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Racconti Gay

ristorante

By 9 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente dopo mesi spesi alla ricerca di un lavoro mi ritrovo a fare il cameriere in un ristorante pizzeria in una zona abbastanza centrale di torino,
per ora mi accontento cosi, ho 40 anni, posso avere la possibilità di lavorare mentre cerco con calma un’occasione migliore.
Prima o poi arriverà, per ora va bene cosi.
Lavoro prevalentemente la sera, raramente faccio il turno a pranzo, siamo molti camerieri, una quindicina in tutto, ci alterniamo, la sala è grande, ci sono molti coperti e il locale è quasi sempre pieno.
Ancora non ho molta confidenza con i colleghi, neanche con il proprietario parlo molto, è un uomo maturo, non so quanti anni avrà, certamente è più vecchio di me, non tanto alto (direi basso) magro, pochi capelli e brizzolati.
Noto che alcuni camerieri, sia uomini che donne, o anche lavapiatti che lavorano in cucina hanno tutti lo stesso braccialetto. Vedo almeno 8 braccialetti gialli ai polsi dei miei colleghi.
è un braccialetto di colore giallo, di plastica, molto semplice’ ma non si può evitare di notare che è davvero uguale per tutti.
Mi incuriosisco, provo a chiedere a qualcuno ma le risposte sono sempre molto evasive. Con un mezzo sorriso misto di vergogna e di sarcasmo mi dicono di farmi gli affari miei e che presto lo capirò, presto capirò tutto’

Di fatti’ dopo circa una settimana di lavoro, quando ho iniziato ad ambientarmi e anche il lavoro mi mette meno preoccupazioni, ecco che arriva il momento che mi segnerà per il resto della mia vita..
Stiamo preparando i tavolini per la sera quando si avvicina il proprietario, mi fa un cenno con il capo, lo seguo, arriviamo vicino alla cassa e mi dice : ‘caro paolo, domani mattina alle 10:00 vieni a questo indirizzo, è casa mia, devo parlarti’.
Ricevo un bigliettino con scritto l’indirizzo, non c’è scritto altro’
sinceramente non capisco cosa possa volere da me il proprietario e soprattutto non capisco cosa debba dirmi.
In fondo al ristorante possiamo parlare benissimo, se ha bisogno di dirmi qualcosa di personale può farlo tranquillamente qui.
Comunque..cerco di lavorare senza pensare troppo a quell’appuntamento ma è inevitabile che ci ripenso’ si, ci ripenso tutta la sera’
Finisco di lavorare, arrivo a casa, vado a dormire continuando a cercare una risposta alle motivazioni che hanno spinto il proprietario a convocarmi a casa sua’
La mattina seguente mi alzo presto, ho dormito poco, era inevitabile.
Mi preparo, prendo il motorino ed arrivo all’indirizzo prestabilito.
Suono, mi dice di salire al quarto piano, arrivo su, mi apre lui, Tiziano.
è evidente che si è appena svegliato, mi chiede: ‘che ore sono?’
Io rispondo con timidezza: ‘le 10:00” eccomi qui, sono puntuale’.
Mi risponde gentilmente: ‘Bene, mi piacciono le persone puntuali’.
Prendo l’iniziativa io: ‘allora’cosa voleva dirmi..?’
Lui rimane calmo, si siede comodamente sul divano, con un cenno del capo mi indica una scopa messa in un angolino della stanza e mi dice: ‘per cominciare dai una bella spazzata per tutta casa, fai in fretta, mi piacciono le persone rapide”.

La scopa’???’ spazzare casa..???? ma è pazzo’.? Ovviamente non ho il coraggio di dirglielo ma sono incazzatissimo’ sono arrivato fino li per fargli le pulizie di casa’?????
Cerco di tenere il controllo dei nervi’. Mi avvicino alla scopa’. Guardo Tiziano e gli dico: ‘devo pulire tutta casa?’
Lui risponde con voce ferma: ‘per ora si’.
Quelle parole mi fanno riflettere’. ‘per ora si..” che vuole significare quella frase’.? Non lo so, per accelerare i tempi ed uscire da quella situazione tanto assurda quanto umiliante faccio in fretta, uso la scopa velocemente, spazzo casa ma non è finita’. Poi mi dice di pulire i vetri’. E poi la cucina’ insomma ‘ dopo un’ora e mezza sono ancora li’ ma ho finito penso, ora me ne vado e torno a casa a riposare.

