospetto del signore oscuro. Satana, senza dire nulla, mi prende e mi incatena a un altare di teschi e ossa, e mi fotte all’istante. Comincia a fottermi duramente, a scoparmi il culo con tutta la sua sadica energia infernale. Finalmente. Ripenso al cazzo dell’angelo mentre mi sbatteva con forza. Sento il cazzo di Satana. Nessun paragone, neanche lontano. Il cazzo del re dell’Inferno &egrave come sempre enorme dentro di me, mi apre in due, entra e esce dal mio culo con goduriosa potenza, sento tutto il suo immondo male fluire dentro di me. Me lo trasmette dentro come non mai, più turpe che mai, più satanico che mai. Finalmente mi riempie del suo bollente sperma. Gli angelici influssi che mi avevano corroso l’anima vengono selvaggiamente affogati in una cascata di copioso sperma satanico, che in un istante ribolle ovunque in me. Sento i miei muscoli corrotti rinvigorirsi, il mio cazzone tornare lungo, grosso, bello in tiro. Le scottature provocate dallo sperma che quell’angelo bastardo mi aveva sbrodato in faccia vengono ricoperte, curate, spazzate via. Eccomi, Satana, rieccomi a te, il tuo sudicio servo &egrave tornato, sono di nuovo in tuo potere.

Ora dovevo regolare i conti. Torno alla mia reggia e scendo nei sotterranei. In tre sale di medie dimensioni scavate nella roccia incandescente sono imprigionati i diavoli ribelli. Faccio incatenare tutti dai miei servi e li conduco, tetramente in fila, nel Tempio nero. Li faccio inginocchiare tutti davanti all’altare satanico. Sull’altare porto i tre diavoli, miei diretti funzionari, che mi erano rimasti fedeli durante la rivolta e me li fotto con forza uno dopo l’altro, davanti a tutti i presenti, scaricando nelle loro bocche e nei loro culi caldi schizzi del mio dolce e velenoso sperma. Loro si contorcono, si trasformano, nelle loro vene circola una dose sempre maggiore si sperma di Satana, portato direttamente da me, suo prescelto, dentro di loro: diventano ancora più massicci, i muscoli ancora più gonfi, il cazzone ancora più grosso. Diventano i miei tre principi. Ma le cariche di funzionari rimangono scoperte: porto sull’altare cinque fedeli diavoletti, gli fotto il culo con godurioso piacere, gli sbrodo dentro altro sperma. Ecco che si trasformano, diventano grossi e potenti, prendono il posto degli altri. Ora rimangono i ribelli.
Tutti i diavoletti minori vengono crudelmente eliminati dai miei servi. Prendo quindi i due diavoli passati di grado, i due funzionari che avevano capitanato la rivolta, e li incateno a pecorina nella cripta del Tempio, con la condanna di rimanere le troie del mio esercito fino a che la mia ira non si sarebbe placata. Evidentemente i miei servi apprezzano: non faccio in tempo a risalire che già se li stanno cavalcando. Ritorno nelle tenebrose prigioni e entro nella piccola cella dove sono rinchiusi i tre diavoletti del mio harem che avevano goduto nel diventare le troiette succhiacazzi degli usurpatori. Ci rimango a lungo, non so quanto, arrivo a perdere il senso del tempo, so che qualcuno ha cominciato a chiedersi dove fossi finito. Ci sarò rimasto forse una settimana, forse due, chiuso in quella celletta, e quei tre bellissimi, aitanti, giovani, porci diavoletti chiusi in quella celletta assieme a me. Me li sono fottuti con calma, con piacere, con sadica soddisfazione. Per tutto il tempo. Ogni tanto gli riversavo dentro e fuori generosi schizzi di sperma satanico, ma neanche mi fermavo e continuavo a fotterli. Per due settimane. L’aria in quella celletta era diventata qualcosa di orrendamente fetido e marcio. Le esalazioni di sperma sbrodato ovunque imputridivano l’aria, mischiandosi al nostro sudore e alla cenere ardente dell’aria infernale. Mai visti tre culetti più slabbrati, tre bocche più sfondate, quattro corpi, i loro e il mio, più ricoperti e imbrattati di sperma, che colava fuori dalla porta sprangata della cella in densi rivoli. Finalmente mi ritengo soddisfatto, apro la porta e me ne vado, loro strisciano fuori e tornano sfatti nell’harem, squarciati dentro e fuori, nel corpo e nell’anima. Ma sottomessi a me, tornati in mio potere, nelle mie folli mani.