Non è cosi, mi rifà un cenno con il capo, è ancora comodamente suduto sul divano, gli vado incontro, mi da un euro in mano e mi dice di scendere giù a comprare il giornale all’edicola li vicino’
No cazzo, è proprio stronzo’. Che faccio? Proprio ora che ho finito lo mando a quel paese e me ne vado’? No, non è la soluzione migliore.. ormai sono ho fatto 30’farò 31′
Scendo, compro il giornale, risalgo, la porta è socchiusa, la apro’
Entro e lo ritrovo sul divano ma questa volta è nudo’.
Mi dice con una faccia tosta da far rabbrividire: ‘metti il giornale in bocca ed arriva fino qui camminando a quattro zampe’.

Mi ha preso forse per un cagnolino’.???? Non lo so’. Capisco che forse la situazione è degenerata’.
è il mio datore di lavoro..vuole vedermi fare il cane’? Va bene’ lo farò anche se questa cosa mi umilia e mi sconvolge allo stesso momento.
Prendo il giornale con la bocca, mi inginocchio e comincio a camminare verso di lui’
Arrivo li sotto’ lui allarga le gambe, mi fa arrivare fino sotto e mi prende il giornale con una mano’. Si alza, mi fa alzare, sono decisamente più alto di lui, mi arriva più o meno al collo’
Mi guarda negli occhi, mi sbottona la camicia, me la toglie, mi slaccia i jeans’ capisco che devo rimanere nudo e lo faccio, tolgo tutto, scarpe, boxer, sono davanti a lui e siamo entrambi completamente nudi.
Mi guarda, in quella posizione la differenza di altezza è ancora più evidente. Mi dice: ‘non crederai mica che essere più alto significa anche essere più ‘uomo” vero’?’
Non so se è una domanda diretta o solo una considerazione che ha fatto ma io rispondo con un filo di voce : ‘certo che no’. Ovviamente no”.
Con la mano sinistra mi strizza un capezzolo mentre con la destra mi prende all’attaccatura del cazzo e stringe dicendo: ‘non crederai mica che dal momento che basta avere un cazzo molto grosso come il tuo per essere considerati ‘uomini”ver’?’
Abbasso lo sguardo, quela presa mi fa male.. riesco a vedere ils uo cazzo..effettivamente è sensibilmente più piccolo del mio’ rispondo sempre a voce bassa: ‘certo che no’ ovviamente no”
Mi tiene con la mano per le palle’ mi tiene stretto e mi guarda fisso’
Lascia la presa, mi abbassa la testa’. Mi fa inginocchiare’.
In quel momento capisco che dovrò umiliarmi anche sessualmente’ non ho mai avuto rapporti co un uomo ma ho poco tempo per pensarci e per riflettere’
Apro la bocca, prendo il suo cazzo in bocca, lo lecco come posso, come mi sembra abbiano sempre fatto le donne con me’
Lo lecco, lui mugugna, mi stacca la bocca dal suo cazzo, mi prende per i capelli e mi tira indietro il viso, alzo la testa vedo la sua bocca su in alto’. Mi sputa sul viso, io istintivamente mi scanso ma non posso evitare la sua saliva’
Mi arriva uno schiaffone, una sberla seguita da un’altra e da un’altra ancora’mi dice chiaramente di non provare mai più a scansarmi quando mi sputa’
Cosi mi riprende per i capelli, e mi risputa ancora ‘ questa volta non mi scanso, la sua saliva mi arriva dritta dritta in bocca’.
Ricomincio a succhiare perché lui con altri due ceffoni mi ricorda che devo farlo’.
Poi arriva il momento peggiore, mi poggia sul divano, inginocchiato al pavimento, sento che manipola il mio culetto, capisco che non ho più scampo, si riempie di vasellina il cazzo e lo punta proprio sul mio buchino stretto stretto.
Mi infilza senza pietà, non curandosi del mio dolore.
Mentre mi incula mi fa ripetere che lui è più ‘uomo’ di me, mi fa ripetere che non serve avere il cazzo grosso come il mio per essere ‘uomini’, mi fa ripetere che lui mi inculerà ogni volta che vorrà e che io sono solo un frocetto.
Si, sono un frocetto, lo ripeto molte volte, lo eccita da morire’ lo sento’.
Mi sborra dentro il culo, sento la sua sborra calda colare’.
Si alza’ va nel bagno, mi dice di andare anche io a lavarmi nell’altro bagno e di aspettarlo.
Lo attendo in salone, dopo 15 minuti, con molta calma arriva lui con l’accappatoio, ha appena finito una lunga doccia.
Mi dice di seguirlo in camera, apre un cassetto’ tira fuori un braccialetto’ è giallo, di plastica’ è proprio quel braccialetto che vedevo ad alcuni colleghi’. Cazzo è proprio quello.
Mi prende il polso, mi infila il braccialetto e ridendo mi dice’
Ecco..ora puoi andare via mio caro.

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