E arriva quindi l’ora della vendetta. Mando i miei tre nuovi principi a caccia. Loro si informano, cercano, scrutano. Trovano. Passa circa un mese, trascorso nella grande sala davanti alla mia reggia in deliranti torture lussuriose delle anime in mio potere. Finalmente eccoli di ritorno. Grugniscono, volano dimenandosi, trascinano in aria un grande angelo incatenato, bloccato da uno spesso anello di ferro attorno al collo. &egrave lui, lo riconosco. Tutta la schiera di diavoli e diavoletti reagisce, lo insulta, bestemmia, gli sputa addosso. Ma lui &egrave mio. Non dico nulla, faccio solo cenno ai tre principi di seguirmi. Andiamo nel Tempio nero. Scendiamo nella cripta, dove ignoro i due prigionieri urlanti a pecorina. Scendiamo altre scale fino all’immondo tempio sotterraneo. Faccio incatenare l’angelo all’altare ricoperto di simboli satanici. &egrave così imperturbabile, così serio, così forte. Non lo sarà ancora per molto. Ordino ai tre principi di fare a pezzi l’armatura, loro eseguono. Eccolo, &egrave tornato, un bianco, lattiginoso ammasso di muscoli, definiti e pompati. Lunghi capelli biondi, occhi azzurri. Cazzo tristemente moscio, erano anni che non ne vedevo. &egrave a pancia in su, disteso sull’altare, gambe piegate, buchetto quasi in vista. Guarda verso l’alto, fissa il nulla. Sa cosa sta per arrivare. Gli vado dietro, gli afferro la testa dal mento e la ribalto giù dal piano dell’altare. Gli punto il mio cazzone sulla bocca. Lui non vuole, lo rifiuta. Ringhio selvaggiamente e glielo caccio dentro con forza, dritto in gola, lui sussulta. Comincio a scopargli la bocca con decisi colpi di bacino. Intanto invoco Satana e faccio fluire tutto il mio male nel mio peccaminoso scettro carnale, e glielo trasmetto. So che gli piace, so che lo sto corrompendo, colpo dopo colpo. Poco dopo sento la sua lingua che mi ripassa l’asta, prima indecisa, poi goduriosa, sento le labbra che me lo abbracciano, che lo bagnano, che lo succhiano. Lecca, puttana, lecca il mio cazzo satanico, ti piace, ti piace.
Ora &egrave abbastanza instradato alla corruzione da farsi fottere il culo. Estraggo il cazzo, glielo leggo in faccia che lo vuole ancora. Gli giro attorno. Salgo sull’altare e mi metto tra le sue gambe. Gli punto il cazzo tra il culetto duro e sodo e gli entro con sadica forza, fottendolo a missionario. Ho tutto il suo perfetto, angelico corpo davanti a me. Ma non può competere con i miei muscoli corrotti, con la mia carne turgida, rossa e satanica. &egrave pasta nelle mie mani, ecco ora gli piace pure farsi fottere, vedi un po’ questo angelo, gli piace farsi fottere dai diavoli, gli piace sentire i grossi, massicci, crudeli cazzi demoniaci che gli aprono il culo.

Faccio un cenno ai tre principi, finora in disparte ma in trepidante attesa di invadere quel corpo incorrotto e di godere carnalmente dell’angelo. Lo prendo saldamente sotto la schiena mentre lo scopo, sollevandolo dal piano dell’altare, mentre uno dei tre diavoli ci si infila sotto, con il cazzone tesissimo sparato in aria. Io mi sporgo più avanti e riappoggio l’angelo sul demone. Lo sente fremere mentre la sua pelle liscia, bianca e vellutata va a contatto con la rossa, carnosa, massiccia, turgida pelle del diavolo. Gli altri due non perdono tempo, gli rivoltano le faccia e cominciano a scopargli la bocca a turno, mentre il diavolo sotto di me si afferra il cazzo e lo spinge dentro al culo della nostra troietta, in una doppia invasione del suo cuore angelico. Lo scopiamo selvaggiamente per un bel po’. Io gli tengo salde le caviglie mentre con duri colpi di bacino gli sbatto il mio cazzone in pancia, il diavolo sotto di me gli tiene saldo il culo mentre lo fotto da sotto, gli altri due si alternano i cazzoni nella sua bocca in una turpe altalena.
E intanto vedo l’angelo troieggiare dal godimento, gode come una cagna mentre viene fottuta dai due cazzoni demoniaci, mentre lecca avidamente gli altri due. Ha un bel cazzo ormai bello teso, i nostri potenti cazzi hanno eccitato la troia angelica. E il male satanico gli fluisce dentro, dentro, dentro. Dentro, attraverso l’azione di quattro turpi scettri del male. Forse non lo sa, ma ecco, la corruzione avanza, penetra nelle sue membra, si fa strada tra i suoi totem paradisiaci, si insinua nella sua mente, divora la sua anima. Non lo sa, ma sta cambiando. Si sta trasformando. La pelle bianca e lucente si spegne, diventando tristemente grigiastra, le ali piumate avvizziscono. E dentro glielo leggo, dentro la mente, sta godendo, godendo di questa peccaminosa corruzione carnale, così come avevo goduto io quando il primo demone mi aveva impalato col suo satanico influsso.

&egrave giunta l’ora del nostro osceno battesimo. Sento il diavolo sotto di me godere, godo anche io, qualche colpo in contemporanea e esplodiamo insieme. Scarichiamo nel culo dell’angelo una quantità abnorme e vergognosa di sperma demoniaco, che schizza fuori a fiotti colando ovunque. Gli altri due demoni gli sbrodano invece in gola, uno dopo l’altro, imbrattandogli anche la faccia e il collo. Tra gli spasmi convulsi dei due, un lungo schizzo finisce sui pettorali e sull’addome contratto dell’angelo. E questo beve, e si fa riempire. Gli caccio dentro altro sperma, &egrave come lava dentro di lui, distrugge tutto, affoga tutto. Vedo la sua anima annegare nel nostro sperma contaminato di infernale cattiveria, vedo Satana insidiarsi nel suo cuore e prenderne possesso. I capelli cadono, la carne decade su un macabro grigio scuro. Ti piace lo sperma demoniaco, ti piace essere la nostra troia, la troia di quattro potenti diavoli dell’Inferno, ti piace farti stuprare dei tuoi nemici? &egrave ormai un angelo corrotto, uno scarto del Paradiso, un rifiuto dell’Inferno.
Estraiamo i nostri grossi cazzi dal suo corpo inerme e ormai alterato nell’anima. I tre principi se ne vanno, io resto solo con lui. Poco dopo si riprende, si alza, si guarda, si rende conto di cosa &egrave successo, di cosa gli abbiamo fatto. Mi guarda. Gli leggo dentro, e lui me lo dice negli occhi, ha goduto, e gode ancora, tutto questo gli piace, gode nell’avere il male dentro di sé. Mi lascio cadere sul trono di pietra in fondo al tempio sotterraneo, lui si inginocchia in adorazione del mio osceno cazzo. &egrave in mio potere. Ho un nuovo servo ai miei piedi.

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